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Scuola Superiore (mia nuova ff)

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  • Originariamente Scritto da C18-Crilin 4ever Visualizza Messaggio
    Per i salti hai ragione, il problema è che cerco di accontentare tutti i fan mettendo in ogni capitolo tutti i personaggi, e questo provoca neccessariamente salti :P
    Non devi mica accontentare noi. Siamo noi, piuttosto che accontentiamo te diventando tuoi fan. Non possiamo influire sulla creazione di un'opera. E' un compito che spetta solo all'artista.
    sigpic

    stupid sexy greedo butt

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    • Originariamente Scritto da dj_92
      Black Ghost, ti sei adottato? XD

      Vabbè, posta presto!!! :*
      Certo, perchè mi voglio bene.
      E mi associo.
      sigpic

      stupid sexy greedo butt

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      • Piccolo avviso (lo do visto le richieste di aggiornamento, mi sembra giusto dare una spiegazione):
        Per un problema di famiglia devo stare una 20ina di giorni a casa di un mio amico (Extreme Gohan) e perciò non potrò continuare la ff.
        sigpic
        ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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        • propio prossimo alla conclusione vero?
          sono nuovamente momentaneamente in lutto per la vittoria dell'inter

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          • Troppo bella questa ff!!!
            tre mesi nn sono passati, quindi commento!
            è davvero una bella idea fare i personaggi di DB nel mondo reale! C18-Crilin4ever, ti sei appena guadagnata un altro fan!!!

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            • Originariamente Scritto da kevin Z Visualizza Messaggio
              Troppo bella questa ff!!!
              tre mesi nn sono passati, quindi commento!
              è davvero una bella idea fare i personaggi di DB nel mondo reale! C18-Crilin4ever, ti sei appena guadagnata un altro fan!!!
              Dovrai aspettare, temo

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              • Aspetterò.
                Vale la pena!

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                • So che non ci speravate più, e invece ecco a voi un nuovo capitolo XD

                  La festa

                  C18 era sdraiata sul divano di casa, triste.
                  Crilin accanto a lei le accarezzava i capelli, senza sapere cosa fare.
                  “Amore…”
                  Non sapeva cos’altro dire.
                  Suo fratello se n’era andato per sempre, cosa c’era da aggiungere?
                  Cosa fare per consolarla?
                  Si abbassò e catturò le sue labbra.
                  Sentì immediatamente il sapore salmastro delle sue lacrime, unito a quello dolce della sua bocca.
                  La baciò con ancora più passione.
                  Lui c’era.
                  Voleva farle capire questo.
                  Lui c’era, sempre.

                  Bulma era finalmente riuscita ad arrivare a Roma.
                  Si guardò intorno, adesso che poteva fare?
                  Come poteva trovarlo?
                  Con un sospiro si diresse verso il primo albergo che vide.
                  Era stanca.
                  Molto.
                  L’avrebbe cercato il giorno dopo.

                  Vegeta, intanto, era arrivato alla festa.
                  Spalancò gli occhi.
                  C’era una marea di gente!!
                  Tossì, l’aria era satura di anidride carbonica e molto compressa.
                  Si fece coraggio ed entrò in quella bolgia.
                  Subito sentì qualcuno prenderlo per un braccio.
                  Si girò.
                  Era Gabriella!
                  Il moro alzò un sopracciglio.
                  “Gabriella…che fai?”
                  “Ohh, su, ti sei lasciato con Bulma in fondo, no? Ora puoi rimetterti con me!”
                  “Non penso proprio”.
                  Con uno strattone si liberò e si diresse verso C17, che intanto era assediato da due ragazze.

                  Non appena C17 lo vide gli sorrise
                  “Ehm, Vegeta….aiuto…”
                  Le due ragazze squadrarono Vegeta dalla testa ai piedi, poi emisero dei gridolini acuti che distrussero le orecchie dei due poveri malcapitati.
                  “Io sono Janet!” si presentò una
                  “Io sono Jennifer” fece coro l’altra.
                  Si lanciarono un’occhiata complice e dissero in coro
                  “Ma potete chiamarci J&J!”
                  C17 e Vegeta fecero una faccia vagamente disgustata e arretrarono di un passo.

                  Gabriella arrivò fulminea e li prese ambedue per un braccio.
                  “Venite, vi faccio conoscere altre due…”
                  “Oche?” disse Vegeta.
                  Gabriella scoppiò a ridere
                  “Oh, no, queste no”.
                  I due ragazzi vennero trascinati per tutto il locale, finchè finalmente si fermarono davanti ad un gruppo numeroso di ragazze e ragazzi.

                  Gabry si schiarì la voce e tutti si girarono.
                  Dalla folla uscirono un gruppetto di ragazze, Gabriella fece le presentazioni.
                  “Allora, ragazze! Questi sono i miei due amici: Vegeta e C17!”.
                  Le ragazze sorrisero.
                  “Ohh, ma io uno lo conosco!”
                  Vegeta e l’amico si girarono verso la ragazza che aveva parlato.
                  Era una ragazza con lunghi capelli blu che le arrivavano fino al fondoschiena, lisci.
                  Due occhi grandi color del mare.
                  Un vestitino rosso aderente che non lasciava niente all’immaginazione.
                  Marion.
                  “Tu sei Vegeta, giusto? Il lanciatore!”
                  “Sì, sono io…” rispose lui, sulla difensiva. Sapeva chi era quella ragazza, l’aveva già vista molte volte.
                  E non giravano belle voci sul suo conto…

                  Goku stava andando a velocità folle su quel motorino.
                  Era arrivato in fondo alla strada, ora era necessario frenare e curvare.
                  Schiacciò il freno.
                  Non successe niente.
                  “Quel maledetto bastardo deve aver boicottato i freni!!”.
                  Ormai il muretto si avvicinava pericolosamente…
                  Goku si buttò di lato, cercando di far cadere il motorino.
                  Ci riuscì.

                  Si rialzò a fatica.
                  Non aveva niente di rotto, fortunatamente, ma si era sbucciato le ginocchia a causa dell’attrito sulla strada.
                  Chichi corse da lui, seguita da Kirano.
                  Ma mentre Chichi si lanciò sul fidanzato, per assicurarsi che stesse bene, Kirano si lanciò sulla sua povera moto, che aveva frenato la sua corsa sbattendo contro il muro e riportando numerosi danni.
                  “Maledetto! Guarda come mi hai ridotto la moto!”
                  Goku lo guardò inviperito.
                  “Per forza, stronzo! I freni non funzionavano, stavi cercando di uccidermi?”
                  “Ma cosa dici?” Kirano fece la faccia più angelica di questo mondo
                  “Io non sapevo che i freni non funzionassero”.
                  Goku preferì non aggiungere altro, e lui e Chichi se ne andarono.

                  Qualche ora dopo Bulma era riuscita a raggiungere il luogo in cui si trovava Vegeta.
                  La sua era stata pura fortuna, doveva ammetterlo.
                  Aveva sentito per caso parlare due ragazze, stavano dice che Gabriella aveva introdotto un tipo nuovo di nome Vegeta nel gruppo, e che c’era una festa.
                  Le aveva pedinate e aveva finalmente trovato la festa.
                  Senza farsi notare entrò, cercando Vegeta con lo sguardo.
                  Dove diamine poteva essersi ficcato?

                  Vide C17 e si avvicinò a lui.
                  Aveva un bicchiere di Vodka in mano, ma dalla sua espressione si poteva capire bene che ne aveva bevuti altri.
                  “17! Dov’è Vegeta?”
                  Il moro spostò lo sguardo, sembrava quasi non vederla.
                  Improvvisamente la mise a fuoco e sorrise.
                  “Bulma!”
                  La ragazza non si scompose, guardandolo fisso.
                  Il suo tono era ubriaco, la voce impastata, lo sguardo vacuo.
                  Dio, C17, come ti eri ridotto!
                  Alzò un sopracciglio, come a ripetere la sua domanda, che non aveva ancora avuto una risposta.
                  “E’ di sopra. Con Marion!”
                  Bulma spalancò i grandi occhi chiari ed iniziò a correre le scale.
                  Cavolo, Marion no!
                  Si sarebbe incavolata se l’avesse trovato ubriaco con un’altra.
                  Ma poteva anche perdonarlo.
                  Ma se si trattava di Marion allora no!
                  Una volta arrivata di sopra si guardò intorno.
                  Tutte le porte erano aperte tranne una.
                  Spalancò la porta incriminata con uno sguardo ostile.
                  Quello che vide la lasciò sconvolta.

                  Le gote le si colorarono di rosso.
                  Diversi ragazzi e diverse ragazze si stavano…”divertendo”.
                  Ma nessuno di questi era Vegeta.
                  Silenziosamente scese le scale e uscì.
                  Fortunatamente non si erano accorti della sua presenza.

                  Una volta scesa vide finalmente l’oggetto delle sue ricerche.
                  Vegeta!
                  Era appoggiato al bancone del bar, e a quanto pareva stava bevendo un Cosmopolitan.
                  “Vegeta…”
                  Lui girò la testa, guardandola.
                  “Che vuoi?”
                  La sua voce era ostile e sprezzante, ma lei sapeva che faceva sempre così, quando non voleva venire a patti coi suoi sentimenti.
                  “Torna, Vegeta”
                  Lui la guardò.
                  Occhi neri come la notte incastonati in gemme di cobalto.
                  Annuì senza dire niente e con un braccio la portò verso di sé.
                  Che sciocco era stato.
                  Aveva bisogno di lei.
                  Ma non voleva tornare in quel posto. Troppi ricordi.
                  “Non torno…”
                  Bulma lo guardò con tristezza.
                  “Sei tu che devi restare con me, se davvero lo vuoi”
                  Bulma indietreggiò.
                  Come poteva lasciare la sua famiglia, i suoi amici…e trasferirsi a Roma? Era così lontana da casa…
                  “Io… non posso”
                  Vegeta la guardò, sputando un po’ del suo Cosmopolitan.
                  “Vattene”
                  La ragazza lo guardò, di solito non si lasciava intimorire dal suo tono, ma questa volta era diverso. Le sue parole erano dure come la punta di un diamante, ed erano maledettamente sincere.
                  Voleva che se ne andasse.
                  Con la coda dell’occhio vide una ragazza avvicinarsi a lui con un sorriso.
                  Dannazione.
                  Che vita da schifo.

                  Uscì tristemente da quell’edificio, decisa a prendere l’aereo e non tornare più indietro.




                  ________________________________________


                  Ringrazio tutti quelli che hanno recensito i capitoli precedenti, mi dispiace di non avere tempo per salutarvi ad uno ad uno.
                  Questa fanfiction si sta dirigendo alla fine, come potete notare da soli.
                  Tra uno paio di capitoli sarà finita, sebbene ne stia progettando un seguito.
                  A questo punto, però, mi sono accorta di aver perso qualche recensore, non so se per una mancanza di tempo o perchè la fanfiction non piaceva più. Prima, perciò, di iniziare a progettare un seguito, chiedo a voi un parere.
                  Volete un seguito?
                  sigpic
                  ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                  • Originariamente Scritto da C18-Crilin 4ever Visualizza Messaggio
                    Volete un seguito?
                    Ammetto che un seguito mi farebbe alquanto piacere.
                    Del resto non mi stancherei mai di leggere le storie di una scrittrice abile come te.

                    Ah, scusami se non commento il capitolo che hai appena postato ma mi sono accorto di essere rimasto indietro di alcuni capitoli. Comunque a breve li recupererò tutti e posterò un commento dettagliato.
                    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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                    • Come posso non apprezare questo capitolo? D'atra parte quella nota di malinconia che lo pervade ne aumenta il valore. Questa è una delle FF più valenti del sito, quindi... perchè non un seguito? ^^
                      Se però ti senti più propensa a qualche altro genere scrittorio, allora sentiti libera, anzi, sarà meglio che tu ci proponga il genere che ti è più congeniale!
                      "I was born and raised from the sea..." =Sonata Arctica=
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                      Dragon Ball Second Saiyan Saga
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                      • Bè, sicuramente se farò il seguito non lo presenterò subito, perchè ora sono impegnata con un altra fanfiction.
                        Non appena questa sarà finita ve ne posterò un altra di un altro genere XD
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                        ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                        • si assolutamente. Voglio un seguito
                          "Abbraccia i tuoi sogni. E ricorda: per essere un eroe devi avere sogni e onore"

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                          • Capitolo Ventinove: Sipario

                            Crilin si svegliò, stiracchiandosi leggermente.
                            Lui e C18 si erano addormentati sul divano ed ora si sentiva tutto indolenzito. La sua ragazza dormiva ancora e lui non se la sentì di svegliarla.
                            Fece un giro della casa, per passare il tempo in attesa che lei si svegliasse.
                            Aprendo una porta si ritrovò nella camera di C18, l’aveva già vista ma prese ugualmente a gironzolare in giro. Tanto non aveva niente di meglio da fare.
                            Inciampò nelle lenzuola del letto, che arrivavano fino al pavimento e diede una zuccata al comodino, guadagnando un bel bernoccolo.
                            “Perfetto, con la pelata farà un figurone!” disse sarcastico e con un sorriso amaro.
                            Con la sua testata era riuscito ad aprire un cassetto.
                            Forse era un’abilità, non gli era mai capitato di vedere qualcuno che con una testa apre un cassetto.
                            Magari poteva iscriversi al Guinness World Record, record per più cassetti aperti con una testata.
                            Gettò un occhiata distratta al cassetto, pronto a richiuderlo, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
                            Era un agendina rosa, con un piccolo lucchetto dorato. Tuttavia 18 si doveva essere dimenticata di chiuderla, l’ultima volta che vi aveva scritto, perché Crilin notò che si apriva comodamente.
                            La aprì ad una pagina a caso.
                            Sapeva che non avrebbe dovuto leggerlo, in fondo quello doveva essere il diario di C18, però tra fidanzati non dovrebbero esserci segreti, no?
                            Lanciò un occhiata al salotto, e vide che C18 stava ancora dormendo beatamente.
                            L’importante era rimettere tutto a posto prima che se ne accorgesse.
                            Guardò qualche pagina intermedia, senza trovarvi nulla di interessante, allora lo sfoglio con maggior velocità. Magari aveva scritto qualcosa su di lui.
                            Ah, ecco!
                            “Caro Diario, ti scrivo per informarti che il mio caro Crilin è finalmente uscito dal coma. Ero veramente preoccupata e temevo di perderlo. Mi ha dato un po’ fastidio vedere che i suoi genitori non sono venuti in ospedale nemmeno una volta, possibile che non fossero venuti a sapere che il loro unico figlio stava per morire in un letto d’ospedale?”
                            Crilin fece una pausa.
                            Sì, era possibilissimo, conoscendo i suoi genitori.
                            Riprese a leggere, incuriosito.
                            “Mentre era in coma gli ho promesso di sposarlo, e mi ha detto che ha sentito. Però non ne abbiamo più riparlato, forse ha cambiato idea. In fondo siamo ancora giovani e può darsi che abbia deciso di non impegnarsi troppo, nel caso trovi un'altra. Però mi dispiace, ormai era quasi sicura che mi avrebbe sposato."
                            Crilin rimase a bocca spalancata.
                            Non ne aveva più parlato perché non pensava che lei potesse averlo preso sul serio.
                            Insomma: hanno sedici anni!
                            Però lui non voleva che pensasse che il motivo fosse che non voleva impegnarsi seriamente.

                            Ripose il diario dove l’aveva trovato, sgattaiolando in silenzio fuori dalla camera e tornando in salotto.
                            La sua fidanzata si era appena svegliata e lo stava cercando con lo sguardo.
                            “Ah, eccoti”
                            Crilin si avvicinò e la prese tra le braccia.
                            “Hey, ti ricordi quando abbiamo parlato di matrimonio?”
                            Lei annuì, senza capire dove lui volesse andare a parare
                            “Guarda che io ero serissimo, eh. Considerati già impegnata, a maggiore età, avrai il tuo bel da fare a sopportare un marito come me. E non credere di farmi pena per il fatto che sei così giovane”
                            Le strizzò l’occhio e lei con un sorriso portò le braccia intorno al suo collo e lo baciò.
                            Non aveva il minimo dubbio che una volta compiuti diciotto anni l’avrebbe sposato.

                            Nel frattempo Goku e Chichi erano seduti in giardino, a casa di Goku.
                            Radish era appena uscito, probabilmente per andare a cercare Lunch, e così loro avevano la casa tutta per loro.
                            I genitori di Goku erano andati a l’IKEA a comprare i mobili, anche se Bardack non sembrava entusiasta. Sapeva che alla fine sarebbero tornati con dei pacchi di candele e altri oggetti inutili solo perché costavano poco e senza il mobile. Così la moglie la settimana dopo avrebbe potuto dirgli nuovamente che dovevano tornare all’IKEA per vedere il mobile. Per la decima volta.
                            Ehh, i genitori di Goku erano fatti così.

                            Chichi si alzò, cominciando a fissare Goku.
                            Il moro la guardò senza capire, alzando un sopracciglio, con un espressione interrogativa.
                            La mora fece un respiro profondo.
                            “Goku, sono incinta”
                            Il ragazzo si alzò in fretta, guardandola con occhi sbarrati.
                            Non era possibile.
                            “E’…”
                            Fece una leggera pausa. Non era sicuro di voler conoscere la risposta alla domanda che stava per farle.
                            “E’ mio?”
                            Chichi annuì debolmente. Sì, era sicura che fosse suo. Lei non era mai andata a letto con Kirano, quindi quel bimbo che aspettava doveva essere per forza del suo Goku.
                            Il moro sorrise felice e la prese tra le braccia, alzandola fin sopra alla sua testa.
                            La lanciò in aria e la riprese al volo, felice.
                            Era diventato padre.
                            Padre di un bambino avuto con la donna che amava.
                            Non avrebbe potuto essere più felice di così!
                            Avrebbero avuto un bambino.
                            Il loro sogno d’amore era coronato.
                            Nessuno gliel’avrebbe più portata via. Nemmeno Kirano!

                            Nel frattempo Bulma si trovava sull’aereo, lacrime amare solcavano il suo volto.
                            La stavano guardando tutti, ma non le importava.
                            L’aveva perso.
                            Il suo tono freddo, lo sguardo duro.
                            L’aveva perso.
                            Strinse la mano, tanto da far diventare bianche le nocche e farsi quasi sanguinare il palmo a causa delle unghie.
                            Dannato!
                            Dopo tutto quello che c’era stato tra loro.
                            Avrebbe fatto meglio a stare con Kirano, o anche con Ianko.
                            Almeno loro era stati chiari circa quello che volevano, non l’avevano mai illusa come aveva fatto Vegeta.
                            Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa.

                            Vegeta era ancora alla festa, seduto sul divanetto, da solo.
                            Aveva andato via le ragazze che gli stavano attorno e fulminato tutte le altre con lo sguardo,di modo che capissero che era meglio stare alla larga da lui.
                            Che andassero da C17, lui i stava divertendo a fare lo scemo con tutte.
                            Bè, andava perdonato, era ubriaco.
                            Il moro si sistemò meglio sui cuscini del divanetto, un Alexander ghiacciato nella sua mano.
                            Forse doveva alzarsi e raggiungere Bulma a New York.
                            No, non doveva.
                            Dannazione, era diventato un rammollito stando con lei.
                            Si guardò intorno, l’alcool iniziava ad annebbiargli la vista.
                            Era un vero duro, prima di conoscere lui.
                            Un bullo temuto da tutti.
                            Uno che non aveva paura di niente e di nessuno.
                            Dov’era finito quel Vegeta?
                            Strinse così tanto il bicchiere nella sua mano da frantumarlo, ferendosi il palmo.
                            No, lui voleva tornare ad essere quel Vegeta.
                            Quello che dalle persone prendeva solo quanto gli serviva e poi era capace di buttarle via senza problemi.
                            Alzò lo sguardo, fino ad incontrare gli occhi azzurri di Marion, che gli sorrideva.
                            No, da lei non avrebbe preso niente, gli faceva ribrezzo.
                            Non avrebbe nemmeno potuto baciarla senza domandarsi dove aveva messo la bocca quella ragazza.
                            No, troppo facile per i suoi gusti.
                            Per sapeva che aveva fatto un corso da infermiera, stando a quanto gli aveva detto Gabriella, e lui aveva il sangue che sgorgava dal palmo.
                            “Hey, ragazza, vieni a curarmi”
                            Le mostrò il palmo e lasciò che lei lo bendasse e lo disinfettasse.
                            Sì, sarebbe tornato il solito Vegeta.
                            Pronto a prendere dalle donne solo quello che voleva.



                            _____________________________________________


                            Questa fanfiction si chiude con questo capitolo, il prossimo capitolo conterrà solo l'epilogo presentato in una breve lista, che servirà più che altro per farvi intuire come sarà il seguito di questo racconto.
                            So che molti saranno rimasti con l'amaro in bocca per l'epilogo della Vegeta-Bulma, ma c'è un motivo per cui ho voluto che qui finisse così.
                            Ma vi prometto che nel seguito (se lo volete XD) cambieranno molte cose.
                            Vi anticipo che nel caso si facesse un seguito, la storia si svolgerebbe dopo 10 anni dagli avvenimenti qui narrati. Quando, cioè, i nostri cari protagonisti hanno 26 anni.
                            sigpic
                            ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                            • Bella questa Fanfiction.
                              L'ho letta tutta d'un fiato e vorrei ci fosse un seguito.
                              Dragonball Sagas La mia FanFiction

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                              • bel capitolo! nn vedo l'ora di vedere il seguito...
                                "Abbraccia i tuoi sogni. E ricorda: per essere un eroe devi avere sogni e onore"

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