Siccome sto per partecipare ad un altro concorso di poesia, alla categoria "silloge non pubblicata", metto un po' da parte l'imbarazzo perchè avrei bisogno di pareri (mi ha dato il permesso Derfel ).. sto scegliendo le poesie da includere nella silloge, ma ce n'è una che non mi convince, non so perchè... vorrei un parere o eventuali consigli se ne avete...
La poesia in questione è quella che segue; vi prego di esseri sinceri..
Grazie !
11.06.2004
Io vidi quella
ridente ferita
di papaveri rossi
giacere sul
volto di quella
verde collina;
poesia,
quadro di una
immacolata
perfezione.
Poi vidi quelle
bandiere,
innalzate stridulamente
al cielo da
prepotenti aste
metalliche.
Le vidi, su di
un prato attonito
e rassegnato;
bestemmia,
squarcio di volgarità
fra melodie
candide, odi
all'innocenza.
Le vidi, e
dietro, il bosco,
impettito e
disgustato, e
folle di gialle
ginestre in un
fitto bisbiglio ansioso
d'incredulità.
Le vidi, e seppi
che il fuoco
distrugge e poi,
dopo, nutre la
terra di ceneri;
seppi che l'acqua
corrode e poi,
dopo, lascia le
sabbie al vento,
per giocare a
costruire mosaici
di dune.
Le vidi, e seppi
che gli uomini
distruggono e poi,
dopo, nutrono la
terra di veleni
che vengono
costantemente
rivomitati dalla
sua pelle, terra -madre
delusa e derisa-;
seppi che gli uomini
consumano, avidamente,
e non lasciano
giochi al vento,
ma lo impiccano
con corde di smog.
Seppi queste cose,
e capii che l'egoismo
degli uomini non
cessa neppure con
la loro morte:
corpi inanimati
dentro bare piombate,
sigillate, bare che
dimorano sotto spessi
tetti di lapidi;
corpi inanimati,
inanimati e
isolati da
fuoco, terra,
aria e acqua.
Seppi queste cose
e li vidi,
vidi quei corpi
vuoti di vita
-bandiere-
innalzare alla gloria i
propri nomi come
squallida
conquista
della solitudine.
La poesia in questione è quella che segue; vi prego di esseri sinceri..
Grazie !
11.06.2004
Io vidi quella
ridente ferita
di papaveri rossi
giacere sul
volto di quella
verde collina;
poesia,
quadro di una
immacolata
perfezione.
Poi vidi quelle
bandiere,
innalzate stridulamente
al cielo da
prepotenti aste
metalliche.
Le vidi, su di
un prato attonito
e rassegnato;
bestemmia,
squarcio di volgarità
fra melodie
candide, odi
all'innocenza.
Le vidi, e
dietro, il bosco,
impettito e
disgustato, e
folle di gialle
ginestre in un
fitto bisbiglio ansioso
d'incredulità.
Le vidi, e seppi
che il fuoco
distrugge e poi,
dopo, nutre la
terra di ceneri;
seppi che l'acqua
corrode e poi,
dopo, lascia le
sabbie al vento,
per giocare a
costruire mosaici
di dune.
Le vidi, e seppi
che gli uomini
distruggono e poi,
dopo, nutrono la
terra di veleni
che vengono
costantemente
rivomitati dalla
sua pelle, terra -madre
delusa e derisa-;
seppi che gli uomini
consumano, avidamente,
e non lasciano
giochi al vento,
ma lo impiccano
con corde di smog.
Seppi queste cose,
e capii che l'egoismo
degli uomini non
cessa neppure con
la loro morte:
corpi inanimati
dentro bare piombate,
sigillate, bare che
dimorano sotto spessi
tetti di lapidi;
corpi inanimati,
inanimati e
isolati da
fuoco, terra,
aria e acqua.
Seppi queste cose
e li vidi,
vidi quei corpi
vuoti di vita
-bandiere-
innalzare alla gloria i
propri nomi come
squallida
conquista
della solitudine.
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