IL RACCONTO DI CYDER
I due avversari si fissavano. Goku era stupito per l’improvvisa sicurezza di Cyder e per la lunghezza della sua frase.
“Ti si è sbloccata la lingua?” chiese il sayan tenendo d’occhio il robot per evitare di essere colpito alla sprovvista, ma esso rimase fermo e emise una risata, una risata malvagia.
“La mia trasformazione in SuperCyder non ha solo aumentato la mia potenza e mutato il mio corpo, ma ha anche portato ad un’evoluzione del mio cervello cibernetico, permettendomi di esprimermi in maniere più completa, senza ripetere solo che non raggiungerai il mio padrone”
“Quindi ora puoi dirmi chi è il tuo capo, di cui parli tanto, e chi sei tu. Qual’è il tuo scopo? Perché sei stato creato?”
“Se insisti tanto ti darò le risposte che cerchi. Come dovresti aver capito da solo, il mio scopo è quello di non lasciarti raggiungere il mio padrone, ovvero di non farti entrare nel suo laboratorio”
“Per quale motivo? Cosa c’è in quella stanza?” chiese ancora Goku nervoso: c’era qualcosa che non andava nell’aria, ma non riusciva a capire cosa.
“C’è il lavoro di una vita dedicata allo studio ed alla scienza... E’ giunta l’ora di raccontarti tutta la storia... Il mio creatore è sempre stato una mente brillante, geniale, capace di manipolare la materia e dar vita a qualunque cosa. Era apprezzato dagli scienziati di tutto il mondo ed era destinato a restare famoso nei secoli a venire a causa del suo genio. Un giorno però tutto cambiò. Era una fredda sera invernale e lui, com’era sua abitudine, faceva una passeggiata in un bosco innevato non molto distante dal suo laboratorio. Ad un certo punto però scorse uno scoiattolo ferito che correva verso l’interno del bosco. Il mio padrone, grande amante della natura, lo inseguì per poterlo curare e salvare da una fine pressoché certa. Quindi, grazie alle tracce di sangue lasciate sulla neve, si inoltrò sempre di più nel bosco alla ricerca dell’animale. Purtroppo non si accorse che aveva perso il sentiero e al tramonto del sole rimase solo e al freddo in un luogo sconosciuto. Dopo ore passate a chiamare disperatamente aiuto improvvisamente un evento inaspettato lo lasciò paralizzato, senza parole. C’era qualcosa nel cielo che lasciava una scia di fuoco e si dirigeva a gran velocità verso un punto del bosco non lontano da quello in cui si trovava lui. Era notte fonda e probabilmente nessuno oltre al mio padrone riuscì ad assistere a quello strano evento. Per questo motivo quando vide quel qualcosa cadere in una radura vicina dando fuoco agli alberi invece di scappare si avvicinò sapendo che nessuno, oltre a lui, poteva dare una causa all’incendio nel bosco, a cui lui voleva bene come fosse un fratello. Fu allora che vide”
“Vide cosa?” chiese Goku facendosi sempre più curioso.
“Vide il potere” fu la risposta di Cyder.
“Il potere?”
“Si. Sotto forma di un corpo semidistrutto attirato sulla Terra dalla forza di gravità dell’atmosfera. Il mio padrone lo portò a casa e iniziò a studiarlo e fare ricerche su di esso, qualche volta tramite lunghi viaggi nello spazio per mezzo di una navicella spaziale da lui stesso costruita. Col tempo si allontanò dalla comunità scientifica internazionale per condurre in pace i suoi studi e si trasferì in questo laboratorio, irraggiungibile senza una jeep e una guida che conosca bene questo insidioso deserto. Quando riuscì a saperne di più lentamente iniziò a tentare di ricostruire quel corpo dal potenziale incredibile, tessuto per tessuto, vena per vena, osso per osso. Poi, dopo anni di lavoro, quando finalmente quell’essere formidabile era stato interamente costruito e anche migliorato dalla sua mente geniale, il mio padrone lasciò che il lavoro fosse finito dai suoi computer, che gli avrebbero ridonato la vita. Quindi creò me per farmi sorvegliare il suo tanto atteso risveglio. Mi lasciò all’interno di una cella frigorifera, destinata ad aprirsi oggi, il giorno del ritorno alla vita di quell’essere”
“Ma perché solo oggi? Chiunque poteva distruggere l’essere prima che tornasse in vita!” replicò Goku, sorpreso da quell’incredibile storia.
“Si, era possibile. Ma per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Non era una minaccia, mentre da oggi lo sarà. Inoltre fino ad ora sarebbe stato difficile individuarlo”
“Perché fino ad ora?”
Cyder indicò il cielo. Goku guardò in alto, chiedendosi cosa significasse quel gesto, e improvvisamente sbarrò gli occhi e capì che la domanda che aveva fatto era davvero stupida.
Gohan stava ancora volando verso la Capsule Corporation quando si accorse che qualcosa non andava. Il cielo si era improvvisamente fatto nero come la pece, come se qualcuno avesse evocato il drago Shenron, ma non gli risultava che qualcuno dei suoi amici ne avesse bisogno. Inoltre sentiva dentro di sè che la spiegazione era un’altra... Cercò di concentrarsi di più e percepì delle aure, di cui forse una in aumento, molto lontane da lui. Una sembrava quella di suo padre allo stadio di supersayan di terzo livello... Ed era la più debole... Ma cosa stava succedendo?
Vegeta era in piedi, all’ingresso della Capsule Corporation. Stava per rincominciare ad allenarsi dopo il breve riposo che si era concesso in seguito all’allenamento con Gotenks quando aveva percepito un’aura incredibilmente potente e si era precipitato all’ingresso. Di chi poteva essere un’energia così forte e malvagia da oscurare il cielo? Non aveva mai sentito nulla di simile.
“E’ giunta l’ora!” gridò Cyder “Sta per tornare in vita!”
Goku diede un’occhiata intorno a lui. La terra tremava e la tempesta infuriava attorno a lui. Ora capiva perché Cyder era stato risvegliato solo quel giorno: il suo creatore aveva capito che chiunque, nel raggio di miliardi di chilometri, avrebbe percepito quella potentissima aura. Il robot era stato creato per proteggerla finché il suo sviluppo fosse stato completo.
“Manca poco ormai! Per voi è la fine!” gridò ancora il mosto cibernetico.
Goku capì che non aveva più tempo e si scagliò verso l’edificio sotto di lui, sperando di trovare un modo per fermare la nascita del mostro arrivato anni prima dallo spazio.
Il povero Mr.Satan era al supermercato, intento a far la spesa per lui e il suo amico Majin Bu, quando improvvisamente la terra iniziò a tremare e vide il cielo oscurarsi attraverso le finestre. Aveva una paura matta, ma se si fosse messo ad urlare come tutti gli altri essi non l’avrebbero più considerato un eroe. Perciò era costretto a fingere di essere tranquillo e si era messo in fila davanti alla cassa, quando sapeva benissimo che la cassiera era troppo occupata a correre per tutta la sala chiedendo aiuto per dirgli quanto doveva pagare. Il suo pensiero andò a Majin Bu e si chiese come stava il suo amico in quel momento, sperando che fosse al sicuro dal cataclisma.
Goku sfrecciava a tutta velocità verso la parete semidistrutta della stanza dove Majin Bu e Cyder avevano iniziato a combattere, ma il micidiale robot gli si parò davanti.
“Come ti ho già detto, il mio scopo è quello di impedirti di fermare la rinascita di quell’essere. Quindi non ti lascerò entrare nel laboratorio!”
“Non ho tempo per giocare con te, Cyder!” gridò Goku.
Il sayan guardò il suo avversario. Era forte, troppo forte per lui. L’unico modo per liberarsene velocemente era ricorrere a una mossa potente e rapida da caricare. Così penso alla sua arma segreta. Erano mesi che si allenava per riuscire ad eseguire quella raffinata e complessa tecnica, che all’apparenza sembrava così facile da usare. Ogni giorno passava ore a provarla e riprovarla e qualche giorno prima gli era finalmente venuta alla perfezione. Certo, non aveva sfruttato tutta la sua potenza perché avrebbe attirato l’attenzione e provocato danni, ma era sicuro che ci poteva riuscire. Era sicuro che con un nemico come Cyder, incapace di ricomporsi, la sua mossa avrebbe messo termine allo scontro in pochi secondi. Perciò guardò il suo avversario e gli puntò contro il braccio destro, preparandosi a dare un senso a quei lunghi mesi passati ad allenarsi.
I due avversari si fissavano. Goku era stupito per l’improvvisa sicurezza di Cyder e per la lunghezza della sua frase.
“Ti si è sbloccata la lingua?” chiese il sayan tenendo d’occhio il robot per evitare di essere colpito alla sprovvista, ma esso rimase fermo e emise una risata, una risata malvagia.
“La mia trasformazione in SuperCyder non ha solo aumentato la mia potenza e mutato il mio corpo, ma ha anche portato ad un’evoluzione del mio cervello cibernetico, permettendomi di esprimermi in maniere più completa, senza ripetere solo che non raggiungerai il mio padrone”
“Quindi ora puoi dirmi chi è il tuo capo, di cui parli tanto, e chi sei tu. Qual’è il tuo scopo? Perché sei stato creato?”
“Se insisti tanto ti darò le risposte che cerchi. Come dovresti aver capito da solo, il mio scopo è quello di non lasciarti raggiungere il mio padrone, ovvero di non farti entrare nel suo laboratorio”
“Per quale motivo? Cosa c’è in quella stanza?” chiese ancora Goku nervoso: c’era qualcosa che non andava nell’aria, ma non riusciva a capire cosa.
“C’è il lavoro di una vita dedicata allo studio ed alla scienza... E’ giunta l’ora di raccontarti tutta la storia... Il mio creatore è sempre stato una mente brillante, geniale, capace di manipolare la materia e dar vita a qualunque cosa. Era apprezzato dagli scienziati di tutto il mondo ed era destinato a restare famoso nei secoli a venire a causa del suo genio. Un giorno però tutto cambiò. Era una fredda sera invernale e lui, com’era sua abitudine, faceva una passeggiata in un bosco innevato non molto distante dal suo laboratorio. Ad un certo punto però scorse uno scoiattolo ferito che correva verso l’interno del bosco. Il mio padrone, grande amante della natura, lo inseguì per poterlo curare e salvare da una fine pressoché certa. Quindi, grazie alle tracce di sangue lasciate sulla neve, si inoltrò sempre di più nel bosco alla ricerca dell’animale. Purtroppo non si accorse che aveva perso il sentiero e al tramonto del sole rimase solo e al freddo in un luogo sconosciuto. Dopo ore passate a chiamare disperatamente aiuto improvvisamente un evento inaspettato lo lasciò paralizzato, senza parole. C’era qualcosa nel cielo che lasciava una scia di fuoco e si dirigeva a gran velocità verso un punto del bosco non lontano da quello in cui si trovava lui. Era notte fonda e probabilmente nessuno oltre al mio padrone riuscì ad assistere a quello strano evento. Per questo motivo quando vide quel qualcosa cadere in una radura vicina dando fuoco agli alberi invece di scappare si avvicinò sapendo che nessuno, oltre a lui, poteva dare una causa all’incendio nel bosco, a cui lui voleva bene come fosse un fratello. Fu allora che vide”
“Vide cosa?” chiese Goku facendosi sempre più curioso.
“Vide il potere” fu la risposta di Cyder.
“Il potere?”
“Si. Sotto forma di un corpo semidistrutto attirato sulla Terra dalla forza di gravità dell’atmosfera. Il mio padrone lo portò a casa e iniziò a studiarlo e fare ricerche su di esso, qualche volta tramite lunghi viaggi nello spazio per mezzo di una navicella spaziale da lui stesso costruita. Col tempo si allontanò dalla comunità scientifica internazionale per condurre in pace i suoi studi e si trasferì in questo laboratorio, irraggiungibile senza una jeep e una guida che conosca bene questo insidioso deserto. Quando riuscì a saperne di più lentamente iniziò a tentare di ricostruire quel corpo dal potenziale incredibile, tessuto per tessuto, vena per vena, osso per osso. Poi, dopo anni di lavoro, quando finalmente quell’essere formidabile era stato interamente costruito e anche migliorato dalla sua mente geniale, il mio padrone lasciò che il lavoro fosse finito dai suoi computer, che gli avrebbero ridonato la vita. Quindi creò me per farmi sorvegliare il suo tanto atteso risveglio. Mi lasciò all’interno di una cella frigorifera, destinata ad aprirsi oggi, il giorno del ritorno alla vita di quell’essere”
“Ma perché solo oggi? Chiunque poteva distruggere l’essere prima che tornasse in vita!” replicò Goku, sorpreso da quell’incredibile storia.
“Si, era possibile. Ma per quale motivo avrebbe dovuto farlo? Non era una minaccia, mentre da oggi lo sarà. Inoltre fino ad ora sarebbe stato difficile individuarlo”
“Perché fino ad ora?”
Cyder indicò il cielo. Goku guardò in alto, chiedendosi cosa significasse quel gesto, e improvvisamente sbarrò gli occhi e capì che la domanda che aveva fatto era davvero stupida.
Gohan stava ancora volando verso la Capsule Corporation quando si accorse che qualcosa non andava. Il cielo si era improvvisamente fatto nero come la pece, come se qualcuno avesse evocato il drago Shenron, ma non gli risultava che qualcuno dei suoi amici ne avesse bisogno. Inoltre sentiva dentro di sè che la spiegazione era un’altra... Cercò di concentrarsi di più e percepì delle aure, di cui forse una in aumento, molto lontane da lui. Una sembrava quella di suo padre allo stadio di supersayan di terzo livello... Ed era la più debole... Ma cosa stava succedendo?
Vegeta era in piedi, all’ingresso della Capsule Corporation. Stava per rincominciare ad allenarsi dopo il breve riposo che si era concesso in seguito all’allenamento con Gotenks quando aveva percepito un’aura incredibilmente potente e si era precipitato all’ingresso. Di chi poteva essere un’energia così forte e malvagia da oscurare il cielo? Non aveva mai sentito nulla di simile.
“E’ giunta l’ora!” gridò Cyder “Sta per tornare in vita!”
Goku diede un’occhiata intorno a lui. La terra tremava e la tempesta infuriava attorno a lui. Ora capiva perché Cyder era stato risvegliato solo quel giorno: il suo creatore aveva capito che chiunque, nel raggio di miliardi di chilometri, avrebbe percepito quella potentissima aura. Il robot era stato creato per proteggerla finché il suo sviluppo fosse stato completo.
“Manca poco ormai! Per voi è la fine!” gridò ancora il mosto cibernetico.
Goku capì che non aveva più tempo e si scagliò verso l’edificio sotto di lui, sperando di trovare un modo per fermare la nascita del mostro arrivato anni prima dallo spazio.
Il povero Mr.Satan era al supermercato, intento a far la spesa per lui e il suo amico Majin Bu, quando improvvisamente la terra iniziò a tremare e vide il cielo oscurarsi attraverso le finestre. Aveva una paura matta, ma se si fosse messo ad urlare come tutti gli altri essi non l’avrebbero più considerato un eroe. Perciò era costretto a fingere di essere tranquillo e si era messo in fila davanti alla cassa, quando sapeva benissimo che la cassiera era troppo occupata a correre per tutta la sala chiedendo aiuto per dirgli quanto doveva pagare. Il suo pensiero andò a Majin Bu e si chiese come stava il suo amico in quel momento, sperando che fosse al sicuro dal cataclisma.
Goku sfrecciava a tutta velocità verso la parete semidistrutta della stanza dove Majin Bu e Cyder avevano iniziato a combattere, ma il micidiale robot gli si parò davanti.
“Come ti ho già detto, il mio scopo è quello di impedirti di fermare la rinascita di quell’essere. Quindi non ti lascerò entrare nel laboratorio!”
“Non ho tempo per giocare con te, Cyder!” gridò Goku.
Il sayan guardò il suo avversario. Era forte, troppo forte per lui. L’unico modo per liberarsene velocemente era ricorrere a una mossa potente e rapida da caricare. Così penso alla sua arma segreta. Erano mesi che si allenava per riuscire ad eseguire quella raffinata e complessa tecnica, che all’apparenza sembrava così facile da usare. Ogni giorno passava ore a provarla e riprovarla e qualche giorno prima gli era finalmente venuta alla perfezione. Certo, non aveva sfruttato tutta la sua potenza perché avrebbe attirato l’attenzione e provocato danni, ma era sicuro che ci poteva riuscire. Era sicuro che con un nemico come Cyder, incapace di ricomporsi, la sua mossa avrebbe messo termine allo scontro in pochi secondi. Perciò guardò il suo avversario e gli puntò contro il braccio destro, preparandosi a dare un senso a quei lunghi mesi passati ad allenarsi.
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