Entrambi gli esseri erano grassi e bassi, con due grandi orecchie a punta.
I guerrieri li osservarono più attentamente.
Le gambe ed i piedi erano molto piccoli rispetto alla mole del corpo, tanto che i due sembravano una patata con infilzati due stuzzicadenti. Le braccia, al contrario, erano robuste, forse un po’ troppo grandi per la loro statura. A prima vista, i due sembravano indossare una sorta di armatura, ma guardandoli bene ci si rendeva conto che quella era la loro stessa pelle, solida, dura e a scaglie, grigia come il metallo.
La testa dei due mostri era proporzionata al corpo e vi trovavano spazio un naso pressoché invisibile, una bocca enorme e larga, con le labbra rosee divise da tante righine bianche.
Due occhi enormi e due orecchie a punta molto lunghe completavano il quadro.
I due esseri erano quasi identici, l’unica differenza era che uno era bianco con gli occhi completamente neri e l’altro nero con gli occhi completamente bianchi.
In ogni caso il loro aspetto era bizzarro quanto spaventoso, proprio per la sua stranezza.
I guerrieri sarebbero stati spaventati, se non avessero saputo quanto basso era il loro livello.
Basso rispetto a loro, ovviamente.
Vegeta sorrise, divertito.
Il loro livello era uguale a quello del primo Majin Bu, quello grasso.
Troppo poco per impensierirli.
Senza aspettare altro, il principe si trasformò in Super Saiyan di secondo livello.
I capelli dorati svolazzarono nella brezza pomeridiana, mentre i due nemici, attirati dalla sua potenza, lo guardavano.
Era impossibile.
Assolutamente impossibile.
Secondo i loro dati, i terrestri erano la popolazione più debole dell’intero universo.
Non era possibile che su quel pianeta ci fosse qualcuno più forte di loro.
Ma poi quel tipo era davvero un terrestre? I terrestri sapevano trasformarsi? E da quando?
Kagami scosse la bianca testa, girandosi verso il fratello.
“Non ha importanza se è più forte di noi, lo faremo fuori comunque”
Miraa annuì, mentre sbatacchiava i grandi occhi bianchi.
Non importava se l’avversario era più forte di loro, i fratelli Kagami e Miraa avevano una marcia in più.
Squadrarono nuovamente il loro avversario. Era molto potente, ma non abbastanza da impensierirli.
Però un dubbio li tormentava. Come avevano potuto i loro computer sbaglirsi così? Come potevano esistere terrestri così potenti?
Non riuscivano a spiegarselo. Ma, in fondo, non aveva importanza. Il loro piano per la conquista della Terra sarebbe andato avanti senza intoppi.
Vegeta si lanciò contro i due nemici, che nel frattempo si erano messi in posizione di difesa.
Il principe scomparì dalla loro vista, per apparire poi alle loro spalle e colpirli fortemente entrambi con un doppio calcio, mentre un sorrisino di scherno si disegnava sulle sue labbra.
I due esserini vennero sbalzati metri più in là, sotto lo sguardo divertito del principe.
Ridicoli, assolutamente ridicoli.
I due si alzarono imprecando sottovoce. Quel terrestre era molto più forte del previsto.
Chissà se anche gli altri erano così forti.
Questo avrebbe potuto rovinare i piani del capo, e loro non potevano permetterlo.
Si scambiarono un gesto d’intesa. Non era il caso di giocare, era meglio fare sul serio fin da subito.
Se fossero stati sconfitti avrebbero subito le ire del capo, e sapevano bene quanto implacabile fosse il capo con chi sbagliava. Bastava sapere che la squadra inizialmente contava dodici elementi, compreso anche il capo, mentre adesso si erano ridotti a cinque.
Gli altri sette avevano commesso degli sbagli e li avevano pagati.
I due piccoli alieni si lanciarono contro Vegeta simultaneamente.
Sguardo concentrato, mani chiuse a pugno, gambe piegate pronte all’azione.
L’orgoglioso principe dei saiyan era pronto ad accoglierli.
Ma i due lo stupirono.
Scomparirono alla loro vista per poi riapparire dietro di lui, ma senza attaccarlo.
Scomparirono di nuovo e riapparvero di fianco a lui, poi sull’altro lato, di sopra, davanti, di dietro.
Vegeta chiuse gli occhi. Doveva percepire la loro energia, non fidarsi di quello che gli dicevano i suoi regali occhi.
Sferrò un pugno, che venne parato dalle quattro mani dei due esseri.
I due fratelli risposero prontamente con una serie di calci e pugni dati in perfetto sincronismo.
Il guerriero rimase spiazzato da tanta precisione, stessi movimenti, stessi tempi.
Cercò di rispondere come meglio poteva, ma la situazione si stava facendo difficile.
Quei due erano come un’onda che lo stava pian piano travolgendo.
Kagami scomparì dalla sua vista, per riapparirgli alle spalle e riprendere a colpire, in totale sincronismo col fratello.
Sembrava quasi che si trattasse di un solo guerriero che combatteva davanti ad uno specchio.
Nel mezzo Vegeta era sempre più inerme, aveva sbagliato a sottovalutare quei due.
Nonostante la scarsa potenza in confronto a lui, il loro perfetto sincronismo li rendeva due terribili avversari.
Improvvisamente Vegeta non avvertì più i colpi alla schiena.
Kagami sembrava scomparso e Vegeta si arrischiò a guardare cosa era successo.
Era Kakaroth, trasformato in Super Saiyan di secondo livello.
Vegeta strinse i pugni. Era vero che ormai lui e Kakaroth non erano più rivali, era vero che ormai aveva ammesso che era lui il numero uno, ma continuava ad odiare il fatto che Kakaroth lo salvasse. In quel momento, però, avevano altre cose a cui pensare.
Vegeta riprese a combattere contro Miraa, mentre Goku si occupava di Kagami.
Ma i due fratelli non avevano intenzione di dividersi.
Si riunirono, iniziando a colpire simultaneamente i due avversari, in perfetto sincronismo, come prima.
Goku e Vegeta rispondevano al meglio delle loro possibilità, ma non avevano la dote del sincronismo, che era invece prerogativa dei due alieni.
Goku si preparò per sferrare un potente calcio, ma la sua gamba venne fermata dai due fratelli, che, tenendolo ben fermo per la caviglia, lo fecero ruotare su se stesso, per lanciarlo infine contro Vegeta.
I due saiyan purosangue caddero a terra, gemendo per il dolore.
La situazione iniziava a farsi pericolosa.
“Ahahaha, arrendetevi! Non riuscirete mai a sconfiggerci!”
Urlò Kagami con tutto il fiato che aveva in gola.
Gli fece eco Miraa
“E se anche per miracolo doveste riuscirci, gli altri della squadra vi uccideranno senza pietà, non sarà nemmeno necessario l’intervento del capo. La Terra presto apparterrà a lui, sarà il sommo Imperatore di questo misero pianeta.”
Non potevano stare fermi su quella roccia.
Non potevano arrendersi così.
Gohan si guardò intorno. Ianko, Riff, Tensing, Crilin, C18 e Piccolo non erano assolutamente all’altezza di quei due. Ma probabilmente Gotenks poteva vincere, ed anche lui poteva dare una mano.
Il saiyan aumentò la sua aura, pronto a scagliarsi contro il nemico.
Certo, ormai non era più forte come contro Majin Bu, ma riteneva di poter comunque essere utile.
Fu il padre a fermarlo, con un rapido gesto di mano dal luogo della battaglia.
Il figlio non riusciva a capire.
Lui e Vegeta stavano palesemente perdendo ed il padre, per qualche motivo, sembrava restio ad usare la sua ulteriore trasformazione.
Allora perché non accettare il suo aiuto?
I guerrieri li osservarono più attentamente.
Le gambe ed i piedi erano molto piccoli rispetto alla mole del corpo, tanto che i due sembravano una patata con infilzati due stuzzicadenti. Le braccia, al contrario, erano robuste, forse un po’ troppo grandi per la loro statura. A prima vista, i due sembravano indossare una sorta di armatura, ma guardandoli bene ci si rendeva conto che quella era la loro stessa pelle, solida, dura e a scaglie, grigia come il metallo.
La testa dei due mostri era proporzionata al corpo e vi trovavano spazio un naso pressoché invisibile, una bocca enorme e larga, con le labbra rosee divise da tante righine bianche.
Due occhi enormi e due orecchie a punta molto lunghe completavano il quadro.
I due esseri erano quasi identici, l’unica differenza era che uno era bianco con gli occhi completamente neri e l’altro nero con gli occhi completamente bianchi.
In ogni caso il loro aspetto era bizzarro quanto spaventoso, proprio per la sua stranezza.
I guerrieri sarebbero stati spaventati, se non avessero saputo quanto basso era il loro livello.
Basso rispetto a loro, ovviamente.
Vegeta sorrise, divertito.
Il loro livello era uguale a quello del primo Majin Bu, quello grasso.
Troppo poco per impensierirli.
Senza aspettare altro, il principe si trasformò in Super Saiyan di secondo livello.
I capelli dorati svolazzarono nella brezza pomeridiana, mentre i due nemici, attirati dalla sua potenza, lo guardavano.
Era impossibile.
Assolutamente impossibile.
Secondo i loro dati, i terrestri erano la popolazione più debole dell’intero universo.
Non era possibile che su quel pianeta ci fosse qualcuno più forte di loro.
Ma poi quel tipo era davvero un terrestre? I terrestri sapevano trasformarsi? E da quando?
Kagami scosse la bianca testa, girandosi verso il fratello.
“Non ha importanza se è più forte di noi, lo faremo fuori comunque”
Miraa annuì, mentre sbatacchiava i grandi occhi bianchi.
Non importava se l’avversario era più forte di loro, i fratelli Kagami e Miraa avevano una marcia in più.
Squadrarono nuovamente il loro avversario. Era molto potente, ma non abbastanza da impensierirli.
Però un dubbio li tormentava. Come avevano potuto i loro computer sbaglirsi così? Come potevano esistere terrestri così potenti?
Non riuscivano a spiegarselo. Ma, in fondo, non aveva importanza. Il loro piano per la conquista della Terra sarebbe andato avanti senza intoppi.
Vegeta si lanciò contro i due nemici, che nel frattempo si erano messi in posizione di difesa.
Il principe scomparì dalla loro vista, per apparire poi alle loro spalle e colpirli fortemente entrambi con un doppio calcio, mentre un sorrisino di scherno si disegnava sulle sue labbra.
I due esserini vennero sbalzati metri più in là, sotto lo sguardo divertito del principe.
Ridicoli, assolutamente ridicoli.
I due si alzarono imprecando sottovoce. Quel terrestre era molto più forte del previsto.
Chissà se anche gli altri erano così forti.
Questo avrebbe potuto rovinare i piani del capo, e loro non potevano permetterlo.
Si scambiarono un gesto d’intesa. Non era il caso di giocare, era meglio fare sul serio fin da subito.
Se fossero stati sconfitti avrebbero subito le ire del capo, e sapevano bene quanto implacabile fosse il capo con chi sbagliava. Bastava sapere che la squadra inizialmente contava dodici elementi, compreso anche il capo, mentre adesso si erano ridotti a cinque.
Gli altri sette avevano commesso degli sbagli e li avevano pagati.
I due piccoli alieni si lanciarono contro Vegeta simultaneamente.
Sguardo concentrato, mani chiuse a pugno, gambe piegate pronte all’azione.
L’orgoglioso principe dei saiyan era pronto ad accoglierli.
Ma i due lo stupirono.
Scomparirono alla loro vista per poi riapparire dietro di lui, ma senza attaccarlo.
Scomparirono di nuovo e riapparvero di fianco a lui, poi sull’altro lato, di sopra, davanti, di dietro.
Vegeta chiuse gli occhi. Doveva percepire la loro energia, non fidarsi di quello che gli dicevano i suoi regali occhi.
Sferrò un pugno, che venne parato dalle quattro mani dei due esseri.
I due fratelli risposero prontamente con una serie di calci e pugni dati in perfetto sincronismo.
Il guerriero rimase spiazzato da tanta precisione, stessi movimenti, stessi tempi.
Cercò di rispondere come meglio poteva, ma la situazione si stava facendo difficile.
Quei due erano come un’onda che lo stava pian piano travolgendo.
Kagami scomparì dalla sua vista, per riapparirgli alle spalle e riprendere a colpire, in totale sincronismo col fratello.
Sembrava quasi che si trattasse di un solo guerriero che combatteva davanti ad uno specchio.
Nel mezzo Vegeta era sempre più inerme, aveva sbagliato a sottovalutare quei due.
Nonostante la scarsa potenza in confronto a lui, il loro perfetto sincronismo li rendeva due terribili avversari.
Improvvisamente Vegeta non avvertì più i colpi alla schiena.
Kagami sembrava scomparso e Vegeta si arrischiò a guardare cosa era successo.
Era Kakaroth, trasformato in Super Saiyan di secondo livello.
Vegeta strinse i pugni. Era vero che ormai lui e Kakaroth non erano più rivali, era vero che ormai aveva ammesso che era lui il numero uno, ma continuava ad odiare il fatto che Kakaroth lo salvasse. In quel momento, però, avevano altre cose a cui pensare.
Vegeta riprese a combattere contro Miraa, mentre Goku si occupava di Kagami.
Ma i due fratelli non avevano intenzione di dividersi.
Si riunirono, iniziando a colpire simultaneamente i due avversari, in perfetto sincronismo, come prima.
Goku e Vegeta rispondevano al meglio delle loro possibilità, ma non avevano la dote del sincronismo, che era invece prerogativa dei due alieni.
Goku si preparò per sferrare un potente calcio, ma la sua gamba venne fermata dai due fratelli, che, tenendolo ben fermo per la caviglia, lo fecero ruotare su se stesso, per lanciarlo infine contro Vegeta.
I due saiyan purosangue caddero a terra, gemendo per il dolore.
La situazione iniziava a farsi pericolosa.
“Ahahaha, arrendetevi! Non riuscirete mai a sconfiggerci!”
Urlò Kagami con tutto il fiato che aveva in gola.
Gli fece eco Miraa
“E se anche per miracolo doveste riuscirci, gli altri della squadra vi uccideranno senza pietà, non sarà nemmeno necessario l’intervento del capo. La Terra presto apparterrà a lui, sarà il sommo Imperatore di questo misero pianeta.”
Non potevano stare fermi su quella roccia.
Non potevano arrendersi così.
Gohan si guardò intorno. Ianko, Riff, Tensing, Crilin, C18 e Piccolo non erano assolutamente all’altezza di quei due. Ma probabilmente Gotenks poteva vincere, ed anche lui poteva dare una mano.
Il saiyan aumentò la sua aura, pronto a scagliarsi contro il nemico.
Certo, ormai non era più forte come contro Majin Bu, ma riteneva di poter comunque essere utile.
Fu il padre a fermarlo, con un rapido gesto di mano dal luogo della battaglia.
Il figlio non riusciva a capire.
Lui e Vegeta stavano palesemente perdendo ed il padre, per qualche motivo, sembrava restio ad usare la sua ulteriore trasformazione.
Allora perché non accettare il suo aiuto?
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