Dunque, creo questa discussione alla luce della discussione tra me e Spc riguardo la connotazione antisemita del movimento fascista, ovviamente se è permesso da parte dei mod.
Chiedo anche scusa se userò più post consecutivi, ma dato che Spc ha scritto un mattone mica da ridere occorre che mi dilunghi un pò pure io.
Detto questo, bando alle ciance e passiamo alle tesi di Spc.
Prima però di parlare delle questioni riguardo questo tema, voglio spendere due parole sulla questione di fondo riguardo la ricerca storica. Spc, mi fa piacere che tu conosca De Felice e sappia cosa vuol dire "ricerca storica", ma non commettere lo stesso errore della quale mi accusi, ossia fare un lavoro di ricerca su soli documenti e saggi storici che possono tornare comodo alla propria posizione personale. In nessun campo delle scienze umane, men che meno nella storia contemporanea, si può parlare di un autore come "verità assoluta", men che meno riguardo temi ancora oggetto di dibattito (ossia di questioni che lasciano ancora spazio a differenti interpretazioni storiche). In sintesi, De Felice è un autore che apprezzo per l'onestà intellettuale che ha avuto, ma ciò non significa che lo considero verità assoluta, ci sono tanti storici che contestano punti del suo lavoro, così come altri storici di formazione feliciana contestano le contestazioni ( ). Insomma, le fonti e i documenti non vanno citati a senso unico.
Scrive Canfora.
"Bisogna comunque ricordare che il dibattito serio intorno a De Felice c'è stato. E non va confuso con quello suscitato da alcuni commentatori, che non lo imbastirono in maniera corretta e scienfica, ma basandosi su informazioni di seconda mano".
Quindi lasciamo da parte tutta la connotazione politica intorno a De Felice, ossia gli sciacalli che da una parte e dall'altra vi hanno attribuito a piene mani per spacciare la loro ideologia per verità storica e concentriamoci sulla sola dimensione storica della connotazione antisemita del fascismo, che penso sia quello che possa interessare di più agli altri utenti che leggeranno.
(continua)
Chiedo anche scusa se userò più post consecutivi, ma dato che Spc ha scritto un mattone mica da ridere occorre che mi dilunghi un pò pure io.
Detto questo, bando alle ciance e passiamo alle tesi di Spc.
Prima però di parlare delle questioni riguardo questo tema, voglio spendere due parole sulla questione di fondo riguardo la ricerca storica. Spc, mi fa piacere che tu conosca De Felice e sappia cosa vuol dire "ricerca storica", ma non commettere lo stesso errore della quale mi accusi, ossia fare un lavoro di ricerca su soli documenti e saggi storici che possono tornare comodo alla propria posizione personale. In nessun campo delle scienze umane, men che meno nella storia contemporanea, si può parlare di un autore come "verità assoluta", men che meno riguardo temi ancora oggetto di dibattito (ossia di questioni che lasciano ancora spazio a differenti interpretazioni storiche). In sintesi, De Felice è un autore che apprezzo per l'onestà intellettuale che ha avuto, ma ciò non significa che lo considero verità assoluta, ci sono tanti storici che contestano punti del suo lavoro, così come altri storici di formazione feliciana contestano le contestazioni ( ). Insomma, le fonti e i documenti non vanno citati a senso unico.
Scrive Canfora.
"Bisogna comunque ricordare che il dibattito serio intorno a De Felice c'è stato. E non va confuso con quello suscitato da alcuni commentatori, che non lo imbastirono in maniera corretta e scienfica, ma basandosi su informazioni di seconda mano".
Quindi lasciamo da parte tutta la connotazione politica intorno a De Felice, ossia gli sciacalli che da una parte e dall'altra vi hanno attribuito a piene mani per spacciare la loro ideologia per verità storica e concentriamoci sulla sola dimensione storica della connotazione antisemita del fascismo, che penso sia quello che possa interessare di più agli altri utenti che leggeranno.
(continua)
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