NOIR
<<Black>>
La stanza sotterranea era avvolta da una sinistra ed opprimente penombra che impediva di vedere con nitidezza gli oggetti in essa presenti. Inquietanti dipinti erano appesi alle pareti annerite per colpa del fumo e in essi erano ritratte varie scene macabre: un monaco a cui venivano recise ad una ad una le dita; una donna che veniva brutalmente violentata da una ventina di uomini che stringevano in mano delle lunghe catene insanguinante; un mucchio di cadaveri in decomposizione che fissavano il vuoto con i loro occhi lattiginosi mentre dei lunghi e sudici vermi strisciavano lungo il loro corpo.
La fonte della fioca luce era un piccolo ma elegante lampadario di cristallo, che se non fosse stato quasi completamente ricoperto di polvere sarebbe stato anche piacevole da guardare. Purtroppo durante il lungo periodo in cui la stanza era rimasta inutilizzata la polvere aveva regnato sovrano, depositandosi sul pavimento in parquet, sui pochi mobili di legno e sul vecchio tavolo di legno che aveva fatto teatro a molte epiche partite di poker e che si era macchiato di sangue durante una vecchia sfida alla roulette russa.
Proprio intorno a quel tavolo erano tre seduti tre individui di nero vestiti che silenziosamente sembravano attendere l'arrivo di qualcuno, visto che spesso gettavano occhiate annoiate in direzione della porta. L'uomo seduto al lato sinistro del tavolo aveva dei lunghi capelli color biondo sporco che ricadevano sul lungo cappotto nero. I suoi occhi neri come la notte erano iniettati di sangue e gli donavano un'espressione completamente folle che veniva coronata dal perfido ghigno che aveva stampato sul volto giovane ma già segnato da numerose cicatrici. Nella mano destra stringeva una Magnum calibro 44 che lucidava dolcemente col panno che teneva nella mano sinistra. Ogni tanto smetteva di lucidare l'arma, la fissava per qualche secondo e poi scoppiava in una perfida e al tempo stesso folle risata.
Evidentemente le altre due persone presenti nella stanza erano abituati allo strano atteggiamento del giovane visto che non lo degnavano nemmeno di uno sguardo.
L'uomo che sedeva di fronte al biondo era un afroamericano alto più di due metri, completamente calvo e assai nerboruto. Se ne stava seduto tranquillamente a fumare una sigaretta dietro l'altra e ogni tanto lanciava un'occhiata alla porta, leggermente seccato da quella lunga attesa.
L'unica donna del gruppo aveva lunghi capelli color biondo platino raccolti in una coda di cavallo, due brillanti occhi verde smeraldo che ogni tanto gettavano delle occhiate maliziose ai due uomini in nero e delle gambe molto sensuali che teneva accavallate. Mentre i due uomini indossavano entrambi un paio di pantaloni neri lei indossava una provocante minigonna con cui ovviamente voleva attirare l'attenzione degli uomini (spesso con ottimi risultati). Ai piedi indossava un paio di stivali neri col tacco a spillo che la facevano sembrare decisamente più alta di quanto non fosse nella realtà.
Improvvisamente la porta della stanza sotterranea si aprì catturando l'attenzione di tutti e tre i presenti. A passi lenti un vecchio e distinto signore vestito come un maggiordomo fece il suo ingresso. L'uomo era piuttosto alto e nonostante la veneranda età sembrava possedere un fisico atletico e muscoloso. I suoi capelli erano corti e canuti esattamente come i suoi sottili baffi. Nella mano sinistra stringeva una busta nera il cui contenuto sembrava essere molto importante visto che gli sguardi di tutti i presenti erano puntati su di essa.
L'atmosfera nella stanza era decisamente cambiata: il giovane dall'aria folle aveva smesso di pulire la sua pistola; l'uomo di colore aveva smesso di fumare e la donna non cercava più di attirare l'attenzione degli altri due.
<<Buonasera, illustri colleghi>> esordì l'anziano mentre si sedeva a sua volta.
<<Mi scuso per il leggero ritardo, ma disgraziatamente i documenti sono arrivati più tardi del previsto>>
<<Non preoccuparti, Joker>> disse la donna seduta a capotavola facendo l'occhiolino al vecchio collega.
<<Purtroppo gli imprevisti fanno parte del nostro lavoro>>
<<Già, questo é fin troppo vero, Black Rose>> affermò il giovane biondo.
<<Ma é anche vero che siamo tutti fin troppo stanchi di aspettare! Avanti, vecchio, sbrigati a dirci chi sono i nostri bersagli!>>
<<La pazienza non é il tuo forte, vero Revolver?>> chiese Joker, con tono severo per poi aprire con delicatezza la busta che teneva in mano ed estrarne quattro copie dello stesso documento che distribuì a tutti i presenti.
Per alcuni minuti la stanza fu completamente immersa nel silenzio. Ognuno degli uomini vestiti di nero stava leggendo con grande attenzione il documento che teneva fra le mani in cui erano riportati dati importanti per la futura missione.
All'improvviso la folle risata di Revolver riempì l'aria ponendo fine a quel silenzio quasi surreale. Tutti si voltarono verso di lui, chiedendosi cosa avesse da ridere quel pazzo.
<<Bersagli interessanti, non c'è che dire! Resta solo un piccolo dilemma...come faremo a stabilire a chi toccherà occuparsi di chi?>>
<<Bé, io avrei già ideato un sistema per creare gli abbinamenti, ma prima di proporvelo sarei curioso di sentire le vostre eventuali proposte>> affermò Joker.
<<Dal mio punto di vista una bella sfida alla roulette russa risolve sempre tutto>> disse Revolver con un ghigno satanico, mentre estraeva la sua Magnum calibro 44.
<<Devo forse ricordati che ci é stato proibito di morire per delle stronzate?>> chiese l'afroamericano in tono burbero.
<<Hai forse paura di morire?>> chiese il biondo mentre gli puntava la pistola alla tempia.
<<No. Per me la morte non é per niente spaventosa>>
<<Bé, da uno chiamato Jesus c'era da aspettarsela una risposta del genere>> affermò Revolver mentre allontanava la pistola dalla testa del collega.
<<Suppongo che se anche ti uccidessi tu torneresti in vita, giusto?>>
Jesus non si degnò nemmeno di dare una risposta, cosa che irritò alquanto il suo interlocutore.
<<Dimmi un po': visto che hai bocciato la mia idea ne hai per caso una migliore?!>>
<<No, non saprei. Forse una sfida a braccio di ferro>>
<<Jesus, lo sai benissimo che una competizione del genere andrebbe senza dubbio a tuo vantaggio>> disse Black Rose, in tono ironico. <<Sarebbe come se io vi sfidassi a una gara di sensualità: ovvio che sarei io a vincere>>
I tre erano chiaramente vicini ad una pericolosa lite, così Joker decise di intervenire per risolvere la faccenda.
<<Fortunatamente ho ideato un sistema basato sulla casualità che non vi lascerà insoddisfatti>>
Detto questo l'anziano tirò fuori quattro carte da gioco da una tasca dello smoking e ne distribuì tre coperte ai suoi colleghi tenendosene una (anch'essa coperta) per se.
<<Le quattro carte che ho distribuito sono: il fante di picche, la regina di cuori, il re di fiori e il fante di quadri. Su questo foglio ho abbinato a ogni carta il nome di uno dei quattro obiettivi: al mio tre volteremo tutti la nostra carta e scopriremo chi é il nostro obiettivo. Ci sono domande?>>
Nessuno fece domande. Erano tutti troppo ansiosi di scoprire chi era il loro bersaglio.
<<Bene, sembra che sia tutto chiaro. Allora posso iniziare a contare...>>
<<Uno....>>
Le mani dei presenti si avvicinarono un po' di più alle carte....
<<Due...>>
Ora le mani di tutti erano appoggiate sulle carte....
<<Tre!>>
I quattro individui vestiti di nero voltarono le carte da gioco e scoprirono finalmente il nome della persona di cui si sarebbero dovuti occupare nel corso della missione. Nessuno di loro rimase insoddisfatto....
TO BE CONTINUED...
La stanza sotterranea era avvolta da una sinistra ed opprimente penombra che impediva di vedere con nitidezza gli oggetti in essa presenti. Inquietanti dipinti erano appesi alle pareti annerite per colpa del fumo e in essi erano ritratte varie scene macabre: un monaco a cui venivano recise ad una ad una le dita; una donna che veniva brutalmente violentata da una ventina di uomini che stringevano in mano delle lunghe catene insanguinante; un mucchio di cadaveri in decomposizione che fissavano il vuoto con i loro occhi lattiginosi mentre dei lunghi e sudici vermi strisciavano lungo il loro corpo.
La fonte della fioca luce era un piccolo ma elegante lampadario di cristallo, che se non fosse stato quasi completamente ricoperto di polvere sarebbe stato anche piacevole da guardare. Purtroppo durante il lungo periodo in cui la stanza era rimasta inutilizzata la polvere aveva regnato sovrano, depositandosi sul pavimento in parquet, sui pochi mobili di legno e sul vecchio tavolo di legno che aveva fatto teatro a molte epiche partite di poker e che si era macchiato di sangue durante una vecchia sfida alla roulette russa.
Proprio intorno a quel tavolo erano tre seduti tre individui di nero vestiti che silenziosamente sembravano attendere l'arrivo di qualcuno, visto che spesso gettavano occhiate annoiate in direzione della porta. L'uomo seduto al lato sinistro del tavolo aveva dei lunghi capelli color biondo sporco che ricadevano sul lungo cappotto nero. I suoi occhi neri come la notte erano iniettati di sangue e gli donavano un'espressione completamente folle che veniva coronata dal perfido ghigno che aveva stampato sul volto giovane ma già segnato da numerose cicatrici. Nella mano destra stringeva una Magnum calibro 44 che lucidava dolcemente col panno che teneva nella mano sinistra. Ogni tanto smetteva di lucidare l'arma, la fissava per qualche secondo e poi scoppiava in una perfida e al tempo stesso folle risata.
Evidentemente le altre due persone presenti nella stanza erano abituati allo strano atteggiamento del giovane visto che non lo degnavano nemmeno di uno sguardo.
L'uomo che sedeva di fronte al biondo era un afroamericano alto più di due metri, completamente calvo e assai nerboruto. Se ne stava seduto tranquillamente a fumare una sigaretta dietro l'altra e ogni tanto lanciava un'occhiata alla porta, leggermente seccato da quella lunga attesa.
L'unica donna del gruppo aveva lunghi capelli color biondo platino raccolti in una coda di cavallo, due brillanti occhi verde smeraldo che ogni tanto gettavano delle occhiate maliziose ai due uomini in nero e delle gambe molto sensuali che teneva accavallate. Mentre i due uomini indossavano entrambi un paio di pantaloni neri lei indossava una provocante minigonna con cui ovviamente voleva attirare l'attenzione degli uomini (spesso con ottimi risultati). Ai piedi indossava un paio di stivali neri col tacco a spillo che la facevano sembrare decisamente più alta di quanto non fosse nella realtà.
Improvvisamente la porta della stanza sotterranea si aprì catturando l'attenzione di tutti e tre i presenti. A passi lenti un vecchio e distinto signore vestito come un maggiordomo fece il suo ingresso. L'uomo era piuttosto alto e nonostante la veneranda età sembrava possedere un fisico atletico e muscoloso. I suoi capelli erano corti e canuti esattamente come i suoi sottili baffi. Nella mano sinistra stringeva una busta nera il cui contenuto sembrava essere molto importante visto che gli sguardi di tutti i presenti erano puntati su di essa.
L'atmosfera nella stanza era decisamente cambiata: il giovane dall'aria folle aveva smesso di pulire la sua pistola; l'uomo di colore aveva smesso di fumare e la donna non cercava più di attirare l'attenzione degli altri due.
<<Buonasera, illustri colleghi>> esordì l'anziano mentre si sedeva a sua volta.
<<Mi scuso per il leggero ritardo, ma disgraziatamente i documenti sono arrivati più tardi del previsto>>
<<Non preoccuparti, Joker>> disse la donna seduta a capotavola facendo l'occhiolino al vecchio collega.
<<Purtroppo gli imprevisti fanno parte del nostro lavoro>>
<<Già, questo é fin troppo vero, Black Rose>> affermò il giovane biondo.
<<Ma é anche vero che siamo tutti fin troppo stanchi di aspettare! Avanti, vecchio, sbrigati a dirci chi sono i nostri bersagli!>>
<<La pazienza non é il tuo forte, vero Revolver?>> chiese Joker, con tono severo per poi aprire con delicatezza la busta che teneva in mano ed estrarne quattro copie dello stesso documento che distribuì a tutti i presenti.
Per alcuni minuti la stanza fu completamente immersa nel silenzio. Ognuno degli uomini vestiti di nero stava leggendo con grande attenzione il documento che teneva fra le mani in cui erano riportati dati importanti per la futura missione.
All'improvviso la folle risata di Revolver riempì l'aria ponendo fine a quel silenzio quasi surreale. Tutti si voltarono verso di lui, chiedendosi cosa avesse da ridere quel pazzo.
<<Bersagli interessanti, non c'è che dire! Resta solo un piccolo dilemma...come faremo a stabilire a chi toccherà occuparsi di chi?>>
<<Bé, io avrei già ideato un sistema per creare gli abbinamenti, ma prima di proporvelo sarei curioso di sentire le vostre eventuali proposte>> affermò Joker.
<<Dal mio punto di vista una bella sfida alla roulette russa risolve sempre tutto>> disse Revolver con un ghigno satanico, mentre estraeva la sua Magnum calibro 44.
<<Devo forse ricordati che ci é stato proibito di morire per delle stronzate?>> chiese l'afroamericano in tono burbero.
<<Hai forse paura di morire?>> chiese il biondo mentre gli puntava la pistola alla tempia.
<<No. Per me la morte non é per niente spaventosa>>
<<Bé, da uno chiamato Jesus c'era da aspettarsela una risposta del genere>> affermò Revolver mentre allontanava la pistola dalla testa del collega.
<<Suppongo che se anche ti uccidessi tu torneresti in vita, giusto?>>
Jesus non si degnò nemmeno di dare una risposta, cosa che irritò alquanto il suo interlocutore.
<<Dimmi un po': visto che hai bocciato la mia idea ne hai per caso una migliore?!>>
<<No, non saprei. Forse una sfida a braccio di ferro>>
<<Jesus, lo sai benissimo che una competizione del genere andrebbe senza dubbio a tuo vantaggio>> disse Black Rose, in tono ironico. <<Sarebbe come se io vi sfidassi a una gara di sensualità: ovvio che sarei io a vincere>>
I tre erano chiaramente vicini ad una pericolosa lite, così Joker decise di intervenire per risolvere la faccenda.
<<Fortunatamente ho ideato un sistema basato sulla casualità che non vi lascerà insoddisfatti>>
Detto questo l'anziano tirò fuori quattro carte da gioco da una tasca dello smoking e ne distribuì tre coperte ai suoi colleghi tenendosene una (anch'essa coperta) per se.
<<Le quattro carte che ho distribuito sono: il fante di picche, la regina di cuori, il re di fiori e il fante di quadri. Su questo foglio ho abbinato a ogni carta il nome di uno dei quattro obiettivi: al mio tre volteremo tutti la nostra carta e scopriremo chi é il nostro obiettivo. Ci sono domande?>>
Nessuno fece domande. Erano tutti troppo ansiosi di scoprire chi era il loro bersaglio.
<<Bene, sembra che sia tutto chiaro. Allora posso iniziare a contare...>>
<<Uno....>>
Le mani dei presenti si avvicinarono un po' di più alle carte....
<<Due...>>
Ora le mani di tutti erano appoggiate sulle carte....
<<Tre!>>
I quattro individui vestiti di nero voltarono le carte da gioco e scoprirono finalmente il nome della persona di cui si sarebbero dovuti occupare nel corso della missione. Nessuno di loro rimase insoddisfatto....
TO BE CONTINUED...
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