Full Metal Jacket narra dell'addestramento di un gruppo di reclute che verranno spedite in Vietnam, e poi narra la guerra del Vietnam sempre dal punto di vista delle reclute.
Nella prima parte Kubrick, come già in Orizzonti di Gloria, descrive la logica della guerra come feroce e stupida. L'addestramento per mano del terribile sergente Hartman sarà infatti feroce sino al grottesco (i turpiloqui si sprecano, le canzoni dei soldati sono volgari e fanatiche, così come qualsiasi tipo di discorso viene forzato per far diventare i soldati dei killer), e avrà l'effetto di condurre alla pazzia una recluta, che supererà dopo innumerevoli umiliazioni l'addestramento ma impazzirà il giorno prima di partire per il Vietnam, portando con sè all'altro mondo l'istruttore.
Nella seconda parte, la guerra in Vietnam sarà per i soldati quasi sempre un gioco, (sparare ai vietnamiti come in un videogioco, discorsi fra commilitoni di una profondità imbarazzante, dichiarazioni come “sono andato in Vietnam perché volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno" da parte di Joker, il protagonista, che pure porta un distintivo di pace sul caschetto rifacendosi ad una teoria jungiana) sino a che un cecchino che ucciderà tre di loro non li risveglierà, facendo loro capire sino in fondo l'essenza della guerra.
Nella prima parte Kubrick, come già in Orizzonti di Gloria, descrive la logica della guerra come feroce e stupida. L'addestramento per mano del terribile sergente Hartman sarà infatti feroce sino al grottesco (i turpiloqui si sprecano, le canzoni dei soldati sono volgari e fanatiche, così come qualsiasi tipo di discorso viene forzato per far diventare i soldati dei killer), e avrà l'effetto di condurre alla pazzia una recluta, che supererà dopo innumerevoli umiliazioni l'addestramento ma impazzirà il giorno prima di partire per il Vietnam, portando con sè all'altro mondo l'istruttore.
Nella seconda parte, la guerra in Vietnam sarà per i soldati quasi sempre un gioco, (sparare ai vietnamiti come in un videogioco, discorsi fra commilitoni di una profondità imbarazzante, dichiarazioni come “sono andato in Vietnam perché volevo essere il primo ragazzo del mio palazzo a fare centro dentro qualcuno" da parte di Joker, il protagonista, che pure porta un distintivo di pace sul caschetto rifacendosi ad una teoria jungiana) sino a che un cecchino che ucciderà tre di loro non li risveglierà, facendo loro capire sino in fondo l'essenza della guerra.
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