Di recente ho avuto una discussione piuttosto accesa sul fenomeno degli immigrati, se siano o meno un problema per il nostro Paese.
Premetto che abito nei pressi di Verona, città piuttosto bigotta, dove impera ancora una mentalità di estrema destra (per non dire fascista) o peggio ancora Leghista. Nella maggior parte dei casi se chiedi all uomo della strada cosa ne pensa dei numerosi immigrati che si vedono spesso in giro, con una smorfia di disgusto velata di rabbia ti risponderanno che "è una vergogna" oppure " rimandiamoli tutti a casa sti delinquenti" o ancora "spariamo ai gommoni appena si avvicinano alle coste"
Poi però guardi in giro e vedi fabbriche piene di extracomunitari, oppure nelle serre, nei frutteti o nei lavori agricoli in genere la manodopera è quasi tutta loro; quindi mi chiedo che fine farebbe l'economia del nord-est se mancasse tutta questa forza lavoro, puntano il dito contro il marocchino o il rumeno di turno accusandolo di portare malavita e problemi, e poi lo assumono sottopagato e in nero quando gli fa comodo.
Arrivo al dunque: vi chiedo il vostro punto di vista sulla questione, sia sui clandestini sia su coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno; se siamo noi italiani ad essere troppo prevenuti nei loro confronti o se effettivamente iniziano ad essere un serio problema per la comunità; se siano un ostacolo alla crescita del paese oppure una risorsa.
Personalmente credo che si debba ancora trovare un giusto equilibrio tra le due cose: loro portano usi e costumi diversi dai nostri e spesso pretendono che siano riconosciuti, noi ci mettiamo su una dura linea di difesa vedendoli come una minaccia alle nostre abitudini, una cultura che ne violenta un'altra, la nostra.
La giusta misura dove sta?
Premetto che abito nei pressi di Verona, città piuttosto bigotta, dove impera ancora una mentalità di estrema destra (per non dire fascista) o peggio ancora Leghista. Nella maggior parte dei casi se chiedi all uomo della strada cosa ne pensa dei numerosi immigrati che si vedono spesso in giro, con una smorfia di disgusto velata di rabbia ti risponderanno che "è una vergogna" oppure " rimandiamoli tutti a casa sti delinquenti" o ancora "spariamo ai gommoni appena si avvicinano alle coste"
Poi però guardi in giro e vedi fabbriche piene di extracomunitari, oppure nelle serre, nei frutteti o nei lavori agricoli in genere la manodopera è quasi tutta loro; quindi mi chiedo che fine farebbe l'economia del nord-est se mancasse tutta questa forza lavoro, puntano il dito contro il marocchino o il rumeno di turno accusandolo di portare malavita e problemi, e poi lo assumono sottopagato e in nero quando gli fa comodo.
Arrivo al dunque: vi chiedo il vostro punto di vista sulla questione, sia sui clandestini sia su coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno; se siamo noi italiani ad essere troppo prevenuti nei loro confronti o se effettivamente iniziano ad essere un serio problema per la comunità; se siano un ostacolo alla crescita del paese oppure una risorsa.
Personalmente credo che si debba ancora trovare un giusto equilibrio tra le due cose: loro portano usi e costumi diversi dai nostri e spesso pretendono che siano riconosciuti, noi ci mettiamo su una dura linea di difesa vedendoli come una minaccia alle nostre abitudini, una cultura che ne violenta un'altra, la nostra.
La giusta misura dove sta?
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