Originariamente Scritto da Garrincha
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In realtà, questo avverrebbe se la tua teoria fosse corretta. Stai dicendo che io = memoria, il che significa che sarebbe teoricamente possibile fare crescere due "io" identici — con tutti i paradossi susseguenti, visto che dovrebbe esistere una identica coscienza in due persone— sottoponendo i due gemelli ad una serie identica di esperienze (che sia materialmente e attualmente possibile o meno, non è importante, a meno che tu non voglia addentrarti ad un livello quantistico).
1) Geneticamente questa identità totale non esiste, anche volendo mettere in atto una clonazione perfetta con trapianto nucleare ci sarebbero ugualmente differenze, seppur minime, dovute al sangue presente nell'ovocitai in cui si inserisce il nucleo con il corredo cromosomico completo (nucleo asportato dalla cellula somatica)
2) è impossibile far vivere a due persone le stesse identiche esperienze
Lui sta semplicemente dicendo che la coscienza ha una sua continuità, del tutto indipendente dai ricordi: altrimenti non diremmo che il te di 30 secondi fa è un'altra persona rispetto al te attuale (magari sì...ma l'hai percepito?) o, se preferisci, che il te neonato conteneva in potenza (che non vuol dire niente, fucking Aristotle!) tutti i ricordi e le esperienze che avresti fatto in futuro.
Innanzitutto è molto pericoloso e discutibile affermare che nell'anima è contenuta una coscienza di base, il carattere si costruisce con l'esperienza, c'è poco da fare. E anche volendo supporre fantascientificamente che questa coscienza esiste, ovvero, che a prescindere dalla combinazione genetica e a prescindere da qualunque esperienza vi possa essere una benevolenza/maleficenza di base (cosa assolutamente campata per aria) non si riesce a capire che importanza possa avere nella reincarnazione quest'astratta possibilità metafisica. Perchè dare valore a una cosa del genere?
Per me la reincarnazione sarebbe oltremodo negativa, non ci sarebbe alcuna speranza per il mondo di veder diminuire le cattiverie una volta migliorata la coscienza e la condizione sociale. A prescindere da tutto, il male sarebbe comunque uguale, certo, più contenibile, ma in molti animi umani ci sarebbe ugualmente una cattiveria di fondo da tenere buona. Un ipotesi del genere, degna del peggior cartone animato Disney, non rende giustizia al FATTO che tutti i "cattivi" della storia hanno avuto particolarità psicologiche o eventi problematici nella loro esistenza. Tu puoi dirmi giustamente che alcuni, in situazioni di estrema tragicità hanno reagito in maniera molto diversa da altri, persino diametralmente opposta e mi puoi dire che questo dipende da quest'anima di base. Ora a questo punto sorgono due problemi:
1) devi fare i conti con le predisposizioni caratteriali propri della genetica
2) dovresti analizzare perfettamente ogni loro singolo istante di vita, perchè a volte anche un semplice dialogo può illuminarti e fare la differenza
A questo punto, per dare un minimo di senso alla credenza della reincarnazione devi farmi capire che importanza possa avere questa coscienza di base e perchè grazie a questa la reincarnazione dovrebbe avere un qualche valore visto che varrebbe per gli animi buoni così come per quelli cattivi e visto che comunque l'io vero e proprio, quello che ci interessa, che ci fa sentire soggetti , il nostro "auto principio di individuazione" viene comunque perso
Posso essere d'accordo sul triste fatto che di base nell'animo umano ci sono componenti fortemente negative che non permetteranno mai un umanità decente anche se sicuramente migliore (vedi i progressi della democrazia e dei diritti umani). Tuttavia non capisco in quale modo questa base possa essere immaginata fuori dai caratteri ereditari combinati all'esperienza e non capisco in quale modo una possibile componente estranea a questo, presente nell'anima possa avere un qualche valore anche minimo, tanto da sperarci e dire "sarebbe bello"
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