Prologo
Episodio 7
La spavalderia del principe dei saiyan aveva qualcosa di ridicolo nella sua situazione, ma la regalità di Vegeta spiccava anche dai panni di Kakaroth…
“Allora, macinino? Come ti chiami? Sei un’altra creatura di Gelo, vero?”
“Io sono C1 e sono la prima creazione del dottore. Tu sei Vegeta, non è così?”
Vegeta si inorgoglì un attimo: “Vedo che la mia fama è arrivata anche qui nei bassifondi… mmmh… bene bene, sarà divertente distruggerti!”
Partì all’attacco, come sempre, senza badare molto alla potenza all’avversario: mossa stupida, ma il saiyan era fatto così. Colpì a ripetizione la faccia del cyborg con potenti scariche di pugni, poi assestò una ginocchiata in pieno ventre a C1, mandandolo lontano, poi pose le mani davanti a sé e cominciò a sparare sferette di ki a ripetizione, fino a sommergere completamente l’avversario. L’esplosione provocò un gran boato, Vegeta rimaneva fermo ansimando pesantemente, come ogni volta che utilizzava quell’attacco; non dovette aspettare molto. C1 uscì dalla coltre di polvere sollevata integro e vegeto, solo con qualche strappo agli abiti e dei lividi sulla pelle, ma nessuna ferita grave. “Vedo che non cambi mai, principe, eppure dovresti proprio, sai?” Vegeta ringhiava come un cane inferocito al quale è stato tolto l’osso: “C-come ti permetti, maledetto… io… io…” Non finì la frase: C1 stava luccicando, gli occhi erano diventati di un intenso blu e il suo corpo era come circondato da quella che sembrava aura, ma non era possibile, visto che non ne possedeva.
La luce diventava sempre più accecante, passando dal blu al dorato, finché il cyborg disse: “Vediamo come te la cavi con questo: Blazing Exposion!!!” La luce blu si ingrandì ancora fino ad arrivare a Vegeta, che esclamò: “Ma questa roba scotta! Dannazione!” La tuta di Goku tenuta con tanto amore da Chichi si stava riducendo in cenere sempre più celermente, ma Vegeta non se ne accorse, era troppo preoccupato per i principi di ustioni che aveva su tutto il corpo, ma ancora una volta sul suo volto rude comparve quel sorrisetto un po’ sadico che lo caratterizzava: “Non sai ancora quello che posso fare, rottame!!! AHHHHHH!!!” La luce della Blazing Explosion riempì totalmente la caverna, ma nel frattempo qualcos’altro si stava risvegliando mentre C1 provocava l’enorme attacco... Quando finalmente il bagliore si diradò i due avversari si trovavano l’uno di fronte all’altro, fieri, per nulla stanchi ma, al contrario, desiderosi di battersi fino alla morte.
Tuttavia Vegeta aveva tirato fuori un’incredibile arma segreta, la migliore che abbia qualunque saiyan: ora risplendeva di luce gialla e i suoi capelli, pur non cambiando forma, erano diventati dorati. Dopo la trasformazione di Trunks, C1 assisteva per la seconda volta a quel fenomeno leggendario… “Anche tu ricorri a questo genere di mezzi… Bene, vuol dire che non sarà un combattimento facile, dopotutto sei un saiyan, e la tua razza ha sempre dato del filo da torcere alla mia… ma bando alle ciance, combattiamo.” Questa volta fu il cyborg a fare la prima volta, volando verso Vegeta, ma il saiyan non mosse un muscolo: solo quando il nemico arrivò a un paio di metri da lui alzò il braccio perpendicolarmente al corpo, spalancò la mano davanti al cyborg che nel frattempo lo aveva raggiunto e gridò: “Crepa!!!”
Un ki blu esplose proprio sulla faccia di C1, investendolo in pieno: era il più potente attacco di Vegeta: il Big Bang.
L’androide riemerse danneggiato alla testa: uno dei due tubi si era lacerato, ma non ancora rotto; si avvicinò ulteriormente a Vegeta, lo prese per la gola prima che egli potesse fare qualsiasi mossa e lo sollevò, poi cominciò a stringere la presa, soffocando il saiyan, che cominciò a rantolare e a sudare freddo, poi ritornò al suo stadio normale, infine le pupille si fecero sempre più opache, schiarendosi innaturalmente… “Ora basta saiyan, è arrivata la tua ora! Se non ti va di ammettere che ti ho battuto io potrai comunque prendere questa sconfitta come una lezione per tutte le malefatte della tua misera vita…”
Vegeta avrebbe voluto rispondergli, avrebbe voluto dire che in realtà c’era qualcosa in quella vita a cui teneva, qualcosa che non avrebbe mai voluto perdere, qualcosa che amava, o forse no, non avrebbe mai confidato cose del genere ad un androide. Tutto l’orgoglio del principe si stava spegnendo, come il resto d’altronde, visto che gli rimanevano pochi minuti di vita senza ossigeno… fosse stato umano sarebbe già morto. E poi C1 prolungava la sua sofferenza lasciando regolarmente passare uno spiraglio d’aria nella circolazione di Vegeta, giusto per farlo soffrire.
Il saiyan cominciò a pensare a tutto ciò che aveva fatto in vita, ma tagliò subito quei ricordi… in molti di essi c’era Kakaroth, quel maledetto… eppure aveva indosso quegli abiti che aveva avuto modo di colpire, di stracciare, di umiliare… Un minuto di vita, un solo misero minuto per un saiyan che aveva passato una vita per cercare di essere il migliore. Pi pensò a Trunks, suo figlio, ma non quello ancora troppo piccolo per una qualsiasi azione degna di un saiyan, ma di quello che era venuto dal futuro: cercò la sua aura, era ancora presente, debole ma presente. La sua bocca si atteggiò a qualcosa di simile ad un sorriso: era vivo e avrebbe vendicato la fine che ormai era vicina, oppure sarebbero morti insieme, padre e figlio, due supersaiyan…
Poi pensò a Gohan: quel pivello era in grado di badare alla terra e l’avrebbe sicuramente fatto, con quel carattere altruista che si ritrovava… pensò a Piccolo: in fondo gli era simpatico, era molto simile a lui, oscuro e solitario, ma il namecciano era diventato buono, lui invece era ancora malvagio, c’era qualcosa di cattivo dentro di lui.
Ma nonostante tutto ciò voleva morire da eroe, voleva morire da saiyan, anzi, da supersaiyan: raccolse tutta l’energia che gli rimaneva, compiendo uno sforzo sovrumano, e la concentrò in un ultimo disperato atto di coraggio e onore: l’aura crebbe, per l’ultima volta, a dismisura, poi Vegeta si trasformò in Supersaiyan oltrepassando il limite, nella forma più potente che conosceva. Poi si accasciò mollemente, conservando ancora per qualche minuto l’aspetto trasformato. Aveva ottenuto quello al quale qualunque saiyan aspirava: una fine onorevole.
C1 aprì la mano, con fare indifferente e lasciò cadere il corpo esanime del principe al suolo, con un volo di circa dieci metri, per poi atterrare pesantemente al suolo, sollevando nuvolette di pulviscolo…
C1 smise di ridacchiare e la sua espressione mutò radicalmente: ora sembrava triste, ma per quale motivo? Aveva vinto, il laboratorio era stato difeso, aveva fatto fuori due dei più potenti guerrieri dell’universo, ma non era soddisfatto: dopo aver compiuto l’obiettivo per lui programmato da Gelo, aveva esaurito la sua utilità, e ora si sentiva insignificante, non aveva più motivo di esistere.
Ancora una volta dalla sua nascita sembrava provare sentimenti quasi umani, sensazioni pure, non dettate da ordini di un pazzo. La sua mente piena di circuiti stava formulando idee dopo idee, ma soprattutto domande, domande sul suo scopo, domande sulla sua vera identità: a chi appartenevano i componenti di corpi dai quali era formati e dei quali si serviva per combattere? Era forse solo una creatura senza identità che rispondeva ad un codice, ad una matricola, ad un numero?
1, quel numero che indicava il tutto, l’unità, ma indicava anche che lui era il primo, che forse aveva qualcosa di speciale… forse Gelo aveva altri scopi per lui… o forse quelle erano solo fantasie di uno stupido androide. Decise di smettere di pensare: gli faceva troppo male…
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