Non si tratta di controllo sperimentale, ma di calcolo delle variabili. Infatti la vita aliena non viene definita inesistente, ma solo che i parametri per far sì che esista hanno un'incidenza statistica pari a svariati seri dopo la virgola per cento. Sul discorso degli estremofili, ho trattato ampiamente pagine addietro il discorso, non avermene se non ho la voglia per riscrivere con esattezza il mio pensiero. Semplicemente io seguo la corrente di pensiero biologico al momento più in linea con i dati in nostro possesso sullo sviluppo della vita. A nuovi eventuali corrisponderà anche un'evoluzione del mio pensiero. Per ora trovo statisticamente più probabile l'unicità del nostro mondo. Nulla poi vieta che, in realtà, l'universo pulluli di vita. Sarò ben lieto di essermi sbagliato.
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Ma per fare una statistica ci vogliono dati per sostenerla.
Affermiamo per esempio che "statisticamente la vita è rara".
Dove? Abbiamo solo la Terra come punto di riferimento, possiamo concretamente parlare solo di essa. Beh, nel nostro unico termine di paragone la vita si è casualmente sviluppata lo stesso, la Terra brulica di vita, quindi tutt'altro che rara (almeno da noi). Per rendere il concetto più in generale bisognerebbe uscire dal contesto terrestre, il problema è che da qui al resto dell'universo il salto mi pare un po' troppo grande proprio per carenza dei dati necessari.
Calcolo di variabili? A questo punto si ritorna al vecchio discorso che la statistica stessa suggerirebbe come più probabile il fatto che vi siano molti pianeti che hanno nel complesso le caratteristiche sufficienti ad ospitare la vita, ripescando la vecchia frase sui miliardi di miliardi di miliardi di stelle e sullo sterminato numero di pianeti ipotizzabili per una minima parte di esse ecc. fino a quelli che, fossero anche una frazione infinitesimale del totale quantitativamente parlando, soddisfano gli innumerevoli fattori richiesti per ospitare la vita (cosa che, naturalmente, non può rendere di colpo impossibile che non vi sia vita nell'universo, come ho già detto).
Semplicemente si può solo ipotizzare, in questo caso per i motivi già detti non vedo tanto campato per aria l'assumere che sia più probabile che la vita esista, da qualche parte lassù, piuttosto che ritenere più fattibile che siano ben pochi in tutto il cosmo i pianeti che possono ospitare la vita rendendo la sua comparsa un fatto unico.
D'altronde da un lato c'è il considerare il nostro piccolo ritaglio di spazio nell'universo come un posto quasi "eletto", probabilmente l'unico in miliardi di anni luce ad aver avuto le caratteristiche necessarie per consentire lo sviluppo della vita (ipotesi con anche diverse implicazioni teologiche nei suoi casi più estremi, volendo); dall'altro l'idea più materialista/laica che, visto che le leggi della fisica e della chimica sono le stesse per tutto l'universo, non c'è alcun motivo per ritenerci "unici" e per cui da qualche parte non possa essersi sviluppato almeno un pianeta simile al nostro.
Il che, ripeto, comunque ancora non legittima il dire "è impossibile che non vi sia vita" finché non la si scopre effettivamente, altrimente si diventa quasi predicatori che fanno atto di fede.Last edited by Connacht; 30 October 2008, 02:53.
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Non vedo perchè affidare alla teologia la teoria della rarità della terra e definire laico il contrario. Io mi ritengo una persona di scienza, studio da anni biologia e chimica, e posso assicurarti che, nella teoria della rarità della terra, non c'è alcuna implicazione teologica. Semplicemente si prende atto dei miliardi di fattori che hanno permesso alla vita di esistere e di perpetuare la sua esistenza. I motivi per ritenerci unici esistono e come, così come esistono le possibilità che non lo siamo. Non è scientifica unicamente la teoria che vede l'universo pullulante di vita.
Uno esempio pratico e banale è questo: esci in strada e vedi un ragazzino calciare un pallone, colpire un uccello che volava lì sopra, l'uccello che, cadendo, sbatte sul parabrezza di un auto, la quale va in testacoda spaventando un gatto sul ciglio della strada, che salta addosso al bambino facendo in modo che questo indietreggi abbastanza da evitare l'auto fuori controllo. Non è certo necessario girare tutto il mondo per rendersi conto di come il ripetersi di questa casuale concatenazione di eventi sia possibile in un'altra parte del globo, ma quantomeno improbabile.
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Originariamente Scritto da TURBO PIZZA!!!!!!!!!!!!!! Visualizza Messaggioora riprendendo l'ot dell'altro topic,ho pensato di aprire un'altra discussione,dove parlare in modo più approondito della questione:
cosa pensate sugli alieni?come gli immaginate?credete alle teorie compottiste?
ecc...vuoi i miei occhi? dammi metà della tua vita e li avrai.
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Originariamente Scritto da Majin Broly Visualizza MessaggioNon vedo perchè affidare alla teologia la teoria della rarità della terra e definire laico il contrario.
"ipotesi con anche diverse implicazioni teologiche nei suoi casi più estremi, volendo"
Significa che, volendo considerarli (mica è necessario farlo per forza), esistono anche punti di vista che riconducono a questa unicità della vita una concezione maggiormente teologica, nella fattispecie quella di un universo creato su misura per consentire la vita sulla Terra in un raro, eccezionale angolo del cosmo.
Mentre l'altra idea è stata definita "più materialista/laica", proprio perché la vita sulla Terra non viene considerata come chissà quale avvenimento speciale ed unico ma come un casuale fenomeno fra i tanti che ci sono nell'universo, per questo perfettamente ripetibile ovunque si ricreino le condizioni.
E chi ci dice se nell'universo le condizioni esistano o meno anche in altri pianeti? Nessuno, per ora, visto che non è esattamente come verificare se in tasca si ha qualche spicciolo. Ma volendo far ricorso per forza alla statistica, diventa assai probabile proprio che esistano casualmente altri luoghi dove la vita può attecchire (non certo, ovviamente).
Io mi ritengo una persona di scienza, studio da anni biologia e chimica, e posso assicurarti che, nella teoria della rarità della terra, non c'è alcuna implicazione teologica.
Semplicemente si prende atto dei miliardi di fattori che hanno permesso alla vita di esistere e di perpetuare la sua esistenza.
Non è scientifica unicamente la teoria che vede l'universo pullulante di vita.
Uno esempio pratico e banale è questo: esci in strada e vedi un ragazzino calciare un pallone, colpire un uccello che volava lì sopra, l'uccello che, cadendo, sbatte sul parabrezza di un auto, la quale va in testacoda spaventando un gatto sul ciglio della strada, che salta addosso al bambino facendo in modo che questo indietreggi abbastanza da evitare l'auto fuori controllo. Non è certo necessario girare tutto il mondo per rendersi conto di come il ripetersi di questa casuale concatenazione di eventi sia possibile in un'altra parte del globo, ma quantomeno improbabile.
Comunque il bambino rispetto alla Terra non è neanche lontanamente paragonabile alla Terra rispetto all'universo intero, e qui si ricade al solito discorso "se per ogni miliardo di miliardi di stelle nell'universo ci fosse ecc.", visto che si parla di statistiche.
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Il bambino non rappresenta la terra, ma è la serie di coincidenze che rappresenta la vita. Nessuno dice che tali pianeti esistano e non esistano, si afferma solo che risulta difficile immaginare che una simile serie di eventi sia accaduta con le stesse modalità in un altro luogo. Non è scritto da nessuna parte, infatti si tratta di teorie e non di fatti certi. Semplicemente molti biologi ritengono tale teoria plausibile, così come molti statistici. Inoltre il paradosso di fermi, almeno per quanto riguarda civiltà evolute, sembra una conferma di questa teoria. Restiamo comunque nel campo della mera speculazione, dove la statistica la fa padrona. Dunque non posso certo chiamare la ragione dalla mia parte, nè ho preteso di farlo nei miei precedenti post, tuttavia non posso non portare gli indizi a favore di questa ipotesi. Felicissimo poi di vederla smentita, di certo non ci godo nell'essere solo nell'universo, nè ci vedo un disegno intelligente dietro.
Penso più che altro che siamo il prodotto di un'immane botta di culo. Anche escludendo l'origine della vita, anche solo la sua perpetuazione negli eoni risulta incredibile; basti pensare che, nella stragrande maggioranza dei sistemi planetari a noi noti, i pianeti terrestri tendono ad essere distrutti dal progressivo avvicinamento al sole dei giganti gassosi. Dunque dobbiamo veramente ritenerci fortunati che giove e saturno non facciano altro che "spingersi" l'un l'altro, mantenendosi così a distanza di sicurezza da noi. Diciamo che, in una scala di ripetibilità, per come la vedo io lo sviluppo spontaneo della vita su due differenti mondi è come fare 6 al superenalotto 5 volte di fila.
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