wow che puntata.... mi ha fatto letteralmente impazzire questa... grnadioso lo scontro fra besh e vegeta, è questo soprattutto che mi ha interessato particolarmente in questo episodio..... besh resisterà ancora a lungo?!?
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Sempre più meravigliosa...Il personaggio di Besh è veramente interessante,l'hai caratterizzato in una maniera fantastica,davvero ottimi questi momenti di flashback dell'alieno che ci permettono di cogliere ogni volta le mille sfaccettature dela carattere di Besh.Ovviamente bravissimo anche nella descrizione del combattimento(bello questo scontro lavico )ma ormai non sto neanche più a dirlo.
Complimenti,poco da dire.I embrace my desire
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Originariamente Scritto da Vegge_Davv88 Visualizza MessaggioEccomi... per soddisfare la curiosità di Goteo dirò che la storia di Goten e Trunks, che ha preso un'altra direzione a partire da questa, verrà narrata al termine di queste vicende. Dura e tortuosa è la via.
Fantastico capitolo ...stramitico...: chi sà che riuscirà a fare Vegeta!!!?sigpic
Il mio primo video adesso rimodernato.... "braccio destro di Dante™"
Ed ecco il secondo OSCAR DBA 2007/2008 :"Miglior critico di ff"
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Episodio lungo, ci avviciniamo alle fasi conclusive della prima serie.
Episodio 56: Deux ex machina
Goku e Kupile stavano combattendo nel paesaggio montuoso che circondava la vallata dove si erano incontrati. Videro in lontananza pennacchi di fumo e bagliori rossastri, e qualche bagliore più acceso di tanto in tanto. Entrambi riconobbero le aure di Vegeta e Besh.
<<Cos’hai, Kupile?>> disse Goku. Vide che Kupile si era bloccato. <<Non dirmi che hai paura di Besh?>>.
<<Paura io?>>.
Kupile colpì Goku al volto di pugno, e il saiyan sbattè contro le rocce. Evitò il secondo colpo, che si frantumò contro il monte. Goku rispose all’attacco con un potente calcio, ma Kupile parò e sparì dalla vista. Ricomparì in alto scagliando una potente ki blast, che si frantumò a pochi passi da Goku, aprendo una voragine nel monte. Il saiyan si teletrasportò alle spalle di Kupile, con la kamehameha già caricata.
Kupile fu colto alla sprovvista, ma riuscì comunque a deviare il colpo. I due avversari non riuscivano a sbloccare la situazione a vantaggio di alcuno.
<<Lo sai, vero?>> disse Kupile.
Goku lo osservò impassibile. <<Cosa dovrei sapere?>>
<<Non lo sai? Oppure preferisci non pensarci?>>.
Goku non capì, ma dovette difendersi ancora una volta da una carica di poderosi attacchi di Kupile. Calci rovesciati, fendenti, rapidissimi, schivate, parate, pareggio: ogni serie di attacco di concludeva con un sostanziale pareggio. Tornarono a fronteggiarsi. Un fulmine squarciò il cielo, che cominciò a scurirsi: l’aria divenne elettrica. Scosse di terremoto si diffusero per la regione: gli effetti della ferita inferta al pianeta da Besh.
<<Di cosa stavi parlando?>> disse Goku.
<<Non fare finta di niente. Lo sai che questo combattimento finirà con la morte di uno di noi>>.
<<Non è quello che vuoi tu? La mia scomparsa>> disse Goku.
Kupile soppesò l’avversario con lo sguardo.
<<Sì, la tua morte mi darà senz’altro soddisfazione. Anzi, pensandoci bene, è meglio gustarsela questa vittoria: dopo che sarò diventato immortale non ci sarà più gusto nella lotta>>.
<<Perchè allora ti privi di questo piacere? Perchè essere immortale? Per non essere sottomesso a Talgot? Guarda me! Guarda tutti quelli contro cui hai combattuto! Mio figlio! Noi siamo come te, vogliamo solo libertà!>>.
<<Belle parole saiyan, libertà, fratellanza. Sarebbe bello crederci>>.
Kupile tese il palmo di una mano e formò una grossa ki blast. Attorno a loro il paesaggio già andava modificandosi in seguito all’espanzione delle spaccature nella crosta planetaria. Si formarono profondi abissi, e le viscere infuocate del globo emersero in superficie. Goku guardò con apprensione la vallata dove si stagliava il tempio di Muri. Per ora non era in pericolo di distruzione.
<<Dimmi saiyan>> continuò Kupile mantenendo in sospensione la ki blast. <<Sei diventato così o ci sei nato? Perchè stai tentando di portarmi dalla tua parte? Davvero non credo che tu sia degno di portare il nome della tua razza!>>
Goku non rispose, e sostenne lo sguardo di Kupile.
<<Non ha importanza>> disse Kupile. <<Se mi sconfiggi, sarai perduto. Non potrai mai impedire il ritorno di Talgot e sarai schiavo. Io sì, posso farlo. Per questo non mi fermerai!>>.
Scagliò la ki blast, che si ingigantì fino a raggiungere le dimensioni di una genkidama. Goku riuscì a contenerla ma venne sempre più spinto verso le profondità degli abissi di Namecc.
<<Scegli saiyan! Insegui me, e lasci che quella sfera distrugga il pianeta, oppure cercherai di salvare Namecc, lasciandomi le sfere!>>.
Goku soffriva terribilmente per lo sforzo. “E’ molto simile alla genkidama... assorbe l’energia liberata dal pianeta, e mi spinge sempre di più verso il fondo... non posso credere che...”
<<Tu non distruggeresti il pianeta!>> gridò Goku. <<Ti servono le sfere!>>.
<<Chi deve scegliere, io o tu?>> disse Kupile. <<Arrivederci, mezzo-saiyan...>>.
Kupile si lanciò a tutta velocità verso la vallata, verso le sfere.
Vegeta colpì Besh allo stomaco. Un colpo potentissimo; Besh fu stordito. Il saiyan non perse tempo e massacrò l’avversario di colpi, finchè Besh non riprese il controllo e afferrò una gamba di Vegeta. Erano sospesi sul mare di lava che andava via via risalendo. Besh gettò l’avversario contro la roccia, e la trafisse per centinaia di metri; inseguì Vegeta attraverso gli strati di roccia, perforandola come fosse stato un proiettile. Riemersero dal terreno sparando detriti in ogni direzione, e ripresero a combattere.
<<Bravo gaal’karajin...>> disse Besh combattendo.
<<Cosa? Come mi hai chiamato?>>
<<Angelo dorato... ti riconosco, non sei più un semplice super saiyan di terzo livello... sento scorrere in te la vena venefica dei karajin più purosangue...>>
<<E’ un modo per dire che hai paura di me?>>.
<<No. È un modo per dire che conosco i miei nemici meglio di quanto tu possa immaginare>>.
Besh sprizzò energia da ogni poro, il suo corpo divenne luminosissimo e argentato, e un’onda d’orto di energia investì Vegeta mandandolo a cadere rovinosamente sul terreno arroventato, tra ciottoli lavici e geyser di gas incandescenti. Emanando questa energia spaventosa, Besh fronteggio il suo avversario.
<<Non puoi vincere Vegeta! Ne ho sconfitti molti come te!>>
<<Molti come me...>> disse Vegeta rialzandosi. <<Non ME!>>
Lanciò una raffica di ki blast, e infine un big bang attack. Quando il fumo lasciò posto alla luce, vide che Besh non aveva subito troppo danno, a parte qualche ferita superficiale. Vegeta, ansimante, dovette constatare la superiorità del suo avversario. I suoi colpi avevano un effetto solo momentaneo, mentre le sue forze cominciavano a scarseggiare. Besh si mise a ridere.
<<Scusa se rido Vegeta! Mi è venuta in mente una cosa divertente! Per un attimo mi sono ricordato che tu sei morto una volta, contro Freezer. È divertente combattere contro un fantasma, no?>>.
<<Come osi??>> gridò Vegeta. Prima che potesse attaccare, Besh gli era alle spalle, e lo colpì con un violentissimo calcio alla schiena. Vegeta stramazzò al suolo sull’orlo di una perdita di sensi.
Besh lo tenne sollevato per i capelli.
<<Cosa ti avevo detto prima? Non puoi battermi, perchè io ho un destino scritto: io sconfiggerò Navion, e fino al momento del mio confronto con lui nessun essere mortale può uccidermi! Ci hanno già provato: Geers... poi poco ci mancava che tu mi mandassi all’altro mondo... non vedi che sono predestinato?>>.
Conficcò la faccia di Vegeta profondamente nella roccia, ma il saiyan oppose resistenza facendo leva sulle mani. Scalciò indietro a piedi uniti, direttamente nello stomaco di Besh, e riprese terreno. Con un rapido movimento lo colpì ancora al volto con un pugno. Besh sputò sangue. Contrattaccò a sua volta, ma Vegeta gli bloccò il braccio. Dall’opposizione delle aure si scatenò una furia di vento e fulmini. Il terreno vibrò tremendamente, mentre i due non risolvevano il duello a favore di alcuno.
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Gohan, rifugiato nello stretto anfratto nella roccia a strapiombo sull’abisso, attendeva lo svolgersi degli eventi. Attorno a lui la roccia cominciava a sgretolarsi e il livello della lava andava continuamente innalzandosi. Presto sarebbe stato abbastanza caldo per fondere la roccia tutt’attorno: ma prima ancora, lui sarebbe bruciato vivo.
Affanno. La vista che si annebbiava sempre di più. Stremato dal combattimento con Goku, Kupile stava correndo a perdifiato verso il tempio di Muri. Cento metri... novanta metri. Raccolse al volo le quattro sfere. La roccia della vallata cominciò a frantumarsi. Sotto di lui si insinuò pericolosamente un fenditura, che andava via via allargandosi. Il tempio rimase su una delle due sponde che andavano separandosi. Cinquanta metri... quaranta...
Col cuore in gola, incredulo per l’imminente vittoria, Kupile entrò nel tempio. Muri era ancora lì, con le altre tre sfere. Il suo volto in preda al terrore lo guardava da un angolo.
<<Cosa succede al pianeta?>> domandò con voce tremante. Un fulmine cadde poco lontano. Il tuono frantumò i vetri del tempio e fece crollare qualche colonna. Una scossa di terremoto fece vibrare le fondamenta.
<<Non perdere tempo vecchio!>> gridò Kupile afferrando Muri per le spalle. <<L’intera vallata finirà nelle viscere del pianeta, e noi saremo qui a morire come idioti... evoca il drago!>>.
<<Perchè... perchè dovrei permetterti di realizzare i tuoi desideri? Sei malvagio>>:
Kupile avrebbe anche riso, se si fosse ricordato come si faceva.
<<Vecchio, quanti desideri si possono esprimere?>>
<<Tre, tre desideri>>.
<<E allora ne avrai due tutti per te... per portare in salvo la tua gente... per riportare il pianeta a come era prima... per quello che vuoi, ma io devo diventare immortale e impedire il ritorno del demone, mi capisci?? Non c’è...>>.
Muri osservò lo sguardo di Kupile, vitreo e appuntato alle sue spalle. Voltò la testa. Un essere minuscolo era sospeso nell’anfratto di una finestra, e se ne coglieva soltanto la sagoma scura. Mylon osservava le sette sfere con un brillio satanico negli occhi, bramando l’imminente ritorno del demone.
<<Tempo, Kupile? Volevi dire che non c’è più tempo?>> furono le prime parole dello stregone.
Kupile lasciò la presa di Muri e indietreggio, coprendo le sfere.
<<Stai fermo dove sei, larva>> disse. <<Sai di non poter evocare Talgot senza il Daemon, cosa ne farai delle sfere?>>.
Mylon rise. <<Il Daemon è l’urna del suo potere, ma egli nacque da carne mortale, e in carne mortale egli può tornare, come era in principio. Sì, ammetto che nulla è andato come previsto>>.
Kupile fu spaventato da quello che sarebbe potuto succedere.
<<Stregone, tu non sai quello che fai? Come puoi sapere le conseguenze del tuo gesto? Liberare il demone senza il controllo del Daemon? Tu non sai quello che fai!!>>.
<<E tu?>> replicò Mylon. <<Guardati, e dire che Boran ti teneva anche in qualche considerazione, un tempo>>.
<<Non parlare. Tu hai corrotto Boran, lo so. Hai sempre agito su di lui per ottenere le sfere, e io lo so che se potessi te ne libereresti>>.
<<Non è volontà mia, ma di Talgot>>.
Kupile scagliò una sfera di energia contro Mylon, sperando di coglierlo di sorpresa. Lo stregone si riparò con una barriera, e con un gesto immobilizzò Muri e Kupile con un sortilegio. Non riuscirono più a muoversi: le loro membra erano bloccate. Lo stregone li fece levitare e inferse loro terribili sofferenze, poi li scagliò contro la parete del tempio, conficcandoli di schiena. Muovendo le dita rapidamente, serrò Kupile al miro, mentre Muri cadde al suolo. Rimase Mylon solo, davanti alle sfere.
<<Aria aperta!>> disse sollevando le mani al cielo. Il tempio si sollevò dal suolo, lasciando a terra le fondamenta. Tutto l’edificio si sollevò tumultuosamente in volo, con dentro Kupile. Come se stesse lanciando un immaginario giavellotto, Mylon mosse il braccio, e il tempio, come un priettile, partì a razzo verso l’orizzonte più lontano.
<<Addio, amico mio!!>>.
Il tempio sparì alla vista, mentre Muri guardò spaventato l’orizzonte oltre al quale era sparito il tempio. Attorno a Muri, a Mylon e alle sfere, c’erano chilometri di cenere e lapilli, i cadaveri dei namecciani, le rovine del villaggio, le crepe nel terreno dalle quali si levavano colonne di fumo. Il ventre di Namecc gorgogliava e strideva con la fornace degli Inferi. Il cielo aveva il colore del sangue e spesse nubi oscuravano i soli. Il vento cosmico produceva baluginii variopinti e flussi di energia verso il suolo, e causavano tempeste di fulmini ove si scaricavano. Non c’era più traccia della verdeggiante bellezza del pianeta.
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MERAVIGLIOSA puntata,la tua capacità descrittiva è impressionante,interessantissimi come al solito gli scontri sono stupendi,sono curioso di sapere come se la cava Goku contro la sottospecie di Genkidama di Kupile.Vedremo se il demone tornerà in vita.I embrace my desire
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Fantastica puntata .....................
sono emozionato voglio vedere come vanno a finire gli scontri tra Goku e Kupile e Vegeta e Beschsigpic
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Episodio 57: Nuova Vita
Besh e Vegeta continuavano ad affrontarsi in un estenuante duello nei cieli variopinti di Namecc. Sotto di loro la terra ribolliva. Avvolti da pesanti nubi e banchi di cenere, spesso si perdevano di vista. Solo la presenza penetrante dell’aura dell’avversario dava la continua certezza dello scontro, anche quando non riuscivano a vedersi con gli occhi, ormai gonfi per la fatica. Si lanciavano ki blast e raggi energetici, quando non riuscivano a colpirsi corpo a corpo. Dopo l’ennesima scomparsa dell’avversario dentro un banco di nebbia, Vegeta si riposò, acquattandosi su un promontorio. Era circondato dall’oscurità e dalla polvere; gli facevano male gli arti, e le energie cominciavano a scarseggiare.
“Non so per quanto potrò resistere. Forse è davvero fuori dalla mia portata”
Mentre pensava a ciò, Besh si era appoggiato al crinale scosceso di un alta montagna. Non scorgeva più Vegeta, ed era stato ferito dal suo ultimo attacco. Il saiyan lo stava logorando, nel corpo e nell’anima. Premette il palmo della mano sul fianco destro: una profonda ferita gli incideva l’addome, ma non era grave. Gli stessi dubbi di Vegeta, erano nel cuore di Besh: quanto sarebbero ancora durati?
Passarono interminabili minuti.
Nella valle del tempio, dove il tempio non c’era più, c’erano Mylon e le sfere, con il saggio di Namecc. La mente atterrita e sconvolta del namecciano fu facile preda dei sortilegi dello stregone.
<<Avanti Muri, chiama il drago>>.
Il momento si avvicinava, e Mylon era tutto fremente.
Sul pianeta dei Kaioshin, i due esseri divini tremarono di fronte al precipitare degli eventi. I quattro kaioh sussultarono, e un fulmine squarciò il regno celeste, destando lo stupore di Yammer e di tutti i beati. Nel regno degli inferi i mari di lava ribollirono. Per un secondo, ogni tempo e ogni spazio della creazione si fermarono in attesa del ritorno.
Muri tese le mani verso le sfere, riunite. Già brillavano della loro luce misteriosa e antica. Lo sentiva Mylon, lo scorrere dell’energia atavica di Talgot, vicina, palpabile, infinita, potente e implacabile. Poteva quasi parlargli.
<<Cosa aspetti namecciano? Il Dominatore è impaziente!>>.
Muri recitò le parole che avrebbero chiamato Polunga. Le sette sfere brillarono più accese.
Goku stava lottando per respingere la sfera di energia di Kupile. Si oppose con tutte le forze, premendo con tutti i quattro arti. Quando era sul punto di cedere, riuscì ad averla vinta e ad allontanare per sempre il pericolo dell’esplosione del pianeta: la sfera schizzò verso lo spazio, e Goku si accasciò, con le mani fumanti. Ansimante, ferito, il suo pensiero andava alle sfere.
“Kupile... avrà preso le sfere... non posso aspettare...”
Stava per rialzarsi, correre verso la valle, ma due fatti lo bloccarono. Percepì l’aura di suo figlio, che invocava aiuto.
<<Gohan!!>> gridò al cielo. Attraverso la comunione delle aure, seppe dove si trovava, e seppe che era in pericolo di vita.
Ma ciò che davvero lo terrorizzò, fu vedere Polunga emergere al centro della vallata, stagliarsi possente e maestoso, sovrastare le montagne e rischiarare il cielo cupo con la sua luce dorata.
“Cosa devo fare? Gohan è in pericolo, ma Kupile ha ottenuto le sfere!”
Besh si era appena lanciato all’attacco, e Vegeta gli correva incontro, quando furono bloccati da un improvviso chiarore nel cielo. Si voltarono a guardare l’orizzonte e Vegeta riconobbe subito la sagoma di Polunga in lontananza. Non seppe trattenere un’espressione sbalordita. Besh scrutava la figura di Polunga con interesse.
<<Perchè quella faccia Vegeta? ti è forse familiare?>>
Vegeta non potè trattenersi dal sorridere. <<Familiare? Caro Besh, dì pure addio a ogni tuo sogno di gloria! Quello è il drago Polunga! Il drago delle sfere di Namecc!!>>.
Besh fu congelato. Sentì un brivido gelido percorrergli la schiena. La sua mente divenne un nugolo intricato di possibilità, combinazioni; non seppe cosa fare, cosa pensare. A un tratto ebbe l’illuminazione.
<<Vegeta>> mormorò. <<Dimmi la verità. Tu sei venuto qui per distrarmi vero? Dimmi a verità. Chi ha evocato il drago è... l’altro saiyan>>.
Vegeta sghignazzò. <<Certo che te lo dico! È così! Goku è riuscito a evocare il drago, presto sarà tutto finito!>>.
Besh si accese di un furore tremendo, e la terra cominciava a tremare mentre dal suo corpo surriscaldato venivano emesse scariche di energia. Una di quelle folgori colpirono Vegeta paralizzandogli il lato destro del corpo: il saiyan cadde al suolo.
“Si sono presi gioco di me... gioco... di... me... sono un idiota!”
Besh si lasciò alle spalle Vegeta, dimenticandosi dello scontro, e accecato da un terrore raggelante, disorientato, si lanciò verso l’orizzonte, verso Polunga.
Mylon osservava il drago Polunga con la bocca spalancata e gli occhi verdi da rettile sgranati. Era lì, in tutta la sua immensità. Il potere di Talgot non era mai stato più palpabile, per lo stregone.
<<Eccomi, mi avete chiamato>> disse Polunga con la sua voce profonda. <<Quali sono i vostri desideri?>>.
Muri attese comandi da Mylon, che senza dire nulla si librò in alto, verso il volto di Polunga. Quando fu a pochi metri di distanza scrutò negli occhi la creatura. Lo stregone tese le mani: era il momento. Cominciò a parlare in namecciano.
<<Guardami Polunga, guardami, non distogliere lo sguardo!! Sette sigilli e tre chiavi separano il tuo potere da questa realtà, tronva in te Talgot, Akham Thinè Kamal! Guardami Polunga! Il primo sigillo è aperto dalla prima chiave: la chiave sono io, sentimi in te e riconosciti in me!>>
Polunga fu scosso da un tumulto, e non distolse lo sguardo dallo stregone. Il suo corpo venne attraversato da diverse scariche elettriche, poi un’immenso fascio di luce lo avvolse, giungendo dall’infinito spazio-tempo, squarciando le nubi di Namecc. Il lampo abbagliò il pianeta e tutte le sue creature.
<<Fine del fiume>> disse il Sommo. Sul pianeta dai Kaioshin, dense nubi si affollarono nei cieli e una pioggia torrenziale si riverso sulle lande pianeggianti.
<<Cosa sta succedendo?>> chiese il Superiore.
<<E’ finita. Tutto è finito. Talgot è tornato, lo senti? Non puoi non sentirlo>>.
La sfera nella quale stavano osservando gli eventi di Namecc si infranse ed esplose. Un fulmine abbattè un albero.
<<Non c’è più niente che possiamo fare?>> domandò disperato il Superiore.
<<Sì. Pregare che la nostra fine sia rapida e indolore>>
Besh consumava chilometro dopo chilometro, dirigendosi verso la luce sempre più intensa emanata da Polunga. Interminabili secondi, nei quali gli parve di sentirsi morire.
In quell’istante Goku portò in salvo Gohan, ormai in punto di morte. Apprese della morte di Ub e si domandò dove fosse Junior.
<<Kakaroth!>>
Goku sollevò lo sguardo, e vide Vegeta. Sentì in lui una forza nuova, ma non c’era tempo da perdere.
<<Vegeta! Cos’è successo?>>
<<Dovrei chiederlo a te, Kakaroth!! Ero convinto che fossi tu ad avere evocato il drago!>>.
<<No, Kupile mi ha colto alla sprovvista ed è riuscito a seminarmi, tornando alle sfere... non c’è tempo da perdere, aggrappati a me!>>.
Vegeta afferrò la spalla di Goku, e i tre sparirono.
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Mylon continuava la sua procedura di evocazione, mentre attorno a loro la potenza di Talgot, per ora solo spirito, devastava il paesaggio.
<<Il quarto sigillo è aperto dalla seconda chiave! La chiave è l’insieme indissolubile delle sette sfere. Penetra i loro meandri, unisciti a loro Poluga, falle tue, possiedile!>>.
Le sette sfere, più brillanti, si sollevarono in volo ed entrarono nelle fauci del drago. La figura di Polunga si fuse alla luce e all’energia e svanì. Un vortice di nubi si formò al suo posto, plasmando l’immagine di un volto, tetro e inquetante, nel cielo plumbeo e tempestoso.
Mylon osservò esterrefatto l’immagine di Talgot, dopo millenni di assenza.
Il trio di saiyan si teletrasportò vicino alla vallata dove stava avvenendo l’evocazione. In quel mentre videro sopraggiungere Besh a tutta velocità, che si unì a Mylon nella contemplazione di Talgot.
<<Besh, sei qui finalmente! Credevo che fossi morto>> esclamò Mylon senza togliere lo sguardo dal cielo.
<<E’ lui! Lo sento!>> gridò Besh. <<E’ Talgot!>>.
Per altri lunghissimi minuti nulla si mosse. Il volto di Talgot nelle nubi continuò a osservare i suoi piccoli sudditi, mentre la tempesta si faceva sempre più tremenda.
<<Allora Mylon? Cosa aspetti a terminare l’evocazione?>> gridò Besh.
<<Ehm... veramente... la terza chiave è il Daemon... e noi non abbiamo il Daemon... forse è possibile incarnarlo in un corpo...>>.
Besh afferrò per il collo il piccolo stregone. <<Che diavolo dici?? “Forse” è una parola che non devi dire! Non dirmi che non puoi completare l’evocazione...>>
<<Veramente... veramente... non lo so!>>
Mylon non riuscì più a dire nulla, e Besh lo lasciò andare. Lo stregone cadde a terra balbettando poche incomprensibili parole, rivolte a Talgot, che pareva attendere, sospeso nel cielo. Il suo volto deformava le nubi, e sembrava in collera. Besh si guardò attorno: le montagne venivano livellate, turbini di polvere e roccia si sollevarono nel cielo e si mescolarono con zampilli di lava; nulla era più come prima. Avvertiva i saiyan, avvertiva anche Kupile, ma era debole.
<<Mio signore!>> gridò al cielo. <<Dimmi quel che devo fare!>>.
Nascosti dietro a una rupe, che lentamente veniva consumata, Vegeta e Goku assistevano al precipitare degli eventi.
<<Non c’è più niente che possiamo fare!>> disse Vegeta. <<Le sfere sono scomparse, è finita! Teletrasportiamoci lontani da Namecc!>>.
Goku fissava lo sguardo a Besh, e a Talgot. Poi vide stagliarsi sul fondale di distruzione, in lontananza, la sagoma del tempio, capovolta e riversa. Sentiva l’aura di Kupile in movimento
<<Aspetta Vegeta!>> gridò Goku. <<Devo vedere!>>
Il volto di Talgot sparì dallo sfondo delle nubi. Tutto si fece buio e quando tornò la cupa luce di prima, le nubi erano sparite. Al loro posto era emersa dalle pieghe del tempo e dello spazio un’astronave gigantesca, dall’aspetto antico e consumato Quando i presenti la videro, furono sconvolti: la nave più grande mai esistita, nera e cupa. I venti si placarono e il tempo quasi si fermò.
Dalla nave partirono delle luci, quattro luci, e una più intensa. Atterrarono sul suolo di Namecc, a pochi passi da Besh e Mylon.
<<Non posso credere a quello che sta accadendo>> esclamò Vegeta. <<Quella nave da dove è spuntata? E da dove proviene quest’aura potentissima??>>
<<Quelle luci... proviene da quelle luci!>> disse Goku.
Le luci venute dll’astronave sparirono e apparvero esseri in carne e ossa. Le quattro luci divennero quattro guerrieri, con una maschera di pietra che abbozzava la sagoma di un volto, e con un lungo mantello nero. La luce più intensa stava tra loro quattro; la forma umanoide di un ragazzino in un abito bianco. Un volto innocente. Capelli biondi che ricadevano su delle spalle minute. Mylon spalancò le braccia.
<<Talgot!>>
Besh, Goku e Vegeta sobbalzarono: furono pietrificati in quel preciso istante, nella consapevolezza di travarsi di fronte al terribile Dominatore.
<<E’... lui?>> disse Besh dubbioso. <<Un bambino?>>.
Talgot osservava Besh e Mylon con occhi di ghiaccio, perfettamente immobile. Diede uno sguardo attorno a sè, poi tornò a concentrarsi su Mylon, ignorando Besh. Mylon si accorse di essere scrutato.
<<Mio signore, finalmente! Dopo innumerevoli millenni!>>.
Talgot non rispose e guardò le proprie mani, palmo e dorso. Toccò il proprio corpo, ne saggiò la deprimente mortalità. Ne fu schifato.
<<Cos’è questo “corpo”?>> disse.
<<Purtroppo il Daemon non è in nostro possesso, quindi non hai pieno dei poteri! Purtroppo hai il tuo primo corpo mortale e...>>. Mylon cessò di parlare perchè qualcosa gli bloccò la gola. Con un attacco psichico Talgot sollevò in volo Mylon. I suoi occhi erano accesi d’ira.
<<E io ho dovuto aspettare millenni solo per ritrovarmi in questo corpo, senza tutti i poteri? Cos’hai fatto in tutto questo tempo, Mylon?>>. La sua morsa si trinse ancora di più, e il corpo dello stregone cominciò a gonfiarsi. <<Sono deluso, stregone, molto deluso. Pensare di usarmi come uno strumento per il TUO dominio dell’universo... che illuso>>.
Con un urlo soffocato Mylon esplose frantumandosi. Besh si affrettò a inginocchiarsi di fronte a Talgot.
<<Sono un tuo servo, Talgot!>>.
<<Davvero?>> disse Talgot dubbioso. Afferrò Besh per la gola e lo avvicinò a sè. <<Tu chi saresti? Perchè non dovrei ucciderti?>>
<<Perchè... ero... servitore di Boran... l’ultimo imperatore... custode del tuo regno... lasciami vivere e... avrai un’intera armata al tuo comando...>>.
Talgot sorrise compiaciuto, e i suoi occhi divennero fessure. Lo lasciò andare.
<<Sarai mio servo allora>>. Talgot allungò un dito e impresse una T infuocata sulla fronte di Besh, che si rialzò in piedi. Senza che altre parole fossero scambiate, Talgot e i suoi quattro guerrieri tornarono a essere luce, e si innalzarono verso l’astronave. Besh avvertì calore attorno a sè: stava diventando anche lui una sfera di energia. Sentiva la spinta che lo portava a salire. Prima di perdere di vista Namecc, il suo sguardò tornò un ultima volta a scrutare le lande ormai deserte del pianeta, in cerca dei saiyan.
“Questo, amici saiyan, è un addio. Vinco io”.
Vegeta e Goku guardarono le luci sparire nell’astronave, che infine si mosse salendo verso lo spazio.
Una volta in orbita, dall’astronave partì un raggio che penetrò il pianeta colpendolo al suo cuore. Un’onda d’urto travolse Goku, Gohan e Vegeta. Ebbero appena il tempo di stringersi l’uno all’altro.
<<Tenetevi a me!!>> gridò Goku.
<<Troppo tardi!!>>.
Una luce intensa e miliardi di tonnellate di roccia e lava proiettate nello spazio siderale. Namecc cessò di esistere. Per la seconda volta.Last edited by Vegge_Davv88; 11 July 2007, 23:32.
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