Come The Marshall Mathers LP, anche White Pony si tratta di uno dei dischi più conosciuti e incensati, anche a livello mainstream, dei '00s, specialmente per il fatto che è stato un po' l'album che ha istituzionalizzato il trend del nu/alternative metal come cross-over emotivo e adolescenziale di emo, elettronica e hardcore che ha dominato le chart dei primi anni del decenneio.
Questa sarebbe già una colpa piuttosto importante, ma in realtà White Pony di per sè è un gran disco che non solo si distanzia nettamente dai clichè imperanti al tempo nella scena del crossover (perlopiù derivanti da Rage Against the Machine e Korn), ma soprattutto per un trionfo di scelte stilistiche e commistioni dei generi più disparati decisamente accattivante e ben congeniato.
I testi sono molto importanti, come d'altronde è prassi per gran parte del genere, ma al contrario degli standard del genere non riguardano più bullismo e psicodrammi infantili, preferendo una riflessione più colta e generale sulla vita.
Forse in certe parti non appare troppo brillante e un po' troppo improntato a un approccio adolescenziale un po' patetico (penso alla rivisitazione commerciale di Pink Maggit, ovvero Mini Maggit (Back to School), apparsa in certe riedizioni del disco, oppure a Knife Prty), ma specialmente negli ultimi episodi del disco (specialmente Passenger, Change (In the House of Flies) e Pink Maggit) White Pony raggiunge vette veramente eccezionali in termini musicali ed emotivi.
Anche se in realtà è stimolante per ogni ascoltatore, lo vedo come un tipico album da ascoltare nel periodo di adolescenza delle superiori (forse perché io l'ho conosciuto proprio nel periodo tra terza e quarta superiore), quindi lo vedo bene come colonna sonora di una giornata scolastica qualunque.
Voto: 7.5.
Questa sarebbe già una colpa piuttosto importante, ma in realtà White Pony di per sè è un gran disco che non solo si distanzia nettamente dai clichè imperanti al tempo nella scena del crossover (perlopiù derivanti da Rage Against the Machine e Korn), ma soprattutto per un trionfo di scelte stilistiche e commistioni dei generi più disparati decisamente accattivante e ben congeniato.
I testi sono molto importanti, come d'altronde è prassi per gran parte del genere, ma al contrario degli standard del genere non riguardano più bullismo e psicodrammi infantili, preferendo una riflessione più colta e generale sulla vita.
Forse in certe parti non appare troppo brillante e un po' troppo improntato a un approccio adolescenziale un po' patetico (penso alla rivisitazione commerciale di Pink Maggit, ovvero Mini Maggit (Back to School), apparsa in certe riedizioni del disco, oppure a Knife Prty), ma specialmente negli ultimi episodi del disco (specialmente Passenger, Change (In the House of Flies) e Pink Maggit) White Pony raggiunge vette veramente eccezionali in termini musicali ed emotivi.
Anche se in realtà è stimolante per ogni ascoltatore, lo vedo come un tipico album da ascoltare nel periodo di adolescenza delle superiori (forse perché io l'ho conosciuto proprio nel periodo tra terza e quarta superiore), quindi lo vedo bene come colonna sonora di una giornata scolastica qualunque.
Voto: 7.5.
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