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Il calcio italiano e l'Europa.

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  • Il calcio italiano e l'Europa.

    Guardi questa settimana e ti rendi conto di una cosa: Il calcio italiano in Europa non ha futuro.
    Promossa la Fiorentina a pieni voti, passi il Napoli di Benitez, vincere all'Emirates con un sistema di gioco inaugurato solo poche settimane fa e così poca esperienza in paragone all'avversario era forse impossibile, ma da Juventus, Milan e Lazio era legittimo aspettarsi molto di più, sopratutto dalla prima.
    Passando ad Arsenal-Napoli quello che mi ha impressionato é la velocità con cui la squadra inglese riesce a far girare palla, l'energia che ci mette giocando ogni tre giorni come i team italiani, una squadra con queste caratteristiche in Italia semplicemente non c'é e parliamoci chiaro, il nostro campionato non é competitivo come immaginiamo, a contendersi il titolo sono le solite due\tre squadre mentre in Inghilterra ci sono almeno 4-5 grandi club.
    Non so se il problema siano solo le risorse economiche e strutturali o anche un problema di mentalità ma fin dal girone hai la chiara sensazione che Juventus, Napoli e Milan non hanno nessuna speranza di giocare per vincere la competizione e devono ringraziare il cielo se arrivano agli ottavi.
    In Europa League non va meglio, l'Udinese nemmeno ci é arrivata ai gironi e la Lazio finora ha dimostrato problemi difensivi preoccupanti al di la dei punti ottenuti, meglio la Fiorentina su cui si può davvero puntare.
    Secondo voi cosa manca al calcio italiano per portarsi alla pari con Premier League e Bundesliga? Solo i soldi o qualcos'altro?
    "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

    I sette principi del Bushido

  • #2
    Soldi, programmazione, manager veri nei palazzi che contano, stadi di proprietà, politiche di ampio respiro e di lungo raggio, merchandising come si deve. E per dirne alcune senza andare nel dettaglio.

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    • #3
      Aggiungo il puntare sui giovani che si hanno in casa e non , cosa che viene fatta in Bundesliga mentre nella Premier League di meno

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      • #4
        Ma c'è anche il fatto che in Italia non ci sono giovani di lunghe prospettive,nell'attuale Under 21 esclusi Bardi e Berardi non vedo giovani che abbiano un futuro professionistico ad alti livelli,anzi penso che nessuno di loro avrà un futuro in Serie A,molti si chiederanno come mai,la risposta é più facile di quanto possa essere.In Italia le natalità sono bassissime e ci sono sempre meno talenti da far esplodere.Io lo vedo nella mia regione l'Abruzzo dove società come Giulianova,Sambenedettese(anche se si trova nelle marche),Pescara(che ha assorbito la Renato Curi) e tutte le altre società che hanno sfornato talenti come Morfeo,Pacione,De Patre,Iachini,Tancredi,Grosso,Del Grosso,Terlizzi,Di Donato,Falcone,Carrozzieri,Falcone,Daversa,Margiot ta,De Sanctis,Tempestilli,Oddi,Pierleoni,Leone e non vi sto a dire quanti altri specie in B.Da anni non partoriscono più giovani neanche buoni per i dilettanti,se fossi stato oggi io al posto loro sarei un giocatore da Prima Divisione,invece in vita mia non sono andato più in alto della Promozione.Negli altri campionati ce stata una vera rivoluzione multietnica Spagna(Argentina) Portogallo(Brasile) Germania(Turchia) Francia,Inghilterra,Belgio e Olanda(stati africani),noi chi abbiamo naturalizzato,non di certo Mario Balottelli e Matteo Ferrari,gli unici sono stati Ogbonna,Ledesma,Camoranesi,Thiago Motta,Amauri e qualche giovane come Oshadogan,Agazzi,il nuovo Boateng e qualcuno di poche prospettive.Troppo poco,dobbiamo aprire le porte a questi ragazzi stranieri che vogliono venire a giocare in Italia per sfuggire alla miseria dei loro Paesi,solo così avrà un futuro il nostro campionato,altrimenti addio calcio europeo,anzi di questo passo in Champions passeremo da tre a due squadre
        Se ci fossi ancora tu
        sigpic

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        • #5
          Originariamente Scritto da Jeff Buckley '85 Visualizza Messaggio
          Non so se il problema siano solo le risorse economiche e strutturali o anche un problema di mentalità [...]
          Secondo voi cosa manca al calcio italiano per portarsi alla pari con Premier League e Bundesliga? Solo i soldi o qualcos'altro?
          Mancano entrambe le cose, sia le risorse che la mentalità. Ma sopratutto la mentalità.

          Alla fine degli anni '90 eravamo la nazione più vincente in campo europeo, i campioni venivano da noi, poi a quel punto è arrivata la televisione e la legge Bosman, ed ecco che le cifre del mercato si sono gonfiate di dieci volte.
          Noi che abbiamo fatto? Investito? Ci siamo rinnovati? Abbiamo sfruttato meglio quello che avevamo? Niente di tutto questo. Siamo rimasti con le solite sicumere e con le solite pantomime, mentre arrivava la stagione dei veleni (quella che è partita con il goal fantasma di Bierhoff in un Juve-Udinese e ha avuto quel penoso epilogo che è Calciopoli) e si perdeva più tempo a parlare di questioni extra-calcistiche che non.

          Mi ricordo la stagione 2000-01, praticamente c'erano "scandali" su: passaporti, scommesse, doping, violenze negli stadi e fuori, reati finanziari, e ovviamente il non plus ultra che l'italiano medio può produrre: le polemiche del dopo-partita sulle decisioni arbitrali, con tanto di gente che stava a parlare delle designazioni dei guardalinee!!! Come poteva finire? Con gli italiani che preferivano guardare le partite in TV con la loro smart card tarocca, mentre le loro squadre annegavano di debiti e senza che almeno avessero portato avanti un progetto per il futuro, ma semplicemente strapagando calciatori mediocri... mentre quel mediocre di Galliani, nel giro di due anni, chiedeva lo stato di emergenza per il calcio italiano!!! Una roba patetica, club piccoli e grandi, se non fallivano, sprofondavano in una crisi economica da cui diversi non si sono ancora ripresi completamente.
          Il tutto mentre il pubblico che allo stadio ci va/andava davvero è sempre meno entusiasta: 20 anni fa allo stadio ci andavano 35.000 spettatori a partita (praticamente al livello della Premier League di oggi), oggi ce ne vanno 23.000. Per contrastare il calo di gradimento (perchè il primo indicatore è il pubblico che sborsa soldi per andare allo stadio) che si poteva fare? Migliorare il prodotto? Ma figuriamoci, si approffittava di quel pastrocchio giuridico che fu il caso Catania per aumentare le squadre. Cioè, aumentare i club professionistici mentre il calcio italiano produceva sempre meno soldi (tanto che senza artifici contabili non copriva neanche le perdite), giusto un fesso fissato con i diritti televisivi come Galliani poteva fare una cosa simile.

          Del resto, guardiamo chi coinvolge il calcio italiano:
          - i dirigenti in federazione praticamente sono politici, espressione di un potere mummificato, incline soltanto alla conservazione della loro poltrona, cazzo gliene fregava del nuovo che stava arrivando 15 anni fa? Si limitano a qualche operazione di facciata e stop.
          - i dirigenti dei club professionistici. La FIGC e il CONI non può controllarli per ovvi motivi economici (solo la serie A fa più fatturato del CONI, mi sa). Molti di loro sono come dei bambini con il loro giocattolino, si atteggiano a cultori quando poi (a parte 1 o 2 di loro) non ne capiscono niente (che poi è la famosa fotografia dei 50 milioni di commissari tecnici).
          - calciatori e tifosi più compulsivi lasciamo perdere, che tanto sono nella stessa situazione anche all'estero...
          - allenatori e preparatori, gente che si trova a seguire l'onda, del resto siamo passati dalla moda del calcio difensivo a quella del sacchismo, sino alla poltiglia di oggi (tra cui qualcuno che usa ancora il mitico catenaccio) che in Europa sta producendo quello che sta producendo. Giovani del proprio vivaio a cui si dà qualche opportunità in più? Macchè, sono buoni giusto per l'Europeo Under-21, mica per far vincere prima o poi la squadra che alleno... Come se non bastasse, gli ex-calciatori da noi sono anche pessimi insegnanti.
          - l'appassionato medio italiano, cioè quasi tutto il resto dei tifosi. A lui basta che gli dai il campionato e non fiaterà. Sta a fare di ogni cosa una chiacchiera infinita, diventa improvvisamente persino un esperto in qualsiasi branca di giurisprudenza, se è il caso. Si illude che il suo campionato è ancora vicinissimo ai migliori quando è ormai il 4° campionato europeo come TUTTO, sproloquia di cicli vincenti che arriveranno puntuali, senza aver capito che chi decideva del futuro del calcio italiano aveva sbagliato TUTTO negli anni precedenti... insomma, ha una portata talmente limitata che non capisce (o ancora peggio, fa finta di non capire) che oggi persino nello sport non si improvvisa più nulla, e che ci vogliono programmazioni decennali per produrre risultati apprezzabili. Il tutto ovviamente tralasciando la sua scarsissima cultura sportiva, una roba che ovviamente in Italia non esiste e che nessuno è intenzionato a costruire. Anche perchè presso di lui fioriscono gli infiniti clichè, tipo la squadra pigra, quella che ruba, i calciatori che guadagnano troppo (una roba da pensionati alle Poste), e ogni tipo di addetto ai lavori può diventare un personaggio: persino medici e telecronisti ormai hanno un loro seguito, basta che siano personaggi da cabaret. Del resto l'entusiasmo da bambocci è l'unico tipo di entusiasmo che abbiamo a livello sportivo in Italia. Entusiasmo da cultori e praticanti, non sia mai...

          Quindi, a parte che con le risorse che ci troviamo andremo avanti così per almeno 3-4 anni ancora... con questa mentalità dove cazzo vogliamo andare?
          Piccola guida all'ineguagliato fandom italiano di DB... e anche al suo ex-rappresentante numero 1.

          "It's spreading, tho".

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