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quando incornava su una cosa, non c'erano santi...

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  • quando incornava su una cosa, non c'erano santi...

    ...i più attenti, o i più fanatici forse mi avranno già capito. parlo del commissario montalbano, com'è stato descritto dal suo stesso autore, andrea camilleri. lo spaccato di una sicilia attraverso la visione alquanto "alternativa" del commissario. forse qualcuno di voi l'avrà già visto in tv.
    perchè, dico, perchè fermarsi alla tv? leggete. e ve ne do almeno tre buone ragioni
    1)le descrizioni del "ciriveddro" di montalbano sono molto più particolareggiate rispetto al film, per ovvi motivi. per entrare dunque nel personaggio la lettura è indispensabile
    2)il siciliano. forse è una ragione stupida. però vedere un libro interamente scritto in un misto di dialetto e italiano mi fa venire le stelline d'idolatria agli occhi, come negli anime. così la storia scorre molto meglio
    3)alberto sironi, il regista della serie tv, non rispetta perfettamente ciò che camilleri scrive. con questo non voglio sminuire il suo lavoro, anzi, rimane comunque un grandissimo, i film sono di un'immediatezza unica. ma perchè non verificare anche ciò che la "mente pensante e creatrice" di montalbano ha realmente scritto?

    giusto per chiudere, zingaretti è veramente un grande
    ...nata in un posto sbagliato, nel momento sbagliato. già sospettavo di essere uno di quei figli cambiati. questo mondo, questa famiglia che si diceva mia, in realtà non lo era. nessuno mi capiva...e nessuno m'aiutava.

  • #2
    Questo post mi offre il fianco per commentare Camilleri come uno scrittore sopraffino. A mio parere il suo utilizzo di una lingua mezzo italiana mezzo dialettale (oserei definirlo un sicialiano italianizzato) è geniale. A questo unisce uno stile ironico e coinvolgente. Il bello è che non ho ancora letto un romanzo della serie di Montalbano. Ho letto le due raccolte di racconti ("Un mese con Montalbano" e "Gli arancini di Montalbano") e un romanzo non dedicato a questo personaggio: "La concessione del telefono". Lo consiglio a tutti, molto bello, molto "siciliano". Concluderei: molto pirandelliano.
    Gran Maestro dell'Ordine del Tempio

    Novizio della scuola clericale

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    • #3
      descrivi il termine "pirandelliano"

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      • #4
        Reietto, mi chiedi un trattato di filosofia, atropologia e letteratura.
        Cercherò di essere breve...
        Pirandello è uno dei grandi maestri della Letteratura italiana. La chiave di quasi ogni suo scritto riguarda l'identità del singolo. Per Pirandello il singolo non ha una sola indentità, ma magari due o addirittura tantissime, a seconda di chi si incontra. Questo porta all'estrema conseguenza che l'identità scompare, si relativizza a tal punto da volatilizzarsi nel nulla.
        A questo punto non mi resta che consigliare a tutti di leggere Pirandello, che ha espresso questi mirabili concetti in romanzi, racconti ed opere teatrali, con una ironia insuperabile.
        Sono d'obbligo: "Il fu Mattia Pascal", "Uno, nessuno, centomila", "Sei personaggi in cerca d'autore". I racconti sono stupendi, consiglio: "L'uomo dal fiore in bocca".
        Gran Maestro dell'Ordine del Tempio

        Novizio della scuola clericale

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        • #5
          consiglierei un piccolo confronto con alcuni dei grandi scrittori siciliani: pirandello, verga, sciascia. sicilie diverse ma pur sempre stupefacenti...mondi così vicini eppure opposti, storie simili e così diverse...
          ...nata in un posto sbagliato, nel momento sbagliato. già sospettavo di essere uno di quei figli cambiati. questo mondo, questa famiglia che si diceva mia, in realtà non lo era. nessuno mi capiva...e nessuno m'aiutava.

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