Ciao a tutti...come promesso dal nostro impareggiabile Derfel, eccoci pronti a nominare il vincitore di questo primo "Concorso di scrittura".
Sul piano personale, vorrei ringraziarvi per aver partecipato. Leggere i vostri racconti è stato molto interessante,in qualche caso emozionante, sicuramente costruttivo. Quindi, a prescindere da chi è emerso vincitore da questo "giro di prova" - a cui,spero,seguiranno molte altre iniziative similari - i miei più sentiti complimenti a tutti.
Ed ora,vediamo chi ha vinto. Sul piano morale,per Derfel,VNSMatrix e me, siete tutti vincitori.Anzi,siamo.
Su un piano strettamente tecnico,invece,c'e' una interessantissima situazione di parità. I tre giurati (!), dichiarano infatti vincitori ex aequo :
CLAW
e
KAIOHSHIN87
A voi i più sentiti complimenti per le vostre creazioni. Bravi,davvero!
Lascio ora la parola al vero responsabile di questa bellissima iniziativa, il nostro Derfel Nazionale...!
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Gara di scrittura - Racconto breve
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Entro due giorni posteremo chi è il vincitore di questo primo bando
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Okay ragazzi, non per rompere le scatole a nessuno, ma già da tre giorni ormai nessuno posta più, e secondo me chi lo voleva fare lo ha fatto...
A quando i primi giudizi? O magari le prime impressioni?...
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Sentite Questa:il Piccolo Suonatore Di Violino,nathan,rimane Orfano E Viene Mandato Nel Collegio Di Londra Che E Diretto Dalla Signora Martinez E Dal Fratello Buska.l'istituto Accoglie Una Dozzina Di Ragazzi E Ragazze Di Diversa Eta La Signora Martinez Spacciava Droga In Un Vicolo Vicino Al Collegio, Nathan La Vise E Avverti Il Fratello Della Signora Martinez Che Prese Una Pistola E Uccise Il Povero Nathan. Molti Bambini Erano Stati Uccisi Scoprendo Il Segreto Ma Lui Riusci A Dirlo A Il Suo Amico Bob Che Lo Disse Alla Polizia Che Arrestarono I Due Spacciatori.
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Di nuovo,i miei complimenti a tutti...leggo i vostri scritti con molto interesse.
Siete molto bravi...decidere un vincitore sarà davvero difficile.Continuate così,mes amis!
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Joe
“Mi chiamo Joe, e oggi mi sento strano.
Il cuore mi batte in modo irregolare, la vista a tratti mi si appanna. Ronzio nelle orecchie. Qualcosa mi infastidisce. Che mi starà succedendo?
E’ iniziato tutto ieri sera. Nel laboratorio di cibernetica dove lavoro è arrivata la nuova assistente del professore. Ci siamo guardati e qualcosa dentro di me si è incrinato. Mi ha detto “Ciao, mi chiamo Juliet!” e da quel momento il mondo non si chiama più mondo, si chiama Juliet. Stanotte non ho dormito e vedevo la sua faccia ovunque: al posto della Madonna appesa sul mio letto, galleggiante sulla camomilla nella tazza, riflessa nello specchio del bagno. E tutto questo è a dir poco strano! Io sono sempre così impassibile! Non ho mai provato nulla…è da quando successe l’incidente che uccise i miei genitori che non provo più nulla. Questa cosa me l’ha detta il professore perché io non ricordo niente. Lui mi prese con sé e passo la mia vita qui dentro, tra circuiti e robot…nessuna emozione…né gioie, né dolori. Eppure adesso è diverso. Lei mi sta facendo sentire come non mai, mi ascolto mentre ripeto il suo nome come un disco incantato, e più passano le ore più i miei riflessi rallentano, più la penso più sento scogliersi qualcosa dentro la mia testa, più non la vedo più la vorrei accanto, più…”. All’improvviso gli occhi di Joe caddero a terra rimbalzando, la testa si inclinò sulla sua spalla, la bocca si spalancò di colpo e un filo di fumo cominciò a uscirgli dalle orecchie. Lui non poteva saperlo, ma Joe mK425, il più sofisticato robot del professore, non era stato programmato per l’amore.
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Gorgon
Ci avevo pensato a scrivere una storia più vasta tipo romanzo però non ho tutto questo tempo per farlo.
Comunque penso di poterci lavorare soprattutto per quanto riguarda il terzo racconto che credo si presti di più ad ampliamenti.
Comunque grazie
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Originariamente Scritto da Derfel Visualizza MessaggioNon supera le 500 parole, quindi se vuoi hai la possibilità di postare di nuovo, dico questo premettendo che il racconto è molto profondo e bello.
Seconda parte...
Ero insieme al mio plotone su quell'aereo...
sentivo i miei compagni mormorare qualcosa ma io non li stavo ad ascoltare.
Cercavo solamente di soffocare la paura che avevo in corpo...
pensavo ad un amico che mi disse che morire per la patria e il più grande sacrificio che si può fare per chi si ama.
I piloti continuavano a ripetere "Dio salvi la regina".
Forse per amor di patria o forse perchè erano terrorizzati alla minima idea di essere uccisi dai tedeschi.
Atterammo...
Ci muovemmo silenziosamente come gatti per non farci scoprire.
Era notte,la foresta dormiva avvolta in una gelida brezza che mi faceva tremare,il capitano ci fece fermare per elaborare una strategia.
Una strategia che secondo alcuni non avrebbe funzionato,quando sentì quelle parole mi salì il cuore in gola.
mori alla sola idea di lasciare sola mia sorella minore Lizzie e tutta la mia famiglia ci ritrovammo nascosti davanti ad un gigantesco bunker...
ed è allora che scattò in me quella grinta che io chiamo coraggio presi il mio fucile e andai all'assalto entrai nel bunker ed e allora che il mio coraggio sparì
vidi due poveri bambini innocenti sgozzati,quando li vidi iniziai a piangere e a ribollire di rabbia sgozzai quei due tedeschi come loro avevano sgozzato quei poveri pargoli,presi il fucile e sparai contro quei cani assassini facendogli male
come loro fecero male alla povera gente.
Quando ebbi finito continuai a piangere i miei compagni vennero a sostenermi ma non c'è la fecero.
ancoa oggi ricordo quei momenti sembrava che avessi ancora in mano il fucile,rovente come le fiamme del'inferno che avevo provocato.
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Veramente complimenti a Michele Longobardi
Michele penso seriamente che se alla 1° e alla 3° storia riuscissi a metterci dietro una trama più vasta e magari anche unirle tra loro (se è nelle tue intenzioni) potresti tirarci fuori un gran bel romanzo dell'horror, ami scrivere, si vede, questo è un dono che non butterei, prendilo, fallo tuo e sfruttalo per diventare un giorno un grande scrittore
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Originariamente Scritto da Harry Jones Junior Visualizza MessaggioOperazione "Overlord" Come l'ho vista io
Eravamo pronti a sbarcare sulle coste della spiaggia Omaha,mi sentivo lo stomaco in subbuglio sembrava che stessi morendo ancor prima di finire sotto le bombe ero stanco impaurito spaesato.
Appena sbarcai tutto finì.
Vedevo i miei compagni morire sotto i proiettili e quando venni colpito realizzai che era la fine...quando mi risvegliai mi trovai con un braccio solo in mezzo ai cadaveri dei miei compagni e dei miei amici sentivo che il cuore aveva smesso di battere e che ero in stato di shock avevo ancora il fucile vicino completamente rotto...
vidi il mio capitano senza le gambe e senza una mano ci muovemmo,e alla fine vedemmo gli inglesi arrivare.
Alla fine della guerra mi fù data la croce della normandia,data solo ai veterani di quel triste giorno,da un lato sentivo che ero felice di essere sopravvissuto dall'altro ero morto dentro ricordando ancora quei cadaveri vicino a me
Quando me ne andai con la medaglia via dal palco realizzai seriamente che era la fine di quei tristi momenti...
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Originariamente Scritto da lucifero la leggenda Visualizza Messaggioma possiamo postare anche più di un unico racconto ????Devo parlare prima con Alenet.
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Operazione "Overlord" Come l'ho vista io
Eravamo pronti a sbarcare sulle coste della spiaggia Omaha,mi sentivo lo stomaco in subbuglio sembrava che stessi morendo ancor prima di finire sotto le bombe ero stanco impaurito spaesato.
Appena sbarcai tutto finì.
Vedevo i miei compagni morire sotto i proiettili e quando venni colpito realizzai che era la fine...quando mi risvegliai mi trovai con un braccio solo in mezzo ai cadaveri dei miei compagni e dei miei amici sentivo che il cuore aveva smesso di battere e che ero in stato di shock avevo ancora il fucile vicino completamente rotto...
vidi il mio capitano senza le gambe e senza una mano ci muovemmo,e alla fine vedemmo gli inglesi arrivare.
Alla fine della guerra mi fù data la croce della normandia,data solo ai veterani di quel triste giorno,da un lato sentivo che ero felice di essere sopravvissuto dall'altro ero morto dentro ricordando ancora quei cadaveri vicino a me
Quando me ne andai con la medaglia via dal palco realizzai seriamente che era la fine di quei tristi momenti...
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Originariamente Scritto da Derfel Visualizza MessaggioScrivi molto bene, complimenti, la storia è davvero bella, presto forse posterò qualcosa d'altro
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Seconda parte
Ogni giorno avveniva un omicidio da tutte e due le parti tanto che ormai i notiziari e i giornali parlavano quasi sempre di questa guerra. Io cercavo di non partecipare perché già avevo molto rimorso per il fatto della droga e delle armi e non volevo avere anche un omicidio sulla coscienza, ma il destino non sempre ci asseconda e ti può mettere in mezzo a situazioni a cui uno non vuole partecipare.
Stavo uscendo da casa insieme a qualcuno della gang per andare a prendere delle armi quando alcuni dei “Torturatori” ci attaccarono. Iniziò una sparatoia molto lunga dove uccisi un uomo e quando arrivò la polizia e per la paura sparai a un poliziotto e uccisi pure lui.
Mi arrestarono ed era esattamente 3 anni fa ed avevo solo 24 anni e domani morirò a 27 anni…………una vita fin troppo breve ma almeno potrò mettermi l’ anima in pace se Dio mi perdonerà e mi farà entrare in paradiso se no non fa niente me lo sono meritato l’ inferno e non credo che sarà peggiore del ghetto da cui provengo.
Buona notte
13 Ottobre 1996
In questi momenti in cui sto scrivendo sono le mie ultime ore di vita e vorrei dire una cosa:
il mio ultimo desiderio sarà la lettura di questo breve resoconto della mia vita, faccio questo per 2 motivi: il primo perché questo spero che servirà alla gente a capire che chi vive nel ghetto ha mille problemi che devono essere risolti, il secondo è per far capire ai ragazzi che vivono nel ghetto che è meglio studiare e lavorare invece che entrare nelle gang criminale perché anche se danno parecchi soldi alla fine c’è il rischio di morire o di essere condannato a morte proprio come è successo a me…………vi prego datemi ascolto figli del ghetto seguite questo consiglio perché io vi capisco ma alla fine c’è sempre una via d’ uscita onesta questo è un consiglio che vi dà uno come voi “uno dei tanti figli del ghetto”
Addio e buona fortunaLast edited by Dante_mc1; 14 ottobre 2006, 20:10.
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questo è il mio racconto vi prego sl di nn essere troppo cattivi con i commenti
Uno dei tanti figli del ghetto
12 Ottobre 1996
Mi chiamo Alejandro Rodriguez ma nel mio quartiere ero conosciuto come “Il Cane” per la mia passione verso i pitbull. Sono finito in carcere per l’ omicidio di uomo che apparteneva alla gang dei “Torturatori”, rivali della gang di cui facevo parte, e per questo sono stato condannato a morte.
Oggi è il mio ultimo giorno di vita è vorrei scrivere su questo diario un breve resoconto della mia vita fino a quando mi hanno incarcerato.
Sono il primogenito di 5 figli di una famiglia di portoricani. I miei genitori hanno sempre voluto che non crescessi come molti ragazzi del mio quartiere che si davano alla delinquenza, allora mi sostenerono sempre negli studi e finite le medie riuscì a entrare in un college.
Decisi di seguire i corsi di storia antica perché era una materia che mi affascinava ed ero uno dei migliori della classe………ricordo ancora i volti contenti dei miei genitori hanno saputo dai miei professori che avevo un futuro come storico. Comunque è meglio lasciar perdere i ricordi, per sicurezza mi iscrisse anche alla squadra di basket della scuola e anche là i risultati non tardarono a venire: a 17 anni riuscì a diventare l’ MVP e battemmo i campioni in carica.
Ero al settimo cielo, a scuola venivo considerato un mito e le ragazze mi corteggiavano, era veramente il periodo più felice della mia giovinezza ma ero anche troppo ingenuo e non capì che la fama non porta solo gloria ma anche l’ invidia di molta gente. Un giorno una ragazza che faceva parte del mio stesso corso mi chiese se volevo fidanzarmi con lei e io accettai, ma questa cosa non andò giù al suo ex che insieme a un suo gruppo di amici incominciò insultarmi sul fatto che ero di origine portoricane. La situazione era insopportabile ma io cercavo di resiste perché non volevo essere espulso da scuola. Purtroppo però un giorno vennero dei miei amici a sentire come andava a scuola. Il mio rivale vedendoli si mise insieme al suo gruppo ad attaccar briga con noi.
Per un po’ sopportammo ma quando ci chiamo a tutti: “bastardi figli di sporche puttane portoricane” scoppiò la nostra rabbia e li pestammo a sangue. Ovviamente la colpa venne data a me visto che io ero solo un portoricano povero che veniva da un ghetto e loro invece erano di ricca famiglia e quindi tutte le loro provocazioni e offese razziali vennero cancellate.
Avevo solo 18 anni e non me la sentivo di ritornare a casa perché non volevo vedere la delusione nel volto dei miei genitori. Comprai insieme a 2 amici uno squallido appartamento di soli 25 metri quadri. Nonostante tutti e 3 avevamo più di un lavoro non riuscivamo a guadagnare abbastanza per pagare le bollette, per questo motivo uno dei miei due amici entrò in una gang. Con lo spaccio di crack guadagnava molto e quando ci offrì di entrare nella gang anche a noi 2 accettammo.
All’ inizio ci vennero dati lavori semplici come controllare quando la polizia passava in ricognizione ma ben presto arrivarono i lavori più duri e più proficui.
Iniziai a spacciare per strada e ogni tanto riscuotevo dei debiti che avevano alcune persone con i nostri capi. Sapevo che era sbagliato ciò che facevo ma almeno riuscivo a guadagnare abbastanza soldi da permettermi una casa decente e aiutare economicamente la mia famiglia (576).
Poco per volta mi feci una fama e allora i pezzi grossi della mia banda decisero che mi spettava un lavoro più importante e cosi finì nel traffico di arma. Guadagnavo parecchio e alla fine mi trasferì in un quartiere ricco. Mi sembrava il paradiso: avevo soldi, donne e il benessere per la mia famiglia, ogni tanto quando sentivo al Tg che nel mio quartiere avveniva un omicidio la mia coscienza usciva fuori ma la mettevo subito a tacere pensando che se volevo avere un tenore di vita normale dovevo fare per forza queste cose.
Il traffico aumentò e io pensai che era una buona cosa per i miei affari ma non fu cosi perché in quel periodo iniziò la nostra rivalità con i “Torturatori”.
Anche loro volevano il controllo del traffico d’ armi e perciò iniziammo una sanguinosa faida
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