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Tread dedicato a Marco Pantani...

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  • Tread dedicato a Marco Pantani...

    Volevo dedicare un tread a Marco dopo aver riletto un articolo in cui si parlava di lui.
    Marco Pantani é stato per molti versi il contrario dello stereotipo del campione, nessuno può mettere in dubbio i suoi meriti sportivi...ma al contrario di altri campioni Marco non ha sfruttato il suo successo per finire
    su riviste patinate di gossip, ha sempre avuto fisso un obiettivo e lo ha raggiunto.
    Mi chiedo cosa avrebbe potuto fare se non fosse caduto nella trappola del
    doping e successivamente della cocaina. C'é stato troppo accanimento verso di lui (manco fosse l'unico ciclista a doparsi) e quindi credo che quando la madre al funerale disse "me lo hanno ucciso" non esagerasse.
    Diverso tempo fà vidi un articolo in cui Dario Fò attaccò quelli che erano stati accanto a Marco accusandoli di "essere saliti sul carro del vincitore scendendo quando il vincitore non era più tale" e accusò altri di aver "perseguitato Marco senza offrirgli nessuna vera possibilità di uscirne"
    A questo punto che dire?
    Forse ci si scorda che Marco é stato un grande campione e che la sua tragica fine (per certi versi simile a quella di Kurt Cobain) non ne sminuisce il valore.
    Volevo parlarne con voi, sentire le vostre opinioni su di lui e magari se avete qualche foto o articolo che parla di lui sarei lieto se lo postaste qui.
    "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

    I sette principi del Bushido

  • #2
    sono d'accordo con te,quando penso a pantani penso ad un grande campione ed a un grande sportivo.sicuramente poteva essere aiutato molto di piu nel momento del bisogno,ed invece è stato attaccato a nn finire,e dopo un po una persona puo anche abbandonarsi alle droghe e finire come lui,sn sicuro che se la gente avesse cercato di aiutarlo invece di attaccarlo sicuramente nn sarebbe finito in quel modo.
    sigpic

    My wounds cry for the grave My soul cries for deliverance Will i be denied Christ
    Tourniquet
    My suicide

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    • #3
      è stato un grande

      posto un articolo di gianni mura sul giorno dell'impresa nel 1998 quando staccò ullrich di 9 minuti e si prese la maglia gialla

      LES DEUX ALPES - M' ILLUMINO di Pantani, che arriva sotto l' acqua con dietro, come lucciole grasse, i fari ballonzolanti delle grosse moto. Ma sì, illuminiamoci un po' tutti di Pantani, che scuote dalla fondamenta questo Tour torbido, che schianta Ullrich come fosse un gigante di cartapesta, che si veste di giallo, che ridà grandezza e dignità al ciclismo e dunque anche a questo Tour malato e mal disegnato, non certo per i suoi mezzi, enormi da una parte e limitati dall' altra.
      Non fosse una tappa- massacro, sarebbe una festa. Pantani partecipa volando e distribuisce regali: uno a se stesso, può vincere il Tour 33 anni dopo Gimondi, che non a caso era sul traguardo.
      Ci sono radici forti, rimandi, ricordi, pulsazioni. Un regalo a Luciano Pezzi, che è morto da poco, ma da vivo nel mondo delle biciclette ha seminato verità e saggezza. E' stato partigiano, Pezzi, e poi gregario di Coppi, e poi padre ciclistico di Gimondi e quindi nonno di Pantani. Pantani viene da una terra che non è solo discoteche e piadine: ai vecchi, lì, si dà ancora retta.
      La Bianchi di Pantani, che va su come avesse un motore nascosto, l' ha sistemata Fausto Pezzi, il figlio di Luciano. Radici forti, ancora, e pulsazioni. Volando da quel cardellino che è ma artigliando la corsa come un' aquila reale, Pantani fa altri regali: a Jean Marie Leblanc, perché gli riporta l' etica e l' onestà del Tour, pieno di macchie e sbavature.
      Un regalo a quelli che stanotte avevano scritto "vola pirata" sui tornanti del Galibier, e lui li prende in parola. Ma fa anche un regalo a quelli, e mi ci metto in mezzo, che credono che l' ultima parola a volte non sia l' ultima, a quelli che non misurano i ciclisti, o gli atleti, o le persone in genere, in peso, altezza, muscoli e spalle larghe, che sono contro gli anabolizzanti e le droghe di tutti i tipi, che pensano, come Helder Camara, arcivescovo di Recife, che un sogno sognato da soli è solo un sogno, un sogno sognato da tanti può essere realtà.
      Credo che il sogno del Tour fosse quello di essere vinto da Pantani, o in seconda battuta da Julich. Da Ullrich, no. Eppure, Ullrich stringeva il cuore, completamente esausto sull' ultima salita. Eppure, in un certo senso, era giusto che si rompesse il cerchio di quelli bravi e tosti un mese all' anno, quelli mirati scientificamente a un solo obiettivo. Ma viva il Fossile, viva Pantadattilo che fa Giro e Tour e uno l' ha vinto e uno può vincerlo, anche se è 1.71 per 56 kg.
      Quando ho scritto dell' arcivescovo Camara, mi sono accorto di perdere lucidità quando vince Pantani. Non c' è il dovuto distacco, tanto vale ammetterlo: mi prende. Ancora non so da quali luciferine profondità cavi quella voglia di solitudine, di sofferenza, che molto raramente (non ieri, ad esempio) si sciolgono sul traguardo in un sorriso. Alza una mano, poi l' altra, le batte una volta, serio, e basta. Come l' illusionista dopo il numero riuscito. Ma questo numero è il più bello di tutti. Ed era nell' aria, come le altre volte. Era anche nel titolo di Repubblica: Un giorno da Pantani, attacco a Ullrich. Cosa dava questa certezza?
      Torno a dire: sono un cane che sente Pantani come altri sentono i temporali. Sono, per l' esattezza, un cane bagnato e soddisfatto, con la prospettiva di cenare da cani e di soffrire fino all' ultimo metro del Tour, fino a domenica. Ma intanto ieri è andata così. Tempo infame, Fossile concentrato ma contrariato.
      A Grenoble gli si avvicinano dei lontani cugini di cui ignorava l' esistenza e gli mostrano una vecchia foto di suo padre Ferdinando detto Paolo in bicicletta, da giovane. Altre radici. Piove, fa freddo, tutto il contrario di quello che piace a Pantani. Vuoi vedere che prende il sogno suo e di tanti e lo butta in un fosso?
      Ritmo tranquillo. Nessuno si muove. In cima alla Croix de Fer Massi prende punti per la maglia a pallini. Sta facendo una grandissima corsa. Attacca in fondo alla discesa, con lui vanno Rinero, Serrano, Sciandri, Farazijn e Bourguignon. Gruppo quieto, Pantani mai nelle prime 30 posizioni: vuoi vedere che il freddo lo sta congelando?
      Si scende nella nebbia, si risale verso il Galibier. Qualcosa, qualcuno si muove. Leblanc dà qualche colpo di spillo, Riis lo placca. Leblanc ci riprova, con Escartin. Stavolta interviene Ullrich in persona. Terza bottarella di Leblanc. Utile, comunque, ha sfoltito il gruppetto, ha fatto perdere i gregari alla maglia gialla. E prima e ultima deflagrazione di Pantani. Ullrich resta di marmo, Leblanc è passato in tromba.
      Allacciate le cinture, Pantadattilo decolla. Mancano esattamente 4500 metri alla cima del Galibier. Radici, ricordi recenti: cosa aveva detto alla vigilia Alfredo Martini? Gli ultimi quattro chilometri del Galibier, il pezzo più duro. In due chilometri Pantani prende 40" a Leblanc, 1' 13" a Ullrich, Julich, Boogerd, Robin e Di Grande. Anche Escartin e Jimenez se ne sono andati. Dietro, tutti lasciano il lavoro a lui, a Ullrich. è rimasto solo. Prima, ha giocato a poker. Infastidito da Meier, era scattato lui, deciso. Julich e Pantani, subito a ruota.
      Fa un freddo terribile. Cima del Galibier: Pantani precede il terzetto di Massi e fa bene a non staccarli, torneranno buoni. Leblanc a 2' , Ullrich a 2' 50". All' inizio della discesa Pantani frena e si ferma perché non riesce a infilarsi il giubbetto impermeabile. è adesso che ci si gioca tutto, nei 34 chilometri di discesa che portano sparati all' ultima salita. La discesa è stretta e tecnica all' inizio, poi s' allarga.
      A 27 km dall' arrivo Pantani ha 2' 2" su Ullrich, a 20 km, 2' 33", a 12 km, 3' 14". Qui Pantani è in giallo. E subito dopo Ullrich, come già ai piedi del Plateau de Beille, fora. Anche lui patisce il freddo, ha mangiato poco, va in crisi di fame, solitudine e nausea. Julich lo guarda e se ne va. Ullrich non accenna nemmeno una reazione.
      Come al Giro, il Fossile fa fuori un nemico (Ullrich come Zuelle) e ne spunta un altro (Julich come Tonkov). Pantani ricomincia a scattare a otto chilometri dal traguardo. La salita è molto secca all' inizio e alla fine, ma nelle gambe c' è il piombo delle altre.
      Molla Serrano, molla Massi, molla Rinero. L' ultimo a cedere è Escartin, con la sua faccia lunga da ballerino triste. Pantani è impressionante quando si alza sui pedali, ad ogni tornante, sembra arare l' asfalto fradicio. Ha gli occhiali da sole, ogni tanto se li alza sulla fronte, contro la bandana azzurra, e questo accentua il profilo da uccello. La gente lo sente arrivare, annunciato dalle moto, e salta e balla e s' abbraccia.
      Su Ullrich, completamente alla deriva, rientrano Riis e Bolts, lo scorteranno svuotato e definitivamente battuto (25 a 8' 57").
      Ti ricordi quella volta, si partiva sempre da Grenoble, che Ocana rifilò otto minuti a Merckx? Sì, mi ricordo. Come al Giro d' Italia, Pantani stravince sulle montagne ma la storia non è finita, c' è una cronometro ma per adesso non ci pensa.
      Adesso continua a fare regali, un giorno così è da mangiare e da bere, da commuoversi e da dirgli bravo, ma non adesso che sta sprintando negli ultimi 400 metri come un pazzo furioso, con la bocca spalancata. Glielo dirò dopo, fra un giorno o fra un anno. E guarda, il secondo è Massi, straordinario lui pure, mentre Julich, con gli occhi di fuori, becca 5' 43", in una giornata così schifosamente fredda e bagnata, così meravigliosamente viva e colorata, non avrei voglia di ricorrere ai numeri. Ma devo.
      Il Fossile ha 3' 52" su Julich (tanto, ma non troppo), 4' 14" sul ballerino triste, 5' 56" su Ullrich, 6' 12" su Rinero, 6' 16" su Boogerd, 7' 53" su Massi, nomi relativamente nuovi, ma non dobbiamo stupirci troppo. Questa, come tutte ma più di tutte, è una corsa di uomini ma anche di carburanti. Può essere, ma diciamolo sottovoce, come nei romanzoni di appendice, il Tour dei grandi peccatori e dei grandi innocenti.
      Fermo restando che Marco Pantani originario di Sarsina, il paese di Plauto, dove ancora nella chiesa di San Vicinio si curano gli indemoniati con un collare di ferro, non è un ciclista. è un cuore in bicicletta. Più si sale e ci si avvicina al cielo, più questo cuore batte, ribatte, combatte. E abbatte Ullrich, ma vedere in questo la storia di Davide e Golia sarebbe assai banale. Cercheremo di meglio, sperando di trovarlo, coi nostri violini di parole di carta.
      A volte, è anche bello dire semplicemente: grazie.

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      • #4
        Pantani è un mito mi ha fatto innamorare del ciclismo

        è stato molto bello anche il film che hanno fatto a gennaio(non ne sono sicuro)sulla rai mi ha veramente commosso.
        Last edited by Red; 06 June 2007, 23:46.
        http://lagazzettadelciclismo.forumfree.net
        http://ilovepes.forumfree.net

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        • #5
          Ma la vuoi finire di ignorare il tasto edit? Alla prossima è cartellino, sarà la decima volta che mi tocca intervenire sui tuoi post.

          Pantani da giovane era un talento purissimo, come ne nascono pochi. Molti gli pronosticavano già allora un grande futuro. Ma all'EPOca purtroppo non bastava essere un formidabile scalatore, il doping era la norma. Per vincere (anzi, per COMPETERE) bisognava doparsi.
          Quando nel 99 a Madonna di Campiglio, quasi al termine di un Giro dominato, solo lui venne trovato con le mani nella marmellata, gli crollò il mondo addosso. Di certo non lo aiutò il fatto di dover sostenere vari processi giudiziari, da cui non poteva che essere assolto. Non lo aiutò il fatto che progressivamente tanti suoi tifosi, conquistati dalle sue imprese, gli voltarono le spalle. Non lo aiutò la sua fragilità e le liti con altri colleghi. Il risultato è stata la depressione, male di cui non è stato l'unico ciclista a soffrire e a morire, quella depressione che lo ha portato al consumo di cocaina e a morire da solo in una stanza d'albergo a soli 34 anni.
          Ha fatto molte scelte sbagliate, questo è così sicuro da essere ovvio, ma va detto che dopo è stato lasciato completamente solo. Recentemente, dopo che è toccato a Basso finire nel mirino della giustizia sportiva, il presidente della federazione ciclistica italiana ha avvertito tutti: "non lasciamolo da solo come Pantani".

          E' meglio che il ciclismo (come altri sport fenomeni di massa) si dia una ripulita. Altrimenti potremmo rimpiangere qualcosa di più di "semplici" talenti.
          Piccola guida all'ineguagliato fandom italiano di DB... e anche al suo ex-rappresentante numero 1.

          "It's spreading, tho".

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          • #6
            "Di certo non lo aiutò il fatto di dover sostenere vari processi giudiziari, da cui non poteva che essere assolto. Non lo aiutò il fatto che progressivamente tanti suoi tifosi, conquistati dalle sue imprese, gli voltarono le spalle.

            Ha fatto molte scelte sbagliate, questo è così sicuro da essere ovvio, ma va detto che dopo è stato lasciato completamente solo"



            E qui francamente non capisco l'ignoranza della gente, il talento di Pantani era innegabile e non capisco perché "voltare le spalle" a una persona solo perché sbaglia.
            Anche Maradona al culmine della sua carriera é caduto per questioni di droga ma nessuno (specialmente qui a Napoli) si permette di dubitare che fosse uno dei più grandi calciatori al mondo, che fosse un grande campione.
            Con Pantani non é andata così e credo questo sia dovuto al fatto che raramente in Italia (e non solo) le persone speciali vengono apprezzate in vita, si tende sempre al culto dopo che sono morte. Quando poi una persona ha un carattere problematico come quello di Marco la cosa é ancora più marcata, in ogni caso ci credo che il mondo gli crollo addosso, dalle stelle alle stalle in un'attimo...chiunque crollerebbe
            "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

            I sette principi del Bushido

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            • #7
              Originariamente Scritto da Jeff Buckley '85 Visualizza Messaggio
              E qui francamente non capisco l'ignoranza della gente, il talento di Pantani era innegabile e non capisco perché "voltare le spalle" a una persona solo perché sbaglia.
              Anche Maradona al culmine della sua carriera é caduto per questioni di droga ma nessuno (specialmente qui a Napoli) si permette di dubitare che fosse uno dei più grandi calciatori al mondo, che fosse un grande campione.
              Con Pantani non é andata così e credo questo sia dovuto al fatto che raramente in Italia (e non solo) le persone speciali vengono apprezzate in vita, si tende sempre al culto dopo che sono morte. Quando poi una persona ha un carattere problematico come quello di Marco la cosa é ancora più marcata, in ogni caso ci credo che il mondo gli crollo addosso, dalle stelle alle stalle in un'attimo...chiunque crollerebbe
              Ma non credo che qualcuno abbia messo in dubbio il talento di Pantani. Io credo più che altro che il voltafaccia dei tifosi (o degli spettatori, se si vuole...) sia dovuto a tante cose messe insieme.
              Cioè, nel 98 Pantani ha fatto l'accoppiata Giro-Tour, ma gli scandali doping sono partiti proprio da quell'anno. La gente era già nauseata, poi quando Pantani è stato trovato positivo gli spettatori hanno cercato subito altri idoli, come dimostra l'ingenuo affetto che ha subito circondato Armstrong, uno che prima di avere il cancro era solo un buon cronoman che veniva ridicolizzato da Indurain, e dopo esserne guarito faceva più o meno gli stessi tempi di Pantani sulle salite del Tour, nonostante pesasse 20 kg in più... tanti tifosi persi.

              Pantani in quel periodo aveva solo 28 anni, praticamente aveva quasi tutta una carriera davanti a sè. In molti l'hanno aspettato, ma lui non si è più ripreso a parte qualche fiammata, e penso che così abbia perso altri tifosi. Poi, a dirla tutta, il pubblico ha sempre bisogno di personaggi carismatici, come lo era in qualche modo Maradona. Pantani era un introverso e aveva un carattere complicato, nonostante molti suoi colleghi lo ricordano ancora oggi come una persona dalla grande umanità. E così altri tifosi persi.

              Io penso che, tutto sommato, alla fine non ci fosse da stupirsi se dopo la sua morte, sui vari forum della rete (o perlomeno quelli in cui mi sono trovato a discuterne), più che riflessioni sulla sua vicenda o su certi meccanismi mediatici, circolasse un inutile cinismo da 2 soldi fatto da gente solitamente occupata a perdere tempo dietro il gossip calcistico.

              Ripeto, Pantani ha fatto molte scelte sbagliate lungo la sua carriera (anche quando è stato accusato di doping dalla giustizia sportiva... poteva cercare un'altra linea di difesa), ma una fine simile non meritava assolutamente di farla. Spero almeno che la sua vicenda (come quella di Vandenbroucke, altro ciclista di talento trovato quasi morto proprio nello stesso giorno in cui ho inviato il post precedente...) serva almeno da esempio.
              Last edited by Red; 11 June 2007, 23:03.
              Piccola guida all'ineguagliato fandom italiano di DB... e anche al suo ex-rappresentante numero 1.

              "It's spreading, tho".

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              • #8
                Una sola parola per descrivere Pantani: The best
                I burned my Fender Stratocaster

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                • #9
                  pantani è stato e sarà sempre il migliore si tutti i tempi

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