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Breve racconto...

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  • Breve racconto...

    Morirò…triste, semplice verità.
    Lo farò in silenzio, lontano dal mondo malato che mi avvolge e mi assale.
    Forse qualcuno verserà lacrime sulla mia lapide, ma sarò troppo freddo ed immobile per poter solo percepire quel gesto, soltanto provare qualcosa e...ringraziare.
    Lacrime, cosa sono le lacrime se non l’essenza della nostra stessa anima?
    Lacrime di fenice, le nostre, che guariscono le ferite più profonde, dell’anima, e riportano in vita coloro che oramai sono stanchi di sopportare un esistenza senza futuro.
    Un giorno anche tu mi raggiungerai, mi sarai compagno in questo infinito limbo privo di ogni cosa…un Mu…nulla infinito, spregevole e spietato.
    Ogni miserabile giorno che mi desterò di soprassalto, avrà come primo pensiero la mia fine, unico, solitario istante senza perdono.
    Ma il mio tempo è ormai giunto, ho perso il diritto di essere spensierato, non potrò più far scorrermi i giorni addosso come sottile sabbia fra le dita, come ho sempre fatto, come ha sempre fatto il mondo intero.
    Dopotutto, però, mi è stato dato qualcosa in cambio, ma a quale prezzo?
    A quale prezzo riesco ad andare oltre le apparenze della sporca gente che mi passa affianco e mi sputa addosso?
    A quale prezzo riesco a vedere in una folata di vento la realizzazione dei sogni di un intera umanità?
    Il semplice prezzo di una vita…con il suo inutile e prevedibile finale; mi piacerebbe tanto vedere quel momento, una scena nera, la scritta "The End" sullo schermo come nei grandi film americani e titoli di coda…
    Ma anche se ci sarà io non sarò lì a godermelo, io non esisterò più e sarò una semplice delle tante anime vaganti di questo universo senza fine.
    Da piccolo immaginavo cosa ci potesse essere oltre le nuvole, le stelle e i pianeti, oltre l’incessante blu del cielo che ci inghiottisce e ci oblia…ma oltre il cielo non c’è nulla e c’è tutto…e anche se la mia mente si rifiuta di accettarlo sappiamo entrambi che è la semplice e tragica verità…
    Magari mi ringrazierai per aver scritto questa lettera, magari io ti ringrazierò per averla letta, forse vivrai meglio e pienamente quei pochi e futili momenti che ti rimangono, ma la verità è che ti scorderai di me, perché io non sono nulla per te…ma ricorda…
    Gli occhi da cui ti vedo…sono i miei.


    Visto che il bando di scrittura è terminato ne approfitto aprendo un altro topic dove vi ho mostrato questa mia piccola lettera, spero vi piaccia e se vi interessa, ditemi cosa ne pensate
    (Gorgon)

  • #2
    Scusami Derf, ho postato 2 topic, se non ti dispiace ne cancelleresti uno?
    Grazie

    sAlù
    G
    (Gorgon)

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    • #3
      Certamente Fatto
      http://img46.imageshack.us/img46/3987/userbarer7.jpg





      http://gamesurf.tiscali.it/forum/sig...gpic6655_7.gif

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      • #4
        Originariamente Scritto da Derfel Visualizza Messaggio
        Certamente Fatto
        Grazie mille ;-)
        E cosa ne pensi del racconto?
        (Gorgon)

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        • #5
          Spero questo abbia più fotuna del precedente...
          Correre…

          Oggi tutti corriamo dietro un sogno, spinti dal buio che a volte ci sfugge, che non ci è chiaro ma che desideriamo e temiamo allo stesso tempo, semplice desiderio e terrore spietato
          Il mondo fugge dalle proprie paure, terrorizzato dagli altri e da se stesso, da quello che ha creato e da un futuro che mai vedrà senza agire…
          Fugge dicendo di non avere tempo, vivendo un esistenza accelerata, che scorre rapida e monotona di fronte gli occhi del destino
          L’umanità si renderà mai conto che non fa altro che girare in tondo spaventata solamente dalla propria ombra? Temiamo di commettere errori allora fuggiamo via dalle scelte e dalle responsabilità, estraniandoci dal contatto con quella che è la libertà e la gioia di vivere le cose con pienezza.
          Desideriamo ogni giorno, quando ci destiamo, un futuro migliore…c’è sempre un preciso pensiero che ci accoglie nel mondo ed è quella e quella soltanto la cosa che amiamo di più al mondo, la ragione per cui corriamo, impavidi di fronte il mondo in tempesta, noncuranti della fatica che ci accompagna e dello sconforto che ci assale, corriamo perché è la nostra forza che ci spinge a farlo, il desiderio di vivere una vita degna di essere chiamata tale, tutti hanno il potere di farlo, di spingere al massimo e di raggiungere l’obbiettivo tanto desiderato…
          Correre in solitudine, divorato dai fantasmi del proprio passato, quando quegli stessi fantasmi possono liberare dalla gabbia dell’oblio…
          Correre, correre, correre, fino a perdifiato, sentire il proprio corpo lottare contro se stesso, cellule che si muovono frementi a ritmo forsennato, l’aria che scarseggia, le gambe in fiamme che spingono oltre ogni limite, e dolore, dolore, tanto dolore
          E’ per questo che corriamo, per spingerci oltre il limite della nostra umanità e per toccare a volte il cielo con un dito, assaporare il dolce sapore del potere che ci scorre nelle vene e ci pervade, assaggio dell’onnipotenza che in realtà non è questo perchè…
          La lotta più dura che mai dovremmo affrontare è quella contro noi stessi…
          Correre per combattere contro quel che c’è aldilà della barricata del nostro io, contro l’essere che più odiamo in assoluto, del quale ne desideriamo l’annientamento, ma allo stesso tempo lo amiamo, e lo vorremo veder trionfare, in preda al pianto…alla disperazione della felicità…
          Passo dopo passo costruiamo il nostro destino, respiro dopo respiro creiamo il nostro futuro ed è con il nostro sudore e la nostra fatica che cementiamo il nostro passato gettando le basi della nostra esistenza…
          Un giorno smetteremo di correre…
          Un giorno ci fermeremo stanchi e soddisfatti…
          Sentiremo il petto scoppiare ed il cuore espoldere…
          Ma sarà una sensazione di trionfo, e non ci sarà mai sensazione migliore di quella…
          Perché avremo vinto la battaglia più ardua di tutte, perché avremo superato quel limite invalicabile del nostro essere, perché ce l’abbiamo fatta, e non c’è nulla di più bello…
          (Gorgon)

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          • #6
            Mi piacciono. Il secondo lo chiamerei più tema che racconto. Contrario alla tua deduzione, ritengo migliore il primo, contenente una conclusione che da al racconto il privilegio di essere chiamato tale.
            Quelle che descrivi sono emozioni che provi realmente?

            Ah, non usare spesso i tre puntini, non so agli altri lettori, ma a me dà fastidio.

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            • #7
              Originariamente Scritto da Pedro92 Visualizza Messaggio
              Mi piacciono. Il secondo lo chiamerei più tema che racconto. Contrario alla tua deduzione, ritengo migliore il primo, contenente una conclusione che da al racconto il privilegio di essere chiamato tale.
              Quelle che descrivi sono emozioni che provi realmente?

              Ah, non usare spesso i tre puntini, non so agli altri lettori, ma a me dà fastidio.
              sono molto contento ti piacciano
              Si, sono sentimenti che provo e che metto nero su bianco, come i classicisti credo nell' Eloquentia e nel potere delle parole
              Non sapevo neanche come chiamare questi miei scritti, ed hai ragione nel dire che racconto non è proprio il termine appropriato, magari "creazione" è più consono
              Per il primo, il finale è una frase che mi è venuta in mente mentre parlavo con un amico, un flash inventivo che mi vien di solito; mentre per il secondo è nato mentre nasceva il testo, per questo "morirò" ha quel suo accento particolare
              So che a volte può dar fastidio l'uso dei tre puntini, ma è un mio segno contraddistintivo usarli, lascia spazio al pensiero, è come una parte del racconto lasciata in bianco che solo il lettore può riempire con i suoi di pensieri, ma ti ringrazio della sincerità

              sAlù
              G
              (Gorgon)

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              • #8
                Come ha fatto notare Pedro, e poi sottolineato anche da te, stona il termine racconto. Magari avresti potuto inserirli nella sezione poesie, ma in fondo anche li non era il posto giusto. Anche in free talk, sono spunti di riflessione.
                Comunque sia mi sono piaciute queste tue "creazioni", credo che siano flussi di pensieri in cui molti siano inciampati nella loro vita, magari in modo diverso e forse meno profondo, ma ricalcano un'idea comune di uomo come unico artefice della propria fragile esistenza, a volte vuota e senza prospettive nei momenti di sconforto o di crisi, a volte piena e gratificante nei momenti di massima serenità interiore.
                Ma sembra che dalla tua firma tu abbia già colto il segreto per vivere a lungo

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                • #9
                  Ci mancavi solo tu Hyde
                  Sono, come hai detto tu, pensieri che mi ronzano in testa e che trovano sfogo soltanto nell'essere scritti su qualcosa che non sia la mia testa, pensieri su cui rifletto moltissimo e che poi voglio condividere con tutti quelli che vivono i miei stessi pensieri
                  La firma non è altro che il succo di tutte le mie creazioni, la frase che vorrei gridare al mondo, ma che non posso fare visti i miei mezzi limitati, il consiglio che vorrei dare a tutti quelli della mia età, ma anche a tutte le persone che non riescono a godersi la vita...un bel giorno tutto finirà e non avremo nulla da ricordare se non quella piccola, infinitesimale parte della nostra vita chiamata "felicità"

                  salù
                  G
                  (Gorgon)

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                  • #10
                    Mi piace vedere che c'è ancora gente che la pensa così. Mi piace anche il fatto che ci sono persone che danno importanza alla scrittura.

                    Vorrei leggere qualche altra tua creazione, sempre che non ti dia fastidio la cosa.
                    E, se mi dai il permesso, vorrei postare qualcosa di mio, magari per scambiare opinioni e considerazioni. ^^

                    Comment


                    • #11
                      Originariamente Scritto da Pedro92 Visualizza Messaggio
                      Mi piace vedere che c'è ancora gente che la pensa così. Mi piace anche il fatto che ci sono persone che danno importanza alla scrittura.

                      Vorrei leggere qualche altra tua creazione, sempre che non ti dia fastidio la cosa.
                      E, se mi dai il permesso, vorrei postare qualcosa di mio, magari per scambiare opinioni e considerazioni. ^^
                      A me invece non piace sapere che in una classe di 30 ragazzi, liceali, io sia l'unico ad avere letto più di 10 libri -_-
                      E quando la prof mi chiede quanti ne ho letti nelle vacanze gli altri mi guardino storto...
                      fortunatamente posso condividere con qualcun il vero e sano piacere della parola
                      Non mi dà assolutamente fastidio condividere con te (e chiunque vorrà leggerli in questo topic) i miei scritti, anzi, è un vero piacere farlo e sicuramente lo sarà leggere i tuoi
                      Questo è un mio riadattamento alla scena finale di "Il Dottor Jekyll e il Signor Hyde"

                      Il Signor Hyde


                      Ricordo con infinita gioia un qualcosa, che giace tra i meandri della mia memoria, un scintilla; come un fuoco che divampa, che brucia tutto, mi trovai di fronte questo spettacolo fiammeggiante; quel giorno cominciò tutto… quel giorno io nacqui.
                      Ma purtroppo, non fui mai completo. Messo da parte come un pezzo di un puzzle a cui non appartenevo: così rimasi, con gli occhi chiusi, segregato tra gli anfratti più oscuri dell’anima del mio alter ego.
                      Non ero altro che uno scarto, un rifiuto che Jekyll gettò via; tra me e lui fu sempre presente un sottile legame: percepivo ogni cosa provasse lui, come un eco che giunge da lontano, ma che mi fece vagare nel labirinto in cui ero rinchiuso senza mai trovare uscita.
                      Jekyll fu sempre un coniglio, spaventato da qualunque cosa lo minacciasse, si ritirava nella sua tana a leccarsi le ferite.
                      In rare occasioni ebbi la possibilità di poterlo controllare , allungare la mano tra le sbarre di questa prigione, allungarla per fare la sola cosa mi desse soddisfazione, ma istantaneamente dovevo ritirarla, dolente, come la mano di un bambino sgridato. Innumerevoli furono i miei tentativi di evadere da questo limbo, ed altrettanti i miei insuccessi; mi chiedevo come potesse, un coniglio debole ed impaurito, vincermi: io rappresentavo il potere, io ero il male, IO!
                      Fu in un giorno, di cui oramai ricordo e assaporo ogni istante, che riuscii a fuggire dalla mia prigionia, ero sicuro che un giorno o l’altro Jekyll avrebbe aperto quella porta, nella sua mente, che conduceva a me.
                      Quella pozione! Quella pozione mi liberò! Mai sapore fu più dolce! Era una sensazione di inebriante potere, essere finalmente vivo, avere finalmente il controllo; ma in me sentivo ancora quella presenza vigliacca: il mio alter ego esisteva ancora, anche se impercettibilmente.
                      Quante volte avevo fantasticato sui piaceri terreni che il mio doppio mai mi concesse di avere, ma da quel momento in poi, finalmente, potevo esaudire ogni mio recondito e vile desiderio; e quale pena mi faceva quel pusillanime dentro di me. Pensai di dargli ancora il controllo, in attesa di acquistare nuove energie.
                      Pozione dopo pozione, giorno dopo giorno, divenni sempre più forte… quanto dolce era il sapore di quell’intruglio e deliziosi gli spasmi della trasformazione.
                      Ma inebriato dal sapore dell’esistenza commisi un errore fatale. Fui troppo avventato, e, in un raptus improvviso di follia, uccisi un uomo: mai gesto così stupido fu tanto dolce, il piacere che provai fu indescrivibile.
                      Ma pagai caro il prezzo della mia follia: con gran dolore dovetti tornare nei panni di Jekyll una volta per sempre. Il rischio di essere arrestato era troppo alto.
                      Così, ancora chiuso nella mia prigione, vagavo senza meta; una tempesta di pensieri affollava la mia mente: ero sfuggito alla forca, ma quale morte non si preferisce alla prigionia eterna?
                      Più passava il tempo e più il desiderio di libertà cresceva, e la smania di potere alla fine mi accecò: col tempo la pozione mi aveva reso sempre più forte e, con la sola forza di volontà, riuscii a trasformarmi.
                      Fu la mia azione più avventata; ora vago nello studio di Jekyll tentando invano di ricreare la pozione…Jekyll, pazzo maniaco.
                      Solo ora, capisco di essere l’artefice della mia stessa fine…
                      ごるごん
                      Last edited by Gorgon; 19 January 2008, 16:33.
                      (Gorgon)

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                      • #12
                        up....
                        (Gorgon)

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