io e te Le mie comunque sono tutte copiate ovviamente
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La rana e il bove.
Una rana un giorno passò davanti a un bove.
Invidiosa della sua grandezza, la rana cominciò a gonfiarsi, e chiese ad un'altra rana se era grossa come il bove.
No-rispose, e allora la rana, arrabbiata si gonfiò così tanto che esplose.
Mai cercare di emulare una cosa fuori dalla nostra portata.
Questa è originaleForse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.
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Adesso metterò qualche fiaba tratta da''Le mille e una notte''. Ecco la prima
La grossa eredità.
C'era una volta, un commerciante che, dopo una vita trascorsa nel commercio, aveva messo da parte un'enorme ricchezza. L'uomo però, sperperò in breve tempo i tanti guadagni vivendo nel più grande sfarzo, spendendo per bere e per il gioco d'azzardo. Quest'uomo aveva due figli.
Quando questi furono cresciuti e iniziarono a guadagnare tanto di che vivere, si adirarono profondamente col padre che aveva scialacquato tutti i suoi beni e risparmi. Nonostante l'uomo fosse ormai anziano e non godesse di buona salute, non riceveva nessun aiuto dai suoi due figli.
Un giorno allora l'uomo, disperato, andò da un suo vecchio caro amico sperando nell' utilità di un suo consiglio. Appena l'uomo spiegò all'amico come i suoi figli non l'amassero e come gli facessero mancare ogni tipo di sostegno, l'amico gli rispose: "Non preoccuparti, caro amico. Ecco cosa devi dire ai tuoi figli: Una volta ho prestato ad un amico una grossa somma di denaro e ora egli me la restituirà." L'uomo, ampiamente soddisfatto, ringraziò e tornò sereno verso casa.
Qualche giorno dopo, come d'accordo, l'amico venne a trovarlo portando con sé una grossa e pesante cassapanca. Entrando disse: "Che Dio accresca le tue ricchezze! E' passato tanto tempo, ma finalmente eccoti indietro il denaro che mi avevi prestato!" L'uomo allora mostrò davanti ai figli grande entusiasmo e con felicità disse: "Cari figli, il denaro che il mio amico mi sta restituendo sarà vostro, lo lascio in eredità a voi! Un terzo del denaro sarà distribuito ai poveri, tutto il rimanente lo dividerete voi due! Io controllerò solo che nulla vada perduto".
Da allora in poi l'uomo fece costante guardia alla cassapanca. Se si doveva assentare un attimo, chiudeva accuratamente la porta della stanza a chiave. I suoi due figli, finalmente, non gli facevano più mancare nulla ed esaudirono ogni suo desiderio sino alla sua morte. L'uomo gioiva di aver finalmente rieducato i suoi figli al bene.
Quando l'uomo morì, i figli poterono finalmente aprire la cassapanca ma ebbero una grossa delusione: la cassapanca era colma solo di sassi! Subito però i figli capirono e riconobbero sereni una cosa basilare: l'educazione al bene e all'amore verso i genitori è meglio di qualsiasi ricchezza esistente al mondo . . .
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Eccone un'altra
I due orfani e la mucca.
Un cacciatore aveva sposato una donna che non poteva avere figli, decise allora di sposarne una seconda che gli diede due gemelli. Purtroppo la donna morì e la prima moglie, molto invidiosa dei due bambini cercava ogni pretesto per sbarazzarsene. Un giorno il cacciatore ritornò dalla caccia con due pernici, la moglie disse che non erano sufficienti per sfamare tutta la famiglia e convinse il marito ad abbandonare i figli nel bosco. L’uomo insieme ai figli, lasciò anche una mucca e raccomandò loro di sgozzarla non appena fosse diventata bella grossa.
I due fratelli si nutrirono con il latte della mucca, crescendo così sani e robusti, ma la mucca non ingrassava e essi decisero di chiedere consiglio ad un corvo. Il corvo li pregò di piangere nella cavità dove stavano i suoi piccoli per poterli far bagnare e per ringraziarli avrebbe dato loro l’opportunità di sgozzare la mucca. Volò fino al macello, con il becco prese un po’ di grasso e lo spalmò intorno alle narici della mucca. Quando i due fratelli videro questo grasso, sgozzarono la mucca, la scuoiarono e divisero la carne in quattro parti. Attirato dall’odore del sangue fresco, si fece avanti un leone e pretese la sua parte. I due fratelli gli lanciarono la testa, ma il leone pretendeva di più, gli lanciarono una parte, ma il leone non si accontentò e furono costretti a lanciargli l’intera mucca. Il leone non era ancora sazio e ormai rimanevano solo i due fratelli. “Scannatevi” disse il leone “il più forte mi getterà il perdente”. I due lottarono a lungo, ma nessuno vinse, ambedue caddero esausti ai piedi del leone. Questi li infilò nella pelle della mucca e li abbandono lungo la strada che portava al mercato.
Passò un cammello, sentì gridare i due fratelli e chiese loro che li avesse chiusi lì dentro. “Il leone “ risposero i due fratelli. “Il leone è troppo forte, non posso liberarvi” replicò il cammello e tirò innanzi.
Passò un mulo, stessa domanda, stessa risposta, anche lui si rifiutò di aiutarli. Cosi pure un asino. Solo un riccio che cavalcava una gallina non ebbe esitazioni e sfoderata la sciabola squarciò la pelle di mucca restituendo la libertà ai due fratelli. Quando il leone ritornò e trovò la pelle vuota chiese a tutti gli animali chi fosse stato a liberarli. Tutti negarono, tranne il riccio che con orgoglio ammise di averlo fatto. Il leone lo sfidò. Raccolse attorno a sé tutti i grandi animali e li dispose uniti per la battaglia. Anche il riccio riunì tutti i piccoli insetti che pungono: api, vespe, zanzare, ma non li mostrò. Quando iniziò la battaglia, i grossi animali punti da sciami di insetti, fuggirono e il leone fu il primo a rientrare nel suo covo. Il riccio lo inseguì, prese una piuma della gallina che cavalcava e la piantò davanti alla tana del leone.
Ogni volta che il leone guardava fuori, vedendo la piuma, pensava che il riccio fosse ancora lì e non uscì più fino a morire di fame.
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