Vista la fine di "Scuola Superiore" ho deciso di iniziare a postare qui una mia nuova fanfiction: "Cuori Ardenti" i pairing saranno quelli classici dell'anime/ manga
Personaggi Principali: C18 - Crilin - Goku - Vegeta - Bulma - Chichi - Marion - Ianko
La storia è una AU e si svolge nel 1757 (tranne il primo capitolo che è del 1756).
Per chi non fosse forte in storia rammento che nel 1756 inizia la Guerra dei 7 anni che vede contrapporsi Austria, Francia, Russia, Polonia e Svezia contro Gran Bretagna e Prussia.
E' quindi una guerra che fa parte delle tante guerre che vedono contrapporsi Francia e Inghilterra.
Questa storia si svolge, per l'appunto, in Inghilterra e motore della fanfiction è proprio la guerra tra Francia e Inghilterra.
Introduzione alla storia:
1757. Il giovane Conte francese Crilin De Blanchard è perdutamente innamorato di C18 Collins, giovane ragazza inglese, e lei ricambia i suoi sentimenti. Con lo scoppio della Guerra tra Francia e Inghilterra il giovane francese non riesce ad attraversare la Manica ed è quindi impossibilitato a rivederla e a poterla sposare. Le uniche imbarcazioni, oltre a quelle militari, che riescono ad attraversare la Manica sono quelle dei contrabbandieri e quelle delle spie, e così...
Nel frattempo Vegeta Prince viene incaricato dall'Ufficio Segreto inglese di investigare su una rete di spie, che dall'Inghilterra dirama informazioni segrete alla Francia. L'investigatore arriva nel piccolo villaggio di Hastings, situato poco lontano dalla Manica, e lì incontra Bulma Collins, una delle sorelle di C18.
A tutto questo aggiungete Goku Carter, giovane contrabbandiere inglese, e Chichi Morris, moglie del medico del villaggio.
Il risultato? Per scoprirlo non vi resta che leggere.
Ecco ora a voi il primo capitolo che serve da introduzione, spero vi piaccia. Commentate ^_^
Prologo
1756
Una pioggia lieve batteva sui vetri delle finestre.
Tic, tic, tic, tic.
Lenta, cadenzata, gioiosa.
Tranquilla.
Tic, tic, tic.
Ritmata.
Tic, tic, tic.
Un braccio bianco si allungò nel buio ed una mano candida come la neve si posò su una lampada a petrolio.
La rotella girò lentamente, facile prenda delle dita sottili.
Una tenue luce rischiarò le tenebre, illuminando un letto ampio, con coperte di seta e rifiniture in oro.
Sopra il letto giacevano due figure, la pallida luce lunare che le rischiarava venne allontanata, al suo posto una luce rossastra, emanata dalla piccola lampada.
Un uomo e una donna.
Due amanti.
La candida mano femminile si ritirò e si appoggiò dolcemente sul petto dell’uomo.
Una mano più scura la prese con dolcezza.
Era una mano maschile, dura e di colore più scuro, eppure era una mano lieve, aristocratica.
Una mano che non aveva mai provato un attrezzo da lavoro.
Una mano abituata a sfogliare al massimo qualche libro, a reggere qualche calice.
La mano di un nobile.
Lentamente la figura maschile si mosse, poggiando su un fianco.
Due bellissimi occhi color dell’ebano si fissarono in quelli azzurri della donna.
Due occhi illuminati da una lieve luce, la luce dell’amore.
Lentamente le labbra rosa scuro dell’uomo si unirono a quelle più chiare della donna.
Poi, in un sussurro, l’uomo pronunciò qualche lieve parola.
“Perché hai acceso la luce?”
La sua voce era bassa, lenta.
Sussurrava, sebbene sapesse che erano soli in quella casa.
“Volevo guardarti”
La voce della donna era dolce, flautata, tuttavia vi era una nota di determinazione nella voce.
La voce di una donna che non ubbidisce facilmente.
L’uomo non disse nulla, si limitò ad usare le sue forti braccia per prendere il fragile corpo della donna e stringerlo a sé.
La amava.
Tutto il mondo sembrava riassumersi in quella dolce figura sdraiata al suo fianco.
Le spostò cautamente i capelli dal viso, meravigliandosi, ancora una volta, di come i suoi capelli dorati risplendessero magicamente anche alla fioca luce della lampada.
Aveva dei capelli veramente magnifici, lei.
Un sorriso illuminò il volto del nobile.
Avvicinò lentamente le labbra al piccolo orecchio di lei
“Ti amo”
Lei non rispose, ma la luce che passò nei suoi occhi era più eloquente di qualsiasi risposta.
Anche lei lo amava.
L’uomo si guardò lentamente intorno.
La sua stanza era regale, mobili antichi e rifiniture dorate.
La sua villa era tra le più grandi di Francia.
La sua famiglia, una delle più rinomate.
Eppure tutto questo gli sembrava così inutile.
Così superficiale.
Tutto quello che voleva era steso accanto a lui su quel letto, che era appena diventato il Paradiso.
Sapeva che la sua amata non veniva da un’importante famiglia, non erano benestanti.
I genitori erano morti molto presto e lei viveva con le due sorelle maggiori.
Sì, sapeva che non avevano molto denaro.
Ma si sarebbe occupato lui, di lei.
Le avrebbe dato tutto quello che non aveva mai avuto.
Tutto.
Si girò nuovamente verso di lei.
“Ti piacerebbe diventare Contessa, mia cara?”
Lei non rispose, guardandolo fisso negli occhi.
Sorrise dolcemente.
“Mi piacerebbe essere tua moglie”
Rispose, perdendosi nei suoi grandi occhi gentili.
Lui sorrise.
Non era la stessa cosa.
Sapeva che non era la stessa cosa.
La sua risposta l’aveva reso immensamente felice.
Più che se avesse risposto semplicemente di sì.
I due amanti si addormentarono, felici.
Sognando le future nozze, la loro vita insieme, i bambini che avrebbero avuto.
La mattina presto si alzarono di buon ora.
Il Conte la guardò prepararsi, per tornare a casa.
“Vuoi veramente partire?”
Una piccola nota di disperazione nella voce.
Odiava essere lontano da lei.
“Devo. Devo tornare in Inghilterra, perlomeno per annunciare alle mie sorelle le mie future nozze, no?”
Un sorriso accompagnò le sue parola.
Anche l’uomo sorrise.
Lei uscì dalla grande villa, allontanandosi in carrozza.
Presto avrebbe preso una nave e si sarebbe imbarcata per l’Inghilterra.
Lontana da lui.
Il Conte fece una smorfia, ma si riprese subito.
Non era il caso di essere tristi, presto l’avrebbe sposata.
Sarebbe stata sua per sempre.
Si distese sul letto, felice come non era mai stato.
Presto avrebbe sposato la donna che amava.
Niente poteva distruggere la sua felicità.
Ma non era vero.
C’è sempre qualcosa in grado di distruggere una felicità così faticosamente costruita.
Per il Conte e per la sua amata, quel qualcosa prese le forme di una guerra.
Una dolorosa guerra scoppiò tra Francia e Inghilterra, proprio pochi giorni dopo la richiesta di matrimonio.
Ogni comunicazione tra Francia e Inghilterra ad opera dei civili fu troncata.
Le uniche navi in partenza erano quelle da guerra.
Non c’era possibilità, per i civili, di oltrepassare la Manica.
Nessuna possibilità, per il Conte, di raggiungere la sua amata.
Personaggi Principali: C18 - Crilin - Goku - Vegeta - Bulma - Chichi - Marion - Ianko
La storia è una AU e si svolge nel 1757 (tranne il primo capitolo che è del 1756).
Per chi non fosse forte in storia rammento che nel 1756 inizia la Guerra dei 7 anni che vede contrapporsi Austria, Francia, Russia, Polonia e Svezia contro Gran Bretagna e Prussia.
E' quindi una guerra che fa parte delle tante guerre che vedono contrapporsi Francia e Inghilterra.
Questa storia si svolge, per l'appunto, in Inghilterra e motore della fanfiction è proprio la guerra tra Francia e Inghilterra.
Introduzione alla storia:
1757. Il giovane Conte francese Crilin De Blanchard è perdutamente innamorato di C18 Collins, giovane ragazza inglese, e lei ricambia i suoi sentimenti. Con lo scoppio della Guerra tra Francia e Inghilterra il giovane francese non riesce ad attraversare la Manica ed è quindi impossibilitato a rivederla e a poterla sposare. Le uniche imbarcazioni, oltre a quelle militari, che riescono ad attraversare la Manica sono quelle dei contrabbandieri e quelle delle spie, e così...
Nel frattempo Vegeta Prince viene incaricato dall'Ufficio Segreto inglese di investigare su una rete di spie, che dall'Inghilterra dirama informazioni segrete alla Francia. L'investigatore arriva nel piccolo villaggio di Hastings, situato poco lontano dalla Manica, e lì incontra Bulma Collins, una delle sorelle di C18.
A tutto questo aggiungete Goku Carter, giovane contrabbandiere inglese, e Chichi Morris, moglie del medico del villaggio.
Il risultato? Per scoprirlo non vi resta che leggere.
Ecco ora a voi il primo capitolo che serve da introduzione, spero vi piaccia. Commentate ^_^
Prologo
1756
Una pioggia lieve batteva sui vetri delle finestre.
Tic, tic, tic, tic.
Lenta, cadenzata, gioiosa.
Tranquilla.
Tic, tic, tic.
Ritmata.
Tic, tic, tic.
Un braccio bianco si allungò nel buio ed una mano candida come la neve si posò su una lampada a petrolio.
La rotella girò lentamente, facile prenda delle dita sottili.
Una tenue luce rischiarò le tenebre, illuminando un letto ampio, con coperte di seta e rifiniture in oro.
Sopra il letto giacevano due figure, la pallida luce lunare che le rischiarava venne allontanata, al suo posto una luce rossastra, emanata dalla piccola lampada.
Un uomo e una donna.
Due amanti.
La candida mano femminile si ritirò e si appoggiò dolcemente sul petto dell’uomo.
Una mano più scura la prese con dolcezza.
Era una mano maschile, dura e di colore più scuro, eppure era una mano lieve, aristocratica.
Una mano che non aveva mai provato un attrezzo da lavoro.
Una mano abituata a sfogliare al massimo qualche libro, a reggere qualche calice.
La mano di un nobile.
Lentamente la figura maschile si mosse, poggiando su un fianco.
Due bellissimi occhi color dell’ebano si fissarono in quelli azzurri della donna.
Due occhi illuminati da una lieve luce, la luce dell’amore.
Lentamente le labbra rosa scuro dell’uomo si unirono a quelle più chiare della donna.
Poi, in un sussurro, l’uomo pronunciò qualche lieve parola.
“Perché hai acceso la luce?”
La sua voce era bassa, lenta.
Sussurrava, sebbene sapesse che erano soli in quella casa.
“Volevo guardarti”
La voce della donna era dolce, flautata, tuttavia vi era una nota di determinazione nella voce.
La voce di una donna che non ubbidisce facilmente.
L’uomo non disse nulla, si limitò ad usare le sue forti braccia per prendere il fragile corpo della donna e stringerlo a sé.
La amava.
Tutto il mondo sembrava riassumersi in quella dolce figura sdraiata al suo fianco.
Le spostò cautamente i capelli dal viso, meravigliandosi, ancora una volta, di come i suoi capelli dorati risplendessero magicamente anche alla fioca luce della lampada.
Aveva dei capelli veramente magnifici, lei.
Un sorriso illuminò il volto del nobile.
Avvicinò lentamente le labbra al piccolo orecchio di lei
“Ti amo”
Lei non rispose, ma la luce che passò nei suoi occhi era più eloquente di qualsiasi risposta.
Anche lei lo amava.
L’uomo si guardò lentamente intorno.
La sua stanza era regale, mobili antichi e rifiniture dorate.
La sua villa era tra le più grandi di Francia.
La sua famiglia, una delle più rinomate.
Eppure tutto questo gli sembrava così inutile.
Così superficiale.
Tutto quello che voleva era steso accanto a lui su quel letto, che era appena diventato il Paradiso.
Sapeva che la sua amata non veniva da un’importante famiglia, non erano benestanti.
I genitori erano morti molto presto e lei viveva con le due sorelle maggiori.
Sì, sapeva che non avevano molto denaro.
Ma si sarebbe occupato lui, di lei.
Le avrebbe dato tutto quello che non aveva mai avuto.
Tutto.
Si girò nuovamente verso di lei.
“Ti piacerebbe diventare Contessa, mia cara?”
Lei non rispose, guardandolo fisso negli occhi.
Sorrise dolcemente.
“Mi piacerebbe essere tua moglie”
Rispose, perdendosi nei suoi grandi occhi gentili.
Lui sorrise.
Non era la stessa cosa.
Sapeva che non era la stessa cosa.
La sua risposta l’aveva reso immensamente felice.
Più che se avesse risposto semplicemente di sì.
I due amanti si addormentarono, felici.
Sognando le future nozze, la loro vita insieme, i bambini che avrebbero avuto.
La mattina presto si alzarono di buon ora.
Il Conte la guardò prepararsi, per tornare a casa.
“Vuoi veramente partire?”
Una piccola nota di disperazione nella voce.
Odiava essere lontano da lei.
“Devo. Devo tornare in Inghilterra, perlomeno per annunciare alle mie sorelle le mie future nozze, no?”
Un sorriso accompagnò le sue parola.
Anche l’uomo sorrise.
Lei uscì dalla grande villa, allontanandosi in carrozza.
Presto avrebbe preso una nave e si sarebbe imbarcata per l’Inghilterra.
Lontana da lui.
Il Conte fece una smorfia, ma si riprese subito.
Non era il caso di essere tristi, presto l’avrebbe sposata.
Sarebbe stata sua per sempre.
Si distese sul letto, felice come non era mai stato.
Presto avrebbe sposato la donna che amava.
Niente poteva distruggere la sua felicità.
Ma non era vero.
C’è sempre qualcosa in grado di distruggere una felicità così faticosamente costruita.
Per il Conte e per la sua amata, quel qualcosa prese le forme di una guerra.
Una dolorosa guerra scoppiò tra Francia e Inghilterra, proprio pochi giorni dopo la richiesta di matrimonio.
Ogni comunicazione tra Francia e Inghilterra ad opera dei civili fu troncata.
Le uniche navi in partenza erano quelle da guerra.
Non c’era possibilità, per i civili, di oltrepassare la Manica.
Nessuna possibilità, per il Conte, di raggiungere la sua amata.
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