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1) Uno degli elementi A, B, C è di sesso diverso dagli altri due.
Oppure, se ci poniamo la domanda da un lato più "morale", i fratelli non di sangue si definiscono fratelli anche se, il più delle volte, si tratta di fratellastri con in comune soltanto uno dei due genitori.
Comunque la soluzione è la seguente, come suggerisce bulma: "essere fratello di" gode soltanto della proprietà transitiva e non di quella riflessiva (A = A), perché A non può essere fratello di sé stesso; ne consegue che, nel caso A e C siano la stessa persona (nessuna legge vieta che con A e C si possa indicare la stessa persona) e che quindi A = C, questa proposizione sia falsa, giacché non può A essere fratello di sé stesso (C).
Insomma: è una cavolata
PS: quella del fratellastro è una soluzione sì possibile, ma non è la soluzione al mio quesito. Anche perché, oltre al genitore, si potrebbero fare milioni di esempi, ma si rimarrebbe nel materiale e troppo legati alla lingua, più che al concetto.
Last edited by Garrincha; 13 February 2007, 19:48.
Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.
E io aggiungerei, quotando il buon Gino Morfino: se non ti interessa questo topic torna a parlare di Dragon Ball e Budokai Staminchiahi. Era qualcosa di simile, no?
Insomma, quella che intercorre tra A e B è una relazione d'ordine? (è anche anti-simmetrica, no?)
Sì, analoga a "più alto di" e simili, che presuppongono almeno 2 persone DIVERSE per funzionare.
Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.
La proprietà intransitiva si applica quando c'è: "è padre di"
Infatti se A è padre di B, e B è padre di C, C non è padre di A.
Se mettevi come condizione di esistenza A≠B≠C, allora "é fratello di" sarebbe stata vera.
Comunque la soluzione è la seguente, come suggerisce bulma: "essere fratello di" gode soltanto della proprietà transitiva e non di quella riflessiva (A = A), perché A non può essere fratello di sé stesso; ne consegue che, nel caso A e C siano la stessa persona (nessuna legge vieta che con A e C si possa indicare la stessa persona) e che quindi A = C, questa proposizione sia falsa, giacché non può A essere fratello di sé stesso (C).
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La "logica delle relazioni", in base a cui la proprietà transitiva si può applicare solo a determinate categorie...per esempio maggiore di...ecc ecc.
Il giochetto è far finta che A=B, B=C, A diverso da C...quindi applicare la proprietà intransitiva (come suggerito dal quesito)...e sostituire le relazioni di uguaglianza e disuguaglianza a quella di parentela fraterna.
Claro?
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