io penso che sia un capitolo bello
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Cuore di Metallo II
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Dyana, 6 bravissima!!!!!! Gli ultimi tre capitoli sono decisamente diversi dal resto della ff, ke ha invece capitoli troppo corti, anke se ben fatti. La trama è interessante e coinvolgende e narrarlo in prima xsona in questo modo, da quasi l'idea ke queste esperienze ed emozioni le abbia realmente vissute tu!!!Se in quel momento fosse scoppiata la guerra dei mondi, loro non se ne sarebbero neanche accorti. Qualche minuto dopo alla fine si separarono e 17 giurò a se stesso che niente e nessuno l’avrebbe più portata lontana da lui. Mai.
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Stai crescendo molto riguardo al contenuto e alla richezza dei capitoli sfortunatamente stai stravolgendo il comportamento dei vari personaggi.
Siamo realistici Vegeta non si sarebbe mai immischiato per salvare la vita di una bambina di sei anni, come la stessa bambina non avrebbe mai potutto colpire Freezer.
In ultimo Vegeta non sarebbe mai rimasto con Reika a consolarla e tantomeno avrebbe pensato alle sue vittime...
Se evitassi queste cose come dire ...impossibili la ff sarebbe più bella
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Originariamente Scritto da Uomo Tigre Visualizza MessaggioStai crescendo molto riguardo al contenuto e alla richezza dei capitoli sfortunatamente stai stravolgendo il comportamento dei vari personaggi.
Siamo realistici Vegeta non si sarebbe mai immischiato per salvare la vita di una bambina di sei anni, come la stessa bambina non avrebbe mai potutto colpire Freezer.
In ultimo Vegeta non sarebbe mai rimasto con Reika a consolarla e tantomeno avrebbe pensato alle sue vittime...
Se evitassi queste cose come dire ...impossibili la ff sarebbe più bella
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Scusate, questo capitolo nn è a livelli degli ultimi 2 capitoli, ma l'ho fatto un po' di fretta, ora ho un limite di tempo con cui posso stare davanti al mio computer, purtroppo........
Capitolo 9, strani misteri:
La sfera infuocata del sole aveva appena varcato la linea dell’orizzonte,tingendo tutto di un rosso infuocato quando infine aprii le palpebre. Dopo una nottata costellata da incubi riguardanti la figura inerme di mia madre al suolo, mi guardai attorno con gli occhi gonfi e rossi da far paura e scorsi Vegeta. Fissai il Principe dei saiyan con occhi sgranati, mentre i suoi erano fermi fissando il sole che lentamente saliva in cielo, nella stessa direzione da cui eravamo partiti la sera prima. Mi chiedevo cosa ci facesse lì. Avevo talmente tante cose da chiedergli……. Tanto per cominciare perché aveva salvato la vita a una bambina di sei anni con cui non faceva altro che litigare. E adesso perché era rimasto con me tutta la notte con una camera calda e il cibo pronto in tavola a palazzo. Accortosi che ero sveglia, il Principe mi fissò con occhi incandescenti, come se gli avessi fatto chissà quale torto. Altro mistero da aggiungere alla lista.
- Cosa ti ho fatto? Chiesi io con voce roca in direzione di Vegeta che sbuffò prima di rispondere
- Con te nulla va mai secondo i programmi, dalla prima volta che ci siamo visti: tutti si dovrebbero inchinare quando passo e tu non lo hai fatto. Nessuno avrebbe dovuto vincere quel allenamento nella stanza nera, ma tu l’hai fatto- a questo aneddoto seguì il mio tocco sulla fronte, dov’era rimasta una sorta di cicatrice.
- Poi ancora- continuò il principe che stentava a controllarsi – Nessuno avrebbe dovuto battermi e tu l’hai fatto. Tu non saresti dovuta precipitarti sul cadavere di tua madre evitando scompigli inutili e evitando l’infamia per il tuo casato e invece l’hai fatto- io sentivo tutte quelle colpe pesarmi sulle spalle come fossero macigni.
- E ultima cosa- aggiunse Vegeta a stento – NON AVRESTI DOVUTO ATTACCARE QUELLA SOTTOSPECIE DI LUCERTOLA RISCHIANDO LA VITA E L’HAI FATTO- terminò lui urlando. Ero sicura che non l’avesse detto perché si era preoccupato per me, ma allora per cosa? Rinunciai a capire quel saiyan tanto complicato e mi limitai ad aggiungere rannicchiandomi su me stessa:
- Parli come se lo facessi apposta-
- Questa è la cosa più assurda!! Neanche lo facessi apposta!! Allora potrei anche trovarci un senso!! Disse Vegeta fissando davanti a se e serrando i denti.
Stemmo in silenzio per un po’. Poi si sentì un rumore basso e sordo.
- Ho fame- dissi io abbassando gli occhi.
- Se vuoi mangiare, l’unico modo è andare a palazzo- si limitò a rispondere Vegeta senza guardarmi.
- Credo comunque che a palazzo ci torneremo presto- si incupì il Principe intravedendo una scia luminosa avvicinarsi a noi. Quando la scorsi anch’io, mi incupii a mia volta. Avevo riconosciuto quei capelli e quel particolare abbigliamento. Scorsi con piacere anche una benda intorno alla sua mano destra.portava sull’occhio sinistro uno strano oggetto blu con sopra delle strane scritte. Quando atterrò davanti a noi, con un sorriso malvagio in faccia, per prima cosa si sistemò con vanità la lunga treccia, poi incrociò le braccia. Ci alzammo lentamente in piedi.
- Ci rivediamo- disse fissandomi in modo beffardo.
- Fosse per me, potevi sparire ancora per un po’- risposi con astio. L’altro si limitò a uno sguardo sprezzante e perse completamente interesse per me e rivolgendosi al principe.
- Sei richiesto a palazzo. Sono tutti sorpresi della tua assenza a palazzo stanotte-
- Ero alla ricerca di una strana bestiolina- rispose piccato Vegeta.
- Vedo che l’hai trovata- rispose l’altro rivolgendomi un’occhiata divertita che mi fece avvampare di rabbia.
- Ora però devi venire con me, ordini di tuo padre e del tuo nuovo sovrano- terminò il misterioso figuro che si librò in aria per far strada. Sorpreso soprattutto dall’ultima frase il Principe subito lo imitò e io mi affrettai a fare lo stesso.
- Nessuno ti ha chiesto di venire, puoi benissimo rimanere qui- mi disse il nostro accompagnatore
- Scordatelo- mi limitai a dire, sfrecciando poi dietro a Vegeta, che intanto era giù partito.
“Chissà cosa vorrà il re stavolta” mi chiesi mentre si iniziava ad intravedere il palazzo, dritto davanti a noi.Last edited by Dyana; 30 June 2007, 19:32.
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Grazie x la segnalazione, provvedo subito. Cmq grazie Mystic
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Capitolo 10:
Nonostante si stagliasse davanti a noi, l’enorme costruzione dorata sembrava non avvicinarsi mai. Inoltre il nostro accompagnatore sembrava fare apposta ad andare tanto piano, per fare crescere a dismisura la tensione che ormai poteva essere tastata con una mano.
“Se ha detto che siamo richiesti con urgenza, perché diamine continua ad andare così piano? Mi chiedevo io, distinguendo in Vegeta gli stessi pensieri. Arrivammo infine a palazzo quando il sole era ormai alto nel cielo e il caldo iniziava a farsi insopportabile. Con lentezza massacrante, la creatura dai capelli verdi ci guidò lungo gli interminabili corridoi del palazzo, che io e Vegeta conoscevamo come le nostre tasche e si fermò davanti alla porta che conduceva alla sala del trono. Mi si fermò un groppo in gola a rivedere quella porta, ma mi imposi di fare come se niente fosse. Arrivato davanti alla porta dorata, il nostro accompagnatore si fermò di botto.
- Solo il Principe, tu mocciosa, non sei ammessa- io continuai a fissare la porta, in ostinato silenzio, decisa a restare vicino a colui che mi aveva salvato la vita. La lealtà e la riconoscenza erano di casa anche negli animi dei saiyan “normali”.
- Sto parlando con te- mi chiamò quel mostro dalla pelle azzurra.
- Io faccio come mi pare, senza che me lo dica tu, grazie- risposi io, sottolineando l’ultima parola con un veleno e un sarcasmo che non credevo di poter mettere in una sola parola.
- Stammi a sentire saiyan, sto seriamente iniziando a perdere la pazienza con te. Se finora ti reggi sulle gambe, lo devi solo al fatto che mi stai simpatica- ribattè l’altro con un tono irritato.
- Se io ti sto simpatica, non oso pensare alla sorte toccata a chi ti sta antipatico- risposi io a tono, con un’ombra sul viso. Non ebbi modo di aggiungere altro. La ginocchiata di quel mostro mi raggiunse in pieno, mozzandomi il fiato e facendomi crollare a terra.
- Questo è l’assaggio che riservo a chi mi sta antipatico- mormorò lui, con un sorriso crudele stampato in volto.
Vegeta cercò di non pensare al mio dolore mentre mi tenevo saldamente la pancia, tra i gemiti, ansimando e si concentrò su ciò che lo aspettava dietro la porta.
- Ah, dimenticavo. Non ti azzardare mai più a darmi del tu. Per te io sono il signor Zarbon, capito? Concluse Zarbon varcando infine la porta.
- Zarbon- dissi a fior di labbra con tutto l’odio che provavo per lui. Quando la porta si richiuse alle spalle di Vegeta che prima di richiuderla mi aveva rivolto una sguardo che non capii se era preoccupato o beffardo, rimasi da sola, incerta sul da fare. Altra cosa irritante di Vegeta: nei suoi sguardi si mescolavano sempre sentimenti contrastanti.
Dolorante e ferita anche nell’orgoglio, mi rialzai faticosamente in piedi e imboccai il corridoio che portava verso i miei appartamenti. Ormai avevo cancellato ogni sentimento. Era rimasto solo quell’odio, frustrante e profondo come un grosso taglio nel petto, che provavo per Zarbon e il suo padrone, che aveva vigliaccamente ucciso sua madre, impossibilitata a difendersi e inerme. Appoggiandomi con una mano alla parete, all’ultimo momento cambiai idea e mi diressi un’altra volta fuori dal palazzo. Mentre avanzavo lungo il retro del giardino reale, intravidi delle figure muoversi di corsa, reggendo un panno di stoffa grezza di colore blu. Incuriosita, li seguii a distanza e all’improvviso li vidi gettare la cosa che tenevano in braccio in una fosse che poi ricoprirono con un telo dello stesso colore del selciato. Aspettai che se ne fossero andati, poi, divorata dalla curiosità, spostai il telo, solo per sbarrare gli occhi e coprirmi d’istinto la bocca, per evitare che un grido disumano si diffondesse per la reggia. In fondo alla fossa, alcuni ricoperti con teli poco pregiati, c’erano decine di corpi di popolani, di tutte le età. Una fossa comune. Ma la cosa che mi aveva tanto sconvolta era il corpo di una donna saiyan, indossava ancora i vestiti di quella che sarebbe stata una festa ed era semisepolta da alcuni corpi che non riconobbi. Fuggii via, in preda al folle dolore che mi attanagliava di nuovo le viscere, facendo fuoriuscire quelle fastidiose gocce di acqua salata dagli occhi.
“Perché in una fossa comune? Lei dovrebbe avere una bara di marmo e riposare vicino ai suoi avi!! Mi dicevo sconvolta mentre rientravo nella corte e rischiando di travolgere tutti coloro che incappavano sulla mia via. Avevo bisogno di conforto, qualcuno che condividesse il mio dolore. Quando arrivai a casa, scorsi mio padre su una poltrona. Lo sguardo vacuo, la testa reclinata di lato e le mani ciondoloni. Mi sembrava un cadavere. Lo scossi con forza e lui rinvenne un po’ dal suo torpore, fissandomi come se non mi avesse mai visto. Poi tornò alla contemplazione del nulla. Dovevo distrarmi, in qualche modo. Analizzai le mie possibilità. Allenami? Non volevo assolutamente venire in contatto con altri saiyan. Provai a leggere, ma erano tutti libri su guerra e morte. Feci l’unica cosa che mi passò in mente: mi misi a singhiozzare come mai avevo fatto, versando quelle lacrime che mi sorpresi di avere, dopo tutte quelle già versate. Piansi fino a farmi venire un dolore terribile agli occhi e infine sprofondai nell’incoscienza. Quando mi svegliai era ormai calata la notte e non si udiva un rumore. Ricominciai a vagare, sola e a caso. Poi, spinta dalla forza delle mie gambe, arrivai infine all’Arena dove avevo incontrato Vegeta, un anno prima. Mi venne un’idea abbastanza assurda. Poi però le mie mani scivolarono sulla maniglia e non trovarono una serratura a fermarle. Era libero, era vuoto. Non ci pensai due volte e costrinsi il mio corpo in esercizi durissimi, che mi impegnavano corpo e mente, al fine di evitare a quest’ultima di posarsi su ricordi troppo freschi e dolorosi. Le stelle iniziavano a diradarsi quando in fine uscii dalla stanza. Non mi ero mai sentita così stanca. La battle-suite era strappata e lacerata in più punti, dove spesso era diventata violacea per via del sangue che la bagnava. Mi stavo avviando verso casa mia, intenzionata a mangiare qualcosa che sbattei contro qualcuno che era sbucato all’improvviso da un angolo. Ma perché ero perseguitata da lui? Perché ogni cosa facessi Vegeta era sempre presente? Notai che non era messo in condizioni migliori della mia, anzi, era messo peggio. Molto peggio. Mio chiesi come facesse a reggersi in piedi con tutti i colpi che probabilmente aveva ricevuto. Come si avesse letto nel pensiero, si accasciò contro il muro, chiudendo le palpebre. Dimenticai la mia stanchezza e senza pensarci due volte gli cinsi una spalla con un braccio e lo aiutai (o meglio condussi) verso casa mia, di certo era successo qualcosa, ma cosa? Avrei dovuto aspettare che si svegliasse, purtroppo.
Quando riuscii ad adagiare i principe sul mio letto, mi affrettai a prendere alcune ampolle tra quelle posate sulla mensola nel stessa stanza dove mio padre giaceva come un sacco vuoto e cosparsi le ferite di Vegeta con quel liquido chiaro. Quando fui certa di aver guarito tutte le ferite che aveva, usai quel poco contenuto che rimasto per detergere le ferite che affliggevano anche il mio corpo. Poi mi sedetti alla mia scrivania e attesi pazientemente che il Principe si svegliasse e raccontasse cosa gli era successo.
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Grazie 1000 Carmi!!!
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Scusa se nn ho commentato il capitolo 9, ma ho dovuto studiare parekkio mate (sai, debito ) cmq adesso rimedio: mi piacciono tanto i dialoghi in cui compare Reika, alla fine finisce sempre con una frase sarcastica il capitolo 10 mi è piaciuto di +. Praticamente il cadavere di Niscissa ha salvato Reika dal diventare un pezzo di marmo......Se in quel momento fosse scoppiata la guerra dei mondi, loro non se ne sarebbero neanche accorti. Qualche minuto dopo alla fine si separarono e 17 giurò a se stesso che niente e nessuno l’avrebbe più portata lontana da lui. Mai.
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Capitolo 11, odio profondo:
Ero scivolata in uno stato di cupo dormiveglia, su quella sedia imbottita che si trovava davanti alla mia scrivania. Mi ripresi soltanto quando udii dei gemiti provenire dal mio letto. Riaprii lentamente le palpebre e vidi che Vegeta si guardava attorno, chiedendosi dove fosse. Quando vide che mi alzavo dalla sedia dove ero crollata e mi avvicinavo a lui, serrò i denti e voltò lo sguardo dall’altra parte.
- Perché l’hai fatto? Non te l’ha chiesto nessuno- si limitò a dire senza incrociare lo sguardo.
- E lasciarti svenuto in mezzo a un corridoio? Ho pensato che fosse più gentile da parte mia portarti a casa mia e curarti- risposi con il suo stesso tono irritato.
- Perché qualunque cosa io faccia ti ritrovo sempre in mezzo ai piedi? Mi chiese poi il Principe, all’improvviso.
- È la stessa domanda che mi porgo da un po’ di tempo- risposi io, piccata. Il Principe non riuscì a mascherare un tenue sorriso.
- Non avresti dovuto portarmi qui, hai sbagliato. E d’ora in avanti gli errori li pagheremo con il sangue, noi saiyan- aggiunse poi lui, con uno sguardo a dir poco cupo.
- Cosa intendi dire Vegeta? E chi ti ha ridotto in questo stato? Chiesi io di rimando, un po’ preoccupata.
- Il nostro nuovo padrone, quella lucertola albina chiamata Freezer, non è affatto il tipo di signore misericordioso e paziente. Pretende la più cieca fedeltà e non tollera le manifestazioni di sentimenti. Le ferite che vedi sul mio corpo è per averlo fermato e avergli impedito di ucciderti. Me le ha inferte Zarbon, con il contributo dell’altro tirapiedi, Dodoria, quel ciccione rosa. Non avresti dovuto portarmi qui e curarmi. Freezer me lo aveva chiaramente detto: “Fatti curare e chiunque avrà compiuto il gesto, a prescindere dall’età, subirà il tuo stesso trattamento, insieme a te”-
Quella frase detta da Freezer, era più che chiara: “a prescindere dall’età”. Deglutii a fatica al pensiero di ciò che mi aspettava.
- Tuo padre sa quello che ti hanno fatto quei bastardi? Chiesi poi. La faccia di Vegeta si incupì ancora di più.
- Non ce n’era bisogno. Ha assistito a tutta la scena-
- COSA??? E non ha fatto niente??
- A parte fissarmi infuriato? Non ha mosso un dito-
- Ma sei suo figlio!!!
- Io sto iniziando a dubitare di esserlo-
Ero sconvolta. Quale genitore lascerebbe massacrare così il proprio figlio? Ma non ebbi tempo di pensare ad altro. Entrò nella stanza una creatura enorme, con la pelle di color rosa intenso che mi squadrò dall’alto in basso, con fare minaccioso, poi il suo sguardo cadde su Vegeta.
- Vedo che non appena è terminata la lezione sei subito venuto a farti curare da questa ragazzina- disse con un sorriso beffardo il nuovo venuto. Vegeta stava sicuramente per ribattere qualcosa, ma lo precedetti:
- Vegeta non ci voleva venire, lo ho costretto io- quasi urlai in direzione di quel ciccione. Vegeta mi guardò in modo interrogativo, ma gli rivolsi un’occhiata penetrante, facendogli ben capire che doveva stare zitto e così fece.
- Immagino che tu sappia già cosa ti aspetta- disse Dodoria allargando a dismisura il suo orrendo sorriso.
- Sì- risposi a denti stretti mentre una morsa di terrore mi attanagliava lo stomaco e si rifletteva anche nello sguardo.
- E’ una mia impressione o stai tremando di terrore? Mi chiese beffardo il tirapiedi di Freezer.
- E’ una tua impressione- risposi mettendomi in guardia, pronta allo scontro.
- Cosa credi di fare? Non qui. C’è qualcun altro che muore dalla voglia di farti scontare la pena-
“Ho pochi dubbi chi sia” pensai senza esprimere ad alta voce il mio pensiero.
- Forza, seguimi- terminò Dodoria incamminandosi verso la porta che dovette attraversare mettendosi di profilo.
- Stammi bene Vegeta- dissi io rivolta al Principe prima di incamminarmi dietro a quella montagna rosa lungo il corridoio che conduceva all’immensa sala del trono.
Una volta entrata, scorsi Zarbon in un angolo che si avvicinò a me con fare baldanzoso.
- Perché ogni volta che ci sei tu in giro finisco nei guai? Chiesi appena lo vidi. Non l’avessi mai fatto. Il suo colpo mi raggiunse in pieno petto, facendomi finire per terra.
- Come ti ho detto che devi chiamarmi? Mi chiese Zarbon con tono beffardo.
- Mi avete detto di darvi del voi- risposi a stento maledicendo quelle parole.
- Brava bambina. E adesso preparati-
Odiandolo una volta in più, mi rialzai e mi preparai allo scontro.
- Ti avverto, se provi a fare resistenza, picchierò più duro-
- Non è da me subire senza reagire-
Poi la creatura dai capelli verdi schizzò verso di me iniziando a colpirmi con forza inaudita mettendo a segno la maggior parte dei colpi. Ben presto le ferite della sera prima si riaprirono, facendo gocciolare il sangue lungo il mio corpo. Quando infine, dopo un pugno che mi raggiunse al naso, volai all’indietro per parecchi metri, atterrando sul dorso e ribaltandomi all’indietro, finendo con la faccia nella polvere. Riuscii a far leva con le mani e rimasi a quattro zampe, sputando saliva e sangue, mentre cercavo di riprendere fiato. Ma dove la prendeva tutta quella forza?
- Allora mocciosa, sicura di voler continuare a resistere? Soffrirai molto di meno se ti lasci andare.
- Scordatelo- urlai partendo all’attacco con furia. Ma quel mostro parava o schivava tutti i miei attacchi senza battere ciglio. Poi mi colpì all’improvviso sulla pancia con un calcio, strappandomi un grido, per poi ricominciare nella sua tortura lenta e dolorosa. Finii un’altra volta a terra, perdendo sangue da tutto il corpo. Gli rivolsi un’occhiata dove riposi tutto l’odio accumulato in due giorni. Ma nonostante la furia che provavo in petto, il mio corpo non ne voleva sapere di alzarsi e riprendere quella battaglia. Allora Zarbon si avvicinò a me e mi prese per i capelli, sollevandomi a livello dei suoi occhi. Poi iniziò a colpirmi ripetutamente con una precisione e una lentezza massacranti. Dopo pochi minuti non ebbi nemmeno più la forza di gridare e a ogni colpo un rantolo strozzato seguiva il mio sputo di sangue. Quando infine quel essere mi lasciò i capelli, ero ridotta in fin di vita e non avevo mai sentito la morte così vicina. Prima di sparire oltre la porta, Zarbon mi rivolse un sorriso malvagio, godendosi il mio dolore come fosse stato fragole con panna. Poi Dodoria, che fino ad allora aveva osservato in un angolo, mi prese sotto braccio e mi condusse a casa mia, gettandomi nella mia stanza senza il minimo riguardo. Atterrai su un fianco, con un urlo strozzato e rotolai fino ai piedi del letto. La cosa più dolorosa era il non poter essere medicata, ma in tutta quella sofferenza c’era un’unica ma consolante nota positiva: avevo risparmiato al Principe di condividere quella massacrante sofferenza.Last edited by Dyana; 02 July 2007, 22:22.
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