Ultimamente ho perso la capacità di fare le addizioni e la fiducia nelle mie capacità; contemporaneamente, il mio cervello ha cominciato a notare alcune cose profondamente strane, cattive, che sembrano accerchiarci: esse vengono accettate incondizionatamente e come la normalità, quasi ignorate; ma il male da loro rappresentato viene continuamente esecrato.
Non capisco.
ESEMPIO stupido: Stamattina ho detto a qualcuno "Non me ne frega un cazzo (cavolo, ndr)"; perché la parola "cazzo" - passatemi il termine, ormai è più dissacrante dire "Garrincha" che citare il membro virile - viene usata come intercalare? Da dove deriva il fregarsene del fallo?
La mia ipotesi era che, vivendo in una società fallocentrica, tutto sia stato influenzato dalla suprema verga e che ci fosse un "mica" sottinteso, venuto a mancare nel continuo tramandarsi. Il cazzo, essendo il centro di ogni cosa, viene considerato come la cosa più importante; allo stesso tempo ammettiamo, al solo pronunciare la formula, la superiorità del sesso maschile (date le qualità del pene di emblema della sessualità, la quale acquista sempre più rilevanza a sua volta) e quindi vi è un celato maschilismo in tutto ciò.
Come possono le persone parlare di parità di sessi senza fare i conti con formule del genere, radicate nella cultura popolare? Non vi fossilizzate sulla frase, che potrebbe essere il frutto di qualche atavica incomprensione o spiegabile in altro modo, ma pensate a quante persone dicano "che cazzo fai?"
et similia.
Potrei continuare all'infinito: mi sento come un criceto che scorazza agilmente in un labirinto.
Non capisco.
ESEMPIO stupido: Stamattina ho detto a qualcuno "Non me ne frega un cazzo (cavolo, ndr)"; perché la parola "cazzo" - passatemi il termine, ormai è più dissacrante dire "Garrincha" che citare il membro virile - viene usata come intercalare? Da dove deriva il fregarsene del fallo?
La mia ipotesi era che, vivendo in una società fallocentrica, tutto sia stato influenzato dalla suprema verga e che ci fosse un "mica" sottinteso, venuto a mancare nel continuo tramandarsi. Il cazzo, essendo il centro di ogni cosa, viene considerato come la cosa più importante; allo stesso tempo ammettiamo, al solo pronunciare la formula, la superiorità del sesso maschile (date le qualità del pene di emblema della sessualità, la quale acquista sempre più rilevanza a sua volta) e quindi vi è un celato maschilismo in tutto ciò.
Come possono le persone parlare di parità di sessi senza fare i conti con formule del genere, radicate nella cultura popolare? Non vi fossilizzate sulla frase, che potrebbe essere il frutto di qualche atavica incomprensione o spiegabile in altro modo, ma pensate a quante persone dicano "che cazzo fai?"
et similia.
Potrei continuare all'infinito: mi sento come un criceto che scorazza agilmente in un labirinto.
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