Salve gente ! Oramai è da qualche tempo che mi cimento a scrivere FF per conto mio, ora vorrei qualche parere da parte vostra. L'altra FF l'ha sto continuando (cioè quella sul mondo di DB) ma devo ancora aggiustare qualche cosina; Per ora godetevi questa FF del piccolo tentai. Se conoscete il genere e l'ordine solito delle azioni vi piacerà questa Fan Fiction.
Detective Conan : L’arte e l’amore della morte
Al Dott. Agasa gli era venuta la balzana idea di andare in gita, e come ogni gita verso mete avventurose ad accompagnarmi assieme a me ci sono tutti i Detective Boys.
“Hai qualche novità sull’Organizzazione?”
“No… Ma non preoccuparti. La metà in cui stiamo andando non ha nessuna influenza con l’Organizzazione.”
“Conan, mi sto sempre più preoccupando… Hanno sempre più accerchiato il campo di possibilità in cui ci possiamo trovare.. Prima o poi ci scoveranno !”
“Dai ! Fammi un semplice piacere… Goditi questa escursione, e se è per questo motivo che ti preoccupi, ci sono io vicino a te…”
Ai arrossì e si girò verso il finestrino della macchina ad osservare il paesaggio. Ma in quell’esatto momento un gran tonfo provocò una gran paura a tutti.
“Ma cosa succede? Agasa, non mi dica che ha bucato la ruota…?” disse Mitsuiko a gran voce.
“Non mi sembra… La strada non è acciottolata.”
“Risolviamo la questione scendendo dalla vettura…” disse Conan aprendo la portiera destra della macchina.
“Allora Conan?” domandò Ayumi.
Conan iniziò a far il giro della macchina a passo lento, e quando lo stava terminando vide una cosa luccicare sul terreno.
“Agasa, ho trovato qualcosa!”
“Cosa…? Non sarà mica qualcosa di acuminato?”
“Non mi sembra.. Assomiglia più a una lamina…”
Conan frastagliò il terreno e si accorse che quella cosa che luccicava era una bottiglia. Era in frantumi, ed era facilmente deducibile che a provocare la rottura di essa è stata la macchina.
“Agasa… E’ una bottiglia ! (Ma che strano.. Come ha fatto una bottiglia a provocare un tonfo alla macchina… E poi quando c’è stato il tonfo non ho sentito nessun rumore di frantumi… Devo esaminare il resto del territorio… Ma si sta facendo ora di pranzo quindi e meglio accamparsi da qualche parte.)”
“Allora… ha provocato grandi danni?”
“No… stia tranquillo. Possiamo continuare il tragitto.”
Conan, un istante prima di entrare, con un fazzoletto prese i frantumi di bottiglia e li mise in tasca.
“Allora..? Conan, cosa c’è di grave stavolta?” disse sottovoce Agasa a Conan.
“Cosa dovrebbe esserci di strano?”
“Ma come? Mi deludi… Secondo te non ho notato come agivi? Poi come faceva una bottiglia a provocare un tonfo? Guarda che non sono rimbambito fino a questo punto… Su dimmi cosa hai potuto constatare?”
“Nulla di che… Il terreno era ammaccato in un punto specifico del terreno e più precisamente verso lo sbocco del baratro, la bottiglia inoltre ho notato che non è stata rotta per l’impatto con le ruote ma perché è caduta da un punto alto del luogo. Secondo me c’è qualcosa di molto grave sotto questa storia.”
“Cosa hai in mente Shinichi? Non pensare cose affrettate…”
“Da quello che ho visto posso solo pensare ad un omicidio… Però con i pochi indizi che ho sotto mano non lo posso dire con certezza. Accampiamoci in un ostello qui vicino e dopo aver pranzato andremo a trovare qualche altra prova.”
“Shinichi… Non è che la tua perspicace intelligenza cala..? Non potrebbe essere un semplicissimo incidente? Sai c’era una bottiglia, quindi potrebbe essere successo che un ubriacone non molto lucido è caduto nel burrone…”
“Non ho riscontrato nessun odore di alcol nella bottiglia e inoltre se fosse come dice lei per quale motivo un ubriaco si aggirava da queste parti. Se fosse stato poco lucido sarebbe scrollato a pochi metri dal luogo in cui è stato ad ubriacarsi, non crede?”
“Accidenti ! Allora forse la cosa si fa grave…”
“Lo credo anche io…”
Agasa svoltò in un imbocco. Uscì dalla macchina, fece pochi passi e guardò nell’ostello che sorgeva davanti a lui e osservò se c’era qualcuno al suo interno. Vide attraverso una finestrella aperta delle persone al suo interno, così fece segno di uscire… Conan uscì per primo, con a seguito tutti i Detective Boys.
Agasa proseguì e busso al locale. Ci fu un leggero ritardo nella risposta degli uomini, ma alla fine uno di loro ci aprì. Ad aprire la porta ci fu una graziosa signora, non molto giovane che ci sorrise.
“Salve. Siete qui per prendere una camera vero? Accomodatevi che adesso vi raggiungiamo e ci presentiamo. Comunque il mio nome è Azumi. Molto piacere.”
“Salve. Io mi chiamo…” ma prima di finire la frase la signorina entrò nel locale…
Appena entrati, un signore seduto su una poltroncina in mezzo alla sala domandò ad Azumi:
“Ma sai che fine ha fatto Matamoto?”
“Vado a controllare nella sua stanza… Intanto voi se vi volete accomodare fate pure. Vi mostro le stanze.”
Salendo per le scale, osservammo che il luogo era molto spazioso, ed in se e per se l’edificio era anche un posto comodo. Arrivati al piano più alto, ci fermammo davanti ad una porta. Azumi bussò tre, quattro volte. Non ci fu risposta. Azumi dopo qualche altro tentativo, tentò di aprire la porta.
“Accidenti ! Non si apre… Ma che diavolo starà facendo?”
“Signorina… Mi scusi. Ma lei è la padrona del locale…? Vedo che siete un gruppo ristretto e che vi conoscete un po’ tutti da quello che ho notato…”
“Piccolo… vedo che sei molto perspicace. Effettivamente sono io che dirigo il locale.”
“Allora perché non prende la chiave e apre la porta…”
“Ah… si giusto.”
Azumi prese la chiave da una delle tasche del suo pantalone e infilò la chiave nella serratura. Voltò la mandata ed aprì la porta. Davanti ai presenti, disteso nella stanza, c’era un corpo. Quel corpo era coperto di sangue e con molte ferite evidenti. Azumi indietreggiò e in seguito emette un urlò di paura.
“Matamoto !!!”
Commentate !!!
Detective Conan : L’arte e l’amore della morte
Al Dott. Agasa gli era venuta la balzana idea di andare in gita, e come ogni gita verso mete avventurose ad accompagnarmi assieme a me ci sono tutti i Detective Boys.
“Hai qualche novità sull’Organizzazione?”
“No… Ma non preoccuparti. La metà in cui stiamo andando non ha nessuna influenza con l’Organizzazione.”
“Conan, mi sto sempre più preoccupando… Hanno sempre più accerchiato il campo di possibilità in cui ci possiamo trovare.. Prima o poi ci scoveranno !”
“Dai ! Fammi un semplice piacere… Goditi questa escursione, e se è per questo motivo che ti preoccupi, ci sono io vicino a te…”
Ai arrossì e si girò verso il finestrino della macchina ad osservare il paesaggio. Ma in quell’esatto momento un gran tonfo provocò una gran paura a tutti.
“Ma cosa succede? Agasa, non mi dica che ha bucato la ruota…?” disse Mitsuiko a gran voce.
“Non mi sembra… La strada non è acciottolata.”
“Risolviamo la questione scendendo dalla vettura…” disse Conan aprendo la portiera destra della macchina.
“Allora Conan?” domandò Ayumi.
Conan iniziò a far il giro della macchina a passo lento, e quando lo stava terminando vide una cosa luccicare sul terreno.
“Agasa, ho trovato qualcosa!”
“Cosa…? Non sarà mica qualcosa di acuminato?”
“Non mi sembra.. Assomiglia più a una lamina…”
Conan frastagliò il terreno e si accorse che quella cosa che luccicava era una bottiglia. Era in frantumi, ed era facilmente deducibile che a provocare la rottura di essa è stata la macchina.
“Agasa… E’ una bottiglia ! (Ma che strano.. Come ha fatto una bottiglia a provocare un tonfo alla macchina… E poi quando c’è stato il tonfo non ho sentito nessun rumore di frantumi… Devo esaminare il resto del territorio… Ma si sta facendo ora di pranzo quindi e meglio accamparsi da qualche parte.)”
“Allora… ha provocato grandi danni?”
“No… stia tranquillo. Possiamo continuare il tragitto.”
Conan, un istante prima di entrare, con un fazzoletto prese i frantumi di bottiglia e li mise in tasca.
“Allora..? Conan, cosa c’è di grave stavolta?” disse sottovoce Agasa a Conan.
“Cosa dovrebbe esserci di strano?”
“Ma come? Mi deludi… Secondo te non ho notato come agivi? Poi come faceva una bottiglia a provocare un tonfo? Guarda che non sono rimbambito fino a questo punto… Su dimmi cosa hai potuto constatare?”
“Nulla di che… Il terreno era ammaccato in un punto specifico del terreno e più precisamente verso lo sbocco del baratro, la bottiglia inoltre ho notato che non è stata rotta per l’impatto con le ruote ma perché è caduta da un punto alto del luogo. Secondo me c’è qualcosa di molto grave sotto questa storia.”
“Cosa hai in mente Shinichi? Non pensare cose affrettate…”
“Da quello che ho visto posso solo pensare ad un omicidio… Però con i pochi indizi che ho sotto mano non lo posso dire con certezza. Accampiamoci in un ostello qui vicino e dopo aver pranzato andremo a trovare qualche altra prova.”
“Shinichi… Non è che la tua perspicace intelligenza cala..? Non potrebbe essere un semplicissimo incidente? Sai c’era una bottiglia, quindi potrebbe essere successo che un ubriacone non molto lucido è caduto nel burrone…”
“Non ho riscontrato nessun odore di alcol nella bottiglia e inoltre se fosse come dice lei per quale motivo un ubriaco si aggirava da queste parti. Se fosse stato poco lucido sarebbe scrollato a pochi metri dal luogo in cui è stato ad ubriacarsi, non crede?”
“Accidenti ! Allora forse la cosa si fa grave…”
“Lo credo anche io…”
Agasa svoltò in un imbocco. Uscì dalla macchina, fece pochi passi e guardò nell’ostello che sorgeva davanti a lui e osservò se c’era qualcuno al suo interno. Vide attraverso una finestrella aperta delle persone al suo interno, così fece segno di uscire… Conan uscì per primo, con a seguito tutti i Detective Boys.
Agasa proseguì e busso al locale. Ci fu un leggero ritardo nella risposta degli uomini, ma alla fine uno di loro ci aprì. Ad aprire la porta ci fu una graziosa signora, non molto giovane che ci sorrise.
“Salve. Siete qui per prendere una camera vero? Accomodatevi che adesso vi raggiungiamo e ci presentiamo. Comunque il mio nome è Azumi. Molto piacere.”
“Salve. Io mi chiamo…” ma prima di finire la frase la signorina entrò nel locale…
Appena entrati, un signore seduto su una poltroncina in mezzo alla sala domandò ad Azumi:
“Ma sai che fine ha fatto Matamoto?”
“Vado a controllare nella sua stanza… Intanto voi se vi volete accomodare fate pure. Vi mostro le stanze.”
Salendo per le scale, osservammo che il luogo era molto spazioso, ed in se e per se l’edificio era anche un posto comodo. Arrivati al piano più alto, ci fermammo davanti ad una porta. Azumi bussò tre, quattro volte. Non ci fu risposta. Azumi dopo qualche altro tentativo, tentò di aprire la porta.
“Accidenti ! Non si apre… Ma che diavolo starà facendo?”
“Signorina… Mi scusi. Ma lei è la padrona del locale…? Vedo che siete un gruppo ristretto e che vi conoscete un po’ tutti da quello che ho notato…”
“Piccolo… vedo che sei molto perspicace. Effettivamente sono io che dirigo il locale.”
“Allora perché non prende la chiave e apre la porta…”
“Ah… si giusto.”
Azumi prese la chiave da una delle tasche del suo pantalone e infilò la chiave nella serratura. Voltò la mandata ed aprì la porta. Davanti ai presenti, disteso nella stanza, c’era un corpo. Quel corpo era coperto di sangue e con molte ferite evidenti. Azumi indietreggiò e in seguito emette un urlò di paura.
“Matamoto !!!”
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