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Cuore di metallo

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  • Bei capitoli...ma ho trovato un grosso errore...Mirai Trunks dopo essersi potenziato nel passato non avrebbe avuto problemi ad eliminare Cell alla prima forma!
    Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

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    • E dire ke l'ho scritto all'inizio della ff: -la storia originale verrà "lievemente" stravolta- Nella ff Cell ha assorbito un paio di città in +... Trunks nn se lo aspettava... e poi Cell era in difficoltà nello scontro ed è riuscito a imporsi solo con un meskino stratagemma...
      I want be free... I WILL BE free!
      sigpic
      Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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      • davvero bella continuala nn vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo
        sigpic
        custodians of the sanctuaryhttp://custodiansofthesanctuary.forumfree.net/
        lela,alex vi stimo

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        • Capitolo IV, camminando nel tempo:
          - Preparati a sparire tu, verme!! Urlò il Cyborg levando il pugno, preparandosi a colpire Cell in piena faccia. Il mostro non fece nulla per schivare il colpo diretto verso di lui. Si limitò a un sorriso beffardo aspettando impassibile, intenzionato a dimostrare all’avversario che poteva sopportare i suoi colpi con facilità, che non avrebbe in alcun modo potuto sconfiggerlo. Si accorse del suo errore solo quando lo spostamento d’aria provocato dal colpo lo raggiunse, quando era a pochi millimetri dal suo volto. E non ebbe il tempo di spostarsi. E quando le nocche del ragazzo incontrarono la dura pelle di Cell, quest’ultimo venne sbalzato all’indietro per metri e metri, travolto dalla forza devastante di 17. Il Cyborg fu per un attimo sbalordito dalla facilità con cui aveva centrato il bersaglio. Ma il suo stupore durò solo pochi millesimi di secondo, poi un sorriso compiaciuto si formò sul suo volto e si gettò contro Cell, iniziando a colpirlo con una rapidissima serie di colpi, senza dare all’avversario un attimo di respiro, approfittando della debolezza di Cell. Presto l’insicurezza iniziale si dissolse come la nebbia appena compare un potente raggio di sole. E sfogò sull’essere tutto il rancore, il dolore, l’orrore che gli aveva fatto provare lui in passato, con un ghigno sadico in faccia. Ma Cell subì senza reagire solo per un minuto scarso, poi colpì con un violento pugno il viso di 17 che però compì una serie di capriole all’indietro, portandosi a distanza di sicurezza e mettendosi in posizione di difesa, in attesa della controffensiva di Cell, invitandolo con un gesto provocatorio a farsi avanti. E Cell non si fece certo attendere. Si scagliò in avanti con tanta violenza da creare profonde crepe nel terreno. Il Cyborg schivò con destrezza tutti i colpi che il mostro gli indirizzò contro e quando, spinto dalla rabbia scivolò in avanti, 17 lo colpì violentemente alle gambe, facendogli definitivamente perdere l’equilibrio e poi con una violenta gomitata, lo spedì a faccia in giù nel terreno, aprendo una voragine. Poi incrociò le braccia e guardò con sufficienza i goffi tentativi di Cell di rimettersi in piedi. Poi Cell si gettò di nuovo all’attacco, ma la sua offensiva fu talmente prevedibile che il ragazzo moro non dovette praticamente muoversi, per rimanere incolume. Poi, alzò Cell da terra con un potente calcio sul mento e si portò sulla sua traiettoria con la super velocità. Poi lo afferrò per la coda e si gettò in picchiata, aumentando la velocità man mano che il terreno si faceva più vicino. Quando fu poi a un metro da terra, lasciò andare violentemente il mostro, che si schiantò rovinosamente a terra.
          “ Ho bisogno di energia” pensò disperatamente Cell riemergendo dalla polvere, mentre il sangue gocciolava dalle sue labbra. 17 atterrò poco distante da Reika, che aveva assistito a tutto lo scontro.
          - Hai curato Trunks? Chiese l’androide, senza staccare gli occhi da Cell, che stava cercando di rimettersi in piedi.
          - No... non posso. Posso curare solo tagli. Lui ha numerose costole incrinate e probabilmente ha una gamba rotta. Non posso fare niente- rispose Reika, quasi disperata.
          - Allora devi portarlo via di qui! Portalo da Bulma, lei saprà certamente cosa fare- rispose 17 con un velo di angoscia.
          - Sì, vado subito- rispose Reika scoccando una rapida occhiata all’impotente Cell, che fissava entrambi con astio e prendendo delicatamente Trunks in braccio (ben poco cavalleresco, lo so XD) e librandosi in aria, in direzione della città. 17 si voltò per un istante, seguendo il movimento della compagna, rivolgendole uno sguardo carico di affetto. E di quell’unico, misero attimo approfittò Cell. E quando 17 vide l’oggetto verde schizzare a tutta velocità verso la Cyborg, ebbe a malapena il tempo di urlare.
          - ATTENTA ALLE SPALLE!!! Con un urlo terrorizzato. Reika riuscì a voltarsi in tempo e con una brusca manovra aerea schizzò verso l’alto, evitando la micidiale macchina di morte, che la colpì solo di striscio, sfregiandole lievemente la gamba. Ma Cell non si fermò e ripartì all’attacco, facendo schizzare la propria cosa verso la Cyborg, notevolmente impacciata da prezioso fardello che teneva in grembo e schivava i colpi vibrati in sua direzione con sempre più ritardo, sfiorando sempre di più la cattura. 17 invece era paralizzato sul posto, sconvolto dalla scena che vedeva davanti ai suoi occhi. Era tutto identico a pochi anni prima. Identica l’espressione sua e di Reika, disperata e impaurita. Identica era l’espressione di Cell, che sembrava quasi divertito dalle tremende difficoltà della vittima.
          “Devo trasformarmi! Devo!! Pensava Reika dentro di sé, mentre schivava per miracolo l’ennesima offensiva di Cell. Ma non c’era modo di concentrarsi su quel pensiero. Su quell’unico pensiero che le avrebbe fatto esplodere l’energia nelle vene, consentendole di salvare la propria vita e quella dei compagni. Ma non aveva un attimo di respiro, né Cell sembrava intenzionato a darglielo e alla fine accadde. Fu un ki-blast, che Cell lanciò contro di lei, colpendola in pieno. E Trunks le sfuggì dalle braccia.
          - No!! Urlò lei scendendo in picchiata per cercare di fermare quella caduta che, per lo stato attuale del saiyan, poteva rivelarsi fatale. Ma non riuscì mai a raggiungerlo. La coda del mostro le cinse la vita proprio in quel momento, imprigionandole le mani contro i fianchi.
          E il ragazzo dai capelli lilla crollò a terra con un tragico, sordo tonfo.
          - Trunks!! Urlò lei, divincolandosi a più non posso.
          - Fossi in te, non mi preoccuperei più di tanto di qualcun altro- disse Cell in tono canzonatorio, mentre l’estremità della sua coda si allargò a dismisura, come la bocca di un serpente quando sta per ingurgitare una preda. Un’ espressione di puro terrore si formò sugli occhi celesti della ragazza, mentre con un urlo di orrore vide quell’oggetto infernale abbattersi su di lei. Ma un istante prima che ciò avvenisse, con un ultimo, disperato sforzo, riuscì a liberarsi la mano sinistra, frapponendola fra sé e quella porta che conduceva dritti all’inferno. Subito sentì una pressione tremenda, mentre Cell si sforzava di arrivare in fondo nel suo intento, con lenta ma costante tenacia. Le nocche della ragazza sbiancarono, tanto disperati erano i suoi sforzi per allontanare da sé quell’essere.
          Quella strenua lotta andò avanti per un paio di minuti, poi Cell ruppe il silenzio
          - Mi sono stufato. Credo di voler velocizzare il processo- disse malignamente arrivando a pochi centimetri da Reika, che gli rivolse un’occhiata di odio puro, mentre perdeva sempre più terreno. Poi Cell le appoggiò una mano sul fianco. Un’altra ondata di terrore scosse il corpo della Cyborg, impotente sotto la morsa dell’avversario.
          - Basterà un semplice ki-blast e le tue difese crolleranno del tutto. Dovresti rimanere in vita per cinque minuti abbondanti. Avrò tutto il tempo per assorbirti con calma- disse Cell emettendo in una risata di soddisfazione davanti all’espressione di Reika, un’espressione che avevano solo i condannati a morte. Ma in quel momento, un pensiero esplose nella mente della Cyborg. Una sola e unica parola.
          - 17!!! Reika urlò questo nome con tutta la forza che aveva in corpo, invocando colui a cui apparteneva quel nome.
          E il Cyborg, che fino ad allora aveva assistito alla scena paralizzato dall’orrendo spettacolo, rinvenne dal suo torpore. E la rabbia divampò in lui.
          - NON LA TOCCARE!!! Urlò furibondo, colpendo Cell con tanta forza che l’osso del braccio colpito si frantumò con un rumore agghiacciante.
          Last edited by Dyana; 25 November 2007, 22:00.
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          Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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          • BASSSSTARRRRDOOOO cell!!! dio se lo odio!!! lo detestoooooooooO!!!!!
            bel capitolo!! complimenti!!! ^^ descrizione perfetta del combattimento!!!
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            I love Ya, Juunana Gou!
            W il pattinaggio artistico!!

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            • Grazie Smartie!! Sn contenta ke ti piaccia
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              Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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              • Capitolo V, Vittoria, sconfitta:
                L’urlo di dolore di Cell riecheggiò tutt’attorno, mentre l’osso del suo braccio si riduceva in briciole. Ma non mollò la presa su Reika. Non ci pensava nemmeno.
                Ma 17 non era dello stesso parere. Iniziò a massacrare Cell di colpi e quella fu l’unica volta in vita sua che i suoi colpi furono rapidi come quelli della compagna. A momenti non si dava il tempo di respirare, tanta era forte il desiderio di liberare Reika, la quale intanto era riuscita a fermare l’avanzata di Cell, distratto dall’attacco di 17.
                E vedendo il ragazzo moro, Reika riuscì a rievocare nella mente l’immagine che l’aveva fatta trasformare la prima volta. E mentre i capelli diventavano biondi e gli occhi assumevano il colore dell’oceano, la forza cresceva, la paura crollava e restava solo la voglia di combattere.
                Con un unico colpo deciso, si liberò dalla stretta del mostro verde, facendo defluire all’esterno la sua aura in un bagliore dorato.
                Cell sentì la presa sulla Cyborg sparire e le rivolse un’occhiata. E rimase di sasso nel constatare che era diventata super saiyan. E si distrasse.
                Contemporaneamente i due Cyborg ne approfittarono e iniziarono a sommergere il mostro di colpi, energetici e fisici. Nei loro sguardi di ghiaccio bruciava un fuoco che non si sarebbe spento che con la morte di Cell, che non riusciva a mettere in piedi una difesa abbastanza efficace da respingere i due ragazzi mori, che parevano due furie scatenate.
                “Devo uscirne. E devo farlo in fretta” pensava disperatamente Cell, creando attorno a sé una barrier che respinse Reika e 17, facendoli arretrare di qualche metro. Allora schizzò verso l’alto e iniziò a caricare l’energia nelle mani congiunte sul fianco.
                - Ka-me...
                I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa e annuirono in contemporanea, mettendosi schiena contro schiena.
                - Ha-me...
                Entrambi iniziarono a caricare l’energia nei palmi, le mani unite sui fianchi opposti, un’energia dorata e distruttiva.
                - HA!! Urlò cell scagliando l’enorme raggio azzurro in direzione dei Cyborg, che con un urlo liberatorio lanciarono i loro raggi, che si intrecciarono in una spirale dorata, che si scontrò contro l’onda di Cell, sconvolgendo il paesaggio circostante, generando un gioco di luci e producendo un rumore infernale.
                Quella battaglia durò una manciata di secondi, poi la sfera blu iniziò a ripiegarsi su se stessa, non potendo resistere alla pressione dei raggi dorati. Poi esplose in un mare di luci, mentre la spirale continuò la sua corsa, colpendo in pieno Cell, che con un ruggito di dolore, rabbia e frustrazione, si dissolse nel nulla, lasciando di lui solo il ricordo.
                17 abbassò le mani, poggiandole poi sulle ginocchia e poggiandoci il peso del corpo, ansimando, cercando di riprendere fiato, mentre gocce di sudore correvano lungo la fronte, lungo le guance...
                Reika abbandonò la trasformazione in super saiyan e si afflosciò in ginocchio, ansimando ancora di più di 17.
                Non avevano subito un grande sforzo fisico, ma erano molto provati psicologicamente.
                Del resto era normale... Ora avevano solo voglia di buttarsi su un letto e dormire 24 ore filate.
                Ma ciò ancora non era possibile.
                Quell’aura così bassa che minacciava di spegnersi da un momento all’altro scosse Reika, che si tirò su di scatto. Allarmato, 17 si voltò verso di lei, con lo sguardo dilatato dallo stupore.
                Poi realizzò, scattando in piedi anche lui.
                - TRUNKS! Entrambi in contemporanea urlarono il suo nome ed entrambi corsero verso il ragazzo dai capelli lilla, che giaceva scompostamente a terra, lottando tra la vita e la morte.
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                Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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                • Capitolo VI, Addio:
                  Reika si gettò a terra, talmente agitata da non riuscire nemmeno a percepire il battito del ragazzo, che aveva gli occhi chiusi e respirava appena.
                  - Che cosa facciamo? Che cosa facciamo?? Urlò in direzione di 17, in preda a un furia disperata. E presto il panico più nero si impossessò anche del Cyborg.
                  - Non lo so!! Entrambi nervosi allo spasimo cercarono disperatamente di trovare una soluzione...
                  - L’ospedale! Dobbiamo portarlo all’ospedale!! Urlò all’improvviso 17 prendendo in spalla Trunks e dandosi una poderosa spinta, sfrecciò in direzione della città, con Reika che lo tallonava.
                  La signora Sato sbadigliò sonoramente. Il suo turno era appena cominciato e non sarebbe terminato che tra sei ore. La noia la assaliva solo all’idea.
                  Non succedeva mai nulla, quando lei era in servizio. Solamente una volta, tre anni fa, era capitato qualcosa di veramente eccitante: quel ragazzo dai capelli lilla che era comparso dal nulla, portando quei due ragazzi ridotti così male che sembravano dover morire da un secondo all’altro e che alla fine erano spariti nel nulla dopo poche ore dal ricovero.
                  “ Quel ragazzo aveva più o meno l’espressione dei tizi che stanno entrando adesso” si disse fiaccamente la donna, notando due giovani sui vent’anni che si gettarono nell’ospedale con tanta violenza che a momenti la porta cedette. E prima che riuscisse a rendersi conto di qualcosa, i due sbatterono violentemente le mani sul balcone e urlarono in sincronia perfetta:
                  - STA MORENDO!! FATE QUALCOSA!!!! Con tono denso di disperata impotenza, con lo sguardo sconvolto di chi vorrebbe con tutto se stesso fare qualcosa ma deve per forza farlo fare ad altri. Dove aveva già visto quell’intenso sguardo di ghiaccio? E quei capelli lunghi e scuri come la notte? La signora si chiedeva disperatamente dove avesse già visto quel ragazzo, che tanto le ricordava qualcuno. Poi una ciocca di capelli si sostò sul suo viso, scoprendo il piccolo cerchio dorato che portava sul lobo. E capì, mentre un odio misto a una paura cieca la avvolgeva da capo a piedi.
                  C-17! L’assassino di metà della popolazione mondiale. La signora sconvolta, ma ebbe la forza di premere un pulsante rosso sotto la scrivania e una sirena iniziò a ululare. Una mezza dozzina di infermieri si affrettarono a prendere il saiyan e lo portarono velocissimamente in una stanza dalla porta bianca che si chiuse immediatamente dopo il loro passaggio, mentre una spia rossa si accendeva sopra di essa. Ai due Cyborg non rimase che aspettare.
                  Reika si accasciò pesantemente su una sedia, con lo sguardo vacuo e fisso su quella stanza, con un buio totale in testa, senza la minima emozione o senza il minimo pensiero. 17 invece iniziò a passeggiare nervosamente in circolo, con una confusione di sentimenti e pensieri tale che era sicuro sarebbero esplosi fuori dalla sua testa da un momento all’altro.
                  I due erano troppo sconvolti per notare le occhiate cariche di odio mischiato a un folle terrore che tutti rivolgevano loro. Tutti i presenti in quel luogo avevano perso almeno una persona cara, per colpa sua. Molti erano tentati di assalirlo e provare a ucciderlo, ma la consapevolezza dei suoi poteri frenarono i desideri di vendetta più disperati e vivi.
                  Però nessuno era intenzionato a lasciar uscire vivo da lì quello che per tutti era il Cyborg che aveva ucciso centinaia di migliaia di persone.
                  E la ragazza che gli stava appresso poteva essere chiunque, anche se nessuno sano di mente andrebbe in giro con omicida come lui. Quindi doveva per forza essere una complice o qualcuno invischiato in qualche affare poco lecito...
                  Il cielo si era tinto con i colori del tramonto, quando fu concesso a 17 e a Reika il permesso di entrare nella sala dove Trunks era ricoverato. Era sdraiato su un letto, la gamba rotta era stata fasciata e ora era tenuta sospesa da una corda imbottita. Voltò stancamente il capo verso di loro, quando li sentì entrare. E rivolse loro un sorriso dolorante, cercando di alzarsi. Ma abbandonò i suoi sforzi, quando una fitta di dolore lo colpì al petto.
                  - Come stai? Chiese preoccupato 17, quando raggiunse i pressi del letto.
                  - mi sento abbastanza uno straccio, nonostante tutti continuino a dire che sono stato fortunato... disse il saiyan.
                  - Ho quattro costole incrinate, due rotte e c’è mancato poco che almeno un paio di esse mi perforasse i polmoni. Poi ho una gamba rotta e una spala lussata. E ho rischiato che Cell mi spaccasse l’osso del collo quando mi ha afferrato per la gola. Quindi non potrò alzarmi dal letto per un mese o due. Però tutti continuano a dirmi che sono stato fortunato- l’ultima frase venne seguita da una risatina, che sfociò in una serie di colpi di tosse, che segnarono di sofferenza il volto del ragazzo.
                  - Comunque, siete stati proprio due stupidi, anche se mi avete salvato la vita- continuò poi il saiyan, rivolgendo lo sguardo al soffitto. I due Cyborg si scambiarono un’occhiata perplessa.
                  - Vi... vi hanno riconosciuto tutti. Non dovevate portarmi qui, non dovevate farvi vedere-
                  - E cosa dovevamo fare? Lasciarti morire là dove eri?? Chiese irritata Reika
                  - Dovevate portarmi a casa, alla... alla capsule corporacion...
                  - Ci siamo fatti prendere dal panico, non ci abbiamo pensato... rispose Reika volgendo un’occhiata imbarazzata verso l’alto, mentre 17 volgeva lo sguardo a terra.
                  - Ora non ha più senso stare... a parlarne. Dovete andare via da qui... dovete nascondervi- continuò il saiyan, mentre li si affievoliva la voce.
                  - Dai, non parlare Trunks. Ti affatichi per nulla- lo ammonì Reika con un dolce sorriso.
                  - Dovete andare dove non possano... trovarvi mai- ormai ogni volta che terminava una frase, Trunks doveva fare una pausa per prendere fiato.
                  - Tre anni non sono di certo bastati per cancellare il ricordo di tante vite spezzate per capriccio. L’astio e l’odio sono più... più vivi che mai nei cuori dei... parenti delle vittime. Nessun luogo sarà mai... troppo sicuro. Dovete tornare indietro- a questo punto Trunks fu interrotto da un violento colpo di tosse, che fece preoccupare non poco i due Cyborg, che ormai avevano capito doveva arrivare il saiyan.
                  - Dovete tornare... nel vostro tempo- concluse Trunks concedendosi finalmente una pausa.
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                  • - Non è che hanno rinvenuto anche un problema celebrale? Noi da qui non ci muoviamo! Questo è il nostro mondo. Ed è qui che resteremo- disse 17 con decisione. Reika rimase in silenzio.
                    - Sentite... non potete fare nient’altro. Non ci sarà un luogo sulla terra abbastanza sicuro per voi. Dovete fuggire e... tornare indietro. Non sarà un addio. Solo un arrivederci. Tra qualche... anno tornerete qui con la macchina del tempo- sembrava che ogni parole gli costasse un sacrificio immane.
                    - Ve lo chiedo... come un favore personale. Fatelo per me- continuò vedendo le espressioni restie e turbate dei due amici.
                    - Per favore- scongiurò con la voce che era poco più che un sussurro.
                    A 17 sfuggì un sospiro rassegnato. Poi si aprì con un tenue sorriso.
                    - Forse ai ragione tu… d’accordo, spariamo per tre anni. Non uno di più. Poi ci riavrai di nuovo tra le scatole- disse stancamente, cercando di assumere un tono irritante. Poi gli diede un gentile colpetto sul braccio sano e aprì la finestra scorrevole.
                    “L’avevo giudicato male, all’inizio” si disse Trunks accompagnando il Cyborg con lo sguardo. Aveva sempre pensato che fosse solo un pallone gonfiato che pensava solo a se stesso... il primo evento che fece crollare questo suo pensiero fu la nascita di Chihiro. Se lo ricordava bene quel giorno.
                    Era l’alba e lui e 17 erano in salotto, il primo seduto su una poltrona, in trepida attesa, l’altro camminava più che nervosamente lungo il salotto. Ogni tanto si sentiva un incitamento da parte di Bulma, o un gemito particolarmente forte di Reika. E ogni volta 17 accelerava il passo. Aveva già fatto cadere un numero incalcolabile di soprammobili senza nemmeno rendersene conto, quando all’improvviso si udì un pianto disperato. E il Cyborg perse definitivamente il controllo e per far prima sfondò letteralmente il soffitto, trovandosi nella stanza di Reika. Lei era sdraiata su un letto, era molto pallida e provata, ma irradiava gioia da tutti i pori. Gli rivolse uno sguardo stanco, quando lo vide entrare, accompagnato da un radioso sorriso.
                    - Ma che cosa hai fatto?? Le porte esistono anche per voi!! Aveva urlato Bulma, dopo l’ingresso in scena del ragazzo, che abbassò lo sguardo, imbarazzato. Poi la donna gli passò un lenzuolo bianco, dove era avvolta una creaturina che non smetteva di piangere.
                    - Congratulazioni, sei diventato padre- gli disse, porgendogli il fagotto. Per un attimo il Cyborg si stupì, poi prese il piccolo, sempre con sguardo attonito.
                    - È una bambina- gli disse Reika, in un mormorio.
                    Intanto, lui era entrato nella stanza attraverso la porta e notò la bambina in braccio a 17, che aveva smesso un attimo di piangere e lo fissava con occhi spalancati. Il Cyborg la aveva avvicinata a sé, con un’espressione dolcissima, rimirando sua figlia.
                    In quel gesto, era scivolata giù dalla spalla una ciocca di capelli, che accarezzarono il volto della bambina, che l’afferrò di istinto, iniziando a tirare, con piccoli urli di gioia.
                    - Questa è proprio mia figlia- disse con un sorriso un po’ sciocco il Cyborg, cercando di far mollare la presa alla piccola. E Trunks aveva capito che sotto la scorza fredda e spavalda che portava, 17 nascondeva un animo gentile...

                    Ma si era perso nei ricordi e quando tornò alla realtà, vide che 17 se n’era andato, ma che Reika era ancora lì.
                    - Dai, Reika, vai. Non sarà lungo. Solo per pochi anni. Questo è solo un arrivederci- le disse il saiyan
                    - Io non vado. Questo è il mio mondo. Non posso andare via... e poi non voglio separarmi da te. Dopotutto noi due siamo amici e non voglio andarmene- rispose lei con tono secco
                    - Allora prendila così: in questi anni metteremo alla prova la nostra amicizia. Vedremo... se è autentica o no-
                    Sorrise poi, il saiyan, all’espressione di Reika. Sembrava quasi una bambina spaventata.
                    - E questo è per aiutarti a non dimenticarti di me- aggiunse, allungando il braccio intero tra i capelli e tagliandone un piccolo ciuffo con un leggero ki-blast, porgendo poi la ciocca lilla a Reika, che l’afferrò quasi meccanicamente.
                    - E questo è l’altro capo della promessa- disse con un sorriso rassegnato la Cyborg, tagliandosi a sua volta una ciocca di capelli dietro la nuca.
                    - A differenza tua i miei capelli non ricrescono. Nessuna ciocca potrà sostituire quella che ti sto dando, come nulla potrà sostituirti-
                    Poi strappò un lembo di tessuto dalla sua maglietta e legò le due estremità dei suoi capelli, porgendoli a Trunks, che li infilò sotto il cuscino. Poi fece la stessa cosa coi capelli del saiyan, infilandoli poi in tasca.
                    - Allora vado. Ci vediamo tra tre anni- disse Reika, rivolgendo al saiyan il sorriso più sincero che potè fare in quel momento, pi si gettò nel vuoto, partendo poi a razzo dopo pochi metri di caduta.
                    E anche se non avrebbe voluto, presto sentì sugli occhi un’umida patina acquosa, mentre lacrime di dolore, rabbia e frustrazione le rigavano il volto.
                    Last edited by Dyana; 29 November 2007, 22:13.
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                    Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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                    • bell'episodio, triste, ma speranzoso...
                      solo non ho capito quando 17 è diventato padre, mi puoi chiarire la situazione?
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                      • Ehilà! E' una fiction bellissima Dyana, l'ho letta tutta ora e mi ha toccato molto... C17 è uno dei miei preferiti e mi dispiaceva che era dalla parte dei cattivi...tu lo hai ripreso e gli hai fatto emergere una personalità davvero bella! Non mi aspettavo che Reika era una saiyan, però la sorpresa mi è piaciuta ! Complimenti, attendo di leggere il prox!
                        "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

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                        • Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza Messaggio
                          bell'episodio, triste, ma speranzoso...
                          solo non ho capito quando 17 è diventato padre, mi puoi chiarire la situazione?
                          Praticamente c'è stato un flashback dove si è visto quando è nata Chihiro e Trunks ha capito che in realtà 17 non era come lui pensava che fosse: uno sbruffone che pensa solo a se stesso. Spero di averti chiarito le idee

                          Cmq grazie a tt e due x il commento
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                          • Capitolo VII, Ritorno al passato:
                            Gli ultimi sprazzi di luce stavano sparendo all’orizzonte quando 17 entrò nella macchina del tempo con un balzo. Aveva un’espressione scura in volto e l’ultima cosa che voleva fare, in quel momento, era pigiare il pulsante che l’avrebbe riportato indietro.
                            Il suo migliore amico era in ospedale e lui stava fuggendo. Solo al pensiero gli bruciava il cuore nel petto.
                            In quell’ora, dopo che furono tornati a casa, Bulma gli aveva spiegato come far funzionare quella macchina che anni prima aveva concesso a Trunks di salvare Goku e avvertirlo del suo imminente arrivo, assieme a 18. Quando ancora il buio albergava in lui e lui desiderava solo uccidere.
                            “Forse qualcosa di buono Cell lo ha fatto, dopotutto” si disse con un sorriso denso di amarezza il Cyborg.
                            Reika uscì in quel momento dalla Capsule Corporacion con la piccola Chihiro che dormiva profondamente stretta al petto. Con passo lento si avvicinò a 17 e sempre con estrema lentezza volò a posizionarsi nello stretto abitacolo. Si stava stranamente larghi quella volta. E faceva incredibilmente male. Subito dopo aver spiegato ai due ragazzi il funzionamento della macchina da lei costruita, Bulma si era precipitata all’ospedale, per andare a trovare Trunks. E sul buio giardino dei Brief, c’era un silenzio carico di nostalgia e sconforto, che il vento quasi sembrava volesse cacciar via col suo soffiare impetuoso.
                            17 e Reika non si erano scambiati una parola, eppure erano cinque minuti buoni che erano saliti sulla macchina del tempo, lo sguardo incollato al suolo, l’uno in attesa che l’altro premesse il fatidico tasto.
                            Poi, scattò qualcosa e 17 decise di interrompere quell’agonia e premette il tasto rosso, grosso e circolare che si trovava al centro dei comandi. Le coordinate erano già state inserite da Trunks quel pomeriggio. Subito la spessa cupola di vetro si abbassò su di loro con un sinistro rumore. E il veicolo si alzò da terra, prendendo quota e provocando alcuni scossoni. 17 si guardò un po’ intorno, notando il paesaggio che cambiava. Reika invece non abbandonò la posizione né lo fece per tutta la durata del viaggio, mai, nemmeno per un secondo, per incontrare lo sguardo della figlia che si era svegliata o per cercare di sollevare in minima parte il compagno con uno sguardo di conforto. Fissava il vuoto con un peso nel cuore.
                            Quando infine il paesaggio ricomparve, chiuse gli occhi un attimo, con un gemito.
                            Tutto il suo mondo era crollato come un castello di sabbia quando sale la marea.
                            Avrebbero dovuto ricominciare da capo una nuova vita.
                            Erano in un deserto di pietre e massi morrone-rossicci e il sole brillava forte e vivo nel cielo. La campana di vetro si alzò da sola e il sole illuminò i tre viaggiatori del tempo con caldi raggi dorati. Sempre in teso silenzio, i due Cyborg scesero dall’abitacolo e 17 iniziò a muovere qualche passo, per sgranchirsi le gambe intorpidite, mentre Reika mise a terra Chihiro. La bambina, che non era rimasta ferma un secondo un momento, durante il viaggio, si fermò un attimo, con gli occhi carichi di meraviglia per quell’ambiente così nuovo. Con occhi sgranati e un sorriso che le andava da un orecchio all’altro, la piccola si lanciò nell’esplorazione di quel mondo così immenso, ai suoi occhi così piccoli, lanciando piccole urla di gioia. Reika fissò sua figlia per alcuni secondi, mentre un impercettibile sorriso si formava sulle sue labbra. Quello stesso sorriso che pochi secondi dopo si incrinò e si infranse con la forza e la velocità spaventose di uno specchio quando viene a trovarsi sulla traiettoria di un sasso scagliato con forza. E mentre la disperata battaglia contro nuove lacrime veniva persa, la Cyborg si voltò verso 17 e si gettò tra le sue braccia, esplodendo in singhiozzi e stringendolo a sè, come se anche lui dovesse sparire da un secondo all’altro. E lui ricambiò la stretta, cercando di consolare sia lei che se stesso e contemporaneamente accarezzando i capelli di Reika che continuava a singhiozzare sulla sua spalla, come se non dovesse smettere mai.
                            I due erano ancora troppo scossi per notare che intanto la piccola Chihiro si avvicinava sempre di più alla macchina del tempo, con un sorrisone stampato in viso.
                            E quando fu proprio sotto all’oggetto che aveva generato in lei tanta meraviglia, si alzò sulle gambe, usando una zampa della macchina come sostegno. E iniziò a dare degli “amichevoli” colpetti con le mani, che deformarono il metallo che colpivano. Alla bambina quel gioco piaceva e iniziò a colpire con più insistenza, fin quando la gamba fu quasi del tutto distrutta e si inclinò spaventosamente verso di lei.
                            La piccola rivolse uno sguardo meravigliato alla pesante macchina che era prossima a schiacciarla. E iniziò ad urlare spaventata, mentre cadeva all’indietro. E con un urlo ancora più forte racchiuse la sua energia nelle piccole mani e senza nemmeno rendersene conto scagliò quei piccoli ki-blast contro la macchina del tempo, che venne letteralmente fatta a pezzi, che volarono in tutte le direzioni, lasciando la piccola indenne.
                            Chihiro in un primo momento sbattè le palpebre un paio di volte, sorpresa, poi esplose in una risata e ricominciò a battere le mani, tutta divertita ed eccitata.
                            Al frastuono generato dall’esplosione, i genitori si sciolsero dall’abbraccio e si voltarono verso Chihiro, che continuava a ridere di gusto. Un silenzio di tomba era sceso sul luogo, interrotto di tanto in tanto da una raffica di vento.
                            - E adesso cosa facciamo? La voce di 17 cadde nel baratro del silenzio.
                            Last edited by Dyana; 03 December 2007, 13:34.
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                            • ma quanto è forte 'sta bambina??
                              ha pochi anni(da come ne hai parlato penso non più di quattro) e già distrugge la capsula del tempo a mani nude?
                              capisco che volevi tagliare le possibilità di ritorno al futuro a 17 e Reika, ma non è un po' troppo crudele così?
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                              • Finalmente ho potuto leggere un altro dei tuoi bellissimi capitoli Dyana! La bimba è proprio fortissima e ci credo, nata da una saiyan e da un cyborg...non poteva venir fuori altrimenti ! Poverini però, adesso sì che non potranno più tornare indietro...non rivedranno il loro migliore e unico amico (che avevano avuto fino ad ora). Complimenti, sai descrivere benissimo sia i sentimenti che i paesaggi!!
                                "L'uomo non vivrà in questo modo in quanto uomo, ma in quanto in lui c'è qualcosa di divino" Aristotele Mia FF: "Al di là delle apparenze". 59° Cap!

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