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Gara di scrittura - Racconto breve

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  • #61
    Originariamente Scritto da lucifero la leggenda Visualizza Messaggio
    Per quanto apprezzi che me lo faccia notare perché nella mia ingenuità sono... ingenuo, ti chiedo cortesemente di evitare la frase "mi meraviglio di te" grazie.
    Non era mia intenzione urtare la tua sensibilità con quella frase, voleva solo rappresentare il mio stupore.....ma sinceramente non capisco perchè la ritieni offensiva o quantomeno da evitare......
    Per quanto riguarda l'utente John Petrucci (ex Jimi Hendrix poi bannato), gli altri utenti che lo conoscono possono confermare che si tratta di un truzzo della peggior specie.
    sigpic
    Originariamente Scritto da ezio.auditore
    le proteine animali fanno male al corpo umano, inacidisce il sangue
    last.fm

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    • #62
      Originariamente Scritto da lucifero la leggenda Visualizza Messaggio
      .

      Per VedovaNera: anche tu avresti dovuto partecipare quando fu deciso di fare questa gara. Ha dell'incredibile che nelle tue mani qualcosa di semplice diventi affascinante.
      beh, si potrebbe sempre riproporre la gara
      "il destino ti verrà a cercare"

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      • #63
        Complimenti alla Dolce VedovaNera....riesce sempre ad esprimere con le parole cio che esattamente prova in determinati momenti della sua giornata in rapporto sempre a tutto cio che vive!! SEI UNICA!!
        sigpic
        http://blog.libero.it/osiris2/view.php?
        http://blog.libero.it/osiris/view.php?

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        • #64
          Partecipo con questo breve (anzi, molto lungo in vero, perdonatemi) racconto, ispirato da una benefica (o malefica, a scelta) follia.
          LA STORIA DI HERBERT

          <<Insomma Herbert, hai 17 anni, non puoi considerare inferiori i tuoi coetanei per il sol fatto che leggono storie d’amore adolescenziali, sappi che ogni libro ha un significato!>>
          <<Ma madre,>> rispose il ragazzo, <<cosa c’entra la mia età col disprezzo che nutro nei confronti di questi stupidi animali? Sono persone superficiali, che sguazzano con piacere nella futilità, che si aggrappano ad inutili amori, passioni carnali animalesche.>>
          La genitrice ebbe un sussulto, si sentiva a disagio dopo aver udito le parole del figlio, era disperata e non tollerava la diversa concezione della vita che aveva il ragazzo.
          <<Non ci siamo Herbert, questa sera verrà a prenderti F., tua cugina, ti porterà in discoteca, voglio che tu capisca cosa significa stare con gli altri.>>
          Herbert aggrottò le sopracciglia e si alzò con garbo dalla sedia su cui, fino a pochi secondi prima, era seduto; una sedia giallognola, scricchiolante, fatiscente, una sedia vissuta, saggia, una base ferrea su cui appoggiare saldi principi di conoscenza.
          Si alzò dunque, e, camminando pensieroso per la cucina asserì ciò che pensava, con tranquillità, mantenendo la calma più composta: <<Ti ripeto, madre, non riesco a sopportare in nessun caso di stare insieme ad adolescenti inclini all’edonismo più sfrenato, e mi dolgo infinitamente di condividere con loro una serata annoiante e straziante; la discoteca è un ritrovo di numerosissimi giovani, il che significa immenso fastidio da parte mia; proprio non riesco a sopportare tutta questa bassezza morale, non vi riesco, mi spiace.
          Sarebbe giusto se ti obbligassi a far qualcosa che non ti piace?>>
          La madre assunse dunque uno sguardo più deciso, e non sapendo come confutare o almeno rispondere alla domanda di Herbert, esclamò con voce spenta ma dura al contempo: << Così non va bene Herbert. Tu questa stessa sera andrai in discoteca e ti assicuro che ti divertirai.>>

          Poche ore dopo giunse F., la cugina di Herbert, una ragazzina di 19 anni, sfrontata, sfacciata.
          Scese dalla Ford Fiesta nera riponendo delicatamente sul sedile anteriore la bandiera dell’anarchia che aveva acquistato poche ore prima presso una fiera.
          Si diresse con la tipica baldanza giovanile alle porte della casa del cugino, e con il volto di chi aveva appena vinto una contesa si rivolse ad Herbert, accennandogli di avvicinarsi all’uscio, con lo sguardo di chi si rivolge al proprio cagnolino, o ad un bimbo di 4 anni.
          Herbert fu costretto ad andare; avrebbe potuto non accettare, ma una malsana congettura si impossessò di lui, facendo in modo che il ragazzo salisse a bordo dell’auto.
          F. avviò il veicolo, mentre ghignava nel vedere Herbert intento a leggere un libro di Schopenhauer, e rideva come se si trovasse di fronte un piccolo cagnetto atto a morsicarsi la coda, o ad esser partecipe di buffe facezie.
          <<Cambio di programma>>, disse F.,<<non si va in disco stasera.>>
          Herbert ebbe un sospiro di sollievo, fin quando non udì le seguenti parole della cugina.
          <<Passo a prendere Marta e Ale e poi andiamo al Costa, ci facciamo un superalcolico e poi andiamo a ballare.>>
          Le parole della ragazzina furono emesse con un tono coatto, giovanile, adolescenziale, tanto fastidioso e irritante da smuovere l’animo di Herbert al quale per un istante prudettero le mani.
          F. gettò nel sedile anteriore anche il libro d’amore che intralciava la sua improponibile guida, mentre da lontano si intravedevano Marta e Alessia, le sue amiche.
          Dopo averle fatte salire ebbe luogo una piacevole discussione.
          <<Come va Ale?>> domandò F., <<male.>> rispose la coetanea con una lacrima sul volto.
          F. arrestò il veicolo e si mise a consolare l’amica, chiedendole cosa fosse accaduto; anche Herbert si voltò disperato, temeva che fosse successo qualcosa di grave ai genitori della ragazza, pensava che fossero morti in un incidente d’auto. Non era proprio così.
          <<Andre mi ha lasciato>>, urlò Marta rendendo aperta la pronuncia della “e” di Andre, che normalmente è chiusa; il che conferiva all’aborto espressivo un maggior influsso adolescenziale.
          Herbert abbassò le palpebre sdegnato e voltandosi suggerì alla cugina di ripartire, in quanto non poteva sopportare le patetiche crisi di una grassottella e paffuta ragazzetta di quartiere.
          Ma lo fece ad alta voce, sicché furono brusche le risposte delle altre adolescenti:
          <<Sei solo un ragazzino sfigato tu!>> disse Alessia, <<Si, uno sfigato che non conosce l’amore!>> ribadì F.; ma fu Marta a pronunciare la frase che più infastidì Herbert: <<lasciatelo stare, ha solo 17 anni, cosa volete che ne sappia della vita? Non sa quali sono le circostanze orribili in cui ci troviamo, non conosce le disgrazie che possono accadere.>> e scoppiò nuovamente in lacrime.
          Herbert allora si adirò e rispose a tono: <<Ah si? Essere “lasciata” da un corpo fatto di carne, ossa e puzzolenti componenti organiche è una tragedia di vitale importanza?>>
          Le ragazze lo misero a tacere gettando fuori dal finestrino il libro di filosofia che il diciassettenne stava leggendo fino a poco tempo prima, di modo che fosse costretto ad andarlo a prendere.
          Dopo pochi minuti F. ripartì, non prima di aver fissato con espressione seccata, il cugino, che intanto aveva ripreso la sua lettura.
          Arrivarono al locale, ma quando Herbert si rifiutò di scendere F. lo condusse di peso all’interno dell’ubicazione, che peraltro era un orribile ritrovo di adolescenti profumati, ammiccanti e presi da rivoltanti istinti animaleschi, atti a ostentare la propria capacità di congiungere i visi in legami ben poco decorosi.
          Herbert si sentì scorrere qualcosa di losco nelle proprie vene, già attendeva l’ora in cui dar sfogo ai propri pensieri.
          D’un tratto interruppe le indecenti danze ed esclamò a gran voce: <<Ma guardatevi! Non siete altro che animali intenti a scambiarvi fetida saliva, esseri insignificanti, edonisti sfrenati, bisognosi di socialità prima ancora che del nutrimento, obnubilati da istinti degni del più lardoso e sporco maiale; i porci a confronto sono entità divine!.>>
          Subito si scatenò contro il povero Herbert la furia di un esemplare maschile, tatuato sul collo e avente un pircing sulla lingua e sulle sopracciglia, accuratamente tagliate a righe secondo una moda piuttosto gettonata.
          Era palestrato, dunque fu molto possente ed efficace il destro che atterrì il giovane filosofo, sotto gli occhi della cugina F. e delle amiche, che ghignarono.
          Gli altri giovani lo legarono stretto ad un palo e gli tiravano le torte in faccia, torte al cioccolato, alla crema, alla banana persino, deridendolo e proseguendo con danze sfrenate e baci privi di ogni traccia di razionalità.
          Anche la cugina e le amiche parteciparono al vergognoso atto, non prima di aver bruciato il libro di Schopenhauer che si trovava nella tasca destra del pantalone di Herbert, indumento che poi fu lacerato.
          Come diavoli scalmanati sputarono sul testo filosofico ed emettendo strani grugniti vi saltavano sopra, ignorando le fiamme; intanto ridevano ostentando la propria presunta superiorità ai danni del giovane.
          Al termine della serata Herbert fu ricondotto in auto, avvolto in un vecchio giornale, onde evitare che l’automobile della cugina fosse imbrattata. Era stato umiliato, condotto controvoglia in un luogo di bestie dannate, e mutato interiormente; Herbert era cambiato, un intento malvagio si incarnò nel suo corpo.
          Già prima di essere colpito e legato aveva avuto l’ardire di porre del sonnifero nei bicchieri della cugina e delle sue amiche, cosicché lentamente si addormentarono, senza causare, peraltro, alcun danno agli altri veicoli transitanti sulla strada.
          La macchina decelerò lentamente ed Herbert spinse fuori i pesanti corpi delle adolescenti; le legò ad un palo con la corda che lo aveva stretto un’ora prima, ricevuta in dono dai membri del pub in gesto di scherno.
          Attese qualche ora e quando le ragazzine si svegliarono potè agire: con un sorriso afferrò un martello della lunghezza di 150 cm che casualmente si trovava a pochi metri della vettura e dopo una giravolta colpì la testa di Marta, facendola scoppiare. Rise il ragazzo, rise! Era davvero felice.
          Aveva avuto la sua vendetta, ora si che amava stare con gli altri!
          Era la volta di Alessia; la issò sul palo, ponendole nei risvolti volutamente scollati del top un crotalo adamantino gigante di terra australiana, che inspiegabilmente strisciava a lato.
          Questi morse un seno della ragazza, la quale vomitò dolorosamente il cocktail che aveva bevuto controvoglia tre ore prima; l’aveva bevuto al solo scopo di farsi notare dai ragazzi del posto.
          Morì anch’essa.
          Fu infine la volta di F., la cugina sfacciata; per lei Herbert decise una punizione meno disumana.
          Afferrò il libro d’amore giovanile che si trovava sul sedile anteriore e lo infilò in gola alla cugina, tentando di soffocarla, poi prese un paletto già (casualmente) levigato ed era pronto a piantarglielo sulla fronte, fin quando il suo odio non cessò, e la calma si rimpossessò di nuovo del mite ragazzo, ormai deciso a disinteressarsi più che mai della massa giovanile con cui malauguratamente aveva avuto a che fare, quella sera; purtroppo i soccorsi arrivarono tardi, ed anche F. morì, per soffocamento.
          Il giovane Herbert tornò a casa con espressione tranquilla, rilassata, e prima di dirigersi nella stanza da letto incrociò la madre in corridoio, che gli domandò: <<Allora, ti sei divertito Herbert?>>
          E il ragazzo rispose più fiero che mai: <<Si, madre, mai come questa sera.>>

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          • #65
            Si puo ancora postare? Se la risposta &#232; si, posto il mio:

            Come svegliatosi da un sogno, lui si guard&#242; attorno e vedendo che non c'era nessuno, per la prima volta nella sua vita lui ebbe paura, paura di essere solo... non sapeva perch&#232; tutti lo avessero abbandonato. L'uomo aveva l'aria affannata, come c'&#232; l'ha qualcuno che si ferma di colpo dopo una lunga corsa... cercava di capire cosa avesse fatto di sbagliato, quale brutta azione aveva mandato in collera ler persone che un tempo gli volevano bene. Nella sua mente non trov&#242; niente, ne un cattivo ricordo ne uno altrettanto buono: niente... in quel momento si trovava nel vuoto, il vuoto che porta il piu lucido degli uomini ai confini della pazzia e della disperazione. L'unica cosa che gli teneva compagnia era il malinconico suono del vento che faceva eco in quello spazio buio e sconfinato. L'uomo si tormentava, struggeva se stesso, l'unica sensazione che provava era la paura ma stranamente non riusciva a piangere perch&#232; era come se non avesse un'anima per farlo... allora il povero uomo cap&#236;, all'improvviso tutto gli fu chiaro, e quando si accorse del suo errore neanche il vento gli fece piu compagnia e rimase nel buio totale, e quando accade ci&#242; l'uomo si penti amaramente, come lo fa una persona dopo aver commesso un qualcosa di terribilmente tragico.... s&#236;..... se l'era ricordato che la sua vita era stata del tutto....... priva di speranze...... priva di una qualsivoglia ambizione o ispirazione, allora l'uomo disperatamente cerc&#242; di rimediare al suo grave errore, ma era troppo tardi e lui lo sapeva, perch&#232;................... era morto.

            EDIT: ho appena scoperto che non c'&#232; la gara <.<"
            Last edited by Pedro92; 21 August 2007, 17:26.

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            • #66
              Vivere!

              Cosa c'è di più bello che vivere? Vivere come sto facendo adesso, leggere un libro di quasi 200 pagine in circa due ore, piangere e sussultare, di sorridere, di avere gli occhi che bruciano, il nodo allo stomaco, la mente intorpidita, il cel quasi scarico, quasi l'una di notte e sveglia alle 6... e correre e travolgersi, fare tardi al lavoro e storcere gli occhi e le labbra ad ogni noia quotidiana. Guardarsi intorno e vedere il disordine, il pc spento, i calzini rotti, i jeans strappati, le labbra aride, la stanchezza delle membra e la voglia di vomitare.
              Voglia di scappare, voglia di avere un figlio, voglia che la notte non finisca mai, voglia di te amore mio, voglia del sorriso di mia nonna, voglia di gelato, voglia d'indipendenza. Voglia di sogni andati in mille pezzi, ed incomprensione ed odio. Voglia di insulti e botte, voglia di passato e voglia di futuro. Pensieri e ricordi lontani, nostalgia di un'adolescenza trascorsa male ed in fretta. Voglia di evasione, voglia di corse a piedi nudi sull'erba gelata, voglia di pagine interminabili, voglia di me, voglia di pioggia addosso, voglia di ridere e piangere ancora una volta, insieme, voglia di essere, voglia di vivere... vivermi, ancora un po'.
              sigpic
              Un sorriso vi terrà compagnia e se avrete paura vi farà coraggio, perchè un sorriso è come il sole del mattino, illumina la strada e riscalda il cuore.

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              • #67
                La risposta &#232; no, questi racconti non hanno nessuna validit&#224; per il torneo. Se volete che ne sia organizzato un altro ditemelo pure.
                http://img46.imageshack.us/img46/3987/userbarer7.jpg





                http://gamesurf.tiscali.it/forum/sig...gpic6655_7.gif

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                • #68
                  Ops, non ci avevo fatto caso; beh, organizzatene un altro, si.

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                  • #69
                    Bastava semplicemente leggere. Chiudo e oggi stesso scriver&#242; il bando.
                    http://img46.imageshack.us/img46/3987/userbarer7.jpg





                    http://gamesurf.tiscali.it/forum/sig...gpic6655_7.gif

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