Spoiler:
Attenzione però, alcuni degli attacchi più spettacolari non sono infiniti, bensì consumano la vostra barra secondaria, che potrete riempire o tramite la raccolta di Metatron, oppure tramite la distruzione di mech avversari con sequenze e combo varie.Vi troverete quindi nella potenziale situazione di caricare un Dash laser per polverizzare una cinquantina di nemici, salvo poi accorgervi di non avere abbastanza energia per farli fuori tutti.
Tutto ciò con l’aiuto costante di ADA, che vi darà suggerimenti e consigli utili in ogni momento della battaglia, dandovi a volte indicazioni su come raggiungere un punto, o sul modo in cui sconfiggere un mech ostico.
Il rapporto fra Dingo ed ADA è ben diverso da quello instaurato dal suo predessore Leo due anni prima. Se il ragazzino sembrava ricercare in ADA una figura quasi materna e protettiva, Dingo è molto più scontroso ed irabondo, e pur dovendo dipendere dal Jehuty a livello fisico per motivi di trama, soffrirà la dipendenza dal mech palesando ira e rabbia nei confronti di chi lo ha relegato in questa situazione. I dialoghi fra Dingo ed ADA vedono la possibilità, tramite tasti L3 ed R3, di assecondare ADA o darle delle rispostacce scorbutiche, dalla cui tipologia dipenderà anche il rapporto fra i due.
Tecnically speaking:
Il comparto tecnico di ZOE2 è spettacolare. La grafica di gioco in cell-shading ha una resa superba, soprattutto in virtù di effetti di luce ed esplosioni colorate, vivaci, e credibili. Il design dei vari mech è curato in ogni aspetto, toccando vette di eccellenza nella riproduzione di tutti gli Orbital Frame. Ogni mech ha delle particolarità fisiche, oltre che diversi stili di combattimento. Il Jehuty e l’Anubis sono attraversati da venature di Metatron azzurre e rosse, che si illuminanoa sprazzi, i propulsori di volo s’accendono e s’intensificano ad ogni accelerazione che impartirete al vostro bolide, gli effetti di ogni esplosione di missile o di robot distrutto lasciano a bocca aperta. Konami ha svolto veramente un lavoro egregio, anche se in alcuni momenti il motore grafico, muovendo tutta questa magnificienza, perde qualche colpo e paga dei lievi rallentamenti in fasi di combattimento concitate in cui a schermo compaiono quasi centinaia di nemici. Nulla di grave, che non mina la grandiosità del lavoro svolto, e che non può sminuire il giudizio sulla generale fluidità e velocità di gioco.
Gli ambienti di gioco sono molto più vari che nel primo episodio, passando da pianeti coperti di ghiaccio e neve come Callisto a superfici più deserte a tinte gialle, o addirittura arse e di un rosso denso, passando per astronavi enormi che vi troverete ad esplorare. Ci saranno momenti in cui, attraversando il corridoio di una nave spaziale, avrete di fianco una vetrata da cui ammirare il paesaggio lunare esterno, con tanto di stelle in movimento.
Del tutto peculiare la grafica delle cut scenes, numerose ma mai invasive ed eccessive, e perfettamente integrate con le fasi di gioco, in stile manga giapponese.
La colonna sonora è di prim’ordine. Il tema principale mette la pelle d’oca e contribuisce ad immergervi nella fantascientifica atmosfera di gioco. Le musiche nel corso delle battaglie saranno incalzanti, potenti, a vi trascineranno in ogni vostra evoluzione, spingendovi ad osare colpi e soluzioni al limite dell’impossibile.
Doppiaggio in inglese di altissimo livello, memorabile l’urlo “MOVEEE!” con cui Dingo “suggerisce” ad ADA di avviare il Jehuty la prima volta, parlato ben comprensibile, accompagnato comunque da sottotitoli in italiano, che però a volte non colgono l’esatto senso delle frasi.
La difficoltà del titolo è media in modalità “normale”, ben calibrata verso l’alto, e vi vedrà avere qualche difficoltà nel capire il modo di sconfiggere certi nemici. Nulla di impossibile, un pò di pratica ed ai tentativi successivi riuscirete con successo, senza alcuna frustrazione.
Longevità aumentata di molto rispetto a ZOE (non che ci volesse molto, dato che durava 3 o 4 ore), ma rimane il vero ed unico tallone d’achille del goco insieme alla peculiarità dell’ambientazione, che rende il gioco appetibile per una nicchia di appassionatidi mech e robot ma non necessariamente al grande pubblico.
La possibilità di sbloccare alcune missioni extra, e l’opzione versus che vi darà la possibilità di affrontare un’amico in uno scontro fra mech stile Street Fighter contribuiscono ad allungare l’esperienza di gioco.
Commento finale:
Konami ha fatto centro. Un seguito epico, che migliora il predecessore in tutto e per tutto, prima fra tutti longevità, varietà delle situazioni, protagonista carismatico, trama più profonda. Un titolo da vivere in maniera frenetica per goderselo appieno, dando libero sfogo alle proprie abilità da pilota, creandosi il proprio stile distintivo di combattimento, ed estraniandosi dalla realtà per una decina di ore. Una perla rara, che brilla di luce propria in un mondo, quello dei games, popolato troppo spesso da creature e titoli uguali a se stessi. Che sfonda il portone della hall of fame dei capolavori, ma che sfiora soltanto, mancandola per un pelo, la perfezione, a causa di una longevità ancora non eclatante, e di una particolarità di ambientazione e stile grafico che potrebbe non piacere a tutti.
Tutto ciò con l’aiuto costante di ADA, che vi darà suggerimenti e consigli utili in ogni momento della battaglia, dandovi a volte indicazioni su come raggiungere un punto, o sul modo in cui sconfiggere un mech ostico.
Il rapporto fra Dingo ed ADA è ben diverso da quello instaurato dal suo predessore Leo due anni prima. Se il ragazzino sembrava ricercare in ADA una figura quasi materna e protettiva, Dingo è molto più scontroso ed irabondo, e pur dovendo dipendere dal Jehuty a livello fisico per motivi di trama, soffrirà la dipendenza dal mech palesando ira e rabbia nei confronti di chi lo ha relegato in questa situazione. I dialoghi fra Dingo ed ADA vedono la possibilità, tramite tasti L3 ed R3, di assecondare ADA o darle delle rispostacce scorbutiche, dalla cui tipologia dipenderà anche il rapporto fra i due.
Tecnically speaking:
Il comparto tecnico di ZOE2 è spettacolare. La grafica di gioco in cell-shading ha una resa superba, soprattutto in virtù di effetti di luce ed esplosioni colorate, vivaci, e credibili. Il design dei vari mech è curato in ogni aspetto, toccando vette di eccellenza nella riproduzione di tutti gli Orbital Frame. Ogni mech ha delle particolarità fisiche, oltre che diversi stili di combattimento. Il Jehuty e l’Anubis sono attraversati da venature di Metatron azzurre e rosse, che si illuminanoa sprazzi, i propulsori di volo s’accendono e s’intensificano ad ogni accelerazione che impartirete al vostro bolide, gli effetti di ogni esplosione di missile o di robot distrutto lasciano a bocca aperta. Konami ha svolto veramente un lavoro egregio, anche se in alcuni momenti il motore grafico, muovendo tutta questa magnificienza, perde qualche colpo e paga dei lievi rallentamenti in fasi di combattimento concitate in cui a schermo compaiono quasi centinaia di nemici. Nulla di grave, che non mina la grandiosità del lavoro svolto, e che non può sminuire il giudizio sulla generale fluidità e velocità di gioco.
Gli ambienti di gioco sono molto più vari che nel primo episodio, passando da pianeti coperti di ghiaccio e neve come Callisto a superfici più deserte a tinte gialle, o addirittura arse e di un rosso denso, passando per astronavi enormi che vi troverete ad esplorare. Ci saranno momenti in cui, attraversando il corridoio di una nave spaziale, avrete di fianco una vetrata da cui ammirare il paesaggio lunare esterno, con tanto di stelle in movimento.
Del tutto peculiare la grafica delle cut scenes, numerose ma mai invasive ed eccessive, e perfettamente integrate con le fasi di gioco, in stile manga giapponese.
La colonna sonora è di prim’ordine. Il tema principale mette la pelle d’oca e contribuisce ad immergervi nella fantascientifica atmosfera di gioco. Le musiche nel corso delle battaglie saranno incalzanti, potenti, a vi trascineranno in ogni vostra evoluzione, spingendovi ad osare colpi e soluzioni al limite dell’impossibile.
Doppiaggio in inglese di altissimo livello, memorabile l’urlo “MOVEEE!” con cui Dingo “suggerisce” ad ADA di avviare il Jehuty la prima volta, parlato ben comprensibile, accompagnato comunque da sottotitoli in italiano, che però a volte non colgono l’esatto senso delle frasi.
La difficoltà del titolo è media in modalità “normale”, ben calibrata verso l’alto, e vi vedrà avere qualche difficoltà nel capire il modo di sconfiggere certi nemici. Nulla di impossibile, un pò di pratica ed ai tentativi successivi riuscirete con successo, senza alcuna frustrazione.
Longevità aumentata di molto rispetto a ZOE (non che ci volesse molto, dato che durava 3 o 4 ore), ma rimane il vero ed unico tallone d’achille del goco insieme alla peculiarità dell’ambientazione, che rende il gioco appetibile per una nicchia di appassionatidi mech e robot ma non necessariamente al grande pubblico.
La possibilità di sbloccare alcune missioni extra, e l’opzione versus che vi darà la possibilità di affrontare un’amico in uno scontro fra mech stile Street Fighter contribuiscono ad allungare l’esperienza di gioco.
Commento finale:
Konami ha fatto centro. Un seguito epico, che migliora il predecessore in tutto e per tutto, prima fra tutti longevità, varietà delle situazioni, protagonista carismatico, trama più profonda. Un titolo da vivere in maniera frenetica per goderselo appieno, dando libero sfogo alle proprie abilità da pilota, creandosi il proprio stile distintivo di combattimento, ed estraniandosi dalla realtà per una decina di ore. Una perla rara, che brilla di luce propria in un mondo, quello dei games, popolato troppo spesso da creature e titoli uguali a se stessi. Che sfonda il portone della hall of fame dei capolavori, ma che sfiora soltanto, mancandola per un pelo, la perfezione, a causa di una longevità ancora non eclatante, e di una particolarità di ambientazione e stile grafico che potrebbe non piacere a tutti.
Comment