La morsa venefica del vecchio canuto

[super sayan 27]

auguri!!!

[Lela™]

Il prossimo che mi farà gli auguri patirà le pene dell'inferno (a meno che non sia una bella ragazza).

Auguri.

[Garrincha]

Auguri.

Il tuo ragionamento, peraltro condivisibilissimo, non prende in considerazione, tuttavia, la possibilità, seppur remota e necessitante, per essere tradotta, di una spiccatissima individualità, prescindente e noncurante dell'eclettismo al quale, fino pochi mesi fa, protendevi, o quantomeno, palesavi la necessità di accedere, di un'emancipazione, per lo meno parziale, da una simile, a mio giudizio davvero nefasta, realtà.

Io sono notoriamente un bugiardo, non ricordo situazione in cui abbia espresso una opinione che corrispondesse a quella che è la mia idea (non credo di avere idee, a dirla tutta). Per il resto, il singolo in un contesto sociale è davvero insignificante. Parimenti, in una analisi che sia lucida, citare piccole mosche bianchi priva di pregnanza la negatività della "maggioranza" e fornisce quasi una parvenza di ottimismo o una pretesa di singolarità.

[Lela™]

un'altro che mi vuole bene .

[Grifis]

In effetti non ritenevo concepibile che potesse esservi qualcuno capace di prescindere e, perchè no, deridere canoni, paradigmi venerati alla stregua di ineccepibili verità dogmatiche. Tra l'altro il quadro beffardamente dipinto rispecchia, seppur non logorato da un'anagrafe maggiormente vetusta, la situazione in cui mi trovo, mio malgrado, inesorabilmente coinvolto e della quale nessuno sembra avvertire l'infinito nulla che la caratterizza.

[The Mystic]

Natale. La sua influenza si percepisce a distanza di settimane, il suo respiro mefitico non risparmia nessuno. Uomini perfettamente incongruenti, tutti affaccendati, si precipitano nei negozi alla ricerca di una qualche giustificazione: un percorso catartico? Di sicuro è la gioia per i ventri di pasciuti industriali, che ridono sguaiati in cene degne di sovrani orientali.
Una leggera brezza invernale frantuma le labbra e gela il cervello, mentre schegge di malvagia bontà si insinuano nell'uomo timorato. Tutto diventa un'orgia di morale e stolidità, anche il più savio resta impelagato in queste vischiose sabbie mobili. Un imperioso "DEVI" riecheggia e stordisce anche l'uomo più retto.
In vero, lo spirito natalizio è contagioso, si trasmette per imposizione: se vuoi essere perfettamente inserito nel mondo sociale, non puoi sottrarti a questi doveri! Quante persone rabbiose e tristi vengono costrette ad un finto sorriso per non deludere chi stia loro intorno? Quanti di noi vorrebbero allontanarsi per un po' da questi ambienti frenetici ed insensati, ma sono obbligati a presentarsi felici e spensierati al giudizio di una severa parentela?
In molti decidono di prendere il largo e di dirigersi verso sponde più "vacanziere", idonee alle festività, adatte ad ingerire la sazietà per rinnovare il bisogno di lavoro. Ma è un esodo ilusorio, una fuga ingannevole: dai problemi non si scappa. Diverse isolette oceaniche, elisi per lassi occidentali, si gonfiano fino ad esplodere, mutandosi in succursali di questa Europa dissoluta. Insomma, per allontanarsi dalla mestizia invernale, si finisce schiacciati in qualche prigione del pacifico, con la precisa convinzione che quella sosta possa rinvigorire un punto imprecisato della nostra testa o le membra stanche per la troppa laboriosità. Non è anche questa una sciocca tradizione, un assoggettamento del clima natalizio?
Veniamo alla parte più schifosamente ipocrita del discorso: gli auguri. Sotto l'incombente pressione atmosferica e le richieste di intransigenti creditori, svolazzano piacevolmente auguri per un buon natale ed un felice anno nuovo. Anno nuovo? 365 (366, negli anni bisestili) giorni di sofferenza!
Nel momento in cui si vorrebbe piangere per la propria miseria e per le proprie sventure, Babbo Natale, munito di sagaci pinzette, tende le nostre facce provate e le nostre pigre corde vocali: "Auguri, buone feste, buon natale!". Avremmo voglia di fare un falò delle nostre carni, ma dobbiamo improvvisarci attori. Le nostre maschere rabbuiate dispensano una felicità di plastica, mentre nuvole portatrici di esaurimento folleggiano sulle nostre ignare teste.
Qualcuno ha anche il coraggio di reprimere i miei istinti delittuosi.

Auguri.

Sono bello ma non sono una ragazza. [Bardock bastardo.]

[Black Ghost]

Il prossimo che mi farà gli auguri patirà le pene dell'inferno (a meno che non sia una bella ragazza).

Allora auguri di nuovo.

[Lelouch89]

La solita sfilza di luoghi comuni negativi esposti in maniera "forbita" per fare impressione.
Pessimismo e negatività a gogò, ma se non altro denotano una tua coerenza visto che sei sempre così. Non sei un bastian contrario.
Volevo anche farti notare come a mio parere sia più corretto dire "che ridono sguaiatamente" e non "che ridono sguaiati.

Auguri

P.s. per le labbra spaccate c'è il burro di cacao

[Garrincha]

La solita sfilza di luoghi comuni negativi esposti in maniera "forbita" per fare impressione.
Pessimismo e negatività a gogò, ma se non altro denotano una tua coerenza visto che sei sempre così. Non sei un bastian contrario.
Volevo anche farti notare come a mio parere sia più corretto dire "che ridono sguaiatamente" e non "che ridono sguaiati.

Auguri

P.s. per le labbra spaccate c'è il burro di cacao

Il solito ruolo dell'antagonista, la belva destituita d'una dignità che non dimentica le proprie cicatrici e si scaglia con rabbia ferina contro il proprio aguzzino. Invidioso del successo e delle abilità altrui, non manca di far notare le pecche della propria ossessione (che sarei io), descrivendone i caratteri peculiari in modo sbrigativo e caricaturale. La solita critica proveniente dagli indirizzi più laidi e meschini, che si accanisce tentando di destrutturare con ogni mezzo il proprio bersaglio. Una critica però superficiale, perché relega alla definizione di "luogo comune" quanto espresso dall'obiettivo, senza però preoccuparsi di far notare quale siano le banalità del discorso e quanto effettivamente all'autore interessasse esprimere una novità piuttosto che ribadire alcuni concetti DIMENTICATI.
A rigor di logica, questa rabbia sovrumana troverà riparo dietro accuse come "sfigato, asociale, ritardato, tutto fumo e niente arrosto", incarnando perfettamente quella che è la figura del detrattore cretino.
Un giudizio talmente forte e aprioristico da ignorare i propri errori: di fronte ad un mondo che si piega al natale, cosa v'è di più "contrario" all'opinione comune se non la negatività? Laddove nella maggioranza delle situazioni regni sovrano l'ottimismo o il presbitismo, pare scontato che essere "alternativi" coincida con "essere pessimisti".
Vorrei farti notare che non accetto alcuna correzione mossami da chi ha evidenti lacune nella lingua che dovrebbe conoscere perfettamente. "Ridono sguaiati" è estremamente corretto: la sguaiataggine si riferisce all'essere umano tutto e non alla semplice performance. Visto che sono un signore, ad ogni modo, non faccio notare mai gli errori commessi da altri.

[Evil Ub]

Oh ma nemmeno a Natale smetti di farti seghe mentali?

Le feste comandate sono fatte apposta per spezzare la quotidianità e ricaricarsi attraverso un sorriso, se poi tu non riesci a sorridere mi dispiace.

[The Supreme Vegeth]

buon Natale,cerca di essere ottimista

[Rou Dai Kaiohshin]

La solita sfilza di luoghi comuni negativi esposti in maniera "forbita" per fare impressione.
Pessimismo e negatività a gogò, ma se non altro denotano una tua coerenza visto che sei sempre così. Non sei un bastian contrario.

A me pare invece che il primo messaggio metta in luce l'assurdità dei numerosissimi luoghi comuni di cui è composto il natale; si tratta di constatazioni, dati di fatto, è inutile parlare di pessimismo et similia, perchè il natale è proprio questo.
L'umanità si palesa per ciò che è, ovvero un consorzio di individui falsi, che rifiutano di ammettere la propria ipocrisia, interiorizzandola ed ignorandola al contempo.
<<Oh, che schifo di vita!>> sento dire spesso, <<Lavoro di qui, imprevisti di là, spese, lavoro, spese, lavoro>>..e si lamentano, si lamentano!
Ma poi hanno l'ardire di festeggiare l'anno nuovo, con tanto di brindisi e dolci (quanto immondamente banali) frasi d'augurio.
Costoro, che sono soliti definire il natale come un dolce scambio di regali, sono poi gli stessi che bofonchiano e sbuffano fissando la lista delle bottiglie di vino da regalare alla sorella del fratello del dottore!
Ma è inutile che mi metta a ribadire le ineccepibili considerazioni iniziali, piuttosto mi limito a scuotere il capo nel vedere chi dimora con me, scambiarsi frenetici (quanto immondamente banali) sms di auguri, sbuffando e fumando.

[ghonnen]

Il natale non è un momento di gioia, perché i momenti di gioia non possono essere indotti dall'ambiente. La gioia deriva dall'interno, quando si è costretti ad essere felici si perde ogni senso.

mi è caduto in basso con quesa frase.

e gli stimoli che provocano la locomozione intrna e che danno origine ai nostri pensieri, da dove crede che arrivino? dal caso?

la percezione dell ambiente è fondamentale per lo stato mentale di una persona.

ce ben poco da dire... la gioia si viene dall' interno, ma è stimolata dall' esterno.
prova? lei è triste e porta rancore...da cosa deriva? dalla visione ipocrita del natale.
il contesto in cui si trova a rapportarsi una persona è essenziale per creare la personalita e lo stato emotivo di questa.

[Garrincha]

mi è caduto in basso con quesa frase.

e gli stimoli che provocano la locomozione intrna e che danno origine ai nostri pensieri, da dove crede che arrivino? dal caso?

la percezione dell ambiente è fondamentale per lo stato mentale di una persona.

ce ben poco da dire... la gioia si viene dall' interno, ma è stimolata dall' esterno.
prova? lei è triste e porta rancore...da cosa deriva? dalla visione ipocrita del natale.
il contesto in cui si trova a rapportarsi una persona è essenziale per creare la personalita e lo stato emotivo di questa.

Certamente, ma è gioia illusoria e labile. Le più grandi discipline orientali approdano all'atarassia per giungere ad uno stato di "felicità", non all'ambiente sociale.

[Grifis]

Ma anche no. Non credo affatto che il contesto nel quale un determinato soggetto dipana ogni sua relazione sociale possa considerarsi significativo, nè tantomeno essenziale, al fine di plasmarne la personalita e lo stato emotivo.