Episodio 47: Tutti contro tutti
Gogeta stava volando alla ricerca di un avversario.
“Vediamo... dopo essermi sbarazzato del buono a nulla chi sarà alla mia altezza??”
Percepì Codre poco lontano, e la sua aura era poderosa.
“Si, lui mi sembra piuttosto forte”.
In quel mentre Codre stava facendo strage di Namecciani, poco lontano. La sua aura era spinta al massimo, e il solo tocco dei suoi piedi col terreno provocava fratture e sommosse. Tutt’attorno infuriavano venti e fulmini, mentre una colonna di nubi vorticose si era formata sopra di lui. I suoi occhi erano fluorescenti, verdi come la sua aura, e dalle mani sprizzavano fasci di energia, che incendiavano ciò che toccavano.
Il villaggio di manecciani andava in frantumi sotto il suo sguardo, e tutti i guerrieri tremavano da capo a piedi per il terrore.
<<Cosa vuoi?>>.
<<Sto cercando un codardo con i capelli bianchi, che mi ha sottratto le sfere del drago...>>.
Senza attendere risposta allungò un braccio verso di loro, e una serie di fasci verdi fluorescenti ne scaturirono: i namecciani ne furono avvolti, penetrati nelle viscere. I loro corpi vennero lentamente consumati e bruciati da quell’imensa energia, e tutti gli abitanti del villaggio subirono lo stesso fato. Alla fine Codre strinse il pugno e fece un rapido gesto della mano verso l’alto. Il terreno attorno a lui si sollevò nell’arco di cento metri, una colonna di luce si innalzò; quando Codre fece cessare tutto, attorno a lui si stendeva solamente un deserto di sabbia e macerie.
<<Bravo! Bravo!>>, disse una voce alle sue spalle, proveniente dall’alto. Codre si voltò di scatto e subito non comprese chi aveva davanti: lunghi capelli biondi, e per questo si trattava senz’altro di un saiyan. Ma aveva un buffo vestito, e la fisionomia gli ricordava per certi versi Kakaroth, per altri Vegeta.
Gogeta battè le mani in tono derisorio, come applaudendolo per lo spoettacolo.
<<Cos’hai da applaudire?>>, gli disse Codre scontroso, con la sua voce roca, placando la sua aura.
<<Eheh! Continui a fare tanto rumore per nulla... ma almeno hai trovato qualche sfera del drago?>>.
<<Due ne avevo!>>, gli disse Codre inferocito, <<Se un maledetto bastardo dai capelli bianchi non me le avesse portate via!>>.
<<Ahh Kaioshin! Sei un incapace se ti sei fatto fregare da quella pappamolla...>>, gli disse Gogeta scuotendo la testa.
<<Senti, cerchi di provocarmi, saiyan? A proposito, tu chi saresti dei due?>>.
<<Nè Kakaroth, nè Vegeta. Sono entrambi>>.
Codre lo guardò con un volto impassibile.
<<Tu sei pazzo>>, disse infine, <<E che cosa ci fai qui, sentiamo? Dovresti essere in giro a cercare le sfere!>>.
<<Ho cose più importanti da fare! Io ho appena sconfitto un potente guerriero, che non era di certo alla mia altezza... non sai quanto sia difficile trovare dei guerrieri davvero validi su questa roccia!>>, disse Gogeta sornione.
<<E con questo? Non sei qui per giocare! Devi solo rispettare gli ordini!>>, Codre si sollevò in volo e si schierò davanti a Gogeta.
<<Cosa vorresti ordinarmi tu?>>, gli disse Gogeta sdegnoso.
<<Senti cosa voglio! Devi trovare tre sfere entro due ore, altrimenti...>>.
<<Altrimenti? Mi ucciderai?>>, Gogeta si mosse un po’ in avanti verso Codre.
<<Non farmi innervosire ancora... o te ne pentirai...>>.
<<Io non ubbidisco a nessuno! Ancora non ci siamo su questo punto?>>, disse molto lentamente Gogeta.
<<Tu...>>. Codre strinse i pugni. <<Dì un’altra parola e sei morto...>>.
<<Sto tremando...>>.
Scomparve, riapparendo alle spalle di Codre, che si voltò di scatto.
<<... di paura!>>.
La gamba si mosse rapida e letale, praticamente invisibile; il calcagno del piede si infranse sullo zigomo di Codre nel giro di una frazione infinitesima di secondo, e per un attimo tutto si svolse al rallentatore. Codre avvertì il calore del sangue diffondersi nella sua bocca, mentre sgorgava a fiotti; il collo subì una terribile torsione, e avvertì le vertebre stirarsi. Come se gli avessero conficcato una spada nel cervello, il dolore gli pervase ogni nervo, ogni sensazione, e gli annebbiò la vista. La violenza del colpo lo fece volare a velocità spaventosa verso il suolo, e si schiantò conficcandosi nel terreno in profondità.
Gogeta lo guardava trionfante dall’alto.
<<Non dirmi che sei già al tappeto!>>, gli gridò.
Il braccio di Codre spuntò dalla crepa della crosta, e facendo leva riemerse alla luce. Il suo volto era cosparso di sangue, che usciva a fiotti dalla bocca e dal naso. Si pulì il volto con la mano sinistra, osservando il suo sangue violaceo colare fino a terra.
“Non te lo perdonerò mai... saiyan...”
<<Non te lo perdonerò mai!!>>, esclamò incrementando a dismisura la propria aura.
<<Bene, fammi vedere come combatti al cento per cento!>>, disse soddisfatto Gogeta mettendosi in assetto difensivo.
<<Si! Ti farò vedere di cosa sono capace! Osserva il potere del grande Codre!>>.
La sua aura incrementò ulterioremente, e dal suo corpo si irraggiò una luce accecante. Energia sgorgava da ogni solco nel terreno, da ogni crepa, e venti impetuosi spazzavano la regione.
<<Fai come prima! Non mi spaventi>>, disse Gogeta.
<<E adesso??>>, esclamò Codre, mentre il suo corpo si irrobustì e scariche elettriche lo avvolsero totalmente, coprendo ogni porzione del suo corpo. Alla fine del processo di trasformazione, Codre era completamente avvolto della sua energia, e si trovava al centro di un poderoso vortice.
<<Ancora non mi impressioni! AAAAAHHHH>>, Gogeta gridò a perdifiato e sprigionò tutta la sua immensa energia, che rivaleggiava in spettacolarità con quella di Codre. Avvolto anche lui da scariche elettriche e fasci di energia, attese che l’avversario attaccasse.
Codre gli si avventò contro, balzando in alto a tutta velocità: dietro di sè lascio una scia di fuoco, e quando colpì il braccio teso di Gogeta, le loro aure si sommarono in un vertice energetico che sconvolse le fondamente stesse del pianeta. Gli effetti si avvertirono dall’altra parte del globo. Il combattimento cominciò furibondo, e aveva l’aspetto di un vortice di energia continuo e implacabile, che ovunque si posasse creava distruzione e morte. Ogni tocco era un rimbombo distruttivo. Gogeta padroneggiava l’avversario senza problemi e senza troppo sforzi.
<<Sicuro di non poter fare più di così?>>, diceva a Codre per provocarlo. E allora Codre si abbandonava a gesti convulsi d’ira, che lo portavano a errori madornali. Gogeta riusciva a prevedere le sue mosse e ad anticiparlo a dismisura, nonostante Codre sembrasse impegnarsi al massimo.
<<Maledetto saiyan!!>>
Diresse un pugno verso Gogeta, e quest’ultimo gli afferrò il braccio; usando l’altra mano tesa come una lama, il saiyan glielo colpì di taglio, fratturandoglielo dolorosamente. Codre urlò dal dolore, e Gogeta lo colpì ulteriormente, finchè Codre non precipitò nuovamente al suolo. Mentre cadeva, con la mano ancora sana scagliò un potentissimo raggio verde verso Gogeta.
<<Banale...>>, disse schivandolo. Ma il raggio girò attorno a lui più volte, tornò indietro evitandolo, finchè non si trovò avvolto da un nastro di energia che si strinse attorno a lui come una codre, serrandolo in una morsa devastante. Codre crollò a terra, ma era riuscito a imprigionare Gogeta.
Gogeta stava volando alla ricerca di un avversario.
“Vediamo... dopo essermi sbarazzato del buono a nulla chi sarà alla mia altezza??”
Percepì Codre poco lontano, e la sua aura era poderosa.
“Si, lui mi sembra piuttosto forte”.
In quel mentre Codre stava facendo strage di Namecciani, poco lontano. La sua aura era spinta al massimo, e il solo tocco dei suoi piedi col terreno provocava fratture e sommosse. Tutt’attorno infuriavano venti e fulmini, mentre una colonna di nubi vorticose si era formata sopra di lui. I suoi occhi erano fluorescenti, verdi come la sua aura, e dalle mani sprizzavano fasci di energia, che incendiavano ciò che toccavano.
Il villaggio di manecciani andava in frantumi sotto il suo sguardo, e tutti i guerrieri tremavano da capo a piedi per il terrore.
<<Cosa vuoi?>>.
<<Sto cercando un codardo con i capelli bianchi, che mi ha sottratto le sfere del drago...>>.
Senza attendere risposta allungò un braccio verso di loro, e una serie di fasci verdi fluorescenti ne scaturirono: i namecciani ne furono avvolti, penetrati nelle viscere. I loro corpi vennero lentamente consumati e bruciati da quell’imensa energia, e tutti gli abitanti del villaggio subirono lo stesso fato. Alla fine Codre strinse il pugno e fece un rapido gesto della mano verso l’alto. Il terreno attorno a lui si sollevò nell’arco di cento metri, una colonna di luce si innalzò; quando Codre fece cessare tutto, attorno a lui si stendeva solamente un deserto di sabbia e macerie.
<<Bravo! Bravo!>>, disse una voce alle sue spalle, proveniente dall’alto. Codre si voltò di scatto e subito non comprese chi aveva davanti: lunghi capelli biondi, e per questo si trattava senz’altro di un saiyan. Ma aveva un buffo vestito, e la fisionomia gli ricordava per certi versi Kakaroth, per altri Vegeta.
Gogeta battè le mani in tono derisorio, come applaudendolo per lo spoettacolo.
<<Cos’hai da applaudire?>>, gli disse Codre scontroso, con la sua voce roca, placando la sua aura.
<<Eheh! Continui a fare tanto rumore per nulla... ma almeno hai trovato qualche sfera del drago?>>.
<<Due ne avevo!>>, gli disse Codre inferocito, <<Se un maledetto bastardo dai capelli bianchi non me le avesse portate via!>>.
<<Ahh Kaioshin! Sei un incapace se ti sei fatto fregare da quella pappamolla...>>, gli disse Gogeta scuotendo la testa.
<<Senti, cerchi di provocarmi, saiyan? A proposito, tu chi saresti dei due?>>.
<<Nè Kakaroth, nè Vegeta. Sono entrambi>>.
Codre lo guardò con un volto impassibile.
<<Tu sei pazzo>>, disse infine, <<E che cosa ci fai qui, sentiamo? Dovresti essere in giro a cercare le sfere!>>.
<<Ho cose più importanti da fare! Io ho appena sconfitto un potente guerriero, che non era di certo alla mia altezza... non sai quanto sia difficile trovare dei guerrieri davvero validi su questa roccia!>>, disse Gogeta sornione.
<<E con questo? Non sei qui per giocare! Devi solo rispettare gli ordini!>>, Codre si sollevò in volo e si schierò davanti a Gogeta.
<<Cosa vorresti ordinarmi tu?>>, gli disse Gogeta sdegnoso.
<<Senti cosa voglio! Devi trovare tre sfere entro due ore, altrimenti...>>.
<<Altrimenti? Mi ucciderai?>>, Gogeta si mosse un po’ in avanti verso Codre.
<<Non farmi innervosire ancora... o te ne pentirai...>>.
<<Io non ubbidisco a nessuno! Ancora non ci siamo su questo punto?>>, disse molto lentamente Gogeta.
<<Tu...>>. Codre strinse i pugni. <<Dì un’altra parola e sei morto...>>.
<<Sto tremando...>>.
Scomparve, riapparendo alle spalle di Codre, che si voltò di scatto.
<<... di paura!>>.
La gamba si mosse rapida e letale, praticamente invisibile; il calcagno del piede si infranse sullo zigomo di Codre nel giro di una frazione infinitesima di secondo, e per un attimo tutto si svolse al rallentatore. Codre avvertì il calore del sangue diffondersi nella sua bocca, mentre sgorgava a fiotti; il collo subì una terribile torsione, e avvertì le vertebre stirarsi. Come se gli avessero conficcato una spada nel cervello, il dolore gli pervase ogni nervo, ogni sensazione, e gli annebbiò la vista. La violenza del colpo lo fece volare a velocità spaventosa verso il suolo, e si schiantò conficcandosi nel terreno in profondità.
Gogeta lo guardava trionfante dall’alto.
<<Non dirmi che sei già al tappeto!>>, gli gridò.
Il braccio di Codre spuntò dalla crepa della crosta, e facendo leva riemerse alla luce. Il suo volto era cosparso di sangue, che usciva a fiotti dalla bocca e dal naso. Si pulì il volto con la mano sinistra, osservando il suo sangue violaceo colare fino a terra.
“Non te lo perdonerò mai... saiyan...”
<<Non te lo perdonerò mai!!>>, esclamò incrementando a dismisura la propria aura.
<<Bene, fammi vedere come combatti al cento per cento!>>, disse soddisfatto Gogeta mettendosi in assetto difensivo.
<<Si! Ti farò vedere di cosa sono capace! Osserva il potere del grande Codre!>>.
La sua aura incrementò ulterioremente, e dal suo corpo si irraggiò una luce accecante. Energia sgorgava da ogni solco nel terreno, da ogni crepa, e venti impetuosi spazzavano la regione.
<<Fai come prima! Non mi spaventi>>, disse Gogeta.
<<E adesso??>>, esclamò Codre, mentre il suo corpo si irrobustì e scariche elettriche lo avvolsero totalmente, coprendo ogni porzione del suo corpo. Alla fine del processo di trasformazione, Codre era completamente avvolto della sua energia, e si trovava al centro di un poderoso vortice.
<<Ancora non mi impressioni! AAAAAHHHH>>, Gogeta gridò a perdifiato e sprigionò tutta la sua immensa energia, che rivaleggiava in spettacolarità con quella di Codre. Avvolto anche lui da scariche elettriche e fasci di energia, attese che l’avversario attaccasse.
Codre gli si avventò contro, balzando in alto a tutta velocità: dietro di sè lascio una scia di fuoco, e quando colpì il braccio teso di Gogeta, le loro aure si sommarono in un vertice energetico che sconvolse le fondamente stesse del pianeta. Gli effetti si avvertirono dall’altra parte del globo. Il combattimento cominciò furibondo, e aveva l’aspetto di un vortice di energia continuo e implacabile, che ovunque si posasse creava distruzione e morte. Ogni tocco era un rimbombo distruttivo. Gogeta padroneggiava l’avversario senza problemi e senza troppo sforzi.
<<Sicuro di non poter fare più di così?>>, diceva a Codre per provocarlo. E allora Codre si abbandonava a gesti convulsi d’ira, che lo portavano a errori madornali. Gogeta riusciva a prevedere le sue mosse e ad anticiparlo a dismisura, nonostante Codre sembrasse impegnarsi al massimo.
<<Maledetto saiyan!!>>
Diresse un pugno verso Gogeta, e quest’ultimo gli afferrò il braccio; usando l’altra mano tesa come una lama, il saiyan glielo colpì di taglio, fratturandoglielo dolorosamente. Codre urlò dal dolore, e Gogeta lo colpì ulteriormente, finchè Codre non precipitò nuovamente al suolo. Mentre cadeva, con la mano ancora sana scagliò un potentissimo raggio verde verso Gogeta.
<<Banale...>>, disse schivandolo. Ma il raggio girò attorno a lui più volte, tornò indietro evitandolo, finchè non si trovò avvolto da un nastro di energia che si strinse attorno a lui come una codre, serrandolo in una morsa devastante. Codre crollò a terra, ma era riuscito a imprigionare Gogeta.
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