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Natura e uomo

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  • Natura e uomo

    Oggi voglio proporvi un quesito, o meglio uno scontro di filosofie, in cui mi sono imbattuto negli ultimi tempi in campo accademico.
    Il dibattimento nasce dal ruolo che possiede l'uomo nella natura, e sulla natura dei suoi interventi. In sostanza, da un lato vi è una scuola di pensiero che, nella preservazione di specie ed ecosistemi, predica l'allontanamento dell'uomo dai siti interessati, consentedo un cosidetto "sviluppo naturale" degli ambienti. Questo punto di vista però. fa notare la fazione avversa, si esclude l'uomo come prodotto della natura e dell'evoluzione. Nei fatti, noi facciamo parte dell'ecosistema terra, dunque in realtà i nostri effetti sull'ecositema non sono da considerarsi "alteranti" su di esso, ma interni alla sua stessa evoluzione, in quanto appartenenti all'ambiente studiato. Dunque eventuli estinzioni, inquinamento, modificazioni climatiche non sarebbero un crimine dell'uomo nei confronti di una fantomatica natura, ma gli effetti di una specie sull'ecosistema di cui fa parte. Ciò non cambia gli effetti pratici dell'azione dell'uomo, ma ne condiziona l'ambito morale. Stando al primo punto di vista, è nostro compito preservare un ambiente naturale privo del nostro intervento, dando a queste aree quello che viene definito uno sviluppo naturale. Seguendo il secondo, si arriva al punto che è la preservazione di simili aree, il volitivo allontanamento dell'uomo il vero condizionamento, e che è invece naturale ciò che accade alle aree ove è lasciato libero sfogo all'evoluzione umana.
    Dunque, a vostro avviso, qual'è la posizione da privilegiare, e quale quella logicamente giusta? Da notare che una delle due può essere entrambe le cose, sia giusta che logica, così come queste qualità possono dividersi su entrambe le idee. A voi la parola, sperando che la discussione possa essere stimolante.

  • #2
    La questione rimanda alla questione a monte sulla natura dell'uomo: l'essere umano è semplicemente una bestia fra tante, con la peculiarità di avere più materia grigia e la facoltà di uccidersi per malinconia o è invece qualcosa di obiettivamente superiore alle altre specie animali, l'unico essere capace di interrogarsi sul senso del mondo di sè e degli altri, capace di sentire e provocare emozione attraverso l'arte e la comunicazione?

    Da ciò deriva la risposta, imho, al tuo quesito: qualora non fossimo che bestia fra bestie, ontologicamente irrelevanti come la totalità degli esseri, la nostra azione andrebbe inquadrata in un ottica di necessità naturale. In un certo senso la nostra libertà d'azione di cui tanto ci fregiamo, il nostro amato libero arbitrio, non sarebbe che un illusione di esseri egocentrici quali siamo, mascherando in realtà un freddo determinismo (A--->B, inevitabilmente), espressione della nostra "naturalità". Quindi il nostro agire sarebbe da considerare come nostra peculiarità, propria della specie, e accettabile in quanto tale. Insomma si avrebbe la seconda corrente di pensiero di cui parli.

    Qualora invece l'essere umano non si esaurisse nella sua impronta biologica, ma fosse espressione di una maturazione superiore, una coscienza che allontani dalla semplice bestialità (non intendo con ciò la Persona cristiana, uomo a immagine di Dio o qualsiasi idea superomistica), che nella sua misteriosa e atavica presenza ci ha resi partecipi del dubbio circa l'essere di questa esistenza, allora la questione assumerebbe un altro aspetto.
    Se questa ragione, che tanto in alto ci pone sulla scenario naturale, in tutta la sua autonoma dignità, ci porta su un piano di conoscenza superiore, allora il nostro essere e il ruolo che noi abbiamo su questo mondo possono sottrarsi dal grigio scorrere della vita. La nostra sarebbe una libertà, intesa come indipendenza, che ci permetterebbe di vedere il nostro agire come incondizionato e "responsabilizzato". Dunque sarebbe tutto da discutere il nostro impatto sull'ambiente e il nostro rapporto con esso.

    In pratica, rispondere sul senso dell'uomo significa rispondere sul ruolo che esso ha nella natura.

    Amen per chi mi ha seguito.

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    • #3
      Ci penso spesso anch'io quando sento parlare di inquinamento, riserve naturali ecc... Non voglio fare un discorso morale dato penso che non centri con questo argomento quindi secondo me bisognerebbe concentrarsi sull'aspetto prettamente economico che riguarda il rapporto uomo-natura.
      Direi allora che le 2 scuole di pensiero che hai scritto tu debbano per forza conciliarsi in qualche modo per far si che la natura possa continuare ad essere utile a noi. In sostanza se l'uomo sfrutta fino all'osso l'ambiente finendo per distruggerlo non fa altro che suicidarsi mentre se si concentra sul problema opposto non farebbe che iniziare un processo involutivo che sarebbe assurdo.
      Tutto sta nell'intelligenza di chi possiede questi poteri..
      Mia pagina Facebook dedicata a Dragon Ball -> https://www.facebook.com/zewiedb

      Metti mi piace se ti va ;)

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      • #4
        In realtà la discussione, maturata in ambito accademico biologico, non prevedeva una visione dell'essere umano come in possesso di un'identità esterna al terreno. Più che altro vertiva su quanto fosse dovuta la conservazione degli ecosistemi. Essi vanno conservati in quanto il nostro intervento sconvolge l'ordine naturale o è la conservazione stessa lo sconvolgimento dell'ordine? Salvare una specie in via di estinzione è un atto che "conserva" lo stato dell'ambiente o lo sconvolge in quanto viene meno una selezione naturale a favore di una selezione umana avvenuta paradossalmente per salvaguardare la prima?

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        • #5
          Io credo che essendo l'uomo stesso la causa primaria dell'estinzione di altre specie - e purtroppo non per motivi di sopravvivenza, ma di avidità e potere - è lui che deve aiutare a preservare l'ordine della natura, cercando di cancellare o quantomeno limitare i danni arrecati ad essa.

          Noi siamo gli unici ad avere tutta questa materia grigia, ma ciò non vuol dire che dobbiamo usarla per dominare la natura in ogni suo aspetto. Per me, questo significa sconvolgerne l'ordine.
          Last edited by TOB; 08 November 2010, 16:46.

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          • #6
            Vedo la tesi che mostra un uomo come prodotto totale della natura e dunque fautore non di gesti "volontari", ma di una "esecuzione naturale" molto disfattista.
            Il cane uccide l'altro cane per la bistecca, l'uomo uccide l'altro uomo per un pezzo di carta che vale molti soldi.
            Non è evoluzione naturale, la mente dell'uomo è causa della decadenza di quello che lo circonda. Con i suoi tentacoli egli è arrivato ovunque, ed ancora oltre vorrebbe sporgersi.
            Alcuni la chiamano determinazione. L'uomo non si ferma di fronte a niente per realizzare i suoi scopi, non ragiona istintualmente come un animale.
            L'uomo può essere visto secondo me in due modi:
            1. Il prodotto massimo della natura, in quanto possiede la facoltà mentale, in grado di costruire le cose più disparate (e la storia ne ha dato prova).
            2. La degenerazione massima della natura, in quanto possiede la facoltà mentale, in grado di distruggere le cose più disparate soltanto per correre dietro al denaro (che alla fine, regola la maggior parte dell'operare umano).
            Io non voglio essere ipocrita, quindi non nascondo che, facendo parte dell'umanità, obbedisco rigorosamente al punto 2. Però non credo che l'uomo sia stato un guadagno per l'ecosistema mondiale, anzi. Credo che sia stato il più grande fallimento della natura. Però sono contento di farne parte.

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            • #7
              Mi sembrano tante pippe mentali che per quanto elaborate non portano da nessuna parte.
              Basterebbe il semplice "usare con moderazione".

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              • #8
                Originariamente Scritto da Goge Visualizza Messaggio
                Mi sembrano tante pippe mentali che per quanto elaborate non portano da nessuna parte.
                Basterebbe il semplice "usare con moderazione".
                Il quale non è altro che la pippa mentale maggiore, visto che è una cosa che non si fa mai ma sulla quale si ragione tanto.

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                • #9
                  Originariamente Scritto da Blaze. Visualizza Messaggio
                  Il quale non è altro che la pippa mentale maggiore, visto che è una cosa che non si fa mai ma sulla quale si ragione tanto.
                  Qui tu vuoi entrare nella psicologia e nell'indole dell'uomo. Stiamo parlando solamente della natura e dell'uomo che ne fa parte, quindi se l'uomo fa o non fa poi causa i dibattiti, intanto però ciò non toglie che quella sia la soluzione ideale, a prescindere da tutto.

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                  • #10
                    Non è un dibattito sterile (o sega mentale) per via dei suoi effetti. Di fatto queste idee sono alla base della ricerca per quanto riguarda la distribuzione di fondi sulla conservazione ambientale, ed in parte anche sulla ricerca rispetto il riscaldamento globale. Perché se da un lato esiste il fattore economico, dall'altro occorrono i fattori teorici che smuovono il capitale. Non nego che la seconda tesi sia quella dietro cui si nascondono molte industrie che negano le responsabilità umane su surriscaldamento, o sulla necessità di itervento, mente la prima è la più usata in propsagande ecologiste. Poiché, di fatto, se il pensiero della massa si riflette nella prima, si ha l'effetto opinione pubblica, dunque la tendenza ad investire in ciò che ha un riscontro d'immagine, come la salvaguardia di specie, mentre un dilagare della seconda garantirebbe un gran risparmio e una minore attenzione agli ecosistemi proprio in vistù di un minor danno all'immagine. Quasi mai simili correnti prendono campo di discussione seria in ambito accademico se non hanno un riscontro pratico.

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                    • #11
                      La seconda.
                      Non ho voglia di scrivere.
                      Later argomenterò.
                      Originariamente Scritto da GiovanniAuditore ironico
                      la grafica è l'ultima cosa che guardo in un videogame, se ho un computer di ultimissima generazione è perché voglio giocare fluido a diablo1.
                      Lastfm

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                      • #12
                        Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza Messaggio
                        l'essere umano è semplicemente una bestia fra tante, con la peculiarità di avere più materia grigia e la facoltà di uccidersi per malinconia o è invece qualcosa di obiettivamente superiore alle altre specie animali, l'unico essere capace di interrogarsi sul senso del mondo di sè e degli altri, capace di sentire e provocare emozione attraverso l'arte e la comunicazione?.
                        Una via di mezzo. Siamo solo animali bene evoluti, e l'evoluzione ci ha portato alla superiorità.

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                        • #13
                          Originariamente Scritto da Majin Broly Visualizza Messaggio
                          Dunque, a vostro avviso, qual'è la posizione da privilegiare, e quale quella logicamente giusta?
                          La seconda, l'uomo fa parte della natura come tutte le altre specie e tutte le specie hanno un impatto sull'ambiente, pensiamo soltanto a quanti vegetali mangiavano i branchi di sauropodi che abitavano il pianeta milioni di anni fa.
                          Detto questo il fenomeno dell'inquinamento ambientale è comunque preoccupante, è ben oltre le possibilità di recupero della natura, è stato calcolato che se l'uomo smettesse di inquinare ci vorrebbero 100.000 anni per riparare i danni fatti (scorie nucleari escluse).
                          Il fenomeno delle estinzioni invece direi che è meno preoccupante, l'estinzione è un fenomeno naturale, e avviene con o senza l'intervento umano, 65.000.000 di anni fa durante l'estinzione K\T il 65% delle specie viventi (e tutti i dinosauri) si estinsero nell'arco di poche migliaia di anni, 200 milioni di anni prima alla fine del Permiano si verificò un altra estinzione di massa che portò il 95% delle specie a scomparire.
                          Insomma con o senza di noi il ricambio di specie viventi è continuo, in caso contrario negli USA ci sarebbero ancora Tirannosauri a caccia, in Cina girerebbero branchi di Indricotherium e nei boschi europei e italiani ci sarebbero feroci Gastornis in agguato
                          "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

                          I sette principi del Bushido

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                          • #14
                            Siamo una specie animale evoluta, non siamo estranei.
                            Ma è proprio per questa evoluzione che siamo in grado di fare cose che "sforano" dal cerchio naturale delle cose.

                            Forse millenni fa, quando abbiamo iniziato a creare villaggi e sfruttare la terra per l'agricoltura, potevamo essere paragonati agli animali e al loro possibile impatto ambientale.

                            Ma ai giorni nostri siamo pieni di aiuti tecnologici che migliorano la nostra vita, ma non sono indispensabili per la sopravvivenza.

                            Un esempio che si lega al problema inquinamento, potrebbero essere le automobili.
                            Sono necessarie per il benessere della vita? Rischieremmo l'estinzione senza di esse?
                            No. Eppure le automobili, lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio, l'inquinamento dovuto a materiali come la plastica, il disboscamento per creare carta igienica e fogli colorati, vanno fuori da quello di cui l'uomo ha assolutamente bisogno per vivere.

                            Quindi non può essere paragonato ad altri animali che seguono i fondamenti delle leggi di natura.

                            Elusys

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                            • #15
                              Vero, tuttavia ve espresso un concetto a riguardo: se l'uomo ricade nella natura, come da te affermato, come può ciò che produce non rientrare in essa? Anche lo scimpanzè può afferrare termiti con le dita, diresti che il bastone con cui le cattura è un oggetto extra-naturale? Alla fine un auto è un composto assemblato di componenti derivate da materiali esistenti in natura, per concetto l'uomo non può operare al di fuori di essa, una volta che vi viene integrato. La stessa macchina non è che un insieme di parti naturali assemblate che sfruttano leggi fisiche, ma anche un formicaio lo è.

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