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DB - La storia mai raccontata!

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  • DB - La storia mai raccontata!

    Salve a tutti!

    Ho iniziato a scrivere una fanfiction. Non l'ho completata, ma ho intenzione di andare avanti; i primi capitoli sono già pronti.
    Si tratta di una storia che racconta alcuni aspetti e momenti avvenuti in momenti non narrati ma solo accennati nel manga, che nell'anime sono parzialmente sviluppati e che mi prendo la libertà di rielaborare. So che non sarà una storia originalissima, ma avevo dei pensieri e delle idee; provando a metterli per iscritto, mi sono reso conto che poteva venire fuori una storia carina e senza pretese.

    Vorrei sapere se siete interessati...altrimenti evito di pubblicarla e di aggiornare un topic che, per voi potenziali lettori, risulterebbe solo una scocciatura.
    Last edited by VirusImpazzito; 22 October 2012, 19:41.

  • #2
    Missing moments, eh? A me piacciono, ne scrivo anch'io.
    Sull'interesse o meno per quel che mi riguarda dipende da tante cose (personaggi, trama, e poi com'è scritto, ma quello lo vedrò da sola). Non potresti fare almeno un esempio di una cosa che hai scritto? Così, tanto per sapere. ^_^
    sigpic

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    • #3
      Beh, i primi capitoli si concentrano in particolare su Vegeta (strano, eh? ) con una puntatina ogni tanto sugli altri personaggi; i primi capitoli sono ambientati nell'anno successivo alla sconfitta di Freezer, quando Goku è su Yardrat, e non tengono conto della minisaga di Garlic jr.

      Mi è uscita una storia soprattutto introspettiva, per il momento, ma nella mia mappa mentale non mancano i fatti, l'azione insomma. Certo, non sarà una storia a base di combattimento, ma cercherò di mantenermi fedele ai personaggi del manga.

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      • #4
        Ok, mi interessa, una letta ce la do volentieri (almeno al primo capitolo, poi vedo se mi piace).
        sigpic

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        • #5
          Allora inizio, visto che ho almeno una spettatrice (Feleset, grazie perchè esisti)

          Cap. 1- Sweet Dreams are made of this…

          Si dice che una vita quotidiana piena, intensa e ricca di attività favorisca un buon riposo notturno, altrettanto intenso. In altri termini, conviene arrivare stanco morto alla sera, affinché il sonno possa essere pesante, dato che il lavoro impegnativo ti mette K.O. a fine giornata: il che ha anche una sua logica. Ebbene, forse un bel sonno profondo era quello di cui Vegeta avrebbe avuto bisogno… un forte bisogno. Eppure, si sentiva talmente assillato da pensieri per nulla piacevoli, che persino prendere sonno gli sembrava un’impresa. La situazione si protraeva così da alcune settimane ormai, addirittura mesi, ossia da quando si era trasferito sul pianeta Terra. Trascorreva una certa fetta di quelle giornate, tutte identiche fra loro, sdraiato ad occhi chiusi o con lo sguardo perso nel vuoto sul confortevole materasso hi-tech ad aria, dall’avanzato e modernissimo design bianco, quasi aerospaziale, che la famiglia di Bulma aveva scelto come arredamento delle svariate stanze degli ospiti preparate all'interno della residenza.
          Non potevano esserci dubbi sulle cause del sonno scarso e agitato del Principe dei Saiyan. In fin dei conti, era reduce da una serie di esperienze che sarebbe stata traumatica per chiunque; una serie di esperienze, per di più, particolarmente fastidiosa per chi - come lui - aveva la testa più dura del coccio, per non parlare del suo orgoglio da record. Nella sua mente, i giorni trascorsi su Namecc si avvicendavano ora in ordine sequenziale, come un film, ora come dei flash improvvisi che lo colpivano e lo ferivano come stilettate nell’anima. Questo turbinio interiore potrebbe sembrare esagerato, ma non lo è se si pensa che quel breve periodo era stato per lui la resa dei conti di un’intera esistenza passata a lavorare per Freezer.
          In quei pochi giorni aveva dapprima vissuto i suoi gloriosi momenti di rivincita: la sua potenza era cresciuta a livelli tali da metterlo in condizione di sistemare a dovere, uno dopo l’altro, quelli che per decenni erano stati i suoi aguzzini. Nell’esercito di Freezer, non esisteva la dignità dell’individuo; del resto, quando il vertice della piramide gerarchica è l’inarrivabile essere più potente dell’universo, fra tutti i dipendenti vige l’uguaglianza più assoluta: nessuno conta un cazzo, di per sé. Nessuno ha un diritto innato ad esprimere la propria opinione e a fare le proprie scelte: deve guadagnarselo, questo diritto. Nessuno è insostituibile, nell’universo, visto che lo stesso tiranno galattico avrebbe potuto adempiere in prima persona e rapidamente tutte le missioni che assegnava ai suoi schiavi. Certo, essere la creatura più forte comportava grande prestigio e la possibilità di sottomettere milioni di individui da sfruttare in maniera efficiente: era così che il grande leader perseguiva il massimo risultato col suo minimo sforzo personale. In questo senso, l’unico modo che aveva un subordinato per darsi credibilità agli occhi del padrone era dimostrarsi più forte degli altri, saper affermare la propria superiorità ed abilità. Ecco il perché di tante umiliazioni subite da Vegeta dai suoi colleghi: nonostante fosse un alto ufficiale di Freezer (una potenza di 18.000, degna di un vero Saiyan aristocratico, lo aveva collocato in una posizione preferenziale), c’era sempre qualcuno che si sentiva in grado e in dovere di mettergli i piedi in faccia. Del resto, il capo supremo non si curava di porre fine alle dispute intestine, a patto che i suoi dipendenti non si uccidessero a vicenda: le loro persone e il loro sudore erano di sua proprietà. Alla fine, le doti combattive del principe dei Saiyan gli avevano permesso di ucciderli in sequenza, con le sue stesse mani: Kyui, Dodoria, persino Zarbon e la squadra Ginew… figli di puttana, nonostante tutto non riusciva a smettere di odiarli; tuttavia, gli anni di risentimento silenziosamente covato nei confronti di quegli squallidi soggetti lo avevano visto infine vittorioso. Loro avevano concluso la loro esistenza di servi del potere mangiando la polvere ed erano finiti all'inferno, lui era ancora a questo mondo per poterlo raccontare. Erano andati tutti all'altro mondo, quei maledetti stronzi! E la maggior parte di essi era stato proprio lui, a spedircela! Con le loro morti, sentiva di aver recuperato definitivamente il suo orgoglio… e se nella vita non hai questo, non hai niente.
          Tuttavia, Namecc non era stato solo trionfo e vendetta, per Vegeta. Era significato per lui l’inseguimento di quella che sarebbe dovuta essere la svolta della sua vita, l’immortalità… sfumata per un pelo…! Si era dato tanta pena, si era impegnato tanto coi muscoli quanto col cervello per fregare terrestri, namecciani, Freezer! Per tacere del fatto che, senza un attimo di respiro, la ricerca delle Sfere e l’eliminazione sistematica degli uomini di Freezer lo aveva necessariamente condotto a venire alle mani col suo ex-capo Freezer, al quale lui aveva scelto di ribellarsi apertamente... quello stesso Freezer che, proprio per lui, si era trasformato nell’orrore più terribile della morte. C’era da rifletterci sopra, cazzo… sembrava una metafora di tutto quello che la vita può riservarti: puoi faticare, inseguire un desiderio, un progetto, un sogno o un’aspirazione; magari, nei vari tentativi, ti affanni, vivi momenti più o meno infelici… ma per quanto ti sbatti, la conclusione è sempre la stessa: finisci sotto terra, ti ritrovi morto o quasi; per poi domandarti “Cosa mi resta di questa vita?”, e la risposta è sempre la stessa: nulla. Non si sfugge a questa regola. Vegeta ripensava che, solo poco tempo prima, gli era capitato di morire: e non solo interiormente, per metafora, mortificato durante il combattimento con Freezer, ma anche in senso fisico, sepolto sotto tre metri di terriccio. Forse aveva ragione qualcuno a sostenere che alla fine viviamo una grande, gigantesca illusione che ci porta a credere che tutto ciò che facciamo nella vita abbia un senso, a credere che ognuno legittimamente tenda ad uno scopo, a credere che ci siano cose nella vita per le quali valga la pena di agire in un certo modo. Però, non dovremmo mai dimenticarlo, è tutta un'illusione.
          Il Destino, non contento, aveva voluto farsi beffe di lui anche da morto, riservando al suo rivale naturale l’onore di riscattare il popolo Saiyan. Che aspetto doveva avere il guerriero che avrebbe vendicato lo sterminio della razza combattente per eccellenza? Nessuno dei Saiyan conosciuti dal Principe fino a una trentina di anni prima era abbastanza vecchio da aver conosciuto un vero Super Saiyan. Ne nasceva uno ogni mille anni, secondo quella antica leggenda che aveva freddato l’animo di Freezer. Il guerriero della leggenda…

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          • #6
            Kakaroth! Era lui la disgrazia più grave che avesse colpito il suo orgoglio su Namecc – peggiore della morte stessa, e pari solo al trattamento cruento ed umiliante che quel bastardo di Freezer, molto caritatevolmente, gli aveva concesso! Non bastava la batosta morale che gli aveva già dato sulla Terra, all’epoca del primo incontro? Maledizione…. Maledizione! Era approdato sul pianeta dal cielo verde con una potenza totalmente nuova rispetto a quando si erano incontrati sulla Terra, assolutamente superiore a quella già esibita sulla Terra, al punto da non sembrare nemmeno riconoscibile come lo stesso individuo… lo aveva salvato da Rekoom, quando le cose stavano volgendo al peggio. Poi, più potente che mai, era ricomparso durante il combattimento contro Freezer… lo aveva visto comparire proprio quando la sua vista ormai si annebbiava, un po’ per le lacrime e un po’ perché il suo potentissimo boia aveva decretato che la sua ora era ormai giunta. Poi il buio, e solo poco dopo era venuto a sapere che l’odiato Saiyan di rango inferiore… lui… era lui il Super Saiyan della leggenda. Quella che sembrava una favola per bambini si era avverata in quel Kakaroth, e Vegeta non riusciva nemmeno a concepire quella che di fatto era la realtà, non poteva credere che una cosa simile fosse vera.
            C’è da stupirsi, a questo punto, se il ricordo dei giorni trascorsi su Namecc lo tormentasse tanto, insieme alle prime notizie ricevute dopo la sua resurrezione? Ecco, erano quelle le sequenze che la mente gli riproponeva, come un film che la sua mente viveva e riviveva in costante e quotidiana replica… un dannato film autobiografico che purtroppo non smetteva di renderlo potentemente nervoso.

            Non meravigliava, dunque, il fatto che - non avendo missioni da svolgere, ed essendo persino privo di mezzi e risorse per riempire le sue giornate - dormisse poco e male. In quel periodo no, la sua mente era attraversata costantemente da pensieri e stati d’animo negativi: imprecava, ma neanche tanto, contro Freezer, che ormai poteva considerarsi storia passata. Il suo pensiero fisso era il guerriero leggendario, il Super Saiyan… Per un nobile d'alto lignaggio come lui, si era sempre trattata di una storia di fantasia, e il fatto che potesse esistere un Saiyan dalla potenza inarrivabile - nelle vesti soprannaturali descritte dal mito - era un’invenzione fantasiosa a cui nemmeno da bambino aveva creduto. Crescendo però si era convinto che, se proprio fosse dovuto mai esistere un campione del genere nella sua razza, un vero e proprio fuoriclasse capace di ascendere a livelli di forza stratosferici… beh, quello non poteva che essere lui, il Principe dei Saiyan, il migliore, il primo, più forte persino del Re suo padre, che lui aveva superato già in tenera età.
            E allora, perché le cose erano andate in quel modo assurdo, e non come lui aveva previsto? Vegeta non riusciva a capacitarsene, mentre assisteva al trascorrere delle sue giornate di apatia dal letto della sua stanza, alla Capsule Corporation. Giornate di stasi interrotte solo da qualche pugno tirato, da qualche flessione o piegamento compiuti quasi per inerzia, senza partecipazione, giusto per sgranchirsi. La noiosa alternativa al letto era quella di uscire dalla stanza – come infatti faceva talora – e godersi il panorama della Terra, di quello stesso pianeta sui cui aveva cercato di mettere le mani per farne oggetto di commercio; quel mondo che da un po' di tempo lo ospitava, ma del quale non gli importava nulla. Levitando piano fino a raggiungere posti isolati, in modo da evitare qualsiasi forma di frequentazione umana, il Principe aveva visitato in solitudine i climi e gli ambienti più diversi, dai poli al deserto, dalle steppe alle foreste, dall'oceano alla montagna alla stratosfera. Niente di tutto questo lo distraeva, né lo rasserenava: era il suo corpo che chiedeva di muoversi e di non essere lasciato nell'immobilità totale, ma la sua mente era all'estremo posto dell'universo.


            Capitolo introspettivo che descrive lo stato di partenza... stato mentale, si intende! Non pensate che i prossimi capitoli siano tutti un trionfo di paranoia e di seghe mentali, anche se - da quanto vedo - la componente psicologica non passa inosservata...

            Pareri? Giudizi?
            Last edited by VirusImpazzito; 23 October 2012, 13:20.

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            • #7
              È interessante, sono curiosa di sapere come continua. Essendo più che altro un'introduzione non ho particolari cose da segnalarti, sono felice comunque che non sarà solo introspettivo (capitoli tutti così alla lunga sarebbero noiosi, in effetti).

              Sono contenta che tu abbia puntato molto anche a parlare di Freezer e della sua vecchia vita, è una cosa interessante che forse è stata un po' tralasciata da Toriyama (il quale a un certo punto ha deciso che i pensieri di Vegeta dovessero essere: "Kakaroth, Kakaroth, Kakaroth, super saiyan, Kakaroth, allenamento, Kakaroth, l'ho detto Kakaroth?" ). Vegeta è in un periodo di svolta della sua vita, e per quanto il pensiero del rivale sia il suo chiodo fisso, non può essersi scordato di punto in bianco di tutto il resto.

              Aspetto il seguito, allora. ^_^
              sigpic

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              • #8
                Vedi, io sono dell'idea che una fanfiction sia godibile se cerca di rispettare lo spirito dell'opera originale, ed è interessante perchè tramite la storia inventata dal fan tu puoi farti un'idea di come il fan ha capito ed interpretato l'opera originale.
                [Entrambe cose che ho riscontrato con piacere nelle tue opere che mi è capitato di beccare su EFP, Feleset... detto così, incidentalmente ]
                Quindi da un lato la Kakaroth-mania di Vegeta sarà centrale anche perchè, come ho scritto, per Vegeta Freezer è ormai storia passata, e per un pragmatico come lui l'obiettivo più attraente è Kakaroth.
                Allo stesso tempo hai centrato quando dici che voglio tenere in considerazione il passato di Vegeta, e allo stesso tempo collegarlo con il presente di Vegeta.
                Certo, non sarà una cosa troppo introspettiva perchè le troppe seghe mentali alla lunga infastidiscono anche me.
                Qua i giri mentali del Principe sono posti all'inizio a mo' di premessa caratteriale, sulla cui base si svilupperà la storia.

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                • #9
                  Beh, direi che fai benissimo così.
                  sigpic

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                  • #10
                    Il secondo capitolo è pronto, eccolo qua!

                    Cap. 2 - …Who am I to disagree?

                    Una mattina noiosa come tante, Bulma bussò alla porta del suo ospite Saiyan, che le diede il permesso di entrare.
                    - Salve, Vegeta. – lo salutò con un sorriso gentile: non avevano motivi per essere ostili, nonostante l'atteggiamento freddo del Principe.
                    - Salve, donna terrestre.
                    - Non puoi chiamarmi Bulma? È un bel nome…
                    - Non mi interessa… dimmi cosa vuoi, altrimenti ho da fare. – tagliò corto Vegeta; niente di personale contro la ragazza, ma in quel periodaccio preferiva nettamente la solitudine.
                    - Come forse saprai, mio padre è un grande genio scientifico… si occupa di elettronica, meccanica, ingegneria! - Bulma si illuminava quando doveva tessere l’elogio dei meriti del suo papà. A volte bisticciavano, o meglio era lei che si innervosiva con lui… un po’ per il divario d’età, un po’ perché suo padre era l’emblema del genio bizzarro e sbadato; ma questo non intaccava l’affettuosità sincera dei loro rapporti. - È uno scienziato molto versatile, sai? La tecnologia più avanzata diffusa su questo pianeta è frutto delle sue brillanti intuizioni…!
                    - Un raggio di sole in un pianeta di primitivi, ho capito. Vieni al sodo. – tagliò di nuovo corto Vegeta, smorzando il sorriso e l’entusiasmo della ragazza.
                    - Ok. Mio padre vorrebbe farti una proposta. – abbreviò con serietà, dal momento che il Saiyan aveva smorzato il suo entusiasmo e non valeva la pena di spendere la propria solarità con quel burbero scimmione. – Se vuoi degnarti di passare nel suo laboratorio di progettazione, ovviamente. Credo che ti potrà interessare: si tratta di una questione di navicelle e simulatori gravitazionali.
                    Il Principe, vinto dalla noia, decise di lasciarsi coinvolgere dall’invito; inconsciamente, la sua mente aveva scelto di cogliere l’occasione per distrarsi dagli assillanti pensieri. Vegeta percorse i corridoi dell’edificio con calma e svogliatezza. Gli erano abbastanza familiari, dato che talvolta era costretto ad avventurarsi in cucina in cerca di cibo: non sempre gli veniva servita la cena in camera, anche se ogni tanto Bulma, ma ancor di più sua madre, gli portavano qualcosa da mangiare; erano consapevoli di quanto gli scocciasse frequentare i terrestri, nonché i namecciani che in quel periodo soggiornavano in quel posto, in attesa che le loro Sfere del Drago si ricaricassero. Nel corridoio incontrò un altra buona ragione per starsene in disparte ed evitare la presenza umana: la madre di Bulma. La figlia del dr. Brief era stata chiara sulle condizioni dell'ospitalità in quella casa: avrebbe dovuto portare rispetto almeno ai due padroni di casa, se non agli altri inquilini presenti; niente cafonaggine e niente scortesia gratuite ed ingiustificate. Ora Vegeta si trovava davanti la bionda padrona di casa, con i biondi capelli cotonati, quell'espressione sciocca e giuliva che la caratterizzava, la cui molestia era superata solo da quella della sua voce acuta:
                    - Ciao, Vegeta! Non hai una bella cera, gioia... ti serve qualcosa? - cinguettò la signora con sincera premura, senza perdere il sorriso.
                    - Non si preoccupi, sto solo andando a parlare con suo marito.
                    - Uuh, fai bene! Infatti mi aveva accennato ad un progetto che ti coinvolgeva, che caro! Però ricordati che un giorno mi accompagnerai a fare shopping... un po' di tempo fa ho trovato una bellissima e grandissima pasticceria di ottima qualità. E tutto grazie al fatto che il nostro caro Goku aveva salvato il mondo dalla distruzione... meno male! Pensa che spreco sarebbe stato, se un così bel negozio fosse andato perduto! Però non ho ancora trovato l'occasione di fare una visita come si deve... sai, tra gli animali che richiedono cure quotidiane, e tutti quei simpatici e gentili ospiti namecciani, c'è sempre tanto da fare in questa casa...!
                    -Capisco. - chiuse il discorso, iniziando a spazientirsi per ovvi motivi. - Ora la saluto, perché suo marito mi aspetta. - e proseguì per la sua strada.
                    Il dr. Brief era nell’hangar - separato rispetto alla sede centrale della Capsule, ma collegato alla casa di Bulma - adibito a centro di studi, ricerche e progettazione degli innovativi modelli meccanici dei mezzi di trasporto per i quali la ditta era famosa nel mondo. Il dr. Brief, come era noto, era un grande scienziato e ricercatore, amante del suo lavoro e dotato di un talento quasi naturale, scientificamente curioso per indole. Aveva avuto l’accortezza di trasformare la sua passione in un lavoro e in un business che lo aveva collocato in una posizione estremamente agiata. Vegeta aveva avuto scarsi rapporti con lui perché, come sappiamo, tendeva ad evitare ogni tipo di scocciante presenza umana, ma di fatto non aveva ragioni per essere ostile e scorbutico nei suoi confronti. Lo trovò in camice bianco, sigaretta in bocca e gattino nero posato sulla spalla, intento a dialogare con uno degli ingegneri-capo del reparto progettazione, il quale lo seguiva con grande interesse. Vedendo arrivare Vegeta, il professore abbreviò il discorso con il proprio dipendente: “…quindi ricapitoliamo! Per prima cosa, non trascuriamo il problema della collocazione delle casse dello stereo! È fondamentale, se vogliamo che il suono si diffonda in maniera uniforme per tutto l’ambiente! Inoltre, dobbiamo sistemare meglio le lampade per l'illuminazione, in modo da rendere l'astronave un ambiente caldo e accogliente.”
                    Poi si avviò verso Vegeta e, con un gesto spontaneo e cordiale, gli tese il braccio per stringergli la mano:
                    - O-oh, buongiorno, Vegeta! Ti aspettavo, speravo proprio che venissi! Del resto, la sua più che decennale esperienza nel mondo degli affari lo aveva istruito nell’affrontare, nel “saper prendere” anche i manager più riottosi. Il Saiyan raccolse il saluto stringendogli la mano.
                    - Che stretta di mano tosta, ragazzo mio! commentò divertito il dr. Brief. - Guarda! Sto completando e perfezionando il veicolo a cui mi hai visto lavorare il giorno in cui sei arrivato a casa. Ricordi? Questa era la navicella che Chichi, la moglie di Goku, mi aveva chiesto di costruire, preoccupata per le sorti del marito e del figlio su Namecc. Poi non ce ne fu più bisogno, ma ovviamente ho portato avanti il lavoro. Del resto, senza le pressioni di Chichi, mi ci sono dedicato con vero piacere... - poi, abbassando il tono della voce, aggiunse: - Sai, la moglie di Goku a volte è un po'... eccessiva...
                    - Non ho avuto il piacere di conoscerla. – ghignò il Principe. – Comunque non pensavo che sulla Terra possedeste le conoscenze tecniche necessarie per un lavoro simile.
                    - In effetti, per realizzarla ho studiato la navicella con cui Goku fu inviato sulla Terra da piccolino! In pratica, l'astronave usata da Goku per raggiungere Namecc non era altro che la rielaborazione di quel mezzo. Questa seconda nave, invece, è stata costruita da zero, ma prendendo a modello la tecnologia Saiyan.
                    - Non è esatto definirla così... quella tecnologia, noi l'abbiamo rubata ad uno dei tanti popoli che abbiamo sterminato. - precisò Vegeta con un leggero sorriso spavaldo.
                    - Capisco. – aggiunse il dr. Brief mentre si strofinava le lenti degli occhiali col camice, glissando sulla tematica della guerra e del genocidio, per non sollevare polemiche. - Ad ogni modo, onore al merito. La vostra razza doveva essere in gamba, per acquisire dimestichezza con apparecchiature così evolute! Ma adesso saliamo a bordo, voglio mostrarti un paio di chicche.
                    - Salirono a bordo. L'interno era pressappoco simile a quello della prima nave, quella usata da Goku per recarsi su Namecc.
                    - Vedi? I comandi ti risulteranno familiari, perché sono basati su quelli delle navicelle Saiyan.
                    - Sì, infatti... li riconosco. L'accensione, le leve per gli spostamenti nelle tre dimensioni, il dispositivo del pilota automatico... mmm, lì hai mantenuto la scatola nera... vedo che non manca nulla... - considerò Vegeta ispezionando superficialmente i comandi.
                    - Ora voglio mostrarti la chicca delle chicche! Guarda qua... questo è un simulatore gravitazionale! Sai a cosa serve? Ad aumentare l'attrazione gravitazionale nello spazio interno della navicella di un determinato numero di volte, che si può selezionare tramite questa pulsantiera. Si può moltiplicare la forza di gravità fino a cento volte quella terrestre. Per esempio, se tu pesi 60 chilogrammi, con questa macchina arriveresti a pesare 6 tonnellate! L'idea di installarla è stata di Goku... anche sulla sua nave ne avevo impiantata una. Si è voluto allenare per tutta la durata del viaggio verso Namecc sottoponendosi a sforzi via via maggiori. Massacrante, vero? Solo a quel testone poteva venire un'idea simile!
                    “Maledetto! Quindi è per questo che Kakaroth su Namecc era così diverso da quando ci scontrammo sulla Terra, nonostante fosse trascorso così poco tempo! Non l'avrei mai sospettato che avesse fatto installare un apparecchio simile sulla navicella!” pensò rabbiosamente Vegeta, ed ecco che il chiodo fisso di Kakaroth aveva ripreso a conficcarglisi nella mente.
                    - Ho installato anche un apparecchio per il contatto audio e video, per mantenere i contatti con la Terra: sarà particolarmente utile in caso di necessità. Ormai l'astronave è quasi completa, e mi interesserebbe verificarne il funzionamento: in particolare, il funzionamento del dispositivo di gravità nello spazio aperto dove, come sai, si viaggia evitando forze gravitazionali intense che agiscano sui corpi vaganti. Il motivo per cui ti ho invitato a venire qua quest'oggi è il seguente: ti interesserebbe collaudare la nuova astronave?
                    - Interessarmi? - ribatté il principe con una smorfia corrucciata di sufficienza. L'idea che lo scienziato stesse mettendo a punto quel progetto solo per offrirgli la possibilità di viaggiare nello spazio suonava alle sue orecchie leggermente ipocrita... anche se, doveva ammetterlo, la famiglia si era mostrata sempre generosa e disinteressata nei suoi confronti, da quando lui si era stabilito nella residenza.
                    Last edited by VirusImpazzito; 24 October 2012, 19:24.

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                    • #11
                      Il grugno di Vegeta indusse il professore a riformulare la domanda:
                      Saresti disponibile a collaudarla? Credo che tu sia la persona più indicata. Puoi reggere sotto sforzo le elevate gravità che la macchina può raggiungere; naturalmente potrei attrezzarla di tutti gli strumenti ginnici che ritieni utili. Inoltre tu conosci in parte questa tecnologia, mi pare; e per di più hai viaggiato a lungo nello spazio, e in caso di emergenza sapresti giostrarti meglio di chiunque altro.
                      Il pensiero di Vegeta corse allo spazio, a Freezer e ai pensieri tormentosi di sempre. E poi... Kakaroth! Era vero, Kakaroth era ancora vivo! Lo aveva detto il Dio Drago namecciano, il giorno in cui avevano cercato di riportare Goku in vita – Goku non poteva essere riportato in vita perché era già vivo, e non poteva essere trasferito sulla Terra perché si era opposto a questo desiderio. Quindi doveva essere ancora in giro per lo spazio, magari ad allenarsi chissà dove, magari chissà di quanto era migliorato, magari stava cercando altri modi per surclassare la potenza di chiunque e di lasciare Vegeta indietro, sempre più...
                      - Accetto. - rispose Vegeta, prima ancora di rendersi conto era atterrito dal pensiero che Goku diventasse... irraggiungibile. - Quando si parte? - L'espressione di Vegeta, normalmente accigliata, sembrò in quell'istante diventare ancora più truce.

                      A poche centinaia di metri di distanza dall'hangar, nella cucina della casa di Bulma, la ragazza stava sfogandosi con il suo fidanzato per i modi scortesi del Principe dei Saiyan. Certo, per Yamcha sarebbe stato piacevole poter fare colazione in pace leggendo in silenzio le notizie sportive. Il giovane, però, non aveva dimenticato che l'ultimo periodo era stato a dir poco tempestoso per la loro relazione, tra litigate e sfuriate, allenamenti nell'aldiqua e nell'aldilà, trapassi a miglior vita ed invasioni aliene; lui era caduto combattendo in prima linea, lei era partita nello spazio aperto per riportarlo in vita... Il semplice fatto di essere tornato alla placida vita quotidiana lo rendeva soddisfatto malgrado il carattere pepato e difficile della fidanzata, e gli permetteva di tollerare col sorriso gli sfoghi di Bulma, quegli sfoghi che erano stati causa dei loro famosi tira e molla. E poi era vivo da troppo poco tempo per potersi lamentare; e comunque, al di là di questo, quasi quasi gli piaceva aver davanti la sua Bulma, poterla vedere coi suoi occhi a pochi metri di distanza e poter godere della sua compagnia, anche quando dava di matto.
                      - Capisci che fastidio che mi dà?! Non riesce ad apprezzare nemmeno il talento di mio padre, la sua abilità universalmente riconosciuta! Non sono mica io, la sola a dire che è un genio!
                      - Beh, cara, non vorrei sembrare l'avvocato del diavolo, anche perché sai quanto lo odio... - il ragazzo voleva arginare con la diplomazia l'ira della sua amata. - Però molte delle cose che a noi sembrano delle comodità tecnologiche super avanzate, forse per lui sono tecnologia obsoleta... chissà con quali aggeggi evolutissimi avrà avuto a che fare! Ricorda che voi avete viaggiato a bordo di navicelle provenienti da altri pianeti e fra l'altro nemmeno nuovissime... immagina quelle che avrà usato lui. È difficile impressionarlo sul terreno tecnologico!
                      - Sì, lo capisco... - Bulma sembrò per un momento mostrarsi comprensiva. Poi ripartì: - Però, questo non lo autorizza ad essere sgarbato con me! Non pensi che potrebbe chiamarmi col mio nome di battesimo, anziché terrestre o donna?? Mah!
                      Sì... certo, cara. - Yamcha accolse l'obiezione con un leggero sospiro.
                      Lo dici con convinzione o solo per darmi il contentino?? - chiese lei insoddisfatta, con uno sguardo sospettoso. Era in questi momenti che Yamcha si rendeva conto di quanto la sua innamorata fosse proprio femmina fino in fondo.
                      - No no, sono convinto... sei tu la padrona di casa, e fai già tanto per lui, ospitandolo! Anzi... - aggiunse con convinzione il giovane - quando ti deciderai a buttarlo fuori? Credo che sarebbe una liberazione per tutti!
                      - Non dire scemenze... lo sai che non è cortese! E poi per il momento un ospite in più non è di troppo disturbo: considerato che casa mia è piena di un centinaio di namecciani, la presenza di Vegeta quasi non si sente... sta tutto il tempo in camera sua, oppure esce senza dire nulla e senza farsi sentire! Se non altro, siamo sicuri di tenerlo sotto controllo affinché non danneggi il nostro mondo.
                      - E tutta quella tirata che hai appena fatto sulla sua maleducazione? Dovresti provare a dargli una lezione di bon ton...
                      - Se vuoi puoi dargliela tu una lezioncina... - chiuse con un sorriso malizioso, insinuando che nemmeno Yamcha era in grado di impartirgli quella famosa lezione. Povero Yamcha, colpito e affondato.
                      Fortunatamente, entrò la madre di Bulma a stemperare gli animi.
                      - Buondì, ragazzi! Non crederete mai alla novità del giorno! Ho incontrato Vegeta e l'ho invitato per un giro in centro a fare shopping... e lui ha accettato! Uh, come sono contenta! E poi gli farà bene stare un po' in mia compagnia mentre andiamo in giro per negozi... è sempre così serio e musone...!
                      I due fidanzati trattennero a stento le risate, al solo pensiero che quella scena potesse divenire realtà.

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                      • #12
                        LOL, questa parte è divertente, dà il giusto stacco rispetto alla prima. ^_^

                        Ammetto che io Vegeta me lo sarei aspettato più sgarbato, specialmente con la signora Briefs (non che nel manga venga detto qualcosa in merito, ma dato il carattere frivolo della donna mi viene spontaneo pensare che lui non la tolleri ), però comunque le scene funzionano.

                        Una cosa: come mai alcuni dialoghi non hanno la punteggiatura all'inizio? Penso che dovresti aggiungerla, perché così a volte non si capisce chi sta parlando (specialmente nel primo dialogo tra Vegeta e Bulma).

                        Bravo, comunque.
                        sigpic

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                        • #13
                          Niente, ogni tanto capita che i trattini fatti con l'elenco puntato saltino, e quindi venga fuori una cappella come quella che hai visto; ad ogni modo, ho corretto! Grazie, ci starò più attento per i prossimi capitoli.

                          Nel merito:
                          anche io ho pensato che Vegeta non la tollera (peccato: nell'anime una delle poche cose veramente divertenti, a cui mi sono evidentemente ispirato, è lei che fin dal primo incontro cerca di abbordarlo, ha decisamente capito tutto fin da subito ), infatti ho anche scritto nel capitolo che lui la considera un buon motivo per non farsi vedere in giro per casa.

                          Per evitare polemiche e dialoghi inutilmente caustici ai danni dei poveri coniugi (che nella mia mente hanno un ruolo secondario), ho fatto sì che Bulma stabilisse le condizioni preliminari dell'ospitalità, ossia che deve rispettare almeno loro due, che in fin dei conti sono i veri padroni di casa.

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                          • #14
                            Il rapporto tra la signora Briefs e Vegeta è uno dei miei filler preferiti, ed è anche abbastanza in sintonia con lo spirito del manga.

                            Sì, capisco i motivi della tua scelta, io d'istinto avrei optato per fargliela ignorare (ovvero Mrs Brief che continua a parlare da sola e Vegeta se ne va), però è anche vero che lei potrebbe accorgersene e rompergli le scatole finché non risponde.
                            sigpic

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                            • #15
                              Continuiamo. Dopo un paio di capitoli dedicati a Vegeta, un breve intermezzo per spezzare, dedicato a...

                              Cap.3 - Intermezzo I: Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge.

                              Da quando aveva assimilato Nail, fin da subito Piccolo aveva notato in sé dei cambiamenti, e non solo sul piano della potenza; col passare dei mesi, i suddetti cambiamenti si erano fatti più intensi. Vivendo da alcuni mesi in pace sulla Terra, il guerriero namecciano aveva avuto modo di riflettere su sé stesso e sulla propria esistenza. Nail gli aveva promesso che l’assimilazione non avrebbe in alcun modo alterato la personalità dell’individuo-base della loro unione: non era una menzogna. Del resto, un vero namecciano non mente mai. Tuttavia, si era reso conto che negli ultimi mesi aveva cominciato a maturare una visione nuova della vita, un nuovo modo di guardare al mondo e alle relazioni con le persone… con gli esseri umani. Era vero che le due personalità di Piccolo e Nail non si erano fuse; tuttavia Piccolo aveva acquisito dal suo compatriota non solo una grande forza, ma, in aggiunta, anche un’antologia di ricordi che, acquisiti direttamente nella sua mente, gli avevano fatto conoscere il vero stile di vita namecciano. Una collezione di episodi che testimoniavano una vita quotidiana improntata ad onestà e gentilezza, generosità e giustizia... quelle che dalla sua nascita Piccolo aveva cinicamente reputato solo belle parole per ricamare bei discorsi indirizzati ai ragazzini scemi, si erano rivelate essere degli ideali in grado di dare colore e luminosità ad una vita tutto sommato semplice, come quella di Nail; il quale aveva vissuto un’esistenza di soddisfazioni, almeno fino alla sconfitta per mano di Freezer, senza che la sua grande forza combattiva si rivelasse determinante per il suo vivere bene. Aiutare qualche anziano nelle attività domestiche più faticose; cooperare nelle attività agricole nei campi di ajissa, per rinverdire la loro bella patria; giocare coi ragazzini e mettere alla prova i più giovani guerrieri, che lo adoravano e stimavano come il mito della comunità: tutte attività semplicissime eppure appaganti. È vero, aveva anche appreso molto sulla civiltà millenaria, sulla natura e sulle tradizioni del suo pianeta natale, e certamente adesso ne sapeva di più su quel mondo che era suo, ma che forse non sentiva come suo. Questo era stato indiscutibilmente un bel dono da parte di Nail, ma che gli interessava fino a un certo punto: vivere come un normale namecciano, forse, non era quello che cercava. Se ne era reso conto frequentando i superstiti compatrioti durante il loro periodo di soggiorno sulla Terra, quando si intrufolava nella Capsule Corporation. Dialogava con gli anziani saggi, e riscuoteva in generale la stima della comunità sia come combattente che come mago.
                              Ad ogni modo, la vera novità del suo esistere, acquisita in quei mesi, era che si può essere felici e raggiungere uno stato di perenne serenità senza essere i più potenti dell’universo, talora senza nemmeno usare la forza e la violenza: questo era l’insegnamento che il figlio del Grande Mago Piccolo aveva ereditato dal collega guerriero namecciano. L'influsso della guardia del corpo dell'anziano saggio era stata tale, da spingere il demone cresciuto sulla Terra a mettere in gioco la propria vita per difendere e condividere l'orgoglio del popolo di Namecc... anche quando il nemico, Freezer l'invasore, si era dimostrato molto più potente di lui e Goku messi assieme. Nail, in conclusione, non aveva modificato la sua personalità… però aveva invogliato Piccolo a fare uno sforzo di riflessione ed autocritica.
                              D’altro canto, il maestro di Gohan aveva di per sé una grande intelligenza strategica e una altrettanto grande riflessività. Dopo la conclusione della battaglia finale su Namecc, era tornato ad isolarsi in luoghi naturali, come era solito fare fino all’arrivo di Radish; tuttavia, i quasi due anni trascorsi dall’arrivo del fratello di Goku avevano segnato il suo carattere ed egli era abbastanza sveglio da rendersene conto, e da non voler mentire a sé stesso: l’ingresso di Gohan nella sua vita aveva inciso notevolmente sui suoi atteggiamenti e sul suo modo di pensare. Quel ragazzino dai modi di fare così gentili, innocenti, disinteressati e sinceri… Se ci si pensa, non c’era nulla di normale nella nascita della loro “amicizia” (quanto gli stonava usare questo termine!): era pazzesco, il Mago Piccolo che allenava il figlio del proprio odiato rivale; del resto, se non fosse stato figlio di Son Goku, non sarebbe nemmeno valsa la pena di addestrarlo. Prima di allora, Piccolo aveva passato la sua esistenza da solo, desideroso di realizzare l’ambizione del suo illustre genitore, alla costante ricerca di una maggiore potenza. La forza, la prepotenza, l’astuzia, la perfidia, il sadismo… erano queste le ragioni della sua vita, le ragioni per le quali la sua vita aveva iniziato ad esistere al mondo. Le aveva coltivate prima ancora di conoscere Goku, e aveva continuato ad allenarsi con pazienza dopo aver subito la vergogna di una nuova sconfitta per la famiglia demoniaca. Lui era un demone… il Grande Mago Piccolo!
                              La prima volta che Gohan si era lamentato perché non aveva voglia di allenarsi e di diventare un guerriero, Piccolo aveva ribattuto: “Odia il tuo destino, se provi rancore e risentimento… proprio come faccio io.” A ripensarci in seguito, Piccolo si rendeva conto che questa frase riassumeva in modo incredibilmente efficace un’esistenza breve eppure centenaria, alimentata dalla negatività, mossa fin dalle origini dal desiderio di distruzione fisica e morale. Ma perché poi? Se lo chiedeva razionalmente… perché aveva agito così? Perché ne era convinto fin dentro l'anima. Avrebbe continuato ad agire così, se quel giorno il suo destino non si fosse incrociato con quello del figlioletto di Goku? Per il semplice motivo che era nato come demone, figlio di un demone?

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