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Eutanasia

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  • Eutanasia

    non voglio andare a ripescare una eventuale discussione passata perchè volevo focalizzare l'attenzione su questo Documento
    mi allaccio così al discorso generale e chiedo a voi utenti cosa pensate, prima del documento e quindi della posizione di Berlinguer e quindi cosa pensate voi dell'eutanasia.
    "Una cantante di merda che frequenta un cantante di merda per la proprietà transitiva può solo continuare a produrre musica di merda"
    Casper su Tatangelo&D'Alessio

  • #2
    secondo me l'eutanasia si deve praticare solo nei casi estremissimo..quando hai per esempio la malattia che ti fa cambiare i muscoli in ossa..cosa terribbile.....
    <<Goku tu sei colui che porterà il mondo alla fine dell'inizio...tu sei il nuovo...>> Leggete la mia fan fiction.. e scoprirete perchè...

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    • #3
      Originariamente Scritto da bakura x Visualizza Messaggio
      secondo me l'eutanasia si deve praticare solo nei casi estremissimo..quando hai per esempio la malattia che ti fa cambiare i muscoli in ossa..cosa terribbile.....
      quoto.infatti sarebbe da praticare SOLO nei casi estremi,quando una persona sta veramente molto male e non c'e' nemmeno una via di guarigione

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      • #4
        Io sono d'accordissimo con l'eutanasia,nei casi in cui lo stesso paziente lo richieda,come il caso Welby,e in quei casi in cui il malato &#232; irrecuperabile,soprattutto se anziano.
        NerdMonday

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        • #5
          quindi se un malato di AIDS ti chiede di essere "eutanasizzato" tu glielo concederesti?
          c'&#232; un interessante esempio nel documento che ho postato: in Olanda, con l'introduzione dell'eutanasia, molti malati di AIDS hanno chiesto di essere eutanasizzati perch&#232; percepivano la malattia come una colpa, mentre pochissimi malati di tumore hanno chiesto tale trattamento.
          non pensate che poter richiedere l'eutanasia per malattie incurabili, come l'AIDS possa portare le persone malate di questa malattia a propendere maggiormente per quella soluzione?
          "Una cantante di merda che frequenta un cantante di merda per la proprietà transitiva può solo continuare a produrre musica di merda"
          Casper su Tatangelo&D'Alessio

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          • #6
            Originariamente Scritto da Will Visualizza Messaggio
            non voglio andare a ripescare una eventuale discussione passata perchè volevo focalizzare l'attenzione su questo Documento
            mi allaccio così al discorso generale e chiedo a voi utenti cosa pensate, prima del documento e quindi della posizione di Berlinguer e quindi cosa pensate voi dell'eutanasia.
            Pubblico qui la lettera di Welby a Napolitano, dategli un’occhiata e provate un po’ a immedesimarvi in lui, vi avverto…è un pugno nello stomaco

            Caro Presidente,
            scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese.
            Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.
            La giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare. Una volta mi alzavo al più tardi alle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora la mia patologia, la distrofia muscolare, si è talmente aggravata da non consentirmi di compiere movimenti, il mio equilibrio fisico è diventato molto precario. A mezzogiorno con l’aiuto di mia moglie e di un assistente mi alzo, ma sempre più spesso riesco a malapena a star seduto senza aprire il computer perchè sento una stanchezza mortale. Mi costringo sulla sedia per assumere almeno per un’ora una posizione differente di quella supina a letto. Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la tv, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina.
            Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà.
            Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una “morte dignitosa”. No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte.
            La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili. La morte è altro. Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire. È un continuare a muoversi nel solco dell’occultamento o del travisamento della morte che, scacciata dalle case, nascosta da un paravento negli ospedali, negletta nella solitudine dei gerontocomi, appare essere ciò che non è. Cos’è la morte? La morte è una condizione indispensabile per la vita. Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo”.
            L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è “morte dignitosa”, ma morte opportuna, nelle parole dell’uomo di fede Jacques Pohier. Opportuno è ciò che “spinge verso il porto”; per Plutarco, la morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto e Leopardi la definisce il solo “luogo” dove è possibile un riposo, non lieto, ma sicuro.
            In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei, Olanda, Belgio, hanno introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di “approdo” alla morte opportuna.
            Una legge sull’eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L’associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l’impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. Anche nella diga opposta dalla Chiesa si stanno aprendo alcune falle che, pur restando nell’alveo della tradizione, permettono di intervenire pesantemente con le cure palliative e di non intervenire con terapie sproporzionate che non portino benefici concreti al paziente. L’opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare. Molti hanno assistito un famigliare, un amico o un congiunto durante una malattia incurabile e altamente invalidante ed hanno maturato la decisione di, se fosse capitato a loro, non percorrere fino in fondo la stessa strada. Altri hanno assistito alla tragedia di una persona in stato vegetativo persistente.
            Quando affrontiamo le tematiche legate al termine della vita, non ci si trova in presenza di uno scontro tra chi è a favore della vita e chi è a favore della morte: tutti i malati vogliono guarire, non morire. Chi condivide, con amore, il percorso obbligato che la malattia impone alla persona amata, desidera la sua guarigione. I medici, resi impotenti da patologie finora inguaribili, sperano nel miracolo laico della ricerca scientifica. Tra desideri e speranze, il tempo scorre inesorabile e, con il passare del tempo, le speranze si affievoliscono e il desiderio di guarigione diventa desiderio di abbreviare un percorso di disperazione, prima che arrivi a quel termine naturale che le tecniche di rianimazione e i macchinari che supportano o simulano le funzioni vitali riescono a spostare sempre più in avanti nel tempo. Per il modo in cui le nostre possibilità tecniche ci mantengono in vita, verrà un giorno che dai centri di rianimazione usciranno schiere di morti-viventi che finiranno a vegetare per anni. Noi tutti probabilmente dobbiamo continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento, e non è solo il cadere in uno stato di incoscienza.
            Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.
            Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico.
            Sono consapevole, Signor Presidente, di averle parlato anche, attraverso il mio corpo malato, di politica, e di obiettivi necessariamente affidati al libero dibattito parlamentare e non certo a un Suo intervento o pronunciamento nel merito. Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto.
            Il sogno di Luca Coscioni era quello di liberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, ai malati. Il suo sogno è stato interrotto e solo dopo che è stato interrotto è stato conosciuto. Ora siamo noi a dover sognare anche per lui.
            Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi.
            Piergiorgio Welby
            "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

            I sette principi del Bushido

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            • #7
              A questo punto che dire? Dico solo VERGOGNA! A Ratzinger! A tutti i suoi Cardinali e Vescovi! E a tutta quell'istituzione marcia che corrisponde al nome di Chiesa Cattolica! Se il povero Pier Giorgio ha dovuto soffrire negli spasimi fino all'ultimo &#233; stato per l'ipocrita ottusit&#224; di gente che non poteva capire il suo dolore.
              Da chi mi arriva poi la predica sulla "conservazione della vita"? Da gente che in passato ha benedetto genocidi e stragi di ogni genere? Che riesce a compiere nefandezze di ogni genere e a coprirle anche? Ma per favore!
              Sono il primo a ritenere che la vita sia un bene prezioso, sono il primo a ritenere che se una speranza c'&#233; bisogna lottare, ma quando la speranza non c'&#233;? Come posso arrogarmi il diritto di torturare una persona per decenni solo per dei presunti ideali? Chi mi d&#224; il diritto di decidere della vita di un'altra persona?
              Non appena si mette l'eutanasia in mezzo subito c'&#233; chi obietta "E' Dio a dover decidere quando si vive e si muore"...un ragionamento del genere trasforma Dio in un mostro crudele che condanna un pover'uomo a un agonia lunga anni o decenni, vi sembra giusto? A me NO! Vedo qualcosa di diabolico in tutto questo e non posso che ritenere stupido l'accanimento terapeutico, la vita ha un suo limite naturale...la morte, e non ha senso fare l'impossibile, anche torturare una persona per rimandare la morte il pi&#249; possibile...ma sopratutto queste sono scelte che deve fare liberamente ogni persona, non si pu&#242; tollerare che un Papa qualsiasi si arroghi il diritto di decidere per un altro.
              Voi che dite? Condividete?

              Ps Per Will, oggi coi farmaci anti-retrovirali i malati di Aids possono condurre una vita quasi normale e sembra che per una cura vera siamo sulla buona strada...cosa che non si pu&#242; dire per la malattia di Welby
              Last edited by Jeff Buckley '85; 19 June 2007, 19:53.
              "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

              I sette principi del Bushido

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              • #8
                Per will:
                S&#236; io gliela concederei,secondo il mio punto di vista esiste il diritto alla vita,ma esiste anche il diritto alla morte,se un malato me ne fa richiesta perch&#232; soffre e non riesce pi&#249; a sostenere quella situazione allora non ci sarebbero problemi ad ''eutanasizzarlo''.
                NerdMonday

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                • #9
                  ma quando la speranza non c'&#233;?
                  se &#232; cos&#236; certo che talvolta non c'&#232; speranza dovrebbe essere altrettanto certo che tutto va a buon fine con malattie per le quali esiste la speranza, ma sappiamo tutti che non &#232; cos&#236;, che talvolta anche le malattie nelle quali c'&#232; speranza possono portare degli effetti disastrosi. io non sono deterministico come te nel pessimismo; il mio animo mi porta a pensare che c'&#232; sempre speranza.

                  vedi michele, il punto &#232;: quando posso ritenere che il paziente che chiede eutanasia sia veramente cosciente di s&#232; oppure condizionato da elementi esterni?
                  se riprendiamo il caso che ho citato, i malati di AIDS vedevano la malattia come una colpa e questo &#232; collegato in qualche modo al fatto che si richiede l'eutanasia.
                  per me quelle persone non sono coscienti di ci&#242; che in quel momento stanno scegliendo, perch&#232; condizionati.

                  io condivido la tesi del medico nel documento: si deve dare possibilit&#224; al paziente di fare testamento vitale e questo deve essere rispettato, nel caso il paziente sia incosciente la scelta di cosa fare la dovranno fare i parenti stretti assieme ai medici sempre tenendo conto di questo testamento.
                  non credo ci sia effettivamente bisogno dell'eutanasia, penso i due elementi citati siano sufficienti a garantire la libert&#224; del paziente di decidere della sua vita.
                  "Una cantante di merda che frequenta un cantante di merda per la proprietà transitiva può solo continuare a produrre musica di merda"
                  Casper su Tatangelo&D'Alessio

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                  • #10
                    innanzitutto ti ringrazio per aver postato la lettera, non l'avevo mai letta pur avendone sentito parlare...inoltre sono daccordo con te tranne su un punto:

                    Originariamente Scritto da Jeff Buckley '85 Visualizza Messaggio
                    Non appena si mette l'eutanasia in mezzo subito c'é chi obietta "E' Dio a dover decidere quando si vive e si muore"...un ragionamento del genere trasforma Dio in un mostro crudele che condanna un pover'uomo a un agonia lunga anni o decenni, vi sembra giusto? A me NO!
                    io invece sono convinto che a dover decidere vita o morte sia solo Dio...infatti non è Lui a tener in vita un malato terminale, ma i macchinari, le leggi, e un'etica imposta dalla Chiesa (Dio e Chiesa purtroppo non sempre sono la stessa cosa)...e qui do pienamente ragione alle parole del povero Welby

                    Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.
                    un tempo non c'erano ne macchinari ne dottori così istruiti, e questo genere di malattie facevano il loro decorso senza poter intervenire, seguendo il "termine naturale" imposto da Dio...c'è da precisare comunque che il discorso lo restringo solo alle malattie inguaribili, dove esiste cura è logico intervenire!

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                    • #11
                      Originariamente Scritto da Hyde Visualizza Messaggio
                      innanzitutto ti ringrazio per aver postato la lettera, non l'avevo mai letta pur avendone sentito parlare...inoltre sono daccordo con te tranne su un punto:

                      io invece sono convinto che a dover decidere vita o morte sia solo Dio...infatti non è Lui a tener in vita un malato terminale, ma i macchinari, le leggi, e un'etica imposta dalla Chiesa (Dio e Chiesa purtroppo non sempre sono la stessa cosa)...e qui do pienamente ragione alle parole del povero Welby

                      un tempo non c'erano ne macchinari ne dottori così istruiti, e questo genere di malattie facevano il loro decorso senza poter intervenire, seguendo il "termine naturale" imposto da Dio...c'è da precisare comunque che il discorso lo restringo solo alle malattie inguaribili, dove esiste cura è logico intervenire!

                      Per la lettera non c'é di che, é mia opinione che prima di sparare sentenze dobbiamo vedere cosa si prova dall'altra parte senza farci indottrinare da gente a cui non frega niente di nessuno...non potremo mai capire il dolore del povero Welby (e auguriamoci di non doverlo fare) ma la sua testimonianza rende tutto più chiaro, chi vuole l'eutanasia non é un maniaco suicida ma una persona che proprio perché ama la vita non può tollerare una tortura ignobile e inutile.
                      Sulla differenza tra Dio e Chiesa hai ragione, vorrei solo che quei cattolici bigotti (vale a dire la maggioranza degli Italiani) lo capisse, adesso ci vorrebbe IISNT che sicuramente sull'argomento ha da dire parecchio...
                      Sul fatto dei macchinari non sò che dire...a che serve una ricerca che al posto di scoprire la cura di una malattia orribile scopre i metodi per allungare l'agonia? E' vero progresso questo?
                      "Non sarai mai un vero uomo fino a che non conoscerai la via del guerriero..."

                      I sette principi del Bushido

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                      • #12
                        Sarò sincero non ho letto il documento perché poco mi interessa cosa ne pensa Berlinguer sull'eutanasia che sia o non sia d'accordo su quello che penso io o ognuno di voi, a me non mi cala nemmeno.
                        Invece lessi tempo fa la lettera di Welby e a tal proposito dico la mia. Per me un caso come Welby poteva essere ammessa l'eutanasia. Sottolineo che sono d'accordo che dovrebbe essere fatta una legge sull'eutanasia, perché sono per la libertà, e se un uomo che esso stesso si definisca vigliacco o forte nel voler praticare tale scelta è un problema suo non dello Stato non della Chiesa, se Dio è misericordioso come dicono lo accetterà dentro sto benedetto Regno dei Cieli. Certo non sono d'accordo che lo si fa per "sfizio", cioè uno che magari non ha voglia di vivere se ne va all'ospedale <<Scusi che mi fa una punturina per andare all'altro mondo?>>, non potrei accettarlo perché in questo caso diverebbe eticamente scorretto (o come direbbe Berlinguer "bioeticamente"). Nel caso di Welby che comunque è stato liberato dalla sua prigione (ovvero la sua non vita) è stato detto che si trattava di rifiuto delle cure se la vogliamo mettere così ok, ma se un uomo non può sopportare di vivere in determinate condizioni perché non deve essere libero di farlo? Un altro esempio in cui non accetterei l'eutanasia è un calciatore a cui non importa niente dei soldi (voglio vedere dove se ne trovano vabbè questa è un altra storia), ma segue il suoi sogni perché non vuole altro che giocare a calcio per tutta la vita, gli capita un incidente e perde un piede non può più giocare e vuole che gli venga praticata l'eutanasia, io non sarei d'accordo perché il suo fisico è ancora in grado si sopportare la propria vita, certo sarà stravolto forse triste per tutta la vita ma è una questione che attacca i propri sogni, i propri stati d'animo ma questo volendo si cura, la sclerosi amiotrofica progressiva ancora no.
                        C'è sempre un buon motivo
                        sigpic
                        per sorridere :)

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                        • #13
                          giusto per chiarire, non &#232; quel Berlinguer che solitamente si pensa.
                          in ogni caso ti invito a leggere il documento che contiene osservazioni interessanti, poi se vuoi limitarti a leggere la lettera di qualcuno che &#232; invischiato nella situazione e non vuoi leggere altro, sono fatti tuoi.
                          "Una cantante di merda che frequenta un cantante di merda per la proprietà transitiva può solo continuare a produrre musica di merda"
                          Casper su Tatangelo&D'Alessio

                          Comment


                          • #14
                            Davvero interessante il documento:in particolare mi ha interessato la questione del giuramento di Ippocrate,del living guill come anche tutta la questione dell'accanimento terapeutico.
                            A mio parere il giuramento di Ippocrate dovrebbe essere "aggiornato" tenendo conto della condizione della persona e dell'impossibilità di un cura,oltre che ovviamente al volere del paziente.Forse è anche quello il motivo per cui molti medici si fanno molti problemi di coscienza o comunque può quasi essere una scusa nel caso qualcuno non se la senta.Mi rendo pienamente conto che uccidere una persona,anche se a fin di bene come in questo caso,debba essere una sensazione orribile ma il medico deve rendersi conto che in quel caso la vita non è più vita.Come dice Welby(la lettera è toccante a dir poco,davvero un pugno allo stomaco)che vita è quella attorniata da medici e macchinari che ti tengono in vita soffrendo e non potendo fare niente che si possa chiamare parte di vita?
                            La chiesa cattolica è davvero ipocrita,semmai dovrebbe essere a favore dell'eutanasia,cosa c'entra Dio se una persona è tenuta in vita artificialmente?Mah...

                            Il living guill si dovrebbe diffondere al più presto,è una cosa interessante che permette di risolvere le situazione in cui i malati non siano più in grado di intendere e volere.Un'altra cosa che risolverebbe molte situazioni.

                            Inutile dire che l'eutanasia è come dice Welby,morte oppurtuna,anzi forse è più naturale che quella vita artificiale.La morte fa parte della vita,non bisogna dimenticarlo.L'accanimento terapeutico ha senso fino a un certo punto,perfette le parole di Berlinguer.

                            Originariamente Scritto da Berlinguer
                            Io faccio una distinzione tra accanirsi contro la malattia e accanirsi contro il malato, perché, accanirsi contro la malattia, cioè tentare di fare tutto il possibile anche per malattie che sono o erano considerate assolutamente incurabili, è stata la spinta a trovare delle cure. Senza questo accanimento verso malattie, considerate incurabili, non ci sarebbero stati i progressi della medicina, che abbiamo conosciuto soprattutto nell'ultimo secolo. Altra cosa è invece accanirsi contro il malato, quando le cure non servono più a nulla. In questo caso è una tortura, ecco, una tortura, che è dovuta spesso alla tendenza dei medici a far prevalere la propria volontà di intervenire a ogni costo, ecco, come si può dire "medicalizzare la vita" fino agli ultimi momenti, che è una tendenza che io considero perniciosa.
                            Quando la vita non è più vita ed essa viene prolungata spasmodicamente con macchinari,andando così anche contro il volere di Dio cara chiesa,mi sembra che l'eutanasia non sia affatto da rifiutare.
                            Bisogna crescere da un punto di vista morale non chiedendosi perchè deve morire ma perchè deve vivere(sempre parlato di un malato con nessuna speranza e solo sofferenza).

                            La morte fa parte della vita.
                            I embrace my desire
                            to feel the rhythm, to feel connected
                            enough to step aside and weep like a widow

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                            • #15
                              Io ho letto il "Diritto di morire" di Umberto Veronesi ciò che dice Berlinguer non è molto diverso da quello che dice il libro. Comunque rileggere il documento è servito a farmi ripassare il libro e rendermi sempre più conto di non sentirmi in torto a ciò che penso sull'eutanasia
                              C'è sempre un buon motivo
                              sigpic
                              per sorridere :)

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