Dipende dalla loro qualità. Se sono fatti bene, possono essere considerati uno sfruttamento del brand, ma niente di più.
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Originariamente Scritto da ghonnen Visualizza MessaggioVi siete messi a fare a gara sui gadget di cui ogni opera dispone dopo che Star aveva obbiettato sulla questione ''successo'' di NGE citandoti il successo di altri titoli... è lì che per ''provare'' l' enorme successo di Evangelion ti sei messo a citare negozi e altre di queste cianfrusaglie.
Forse mi tocca andare a evidenziare in grassetto i significati di quel che scrivo perché forse ti sono sfuggiti.
Siccome si parlava di fama ho fatto riferimento al merchandising di Evangelion per dire che esiste qualunque cagata legata ad esso. Questo significa che va, è sempre di moda, i giapponesi sono disposti a comprare qualunque cosa purché ne porti il marchio. Ogni anime/manga ha i propri gadget ma ben pochi vanno così forte. Se ti devo parlare di successo te ne ho parlato, quando si parla di successo si parla inevitabilmente del pubblico, perché senza di esso niente potrebbe avere fama. E cosa dà un'idea dell'apprezzamento degli spettatori?
Manco avessi detto che è figo perché se lo cagano tutti, oppure autori come Masanori Morita e Noboru Rokuda, che qui quasi nessuno conosce, non li conoscerei.
Originariamente Scritto da ghonnen Visualizza MessaggioO forse la mia cultura in merito non mi permette di farmi impressionare da qualche citazione a casaccio, ma mi fa riconoscere quando un opera vuole dire qualcosa di reale e di concreto e quando il tutto è inserito a tavolino pur di impressionare.
Ai giappi 'ste cose da seghe mentali piacciono, ma il tutto è sempre così irreale e così finto da non permettere di poter ''trattare'' argomenti seri.
Prima ti è stata citata la storia dei 3 adolf di Tetzuka, se ti leggessi l' omonimo occidentale , Maus, vedresti l' enorme divario che c'è tra il mondo occidentale e quello orientale di trattare le tematiche mature.
Ma non è un caso che in Giappone il fumetto sia trattato così, è proprio la cultura Giapponese ad avere quest' impostazione, a dare al tutto un aspetto essenzialmente commerciale sacrificando il lato artistico, per questo il 90% dei manga è pieno di schifezze al pari delle più becere copie di Winx o Gormiti.
In Europa(Francia) il fumetto è un arte, in Giappone uno svago.
Originariamente Scritto da Daredevil Visualizza MessaggioI rebuild di Evangelion sono commerciali, no?
Non lo dico proprio in tono negativo, eh, anche continuare a fare nuove serie Gundam è puro commercio ma mi sta bene che ne sfornino di nuove.
O forse quando parla di "desideri" non mente? Boh.
Non vedo l'ora di vedere il 2.0 a ogni modo.
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Originariamente Scritto da Lorenzo GOV Visualizza MessaggioEcco, intendevo questo: è l'atteggiamento di rifiuto alla base.
Originariamente Scritto da Dragon Slayer Visualizza MessaggioNo beh, il significato commerciale è univoco (sempre se ci riferiamo all'accezione negativa), ovvero "prodotto dalla dubbia qualità realizzato per attirare la più grande fetta di pubblico possibile".
La tua osservazione comunque è parzialmente esatta: esistono prodotti che si commercializzano col proseguire del tempo, però altri nascono fin da subito come mera speculazione, senza un briciolo di arte o di creatività, un po' come i manga di Kingdom Hearts per capirci.
L'essere a scopo di lucro è sacrosanto, dipende dalle intenzioni iniziali. NGE non è commerciale perché non è propriamente un prodotto per la massa (anche se lo è diventato), è semplicemente famoso.
Poi ovviamente il termine commerciale è nato per altri motivi, ma in queste situazioni ha questa funzione.sigpic
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Vedrò di riassumere tutto nel modo più semplice possibile: quando si dice che un manga/film/album/videogioco/etc è commerciale, non ci si riferisce al fatto che è scopo di lucro e che quindi viene creato per permettere al produttore di ottenere un profitto (questa è la regola basilare del mercato liberista), bensì al fatto che l'autore ha venduto l'anima al Dio danaro, cercando di ottenere il profitto più alto possibile a scapito della qualità.
C'è una bella differenza tra un quando dici "a scopo commerciale" e "commerciale".
Che poi, se qualcuno sfrutta un'opera già conclusa creando un brand commerciale, si dovrebbero criticare questi lavori senza minare minimamente lo status dell'originale.M'illumino d'immenso.
Shepard
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Originariamente Scritto da Feleset Visualizza MessaggioBeh, secondo me dipende molto da come uno ci si approccia. Se uno non ha mai studiato filosofia, è difficile che la capisca. E se uno l'ha studiata, può finire per non apprezzarla a causa dell'insegnante che si ritrova.
L'insegnante è importante, ma non decisivo.
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