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Ebbene gente non ci crederete mai...ma...ecco a voi, la mia nuova one-shot!!!!!!! buona lettura a tutti!!!Avviso, sembrerà strana all'inizio, ma con un pò di tempo tutto si schiarirà. Inoltre, non credo che riuscirò a postare ogni giorno. Ci vorrano due giorni...^_^ ecco quindi, senza ulteriori indugi.
Ancora quella sensazione orrenda nelle orecchie. Ancora quel fischio estenuante rimbombava e fulminava dentro la sua mente. La serpe penetrava nelle sue orecchie, con una lingua biforcuta e acida si faceva spazio fra le sue vene. Poteva avvertirne il percorso per tutto il corpi. Il labbro inferiore era torturato dallo stringersi dei denti su di essi, e piccole gocce di sangue gli bagnavano il mento. Le sue mani stringevano il capo, come a volere bloccare quella vipera. Quasi come olio i suoi folti capelli rossi sfuggivano tra le dita, cercando un nuovo appiglio. Il sudore scendeva copioso dalla sua fronte, bagnando fastidiosamente il suo volto, e qui i capelli si attaccavano come disperati, come presi da un'ultima speranza di sopravvivenza. Di solito i suoi occhi avrebbero brillato nella notte, il vero regno del ragazzo. Invece erano lì, nascosti dalle palpebre serrate e piegate nello sforzo di restare chiuse. Il suo corpo si abbandonò sul letto, in una posizione quasi da feto ancora vibrante all'interno dell'utero materno. Non avrebbe mai potuto urlare, altrimenti i suoi genitori si sarebbero preoccupati, svegliati, e avrebbero cominciato a fare mille stupide domande.
Quella maledetta serpe gli stava mordendo i polmoni, adesso. Si sentì mozzare il fiato, come tirato via da una corda di violino, che frusta sulla trachea, e la ferisce di continuo senza lasciarle un attimo di vita, una possibilità di respiro. Con la velocità di un proiettile le palpebre si spalancarono, e il buio della stanza poté ammirare lo splendore dei suoi occhi rossi sangue. L'oscurità sembrò spaventarsi di quei colori così strani per un umano, quasi svaniva lasciando posto ad un tiepido chiarore. La vipera aveva momentaneamente placato i suoi istinti naturali, e non attaccò più per un poco il suoi organi.
La fatica stringeva il petto in un morso stretto, che lasciava poco spazio al respiro. Stretti e faticosi fiati si susseguivano. E ognuno, per lui, sembrava essere l'ultimo. Frettolosamente con il dorso del braccio destro si pulì le gocce di sangue dal mento, che erano scivolate anche lungo il collo. Si sedette sul letto, poggiando i palmi delle mano sul letto. Deglutì. Finalmente, il suo respiro tornò ad assomigliare ad un respiro normale. Si sollevò sulle gambe, camminando velocemente verso il bagno. Aperta la finestra, alzò gli scintillanti occhi verso il cielo. Le pupille restituirono con più forza e intensità la luce che avevano ricevuto dal quel disco di avorio nello scuro della notte, piazzato lì come se fosse una enorme punessa scintillante. La luna piena.
<<Perché mi succede così ogni volta che la luna...diventa piena?>>
Era bloccato lì davanti, con gli occhi puntati su quel fantastico disco argenteo. Si sentì come rigenerato di fronte a quello spettacolo. Sentì lo stomaco ribellarsi, e una bile bruciante salirgli fino alla gola. Si portò la mancina alla gola, vomitando all'interno del water. Con gli ultimi colpi di tosse sputò via i pezzettini incastrati nel suo palato. Pensare che la cena gli era piaciuta così tanto.
Non poteva fare a meno di osservare quel magnifico esemplare di serpente che gli stava di fronte, nascosto dietro una parete vitrea. Variopinto. Un serpente corallo. Camminando ne poté osservare parecchi di specie diversa, e osservò tutti con interesse e ammirazione. L'allevatore lo osservava con attenzione già da tempo. Lo chiamò a se, portando dentro uno studio. Senza dire una parola, il barbuto uomo dall'aspetto atletico di un tempo passato, non disse una parola. Si intendeva perfettamente con il ragazzo. Gli aprì una porta che dava su una specie di giardino. E nemmeno il ragazzo fece troppe domande. Entrò nel giardino. Si posizionò al centro. Era enorme, una specie di foresta. Gli alberi erano così fitti da impedire la visuale del cielo. Creavano una situazione strana, come di un'enorme grotta. L'ambiente ideale per i serpenti. Un pitone reale africano lungo circa due metri gli si parò davanti, strisciando celermente, ma senza far scaturire nemmeno un piccolo rumore. Le sue squame erano di un colore dorato scuro, con delle decorazioni al cioccolato. La lingua biforcuta schizzava fuori ad intervalli regolari. Stava saggiando l'aria, la bestiola. L'occhio sanguino del giovane lo squadrò rapidamente. Quel rubino che aveva conficcato nell'occhio brillò di una luce strana. Le spire si avvicinarono a lui. Questi si inginocchiò, sentendo un po' di dolore sotto i jeans, per le innumerevoli pietruzze che stava calpestando. La sua carnagione chiara spiccava da sotto la maglia nera che portava. La mano destra poggiava saldamente, per evitare di perdere l'equilibrio. La mancina stringeva assennatamente il ginocchio sinistro, eccitata, incontenibile nella sua gioia. Il pitone sollevò la testa, fino a giungere viso a viso con il suo osservatore. L'alito del rettile faceva intuire che non era da poco tempo che non mangiava. Sguardo impassibile, che però tradiva un'eccitazione profonda. Fu un attimo, e il pitone con la propria testa stava corteggiando i piedi del giovane, che non si mosse. Piano piano sentì quel dolce abbraccio delle sue spire circondargli la caviglia sinistra. La bestia avanzò sempre di più lungo la gamba.
<<E ora, come te la cavi?>>
disse fra i denti quel signore che aveva fatto entrare lì il ragazzo. Grazie al sistema di sicurezza poteva osservare ogni singolo evento. Era curioso di sapere. Ma era anche incredibilmente spaventato. Non sapeva se dalla situazione, dal serpente...o dallo stesso giovane. Sembrava normale, magro, non particolarmente forte. Eppure lo temeva.
Il suo corpo si sollevò timidamente, sforzandosi per il peso aggiuntivo di due metri di rettile attaccati alla parte sinistra del corpo. Aveva girato per la gamba, avvitato la vita del rosso, ed era risalito per il braccio sinistro del ragazzo. Una volta in piedi, tornò a guardarsi faccia a faccia con quell'essere. Questo non stringeva, non lo stava attaccando. Ne tanto meno aveva intenzione di divorarlo. Ogni sua squama era immobile, anzi sembrava timorosa di fare del male al suo ospite, così che ogni tanto allentavano la presa, aumentandola solo per evitare di cadere. Egli sorrise, sollevando la parte sinistra delle labbra. Sicuro di se, alzò ma mano destra, per sfiorare con i polpastrelli il capo squamoso della bestiola. La situazione rimase così ferma, irreale per molti secondi, forse minuti interi in questa aria irreale, eppure vissuta. C'era un legame mistico fra i due.
Continuai così per molto tempo, finché non si fece ora di tornare a casa, per mangiare, e prepararmi alla nuova notte che mi attendeva. Anche queste tenebre sarebbero state percosse dal mio dolore, ma era un prezzo che ero disposto ad accettare.
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Ho quasi letto tutto, domani finisco, intanto lascio un commentino.
Bravo la prima shoot è stata bella, ben descritta e articolata, forse il finale lascia qualcosa a desiderare ma in un certo verso è simpatico, quindi hai fatto un buon lavoro
La seconda devo finirla ma fin ora mi sta appasionando sembra proprio bella con quel dark Goku
Eccomi!!!!!!!!!!!!!!!!!.............
Scritto sempre in maniera spettacolare ,molto intrigante : BRAVISSIMO
Riguardo alla trama, nn so che dire è molto avvincente e voglio capirci di +
Ho finito di leggere anche lo shoot su Selenio e lo spirito sayan.
Che dire, davvero bello, poi il finale è un ottimo colpo di scena anche se triste e li forse dovevi puntare sulla commozione, cercare di rattristare il lettore.
Per il resto tutto bello, ora devo mettermi a pari con l'ultimo shoot ^^
ringrazio molto il tuo impegno a leggere i miei shot. Sei davvero di parola ^_^
allora gente, ancora commenti? avanti...se nessuno legge, non ho motivo di postare ancora, sapete?
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