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Dragonball SF (my FF)

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  • #31
    parte 2

    Come previsto Radish potè lasciare la sua vasca di rianimazione dopo sei ore; ancora bagnato dal liquido verde di guarigione, appena uscito si prese un asciugamano.
    “Allora, come va? Tutto a posto?”
    Il medico vicino a lui rispondeva subito: “Direi di sì, signor Radish. Solo una cosa, il danno cutaneo sulla schiena era stato così profondo che non abbiamo potuto rigenerare tutto. Le resterà una cicatrice…”
    Il guerriero si toccava la regione della scapola destra e sentiva qualcosa di ruvido. “Capisco… non importa. Le cicatrici sono come medaglie al valore per noi guerrieri… E Gohan?”
    “Le sue ferite erano gravi… poli-trauma… fratture al cranio e alla colonna, emorragie al torace… non avrebbe resistito un altro quarto d’ora…”
    “Quanto tempo ancora?” lo interrompeva Radish.
    “Almeno sette ore…”
    Radish sospirava mentre guardava attraverso quel vetro verdastro della capsula di Gohan, il bambino stava dormendo e galleggiava nel liquido privo di sensi. Il Saiyan incrociò le braccia e riflettè; non avrebbe mai pensato che la sua vita potesse essere troncata dal suo compagno… ma ancora più sorprendente era il fatto che mai e poi mai avrebbe potuto pensare di salvare qualcuno a rischio della propria vita. Suo nipote… maledetto Kakaroth…! Mi metti ancora i bastoni fra le ruote?
    “I suoi compagni La aspettano nella rampa 7-B. Ecco la Sua attrezzatura.” un soldato lo distolse dai suoi pensieri.
    “Perchè tanta fretta?” chiese Radish sorpreso. “Volevamo partire solo dopodomani!”
    “E che ne so. Non mi chieda cose simili…”
    Ancora esitante il Saiyan si mise la sua solita armatura. I suoi pensieri giravano più intorno al nipote che alla missione. Secondo i calcoli il tempo di durata era stato stimato intorno alle 4 settimane… poteva lasciarlo da solo per tutto questo tempo? Doveva parlarne con Vegeta.
    “Radish chiama Vegeta…”
    “Qui Vegeta. Finalmente! Vieni che dobbiamo partire!”
    “Ma perché questa fretta? E cosa ne sarà di Gohan?”
    “Ordine di Freezer. Come sta il moccioso? È pronto?” Naturalmente sapeva che non poteva essere così, si prendeva gioco di lui.
    “No, ha ancora bisogno di tempo.”
    “Allora lascialo qua. Non abbiamo bisogno di intralci. Se vuole venire la prossima volta, deve allenarsi molto. Vieni subito!”
    Radish sorrideva in modo indeciso. Cosa fare? Guardava verso il medico, poi verso Gohan. Prendeva carta e una penna e scriveva velocemente un messaggio.
    “Quando si sveglia ed è di nuovo in forma, digli di cercare questo tizio qua. È in gamba e mi posso fidare di lui. Ritorniamo fra 4 settimane circa… Aggiungi che gli do questo consiglio di restare in vita e di non arrendersi mai. Temo che lui ti verrà a trovare molte volte…”
    “Si, d’accordo…”
    Radish accennò un saluto e lasciò l’infermeria correndo per i corridoi: Vegeta odiava tante cose, ma soprattutto odiava aspettare.


    Chichi si stava pentendo di aver cacciato suo marito così e si stava rendendo conto che forse aveva reagito un po’ troppo frettolosamente. Ma il suoi pensieri giravano solo intorno ad un unico punto: la sorte di suo figlio. Come stava in questo momento? Cosa gli staranno facendo quegli esseri brutali? Sarà ancora lo stesso al suo ritorno?
    Voleva prendere qualcosa dalla dispensa di cucina - era tempo per preparare il pranzo - quando la sua mano toccava la tazza preferita di Gohan, ornata persino dal suo nome. Come al rallentatore osservava come cadeva a terra frantumandosi. Era un segno che forse era successo qualcosa a suo figlio?
    “Gohan… ti prego… torna da me…”

    Bulma e suo padre avevano finalmente terminato il progetto della stanza gravitazionale che aumentava la gravità al posto di eliminarla. L’apparecchio era ancora in fase di prova ed era così grande che dovevano installarlo in un bunker resistente, dalle dimensioni di 50 metri per 50 ed alto dieci metri. Le pareti erano fatte di cemento armato e si poteva entrare solo attraverso l’entrata di sicurezza.
    “Urca!!! Che forza! Quando posso iniziare?” gridava Goku stupefatto quando metteva piede per la prima volta nel “G-Bunker”.
    ”Calma! Prima ti devo spiegare come funziona… devi essere in grado di usarla, no?” lo frenò Bulma.
    “Uffa… ho capito… ma cerca di usare termini comprensibili per me!” sospirò il Saiyan.
    Bulma cercò di spiegare le cose più importanti del sistema e le modalità di utilizzo. Vicino al protone d’ingresso vi era installato il computer principale con tanti pulsanti e un monitor. Goku si concentrava per capirci il più possibile, anche se la maggior parte delle cose erano troppo complicate per un inesperto del settore dell’ingegneria come lui.
    “:..e qui selezioni il fattore di gravità… al momento siamo ovviamente a un G, la gravità terrestre normale. Con questo la aumenti, e con questo la abbassi…” stava spiegando Bulma, quando la capacità di concentrazione di Goku raggiungeva il suo limite.
    “Argh…! Bulma!!! Mi fa male la testa… Lasciami provare e imparerò! Dimmi solo le capacità di questo marchingegno…”
    Bulma sorrideva vittoriosa, se lo aspettava questa reazione. “Intorno ai 10 G… ma solo 10 ore di fila. Poi devi fare mezz’ora di pausa, sennò si surriscalda…”
    “Capito… a me basta sapere questo. Accendilo!”
    “Sisi… va bene… Ma io vado fuori e osservo tutto tramite i monitor di sorveglianza… voglio vedere se ci sono problemi o no. Un consiglio! Vacci piano all’inizio..!”
    “Va bene.” sorrise Goku, e iniziò con il suo solito programma di riscaldamento. Portava i suoi soliti vestiti d’allenamento e in più si era portato dietro alcuni pesi. Era pronto per questo allenamento speciale! Dopo che Bulma uscì, accese il generatore e regolò la gravità a solo due G. Forse poteva sembrare poco, ma se lui con i suoi vestiti pesava 670 chili, ora ne pesava ben 1340!
    “Urca… bene, cosi può andare…”
    Goku iniziava a correre nella stanza, faceva flessioni sulle braccia ed altri esercizi aumentando pian pianino la frequenza e la velocità. Dopo due ore sentiva come i suoi muscoli si stavano abituando e cominciò con dei Kata e vari attacchi, prima senza, poi con dei pesi in mano. Così andò avanti finchè dopo sei ore gli brontolava lo stomaco.
    “Che fame… purtroppo ho già finito i miei panini… Devo chiedere a Bulma…”
    Goku doveva spegnere il generatore, altrimenti non si apriva il portone, poi si avviò verso la cucina. Li vide che Bulma aveva un’ospite.
    “Ehi, Yamcha! Sei ancora in giro?” salutò il suo amico quando lo riconobbe. Il suo sguardo preoccupato indicava che Bulma gli aveva già raccontato tutto.
    “Ciao, Goku…. L’ho saputo solo adesso… Mi dispiace tanto… ma cosa ci fai qua?”
    “Mi sto allenando con il nuovo apparecchio di Bulma! Posso aumentare la gravità, è fantastico!”, ribadiva invece il giovane Saiyan tutto felice.
    “Ma dai? Beh, in effetti sembri già esser più robusto. Lo sai, sarei quasi curioso di vedere quanto sei diventato forte!” rideva Yamcha con aria di sfida alzandosi dalla sua sedia. Era chiaro che fremeva dalla voglia di fare una gara. Si toglieva la giacca e si massaggiava i suoi muscoli. Bulma stava entrando nella stanza e vide dalle scale i due uomini che si stavano osservando con aria di sfida in pose da combattimento.
    “È mai possibile che voi muscolosi dovete sempre fare a botte?! Yamcha! Goku! Siate più civili in casa mia!” gridava seccata da questo atteggiamento. Goku invece sorrideva:
    “Bulma! Hai qualcosa da mangiare? Ho una fame da lupi!”
    Yamcha non l’aveva sentita, e non riusciva più a fermare il suo attacco, il suo pugno colpiva Goku in pieno viso, ma lui se ne accorse solo perché gli ostacolava nel parlare. Ne rimase talmente sorpreso che non riuscì a proferire parola, Goku invece gli chiese come se niente fosse:
    “Cosa, hai già cominciato? Fammi mangiare qualcosa prima, ho fame!”
    “Ehm… Goku… ti ho appena dato un pugno con tutta la mia forza… non hai sentito nulla?”
    “Beh… una leggera pressione sulla guancia… che c’è? Non ti alleni più?”
    “Sinceramente avrei ricominciato due mesi fa… ma tu sei troppo forte…”
    Goku si grattava la nuca per poi saltare al piano di sopra, dove Bulma aveva già preparato qualche spuntino. Lui e Yamcha parlavano di tutto ciò che riguardava gli avvenimenti passati; il Saiyan ripeteva più volte quanto fosse bella la stanza gravitazionale, e appena ebbe deglutito l’ultimo boccone era pronto a tornare lì.
    “Posso entrarci anch’io? In due ci si allena meglio!” propose il guerriero terrestre.
    “Certo… se resisti…”
    “Contaci. Mi devo solo cambiare…”
    Bulma scosse la testa: da quando Yamcha era entrato nella squadra di Baseball della città aveva sperato che avesse smesso con gli arti marziali… Ma lui era entusiasta come un bambino all’idea, e conoscendolo non era possibile fermarlo finche non si stancava. Gli prestò anche qualche vestito d’allenamento, dei pantaloni grigi e una maglietta blu, ma non senza fargli capire che non era d’accordo.
    I due entrarono del G-Bunker e si riscaldavano. “Avevo appena iniziato con 2 G…”
    “Accendi!”
    Goku azionò il generatore e la gravità si raddoppiò, Yamcha non potè trattenere un piccolo gemito di sorpresa, ma rimase impassibile. Non poteva sapere che Goku indossava i suoi vestiti pesanti quando lo sfidava ad un esercizio di Kumite. Goku attaccò prima piano, poi sempre più veloce. Dopo un’ora Yamcha doveva necessariamente sforzarsi al massimo, mentre Goku non sudava neanche. L’umano alzava la mano e lasciava cadere la guardia.
    “Goku… una pausa! Ti prego… sono… sono sfinito…!”
    “Di già? Va beh, allora continuo da solo…”
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    • #32
      parte 3 (dannaziona al limite di caratteri...)

      Yamcha si sedette sul pavimento e cercò di ricuperare il fiato osservando e ammirando Goku che continuava ad allenarsi con la stessa intensità. Anche lui cominciava a sudare, ma mai tanto quanto l’umano.
      “Cribbio… sono veramente fuori forma… ma è anche strano pesare 140 chili… Goku è diventato davvero forte…”
      Dopo dieci minuti di pausa si rialzò e continuava con flessioni: stranamente gli stava tornando il vecchio spirito d’allenamento che aveva posseduto ai tempi dell’allenamento sotto l’eremita delle tartarughe. Andavano avanti finché Goku non volle mettere 3 G di gravità. Yamcha era stravolto, ma il suo orgoglio non gli permetteva di protestare. Dopo solo mezz’ora Goku era di nuovo il solo che si allenava.
      Il sole era già tramontato quando Goku e Yamcha uscivano dalla stanza gravitazionale. Soffiava un venticello fresco che raffreddava i corpi dei due atleti.
      “Ahia… domani avrò sicuramente dolori muscolari…” brontolava Yamcha massaggiandosi le spalle indolenzite.
      “Grazie per l’aiuto, amico! Se vuoi ci sono anche domani. Sai dove sono Crilin e Tenshinhan? Sono sicuro che piacerebbe anche a loro….”
      “Per Crilin basta chiamare il maestro Muten… per Tenshinhan non so dove si sia cacciato…” rispondeva l’umano. Guardò l’orologio e si spaventò. “Oddio… Devo scappare! Domani ho una partita! L’allenatore mi ucciderà! A dopo, ciao!”
      Yamcha correva nelle casa e ritornava dopo essersi cambiato poi saltò sulla sua moto e partiva come un razzo.
      “Non era poi così stanco allora…” sorrise Goku e sbadigliò di gusto, storse il naso quando annusava i suoi vestiti. “Credo che mi conviene fare un bagno…”
      In fin dei conti Goku era al momento un senzatetto, cacciato da casa da sua moglie, per fortuna poteva stare alla casa di Bulma. Non a caso era la sede centrale dell’impresa più grande del mondo, la “Capsule Corporation” e poteva dare alloggio a centinaia di persone.
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      • #33
        Bellissima, si avvicina davvero molto allo stile di Toriyama (anke se il Maestro nn scrive, ma disegna...), ed inoltre è sempre più avvincente.
        http://i102.photobucket.com/albums/m...4469844891.gif

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        • #34
          Grazie... che complimento...!
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          • #35
            É solo la verità ^^.... cmq sono davvero curioso di "conoscere" Sedri...
            http://i102.photobucket.com/albums/m...4469844891.gif

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            • #36
              un pò di pazienza ancora... prima Goku deve partire, no?
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              • #37
                bellissima complimenti
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                DragonBall Power Line La mia Fanfiction

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                • #38
                  Su! Riportiamo in prima pagina questa meravigliosa FF!! ^-^
                  Non vedo l'ora di leggere il chappy dedicato a Sedri! ^___*
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                  • #39
                    Ehhh... arriva... (sinceramente tradurre quei capitoli mi é piacuto molto...)

                    e poi

                    lei non é la sola mezza saiyan della mia FF...
                    sigpic
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                    • #40
                      bel capitolo anke qst...
                      I embrace my desire
                      to feel the rhythm, to feel connected
                      enough to step aside and weep like a widow

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                      • #41
                        6. Istinto di sopravivenza

                        Parte 1.

                        Prima che Gohan aprisse gli occhi, poté vivere gli ultimi attimi del suo sogno. Era sulla Terra insieme ai suoi genitori e tutto era perfetto. Chichi lo guidava attraverso l’erba alta del prato vicino alla sua casa, Goku camminava vicino a loro e rideva tutto fiero. Le lacrime del bambino si mischiavano con il liquido di cura, perdendosi. Ma ad un tratto quella immagine tanto bella scomparve e lui si trovò tutto solo: tutto divenne freddo e scuro.
                        Spaventato aprì gli occhi e si rese conto che stava galleggiando della vasca di rianimazione. Attraverso il liquido verde vide il medico di sempre che osservava qualcosa sul monitor. Quando il medico alzò lo sguardo si accorse che il bambino aveva ripreso i sensi; con gesti esperti controllò i parametri vitali e terminò la procedura di cura aprendo la capsula. Gohan scossa la testa facendo schizzare dappertutto il liquido di cura, solo dopo si accorse di essere completamente nudo. Scodinzolava con la coda e si guardava intorno in cerca di un asciugamano.
                        “Tutto a posto, piccolo?” chiese il medico porgendogli un asciugamano. Gohan lo prese subito e rispose:
                        “Si… ma… dov’è Radish? Come sta?”
                        “È partito con gli altri due… Non preoccuparti, lui sta bene. Ti ha lasciato questo…”
                        “Partito?! Per dove? Mica per il pianeta Tayara? Ma… perché tanta fretta?”
                        Al posto di una risposta il medico gli porse il foglietto di Radish che il bambino prese subito e lo lesse attentamente.
                        “Che? Qua c’è scritto: ‘Gohan, starò via per circa quattro settimane. Ti prego di continuare gli allenamenti. Con questo foglio andrai da Kwaldarik, un mio amico. Lui allena giovani guerrieri promettenti e mi deve un favore. Abbi cura di te e non arrenderti mai. Radish.’ Ma chi è Kwaldarik?”
                        “Che? Il glaciano?! Ti manda da quello?! Accidenti, devi stare attentissimo! Quello è molto severo… se fossi al tuo posto non ci andrei, ragazzo!” scappò da dire al medico.
                        Gohan deglutì: “È davvero cosi terribile?”
                        “Credimi. E io devo saperne…! In fondo sono io che devo curare quelli che non riescono a seguire i suoi allenamenti…”
                        Gohan rimasse di stucco: allora esiste qualche allenatore che è più severo di suo zio?! Riguardava il foglietto nella sua meno e quasi era tentato di lasciarlo cadere, di buttarlo via e di farsi un bel mese di tranquillità. Ma cosa direbbe Radish al suo ritorno? Ne sarebbe rimasto sicuramente molto deluso… il suolo pensiero della reazione lo faceva rabbrividire. E poi quella frase: “Se il signor Vegeta crede che tu sei solo d’impiccio per lui, ti elimina. Fidati, lui lo farebbe senza battere ciglio.” Che fosse veritiera…? Sicuramente.
                        Con un coraggio sorprendente per un bambino di quattro anni e mezzo rispose: “Bene… Non credo di avere tante di possibilità di scelta… Ci andrò domani…”
                        “Ne sei sicuro? Sei pazzo…. D’altronde è tipico delle razza Saiyan…”
                        Gohan annuì: “Beh, ci vediamo…”
                        “Sicuramente….”

                        Anche sulla Terra l’allenamento proseguiva a vele spiegate. Dopo quattro giorni a 3G Goku continuava ad allenarsi con dei pesi, accompagnato sia da Yamcha e da Crilin, ma neanche in due i terrestri erano in grado di competere con il suo amico.
                        “Che c’è? Non ditemi di essere già stanchi?”, sorrideva il Saiyan vedendo il suoi amici ansimanti e sudati davanti a sé, mentre lui stesso si era appena riscaldato. Yamcha era il più stanco e si dovette sostenere con le braccia sulle ginocchia.
                        “Uff… Goku… sei… sei troppo forte…! Incredibile… devi essere invincibile…”
                        Il Saiyan sorrideva silenzioso guardandosi i muscoli delle braccia che in queste settimane si erano visibilmente ingranditi. Per la massa erano ormai paragonabili a quelli di suo fratello, ma se lo erano anche in fatto di potenza lo poteva solo stimare.
                        “Beh, è vero… sono diventato più forte… ma è troppo presto per definirmi invincibile!”
                        “Non essere così modesto! Perché sei tanto pessimista?” ribadì Yamcha stupito. Goku scambiò uno sguardo veloce con Crilin che annuiva silenzioso.
                        “Non hai visto mio fratello… è stata un’esperienza terribile, ti dico. Io e Piccolo INSIEME non eravamo alla sua altezza, anche se ci siamo allenati per tutta la vita. Nonostante ciò… eravamo solo dei bambini in confronto a lui… un fastidio. Lui pensa in altre dimensioni… forze che per noi sono terribili per lui sono cose di ogni giorno. E poi anche lui ha affermato che i suoi amici sono molto più forti di lui! Pensa, io - che mi alleno così da solo un mese e mezzo - ho raddoppiato la mia forza… e se loro si sono allenati così per tutta la vita? Non oso pensarci. In ogni caso devo cercare di guadagnare più punti possibili!”
                        I due umani ascoltarono in silenzio ed erano stupefatti e spaventati allo stesso tempo. Crilin era d’accordo ricordando le sue esperienze personali con il Saiyan.
                        “Non ci avevo mai pensato… Hai ragione…” annuì Yamcha.
                        “Allora capisci che sono solo all’inizio. Ho come la sensazione di scoprire solo ora la mia vera potenza…”
                        Questa affermazione era nuova, non potevano ancora capire cosa intendesse Goku. La discussione venne interrotto da una chiamata di Bulma: sua madre aveva preparato uno spuntino.

                        Goku non poteva sapere quanto avesse ragione. Ciò che per lui era solo una supposizione per suo figlio era ormai realtà: nello spazio ci sono esseri con capacità tanto fenomenali da sembrare irreali.
                        Fu la prima volta che dovette dormire tutto solo nella cabina che aveva finora occupato con suo zio. Era sdraiato sul letto inferiore - non osava prendere il letto superiore di Radish - e non riusciva ad addormentarsi. Appena chiusi gli occhi vide davanti a sé il paesaggio di casa sua ed ogni volta doveva lottare contro le lacrime. E se per una volta non ci pensava i suoi pensieri giravano intorno all’allenamento dell’indomani e che cosa poteva capitargli. A notte fonda finalmente si addormentò senza rendersi conto.
                        La sveglia lo spaventò non poco, i pensieri al giorno odierno scacciavano brutalmente anche i pochi resti del calore del sonno. Sinceramente aveva una paura matta e gli costava una forza mentale enorme di scendere dal letto e di iniziare la giornata, il foglietto di suo zio lo aspettava vicino al letto. Gohan lo fissò e s’immaginò Radish che lo scriveva. Non aveva dovuto farlo, anzi, sarebbe stato comprensibile se non gli avesse importato nulla di cosa facesse in sua assenza, ma non era così. Questo non poteva ignorarlo, era stato educato così.
                        Si mise i vestiti e si lavò la faccia per poi mettersi in cammino verso la palestra C, là dove era questo Kwaldarik a comandare. Già sulla strada d’andata si sentiva addosso gli sguardi degli altri soldati, che lo fissavano con aria minacciosa. Ormai tutti lo conoscevano come “la piccola scimmia”.
                        Un essere simile ad un insetto sbarrò la via al moccioso davanti all’entrata alla palestra C e lo fissò dall’alto con aria disgustata. Anche lui portava un’uniforme e sembrava essere un soldato.
                        “Cosa vuoi, verme?”
                        Gohna deglutiva a fatica e cercò di farsi rassicurarsi: “Voglio vedere Kwaldarik.”
                        “Che? Che scherzo di cattivo gusto! Torna a casa dalla tua mamma, insetto!” lo derideva facendo vibrare le lunghe antenne sulla sua testa verdastra.
                        “Non sto scherzando. Lasciami passare!” Gohan cominciò ad arrabbiarsi, odiava di essere trattato cosi. Ma l’uomo insetto non si fece intimorire dalla sua espressione arrabbiata e continuava a ridere ancora più forte, il che irritò il bambino ancora di più. La sua risata venne interrotta da un gemito di dolore, provocato da un calcio di Gohan alla sua gamba. Sopra la sua caviglia si formò presto un ampio ematoma.
                        “Ahia! Maledetto scarafaggio! Come ti permetti? Bene, lo hai voluto tu! Macché Kwaldarik… ti faccio fuori io!!!” gridò incavolato e con una voce strillante che risuonò dalla pareti del corridoio. Gohan deglutiva sentendosi addosso lo spirito combattivo dell’avversario e si mise in posizione di difesa. Non mostrare la tua paura… i due si osservavano in attesa di un movimento dell’altro, quando risuonò una voce possente da dentro l’uomo insetto.
                        “Zarakish! Cosa stai facendo?! Non sprecare le tue energie! Hai un esame, ricordi?”
                        L’accusato si spaventò e fissò con i suoi quattro occhi la persona che era comparsa dal nulla. “Si… Signor Kwaldarik…! Lei è già qua…?”
                        Ora anche Gohan alzò lo sguardo vedendo davanti a se un uomo alto e muscoloso con cappelli blu che erano sparati indietro in stile irokese e con una pelle liscia e azzurra, sopra gli occhi privi di sopraciglia crescevano delle piccole corna, anche loro piegati indietro. Portava un’armatura completa blu e sembrava essere piuttosto forte.
                        “Forza, entra!” sbuffò indicando con il pollice la porta accanto; il suo discepolo s’inchinò e obbedì subito. Solo ora il soldato sembrava di aver visto il bambino davanti a sé e lo esaminò velocemente.
                        “E tu cosa vuoi?”
                        Last edited by BK-81; 30 December 2010, 00:37.
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                        • #42
                          Ancora una volta Gohan deglutì, si sforzò di non seguire la tentazione di scappare o di indietreggiare per aumentare la distanza fra lui e il guerriero. Stava solo ad un metro di distanza facendolo sembrare alto come una montagna. Dopo cinque secondi di silenzio e senza una risposta alla sua domanda il soldato si voltò e volle andarsene; allora finalmente Gohan si liberò dalla paura e cominciò:
                          “Ecco… Lei… lei allora è Kwladarik…? Mi manda Radish … Vuole che Lei mi alleni…”
                          Questa affermazione fu abbastanza interessante da fermare il cammino del guerriero e da farlo voltare.
                          “Allora sei tu il piccolo Saiyan di cui ho sentito parlare tanto? Il fardello di Radish?”
                          “Beh sì…”, rispose il bambino mostrando la lettera di suo zio. Kwaldarik lo prese e lo lesse velocemente.
                          “Tsk… o è impazzito o ha molta fiducia nelle tue possibilità… lo sai che sono molto severo? Va bene… se ci tieni tanto vieni dentro per provare. Come ti chiami e quanti anni hai?”
                          “Il mio nome è Son Gohan… no, solo Gohan. Ho quattro anni e mezzo…”
                          “Gohan… vediamo se e come riuscirai a resistere per questa giornata…” sorrise Kwaldarik in modo poco rallegrante, ma questo Gohan non lo poté vedere perchè quegli gli aveva voltato le spalle.
                          La palestra si estendeva su varie stanze ampie eccellentemente attrezzate. Al momento solo dieci cadetti si allenavano in vari modi, ma tutti interruppero la loro attività vendendo entrare Kwaldarik e il nuovo arrivato: tutti si alzarono velocemente e lo salutarono con rispetto. Il comandante presentò Gohan:
                          “Questo è Gohan… ci fará compagnia per un po’… Spero che lo accetterete presto… a proposito: lui è un Saiyan!”
                          Alcuni cadetti iniziarono a bisbigliare tra di loro, Gohan abbassò lo sguardo mostrando la propria insicurezza.
                          Last edited by BK-81; 30 December 2010, 00:39.
                          sigpic
                          >>>visitate la mia fanart gallery su Deviantart

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                          • #43
                            bravissima come al solito bk !!!!!!!!!!!!
                            ^__^-->http://giulia92.deviantart.com/

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                            • #44
                              Sempre + meravigliosa....
                              http://i102.photobucket.com/albums/m...4469844891.gif

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                              • #45
                                Eheheh povero Gohan! Cosa gli aspetta d'ora in poi!
                                Belliffima! *o*
                                sigpic

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