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I consigli letterari di Francesco Tenni.

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  • “Il libro degli antichi misteri”, Reinhard Habeck

    L’autore si occupa di antiche civiltà e misteri della storia; in questo testo ci porta in un avvincente viaggio alla scoperta di luoghi segreti e sconosciuti del nostro pianeta, di civiltà poco note e monumenti arcani le cui origini, provenienza e significato costituiscono ancora oggi un rebus.
    L’autore analizza quei reperti rinvenuti che non rientrano negli schemi ufficiali, mostrando come i nostri antenati erano molto più progrediti di quanto supponiamo. Bisogna riscrivere la storia dell’umanità? E’ necessario dubitare delle teorie esistenti?

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    • “La città del sole”, di Tommaso Campanella

      Contro la tirannide, i sofismi, l’ipocrisia. Ordinamenti perfetti, comunità di beni, benedizione del sesso, religione naturale, poesia di verità e scienza al servizio della società; questa l’utopia del domenicano fra’ Tommaso Campanella, che evitò il rogo toccato a Giordano Bruno fingendosi pazzo, ma non le torture e trent’anni di carcere. Un’utopia che accende un raggio di luce nelle tenebre del 1600, il secolo dell’Inquisizione, mostrando come tutto si può negare agli uomini, tranne la forza della speranza e dell’ideale.

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      • Alle origini del Sant'Uffizio.

        Grazie dell'intervento, Ammiraglio Byrd!

        * Suggeriamo, a chi sia interessato alla nascita della "Santa Inquisizione" ed alla censura libraria e delle idee che percorsero la Storia di tutto il Medioevo occidentale, perdendo forza, poi, verso il XV secolo e riprendendone, in seguito alla Riforma luterana, tramite la Controriforma, i dettami della quale furono sanciti dal Concilio di Trento, il seguente testo, opera di interesse non trascurabile, scritta in uno stile accattivante e scorrevole, frutto del lavoro di una Professoressa di Storia moderna dell'Università degli Studi di Milano:

        - Elena Brambilla, Alle origini del Sant'Uffizio. Penitenza, confessione e giustizia spirituale dal Medioevo al XVI secolo, Il Mulino, Bologna, 2000.

        Appena sarà tecnicamente possibile (appena avrò un po' di disponibilità di tempo), potremo riprendere il "discorso" iniziato sui "poeti maledetti". Invito tutti i lettori, l'Ammiraglio Byrd e L0rd C in primis a scrivere qualcosa sull'argomento e ad introdurre idee e suggerimenti che possano formare terreno fertile per lo sviluppo della discussuione. Saluti calorosi!
        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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        • "La Bibbia al rogo".

          * Sull'argomento della censura libraria e della pura ottica controriformistica della comunità cattolica dopo la Riforma luterana e dopo il Concilio di Trento, proponiamo la lettura del seguente volume, opera di una Storica dell'Università di Parma, che adeguatamente si abbina al testo suggerito antecedentemente. Un libro avvincente, scritto da un'eccellente divulgatrice.

          - Gigliola Fragnito, La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e ivolgarizzamenti della Scrittura (1471-1605), Il Mulino, Bologna, 2001 (1997).
          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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          • Giovanni Pozzi, "La parola dipinta".

            *Non recensirò questo libro straordinario, per l'esatta ragione che è straordinario. Se qualcuno lo ha letto od ha domande al proposito, le scriva. Risponderò volentieri a tutti, inerentemente alle tematiche della poesia visiva, non appena sarà possibile. Aspetto vostri interventi, tutti preziosi.

            - Giovanni Pozzi, La parola dipinta, Adelphi, Milano, 2002.
            Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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            • Marcia Angell, Farma&Co.

              "L'autrice intende smontare il castello di bugie che le multinazionali farmaceutiche producono per occultare la realtà della terza industria più remunerativa del mondo. Con la legge Bayh-Dole, che consente a università e piccole aziende di brevettare il frutto di ricerche finanziate con i soldi dei contribuenti, quando un brevetto scade viene immessa sul mercato un'imitazione del farmaco spacciandola per novità. In questo modo i prezzi dei farmaci rimangono alti, ma non per sostenere la ricerca quanto invece per investire in marketing e organizzare lussuosi congressi medici."

              fonte libreriauniversitaria.it

              L'autrice è stata anche, per un breve periodo, direttrice del New England Journal of Medicine, uno dei giornali più autorevoli nel settore

              - Marcia Angell, Farma&Co., Il Saggiatore, 2006

              Quarta di copertina

              Farmaci di marca e farmaci generici. Farmaci che costano una fortuna. Farmaci che cambiano nome e curano patologie diverse, ma sono esattamente gli stessi. Il Prozac, per esempio, che, colorato di rosso e lavanda, è diventato Sarafem, un rimedio contro la sindrome premestruale a un prezzo tre volte superiore. I farmaci davvero innovativi immessi sul mercato sono sempre meno perché l’obiettivo principale delle aziende è prolungare i brevetti – e gli incassi – di quelli già esistenti. Dagli anni ottanta l’industria farmaceutica è il business più redditizio del mondo, con un fatturato annuo di 400 miliardi di dollari. Nella catena che dai fondi pubblici per la ricerca arriva fino ai medici e ai pazienti, gli interessi si concentrano nelle mani delle Big Pharma, veri colossi del marketing contemporaneo, raffinate macchine da guerra contro la salute dei cittadini. Ricerche e sperimentazioni truccate, sindromi inventate a tavolino come il «disordine di ansia sociale», lo scandalo dei farmaci anti-Aids negati ai paesi del Sud per non perderne il monopolio, medici comprati con sovvenzioni da favola, modifiche «cosmetiche» a farmaci già esistenti, i cui effetti diventano dubbi, se non addirittura pericolosi.

              Che cosa sta succedendo? Come facciamo a sapere se i farmaci che ci vengono prescritti sono efficaci? Come orientarsi nelle nebbie della peggiore declinazione del mercato globale? Ce lo spiega in questo incredibile resoconto Marcia Angell, annoverata dalla rivista Time
              tra le venticinque persone più influenti d’America. Una lettura feroce, magnetica, da cui si esce necessariamente diversi: più forti, più indignati, infinitamente più consapevoli.

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              • Parliamo di Rimbaud?

                A proposito di poeti maledetti, come non parlare di Rimbaud, forse il più “maledetto” di tutti?
                Al di là della poetica, quello che mi ha sempre conquistato di Arthur Rimbaud è tutta la serie di vicissitudini presenti nella sua vita fuori da ogni convenzione e spesso al di là delle normali esperienze.
                Nato nel 1854, genio precocissimo, manifesta già a 16 anni i sintomi di una insofferenza verso ogni istituzione, famiglia, scuola, religione o patria che sia. Fugge più volte da casa, ha una relazione con Verlaine, comincia il proprio vagabondaggio tra esperienze varie, tra cui alcool, droghe, il carcere.
                Si interessa di filosofia, occultismo, alchimia, cabala. Viaggia con Verlaine, infine il loro legame burrascoso termina con il ferimento dello stesso Rimbaud da parte dell’amante con un colpo di pistola.
                La sua opera letteraria è praticamente racchiusa tra il 1870 e il 1874, dopochè decide di non scrivere più; cerca di distruggere i suoi scritti.
                Rimbaud ha sempre rifiutato e rifuggito ogni consuetudine; la sua biografia adolescenziale è ricca di episodi eclatanti e scandalosi, nella seconda fase della sua esistenza si inbarca in una serie di avventure stravaganti e pericolose.
                Si dedica alla pratica di mestieri alquanto avventurosi. Si trova a Marsiglia nel 1875 come scaricatore di porto, mercenario nelle Indie Olandesi nel 1876.
                Nel 1880 arriva in Africa, in Abissinia, dove per una decina di anni diventa mercante e commerciante di armi. Colpito da un cancro al ginocchio, muore nel 1891.
                A me affascina molto, e per le singolarità delle sue vicende, e per l’abbandono alla più sconsiderata sregolatezza dei sensi. Ma sicuramente anche per la carica e la tensione che si avverte nella sua opera.

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                • Grazie!

                  Grazie, Illuskan e grazie, Ammiraglio Byrd, dei vostri interventi preziosi.

                  Quello di Illuskan è molto interessante ed istruttivo, quello dell'Ammiraglio Byrd ottempera (ed ottimamente, come al solito) ad una mia "gentile" richiesta.

                  Appena avrò tempo daremo qualche suggerimento bibliografico su Rimbaud. Aspetto altri vostri auspicati suggerimenti di lettura e discussione.

                  Saluti calorosi!

                  Francesco Tenni
                  Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                  • Giovanni Pozzi, "Sull'orlo del visibile parlare".

                    * Visto che nessuno ha avuto niente da dire sull'argomento della poesia visiva, suggerisco la lettura di un testo (dello stesso Autore) sulla "scrittura" (invisibile) dell' / nell'Arte, un libro eccezionale, sia dal punto di vista iconografico, sia da quello della dottrina dell'Autore. Qualcuno lo ha letto e vuole scrivere qualcosa in proposito? Fatemi sapere.

                    - Giovanni Pozzi, Sull'orlo del visibile parlare, Adelphi, Milano, 1993.
                    Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                    • Publilio Optaziano Porfirio "Carmi" (figurati).

                      * Scrisse bellissimi carmi figurati (inventò i versus intexti, i "versi intessuti") il poeta della tarda Latinità, di epoca costantiniana (IV secolo d. C.), Publilio Optaziano Porfirio. Suggeriamo la lettura dell'edizione seguente, l'unica semplicemente reperibile in commericio, attualmente, testo fruibile anche dai "non addetti ai lavori" e, in molti casi, molto sorprendente:

                      - Publilio Optaziano Porfirio, Carmi, a cura di Giovanni Polara, U.T.E.T., Torino, 2004.
                      Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                      • Edizione critica di Publilio Optaziano Porfirio.

                        * L'edizione critica di riferimento di Publilio Optaziano Porfirio è la seguente, rperibile, più che altro in biblioteche (specialmente universitarie o specializzate):

                        - Giovanni Polara, Publilii Optatiani Porfyrii carmina, 2 volumi (I: Textus, adiecto indice verborum; II: Commentarium criticum et exegeticum), Corpus Paravianum, Paravia, Augustae Taurinorum, 1973.
                        Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                        • Evgenij A. Evtusenko, "Poesie d'amore".

                          * Suggerisco l'unica edizione, a mia conoscenza reperibile in commercio, di testi poetici di un poeta russo contemporaneo di alto valore e di grande spessore, protagonista, insieme a Pasternak, alla Achmatova, a Mandel'stam ed alla Cvietaeva, di una stagione memorabile e tragica della cultura russa ed europea (esiste un'altra edizione minore, sempre della stessa casa editrice):

                          - Evgenij A. Evtusenko, Poesie d'amore, Newton & Compton, Roma, 1989.
                          Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                          • “Ciò che i dottori non dicono”, di Lynne McTaggart

                            L’intento del libro, a detta dell’autrice, è farci diventare “consumatori” ben informati anche nell’ambito della sanità. Grazie a questo libro si possono evitare terapie inutili e pericolose, salvarci dalla malattia “preventiva”, che ci danneggia ancora prima che ci ammaliamo, scoprire i pericoli insiti in molte prassi mediche normalmente accettate e trovare alternative sicure per la diagnosi, la prevenzione e la cura di molte malattie.
                            Il libro, sempre a detta dell’autrice, sfata una delle certezze più solide con le quali siamo cresciuti, che afferma che la medicina moderna è una scienza nobile, basata su ricerche di laboratorio, con prove e riprove accurate; scopre, infatti, la logica spesso tortuosa degli studi della medicina ufficiale.
                            Troppo spesso la medicina non è una scienza, ma un sistema di credenze così radicato che qualsiasi verità che affermi il contrario viene rifiutata come blasfema.
                            “Ciò che i dottori non dicono” è un passo importante per imparare a non seguire ciecamente gli ordini del medico, ma pretendere risposte chiare a ogni nostro dubbio.

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                            • Cesare Pavese, "Le poesie".

                              Grazie, Ammiraglio Byrd, del tuo interessante intervento!

                              * Suggeriamo la lettura del volume seguente, che comprende pressochè tutta la produzione poetica di Cesare Pavese, dalle poesie giovanili, a Lavorare stanca, alle poesie inedite, ai versi netti ed icastici di Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, la raccolta definitiva (uscita, postuma, nel 1951), dello scrittore e poeta originario di Santo Stefano Belbo (Cuneo):

                              - Cesare Pavese, Le poesie, a cura di Mariarosa Masoero, introduzione di Marziano Guglielminetti, Einaudi, Torino, 1998.
                              Sentio, fugit hiems, Zephyrisque moventibus orbem / iam tepet Eurus aquis; sentio, fugit hiems.

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                              • “L’immaginazione della natura”, di Natalie Angier

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