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Quanto siete cattolici?

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  • Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio
    O Socrate.

    Cos'è il male...
    Un concetto arbitrario, di accezione negativa, insito nella mente umana grazie alle magie dell'evoluzione, che segue (anzi, seguiva) una certa corrente comune per il bene di una comunità più o meno grande. Il concetto cambia da solo con l'avanzamento dello zeitgeist morale (che evolve naturalmente con l'avanzamento delle tecnologie e delle relazioni sociali che si possono intrattenere con le altre persone).
    Infatti.
    Ma alla fine, il bene o male, ce lo creiamo noi stessi. E' la società stessa che impone cosa sia giusto o cosa sia sbagliato (e devo dire, che nel corso degli anni, il cristianesimo ha influito non poco sulla societ&#224.

    perchè lo hai detto tu che sei ogni sapiente

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    • Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio
      O Socrate.

      Cos'è il male...
      Un concetto arbitrario, di accezione negativa, insito nella mente umana grazie alle magie dell'evoluzione, che segue (anzi, seguiva) una certa corrente comune per il bene di una comunità più o meno grande. Il concetto cambia da solo con l'avanzamento dello zeitgeist morale (che evolve naturalmente con l'avanzamento delle tecnologie e delle relazioni sociali che si possono intrattenere con le altre persone).
      Dubito che sia così semplice... O meglio che i sentimenti umani mirino all esclusivo bene della comunità.

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      • Originariamente Scritto da Dargil Visualizza Messaggio
        L'ignoranza
        Guarda un po', per me è quanto di più benefico possa esserci.

        A parte tutto, la questione potrebbe andare avanti all'infinito, ma dando buona la risposta di Alby (che tale non &#232, ovvero che "il Male è tutto ciò che è moralmente inaccettabile, ovvero ciò che va contro il buon senso", dovremmo allora asserire che Dio è malvagio o è inetto perchè ha permesso che l'uomo avesse la possibilità di infrangere un regolamento/comportamento moralmente ineccepibile definito "buon senso", evidentemente differente nei tempi e nei luoghi dell'umanità? Inoltre, la grande categoria morale del Male potrebbe ridursi ad un "buon senso" (avvertito) così dispersivo ed etereo, perlopiù principalmente catalogabile come sociologico che metafisico/etico?

        Ma (reductio ad absurdum a parte) ha tutto questo discorso un senso? Che senso hanno di per sè vocaboli come "Dio", "categoria", "Male", "buon senso", etc, di per sè vuoti e soggettivi, ma per i quali costruiamo discorsi e teorie altrettanto vuote e soggettive?
        Davvero, vi manca davvero tanta filosofia d'inizio Novecento, in particolare la filosofia del linguaggio.

        Insomma, la favoletta "se esiste Dio perchè Auschwitz?" (rivisitazione dell'agostiniano "si deus est unde malum?) andava bene appunto ai tempi del santo.

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        • Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
          Dubito che sia così semplice... O meglio che i sentimenti umani mirino all esclusivo bene della comunità.
          All'inizio, miravano al bene della comunità, era un'esigenza evolutiva, e la morale è rimasta, per cosi dire, vestigiale.
          Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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          • Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio
            All'inizio, miravano al bene della comunità, era un'esigenza evolutiva, e la morale è rimasta, per cosi dire, vestigiale.
            Ma seguendo questo ragionamento, l istinto sarebbe il "succo del bene della comunità" o quantomeno del branco....

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            • Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
              Ma seguendo questo ragionamento, l istinto sarebbe il "succo del bene della comunità" o quantomeno del branco....
              L'uomo è un animale sociale, quindi l'istinto e i bisogni si applicano per il benessere collettivo.
              Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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              • Originariamente Scritto da sentinel Visualizza Messaggio
                L'uomo è un animale sociale, quindi l'istinto e i bisogni si applicano per il benessere collettivo.
                L omosessualità e il mangiarsi le unghie? la passione per i grassi saturi? Il preferire le bionde alle more? Ho limitato agli istinti primordiali. Se inizio a parlare di effetto "coro" o di foga non si finisce più. L uomo non lo puoi interpretare con la stessa lente che usi per un branco di cani. In molti ci hanno provato, scontrandosi con la bizzarria e l irrazionalità del "sistema organizzazione sociale".

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                • State confondendo ripetutamente e brutalmente la morale comune con l'etica, che è tutto tranne che arbitraria.

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                  • Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                    State confondendo ripetutamente e brutalmente la morale comune con l'etica, che è tutto tranne che arbitraria.
                    Spiegacelo appunto. Non è il mio campo e non mi raccapezzo bene. Vorrei saperlo da uno che non me lo va a cercare in wikipedia Nemmeno io ho molto chiaro tutto ciò. Insomma, non prendo a schiaffi una persona che mi stà sulle palle, perchè non è umano, perchè sennò mi ingabbiano, perchè capisco che gli farebbe male, o perchè non è elegante e potrebbero additarmi come attaccabrighe? io lo trovo interessante.

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                    • Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                      State confondendo ripetutamente e brutalmente la morale comune con l'etica, che è tutto tranne che arbitraria.
                      L'etica ovviamente non è arbitraria, ma la morale (che io intendo con la concezione personale di ciò che è giusto e sbagliato) lo è. Magari io e te la penseremo allo stesso modo sull'omicidio, o sull'aborto, o sulla pena di morte, o su mille altre tematiche, ma ovviamente non tutti la pensano come me o te; mentre invece l'etica è la branca filosofica che si occupa di stabilire ciò che è morale o immorale, o cosa è la morale. Detto questo, so che l'etica ha influenzato (pur non conoscendola tanto, anzi, quasi per niente) lo zeitgeist morale, e cito l'unico esempio che conosco e quindi potrei dare: l'imperativo di Kant secondo cui un essere razionale non deve essere usato per compiere un fine, nemmeno se il fine è benefico per altri. Ora, questo è qualcosa che (si spera) pensiamo tutti, e continuo a non capire dove avrei confuso etica con morale.
                      Forse quando rimarrà solo sale e terra e le stelle cadranno, ti sentirai a casa.

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                      • Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
                        Spiegacelo appunto. Non è il mio campo e non mi raccapezzo bene. Vorrei saperlo da uno che non me lo va a cercare in wikipedia Nemmeno io ho molto chiaro tutto ciò. Insomma, non prendo a schiaffi una persona che mi stà sulle palle, perchè non è umano, perchè sennò mi ingabbiano, perchè capisco che gli farebbe male, o perchè non è elegante e potrebbero additarmi come attaccabrighe? io lo trovo interessante.
                        Eh, non è una disciplina sintetizzabile su un forum. Il fatto che ci sia un sentimento morale è già una peculiarità che non rende arbitario il senso della questione (chiamiamola empatia in senso humiano o compassione assieme alla Nussbaum). L'etica viene considerata come qualcosa di oggettivo. La divisione sta nel come. Da una parte, a grandi linee ci sono i razionalisti che puntano sul fondare l'etica sulle ragioni. Dall'altra i sentimentalisti che puntano la ricerca in direzione dei sentimenti (spesso in accordo con scoperte cognitive). Questo per quanto riguarda la fondazione attuale. Poi per quanto riguarda i valori ci sono ulteriori divisioni (c'è chi guarda alle conseguenze, c'è chi guarda all'autonomia, c'è chi guarda alla massimizzazione, etc.). Lo studio comunque è molto rigoroso e c'è davvero poco di arbitrario. Qui entra in gioco la mia posizione in merito dunque mi fermo. Rispondendo alla tua domanda: tu puoi non dare uno schiaffo a una persona per diversi motivi, questo è un dato di fatto. Un motivo può essere la denuncia, l'altro la compassione provata come sentimento, l'altro la ragione che ti dice non sia giusto farlo. Ecco, già la denuncia non è una "ragione" morale. Quindi la fondazione si basa o sul sentimento o sulle ragioni, che bada bene possono essere anche le ragioni stesse per cui tu provi tale sentimento (es. il fatto che la persona soffrirebbe). Ho criticato in diverse occasioni i sentimentalisti per avere difeso i sentimenti inserendo "dalla porta del retro" le ragioni nel sentimento.

                        Chiarificato questo passaggio fondativo, ci tengo a dire che è preoccupante vedere zompettare con tale leggerezza su concetti come "bene", "male", "giusto", "sbagliato". Per questo ho detto che mi sembrava di intuire una certa confusione rispetto alla distinzione tra "costume relativo" e "etica". Nell'ultima pagina si è detto con leggerezza che siccome una cosa può essere buona per me e cattiva per un altro allora tutto è relativo. Ma questo non c'entra davvero nulla nè con quanto è giusto e quanto è sbagliato e nemmeno con la discussione. Di fatto se Dio esistesse e se i cattolici avessero ragione, a prescindere dalla preferenze personali ci sarebbe ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Se per tutti fosse bene fare sesso libero e protetto non significherebbe che ciò sia giusto. Significherebbe che tutti sono peccatori. Quello che interessa è semmai vedere se la fondazione di giusto e sbagliato da parte della chiesa sia legittima e corretta. Ma si può davvero fondare una morale universale su una fede? Bhe, ne dubito fortemente

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                        • Anche io, ma il fondare ciò che è giusto o sbagliato universalmente, solo su una fede, presupporrebbe che la morale che ne scaturisce fosse accettata ed applicata da tutti. Dunque perchè porsi problemi quali le conversioni etc? Semmai la fede si pone come chiave di lettura (o meglio più che fede, io mi riferisco un pensiero filosofico particolare che bene o male si identifica in una fase post-vita, dove subiremo le ripercussioni di ciò che facciamo in vita. Mi pare un modo efficace di fare autocritica. Al quale si può aderire o meno ovviamente. Non deve mai essere l unico, ne imposto. Se vedi delle ingenuità nel mio ragionamento, tieni presente che non ho l abitudine (non mi riferisco assolutamente a te) di cercare pillole di sapere in giro su internet, ma preferisco costruire su solide basi.

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                          • Anche io, ma il fondare ciò che è giusto o sbagliato universalmente, solo su una fede, presupporrebbe che la morale che ne scaturisce fosse accettata ed applicata da tutti.
                            Infatti se in bioetica si scopre (come a mio avviso è già stato fatto) che l'aborto fino al terzo mese è legittimo, un cattolico può comunque decidere per fede di portare avanti una gravidanza indesiderata. Però una cosa è appunto la scelta personale, un'altra è la verità morale del fatto. In fondo c'è ancora chi crede al creazionismo, no?

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                            • Originariamente Scritto da IISNT Visualizza Messaggio
                              Infatti se in bioetica si scopre (come a mio avviso è già stato fatto) che l'aborto fino al terzo mese è legittimo, un cattolico può comunque decidere per fede di portare avanti una gravidanza indesiderata. Però una cosa è appunto la scelta personale, un'altra è la verità morale del fatto. In fondo c'è ancora chi crede al creazionismo, no?
                              O ancora chi abortisce sapendo di fare un errore, certo. Però questo è un argomento spinoso. A prescindere dalla bioetica, e a prescindere dal giusto diritto ad abortire, trovo che una "volgarizzazione" di questi momenti, sia pericolosa e controproducente.

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                              • Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
                                O ancora chi abortisce sapendo di fare un errore, certo. Però questo è un argomento spinoso. A prescindere dalla bioetica, e a prescindere dal giusto diritto ad abortire, trovo che una "volgarizzazione" di questi momenti, sia pericolosa e controproducente.
                                La tua preoccupazione è ragionevole e posso essere d'accordo. Ma dipende dalle ragioni alla base. Mi pare che il femminismo mettendo al centro la relazione donna-feto trovi un giusto compromesso tra legalità dell'aborto e non-volgarizzazione. Io comunque spingerei verso un'altra direzione, anche se in effetti la nascita della vita è l'argomento più legittimamente rivendicabile dal femminismo "etico", essendo il corpo della donna soggetto a trasformazione profonda durante la gravidanza. Vabbè, torniamo IT.

                                Secondo me la questione ha da affrontare un'analisi terminologica con conseguenti rivoluzioni. In effetti è strano che un cattolico possa definirsi tale pur distaccandosi dalla chiesa. Si rischia di fare violenza ai concetti e quindi confusione rispetto al cattolicesimo stesso. Ma questo vale anche per i comunisti, per i fascisti, per i mussulmani. Come faccio a dire che sono fascista ma che prendo le distanze da Mussolini? È un bel problema. Dobbiamo stare attenti alle parole. Se uno apre un sondaggio per sapere quanti cattolici ci sono nel mondo e per capire quanto potere abbia la chiesa sulla morale, si avrebbe un risultato falsato nel caso in cui si dichiari cattolico anche chi ama il nuovo testamento ma giudica la chiesa come stupratrice del testo sacro. Le parole sono importanti e bisogna stare attenti nell'attribuirsi l'appartenenza ad un concetto con tante variabili interne (tutte con un grande peso).

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