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Torneo recensioni-lavori

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  • #46
    Spoiler:
    Attenzione però, alcuni degli attacchi più spettacolari non sono infiniti, bensì consumano la vostra barra secondaria, che potrete riempire o tramite la raccolta di Metatron, oppure tramite la distruzione di mech avversari con sequenze e combo varie.Vi troverete quindi nella potenziale situazione di caricare un Dash laser per polverizzare una cinquantina di nemici, salvo poi accorgervi di non avere abbastanza energia per farli fuori tutti.

    Tutto ciò con l’aiuto costante di ADA, che vi darà suggerimenti e consigli utili in ogni momento della battaglia, dandovi a volte indicazioni su come raggiungere un punto, o sul modo in cui sconfiggere un mech ostico.
    Il rapporto fra Dingo ed ADA è ben diverso da quello instaurato dal suo predessore Leo due anni prima. Se il ragazzino sembrava ricercare in ADA una figura quasi materna e protettiva, Dingo è molto più scontroso ed irabondo, e pur dovendo dipendere dal Jehuty a livello fisico per motivi di trama, soffrirà la dipendenza dal mech palesando ira e rabbia nei confronti di chi lo ha relegato in questa situazione. I dialoghi fra Dingo ed ADA vedono la possibilità, tramite tasti L3 ed R3, di assecondare ADA o darle delle rispostacce scorbutiche, dalla cui tipologia dipenderà anche il rapporto fra i due.

    Tecnically speaking:
    Il comparto tecnico di ZOE2 è spettacolare. La grafica di gioco in cell-shading ha una resa superba, soprattutto in virtù di effetti di luce ed esplosioni colorate, vivaci, e credibili. Il design dei vari mech è curato in ogni aspetto, toccando vette di eccellenza nella riproduzione di tutti gli Orbital Frame. Ogni mech ha delle particolarità fisiche, oltre che diversi stili di combattimento. Il Jehuty e l’Anubis sono attraversati da venature di Metatron azzurre e rosse, che si illuminanoa sprazzi, i propulsori di volo s’accendono e s’intensificano ad ogni accelerazione che impartirete al vostro bolide, gli effetti di ogni esplosione di missile o di robot distrutto lasciano a bocca aperta. Konami ha svolto veramente un lavoro egregio, anche se in alcuni momenti il motore grafico, muovendo tutta questa magnificienza, perde qualche colpo e paga dei lievi rallentamenti in fasi di combattimento concitate in cui a schermo compaiono quasi centinaia di nemici. Nulla di grave, che non mina la grandiosità del lavoro svolto, e che non può sminuire il giudizio sulla generale fluidità e velocità di gioco.
    Gli ambienti di gioco sono molto più vari che nel primo episodio, passando da pianeti coperti di ghiaccio e neve come Callisto a superfici più deserte a tinte gialle, o addirittura arse e di un rosso denso, passando per astronavi enormi che vi troverete ad esplorare. Ci saranno momenti in cui, attraversando il corridoio di una nave spaziale, avrete di fianco una vetrata da cui ammirare il paesaggio lunare esterno, con tanto di stelle in movimento.
    Del tutto peculiare la grafica delle cut scenes, numerose ma mai invasive ed eccessive, e perfettamente integrate con le fasi di gioco, in stile manga giapponese.

    La colonna sonora è di prim’ordine. Il tema principale mette la pelle d’oca e contribuisce ad immergervi nella fantascientifica atmosfera di gioco. Le musiche nel corso delle battaglie saranno incalzanti, potenti, a vi trascineranno in ogni vostra evoluzione, spingendovi ad osare colpi e soluzioni al limite dell’impossibile.
    Doppiaggio in inglese di altissimo livello, memorabile l’urlo “MOVEEE!” con cui Dingo “suggerisce” ad ADA di avviare il Jehuty la prima volta, parlato ben comprensibile, accompagnato comunque da sottotitoli in italiano, che però a volte non colgono l’esatto senso delle frasi.

    La difficoltà del titolo è media in modalità “normale”, ben calibrata verso l’alto, e vi vedrà avere qualche difficoltà nel capire il modo di sconfiggere certi nemici. Nulla di impossibile, un pò di pratica ed ai tentativi successivi riuscirete con successo, senza alcuna frustrazione.

    Longevità aumentata di molto rispetto a ZOE (non che ci volesse molto, dato che durava 3 o 4 ore), ma rimane il vero ed unico tallone d’achille del goco insieme alla peculiarità dell’ambientazione, che rende il gioco appetibile per una nicchia di appassionatidi mech e robot ma non necessariamente al grande pubblico.
    La possibilità di sbloccare alcune missioni extra, e l’opzione versus che vi darà la possibilità di affrontare un’amico in uno scontro fra mech stile Street Fighter contribuiscono ad allungare l’esperienza di gioco.

    Commento finale:
    Konami ha fatto centro. Un seguito epico, che migliora il predecessore in tutto e per tutto, prima fra tutti longevità, varietà delle situazioni, protagonista carismatico, trama più profonda. Un titolo da vivere in maniera frenetica per goderselo appieno, dando libero sfogo alle proprie abilità da pilota, creandosi il proprio stile distintivo di combattimento, ed estraniandosi dalla realtà per una decina di ore. Una perla rara, che brilla di luce propria in un mondo, quello dei games, popolato troppo spesso da creature e titoli uguali a se stessi. Che sfonda il portone della hall of fame dei capolavori, ma che sfiora soltanto, mancandola per un pelo, la perfezione, a causa di una longevità ancora non eclatante, e di una particolarità di ambientazione e stile grafico che potrebbe non piacere a tutti.
    Last edited by foppa21; 03 August 2011, 10:48.

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    • #47
      Generaleborio – Oblivion


      Spoiler:
      L'introduzione è più che buona, riesce a coinvolgere il lettore nonostante la trama stessa rappresenti un cliché non è facile, complimenti. Mi raccomando però, epilogo significa fine, non inizio.
      Lo stile è più o meno lo stesso delle precedenti recensioni e questo direi che è un pregio, visto i voti che ti ho assegnato.
      Mi trovo un po' deluso dai contenuti invece. Sì, mi descrivi il gioco a grandi linee, metti in luce l'ampiezza della mappa esplorabile, il gameplay che lascia spazio a diversi approcci, la quantità immane di quest... Ma se permetti una critica, sono elementi che non distinguono affatto Oblivion da una caterva di rpg occidentali, seppur giusti.
      Dalla tua disanima non saprei davvero cogliere le differenze con Morrowind (per fare un esempio), avresti dovuto puntare più sugli elementi che caratterizzano il prodotto dalla massa e che per certi versi lo hanno reso controverso (analizzandoli in modo neutro, ovviamente). Tanto per fare un esempio, hai completamente tralasciato l'aspetto dell'autolivellamento che si pone alle fondamenta del gameplay.
      Inoltre hai bypassato l'aspetto tecnico, il che non va bene.

      La review mi sembra scritta frettolosamente, ma non parlo dal punto di vista formale (visto che è scritta molto). È semplicemente carente di informazioni. Ovviamente non so quale sia il tuo background parlando di wrpg, io posso solo giudicare quel che vedo.


      Voto: 6,5.


      Davide166 – Halo Combat Evolved


      Spoiler:
      La cosa che salta subito all'occhio è: ma quante ripetizioni hai usato? Nella sola introduzione hai usato l'acronimo FPS ben sei volte, la parola “veicolo” è ripetuta così tante volte in poche righe che ti viene da sognarla di notte. Ma in generale scorgo una drammatica incapacità di sfruttare sinonimi o quantomeno di evitare di ripetere interi sintagmi.
      Il resto la review non è scritta male, ma mi sembra meno curata rispetto alla precedente e qualche volta è possibile notare un certo contorcersi del filo narrativo.

      I contenuti sono discreti, ma potevi fare di più. Hai avuto particolare cura per i mezzi di trasporto, ma non hai assolutamente accennato all'incredibile armamentario fantascientifico di Halo, che per certi versi lo ha reso celebre (difficile trovare sulla piazza uno sparatutto con armi così caratterizzate), trovo tu non abbia focalizzato al meglio i punti chiave.
      Manca poi totalmente un appunto alla splendida colonna sonora, mentre certi commenti (come strapparsi i capelli per la grafica) erano evitabili.

      Un piccolo appunto poi all'introduzione: non obietto sull'importanza di Halo, ma essa non può essere estrapolata dal contesto (ricordo che il titolo è il baluardo degli sparatutto progettati per console). Quando parlate di meriti storici dovete essere il più precisi possibile.


      Voto: 6,5


      R-107 - Resident Evil 2


      Spoiler:
      Noto con piacere dei miglioramenti. La punteggiatura è molto più ordinata rendendo di fatto il ritmo più incalzante (infatti questa volta la review me la sono letta volentieri); rimane non esente da difetti, visto che manca qualche virgola.
      Ci sono sempre difetti piuttosto evitabili, come preposizione sbagliate, errori di battitura e quant'altro, ma ribadisco che rispetto a prima hai fatto un passo da gigante.

      Hai descritto il gioco in modo un po' succinto, soprattutto il plot che viene praticamente riassunto in 3 righe. Potevi concentrarti un po' di più sul gameplay, magari descrivendo la varietà di nemici (non nel dettaglio, giusto far notare che non ci sono solo zombie alla Romero), i diversi approcci per aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza e i diversi oggetti che si possono ottenere, cose così insomma.
      La mancanza più grave è la menzione ai quattro route disponibili nel gioco (Leon A e B, Claire A e B), elemento essenziale per la giocabilità del titolo.

      Nel complesso la recensione soffre ancora di carenze piuttosto palesi, ma sicuramente è un netto passo avanti rispetto ai tuoi precedenti lavori, cerca di migliorare ancora.


      Voto: 6+


      Uloz - Halo Combat Evolved


      Spoiler:
      Davvero un bel lavoro.
      Decisamente diversa da quella di Davide, visto che vai dritto al cuore del gioco senza perdere tempo. Non è un male, magari un appuntino poteva anche starci, ma fa niente.
      Le informazioni sono complete, infatti descrivi piuttosto bene tutti gli aspetti principali del titolo senza dilungarti eccessivamente su alcuni dettagli inutili, non ho niente da recriminarti.
      Ancora un po' disordinato sotto il profilo dell'esposizione, ma hai migliorato non di poco la forma, il testo infatti è scorrevolissimo.
      Continua così.


      Voto: 7/8



      Foppa21 – Zone Of The Enders 2


      Spoiler:
      Una premessa: non siamo ai livelli del tuo precedente lavoro. È meno accattivante, ti soffermi un po' troppo sul plot (capisco la qualità della, ma penso sia meglio farla godere al giocatore) e talvolta la costruzione delle frasi è a dir poco contorta. Se la review di Prince of Persia me la sono divorata, in questa ho arrancato un po' visto la mole non indifferente.
      Ti giuro che ho faticato a leggere periodi come

      perde qualche colpo e paga dei lievi rallentamenti in fasi di combattimento concitate in cui a schermo compaiono quasi centinaia di nemici.
      Detto ciò, rimane un lavoro molto valido. Gameplay descritto accuratamente in tutte le sue molteplici sfaccettature, comparto tecnico egregiamente reso e pure confronti con il precedente capitolo che mai non guastano. Insomma, i contenuti erano ottimi, è proprio una forma non al top che non ti consentono di ripetere l'eccellenza.


      Voto: 8+
      Last edited by Dragon Slayer; 10 August 2011, 14:10.
      M'illumino d'immenso.
      Shepard

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      • #48
        Chiedo scusa se la rece finirà fra i giudizi, ma o posto oggi o per 3 gg non avrò modo di farlo.


        Recensione "Sly Raccoon" per il 4o turno

        Spoiler:


        Nascita di un Procione:
        Il primo capitolo della saga di Sly Raccoon fu rilasciato dai talentuosi Sucker Punch in un periodo molto positivo per il genere platform su PS2, rinvigorito da prodotti magari non rivoluzionari, ma di grande presa sul pubblico grazie a trovate e dettagli molto divertenti.
        Anzichè essere cannibalizzato da titoli rivali, quali Jak&Daxter e Ratchet&Clank, Sly Raccoon ebbe il merito di ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto sul mercato. Forte di uno stile particolare e ricco di personalità, ed una veste grafica sbarazzina, riuscì a brillare di luce propria e ad imporsi nel panorama videoludico come una piccola gemma tutta da scoprire.

        L’arte del furto:
        Sly Cooper è l’ultimo esponente di una gloriosa famiglia di procioni dediti da secoli all’arte del furto. Tradizione vorrebbe che al compimento dell’ottavo anno di vita, ogni membro della stirpe riceva in eredità dai suoi avi il Thievius Racconuus, un manoscritto contentente tutti i segreti più importanti per diventare un ladro di prim’ordine.
        Peccato che proprio nel corso dell’iniziazione di Sly, il prezioso libro venga rubato da cinque misteriosi figuri, che si divideranno il bottino in cinque parti uguali.
        Il nostro procione, orfano e privo del prezioso libro, finirà in un’orfanotrofio, dove conoscerà Bentley e Murray, rispettivamente un’intelligentissima ma petulante tartaruga occhialuta, ed un’ippopotamo rosa tanto forzuto quanto simpatico.
        I tre stringeranno un fortissimo legame d’amicizia, dando vita ad una vera e propria banda di ladri, capitanata da Sly, in cui ciascuno dei tre farà sfoggio del proprio talento “ladronesco”.
        Recuperato (ops, rubato) il dossier sui cinque membri della banda che hanno sottratto il Thievius, i tre partiranno all’avventura, con lo scopo finale di recuperare e rimettere insieme le cinque parti del Thievius Racconuus, facendolo tornare nelle mani del legittimo proprietario.
        Il tutto senza farsi catturare dalla testarda Carmelita Fox, Ispettore di polizia da anni sulle tracce di Sly.

        Furti in salsa stealth:
        Sly Raccoon è un platform in 3D in cui vi troverete a giocare nei panni del simpatico procione-ladro, con l’arduo compito di rientrare in possesso dell’oggetto trafugatovi ad inizio avventura. Per farlo, dovrete mettervi sulle tracce dei cinque delinquenti che vi hanno privato del prezioso cimelio di famiglia, visitare la location in cui ciascuno di questi disgraziati si è rifugiato, e recuperare il maltolto.
        Il tutto superando una serie di difficoltà, quali una miriade di scagnozzi capeggiati dai cinque ladroni, esplorare i mondi alla ricerca di indizi ed oggetti vari, evitare trabocchetti e sistemi d’allarme sofisticati, e sconfiggere al temine di ogni mondo il relativo sgherro, il boss di fine livello.
        Per tutta la durata del gioco sarete accompagnati dalla fidata voce di Bentley, il quale ad inizio di ogni missione vi darà indicazioni molto utili su come procedere. Sempre nascosto nel covo della banda, punto d’inizio di ogni livello, nel quale potrete tornare per salvare i progressi di gioco o gustarvi qualche filmato sbloccato in precedenza.
        Sly dispone di un bastone da ladro molto utile non solo per colpire ed annientare i nemici, ma anche per rubare dalle loro tasche (senza farsi scoprire) monete, oggetti preziosi o chiavi che serviranno per proseguire nella storia. Tutta questa pecunia sarà fondamentale, in quanto il campionario di mosse a disposizione di Sly sarà molto risicato ad inizio avventura, ma potrete ampliarlo grazie all’acquisto di nuove abilità.
        Occhio però ai tesori “esplosivi”! Una volta messe le vostre mani su di essi, dovrete tornare di corsa al covo entro un certo numero di secondi, altrimenti salterete in aria con la refurtiva.

        Il vero punto di forza di Sly Raccoon è la capacità di creare un ottimo connubio di generi differenti, dal momento che accanto a fasi platform pure, vi troverete ad affrontare situazioni alternative. Inanzittutto l’approccio ad ogni fase di gioco sarà di tipo stealth. Sly Cooper in fin dei conti è un ladro, le cui capacità di mimetizzarsi e nascondersi nell’ambiente di gioco vi torneranno utili per proseguire nei livelli senza essere attaccati dalle guardie sparse ovunque.
        Il vostro eroe potrà quindi arrampicarsi su lampioni, cornicioni, tetti, macchine e quant’altro, per poter avere una panoramica miglioresulla mappa di gioco, ma anche per sfuggire alla vista indiscreta delle guardie.
        Oppure potrete nascondervi in cunicoli oscuri, o sotto dei tavoli, o in qualunque altro luogo utile allo scopo, che sarà sempre indicato da un luccichio di puntini azzurri, che una volta avvicinati potrete usare come nascondiglio con la semplice pressione del tasto cerchio.
        Ovviamente, quando si parla di stealth bisogna fare le debite proporzioni con mostri sacri del genere. Nulla a che vedere con sua maestà Splinter Cell o Metal Gear Solid. Le fasi stealth di Sly Raccoon non sono paragonabili, ma è garantito che procedere nell’avventura in maniera furbesca, stando nell’ombra, vi renderà la vita molto più semplice, ed allo stesso tempo appagante. Nulla vi vieterà di correre per i livelli incuranti delle torce delle guardie o dei sistemi di allarme (generalmente fasci di luce o laser), ma balzare alle spalle di un nemico e colpirlo quando meno se lo aspetta faciliterà il suo K.O. Al contrario, farsi scoprire dalle guardie implicherà la necessità o di fuggire per cercare un nascondiglio, oppure di combattere contro una moltitudine di avversari, che generalmente vi accerchieranno bombardandovi di colpi di laser o quant’altro, rendendovi la battaglia molto più difficile.
        Le fasi stealth sono poi infarcite di trovate simpatiche e divertenti. Basti pensare alla possibilità di saltare dentro un barile per nascondersi allo sguardo nemico, per poi camminare, sempre con il barile addosso, in punta di piedi fino ad eludere la sorveglianza. Semplicemente spassoso.
        La I.A delle guardie per la verità non è mostruosa, ma onesta. Di solito ogni personaggio seguirà un percorso ben stabilito, illuminando una porzione dell’ambiente con la luce della sua torcia. Se non riusciste ad evitare la luce? La guardia farà un espressione di sorpresa, un piccolo salto per aria, e si catapulterà verso di voi, non senza aver richiamato l’attenzione di altri brutti ceffi.
        Per attirare l’attenzione dei vostri nemici sarà sufficiente avvicinarsi troppo, oppure correre anzichè incedere in punta di piedi, ed allora sarete scoperti.

        Se tutto ciò non bastasse, i ragazzi di Sucker Punch hanno diversificato l’azione a vostra disposizione attraverso fasi di mini-giochi molto divertenti: dovrete sparare, nei panni di Bentley, con una mitragliatrice contro dei nemici per far sì che Murray raggiunga una porta, telecomandare un elicottero giocattolo per distruggere alcuni oggetti sparsi qua e là, cimentarvi in fasi di guida in cui Murray (the “pilot”) dovrà guidare il furgone della banda o altri autoveicoli lungo percorsi irti di insidie, fuggire da Carmelita Fox senza che vi catturi, e molto altro.
        Senza andare oltre nella descrizione di queste simpatiche variabili di gioco, tutte da scoprire e da gustare, non si può fare a meno di evidenziare quanto siano ottimamente integrate al cuore platform del gioco, andando a creare un’amalgama perfetta, capace di dare valore aggiunto al divertimento del giocatore.

        Infine, seppur la struttura di gioco risulti molto lineare, lasciando di fatto poca libertà di azione al giocatore, non si può tralsciare una piccola componente esplorativa, dal momento che il giocatore, in ognuno dei cinque mondi, si troverà nella situazione di dover scovare 30 bottiglie (contenenti indizi preziosi per Bentley) che vi consentiranno di aprire una cassaforte contenente nuove abilità per Sly.

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        • #49
          Spoiler:

          Cartoon?:
          Da un punto di vista puramente tecnico, il gioco è una vera delizia per gli occhi. Graficamente la scelta del cell-shading di stampo cartoonesco risulta veramente molto azzeccato e ben riuscito. Tutti i personaggi della banda, i nemici, i boss di fine livello, gli ambienti di gioco, trasudano una cura per il dettaglio notevole.
          Le scelte cromatiche, con colori vivaci ed effetti luminosi notevoli, rendono l’esperienza di gioco allegra, spensierata, e molto godibile.
          Bellissime le animazione di Sly e compagnia bella. Il procione potrà correre, camminare furtivamente in punta di piedi, muovendo sempre la folta coda in maniera realistica, strisciare in piccole gallerie (con visuale in prima persona), appiattirsi contro una parete per non farsi vedere. Si arrampicherà, salterà, e quando starà fermo sul posto darà vita ad alcune movenze comiche. E quando capiterà un game-over, il vostro eroe si toglierà il berretto e dopo un sorriso vi saluterà.
          Le guardie ed i nemici, tutti animali di vario tipo, si aggireranno per le diverse location munite di torcia per cercare di scovarvi, e quando le farete insospettire si fermeranno, si guaderanno attorno, e si dirigeranno verso la provenienza del rumore che avete fatto. Con tanto di espressione perplessa stile punto esclamativo-sopra la testa-guardie di MGS.
          Ottima la resa dei vari boss, tutti ben realizzati e dalla caratterizzazione forse non profonda, ma in ogni caso ben delineata. A parte l’ultimo, per assurdo il più anonimo e scialbo di tutti, per quanto sia la mente maligna causa dei vostri problemi, gli altri sono talmente simpatici e sfortunati da far pena e simpatia al giocatore. Vi sarà impossibile odiarli, perchè in fondo sono tutti esseri rejetti, respinti in tenera età dal mondo "normale", cresciuti nel crimine con il solo scopo di vendicarsi contro tutto e tutti.
          Menzione speciale per i compagni di banda di Sly: Bentley, la mente della banda, i cui piani strampalati rallegrano il gioco, e giustificano tutte le vostre azioni, intavola nel corso del gioco dialoghi e gag esilaranti con Sly, che scimmiottano in maniera non troppo velata i filosofici dialoghi di Snake via codec. Giocando nei panni della tartaruga in sporadiche sezioni, vi accorgerete della differenza con Sly. Mosse diverse, fragile, incapace di balzi ed acrobazie, dovrete spremervi le meningi per sopravvivere. Ad inizio missione vi domanderete dove saprà arrivare la sua arguzia nell’elaborare un nuovo piano, talmente folle ed improbabile all’inizio, quanto efficace e di sicura riuscita alla fine.
          Murray, pilota nonchè forzuto del gruppo è il più comico dei tre. Espressione un pò beota, animazioni buffe, non potrete fare a meno di adorarlo.
          Infine, i filmati attraverso cui vedrete l’evolversi della trama (non certo un capolavoro di pathos) sono delle specie di strisce a fumetti, molto ben realizzate, e dotate di grande personalità.
          Le cinque location (più una, Parigi, una sorta di tutorial) sono tematiche, ricche di particolari, con fondali semi-distruggibili (sedie, tavoli, mobili, water, computers, ecc) ed un sacco di luoghi dove potervi appendere, saltellare, appolaiare, prima di mettere in atto la vostra strategia per procedere.

          La difficoltà di gioco è medio-alta, in un crescendo costante di mondo in mondo, con alcuni punti davvero duri, che richiederanno una buona dose di pazienza tendente alla frustrazione. Niente di irrisolvibile, un pò di pratica, un pò di materia grigia, e avrete ragione di ogni situazione. I boss non sono molto difficili da battere (a parte l’ultimo dove ci vuole mano ferma e precisa per qualche minuto), e vi affascineranno più per la caratterizzazione, che per la resistenza offerta. Ciascuno di essi avrà un pattern di attacco più o meno fisso e ripetitivo, tipico dei boss, che una volta scoperto sarà facilmente (o quasi) eludibile.

          Il sonoro non eccelle, ma porta a casa una sufficienza piena. Molto buona la localizzazione in italiano, dove brillano i discorsi e le gag fra Sly ed i suoi compagni di banda, credibili e ben resi. Ottimi gli effetti ed i rumori di gioco, mentre la colonna sonora in generale risulta un pò anonima, senza tuttavia penalizzare l’esperienza di gioco.


          Commento finale:
          Sly Raccoon non è un capolavoro in senso assoluto. Lo è nel suo genere, dove difficilmente ci sono tanti altri titoli capaci di tenergli testa.
          Un gameplay semplice, fresco, immediato, ma anche ricco di spunti interessanti, uno stile grafico tutto suo, che trasuda buon gusto e humor al punto giusto, un protagonista simpatico, un pò canaglia un pò gentiluomo, ed una dose incredibile di divertimento, sono tutti ingredienti per una ricetta vincente.
          E’ nato un Procione, il dado è tratto, e non si può fare a meno di applaudire il team di sviluppo, il quale ha dato vita ad una saga eccellente e godibile, di altissima qualità.
          Pecche del titolo? Una longevità piuttosto ridotta (siamo sulle 12 ore circa), allungata solo in parte dalla possibilità di sbloccare extra e segreti, e dalla modalità “corsa contro il tempo”, in cui potrete rigiocare i livelli sfidando una clessidra severa; alcuni fastidiosi rallentamenti in fasi di gioco piene di personaggi a schermo, ed una trama piuttosto lineare, che rappresenta solo una scusa per giocare. Nulla di così serio da ridurre l’entusiasmo nel giocare a Sly, ma forse sufficiente per lasciarlo proprio sulla sottile linea rossa, in bilico sul confine fra “ottimo gioco” e “capolavoro assoluto”.
          Un gioco perfetto per chiunque sia stanco di dover salvare il mondo, di scongiurare guerre nucleari, di fare scelte morali che portano a finali diversi, o di dover affrontare una trama con accanto il manuale della “Critica alla Ragion Pura” di Manuelino Kant.
          A volte basta una mascherina nera sugli occhi, un bastone ricurvo, e due buoni amici colorati per trascorrere diverse ore di sano e puro divertimento spensierato.
          Questo è Sly Raccoon, nel bene o nel male. Prendere o lasciare.
          Last edited by foppa21; 12 August 2011, 22:21.

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          • #50
            che casino, mi sto rincitrullendo. Ora vedo di votare il terzo turno
            Facebook: Gennaro Davide Ottagono

            Comment


            • #51
              Generaleborio – Oblivion


              Non male.. hai descritto abbastanza bene alcuni punti chiave del gioco ma hai trascurato l’elemento importante dell’autolivellamento come già detto, tuttavia non è per niente un brutto lavoro anche se scritto un po’ frettolosamente.
              Diciamo che potevi fare di meglio ma anche questo è accettabile.

              7



              Davide166 – Halo Combat Evolved


              Ti sei soffermato troppo su alcuni punti evitabili e non hai parlato abbastanza esaustivamente di altri, per questo la review pare un pochetto squilibrata. Come forma hai usato un po’ troppe ripetizione ed ho notato qualche piccola magagna nella punteggiatura.. tutto sommato alla sufficienza piena ci arrivi in ogni caso, anche se non ho digerito quel nessuno nei contro.

              6.3



              R-107 - Resident Evil 2


              Piccola puntualizzazione.. hai mancato di citare altre console sul quale è uscito il titolo, ma è una cosa irrilevante alla fine. Per il resto hai ancora qualche problema nella punteggiatura, ma hai descritto in maniera sufficiente le caratteristiche del gioco. Fossi stato in te avrei parlato prima del gameplay e poi del sonoro e della grafica, magari esprimendomi in maniera più longeva, ma non fa niente.

              6



              Uloz - Halo Combat Evolved


              Mi è piaciuta molto, vai al sodo senza dilungarti in punti inutili e la lettura è decisamente scorrevole.. solo forse solo un pochetto confusionaria, ma non influenza più di tanto sullq aualità generale della recensione.

              7.8



              Foppa21 – Zone Of The Enders 2


              Non ho notato dei difetti rilevanti, quindi non mi esprimo molto su questa. Dico solo che sei riuscito a catturare l’essenza del gioco in maniera più che ottima senza particolari errori.

              8.5
              sigpic
              Too proud to show your true face, eh? But a sporting hunt, it was.
              Spoiler:
              Snake-Strife

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              • #52
                Recensione Gta IV

                Spoiler:
                RECENSIONE – Grand Theft Auto IV
                Alcune delle principali caratteristiche dei titoli della serie di Grand Theft Auto (GTA) sono la libertà d’azione, la grandezza, e la varietà degli ambienti di gioco. Quando si parla, per esempio, di GTA San Andreas le prime caratterisitche che vengono in mente sono: la possibilità di fare tante cose diverse dalla trama principale, la grandezza del mondo di gioco, la varietà degli ambienti. L’ultima fatica del team di Rockstar sembra invece avere un tono più serio e realistico, riducendo drasticamente il numero di Easter Eggs, veicoli nascosti e situazioni particolari e buffe tipiche che abbondavano nel capitolo precedente.
                In questo ultimo capitolo della serie il team di Rockstar ha voluto curare maggiormente la trama rispetto ai titoli precedenti; il protagonista risulta più profondo e porta con sé i segni del suo passato, al contrario negli altri titoli della serie i personaggi erano più “anonimi”.
                Nel corso del gioco il giocatore vestirà i panni di Niko Bellic: un immigrato dell’ est europa che cerca la fortuna a Liberty City. Nel corso della vicenda, “aiutato” da suo cugino Roman, Niko si ritroverà a fare i conti con la malavita della città, e presto si renderà conto di quanto sia difficile la vita nella terra delle opportunità.
                GAMEPLAY
                Il gioco è strutturato, come ogni GTA, in una serie di missioni che il giocatore deve compiere ( a volte nell’ordine che desidera) per avanzare nella trama; le missioni si trovano in luoghi diversi di Liberty City e il giocatore dovrà raggiungerli usufruendo dei veicoli della città. Alcune missioni sono ben riuscite e appaganti, mentre altre risultano poco ispirate e sembra siano state messe solo per allungare il brodo. Tra inseguimenti e sparatorie i momenti adrenalinici non mancheranno, anche se a volte le missioni risultano un pò ripetitive.
                La visuale in terza persona (in accordo con il realismo a cui punta Rockstar), in certe situazioni, fa assumere al gioco anche caratteristiche da Third Person Shooter, con un sistema di corpeture tutto sommato ben riuscito. La difficoltà del gioco è predisposta e non è molto elevata, le sparatorie basandosi (come ho già detto) sullo stile “riparati-spara” non saranno quasi mai una sfida impegnativa per il giocatore. Complice di questo fatto un ‘IA che non convince fino in fondo, a tratti altalenante. Completando le missioni Niko otterrà dei soldi che potrà spendere nell’acquisto di nuovi vestiti o di nuove armi.
                All’inizio del gioco Niko dovrà compiere missioni per suo cugino Roman e avrà, come base di salvataggio, una catapecchia piena di topi e insetti. Proseguendo nel gioco Niko potrà permettersi alloggi più lussuosi e, data la sua notorietà, dovrà fare i conti con i più importanti boss malavitosi.
                Oltre alle missioni relative alla trama ci sono anche incarichi secondari, per esempio alcune volte ci chiameranno al telefono per delle gare clandestine, oppure per recuperare partite di droga. Queste missioni purtroppo risultano ripetitive e poco ispirate, quasi siano state inserite a forza e frettolosamente.
                UNA LIBERTY CITY FORSE TROPPO ORDINARIA…
                Oltre alle missioni principali sarà possibile esplorare liberamente Liberty City. Se rispetto a Gta San Andreas la trama è migliorata non si può dire lo stesso delle fasi esplorative dedicate al tempo libero. Il fatto di puntare ad un’esperienza di gioco più matura e seria ha ridotto il divertimento che si provava a girovagare liberamente per la città, come succedeva in San Andreas. L’introduzione del cellulare per chiamare gli amici, del computer per andare su internet sono delle ottime trovate, come anche il bowling e la possilità di ubriacarsi; novità però che a lungo andare risultano monotone e poco soddisfacenti.
                Liberty City è una città suddivisa in tre quartieri, ognuno ben caratterizzato, dove avremo a che fare con diversi tipi di persone e troveremo diversi locali. Per esempio la parte ricca della città vanta un ottima serie di lussuosi negozi d’abbigliamento, mentre nella parte più “povera” si avrà a che fare con bar dove sarà possibile ubriacarsi. Sparsi per la città ci saranno inoltre fast food, teatri e Strip Club per i palati più esigenti. Le possibilità di svago tra una missione e l’altra ci sono, ma non sono ai livelli di Gta San Andreas che faceva di questo fattore la sua parte migliore. Inoltre in tutta la mappa esplorabile sono presenti solo città, al contrario, in gta San andreas erano presenti zone in campagna e deserti che invogliavano maggiormente il giocatore alle fasi di “tempo libero”.
                Grand Theft Auto IV presenta un ottimo parco auto. Dalle utilitarie alle supercar la scelta è ampia e molte di esse seppur con nomi diverse strizzano l’occhio ad auto realmente esistenti (per esempio la Comet ha le stesse sembianze di una Porche). Oltre alle auto sarà possibile guidare anche alcuni tipi di moto, barche, e un tipo di elicottero. Rispetto a gta San Andreas, in questo fattore abbiamo una regressione poiché nel titolo per ps2 c’era una maggior varietà di velivoli.
                COMPARTO TECNICO
                Una nota positiva di questo ultimo capitolo è il lato tecnico. La qualità grafica e le textures si mantengono sempre su ottimi livelli. La fisica e le animazioni sono gestite alla perfezione e risultano molto realistiche,infatti, ogni volta che Niko sparerà ad un nemico questo reagirà in modo diverso a seconda del punto in cui riceverà il colpo. Inoltre, per rendersi conto del realismo delle animazioni, basta ammirare Niko semplicemente quando cammina o quando è ubriaco. Anche le collisioni sono gestite molto bene, se Niko viene investito da un’auto l’effetto dell’urto e la posizione che assume lo fanno sembrare un vero incidente. Per quanto riguarda il comparto tecnico Rockstar ha fatto un ottimo lavoro, curando anche dei dettagli come il sangue che sporca l’auto dopo un incidente, oppure quello che fuoriesce dal protagonista quando viene ferito. I veicoli risultano ben realizzati e il modello di guida è abbastanza realistico. I danni sulle vetture sono resi egregiamente, gli strisci e le ammaccature corrispondono al tipo di incidente effettuato.
                I doppiaggi (in inglese, sottotitolati in italiano) sono ben realizzati,sia quelli del protagonista che quelli dei personaggi secondari. La colonna sonora è quasi assente, infatti durante il gioco sentiremo spesso le voci dei personaggi più che una musica di sottofondo.
                MULTIPLAYER
                Nel gioco è presente anche una modalità multiplayer tutto sommato ben variegata. Sarà possibile attivarla tramite il cellulare e presenterà una serie di modalità tutte da scoprire.
                COMMENTO FINALE
                Questa ultima fatica del team di Rockstar si discosta dalla piega che aveva preso gta san Andreas. In questo gta il team si era prefisso l’obbiettivo (raggiunto pienamente) di realizzare un titolo più serio, più realistico, più “simulativo”, curando maggiormente la trama e la caratterizzazione dei personaggi, e, allo stesso tempo, dedicando meno tempo alla componente esplorativa tipica dei free-roaming. Il realismo è stato raggiunto anche nella realizzazione tecnica, che è veramente ai massimi livelli.
                Pregi
                -ottima realizzazione tecnica
                -trama più curata del solito
                -migliorate le sparatorie
                Difetti
                -regressione a livello contenutistico
                -alcune missioni poco ispirate
                -location un po’ monotona


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                • #53
                  Qualche spoiler ma niente di che
                  Spoiler:

                  Gioco: Beyond Good & Evil
                  Piattaforma: PC


                  Ah, Hillys, che bel pianeta, aria salubre, estesi ed azzurri oceani, pace sociale ed alieni che ne rapiscono gli abitanti.

                  È curiosa la storia di Beyond Good & Evil.
                  Nel lontano, videoludicamente parlando, 2003 la Ubisoft puntò tantissimo sulla nuova creatura del padre di Rayman, Michael Ancel, con tanto di pubblicità addirittura nei canali italiani, cosa ben poco comune, sopratutto all'epoca.
                  Nel Novembre di quell'anno uscì il gioco nelle quattro maggiori piattaforme e la critica tutta ne fu entusiasta elogiando il titolo ma la risposta del pubblico fu alquanto fredda rendendo il gioco un insuccesso commerciale e, se non fosse stato per uno zoccolo duro di fans e per la fama del suo creatore, a quest'ora, molto probabilmente, questo sarebbe una delle tantissime perle dimenticate.

                  Torniamo a noi ed al nostro ridente pianeta.
                  Situato nell'immaginario Settore Quattro della Via Lattea, Hyllis, nel 2435, è un mondo dominato dai mari dove, oltre agli umani, vivono in armonia diverse specie di animali antropomorfi.
                  Purtroppo questo mondo apparentemente perfetto è funestato da una razza aliena, gli inquietanti DomZ, che da secoli, ogni quattordici ore, si precipitano sul pianeta per addurre gli abitanti.
                  Il governo centrale del pianeta per far fronte alla situazione, che continua a peggiorare, ha deciso di affidarsi alla potente organizzazione militare inter-planetaria nota come squadre Alpha che, in cambio della protezione, ha iniziato ad influenzare sempre più la società hylliana ed ad avere un potere sempre maggiore.
                  L'azione delle squadre Alpha, però, non è sempre chiara e questo ha alimentato un gruppo clandestino, la rete IRIS, che sostiene che ci siano oscure relazioni fra i militari e gli alieni...

                  È la stampa, bellezza!

                  La protagonista della vicenda è la ventenne Jade, umana, che, assieme allo “zio” Pey'j, un maiale antropomorfo, gestisce un rifugio per gli orfani degli hylliani rapiti e si finanzia con la sua attività di fotografa ma purtroppo non sempre riesce a sbarcare il lunario e saldare i conti con la società elettrica e riuscire a pagare lo scudo che protegge l'orfanotrofio dagli attacchi alieni e spesso si vede costretta a prendere il suo fido bastone da combattimento e lottare contro i mostruosi nemici.
                  Proprio il connubio fra tenacia, sani principi, abilità nel combattimento e con la fotografia convinceranno la rete Iris a contattarla.
                  Lo scopo di Jade sarà di intrufolarsi nelle basi delle squadre Alpha e cercare e fotografare delle prove che dimostrino i rapporti fra militari e DomZ per poi pubblicarle nei giornali clandestini della rete IRIS e ottenere così il favore della popolazione.

                  Un gioco dalle mille sfaccettature

                  Che gioco è Beyond Good & Evil che ha entusiasmato chi lo ha giocato al punto farlo definire , per una volta correttamente, “novità”?
                  Se lo dovessimo inserire in una qualche macro-categoria questo gioco andrebbe sotto il nome di action-adventure ma ciò non rende, nemmeno pallidamente, la varietà di questo titolo.
                  All'interno delle basi nemiche il gioco prenderà una piega decisamente stealth.
                  La discrezione sarà fondamentale vista la frequente impossibilità di difendersi e dovremmo studiare i percorsi delle guardie e gli elementi dello scenario prima di spostarci senza farci vedere.
                  A volte, però, l'unica soluzione sarà affrontare le guardie e dovremo utilizzare le uniche due armi di Jade ossia la già citata asta ed un “lancia dischi” che funziona come una sorta di fucile di precisione e sarà fondamentale per colpire l'unico punto debole delle guardie ossia la bombola che possiedono sulla schiena.
                  Quando saremo costretti ad affrontare le guardie a viso aperto non si dovrà mai andare a testa bassa ma si dovrà studiare il modo di comportarsi delle guardie, che ad alcuni ricorderà quello dei cacciatori del primo Halo, in modo da colpirle quando abbassano la guardia e discorso analogo si può fare per i vari boss che ricordano quelli della “vecchia scuola” con i loro pattern prestabiliti e punti deboli da colpire con tempismo.
                  Questi combattimenti, purtroppo, almeno nella versione testata, risultano problematici per via di una gestione della telecamera molto confusionaria e della imprecisione dei comandi.
                  In determinate parti del gioco non saremo soli e dovremo collaborare, attraverso la semplice pressione di un tasto, con un partner, Pey'j o l'agente IRIS Doppia H, che ci aiuteranno colpendo i nemici o confondendoli.
                  Il compagno, naturalmente, non sarà utile solo nei combattimenti ma saranno fondamentali per la risoluzione di enigmi dove lui dovrà attivare certi meccanismi per permettere a Jade di proseguire il suo cammino, cammino che non di rado vedrà delle interessanti sezioni platform che dove verranno messe in evidenza le notevoli abilità fisiche di Jade che dovrà fare salti impegnativi e tenersi aggrappata a sporgenze per proseguire.
                  Ad inframezzare le sezioni “al chiuso” ci sarà l'esplorazione della zona intorno alla capitale hylliana necessaria per ottenere i diversi, e fondamentali, potenziamenti per le attrezzature e per l'hovercraft che sarà l'unico mezzo che si ha per spostarsi nelle grandi distese d'acqua che ricoprono la mappa di gioco.
                  Purtroppo la vena open world del gioco sarà solo apparente vista la grandezza della mappa ma ciò non vuol dire che sia un'occasione mancata perché ci consentirà di immergerci nell'affascinante mondo creato da Ancel dove i cittadini reagiscono alle nostre azioni manifestando contro le squadre Alpha e dove gli abitanti tentano di costruirsi una vita normale nonostante le incursioni aliene.

                  Grafica & sonoro

                  Dal punto di vista tecnico il lavoro fatto dai (pochi) ragazzi sotto la guida di Ancel è quasi ineccepibile.
                  Il motore di gioco è in grado di fornirci visuali ampie, colorate e ricche di effetti piacevoli come la fisica e l'aspetto dell'acqua o il ciclo giorno-notte.
                  La direzione artistica è notevole costruendo un mondo dal vago sapore mediterraneo dove ogni edificio è curato ed ispirato e l'aria cartoonesca del titolo è molto curata e piacevole.
                  Gli interni rendono perfettamente la sensazione che si ha delle squadre Alfa come fredde e calcolatrici inserite nei loro ambienti metallici e freddi e gli interni della nave DomZ stupisce per il cambio di registro volto a sottolineare la natura aliena del luogo ed il suo lato malvagio quando si scorgono i sarcofaghi semi-trasparenti che succhiano la vita ai prigionieri e che, ai videogiocatori del 2011, fanno pensare che i gli sviluppatori della Bioware abbiano giocato con attenzione questo gioco.
                  Il sonoro è anche esso su alti livelli con effetti convincenti, musiche azzeccate ed appassionanti nonché un doppiaggio di alto livello sia nella versione nostrana che in quella inglese che vede la partecipazione di Jodie Foster nei panni di Jade.

                  Ecco, questo è Beyond Good & Evil...

                  ...un gioco confezionato con maestria capace di fornire una dozzina di ore di intrattenimento e di rimanere attuale anche otto anni dopo la sua uscita.
                  Purtroppo lo scarso successo commerciale ha minato la possibilità di vedere un sequel in tempi bervi visto che Ubisoft ha ceduto alle richieste dei fan e di Ancel ma dando lui un team di sole cinque persone.
                  Visto i due cliffangher con cui si chiude questo gioiellino non ci resta che sperare che monsieur Guillemot, magari spinto dai buoni risultati della versione rimasterizzata e da un augurato successo di Ancel con Rayman Origins, dia più soldi e risorse per sviluppare il sequel di uno dei giochi che più è rimasto nel cuore di chi lo ha giocato.
                  Last edited by John Fitzgerald Gianni; 12 August 2011, 00:32. Motivo: "della telecamera" in luogo di "delle camera"
                  Originariamente Scritto da GiovanniAuditore ironico
                  la grafica è l'ultima cosa che guardo in un videogame, se ho un computer di ultimissima generazione è perché voglio giocare fluido a diablo1.
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                  • #54
                    Salto Generaleborio, visto che si è ritirato, e arrivo direttamente alla seconda recensione.

                    DAVIDE - HALO 1

                    Bravo, ogni turno che passa mi piaci sempre di più. Sintatticamente non trovo difetti. Le frasi sono fluide, lunghe il giusto, e la punteggiatura non è mai sbagliata. Come forma mi piace, nessuna particolare lamentela. Come contenuti, ad esempio, partiamo già male. L'introduzione è quanto di più scontato e noioso possa vedersi in una recensione (già cominciare parlando del passato della saga è noioso, per un lettore. Figurati parlando addirittura del passato dell'intero genere!). Per il resto, avrei cambiato l'ordine con il quale avrei esaminato vari aspetti, ma qua si va a gusti e a priorità personali. L'FPS è un genere su cui c'è poco da dire, concordo, quindi immagino il perchè la recensione sia anche abbastanza cortina, quindi non mi lamento. L'importante è che mi hai citato le cose principali: importanza del multiplayer, la grafica, le ambientazioni enormi e l'importanza dei veicoli con conseguente lavoro di squadra, la differenziazione tra nemici e armi. Attento che in alcuni punti però cadi in eccessive ripetizioni. Verso la metà della recensione avrai ripetuto la parola "veicolo" tipo 5 volte in 3 righe. Cerca di usare sinonimi, che è più piacevole. "Mezzo", "automobile", qualunque cosa. Se usi Word, tra l'altro, hai anche un vocabolario apposito incorporato. Non è un reato aiutarsi con quello, anche io lo faccio spesso. Anche alla fine, nella chiusura, c'è un errore simile. Cito la chiusura perchè in genere è l'ultima cosa (o la prima, ma poco cambia) che si legge, e deve essere d'impatto, perfetta. "Uno di quei GIOCHI che resteranno nella storia dei videoGIOCHI" è brutto a leggersi, per i soliti motivi. Cerca sinonimi, evita ripetizioni. Scrivi "videogames", o toglila proprio la seconda parola, che l'effetto è migliore. In definitiva, molto bravo, sei migliorato. La prossima volta, parla maggiormente delle cose importanti e perdi meno tempo a dire come funziona una jeep, semplicemente.

                    VOTO: 7


                    R-107 - RESIDENT EVIL 2

                    Mha, penso ci sia un notevole passo indietro dal secondo turno, in cui vidi un tuo decente miglioramento. Siamo tornati bene o male ai livelli della tua prima recensione. Anche stavolta, ti impunto gli stessi problemi: punteggiatura random, italiano zoppicante (alcune parole sono anche inventate. "Essente di difetti"? O dici esente o dici assente. Essente non è una fusione. "Un esperienza", alla fine, si scrive con l'apostrofo. Cito solo le prime cose che ricordo), e contenutisticamente lasci fin troppi punti interrogativi. Del gioco mi dici poco o niente. Oltre al fatto che non apprezzo essermi detto che il gioco un action in terza persona (cosa prioritaria al massima) dopo mezza recensione (ma vabbe, qui son gusti), l'unica cosa che ho capito dal testo è che ci sono vari personaggi, degli enigmi e degli zombie. In conclusione, mi dici che il gioco "è bello" ed è "imperdibile" senza una spiegazione precisa. A dire che una cosa è bella possono farlo tutti, mentre una recensione dovrebbe servire proprio a spiegare perchè dovrebbe esserlo. Non tutti hanno gli stessi gusti, quindi chi legge non può fidarsi solo del tuo criterio di "bellezza", dovrebbe quantomeno capirne le motivazioni e poi decidere per conto suo. Alla fine siamo sempre là. Rinnovo la richiesta di non prendertela con me se sembro "duro" (le virgolette sono d'obbligo, perchè puntare ai difetti è solo il mio compito qui, non ho niente di personale contro nessuno, e di certo non mi diverto a "screditare" la gente). Devi rivedere un bel po' di cose, in definitiva, sia contenutisticamente che grammaticalmente. Ci vorrà un po', ma apprezzerei che tu non smettessi di provarci.

                    VOTO: 5


                    ULOZ - HALO 1

                    Molto bella. Il paragone con quella di Davide viene spontaneo, visto che parlate della stessa cosa, ma cercherò di prendervi singolarmente. Il tuo italiano è buono, le virgole sbagliate si contano sulle dita di una mano ed è anche lunga il giusto perchè tu possa spiegarmi egregiamente tutto. Anche qui, capisco la difficoltà nel recensire un FPS, quindi che mi hai saltato le nozioni base del gioco è anche un favore che mi fai, visto che ormai le sappiamo tutti. Come Davide, però, avresti potuto parlarmi meglio dell'importanza che hanno i veicoli, e non solo dirmi che sono "divertenti" da guidare. Sai, dire che sono opzionali e non che sono presenti in livelli pre-calcolati appositamente. La reputo una cosa importante io, la vera differenza che ha Halo rispetto ai concorrenti. Per il resto, hai dato priorità alle cose giuste e mi hai detto quanto basta per meritarti un ottimo voto, contornato da un'altrettanto ottima forma.

                    VOTO: 8


                    FOPPA21 - ZOE

                    Perfetta. Un paio di frasi, come detto prima di me, vanno riviste, ma poi basta. Italiano perfetto, contenutisticamente perfetta (fin troppo, qualcosa in meno sulla trama forse era meglio), e punteggiatura apposto. Continua così, ormai non c'è neanche più bisogno che io venga a correggerti. Tra l'altro, non vedo l'ora di leggere la tua recensione di sly, un titolo che io amo particolarmente.

                    VOTO: 9
                    Facebook: Gennaro Davide Ottagono

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                    • #55
                      Recensione GTA IV.



                      Spoiler:
                      Una lezione di (prei)storia

                      Correva l'anno 1984 quando nacque Elite. Al tempo i videogiochi erano molto più semplici di quelli di adesso: obiettivi lineari e ripetitivi, e si cercava sempre di arrivare al record di un punteggio più alto. Ma quando le geniali menti di David Braben e Ian Bell si incontrarono al Jesus College e condivisero la loro passione per la creazione dei videogiochi, tutto cambiò. Diedero vita ad un prodotto innovativo e del tutto nuovo, caratterizato da una struttura di gioco aperta, nella quale il giocatore poteva attraversare ben sette galassie e smerciando beni di vario tipo in svariati pianeti stupendo milioni di videogiocatori. Tutto in 3D e sopratutto in tempo reale. Il successo naturalmente fu immediato.
                      Elite fu il primo vero "Free Roaming" della storia, e dopo la sua uscita tante altre case produttrici seguirono le orme di Barben e Bell, dando vita a numerosi giochi ispirati alla loro filosofia come Dungeon Master o System Schock.
                      Ma il gioco che raccolse davvero l'eredità di Elite, è sicuramente uno solo: Grand Theft Auto.
                      La fortunata saga "criminale" nacque nel 1997 dai ragazzi della Rockstar Games, e già con il primo capitolo il successo fu enorme. Ma dovevano passare altri cinque anni, prima che il genere del "Free Roaming" raggiungesse l'apice. Fu GTA III infatti ad aprire nuove frontiere al genere, e a dare vita a numerosi "cloni".
                      In molti cominciarono ad accusare la creazione della Rockstar di aver rovinato il mondo dei videogiochi, visto l'enorme successo ottenuto e le numerose case produttrici che una dopo l'altra sfornavano cloni su cloni. La saga però continua con Vice City, San Andreas e GTA IV. Quest'ultimo è il capitolo che andremo a recensire oggi, per la gioia di voi lettori. L'ultima fatica dei ragazzi di Rockstar è il primo capitolo della saga "next-gen", uscito solamente su Xbox 360, Ps3 e PC, che offre un gameplay migliorato grazie anche al comparto tecnico ottimo. Sarà all'altezza dei capitoli precedenti? Beh, per scoprirlo non vi resta che mettervi comodi sulla vostra poltrona e leggere con tutta calma la recensione che vi offro oggi. Pronti? Via!

                      La città delle opportunità

                      Nikolaj "Niko" Bellic è un clandestino serbo, un'ex veterano della guerra in Bosnia, che sbarca con la nave Platypus in una Liberty City ispirata a New York. Suo cugino Roman Bellic, che vive a Liberty City da ormai cinque anni, gliela aveva descritta nelle sue e-mail spedite come la "città delle opportunità". Terminata la guerra Niko fu costretto a lavorare in mezzo a contrabbandieri e altri criminali in Europa e tentò così di lasciarsi tutti i crimini commessi alle spalle e di ricominciare da capo negli Stati Uniti (cosa impossibile visto che è il protagonista di GTA ndr.). Fu incoraggiato dal cugino, che gli aveva scritto di vivere nel lusso, di possedere auto da urlo e montagne di soldi.
                      Ma la realtà purtroppo è ben diversa: Roman infatti vive in un misero appartamento a Broker, ed è sommerso dai debiti a causa della sua passione per il gioco d'azzardo. I due cugini Bellic quindi, verranno trascinati lentamente nel crimine, e non riusciranno a tornare indietro.
                      Noi impersoneremo Niko, e rispetto a San Andreas o Vice City, che attingevano a piene mani da precisi riferimenti cinematografici, la trama di GTA IV ha una personalità molto più definita.

                      Gameplay

                      Il gameplay offre alcune novità rispetto ai predecessori, ma allo stesso tempo ne vengono eliminate delle altre che erano presenti in San Andreas.
                      Obiettivamente parlando infatti, nel capitolo uscito per Ps2 e PC c'erano "più cose da fare": truccare e personalizzare auto, personalizzare il proprio personaggio, e l'area di gioco era notevolmente più vasta. Tutte cose che ad alcuni possono sembrare banali, ma che arricchivano l'esperienza di gioco.
                      Con GTA IV la Rockstar cambia direzione, creando un gioco più "maturo" e con una trama più profonda.
                      Ma le chicche non mancano anche in quest'ultimo capitolo: innanzitutto ci troviamo davanti ad un gioco con un gameplay notevolmente migliorato sotto tutti gli aspetti, con alcune novità importanti come la Camera-Mode, con la quale potremo puntare un personaggio e seguirlo con lo sguardo senza muovere la telecamera, il sistema di combattimento più realistico o il cellulare.
                      Quest'ultimo, che già era presente nei precedenti capitoli, viene strutturato in maniera diversa e sembrerà un telefono reale a tutti gli effetti. Come nei capitoli precedenti, i vari personaggi che incontreremo nel gioco ci chiameranno per darci nuove missioni, ma potremo utilizzare molte altre funzioni.
                      All'inizio del gioco Niko disporrà di un vecchio modello, con cui si potrà accedere solo alla rubrica e al multiplayer.
                      Man mano che si procede nel gioco, Niko otterrà nuovi modelli di telefono con ulteriori funzionalità.
                      Utilizzarlo è semplicissimo: con la pressione di un tasto, il nostro cellulare comparirà in basso nell'angolo destro dello schermo, e con le freccie direzionali potremo scorrere le diverse opzioni. Nei modelli più evoluti per esempio, potremo utilizzare la Fotocamera, e caricare le foto nei computer presenti nelle macchine della Polizia, o cambiare sfondo e suoneria o infine ricevere messaggi dai nostri contatti.
                      Quella del cellulare non sarà una grandissima introduzione ma può risultare molto utile.
                      Un'altra novità presente in GTA IV è quella degli "Internet Cafè", con la quale potremo accedere a Internet, ricevere e-mail o fissare appuntamenti.
                      Inoltre è stato introdotto anche un Cover System realizzato piuttosto bene: Niko quindi potrà ripararsi dietro ripari e vari oggetti, tutti distruttibili in tempo reale, e sparare da dietro di essi.
                      Oltre queste novità, GTA IV è molto simile agli altri capitoli della saga. L'interfaccia è leggermente cambiata, ma oltre a questo si vede che è un capitolo della saga. La polizia ci ricercherà se commettiamo crimini nelle vicinanze di una pattuglia o di un poliziotto con il vecchio metodo delle "stelline", troveremo i soliti "Pay 'n Spray" e avremo la completa libertà di scegliere quando e quali missioni affrontare nell'ordine che vogliamo e sopratutto in qualsiasi modo si voglia, anche se alcune missioni possono risultare piuttosto ripetitive.
                      Sfortunatamente per chi ha amato alla follia San Andreas, nell'ultimo capitolo dell'omonima serie non troveremo la varietà degli ambienti come deserti o foreste presenti nel capitolo per Ps2 e PC, ma troveremo una città vasta che delle volte può essere un pò monotona. Tuttavia l'impegno della Rockstar nel creare un mondo di gioco realizzato nei minimi dettagli è lodevole.
                      Tra i difetti del gioco inoltre troviamo anche un 'IA non a livelli grandiosi.
                      Tralasciando questi piccoli difetti, GTA IV risulta un ottimo capitolo della saga, con delle aggiunte interessanti e con un comparto tecnico semplicemente fantastico. E poi, è GTA, e questo basta e avanza!


                      Longevità

                      Come ogni GTA che si rispetti, il quarto capitolo della saga impegnerà il giocatore per parecchie ore per via delle numerose missioni da completare e delle varie sfide presenti in città. Se poi aggiungiamo anche una modalità online con ben 15 modalità diverse e fino a 16 giocatori connessi (32 nella versione PC ndr.) il divertimento è assicurato.
                      Nella modalità multiplayer il giocatore avrà la possibilità di personalizzare il proprio personaggio e i soldi virtuali accumulati durante la partita potranno essere utilizzati per incrementare le opzioni disponibili. Bellissimo!

                      Grafica

                      Grazie al passaggio alla next-gen, i produttori hanno potuto sfruttare appieno le potenzialità delle nuove console (o PC ndr.): il risultato è strepitoso. GTA IV si fa giocare che è una meraviglia: grafica ottima, città e veicoli riprodotti nei minimi dettagli, fisica impressionante e i danni sulle vetture sono qualcosa di assolutamente grandioso! Il tutto molto fluido, nonostante la vasta area di gioco e i numerosi elementi su schermo (macchine, pedoni ecc. ndr.).
                      Salta subito all'occhio come gli sviluppatori si siano concentrati di più sulla realizzazione tecnica, evitando così i numerosi bug presenti nei capitoli precedenti.
                      Per raggiungere un comparto tecnico del genere, quelli della Rockstar hanno utilizzato il motore grafico di loro proprietà chiamato RAGE, che riesce sorprendentemente a mantenere un buon grado di dettaglio anche nelle
                      inquadrature ravvicinate.
                      Le sessioni di guida poi, sono esaltanti, visto l'enorme realismo del gioco: se ci sbattiamo contro un muro o un'altra macchina per esempio, Niko volerà dalla macchina per poi sbattere la faccia sull'asfalto. Occhio alla strada!

                      Commento finale

                      Grand Theft Auto IV si dimostra degno dei suoi predecessori, nonostante alcune aggiunte presenti in San Andreas siano state completamente tolte (cosa che per alcuni fan può non essere gradita ndr.). Ma è un piccolo difetto che può non essere preso in considerazione, perchè terrà il giocatore incollato allo schermo per un bel pò grazie al suo enorme realismo e al gameplay migliorato. E i produttori, con la nuova Liberty City tra le mani, si sono sbizzarriti con la fantasia dando vita a situazione davvero originali. Bel colpo!

                      Pro:
                      -Gameplay notevolmente migliorato
                      -Comparto tecnico strepitoso
                      -Ci sono alcune aggiunte interessanti...

                      Contro:
                      -...ma alcune sono state eliminate dal precedente capitolo
                      -Alcune missioni possono risultare ripetitive
                      -L'IA non è il massimo
                      Last edited by El Blaze; 13 August 2011, 10:04.


                      "La guerra è affascinante per chi non l'ha mai davvero provata" - Erasmo

                      Comment


                      • #56
                        Davide 166 7

                        Niente male davvero. Avrei evitato l'introduzione storica: qualche accenno può anche essere inserito, ma se volevo la storia nel dettaglio andavo su Wikipedia. In certi punti poi sembra di leggere una pubblicità più che una recensione. Ma mi piace. Ma IA "affilata" è da brividi, in senso negativo.

                        R107 5

                        Meh. In primis, alcune frasi sono scritte abbastanza maluccio:

                        Le strade di Raccoon City e anche delle altre location sono ben realizzate
                        Cos'è, sono le strade delle altre location ad essere bene realizzate?
                        Ci sono svariati errori, come "famigliarità", "non ci limita ad impaurirci" e difficoltà con le relative :

                        In conclusione, Resident Evil 2 è un grande classico che è impossibile lasciarsi scappare e che vale la pena di finirlo
                        Hai già introdotto la relativa con il che, che senso ha mettere il "lo"? Sono svarioni che di solito si fanno quando si va alle elementari, devi certamente migliorare il tuo italiano. Se fosse stata scritta meglio e senza errori, avrei dato anche 7,5. Ti consiglio di rileggerti sempre attentamente la tua recensione almeno due volte dopo averla scritta, è l'unico modo per catturare gli inevitabili errori che scappano a tutti.

                        Uloz 8

                        Complimenti, mi è piaciuta davvero. E' ben scritta, esauriente, non è noiosa da leggere e, cosa più importante, mi ha fatto venire voglia di installarmi di nuovo Halo e andarmelo a giocare a Leggendario, kudos to you.

                        Foppa21 8,5

                        Il contenuto è lì. Come hai descritto anche piccole cose (il MOOOVE ha dato i brividi anche a me la prima volta), che però ti hanno colpito, la rende veramente un bel manifesto della tua passione di giocatore, e fa piacere vederlo. Parli di TUTTO, entri nei dettagli, ma come ha detto Rob, una redazione forse più frettolosa (?) ha viziato la forma e ti impedisce di far passare questa recensione da molto buona ad eccellente. Bravo comunque.
                        Last edited by sentinel; 12 August 2011, 21:04.
                        Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

                        Comment


                        • #57
                          Davide

                          Stile invariato, molto godibile in tutta la lettura, continui a spiegare ogni particolare importante del gioco e non sono d'accordo con le lamentele sull'introduzione, visto che all'epoca il titolo fece la sua figura a livello storico(più che mai per quanto riguardava il mondo console e quello degli fps), ma proprio da questo punto che tiro fuori una lamentela a mia volta, diversa ovviamente da quella degli altri, parlo del fatto che tu non elenchi nessun difetto riguardante il gioco(non parlo del listino finale, ma del testo scritto), un gioco, per quanto bello e rivoluzionario, non è perfetto, quando anche il solo voler innovare in un mercato tutto uguale a volte viene frainteso come difetto(e guardacaso la critica viene prontamente ritirata tempo dopo, lo vediamo spesso nel mondo dei videogiochi come in quello di altre forme d'arte come il cinema), sotto questo profilo l'introduzione stona proprio per la ricerca di elementi rivoluzionari del titolo, che ho trovato forzati, e la ricerca della perfezione(nemmeno i titoli da novanta che hai citato erano perfetti), cosa che ho penso sia piuttosto importante soprattutto in una recensione, visto che non mi hai parlato della semplicità narrativa, o dei problemi legati alla guida dei veicoli fino al design altalenante, cose che non penso siano personali, ma piuttosto concrete, peccato, avresti preso almeno un punto in più

                          7


                          R-107


                          Così non va, sei peggiorato rispetto a prima, hai fatto un passo indietro, parlo soprattutto dello stile e per quanto riguarda l'uso della punteggiatura, non particolarmente errata, ma usata decisamente male a leggersi, ma soprattutto non mi dici quasi niente del gioco, ti dedichi più al plot(che certamente non è il punto forte del gioco e né tra i più riusciti) e non mi dici quasi niente del gameplay, con un lieve cenno agli enigmi(in cosa mi imbatterò di solito? Dovrò solo tirare qualche leva?). Se hai paura che ci sia qualche limite a livello contenutistico non ostinarti a porti dei limiti, ti consiglio di cercare di tirare fuori tutto quello che ti può venire in mente, senza badare agli errori, per poi ordinarlo e al limite modificarlo

                          5


                          Uloz


                          Bella, molto bella, mi è piaciuta molto, descrivi tutto quello che c'è da descrivere ed eviti l'alone di perfezione intorno al gioco, per quanto comunque non approfondisi lo stesso questo particolare, facendo sembrare anche in questo caso il tutto come un decoroso tributo al gioco della propria vita, per quanto comunque il contenuto ci sia, con tanto di coraggiosa e giusta critica alla trama, sei migliorato molto dall'inizio del torneo, mi sembrava di essere troppo severo con te, ma vedo che ne è valsa la pena e la cosa non me la dimenticherò, ottima recensione davvero

                          8.5


                          Foppa


                          Da fan incontrastato della saga penso di poter cogliere appieno tutta la passione e la cura che hai avuto in questa recensione, veramente meticolosa, al livello della precedente, più sviluppata, a tratti caotica dall'enorme mole di informazioni che ci dai, veramente bella, non posso fare altro che dirti di continuare di questo passo, giusto solo una qualche riletta in più, ma per il resto proprio professionale

                          9


                          una cosa, Davide, Uloz, ho notato molte analogie nei vostri lavori con quello fatto qui su GS, questo potrebbe essere preso come spunto positivo, avete la stoffa dei recensori, ma se si parla di scelte stilistiche mi sembra un peccato, voglio dire, sappiamo tutti che i Krogan si fanno impiatare le palle anche quando ne hanno 3, non vorrei rimaneste castrati la prossima volta

                          Comment


                          • #58
                            Recensione Devil May Cry

                            Spoiler:

                            Recensione DMC (Devil May Cry)
                            Devil May Cry è un gioco del 2001 sviluppato da Capcom ed è il primo capitolo della saga uscito per la nuovissima, per l’epoca, Playstation 2. Questo titolo parla di Dante, un ibrido tra umano e demone, proprietario di un’agenzia che si occupa di andare a caccia di demoni chiamata proprio Devil May Cry (I demoni possono piangere). Dante, si occupa dell’agenzia non solo per affrontare i demoni che hanno ucciso sua madre, ma anche per mantenere il locale. Una sera, un demone di nome Trish irrompe nel locale di Dante, convincendolo ad andare in un castello per sconfiggere Mundus, il re dei demoni. Nel suo cammino, Dante incontrerà molti demoni e scoprirà parte del suo passato e di suo padre Sparda. In questo titolo, la varietà non è molta. I nemici che affronterete non saranno molto vari, anche se il loro numero aumenterà sempre di più, rendendo l’azione di gioco incalzante e frenetico. I primi nemici che affronterete, saranno facili (come le Marionette), ma più avanti, ne affronterete altri che saranno sempre più complicati da sconfiggere, e vi troverete davanti ai primi boss del gioco. Per combattere contro i boss, non vi serviranno solo le proprie armi, ma tanta pazienza e cervello, perché ogni uno di essi ha un punto debole che spetterà a voi scoprirlo. Continuando il vostro cammino nella fortezza, incontrerete altri boss, dove sarà difficile sconfiggerli al primo tentativo, perché saranno sempre più ostici. Oltre alla varietà dei nemici, vi accorgerete dei cambiamenti delle ambientazioni e soprattutto, dell’ottimo dettaglio grafico di esse. La varietà un po’ discutibile riguarda anche gli oggetti che potete acquistare e le mosse aggiuntive per ogni arma demoniaca. Le mosse non sono abbastanza numerose, ma la loro acquisizione vi renderà più forti, (ad esempio, la spada Alastor, vi darà addirittura la possibilità di volare) permettendo al giocatore di appassionarsi maggiormente al gioco. Come citato prima, si possono acquistare anche degli oggetti, che sono classificati nella maggior parte in due modi: sfere e stelle. Le stelle sono di vario colore ed effetto, si possono usare nello svolgimento di una battaglia e possono farvi riacquistare la salute e attivare la modalità demoniaca. Le sfere invece, anch’esso di vario colore, possono aumentare il limite della salute o del Devil Trigger, mentre le sfere rosse, fungono da moneta per gli acquisti, un altro oggetto che non appartiene alle categorie precedenti e di enorme importanza è l’acqua santa, che può infliggere un danno al nemico senza attaccarlo direttamente. I capitoli di questo titolo sono davvero molti, e se proprio avrete voglia di una sfida a livelli di difficoltà massimi, ci sono anche la modalità Difficile e il Dante Must Die (Dante deve morire), per non parlare del “Leggendario Cavaliere Oscuro”, personaggio con le sembianze del padre, che potete sbloccare finendo il gioco nella modalità difficile, e che potete giocare a posto di Dante. La longevità generale del titolo è molto elevata, come anche il grado di difficoltà, altissima nelle modalità che sbloccherete in seguito, ma una delle lacune più facili da trovare è la scarsa varietà. Parlando di gameplay, il gioco è piuttosto monotono, e rischia a volte di annoiare e di lasciar perdere per qualche giorno, perché non c’è una vera alternativa alle battaglie contro i nemici e gli schemi dei capitoli sono troppo simili tra loro. Nei capitoli non dovrete far altro che uccidere nemici e completare l’obiettivo di esso (prendere un oggetto, arrivare in un luogo preciso, uccidere un boss). Del sonoro non si può dire molto. La colonna sonora heavy metal orecchiabile e soprattutto ottima nelle sequenze di combattimento, mentre il doppiaggio è sulla media allacciato a una localizzazione fatta a dovere. I comandi sono semplici e precisi e Dante si controlla bene, eccetto quando si entra da una localizzazione a un'altra, la direzione del nostro personaggio s’inverte.

                            Commento finale
                            Devil May Cry è un gioco ottimo sul punto di vista grafico ma ha comunque alcune lacune che non sempre sono trascurabili, e la scarsa varietà del gameplay è proprio quella che si sente di più annoiando il giocatore. Sebbene le battaglie siano frenetiche e divertenti, da capitolo a capitolo lo schema non cambia molto. Bisogna ammettere però che questo titolo ha un perfetto equilibrio tra longevità e difficoltà, veramente notevole in questo genere. La colonna sonora è perfetta come sottofondo ai combattimenti che affronterete con un doppiaggio sulla media, seguito da una localizzazione in italiano apprezzabile. Se solo fosse stato un po’ più vario sul punto di vista delle mosse, sarebbe stato più godibile.



                            P.S:Scusate il ritardo.
                            sigpic

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                            • #59
                              Non ho giocato a GTAIV, quindi non darò un voto alle review di Davide e Uloz.
                              Magari oggi pomeriggio commento solo sul profilo della forma.

                              Foppa21 – Sly Raccoon


                              Non saprei cos'altro dirti, la review sfiora la perfezione.

                              Voto: 9,5


                              John Fiztgerald Gianni – Beyond Good & Evil

                              Spoiler:
                              Colgo un netto miglioramento dello stile, meno macchinoso e più sciolto rispetto ai precedenti lavori, anche se permangono termini che io non avrei usato e qualche blocco a livello di ritmo. Niente di preoccupante comunque, il livello è molto buono.

                              I contenuti sono altrettanto validi, difatti hai fatto presa sulla varietà che rende difficile la catalogazione del titolo; ti sei però completamente scordato di parlare della cornice del gioco, che esula dalla main quest ma allo stesso tempo cattura l'essenza del gioco: la fotografia.
                              Personalmente almeno 1/3 del tempo che ho passato nel gioco è stato usato per fotografare ogni specie di essere vivente possibile e per guadagnare ogni bonus disponibile.

                              Per il resto hai catturato molto bene l'atmosfera del gioco, pertanto la recensione è positiva.


                              Voto: 7,5


                              R-107 – Devil May Cry
                              Spoiler:
                              Sotto il profilo della forma noto i soliti problemi: errori di concordanza, punteggiatura mal inserita, ritmo poco incalzante. Io ti consiglio di leggere a voce alta il testo e di fare le giuste pause ad ogni virgola o punto, in modo da capire per quale motivo il tuo stile non riesce assolutamente a convincermi.

                              I contenuti sono anch'essi pencolanti. La trama me l'hai presentata in modo sufficiente, senza troppi fronzoli e libera di essere scoperta dal giocatore; è una scelta che accetto, visto che il gioco non brilla propriamente per il plot.
                              Con il gameplay però ho da ridire. Descrivi per bene tutti gli elementi di cornice come gli oggetti, i potenziamenti, la difficoltà crescente e i boss, per poi perderti nel punto saliente, ciò che ha reso famoso questo gioco, ossia le meccaniche stesse di combattimento.
                              Critichi la varietà – e ci sta, ognuno ha la propria opinione -, ma a conti fatti ti limiti a ciò, senza illustrarmi realmente come si strutturano le lotte. Permettimi di dire che parlare di DMC senza accennare alla combinazione tra armi da fuoco e bianche è assurdo, così come non dare il giusto spazio alla trasformazione in demone. Inoltre, ripetere all'estremo la mancanza di varietà rende la lettura poco piacevole, perché sembra quasi un tentativo di screditare il gioco a tutti i costi.

                              Sulla grafica non mi hai detto quasi nulla, ed è un peccato essendo il primo capitolo di questa saga estremamente apprezzato per la direzione artistica dal squisito sapore gotico e dall'eccellente level design del maniero, standard che non saranno mai più ripetuti per questo franchise.

                              Stenti a fare quel passo decisivo ed è un peccato. Se con RE2 volevo essere di manica larga per incentivarti a migliorare di volta in volta, qua devo bloccarti per far capire che così non ci siamo.


                              Voto: 5,5
                              M'illumino d'immenso.
                              Shepard

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                              • #60
                                Recensione 5o ed ultimo turno, Silent Hill 2 per PS2

                                Spoiler:

                                Diverso è bello:
                                Il genere del survival horror è sicuramente uno dei più amati ed apprezzati nel mondo videoludico, con una tradizione nata nei lontani anni novanta.
                                Se giochi come Alone in the Dark e Clock Tower avevano piantato i semi del videogioco “di paura”, fu Resident Evil a portare la categoria alla ribalta nel 1996, settando un nuovo standar qualitativo e diventando il re incontrastato del genere.
                                Quando però Konami pubblicò Silent Hill nel 1999 su PSone, fu subito chiaro che qualcosa era cambiato per sempre. Forse il nuovo arrivato non riuscì a rubare a sua maestà lo scettro di re, ma la spallata inferta al trono fu tanto forte da farlo vacillare.
                                Il nuovo modo di far vivere la paura al giocatore, meno splatter e più “introspettiva”, con protagonisti normali (basta membri di squadre speciali ultra-esperti dotati di arsenali di fuoco invidiabili), si rivelò una scelta diversa ma azzeccata, e talmente rivoluzionaria da essere ripresa in quasi tutti i survival horror nelle generazioni successive.
                                Il secondo gradito ritorno a Silent Hill vede protagoniste Ps2 ed Xbox, e rispetto alla precedente generazione le migliorie si fanno sentire.

                                I morti scrivono lettere?:
                                La storia di Silent Hill 2 nasce da una lettera. James Sunderland, il protagonista del gioco, ne riceve una firmata da Mary, sua moglie, scritta con la sua calligrafia, in cui la donna lo esorta a raggiungerla nel loro “posto speciale” a Silent Hill, ridente cittadina sulle sponde del Toluca Lake, in cui la coppia ha vissuto dei momenti felici ed indimenticabili. Fin qui tutto normale. Peccato che la donna in realtà sia morta tre anni prima, stroncata da una grave malattia.
                                James, colto dal (ragionevole) dubbio che i morti non possano scrivere lettere, mai ripresosi dalla scompara della sua dolce metà, e ancor più sconvolto dalla missiva ricevuta, decide di andare a Silent Hill per fare luce sul mistero. Chi ha scritto quella lettera? Era forse uno scherzo crudele? Cosa si nasconde a Silent Hill? Mary è dunque ancora viva e si trova nella città? E quale sarebbe, fra i tanti, il posto speciale a cui si riferisce il mittente della misteriosa lettera?
                                Sulla scia di questi interrogativi, James decide di partire per un viaggio chiarificatore, che ben presto si rivelerà un’incubo. Silent Hill infatti non è più una ridente ed allegra cittadina turistica, ma si è trasformata in un luogo tetro, cupo, coperto da una nebbia opprimente, la cui popolazione sembra quasi del tutto scomparsa, infestata ora da una serie di creature demoniache uscita da chissà quale inferno.
                                In questa cornice poco amena, e con l’aiuto di qualche personaggio “normale” incontrato sul luogo, James dovrà cercare di far luce sul mistero che rappresenta la lettera ricevuta, intraprendendo un lungo e faticoso cammino all’interno di Silent Hill, che lo porterà a scoperte sorprendenti, scontri terrificanti con mostri impensabili, fino alla resa dei conti con le proprie angoscie e paure personali.

                                La nebbia agli irti colli:
                                Silent Hill 2 è un survival horror in terza persona che riprende in tutto e per tutto la filosofia di gioco del primo capitolo, portandola però ad un livello qualitativo ancora superiore.
                                Il vostro compito sarà quello di guidare James nei meandri della città per rispondere a molti interrogativi legati alla lettera. Per scoprire la verità, dovrete quindi capire cosa sia successo a Silent Hill, chiarendo quali circostanze abbiano causato la totale e completa metamorfosi del luogo.
                                Per farlo, James dovrà muoversi per le vie della città, esplorare case, appartamenti, ospedali, e molti altri luoghi, alla ricerca di indizi utili a comprendere il mistero che pervade Silent Hill. Nelle fasi esplorative, sempre lineari e prestabilite, potrete avvalervi di mappe trovate lungo la vostra strada, e che di volta in volta vi mostreranno i dettagli dei luoghi in cui potrete muovervi alla ricerca di informazioni utili.
                                Il tutto evitando di essere ucciso dagli esseri infernali che si aggirano minacciosi nella nebbia, e che sbucheranno all’improvviso per cercare di spedirvi all’altro mondo.
                                Per difendersi James avrà a disposizione pochi mezzi. Inanzitutto una vecchia e strana radio guasta, trovata all’inizio dell’avventura, che emetterà degli strani rumori gracchianti, guarda caso molto più forti in prossimità dei mostri. Questo vi darà modo di coglierne l’avvicinarsi, decidendo di volta in volta se affrontarli a viso aperto oppure darvi alla fuga.
                                Nel caso in cui decidiate di combattere, sappiate che James avrà dalla sua un’arsenale risicato. All’inizio un semplice bastone, che dovrete usare a ripetizione sulle orride creature, per arrivare anche a pistole con relative munizioni. Scordatevi però una potenza di fuoco stile “modern warfare”, per intenderci. James non solo avrà una pistola di piccole dimensioni, con un numero esiguo di cartucce che di volta in volta dovrete scovare fra le buie e nebbiose vie della città, ma anche la sua mira non è nulla di eccelso. James non è un berretto verde o un membro dei SEALS, quindi la sua mira da lontano non sarà eccezionale, e nel corpo a corpo con il bastone non farà certo faville.
                                E’ proprio in questo che SH2 si differenzia da Resident Evil e modifica la qualità della paura inferta al giocatore. Non avrete mai l’impressione di forza di un Chris Reidfeld, sarete sempre consapevoli della vostra normalità e dei pochi mezzi di autodifesa a vostra disposizione. Ogni scontro sarà vissuto dal giocatore con una certa angoscia e tensione di fondo, data dalla consapevolezza dei propri limiti.
                                Quando troverete la pistola vi scapperà un grido di trionfo, questo è vero. Ma vi renderete conto che i proiettili sono pochi, e non ne troverete a centinaia per strada. Non potrete comprarne a iosa in qualche negozio, o potenziare le vostre armi.
                                La vostra unica possibilità sarà quella di centellinare i colpi, alternando la pistola con le armi più rudimentali, bastone o spranghe di ferro in primis.
                                In più, il sistema di controllo di James non rasenta certo la perfezione, da un punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia dei colpi. Attaccare il nemico sarà macchinoso, dovendo tenere premuto R2 e schiacciare contemporaneamente il tasto X. In più, in base alla forza di pressione del tasto, James imbraccerà il bastone con due mani, dando infine un colpo risolutivo al mostro, oppure si limiterà ad una sorta di sventagliata, dando però alla creatura la possibilità di sgusciare via e riproporsi di nuovo. Non si capisce bene se la scelta di un sistema di controllo di questo tipo sia voluto, onde enfatizzare ancor di più il senso di vulnerabilità di James, oppure se sia semplicemente una scelta poco felice dgli sviluppatori. In ogni caso, il risultato finale è del tutto funzionale allo spirito del gioco, e ben si adatta ad un’uomo comune, non particolarmente prestante o coraggioso, ma anzi fragile e quasi goffo nei movimenti.

                                In più, il senso di paura ed angoscia viene aumentato in maniera esponenziale dal fatto che i nemici non saranno mai ben visibili a schermo da lontano, ma sbucheranno piano piano dalla nebbia, emettendo suoni e rumori terrificanti, preceduti dagli strani rumori della vostra radio.
                                A dire il vero i combattimenti non saranno impossibili nè frustranti, in quanto i mostri si muovono in maniera tanto terrificante e disturbante, quanto però lenta e ciondolante, con qualche piccola eccezione che vi garantirà un guizzo sulla sedia. Ma sottovalutare le capacità dei vostri avversari potrebbe rivelarsi pericoloso, soprattutto se questi vi dovessero attaccare in gruppo. In questo caso la macchinosità del sistema di controllo si farà sentire, impedendovi di sbarazzarvi dei mostri senza aver subito qualche colpo. Il livello d’energia è rappresentato da un riquadro che vi rappresenta nel luogo in cui vi trovate, acquisendo un colore rosso sangue sempre più scuro a mano mano che la vostra vita verrà diminuita dagli attacchi subiti. Riquadro accessibile dal menù dell’inventario degi vostri oggetti, che sarà infinito.

                                Gli enigmi da risolvere saranno inizialmente banali e non troppo difficili, salvo incrementare il tasso di neuroni da utilizzare con l’avanzamento nel corso dell’avventura. Molti di questi saranno legati ad oggetti da trovare nella città, quindi il consiglio da seguire è quello di esplorare attentamente ogni anfratto e via sulla mappa, senza tralasciare nulla, con cura particolare per quei luoghi sui quali James farà un certo tipo di commento. Non lasciate nulla al caso, perchè ogni piccolo particolare potrebbe riverlarsi utile per il buon esito di un’enigma.
                                C’è da segnalare che a differenza di moltissimi giochi sul mercato, in Silent Hill 2 dovrete interagire con l’ambiente senza l’aiuto di icone o punti esclamativi. Niente “warning” dal gioco che possano aiutarvi. Sarete voi a dovervi avvicinare ad oggetti o luoghi che vi sembrano interessanti, e cercare di interagire con il tasto X. Questo renderà più difficile ed impegnativa la fase esplorativa, anche se in alcuni momenti sarete frustrati dal girovagare per luoghi che non hanno nulla (o quasi) da offrire.

                                Nel corso del gioco incontrerete poi altri personaggi (non giocabili), che vi aiuteranno nel dipanare i misteri e gli intrighi di Silent Hill. In teoria dovrebbero essere personaggi “normali”, ma nella realtà vi accorgerete ben presto che ciascuno di essi nasconde dei segreti e delle informazioni, che vi torneranno utili, oppure vi depisteranno e aumenteranno il livello di confusione e di mistero sulla trama di gioco. Molto bella la caratterizzazione di tutti questi personaggi, ognuno dei quali si porta dietro un bagaglio di eventi e nozioni di spessore, ciascuno con i propri problemi, paure, angoscie, che verranno compresi fino in fondo solo al termine del vostro cammino.

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