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17enne uccide madre e sorella: "Non so perchè l'ho fatto!"

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  • #16
    Originariamente Scritto da TheOnlyBest Visualizza Messaggio
    Si può uccidere anche con un carro armato. Ciò non vuol dire che io ritenga giusto regalarli porta a porta per poi addossare la colpa del probabile disastro conseguente a chi ne usufruisce.

    Un'arma da fuoco come il revolver è ben più pericolosa di un coltello, le due cose IMHO non possono esser poste sullo stesso piano. Come dice Sam, un proiettile coinvolge anche in minor misura la coscienza dell'assassino; se quest'ultimo fosse (per esempio) pervaso dall'ira, potrebbe uccidere con maggiore facilità premendo un grilletto rispetto a chi, privo di pistola, sarebbe invece costretto ad infilare una lama con le proprie mani nel petto della vittima.

    Come ho già detto, nel caso in questione il ragazzo pare sia mentalmente disturbato ed il problema va ben oltre il revolver, ma più in generale penso che sia un male poter acquistare armi con una simile libertà.
    Ecco su questo magari si può discutere. Certo non si deve esagerare. Ma le armi da difesa non sono affatto un male. Anche perchè non dimentichiamoci che quando un esigenza non la soddisfa lo stato, ci pensa sempre qualcun altro.

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    • #17
      Dire che le ami non c'entrano ma è tutta colpa della follia o dell'educazione delle persone, o anche semplicemente che si possa derogare la cosa al buon senso, è decisamente riduttivo. Ovvio che le armi devono essere usate da qualcuno, che esistono i coltelli, i veleni, le mazze da baseball .. Il problema è che nessuno di questi mezzi fornisce l'immediatezza dell'arma da fuoco e la facilità con cui si raggiunge lo scopo del gesto, nè la "giusta distanza" che consente la spersonalizzazione dalla vittima nel momento del "raptus" ad un esito letale.
      Quì alcune informazioni interessanti che documentano una relazione diretta fra la diffusione delle armi, la permissività delle leggi e il numero di omicidi rispetto alla popolazione (ovviamente, militari esclusi).
      http://www.ilpost.it/2012/07/21/le-a...-in-5-grafici/
      La ragione di questi risultati è intuitiva ancora prima di essere dimostrata: se posso arrivare a minacciare una persona con un cric per una banale lite per un parcheggio (praticamente all'ordine del giorno anche fra persone apparentemente o almeno convenzionalmente "sane") non è detto che la cosa, fra i medesimi individui, si risolva con una visita al pronto soccorso, se dentro il cruscotto si può raggiungere una pistola.
      http://www.pariopportunita.provincia...lia-parte1.pdf
      Spoiler:
      Anche il mezzo lesivo presenta delle particolarità. L’arma da fuoco è usata nella maggior parte degli omicidi in generale e in misura minore negli omicidi in famiglia. Su questo aspetto si deve ragionare in termini preventivi poiché proprio negli omicidi “di prossimità” non solo il ricorso all’arma da fuoco è comunque tutt’altro che raro, ma fa spesso la differenza fra esito letale e non.
      Come affermano Newton e Zimring [1970], soprattutto negli omicidi domestici,
      “l’omicidio è raramente il risultato di un intento diretto unicamente ad uccidere. Più spesso è un attacco che deriva da un litigio ed è commesso in un momento di rabbia”. Si può uccidere in molti modi, con il vaso da fiori o con il matterello, ma se si aggredisce con un’arma da fuoco le probabilità che “ci scappi il morto” sono maggiori [Merzagora Betsos 2006].
      Saltzman et al. [1992] riportano che il confronto fra esito letale e lesione,
      nell’ambito delle aggressioni in famiglia o fra persone in stretta relazione, dimostrerebbe che l’uso dell’arma da fuoco fa aumentare di 12 volte il rischio di morte. Ciò a maggior ragione se si considera che, come s’è detto, nella gran parte dei casi gli omicidi “di prossimità” sono commessi in momenti di rabbia e frustrazione e non sono il risultato di un’intenzione omicida architettata ed attuata a sangue freddo.
      Il Federal Bureau of Investigation americano (F.B.I.) ha calcolato che le armi per difesa personale tenute in casa hanno sei volte più probabilità di essere usate nell’uccisione, deliberata o accidentale, di parenti ed amici, piuttosto che di servire contro rapinatori o altri malviventi introdottisi nell’abitazione [Drinan 1990].
      Fra i casi Corsera ve n’è uno in cui l’autore dell’omicidio avrebbe voluto colpire una persona con cui era in lite e, invece, uccise per errore il fratello, e un altro in cui il padre sbagliò mira e uccise il figlio.
      Così l’arma da fuoco resta il mezzo lesivo prevalente nelle uccisioni domestiche in molti degli studi italiani (Tab. 5).

      tab. 5 - Omicidi in famiglia con armi da fuoco.
      LUOGO ANNI PERCENTUALE OMICIDI IN FAMIGLIA CON ARMI DA FUOCO
      CUT/ (Tabella)
      Fonte: *Eures; **Corriere della Sera; ***Celesti, Ferretti; ****Giusti, Paoloantonio; *****Giusti, Bifano; ******Lanza; *******Marinelli, Orsini; ********Piacenti, (1) Sentenze Corte d’Assise, (2) Quotidiano “Il Messaggero”.

      L’Eures segnala inoltre che, nel 2004, il 7% degli autori di omicidio in famiglia possedeva regolarmente un’arma per difesa personale, il 3,2% per lavoro, il 6,4% per la caccia.
      In totale il 16,6% degli autori di omicidio in famiglia era in possesso regolare di un’arma da fuoco
      .
      In altre parole, è la facilità d'uso che rende l'arma da fuoco di per sè "socialmente pericolosa" in sè, al netto degli episodi di Criminalità e al di là delle intenzioni aggressive che ovviamente preludono ad episodi dall'esito eufemisticamente "incerto", nè può essere un caso se tanti di questi, conclusi tragicamente, vedono protagonisti autori in qualche modo titolati a trovarsene in possesso, e non certo privati cittadini che decidono di procurarsi lo strumento attraverso vie illegali.
      http://www.pariopportunita.provincia...lia-parte1.pdf
      Spoiler:
      Si segnala una rimarchevole presenza di autori appartenenti alle Forze dell’Ordine o alle Forze Armate, per i quali valgono le constatazioni della disponibilità di armi, del particolare stress a cui possono essere sottoposti, ma anche “la forte caratterizzazione tradizionale degli ambienti militari e di polizia può operare una pressione psicologica indiretta rispetto a fenomeni di disgregazione familiare accettati in misura minore rispetto ad
      altri ambienti” [Eures 2004].

      Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
      Ecco su questo magari si può discutere. Certo non si deve esagerare. Ma le armi da difesa non sono affatto un male. Anche perchè non dimentichiamoci che quando un esigenza non la soddisfa lo stato, ci pensa sempre qualcun altro.
      Delirio .. ovviamente non condivido nemmeno una virgola ..
      Senza musica la vita sarebbe un errore
      Friedrich Nietzsche

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      • #18
        Originariamente Scritto da Andrew Clemence Visualizza Messaggio
        Ecco su questo magari si può discutere. Certo non si deve esagerare. Ma le armi da difesa non sono affatto un male. Anche perchè non dimentichiamoci che quando un esigenza non la soddisfa lo stato, ci pensa sempre qualcun altro.
        Ma in base a questo ragionamento bisognerebbe rendere legale la vendita di QUALSIASI merce tuttora illegale ma reperibile nel mercato nero. È un discorso IMHO abbastanza ingenuo. Lo Stato vietando il libero commercio delle armi fa il suo dovere, la soluzione al problema da te sollevato dovrebbe essere un controllo più serrato piuttosto.

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