Oltre a Vegeta, c'era qualcun altro che era tornato alla sua vita normale... anzi, di Tenshinhan e Jiaozi si può dire che erano proprio tornati alla vita. Dopo mesi di allenamento nel regno dei morti, erano stati resuscitati, subito prima che i namecciani si trasferissero nella loro nuova patria. Mentre il popolo dalla pelle verde si apprestava a conoscere una nuova vita in un nuovo mondo, i due amici erano tornati sulle montagne di cui erano originari. Da qualche tempo, si guadagnavano da vivere commerciando legname e mangime per animali da allevamento, che ricavavano usando i loro poteri sovrumani, sfruttando al bisogno le materie prime offerte dai fitti boschi della regione dove vivevano.
Quel giorno, i due avevano deciso di concedersi un po' di riposo dal lavoro; e, per loro, riposarsi dal lavoro voleva dire dedicarsi agli allenamenti. Scambiandosi un cenno di intesa, Tenshinhan e Jiaozi spararono dai loro indici due Dodonpa calibrate per ridurre alcuni speroni rocciosi in una grande massa di sassi. «Bene, Jiaozi... Adesso facciamo un altro giro. Sono pronto... iniziamo quando vuoi!»
«Va bene, Ten!» Detto ciò, il nanetto puntò in avanti le proprie palme aperte: un numeroso mucchio di sassi cominciò a galleggiare in aria. Poi, Jiaozi spostò le braccia verso destra e poi all'indietro, come a voler prendere la mira in modo immaginario per poi lanciare qualche corpo contundente, e di colpo slanciò nuovamente le mani in avanti: le pietre vennero scagliate a tutta velocità contro Tenshinhan, simili ad una pioggia di asteroidi. Il treocchi, messosi in posa difensiva, polverizzò ognuna di quelle pietre con i propri pugni e calci, operazione che durò per qualche minuto.
«Benissimo! Ci sono riuscito! E adesso, lanciameli a velocità maggiore... ora devo riuscire a disintegrarli con la mia forza spirituale!» Jiaozi obbedì, e ripeté i suoi gesti impegnandosi affinché i sassi si dirigessero verso l'amico con una rapidità fulminea. Tenshinhan rispose ad ognuno di quei proiettili con colpi di energia sparati con rapidi movimenti delle braccia. Pochi minuti dopo, quelle pietre erano state ridotte in polvere e frammenti vari. «Direi che, per quanto riguarda i riflessi, mi difendo ancora bene... giusto, amico mio?»
«Certo! Che domande fai?» rispose il piccolo amico di Ten.
«Anche tu non vai male, devo ammettere... la tua telecinesi ha un che di incredibile! Non finisci mai di stupirmi» si complimentò il treocchi.
«Grazie... sai, quando ci ritiravamo in meditazione sul pianeta di Re Kaioh, i miei esercizi mentali avevano proprio la funzione di rafforzare i miei poteri speciali!»
«I risultati si vedono, direi. Per oggi va bene così, Jiaozi: proporrei di andare a mangiare, che ne pensi?»
«Penso che sia un'ottima idea!»
Si avviarono sul sentiero boschivo che, passando tra gli alti pini di montagna, fra i larici e le betulle, li avrebbe condotti alla casetta nella quale abitavano da diversi anni, a cui avevano dato una risistemata dopo essere tornati in vita. Ogni tanto, pensavano e riparlavano delle straordinarie esperienze che erano toccati loro in sorte nel corso degli ultimi: affrontare alieni dalla potenza inaudita, ricevere insegnamenti e lezioni di arti marziali dagli dei; morire, conoscere una realtà del tutto sovrannaturale e poi rinascere. Esperienze degne del loro amico Goku, che inevitabilmente ogni tanto affiorava nei loro ricordi come colui che aveva dato una svolta alle loro vite. Forse la svolta era impressa nelle pagine del Destino fin dal momento in cui il piccolo Saiyan aveva sconfitto Taobaibai, uno dei loro ex maestri. Ad ogni modo, la loro mentalità poco meditativa li portava a non soffermarsi più di tanto su tali riflessioni: Tenshinhan era un uomo molto pragmatico, mentre Jiaozi non era certo una cima della logica, essendo molto ingenuo. Insieme, conducevano uno stile di vita spartano e modesto, per lo più isolato dal mondo moderno.
«Cosa prepari oggi di buono?» chiese il calvo treocchi all'amichetto.
«Oggi abbiamo lavorato tanto, quindi pensavo di cucinare una doppia portata: riso caldo con polpa di granchio e ravioli di carne... che ne pensi?»
«Mi sembrano una buona accoppiata! Però porzione doppia... direi che ce la meritiamo!»
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Capitolo di transizione, non utilissimo ai fini della trama, ma serve per recuperare i personaggi che avevamo perso di vista seguendo Vegeta nello spazio. È un capitolo di dialoghi, più che altro. L'unica curiosità che voglio sottolineare è che le pietanze menzionate da Jiaozi alla fine del capitolo sono quelle da cui in giapponese derivano i nomi di Ten e Jiaozi... "una buona accoppiata".
Quel giorno, i due avevano deciso di concedersi un po' di riposo dal lavoro; e, per loro, riposarsi dal lavoro voleva dire dedicarsi agli allenamenti. Scambiandosi un cenno di intesa, Tenshinhan e Jiaozi spararono dai loro indici due Dodonpa calibrate per ridurre alcuni speroni rocciosi in una grande massa di sassi. «Bene, Jiaozi... Adesso facciamo un altro giro. Sono pronto... iniziamo quando vuoi!»
«Va bene, Ten!» Detto ciò, il nanetto puntò in avanti le proprie palme aperte: un numeroso mucchio di sassi cominciò a galleggiare in aria. Poi, Jiaozi spostò le braccia verso destra e poi all'indietro, come a voler prendere la mira in modo immaginario per poi lanciare qualche corpo contundente, e di colpo slanciò nuovamente le mani in avanti: le pietre vennero scagliate a tutta velocità contro Tenshinhan, simili ad una pioggia di asteroidi. Il treocchi, messosi in posa difensiva, polverizzò ognuna di quelle pietre con i propri pugni e calci, operazione che durò per qualche minuto.
«Benissimo! Ci sono riuscito! E adesso, lanciameli a velocità maggiore... ora devo riuscire a disintegrarli con la mia forza spirituale!» Jiaozi obbedì, e ripeté i suoi gesti impegnandosi affinché i sassi si dirigessero verso l'amico con una rapidità fulminea. Tenshinhan rispose ad ognuno di quei proiettili con colpi di energia sparati con rapidi movimenti delle braccia. Pochi minuti dopo, quelle pietre erano state ridotte in polvere e frammenti vari. «Direi che, per quanto riguarda i riflessi, mi difendo ancora bene... giusto, amico mio?»
«Certo! Che domande fai?» rispose il piccolo amico di Ten.
«Anche tu non vai male, devo ammettere... la tua telecinesi ha un che di incredibile! Non finisci mai di stupirmi» si complimentò il treocchi.
«Grazie... sai, quando ci ritiravamo in meditazione sul pianeta di Re Kaioh, i miei esercizi mentali avevano proprio la funzione di rafforzare i miei poteri speciali!»
«I risultati si vedono, direi. Per oggi va bene così, Jiaozi: proporrei di andare a mangiare, che ne pensi?»
«Penso che sia un'ottima idea!»
Si avviarono sul sentiero boschivo che, passando tra gli alti pini di montagna, fra i larici e le betulle, li avrebbe condotti alla casetta nella quale abitavano da diversi anni, a cui avevano dato una risistemata dopo essere tornati in vita. Ogni tanto, pensavano e riparlavano delle straordinarie esperienze che erano toccati loro in sorte nel corso degli ultimi: affrontare alieni dalla potenza inaudita, ricevere insegnamenti e lezioni di arti marziali dagli dei; morire, conoscere una realtà del tutto sovrannaturale e poi rinascere. Esperienze degne del loro amico Goku, che inevitabilmente ogni tanto affiorava nei loro ricordi come colui che aveva dato una svolta alle loro vite. Forse la svolta era impressa nelle pagine del Destino fin dal momento in cui il piccolo Saiyan aveva sconfitto Taobaibai, uno dei loro ex maestri. Ad ogni modo, la loro mentalità poco meditativa li portava a non soffermarsi più di tanto su tali riflessioni: Tenshinhan era un uomo molto pragmatico, mentre Jiaozi non era certo una cima della logica, essendo molto ingenuo. Insieme, conducevano uno stile di vita spartano e modesto, per lo più isolato dal mondo moderno.
«Cosa prepari oggi di buono?» chiese il calvo treocchi all'amichetto.
«Oggi abbiamo lavorato tanto, quindi pensavo di cucinare una doppia portata: riso caldo con polpa di granchio e ravioli di carne... che ne pensi?»
«Mi sembrano una buona accoppiata! Però porzione doppia... direi che ce la meritiamo!»
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Capitolo di transizione, non utilissimo ai fini della trama, ma serve per recuperare i personaggi che avevamo perso di vista seguendo Vegeta nello spazio. È un capitolo di dialoghi, più che altro. L'unica curiosità che voglio sottolineare è che le pietanze menzionate da Jiaozi alla fine del capitolo sono quelle da cui in giapponese derivano i nomi di Ten e Jiaozi... "una buona accoppiata".
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