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Abolitio

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  • Abolitio

    Svuotato di ogni apparente senso, ogni passo è uno sforzo improbo. L'altro, privato dell'ieraticità mitologica tramandataci dai grandi classici, è un'ombra fatua, insensata, sicuramente fastidiosa. Ogni solido, ogni oggetto esiste: ogni esistenza è una nota stonata, senza alcun significato particolare che non sia dovuto al solo ed unico esserci. Non si capisce perché, come e se quello possa muoversi e interagire; la logica, miserrima Cassandra violentata da un vociferare bovino e inelegante, si percepisce troppo nitidamente, diventando quasi aliena nella sua consequenziale invicibilità (superando, per bellezza e per potenza, il modello della realtà a cui si applica); i fonemi sono in disordine e le parole, composte da lettere immotivate, non hanno ragione di esistere, non hanno inizio né fine. Cominciare una azione è come fare un tuffo nella fatiscente vuotezza e sbattere violentemente la testa.

    Partendo dal presupposto che nulla serve a nulla, consci dell'inanità universale, come si fa ad avere...rapporti umani? Cosa significa, che vuol dire? Perché mi sembra una impresa erculea, una conquista tanto difficile quanto instabile? Perché, nonostante il mio inconscio lavori molto di fantasia per legittimare le relazioni intersoggettive, queste mi provocano un nauseante senso di rifiuto? Come fate?
    Last edited by Garrincha; 10 March 2008, 20:38.
    Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

  • #2
    Domanda a cui non so rispondere...strano..o_O
    Id Red Alert 3 Online: Nefarious

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    • #3
      Quando escogito e trovo un paradosso, finisco per riuscire ad applicarlo ad ogni situazione della realtà. Probabilmente i paradossi ci suggeriscono una verità talmente incontrovertibile da abbacinare i sensi. Eppure miliardi di esserini continuano ad elucubrare, come mosconi ciechi che prendono a testate una parete a loro invisibile, nel tentativo disperato di aggirare quell'ostacolo senza fine.
      Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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      • #4
        Garrincha, se non hai amici, dillo.
        O perlomeno spiegati, senza rompere le balle con sti sermoni idioti.

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        • #5
          forse è la sua tesi di filosofia

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          • #6
            L' uomo è un animale sociale.
            Egli è quando si rapporta con gli altri.
            Ecco perchè, seppur te non lo voglia, ne hai bisogno.
            sigpic

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            • #7
              Non ci riesci semplicemente perchè è impossibile. Conveniente è, invece, convincersi (impresa che, nella maggior parte dei casi, non necessita di alcuno sforzo) dell'importanza della superficialità (l'enfatizzazione negativa dell'eclettismo predicato da qualcuno tempo fa...), al punto da trasformarla in punto di riferimento primario, quando non unico.
              Tuttavia sono convinto che, se doverosamente circoscritti, più che altro secondo rigidi, ed inflessibili, parametri temporali, i contatti con alcuni esseri possano rivelarsi meno nocivi del previsto, lungi, in ogni caso, dall'annoverare un segno + nel bilancio che progressivamente stiliamo (anche se la speranza di trovare chi possa tradurre il tuo "forte sentire" dovrebbe sostenerti, almeno per un altro po').
              Last edited by Grifis; 10 March 2008, 20:56.
              sigpic

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              • #8
                Originariamente Scritto da Chandra Visualizza Messaggio
                Garrincha, se non hai amici, dillo.
                O perlomeno spiegati, senza rompere le balle con sti sermoni idioti.
                Ho tutto quel che sarebbe auspicabile per un perfetto "homo socialis", nondimeno, detto chiaramente, mi fa schifo ciò che ho e mi faccio schifo da solo.

                Conveniente è, invece, convincersi (impresa che, nella maggior parte dei casi, non necessita di alcuno sforzo) dell'importanza della superficialità (l'enfatizzazione negativa dell'eclettismo predicato da qualcuno tempo fa...), al punto da trasformarla in punto di riferimento primario, quando non unico.
                Io sono giunto alla conclusione di dovere direzionare le mie energie in modo del tutto diverso: tutto ciò che non riguardi la squallida e ripetitiva umanità. La superficialità ragionata e calcolata non può essere per definizione "superficialità", essendoché una persona "superficiale" non può varcare una certa soglia di consapevolezza.

                Tuttavia sono convinto che, se doverosamente circoscritti, più che altro secondo rigidi, ed inflessibili, parametri temporali, i contatti con alcuni esseri possano rivelarsi meno nocivi del previsto, lungi, in ogni caso, dall'annoverare un segno + nel bilancio che progressivamente stiliamo (anche se la speranza di trovare chi possa tradurre il tuo "forte sentire" dovrebbe sostenerti, almeno per un altro po').
                Ne sono stato sempre convinto anche io. Per quanto prima disprezzassi, assumendo una evidente posa, il "rapporto umano", non ho mai creduto sul serio che, a prescindere dall'individuo, non potessero esistere relazioni fruttuose. Adesso, dopo anni impiegati nella ricerca anche solo di un ente che meritasse la mia adesione e la mia attenzione, ho potuto comprendere che nessuno può incarnare il mio ideale evidentemente sovrumano; generalizzando, la vita è decisamente più prosaica di quanto vorrebbe la meschina Natura.
                Per mia sfortuna, odio i compromessi che non siano direttamente finalizzati ad una rivoluzione totale. Posso accettare vie di mezzo solo quando credo di avere mire ben più meritevoli: come potrei trasfigurare la mia ambizione in rinuncia contrattuale?
                Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                • #9
                  Garrincha, possiamo dire che sei il Giacomo Leopardi del XXI secolo?

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                  • #10
                    anche meglio di leopardi

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                    • #11
                      No, perché Leopardi era un gobbo valetudinario che non conobbe mai i piaceri della vita: viveva in una eterna soggezione di fronte ai fenomeni naturali e al mondo umano; io, al contrario, sperimentato tutto quel che era necessario sperimentare, provo una forte idiosincrasia per tutto ciò che mi circonda e sono convinto di poter signoreggiare la realtà.
                      Una corda scese sinuosa. La afferrai fra gli spruzzi e dal ponte si levò un grido di incoraggiamento, sguaiato e scellerato, il cui fetore era un affronto al cielo.

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                      • #12
                        infatti ho detto che sei meglio di leopardi......

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                        • #13
                          L'umanità intera non è ancora pronta per accettare simil filosofia.
                          sigpic

                          stupid sexy greedo butt

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                          • #14
                            Originariamente Scritto da Garrincha Visualizza Messaggio
                            Svuotato di ogni apparente senso, ogni passo è uno sforzo improbo. L'altro, privato dell'ieraticità mitologica tramandataci dai grandi classici, è un'ombra fatua, insensata, sicuramente fastidiosa. Ogni solido, ogni oggetto esiste: ogni esistenza è una nota stonata, senza alcun significato particolare che non sia dovuto al solo ed unico esserci. Non si capisce perché, come e se quello possa muoversi e interagire; la logica, miserrima Cassandra violentata da un vociferare bovino e inelegante, si percepisce troppo nitidamente, diventando quasi aliena nella sua consequenziale invicibilità (superando, per bellezza e per potenza, il modello della realtà a cui si applica); i fonemi sono in disordine e le parole, composte da lettere immotivate, non hanno ragione di esistere, non hanno inizio né fine. Cominciare una azione è come fare un tuffo nella fatiscente vuotezza e sbattere violentemente la testa.

                            Partendo dal presupposto che nulla serve a nulla, consci dell'inanità universale, come si fa ad avere...rapporti umani? Cosa significa, che vuol dire? Perché mi sembra una impresa erculea, una conquista tanto difficile quanto instabile? Perché, nonostante il mio inconscio lavori molto di fantasia per legittimare le relazioni intersoggettive, queste mi provocano un nauseante senso di rifiuto? Come fate?
                            Prova a fingere, non solo con te stesso.

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                            • #15
                              Originariamente Scritto da Francesca
                              E tu evita di spammare e rompere le balle con sti posts idioti.
                              Ma se ho solo chiesto ulteriori chiarimenti (a modo mio). O_o
                              Originariamente Scritto da Garrincha Visualizza Messaggio
                              No, perché Leopardi era un gobbo valetudinario che non conobbe mai i piaceri della vita: viveva in una eterna soggezione di fronte ai fenomeni naturali e al mondo umano; io, al contrario, sperimentato tutto quel che era necessario sperimentare, provo una forte idiosincrasia per tutto ciò che mi circonda e sono convinto di poter signoreggiare la realtà.
                              Beh, sei un Leopardi con un fisico abbastanza corretto e consapevole dei piaceri della vita?
                              (Sì)

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