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L'amarezza della vita

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  • #16
    Vuole raccontarci la sua esperienza invece di dispensare la Sua interiorità con tanta noncuranza e leggerezza?

    Sa qual è il suo problema? Che lei è rimasto incollato ad una fase tipicamente adolescenziale, nella quale la propria individualità scalpita per venire alla luce e per dissipare le tenebre del timore della sparizione, continua a pensare che l'unico modo per valorizzarsi sia l'affermazione non soggettiva.

    Ma l'anima sbaglia, come un giovane impaziente ed imprudente, poco coscienzioso ma volenteroso: si figura grattacieli senza pensare alle basi, immagina ponti meravigliosi senza sponde opposte da collegare, concepisce una bellezza universale senza provvedere alla creazione di punti di vista che possano rubarle la sua essenza ed adorarla. E' proiettata verso l'alto, ma non ha scala: vede la vanità universale e piange; i piedi le dolgono per il freddo. Lambisce la vacuità dell'atmosfera e tenta di manifestarle l'affetto che serba, ma le sue mani, protese in un abbraccio candidamente cosmologico, si toccano senza portare a compimento la causa finale del movimento iniziale. Si guarda allo specchio, si strugge, si sfoga in un forum: ma conosce davvero se stessa? Davvero sente il bisogno di un muro che la faccia rimbalzare?

    Perché, invece di improbabili ricerche di una parete (la popolarità, la considerazione altrui), non si concentra sulla sua forma sferica e sui movimenti svincolati che sola potrebbe compiere?
    Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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    • #17
      Concordo perfettamente sulla fase adolescenziale così come sulla bellezza universale. Inoltre, dalle mie parole, l'anima idealista che mi contraddistingue, si evince abbastanza facilmente. Può darsi che il mio problema sia meno grave di quello che mi raffiguro. Tuttavia vedo, rattristandomene, che sono pochissime le persone che riescono, anche solo ad intuire, lo stato d'animo, ormai cicatrizzato, che mi accompagna. La mia grande ambizione è quella di svolgere un ruolo importante, significativo, nella storia dell'umanità, di lasciare il segno, di essere ricordato, di non scomparire nell'anonimato. Che non si fantastichi su particolari traumi. Possiedo solo un ipotalamo abbastanza differente da quello di molti miei coetanei, tendente all'introspezione, utilissima se mitigata, che, tuttavia, diventa insopportabilmente dannosa se viene protratta ad oltranza e senza nessun criterio. L'unico vero, o almeno che riconosco come tale, sentimento che mi pervade, è quello di un'intensa gioia quando incontro qualcuno con il quale riesco a gettare la maschera nonchè a svelare la mia vera identità.
      Last edited by Grifis; 09 February 2008, 23:19.
      sigpic

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      • #18
        A questo punto, prima di una ulteriore replica da parte mia, urge una domanda: quanti anni ha?
        Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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        • #19
          Vedi nick (non sono del '25).

          P.S.: Dammi pure del tu.
          sigpic

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          • #20
            Originariamente Scritto da GRIFIS82 Visualizza Messaggio
            Concordo perfettamente sulla fase adolescenziale così come sulla bellezza universale. Inoltre, dalle mie parole l'anima idealista che mi contraddistingue, si evince abbastanza facilmente. Può darsi che il mio problema sia meno grave di quello che mi raffiguro. Tuttavia vedo, rattristandomene, che sono pochissime le persone che riescono, anche solo ad intuire, lo stato d'animo, ormai cicatrizzato, che mi accompagna. La mia grande ambizione è quella di svolgere un ruolo importante, significativo nella storia dell'umanità, di lasciare il segno, di essere ricordato, di non scomparire nell'anonimato. Che non si fantastichi su particolari traumi. Possiedo solo un ipotalamo abbastanza differente da quello di molti miei coetanei, tendente all'introspezione, utilissima se mitigata, che, tuttavia, diventa insopportabilmente dannosa se viene protratta ad oltranza e senza nessun criterio. L'unico vero, o almeno che riconosco come tale, sentimento che mi pervade è quello di un'intensa gioia quando incontro qualcuno con il quale riesco a gettare la maschera nonchè a svelare la mia vera identità.
            Sotto quali punti di vista vorresti svolgere questo ruolo??
            Cosa hai fatto fino ad ora per tentare di raggiungere il tuo obbiettivo??

            Se lo desideri veramente puoi lasciare il segno, ma ci sono solo due modi per far si che accada:
            -un enorme, come si suol dire, "culo"
            -oppure spaccarti letteralmente il deretano, far si che le cose vadano come vuoi tu. Ma questo comporta il fatto di non avere una vita.

            Rifletti un attimo, se passi la vita a cercare di raggiungere un derminato obbiettivo, concentrandoti solo su di esso, perché è la cosa più importante, perdi di vista tutto il resto.
            Alla fine potresti riuscire a cambiare qualcosa nell'umanità, ad essere ricordato.
            E quindi??
            Cosa hai fatto della tua vita? Quante occasioni hai perso?? Quante persone non hai conosciuto? Quante emozioni non hai provato??

            Prefissarsi degli obbiettivi ve bene, ma fissarsi solo su quelli, farne una ragione di vita è sbalgiato.
            Quando si chiude una porta se ne aprono altre 100 e alla fine non è detto che non si arrivi comunque a realizzare il proprio sogno.
            "Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica"

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            • #21
              Originariamente Scritto da GRIFIS82 Visualizza Messaggio
              Vedi nick (non sono del '25).

              P.S.: Dammi pure del tu.
              Do del Lei a tutti perché mi diverto, non per una bizzarra forma di rispetto nei confronti degli anziani

              Non sei del '25? Per quale motivo il tuo sfogo assume una forma di lamentoso pianto di un vegliardo che si è vista frustrata ogni propria ambizione? Sfortunatamente, l'età delle pantofole lanciate alla televisione e delle imprecazioni rivolte a terzi non ha ancora bussato al tuo uscio.

              Sicuramente, il tutto è volutamente esasperato e questa particolare forma di autocritica fa da artificio dialettico, ma contemporaneamente genera una riflessione naturale: in te il desiderio di primeggiare, la voglia di distinzione, il desiderio di edificare il proverbiale "monumento di sé", hanno un carattere quasi patologico; quando il fine diventa la distinzione e non il piacere di intraprendere un determinato percorso, allora si rischia di cadere nell'abisso, di perdere tutte le caratteristiche distintive e di trasformarsi in un fantasma che agisce e vive maniacalmente in funzione del labile astratto. Labile, perché, per quanto il ricordo sia durevole, prima o poi si esaurisce.
              Io stesso combatto con un simile desiderio dall'età della ragione (con intervalli di delirio solipsistico) e presumibilmente mi trovo nel versante diametralmente opposto alla sua realizzazione: tuttavia, sto allontanando gradualmente dalla visione febbrile e miope del "devo essere qualcuno", per abbracciare una sorta di eclettismo, nel quale serietà e umorismo si mischiano e in cui prevale la ricerca di un benessere tutto sommato tangibile e materiale.

              Una sorta di frase fatta sostiene chiaramente che chi mette passione nel proprio campo di interesse inevitabilmente raggiungerà una posizione di riguardo: ebbene, perché non darle ragione? Se vuoi un parere, il solo fatto che tu ti sia posto una questione fondamentalmente complessa e ti sia risposto costituisce un passo importante (che taglia fuori buonissima parte delle persone): basta non fossilizzarsi, accogliere la passione e infonderla in tutto. Pensa prima a te stesso, segui l'ambizione ma non farti parare gli occhi da essa: l'ambizione è fredda, necessita di colori e di calore umano.

              EDIT: corrette alcune sviste dovute alla velocità.
              Last edited by Garrincha; 07 October 2007, 22:47.
              Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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              • #22
                L'eclettismo da te citato rappresenta la naturale evoluzione della psiche di tutti miei amici, i quali, tra l'altro, ne sono inconsapevoli (non sanno nemmeno cosa significhi), nonchè uno dei miei più grandi timori, uno spauracchio dal quale fuggire il più lontano possibile. Di conseguenza identifico in esso il punto focale del nostro, peraltro molto piacevole, dibattito. Condivido gran parte di quello che dici, ma la certezza di convivere con la consapevolezza di non condurre la propria esistenza secondo la propria vera identità è una sensazione, che per mia fortuna si manifesta solo a volte, opprimente. Ti faccio un esempio. Secondo i parametri che vengono adottati dalle persone normali, non avrei alcun motivo per cui lamentarmi: mi sto per laureare, ho buone prospettive lavorative, una famiglia e degli amici a me affezionati, una condizione economica favorevole. Tuttavia sarei pronto a lasciare ogni cosa all'istante se si palesasse la mia "missione", il mio scopo, la mia utilità su questa terra.
                Last edited by Grifis; 09 February 2008, 23:22.
                sigpic

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                • #23
                  la mia vita è complicata ma allo stesso tempo facile da capire,è fatta di amarezze ma anche di dolcezze.non esiste un contrario.l'uomo se lo è inventato.
                  sigpic

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                  • #24
                    Originariamente Scritto da GRIFIS82 Visualizza Messaggio
                    L'eclettismo da te citato rappresenta la naturale evoluzione della psiche di tutti miei amici, i quali, tra l'altro ne sono inconsapevoli (non sanno nemmeno cosa significhi), nonchè uno dei miei più grandi timori, uno spauracchio dal quale fuggire il più lontano possibile. Di conseguenza identifico in esso il punto focale del nostro, peraltro molto piacevole, dibattito. Condivido gran parte di quello che dici ma la certezza di convivere con la consapevolezza di non condurre la propria esistenza secondo la propria vera identità è una sensazione, che per mia fortuna si manifesta solo a volte, opprimente. Ti faccio un esempio. Secondo i parametri che vengono adottati dalle persone normali, non avrei alcun motivo per cui lamentarmi: mi sto per laureare, ho buone prospettive lavorative, una famiglia e degli amici a me affezionati, una condizione economica favorevole. Tuttavia sarei pronto a lasciare ogni cosa all'istante se si palesasse la mia "missione", il mio scopo, la mia utilità su questa terra.
                    La naturale evoluzione della psiche non è analoga al modello da me citato, anzi. La persona "normale", trovatasi nuda e indifesa di fronte alla rigidità mondana, si priva di qualsiasi caratterizazione per diventare parte della massa amorfa, per diventare schiava di tutto e di tutti, senza neanche avvedersene. Il tuo problema è che respiri serietà a pieni polmoni, assorbi quella circostante e costruisci una sorta di difesa dal mondo comune, di castello intorno a te; peccato che non è questo il modo corretto di vedere le cose, o quantomeno non è il più piacevole.
                    L'unica spersonalizzazione avrebbe origine non dal metodo da me proposto, ma dalla tua ossessiva ricerca di uno scopo al di fuori di te, di una prospettiva che ti alletti: una perdita che non sarebbe sostituibile e che non ti garantirebbe l'elevazione dal gruppo.
                    Io mi sento in gran parte libero, quasi me stesso: non soggetto né all'oppressione convenzionale, né alle morbose bramosie. Tu appartieni alla seconda categoria, quella dei fanatici dell'ambizione. Un lato di te, quello comunemente castrato, è autonomo; l'altro lato di te, generalmente più trascurato, urla disperato.

                    In parole povere, non sei davvero te stesso: porti una maschera, seppur in modo inusuale.
                    Last edited by Garrincha; 07 October 2007, 22:47.
                    Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                    • #25
                      Il mio problema è costituito dalla percezione, particolarmente spiccata, dell'esistenza di un qualcosa che va al di là della vita quotidiana, comunque piacevole, o quantomeno ritenuta tale dai più. In un certo senso il personaggio di Grifis mi somigia moltissimo (ma non so se hai letto il manga). Egli aspira al castello simboleggiante la volontà di potenza (nel manga i riferimenti a Nietzsche sono numerosi). La mia aspirazione è piuttosto simile. Come detto vorrei elevarmi ad un grado superiore; ciò che possiedo attualmente non mi basta, ma, mio malgrado, sono consapevole che le cose non cambieranno e che continuerò a rimanere uno dei tanti. Tuttavia confido ancora nel destino, nella sua capacità di risvegliare in me l'archetipo che giace sopito....
                      Last edited by Grifis; 20 March 2008, 20:53.
                      sigpic

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                      • #26
                        Originariamente Scritto da GRIFIS82 Visualizza Messaggio
                        Il mio problema è costituito dalla percezione, particolarmente spiccata, dell'esistenza di un qualcosa che va al di la della vita quotidiana, cmq piacevole, o quantomeno ritenuta tale dai più. In un certo senso il personaggio di Grifis mi somigia moltissimo (ma non so se hai letto il manga). Egli aspira al castello simboleggiante la volontà di potenza (nel manga i riferimenti a Nietzsche sono numerosi). La mia aspirazione è piuttosto simile. Come detto vorrei elevarmi ad un grado superiore; ciò che possiedo attualmente non mi basta, ma, mio malgrado, possiedo la consapevolezza che le cose non cambieranno e che continuerò a rimanere uno dei tanti. Tuttavia confido ancora nel destino, nella sua capacità di risvegliare in me l'archetipo che giace sopito....
                        Se continui a pensare in questo modo di certo non riuscirai a farti ricordare. Se vuoi davvero una cosa, ne devi essere profondamente convinto, altrimenti non se ne fa nulla. Dipende anche il quale campo tu ti vorresti sollevare, devi avere le idee ben chiare.

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                        • #27
                          Originariamente Scritto da GRIFIS82 Visualizza Messaggio
                          Il mio problema è costituito dalla percezione, particolarmente spiccata, dell'esistenza di un qualcosa che va al di la della vita quotidiana, cmq piacevole, o quantomeno ritenuta tale dai più. In un certo senso il personaggio di Grifis mi somigia moltissimo (ma non so se hai letto il manga). Egli aspira al castello simboleggiante la volontà di potenza (nel manga i riferimenti a Nietzsche sono numerosi). La mia aspirazione è piuttosto simile. Come detto vorrei elevarmi ad un grado superiore; ciò che possiedo attualmente non mi basta, ma, mio malgrado, possiedo la consapevolezza che le cose non cambieranno e che continuerò a rimanere uno dei tanti. Tuttavia confido ancora nel destino, nella sua capacità di risvegliare in me l'archetipo che giace sopito....
                          Che fine ha fatto il buon Grifis? Nella foga del proprio desiderio, prima ha perso il corpo ed ogni speranza, poi la sua essenza. Aneli ad una esistenza simile? Estraneo a tutti, anche a te stesso?
                          Per quanto tu possa essere ambizioso, poi, non riuscirai mai ad arrivare alla comprensione del motore di tutto: al massimo sarai primo tra gli uomini, ma neanche comparabile agli dèi.
                          Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                          • #28
                            Ormai è troppo tardi. La mia volontà non è più incrollabile e le motivazioni sono in continuo calo. Ormai la prospettiva di condurre una vita che rientri nei canoni prestabiliti si fa sempre più vicina. Ma vi rendete conto? Mi sposerò con una persona che non conoscerà nemmeno la metà della mia vera essenza (cosa che, tra l'altro, avviene sempre più spesso al giorno d'oggi)! Grifis, semplicemente, non voleva terminare in quel modo, e in quel momento, la propria esistenza. Al suo posto io non sarei stato capace di compiere il gesto efferato di cui si è reso protagonista indiretto (ho detto che gli assomiglio, non di essergli identico). Tuttavia, come lui, avverto che esiste qualcosa di più grande oltre questa insulsa barriera che ci circonda, e che molti nemmeno vedono. E per superarla sarei pronto a compiere qualsiasi sacrificio, che comportasse, però, unicamente la mia sofferenza, anche se essa dovesse essere atroce.
                            Last edited by Grifis; 09 February 2008, 23:29.
                            sigpic

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                            • #29
                              Non pensare all'immortalità, pensa piuttosto a condurre una vita gradevole e soddisfacente, bada a non mischiarti alla folla però. Sii diverso nel tuo interiore, non c'è bisogno di mostrare alla gente quanto tu sia grande, ne devi essere convinto dentro...

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                              • #30
                                Senti, te lo dico chiaro e senza sensi da estrapolare o congetture varie: se non vuoi tirare avanti suicidati.

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