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  • Fu svegliato da un’aura incredibilmente potente e vicina, senza nemmeno rendersene conto aveva afferrato il possibile aggressore alla gola. I suoi riflessi di mercenario non si erano mai assopiti, e se l’aura non apparteneva alla sua famiglia, diventava un possibile nemico. “Vegeta lasciami, mi stai strozzando” si lamentò Goku e Vegeta, svegliandosi di colpo, lo mollò subito. Il povero Son si massaggiava il collo indolenzito. “La smetterai mai di cercare di uccidermi?”si lamentò.
    ... prima o poi Kakaroth dovrà rimanerci secco per mano di Vegeta no? mannaia... xD
    Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
    sigpic

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    • $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ continua a sperarlo. Prima o poi forse ce la farà XD. Anche se la fortuna di Goku è leggendaria XP.

      Sheila, diciamo che io Gohan e Videl li vedo così. In fondo hanno dimostrato di essere molto dolci ancora prima di fidanzarsi. XP.
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      • Cap.2 For Goku

        Era un pomeriggio afoso e il saiyan si sentiva scoppiare bloccato dietro il bancone di quella minuscola bottega. Il paesino d’estate diventava un luogo molto abitato, mentre d’inverno era deserto. Quell’anno avevano aperto e ultimato una base sciistica molto bella, con un albergo a forma di baita molto grande, attirando tantissimi turisti. A quel caldo non si sfuggiva nemmeno in campagna, ma c’era più refrigerio che nelle grandi città perciò la gente arrivava a flotte. Di conseguenza quel giorno era pieno di clienti. Goku aveva scoperto di odiare i turisti. Chiassosi, sporcavano la sua adorata montagna e dicevano parolacce. O almeno erano così quelli che aveva incontrato. Era stato impegnato tutto il tempo, correndo di qua e di là per accontentare il “cliente” e, come il suo capo gli ripeteva sempre, il cliente ha sempre ragione. Clienti però veramente terribili. Una signora e le sue insopportabili figlie, che stavano bisticciando tra loro, erano spuntate praticamente in costume. Chichi, se lo avesse saputo, lo avrebbe eliminato in un attacco di gelosia. La signora però era un grassona e la sua ciccia trasbordava e utilizzava parole scurrili. La loro spesa era stata immensa e a ogni prodotto Goku sperava finisse presto. La donna aveva tentato di avere uno sconto dicendo di avere amicizie importanti, ma Goku era stato irremovibile. Allora offesa se ne era finalmente andata portandosi via le sue litigiose figlie. Goku aveva tirato un sospiro di sollievo, ma non era ancora finita. Una bambina si avvicinò alla cassa con occhi teneri e Goku si sentì squagliare il cuore. “Avete il lecca-lecca?”chiese con vocetta timida. Goku si sentì davvero un mostro mentre diceva: “No, mi dispiace piccolina”. “Avete il lecca-lecca?”ripete ancora la bambina, come se non avesse sentito. “No, ma abbiamo il gelato? Vuoi il gelato?”. La bambina ripete la domanda ancora una volta. Goku, riuscendo a rimanere tranquillo, rispose negativamente alla stessa domanda altre tre volte. Alla fine la bambina, capendo finalmente la risposta, scoppiò a piangere. “Brutto cattivo. Volevo il lecca-lecca!”urlò. “Aspetta…”cercò di calmarla Goku. In quel momento arrivò la madre della bambina che rifilò un ceffone al povero Goku. “Così impara”disse portandosi via la figlia il lacrime. Tutta la clientela guardò il Son quasi fosse stato un mostro di crudeltà. La giornata proseguì lunga e insopportabile. Il culmine per il saiyan arrivò verso l’ora di chiusura. Dei teppistelli entrarono e con delle fionde cominciarono a lanciare i sassi contro la merce. Un sasso perforò un detersivo proprio sopra la testa di Goku, rovesciandogli addosso del maleodorante ammorbidente bluastro. “Adesso basta!!!”urlò Goku diventando ssj. I ragazzi si spaventarono a morte e Goku li costrinse a ripagare i danni fatti, più quelli che si erano creati con lo spostamento d’aura della trasformazione. Dopodiché scapparono terrorizzati. Goku stanchissimo si teletrasportò a casa. Dove lo aspettava Chichi seccata, Goku era rimasto a mangiare dai Brief senza avvertirla oltre a essere sparito per tutto il giorno, e il pannolino di May da cambiare. Andò a letto distrutto, anche se era ancora sera. Chichi, sentendosi in colpa, dopo aver messo May sazia e addormentata nella culla, si coricò vicino a lui.


        Vegeta si era seduto sulla ringhiera del balcone di casa sua, guardando il cielo stellato. “Non sei troppo vecchio per queste cose?”chiese Bulma raggiungendolo, stringendosi in uno scialle. Di giorno c’era un caldo torrido, mentre di notte faceva veramente freddo. “Se tu non sei troppo vecchia per non farti gli affari tuoi…”disse lui lasciando intendere il resto della frase. “Scontroso”si lamentò lei, mentre si appoggiava alla parte di ringhiera rimasta libera, poco distante dal marito. “Ti stancherai mai di guardare quel lembo di cielo?”chiese la donna, l’unica a sapere cosa ci fosse, o meglio non ci fosse, in quel pezzo vuoto di spazio con accanto due stelle. Si sentiva un vecchio, un vecchio nostalgico”.
        Un tempo l'azzurra si sarebbe accesa una sigaretta, ma erano anni che la “campagna anti-fumo” del marito aveva avuto effetto. “Ci penserò”disse e poi cadde il silenzio. Bulma avrebbe voluto parlare ancora, ma si accorse che il marito era in uno di quei momenti in cui era impossibile cavargli parola di bocca. Perciò rimase a lungo in silenzio e lei si godeva il freschetto, il cielo stellato e la musica dei grilli. Era bello sapere che era al suo fianco e che condividevano quel momento insieme. Quando a un certo punto lui si alzò in piedi, restando sempre sull’inferriata. “Che…?”chiese Bulma stupita di quello scatto improvviso. “Percepisco un aura”disse serio. Bulma si spaventò. “Un nemico?”. “Mi sembra troppo debole, ma non mi convince. Vado a controllare”disse il saiyan guardando un punto del giardino, ma era così buio che nemmeno seguendo il suo sguardo Bulma riusciva a scorgere qualcosa. “Stai attento”disse, mentre lui scendeva pian piano volando. “Tsk”rispose lui, prima che l’oscurità che regnava nel giardino lo oscurasse alla vista della compagna. I minuti passavano, Bulma si torceva le mani per il nervosismo. A distoglierla da quel momento fu però il telefono. Decise di ignorarlo all’inizio, non era proprio il momento giusto. Eppure il disturbatore si rivelò insistente più del normale. Bulma continuava a non andare a rispondere e chiunque dopo aver aspettato così a lungo avrebbe smesso di chiamare pensando non fossero in casa. Per di più quel orario era davvero strano per chiamare. Suo marito non si faceva ancora vedere, ma non aveva ancora sentito il tipico urlo del ssj che rivelava nemici o combattimenti, perciò forse lo sconosciuto non era un pericolo. Decise finalmente di rispondere.
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        • “All’apparenza sembrava più robusto, invece è veramente leggero”pensò Vegeta arrivando davanti alla porta di casa. Si era accorto che l’aura della moglie era scesa al piano di sotto e, per come si era sviluppata la situazione, era meglio passare dall’ingresso per arrivare in salotto. Bussò non troppo forte, o i vicini si sarebbero insospettiti, e fortunatamente Bulma gli aprì. Aveva una faccia veramente preoccupata e vedere cosa il marito portava in spalla non l’aiuto certo a calmarsi. “Chi è?”disse riferendosi al ragazzo svenuto che Vegeta portava a spalla. “Non lo so. Appena mi sono avvicinato, lui ha tentato di dirmi qualcosa ed è crollato incosciente. Le sorprese però non finiscono qui”rispose Vegeta. Si avviò in salotto per poterlo adagiare su un divano e, quando Bulma lo vide sotto la luce della stanza, non poté trattenere lo stupore. “E’ uguale a te quando eri giovane”disse sconcertata. Il ragazzo però aveva una capigliatura diversa, ossia i neri capelli a fiamma ricadevano di lato e indossava una battlesuit con un grande mantello rosso. “A parte i capelli e i vestiti. Questa è una tuta da battaglia molto simile a quella che indossavo sul mio pianeta ed ha il sigillo reale, solo il principe può indossarla. Il problema e che il principe dei saiyan sono io. Resta da scoprire chi è questo ragazzo”. “Vegeta poco fa ha squillato al telefono. Era Chichi. Ha detto che sono stati attaccati e…”iniziò Bulma. “…a Kakaroth è successo qualcosa di grave”concluse Vegeta per lei. “Ho percepito la sua aura incrementarsi e adesso è praticamente nulla”spiegò Vegeta preoccupato. “Chichi era sconvolta, ma non ha voluto sentire ragioni. Lei, sua nuora e i suoi figli lo stanno portando qui”. Quasi a confermare le parole dell’azzurra qualcuno suonò alla porta, ma aprendo trovarono qualcun altro. “Kamy, che ci fai qui?”. La giovane saiyan aveva un aspetto stravolto, il labbro sanguinante, un occhio nero, i vestiti laceri e sembrava sul punto di piangere, lei che di solito aveva un buon autocontrollo ed era troppo orgogliosa per mostrarsi fragile. “Oh Vegeta”disse la giovane abbracciando il saiyan più grande e cominciando a piangere con forza. “Su calmati”rispose quello con fare paterno. Ormai si comportava con quella ragazzina nello stesso modo che con sua figlia Bra. Bulma si avvicinò. “Su lasciala entrare”disse al marito, che si scostò per lasciare entrare la giovane rossa. “Povera cara”pensò. “Che ti è successo Ay?”chiese gentilmente Bulma. “Hanno attaccato mio fratello…io non ho potuto aiutarlo…Una creatura che credo si chiamasse Janenba (Ma se io sono alla festa? NdSaike) (Infatti l’hanno richiamato senza di te e invece di rosso era blu NdA)…diceva che voleva vendicarsi di lui…era troppo forte e nemmeno con l’aiuto di Goten e Gohan ho…ho potuto……Goku ha vinto, ma subito dopo si è accasciato a terra…e poi John…lui…”disse balbettando tra le lacrime. “Va tutto bene. Sei al sicuro. Vedrai che Goku se la caverà, lo sai che è fortissimo”la rassicurò Bulma. “Toglimi una curiosità. John è questo ragazzo?”chiese Vegeta serio. Non voleva utilizzare un tono così duro, ma quella storia non gli piaceva e per di più era preoccupato per lei e per l’esistenza di un eventuale fidanzato. “Si…è tuo fratello…il re e la regina hanno avuto un altro figlio nell’aldilà…è il mio fidanzato”. A questa rivelazione Vegeta registrò la notizia come: “Sarai il mio fratellino, ma falla soffrire ancora così e morto lo diventi davvero”. In quel momento, svegliati da quel trambusto, scesero le scale gli altri componenti della famiglia Brief. Ci avevano messo così tanto perché ognuno di loro era così stanco da non riuscire a svegliarsi. Vetrunks aveva giocato fino allo sfinimento con Gorin e per una volta anche con Latys, prima che i genitori andassero a riprenderli. Bra aveva avuto una giornata piena con Goten (se Vegeta lo scopre anche Goten conoscerà Re Kahio Nda). Mattinata al parco, colazione in un ristorante all’aperto il cui proprietario conoscendolo gli ha fatto lo sconto, passeggiata per la città, pranzo a un fast food, cinema e per assecondare Bra un bel allenamento in palestra, poi ognuno a casa propria. Trunks aveva dovuto fare un duro lavoro d’ufficio, mentre Pan aveva lavorato sodo alla palestra del nonno Mr Satan ormai di sua proprietà. In quel momento bussarono nuovamente. Entrarono Gohan, anche lui con l’aspetto di chi ha combattuto aspramente e le ha prese, con una Videl sconvolta appoggiata al suo braccio che aveva in braccio una May ancora in lacrime. Chichi aveva un aspetto stravolto e molto probabilmente aveva appena smesso di piangere. Trasportava un Goku incosciente aiutata da Goten, anche lui malmenato. Il povero Goku aveva lo stesso aspetto di aveva quando aveva contratto la malattia cardiaca. Bianco come un cadavere, in preda ad atroci dolori, respirava a fatica ed era preda di terribili incubi. Visto che il divano era già occupato, Trunks e Vegeta si offrono di portarlo loro fino al piano di sopra. Chichi fece un po’ di storie, ma stanca com’era si fece convincere dal figlio Goten, abbastanza dolorante. Goku venne trasportato fino al primo piano e adagiato nel letto della stanza degli ospiti. Gli altri, tranne Kamy che rimane al capezzale di John, seguirono Goku. “Che gli hanno fatto?”chiese spaventata Bulma, sorreggendo l’amica Chichi. Vegeta si avvicinò con occhio clinico. Praticamente sembrava un dottore in piena visita medica. “Questa deve essere sicuramente una ferita fatta con un’arma molto tagliente. Più che una spada, direi una sciabola visto il taglio a mezzaluna”disse guardando la ferita. “Sembra anche sotto l’effetto di un veleno, che si doveva trovare sulla punta della spada, entrato in circolo attraverso la ferita. Quello che non capisco è il tipo di veleno. Non rientra tra quelli che conosco”. A questa rivelazione il silenzio si fece ancora più opprimente. “Credevo che conoscessi tutti quelli esistenti nell’universo”disse incredula Bra. “Non è colpa sua. Non può conoscerlo”aggiunse una voce impastata di pianto entrando dalla porta in quel momento. “Credevo fossi rimasta sotto”rispose Vegeta riconoscendola senza voltarsi. “Mi è venuto in mente dove ho già visto questi sintomi. E’ un veleno creato dalle foglie di una pianta che cresceva sul pianeta Vegeta sei. La foglia di re”continuò Kamy. “No, non può essere. A parte che il nostro pianeta è esploso, ma ricordo che mia madre mi parlò di quella pianta. Cresceva nel giardino del palazzo e me la fece vedere. Quella pianta può essere toccata solo da un componente della famiglia reale”spiegò Vegeta agitato. Ogni volta che veniva toccato il tasto riguardante il suo passato, cominciava a sentirsi nervoso.
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          • “Alcune di quelle piante hanno seguito i loro proprietari e ora crescono rigogliose nell’aldilà. Per quanto riguarda il veleno può essere che esistesse già qualche boccetta inutilizzata. Come non invecchiano le persone, così non dovrebbero invecchiare le cose. Se un saiyan è morto con la boccetta addosso, l’avrà avuta anche dopo”spiegò Kamy. L’azione le fece bene, facendola tornare quella di sempre. “Se esiste il veleno esisterà anche l’antidoto”disse Trunks riflettendo. “Se non ci fosse potremmo sempre farlo noi. In fondo un “appartenente alla nobiltà saiyan” l’abbiamo”disse Goten guardando ridendo Vegeta. “Vengo anch’io. Sono sempre stata un ottima assistente nella creazione di antidoti e veleni. Non è vero papà?”chiese stucchevole Bra. “Noi abbiamo avuto l’idea. Noi veniamo”dissero in coro Goten e Trunks, quasi fossero Gotenks. “Andare dove?”chiese Vegeta non capendo. Sembrava che avessero già deciso tutti, non curando il fatto che forse lui non aveva capito. “Io resto qui con Goku. Non può certo affrontare un viaggio del genere. Sarete voi a portare l’antidoto, ma fate presto”si unì Chichi. “Kamy tu sarai un ottima guida, ma non puoi teletrasportarli tutti (La ragazza ha la capacità, provenendo dall’aldilà di andare e venire, ma può teletrasportare solo se stessa ndA). Avanti e indietro può farlo tu da sola, perciò vi costruirò un mezzo che vi permetta di andare e tornare”disse Bulma correndo al laboratorio. “Ma che…?”tentò ancora inutilmente Vegeta. “Non posso lasciare il mio John”. “Sta tranquilla se vuoi resto io al posto tuo”si offrì Videl gentilmente, sempre facendo giocare May che si era calmata e con le piccole manine tirava la treccia di Videl facendo strani versetti che ascoltando attentamente corrispondevano a parole mangiucchiate. “Io devo andare cara. Per combattere semmai ci fossero guai e anche perché possiedo questo libro. E’ stato trovato per caso durante una spedizione. Dalle immagini si capisce che parli proprio di veleni e antidoti e ho riconosciuto, per quel poco che ne conosco, la lingua saiyan…”iniziò Gohan parlando a Videl, ma Vetrunks lo interruppe. “Allora vengo anch’io. Il nonno mi ha insegnato il saiyan e ormai lo conosco meglio di lui. A parlarlo il nonno è sempre imbattibile, ma a leggere è una frana. Perciò lo traduco io il libro”disse Vetrunks trovando la scusa per partire. “Se il mio bambino viene, io non resto a casa”disse sicura Pan. “Aspettate un attimo! Mi dite dove andiamo e se è un viaggio pericoloso?!”urlò Vegeta cominciando ad arrabbiarsi seriamente. Odiava essere ignorato. Cosa che avvenne ancora perché in quel momento alla finestra qualcuno bussò. Kamy aprì facendo entrare Piccolo, che grazie al super-udito già sapeva tutto e si stava auto-invitando. “Almeno mi dite se devo venire anch’io, visto che decidete tutto voi?!”disse infine Vegeta. Ecco quello che aspettavano. In questo modo Vegeta era caduto nella trappola. Dicendo così aveva appena approvato missione e partecipanti. “Ovvio. Stiamo andando nell’aldilà a cercare l’antidoto”. Vegeta rimase qualche minuto boccheggiante. “Siete tutti matti. E’ pericoloso per voi. Al massimo ci vado solo io”disse il saiyan maggiore serio. “Anche se c’è il rischio che se torno là non mi fanno più uscire. Non possono nemmeno immaginare quanto è stato terribile le due volte che ci sono finito. Non ho nessuna intenzione di soffrire nuovamente in quel modo”pensò sconfortato ricordando gli inferi, cercando di non far trasparire i suoi pensieri. Si girò poi verso Goku. Chichi si era messa al capezzale del marito. In ginocchio, a mani giunte sul punto di piangere, mentre guardava il marito soffrire in quel modo. “Tu per me lo avresti fatto Kakaroth, non è vero? Perché come amico devo avere un eroe dal cuore buono?”.
            “Vegeta non è giusto! Ci serve l’aiuto di tutti”disse Crilin entrando in quel momento dalla finestra. Mancava solo lui. Il tappetto era praticamente scappato. Sua moglie aveva ordinato di restare a casa con Marron perché sarebbero andate lei e Uub. Uub e Marron però non erano rintracciabili. Di sicuro Marron dopo una giornata di impegnativo lavoro come infermiera era caduta in catalessi e lo stesso era successo al giovane allievo di Goku che aveva scoperto che essere il nuovo campione del mondo non è facile. Perciò mentre C18 telefonava a vuoto, lui era volato via arrivando in tempo per una nuova avventura. “Avete vinto, ma che nessun’altro provi a unirsi, siamo al completo. Per di più, visto che Kakaroth non c’è e sarà mio compito assicurarmi che tutti tornino a casa, appena la situazione si fa critica dovrete scappare senza fare storie. Questo vale per tutti, anche per quelli grandi, forti e vaccinati. D’accordo?”capitolò infine il principe dei saiyan. Tutti, perfino Crilin e Piccolo, non ebbero niente da protestare. “Conosco Bulma e per domani la navicella sarà pronta. Perciò trovate un posto per dormire. Domani dovremo essere riposati”concluse Vegeta. Kamy dormì con Bra. Gohan e Videl poterono usufruire del letto matrimoniale dei coniugi Brief. Junior meditava in volo nella stanza degli ospiti, sotto lo sguardo preoccupato di Chichi. Ormai era da tanto che Piccolo era dalla loro parte, ma vederlo levitare nel cuore della notte le metteva ansia. Pian piano cominciò a badarci sempre meno perché aveva cose più importanti a cui pensare, ad esempio il suo Goku. Crilin dormì in una branda nella stanza di Vetrunks. A casa C18 si rassegnava. Da un po’ di tempo suo marito si comportava peggio dei saiyan. Bulma lavorò tutta la notte e Vegeta rimase sveglio a sorvegliare l’occupante del suo divano che non dava segni di ripresa. Goten, utilizzando un sacco a pelo, andò a dormire nella stanza da letto di Trunks e Pan. In fondo era migliore amico d’infanzia con il primo e zio della seconda.
            Last edited by veggy fan; 05 June 2010, 16:53.
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            • noooo continua ti pregoooo!!!!! hai fatto finire questa parte sul più bello!!!
              Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
              sigpic

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              • già son d'accordo proprio sul più bello ....... comunque brava come sempre !

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                  Sheila come sempre mille grazie!
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                  • Cap.3 Ritorno al passato I° parte


                    Il giorno dopo una stanchissima Bulma, con enormi occhiaie, ma la tipica soddisfazione di chi ha appena inventato qualcosa di nuovo e incredibile, presentò la sua nuova invenzione. “A me sembra la solita navicella spaziale”fece notare Goten e per poco non fu sbranato vivo dalla scienziata. “Così questo “coso” dovrebbe portarci nell’aldilà?”chiese Vegeta serio. Dopo tutto quel tempo avrebbe rivisto il suo popolo. Per la prima volta dopo tanto tempo temeva un giudizio da parte loro. Era cambiato e ormai, tranne il sangue e l’amore per la battaglia, poco del principe dei saiyan era rimasto. Non si era rammollito, ma tutto sommato non era nemmeno l'assassino che avrebbero voluto. In fondo ora era più felice di quanto sarebbe mai potuto essere restando quello che era, rimanendo un mercenario soprattutto. No, non si pentiva delle sue scelte. Avrebbe rifatto tutto da capo, magari evitando qualche errore, ma l’importante era arrivare a quel futuro. “Non è un “coso” e non “dovrebbe”, vi porterà a destinazione”disse orgogliosa Bulma. “Chi arriva prima a bordo”disse Vetrunks salendo a bordo di corsa. “Il sedile davanti è mio”disse Bra seguendolo a ruota. “Aspettate. Io ne voglio uno vicino agli oblò semmai mi venisse da vomitare”aggiunse Crilin buttandosi nella corsa. “L’ultimo che sale è un rimbambito”disse scherzando Goten lanciando una diretta sfida a Trunks, che ovviamente non se lo fece ripetere due volte. “Uomini. Pensano solo a sfidarsi. Ora glielo faccio vedere io che anche noi donne ci sappiamo far valere”disse Pan affrettandosi a raggiungerli. “Non ho nessuna intenzione di essere una rimbambita”disse Kamy euforica correndogli appresso. “Ci conviene salire anche noi”disse Piccolo strappando Vegeta ai suoi pensieri. “Umhp”rispose semplicemente il saiyan, aggiungendo un cenno positivo del capo. Perciò si preparavano a partire. All’interno si stavano già litigando su chi si dovesse mettere ai comandi. “Guido io”disse il saiyan maggiore chiudendo il discorso. Si sistemò al posto di guida, mentre gli altri si sedevano e allacciavano le cinture. Il principe dei saiyan sorrise e a quel segno si chiesero se lasciare guidare lui fosse stato una buona idea. “Tenetevi. Ora si balla”disse Vegeta accendendo il motore. Era esattamente una navicella spaziale e lui era il miglior astro-pilota che avesse mai varcato lo spazio. La navicella partì a razzo.


                    Bulma era andata con la macchina volante da Balzar a prendere dei fagioli magici. Era andata e tornata, ma purtroppo a Goku non avevano fatto effetto. La scienziata tentava di aiutare la sua amica, in ansia per le condizioni del marito. Standogli accanto si era accorta che per il saiyan era Chichi la migliore medicina. Quando Goku aveva un incubo o sembrava peggiorare, bastava la voce accorata e gentile della moglie per calmarsi subito. Bulma era convinta che fosse successa la stessa cosa durante la lotta con i cyborg. Visto che Chichi in quel momento non poteva occuparsi anche di May, continua a badarci Videl. In fondo lei c’era già passata con Pan, quando era piccola. Le aveva dato da mangiare e ora la passeggiava avanti e indietro. Un occhio lo dava anche al ragazzo addormentato sul divano. Una volta preso il senzu era guarito istantaneamente, ma doveva essere veramente stanco e perciò aveva continuato a dormire imperterrito. Pian piano però sembrò risvegliarsi. Videl chiamò e Bulma si precipitò. Il ragazzo si guardava intorno confuso. Sembrava preoccupato e nervoso. “Abita qui mio fratello, il principe ereditario Vegeta?”disse velocemente, ma mantenendo lo stesso un atteggiamento altolocato. “Si. E’ mio marito, ma è partito. Adesso si trova nell’aldilà per trovare una cura per un nostro caro amico che è stato avvelenato”rispose Bulma. “Allora corre un grave pericolo, sono venuto qui apposta per avvisarvi. Quegli uomini che vi hanno attaccato volevano proprio questo”disse arrabbiato. Non era riuscito ad avvisarli. “Cosa?!”chiesero in coro spaventate entrambe le donne.

                    Guardando fuori dagli oblò si vedeva uno sfondo strano, quasi un arcobaleno in blu a forma di grande galleria in movimento, più o meno lo stesso sfondo che si poteva vedere in un teletrasporto fatto a rallentatore. Vegeta andava molto veloce, ma riusciva a schivare, quasi fossero stati una tempesta di meteoriti nello spazio, lo stesso strani agglomerati neri che sembravano pulsare come materia viva. Si fermarono in una zona deserta, prima di arrivare. Vegeta parcheggiò dentro quella che sembrava una gola, in modo da rendere invisibile l’enorme mezzo di trasporto. “Non ho nessuna intenzione di farmi riconoscere dagli altri saiyan. Vediamo di fare le cose in fretta e andarcene. Qui ho un mantello per ognuno di noi. In questo luogo, tranne Kamy, siete tutti sconosciuti perciò potrete usare i vostri veri nomi, evitandoli ovviamente se incontreremo tipi come Freezer o Cell. Evitate di chiamare Kamy per nome. Per quanto riguarda me dovrete cambiare solo le iniziale e sarò irriconoscibile”. “Da come parli sembra che tu abbia in mente un nome preciso”lo interruppe Piccolo. “Pigeta”confermò Vegeta. Nel silenzio più totale, dovuto anche all’eccitazione del momento, ognuno indossò un mantello nero che lo copriva completamente. Le misure erano a pennello perché erano fatti di un tessuto particolare che a seconda poteva allargarsi o restringersi, un invenzione di Bulma nata perfezionando al limite la stoffa della Battle Suit. Una volta scesi il panorama che si presentò davanti ai loro occhi era tetro e orribile, addirittura il cielo, se così si poteva definire, sembrava impregnato di malvagità e paura. Vetrunks afferrò la mano di sua madre che a sua volta si avvicinò a Trunks, Bra rabbrividì e si affiancò a Goten, Crilin si sentiva a disagio e invidiava la calma serafica di Piccolo, Gohan strinse più forte il suo libro. Kamy ormai si sentiva come a casa, ma doveva ricordarsi che non andava a fare una visita di cortesia ad amici e parenti. Però un dubbio la attanagliava e si allontanò dal gruppo, che si ammassava compatto e unito in un punto, avvicinandosi a Vegeta che era rimasto dietro in disparte. “Perché hai scelto quel nome? In saiyan “Ve” vuol dire “re” mentre “geta” significa “dei soli”. Mentre sostituendo il “Pi” vuol dire “Schiavo dei soli”. E’ un nome terribile!”. “In fondo non sono realmente schiavo del mio ruolo? Per di più è contro la mia natura fare una cosa simile, nessuno dei saiyan potrebbe immaginare un simile giochetto. Inoltre a nessuno verrebbe mai in mente la realtà e i nostri compagni non hanno idea del significato. E’ tutto okey”disse Vegeta chiudendo il discorso. Raggiunsero i loro compagni.

                    La prima difficoltà si presentava all’ingresso, ma una volta passati le cose sarebbero andate lisce come l’olio. Vegeta si armò di faccia tosta e chiese il permesso di entrare all’annoiata guardia saiyan, armata fino ai denti, che bloccava il passaggio. “Qui possono entrare solo persone accompagnate da un saiyan con il permesso o una motivazione. Avete un permesso e un saiyan?”disse quello ripetendo una pappardella imparata a memoria. “Io sono un saiyan”disse Vegeta levandosi il cappuccio. Era cambiato a tal punto sulla terra che solo chi lo conosceva bene poteva forse riconoscerlo. Soprattutto i capelli, tagliati a metà per una kienzan lanciato per sbaglio da Bra quando era piccola. “Nome, classe, motivo della venuta”altro ritornello. “Pigeta, terza classe. Veniamo a vedere se a palazzo hanno bisogno di manovalanza”disse Vegeta come se fosse la più lampante delle verità. Rimasero tutti a bocca aperta. Come faceva un principe così orgoglioso a farsi passare in maniera così normale per una terza classe? “Si ho sentito anch’io che cercano, ma non guerrieri” “Io sono una terza classe, ma non sono un bravo guerriero perciò mi hanno retrocesso a medico”mentì spudoratamente Vegeta. “Dimostramelo”disse il guardiano. Erano rari i medici tra i saiyan. “Direi che da alcune macchie che ti butterano il volto, da piccolo hai preso la “varicella saiyan”, che non è molto comune. Perciò, anche se lo scouter è di una seconda classe, tu sei alla stregua della terza”disse Vegeta. Il suo sogno segreto era di diventare medico e sulla terra, all’insaputa di tutti tranne che di Bulma, aveva frequentato il classico per poi iscriversi in medicina e passare a pieni voti. Accorgendosi di aver fatto arrabbiare la guardia, colpita e affondata, aggiunse: “Comunque sei sempre più forte di me”. “Dimostriamo anche questo”disse arrabbiata la guardia, che voleva solo sfogarsi. Vegeta vide arrivare quel pugno a una velocità così rallentata da parere ridicola, ma doveva farsi colpire, in fondo non gli avrebbe fatto nulla. Quando il colpo arrivò fu abbastanza pronto da spiccare un salto, facendo finta che il colpo lo avesse sbalzato via anche di parecchio. Si rialzo facendo finta di essersi fatto male, mentre i suoi compagni lo guardavano a bocca spalancata. Meritava l’oscar, ma probabilmente a giocare dalla loro parte la mancanza di 'pericoli' al suo orgoglio come Bulma o Goku. “Va bene. Mi hai convinto. Passate”disse soddisfatta la guardia.
                    Last edited by veggy fan; 21 June 2010, 16:37.
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                    • Vegeta si sentiva a casa e forse solo allora si rese conto di quanto avesse avuto veramente nostalgia. Le città erano sovrappopolate eppure era tutto incredibilmente pulito. Anche se erano delle metropoli non erano caotiche, anzi regnava il più assoluto silenzio. Eppure segni di vita c’è n’erano eccome. Bastava girare nei vicoli per vedere fin troppo movimento. C’era infatti sempre qualche bar dove i guerrieri delle terze classi andavano a bere e bastava un nonnulla per scatenare delle gigantesche risse, dove anche le donne, più pericolose dei maschi a volte, partecipavano. Volavano denti, si rischiava di finire massacrati e coi vestiti laceri, ma alla fine nessuno rischiava la vita e tutti si divertivano. Almeno questo gli raccontava Radisch, perché lui, essendo il principe non ci era mai potuto entrare. Dovettero camminare parecchio. Quando, in mezzo a quella città caotica apparve nella sua magnificenza il palazzo. Tutti rimasero a bocca aperta, anche Kamy che già lo conosceva, mentre Vegeta si sentì schiacciato dal peso dei ricordi. “Casa mia”mormorò senza poterlo evitare. Trunks si avvicinò al padre e poggiandogli una mano sulla spalla disse: “Mi sarebbe piaciuto crescere lì dentro. Avrei voluto essere un principe dei saiyan come te”disse il giovane e il padre sorrise. Un sorriso triste, di chi si trova fuori dal tempo a vedere una fetta di passato che rimane incontaminata pur non esistendo più.
                      Lì infatti il tempo si era fermato. Ogni giorno tutti facevano le stesse cose, in eterno. Cambiavano pochi dettagli, ma tutto si ripeteva sempre uguale. Si avvicinarono alle guardie all’ingresso. Poste al grande cancello, che dava sul gigantesco e meraviglioso giardino che circondava l’intero palazzo. La pianta che cercavano loro si trovava dall’altra parte e per raggiungere quel luogo bisognava avere un permesso speciale, consentito solo al giardiniere. Questo non aveva mai fermato Vegeta quando era bambino e di sicuro non lo avrebbe fermato in quel momento, visto il motivo importante che lo spingeva. Le due guardie parlavano tra loro e a Vegeta venne da sorridere. Le ricordava quelle due guardie, si sorprese a scoprire che dopo tutti quegli anni le loro discussioni fossero le stesse. Si lamentavano del loro ingrato lavoro, di come fossero sfruttate, dell’alto tasso di licenziamenti all’interno del castello, di come il re fosse eccessivamente fedele più tutta una serie di voci di corridoio e gossip da due soldi. “Lo sapevi che la figlia della cugina, della cameriera ha avuto un figlio con il cugino del cuoco? Me l’ha detto mia sorella, che gliela ha detto il lattaio”diceva uno infiammato. “No. A me hanno detto che è il figlio del suocero fratello di latte di un nostro collega”rispondeva l’altro con l’aria di un cospiratore. Vegeta tossicchiò. Sapeva che lo odiavano. Era l’unica cosa in grado di interrompere le loro chiacchiere che altrimenti sarebbero durate in eterno. “Che volete?!”chiesero quelle seccate in coro. “Sappiamo che qui il tasso di licenziamento è molto alto. Cerchiamo lavoro”disse con il tono polemico di chi si vuole lamentare di questo mondo. Un ottima mossa perché si fece amici i due, che trovavano qualcun altro con cui condividere le loro lamentele, pericolose se arrivavano all’orecchio del regnante. “Si. Sempre la stessa storia. Solo ieri venti cameriere e tutte per motivi diversi”disse quello leggermente più alto. “Abbiamo perso l’ultimo lavavetri per una macchiolina invisibile”aggiunse quello leggermente più grasso. “Però dovete dirci le vostre qualifiche”si ricordò il primo. “Sguattero”iniziò indicando Crilin che rimase allibito. Perché a lui quel compito ingrato? “Musicista”disse indicando Junior che si segnò di eliminarlo appena possibile. “Addetto alla biblioteca con aiutante”continuò Vegeta incurante degli sguardi omicidi che cominciavano a fioccare, indicando il primogenito di Goku e Vetrunks. “Cameriere”guardando Bra, Kamy e Pan che andarono su tutte le furie. “Cuoco”disse poi indicando Goten. “Inventore”toccò a Trunks essere indicato. “Medico”finì Vegeta autodefinendosi. Tutti rimasero sconcertati quando a quell’ultima qualifica le guardie cominciarono a ridere sguaiate. “Ci dispiace”disse l’unica che riuscì a parlare rivolta a Vegeta, che chiuse gli occhi. Stava ribollendo d’ira e i suoi compagni lo videro. Odiava essere deriso e per evitare che il loro piano proseguito perfettamente fino a quel momento saltasse, lo spinsero dentro. Attraversando il giardino quasi correndo. Una volta dentro, vedendo che Vegeta non aveva più gli occhi iniettati di sangue e omicidi, iniziarono a lamentarsi per le loro cariche. Tutti meno Goten e Trunks che lavori simili già li facevano. Vetrunks inoltre invece di arrabbiarsi disse euforico: “Che bello nonno. E’ il mio sogno visitare quella biblioteca, visto che me la descrivi sempre”. Quella di Gohan più che una lamentela fu un chiarimento. “Perché?”chiese serio. “Di solito ragioni meglio. Se lì ti metti a studiare con mio nipote il libro, nessuno si insospettirà”disse Vegeta rispondendo prima al figlio maggiore di Goku. “Crilin tu sei l’unico maschio tra noi che sappia fare le faccende di casa. Sei voluto venire? Adesso stai zitto e segui il mio piano”rispose Vegeta con una democrazia pari a zero. Crilin sbuffò sonoramente. “Piccolo tu hai un super-udito che ti permette di avere un orecchio musicale in grado di insegnarti qualsiasi strumento. Fatti mettere tra quelli che suonano per i regnanti, così avverti se mio padre decide di andare in giro a controllare. Preferirei evitarlo”disse zittendo l’irato namecciano. Kamy si fece portavoce per tutte. “Non ti ci mettere anche tu. Lo sai bene che gli unici incarichi per una donna sono quello o fare la guerriera”rispose Vegeta a tono. “Non ho intenzione di mettervi in situazioni spiacevoli. Presserò per farvi entrare in cucina come aiuto-cuoche”aggiunse poi riuscendo finalmente a placare le tre che parevano belve inferocite. Risolti i problemi interni, ignorando Crilin che rumoreggiava, lasciarono definitivamente il giardino ed entrarono. L’interno era incredibilmente suggestivo. Grandi scalinate di marmo portavano ai piani superiori. Tutti gli ambienti avevano meravigliosi drappeggi e stoffe che parevano orientali e immensi tappeti rossi. Le grande colonne arrivavano sin nella sala del trono, a cui si accedeva attraverso una gigantesca porta d’oro, i cui battenti ricordavano delle gigantesche conchiglia a spirale. Erano socchiuse e in fondo si poteva ammirare il trono, in quel momento vuoto, con un enorme schienale con una V circondata da fiamme. Ai lati stavano impettiti i soldati, annoiati, come se aspettassero da troppo tempo il re che quel giorno tardava ad arrivare. I vetri rossi mettevano in ombra gran parte della sala creando un alone di mistero. Eppure il luogo era ugualmente illuminato, abbastanza per essere apprezzato. Sulle pareti ritratti i grandi re del passato e le loro incredibili gesta. Si respirava un'aria di regalità che ricopriva gli abitanti di quel luogo di un alone di superiorità. Lì dentro si poteva solo portare rispetto a quella casata di antico fasto e prestigio. Ora tutti finalmente capivano perché Vegeta si era sempre sentito fuori posto. Lui era un principe e anche se non lo ammetteva era frustrante dover vivere come un nessuno. Già nel sangue scorreva sangue blu e non essere il migliore sotto il peso di tutti quei secoli di storia doveva pesargli veramente.
                      Last edited by veggy fan; 26 June 2010, 18:51.
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                      • mmm... vediamo una faccina può bastare come commento??? --> xD tranquilla nn ti preoccupare in fondo nn si deve fare fretta agli scrittori V.V
                        Vuoi rimanere? Perchè fa male, male, male da morire.. senza te! /Tzn.
                        sigpic

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                        • Già concordo ....aspettiamo pazientemente ^^....comunquw bravissima ......molto bello ^^

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                          • $kҸ ฿ŁΔÇk ϟ quella faccina non solo basta come commento, ma anche a farmi felice per parecchio XP. Emh, la parola 'scrittori' accanto a me mi sembra eccessiva ^\\\^. Ti ringrazio in ogni caso.

                            Sheila: Sono contenta che aveta abbastanza forza di aspettarmi pazientemente. Spero di continuare su un tono accettabile ^_^ in modo che non ti venga noioso seguire la storia.
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                            • Cap.3 'Ritorno al passato' II° parte

                              Crilin avrebbe voluto uccidere qualcuno, anzi direttamente Vegeta. Lo avevano fatto sgobbare tutto il giorno, e ormai erano ore che doveva pulire le rosse vetrate della sala. Era vero che a casa si occupava lui delle pulizie e sin da quando Marron era piccola aveva fatto un po’ da ‘casalingo’. Non era mai arrivato a quel punto però. Per di più i saiyan dovevano essere più abituati a volare che a camminare, perché a nessuno era venuto in mente di fornirgli una scala. Perciò erano almeno due ore che stava in volo senza potersi riposare. Bellissime quelle finestre a vederle da lontano, ma lavarle una per una era tutt’altra cosa. Pretendevano che venisse levata ogni singola macchia, dovevano essere impeccabili come tutto lì dentro. Eppure sentiva anche un gran freddo. Non perché lo facesse davvero, ma perché quel luogo, così curato nei dettagli mancava della cosa più importante, era asettico, senza amore. Si chiese che incubo dovesse essere per un bambino stare in un luogo così tetro, solitario, dove solo l’etichetta sembrava contare. In fondo anche lui aveva passato la sua prima infanzia in un luogo non adatto a lui. All’inizio era stato convinto che i suoi genitori non lo volevano, altrimenti non lo avrebbero abbandonato. Di loro non ricordava niente, perché in fasce era stato trovato dalla figura più simile a un padre che avesse mai avuto. Il maestro di quel tempio buddista lo aveva cresciuto come un figlio. Ricordava quando era stato rasato a zero e gli erano state disegnate da lui stesso quei sei puntini sulla fronte, che ogni giorno doveva rifarsi. Era stata un esperienza alquanto bizzarra per un bambino e tutti, come al solito, avevano cominciato a prendersi gioco di lui. Era scoppiato a piangere ed era stato il maestro, non tanto grande di età, a consolarlo. Gli era sempre stato vicino, almeno fino al giorno in cui la malattia non se lo era portato via. Così era rimasto solo, mentre gli altri combattenti incredibilmente più forti di lui lo picchiavano, lo deridevano e si divertivano alle sue spalle. Era cresciuto iroso e antipatico, ma il destino volle che la sua infanzia cambiasse all’improvviso, portando alla luce il suo vero carattere simpatico, amichevole, bonario e alquanto imbranato. Questo perché, deciso a diventare più forte di quei gradassi, era scappato alla ricerca del famigerato Maestro Muten in grado di renderlo più forte. Lì aveva incontrato quello che sarebbe rimasto per sempre il suo migliore amico. Pensare che all’inizio era stato così antipatico con Goku, che in lui aveva visto subito un amichetto. Ed erano cresciuti insieme, allenandosi insieme. Voleva troppo bene al saiyan e se era per salvare lui avrebbe resistito anche a quella tortura, nonostante a furia di pulire le sue braccia dolessero. Sarebbe resistito. Per il suo amico questo e altro.



                              Piccolo aveva presto capito che il re in quei giorni era assente. Però lo facevano suonare ugualmente in quel solitario e vuoto piano superiore. Suonava al pianoforte sempre lo stesso pezzo. Perché in quel luogo tutto si ripeteva in eterno. Molte cose successe il giorno prima riaccadevano il giorno dopo e questo segnava la differenza tra una vera vita che scorre e quel limbo in cui tutti si muovevano in modo fittizio. Sebbene lui fosse un guerriero si sentiva immensamente triste. Non solo perché suonava un pezzo struggente, ma perché in quel luogo si sentiva solo il pianto malinconico di una donna proveniente da una stanza chiusa. Chiunque fosse doveva essere veramente infelice. Pensò alla sua amata Elly. Di sicuro lei lo avrebbe preso in giro vedendolo così abbattuto, lui un guerriero così forte normalmente. Ringhiò mostrando un volto demoniaco, mascherando anche a se stesso quello che provava, perso in quelle elucubrazioni. Poteva vedere i suoi capelli dorati mulinare alla luce del sole. Alla sua “piccoletta”, come la chiamava sempre, il sudore del dopo allenamento che le imperlava la fronte donava. L’unica a cui avesse insegnato preziose parole namecciane, l’unica a cui avesse donato il cuore. Questo gli diede coraggio.

                              Kamy fumava dalla rabbia. Era finita nell’orrido scantinato delle cucine del palazzo. Odiava quel lavoro disonorevole che gli avevano affidato. Se i suoi genitori, quei grandi guerrieri dei suoi genitori, lo avessero saputo. A Bardack come minimo sarebbe venuto un colpo. Certo poteva finirle peggio, ma si sentiva in punizione senza aver fatto nulla. Era stata costretta a pelar patate, un numero infinito di patate da pelare, roba da perderci la testa. Si che non era nemmeno tanto brava. O forse era quel coltello a non tagliare bene, fatto sta che sperò che le sue amiche se la stessero passando meglio.

                              Bra e Pan erano nell’afosa, chiassosa e piena di urla e fumo, cucina del palazzo. Costrette a lavare un’infinità di piatti. Però ce l’avrebbero fatta. In fondo vivendo in una casa di saiyan, lavare montagne di piatti era qualcosa a cui erano abituate.
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                              • Gohan studiava con Vetrunks attentamente il libro segnando su un foglietto bianco le traduzioni degli elementi essenziali. Il giovane Son rimase impressionato dalla sveltezza con cui il bambino parlava e leggeva la lingua saiyan. Per la prima volta ne rimase affascinato e si risvegliò in lui la curiosità per quella fetta del suo passato, del suo sangue, che non aveva mai preso davvero in considerazione perché troppo temuta. Voleva sapere se c’era un motivo particolare che rendesse i poteri saiyan così legati alla rabbia. Si ripromise che un giorno sarebbe tornato in quella biblioteca per leggere tutti quei libri. Gli sembrava già assurdo che nel popolo saiyan ci potessero essere stati scrittori o lettori e quell’ultimo pensiero se lo lasciò sfuggire, anche se a bassa voce. “Il nonno dice che il popolo dei saiyan un tempo non era così barbaro. Ha conosciuto tempi di civiltà”disse saggio il bambino mentre si mangiucchiava la punta della matita. Gohan annuì e tornò a lavoro. Non aveva tempo da perdere in pensieri inutili. Suo padre attendeva l’antidoto.

                                Trunks prese tutto quello che riteneva necessario, ma già che c’era, mentre aspettava gli altri, poteva anche sperimentare davvero. Il laboratorio a casa era di sua madre, quello in azienda monopolizzato dal nonno e le poche volte in cui finalmente poteva essere suo, ecco che arrivava magicamente Bra a soffiarglielo. Come quella volta che aveva avuto un idea incredibile, ma all’interno aveva trovato la sorellina che costruiva su un modello trovato nel laboratorio della madre un cyborg. Quando aveva visto uscire un modello nuovo, metallico, luccicante e soprattutto buono di C16 era rimasto così impressionato da scordare l’idea. In compenso adesso lo zoo di Satan City aveva un guardiano davvero gentile e amante della natura. In quel momento invece aveva un intero laboratorio tutto per se. Poteva costruire, creare, inventare. Fu quello che fece per due ore di fila, riempiendo poi le tasche di capsule piene di oggetti ai suoi occhi esaltanti. Continuò finché la sua attenzione non fu attirata da delle boccette contenenti strani liquidi. In chimica non aveva proprio un voto altissimo, soprattutto a paragone con la sua media, però non se la cavava nemmeno male. Fece un grave errore però ipotizzando che giocare con i composti chimici fosse facile come seguire un compito scolastico. Prese due fiale a caso, che però si accostavano bene di colore, visto che una era blu e l’altra rossa e le mischiò insieme. L’immensa esplosione che ne seguì fece uscire fumo persino dalla porta chiusa invadendo di gas cinereo anche il corridoio adiacente. Appena si fu diradato per chi fosse stato li dentro, si sarebbe potuto scorgere una figura annerita e bruciacchiata che tossiva muovendo convulsamente le mani davanti a se. Trunks tossicchiò ancora un po’, mentre i suoi capelli erano sporchi di nero e ritti in testa, in un certo senso ricordavano in modo ridicolo quelli del genitore. “Uao! Devo riprovarci!!”urlò inaspettatamente il glicine, se ancora sotto quel nero si poteva notare. Fu così che per il restante tempo della giornata si sentirono provenire frequenti esplosioni dal laboratorio, lasciando perplessi i saiyan che passavano di là.

                                Vegeta si sentiva soddisfatto. Non lo era mai stato come in quel momento. Era stanco, doveva ammetterlo, ma forse per la prima volta era veramente utile al suo popolo. Nonostante non volesse ammetterlo, aiutare il suo popolo anche se solo come medico, gli stava risultando un lavoro per niente gravoso. Ora, se fosse riuscito a surclassare Kakaroth vergognosamente entro breve tempo, si sarebbe sentito l’uomo più soddisfatto del creato. Si stava dimostrando incredibilmente portato e per una volta si dimenticò delle vite che aveva spezzato, godendosi le benedizioni di quelli che riusciva ad aiutare quel giorno. Sembrava che nessuno fosse stato curato da secoli, perché si presentarono pazienti a non finire. Erano tutti morti, eppure si lamentavano per le sofferenze esattamente come ogni vivente. Non seppe quante ore fu costretto a lavorare non stop, ma non si arrese. Alla fine, quando l’infermeria del palazzo si fu svuotata, poté mettere in pratica il vero motivo per cui si trovava lì. Si avviò al giardino del palazzo. Se il giardiniere lo avesse visto, avrebbe potuto inventarsi la scusa che gli serviva qualcosa per guarire un paziente. In fondo non era del tutto falso, anche Kakaroth era un saiyan. Vegeta sorrise amaramente. Rivedere quel posto gli faceva ricordare molte cose, troppo e tra esse uno dei più grandi segreti che celava a Goku. Il saiyan cresciuto sulla terra era infatti convinto che il loro primo incontro era avvenuto quel giorno sulla terra, quando avevano combattuto l’uno contro l’altro. Non era esattamente così, ma l’ultimo nato di Bardack certo non poteva ricordare la verità, era solo un neonato in fondo quando Vegeta lo aveva visto per la prima e ultima volta da amico e non da rivale...
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