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  • Originariamente Scritto da C18-Crilin 4ever Visualizza Messaggio
    Ho capito...ma....all'anima
    Vabbè ke 18 è bella...ma...nn è mika la venere del botticelli
    Tanto tra tt i litiganti, il 4 gode
    anzi, prima uno ( a lì mortacci sua!)
    e poi LUI!
    Vorrei ben sperare...XD
    Ad ogni modo, presto in arrivo un altra illustrazione...
    Nolite te bastardes carborundorum

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    • Bene
      sigpic
      ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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      • E' incredibile! Sei bravissima! sai descrivere l'amore e i sentimenti in una maniera stupenda!
        L'amore poi è una cosa astratta, così difficile da descrivere. Nonstante questa difficoltà
        tu sei riuscita a fare di questa fanfiction una specie di capolavoro (anche senza specie).
        Bravissima!
        Last edited by Tiffany 94; 30 January 2007, 20:11.

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        • Purtroppo

          (Lei sa xkè )
          sigpic
          ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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          • Uppo il topic, mettendo una piccola e semplice illustrazione: lo stato di 18 dopo questi soprusi...poverina...
            Spoiler:
            Nolite te bastardes carborundorum

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            • Povera
              Ma Gero me la paga!!!
              Peccato ke C17 poi gli abbia troncato la testa in DBZ....era meglio se lasciava campo libero a Crilin
              sigpic
              ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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              • rinnovo i miei complimenti x storia e disegno... davvero brava GT!!
                sigpic
                "Dio non gioca a dadi con l'Universo" - Albert Einstein
                My AMV: Vegeth

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                • Aprofitto per aggiornare la fanfiction.
                  Presto metterò anche un paio di Illustrazioni.

                  Capitolo- 22 Blind madness

                  "Non ci lasceremo mai." Quante volte io, colei che narra, ho sentito questa frase.
                  Quante volte mi è quasi venuto da piangere, confermando
                  la stupidità e l'effimera durata di questi sentimenti giovanili.
                  [...] L'amore glorioso aveva davvero vinto ogni cosa? L'orco cattivo era stato battuto? La principessa avrebbe finalmente potuto sorridere con gioia?...
                  Aveva finalmente trovato il principe dalla maschera di gatto?...[...]


                  Dei capelli argentati luccicavano nella semi-oscurità.
                  Una luce misteriosa delineava con estrema dolcezza ogni muscolo del suo corpo,
                  facendolo quasi sembrare un angelo.
                  La ragazza continuava a stringerlo a sé, quasi volesse diventare una sola cosa con lui.
                  Posò il volto sul suo petto, chiudendo gli occhi un attimo per una lieve fitta.
                  Lui, sospirando lentamente, iniziò a sussurrarle qualcosa.
                  "...Stai bene? Non ti ho fatto male, vero?"
                  18 lo guardò negli occhi, lacrimando leggermente.
                  "Va tutto bene... non è nulla..."
                  Così dicendo, cinse la sua vita con un braccio, ancora fasciato.
                  "...Ti amo..." mormorò, mentre ascoltava il suo respiro con un orecchio.
                  L'androide la guardò e poi posò una mano sulla sua spalla.
                  Entrambi si erano sdraiati e ora stavano fissando il soffitto, senza saper bene cosa dire.
                  Vicini l'una e l'altro, così per trattenere il tepore dei loro corpi.
                  "6?" mormorò lei, alzando la testa per raggiungere il suo sguardo.
                  "...ti ascolto..." rispose lui, a sua volta avvicinandosi.
                  " Stavo pensando... alla nostra vita, fuori da qui."
                  La frase fece alzare lievemente l'androide, che fece perno con i gomiti sul letto.
                  18 si mise in ginocchio, coprendosi con parte della coperta.
                  "...A cosa pensavi?" domandò lui, posandole una mano sulla guancia.
                  La ragazza sorrise leggermente e poi si sdraiò di nuovo all'altezza del suo viso,
                  così da poterlo osservare senza problemi.
                  "Quando 17 sarà libero... io voglio vivere assieme a te. Per sempre..."disse, arrossendo leggermente.
                  6 rimase sorpreso un attimo e poi rispose.
                  "Questa è la stessa cosa che desidero anch'io..."
                  La ragazza allora si buttò al suo collo, abbracciandolo con tutto il vigore che aveva.
                  "Ti immagini?" domandò, premendo scherzosamente un indice sul suo naso.
                  "...La nostra futura casa... avrà un ampio giardino.
                  E pianteremo i nostri fiori blu, 6. Ricordi il campo, vero?"domandò lei, sognante.
                  Lui annuì, ascoltandola attentamente.
                  "17 vivrà con noi. Saremo felici, assieme. E nessuno ci disturberà più."
                  "Certo." annuì lui con serietà.
                  "...E poi... i nostri bambini..." mormorò 18, arrossendo leggermente
                  "B...bambini?" fece 6, quasi sorpreso.
                  La ragazza sorrise. "Avremo dei bambini, assieme...lo vorresti?"
                  L'androide rimase un attimo in silenzio e poi sorrise anche lui.
                  "I nostri bambini giocheranno nel giardino... non faremo mancare loro nulla...
                  e non conosceranno persone cattive, come invece abbiamo fatto noi..."
                  continuò 18, con gli occhi persi.
                  Vagava in quel sogno che stava plasmando con le sue mani, perdendo quasi il contatto con la realtà.
                  6 sorrise ancora per un po'... poi il suo sorriso piano piano sbiadì.
                  Distolse gli occhi dalla ragazza, per poi fissare il soffitto.
                  Quei sogni...
                  erano così belli, che più fantasticava, più a lui sembrava impossibile il realizzarsi di una simile cosa.
                  Erano... così stupidi.
                  Ma come diavolo avrebbero fatto a costruire una casa del genere?
                  Piantare dei fiori uguali a quelli del campo e tutte le altre cose...??!
                  La verità era ben diversa.
                  Era solo un sogno da mocciosi...
                  Così come la storiella del principe azzurro, del cavolo, o di Babbo Natale.
                  L'androide non si rendeva quasi conto che quello
                  che stava descrivendo 18 era solo un sogno puerile ed irrealizzabile.
                  Il sorriso di 18 quasi rattristava.
                  Lei ci credeva veramente! I suoi occhi brillavano di una tristissima sicurezza.
                  L'androide all'improvviso, ebbe come un flash.
                  L'immagine fulminea dei genitori dei gemelli apparve davanti ai suoi occhi.
                  Lo stavano scrutando con aria corrucciata, senza mai distogliere lo sguardo da lui .
                  6 spalancò gli occhi, cercando di togliersi di dosso quell'immagine inquietante.
                  E quando 18 lo toccò con una mano, in effetti, quelle figure sparirono
                  in meno di un secondo.
                  "...Va tutto bene?" domandò lei, con un sorriso che celava leggermente la sua preoccupazione.
                  "...S...sì... non è nulla..." mormorò lui, mettendosi a sedere.
                  "...è solo un capogiro..."
                  18 sorrise e lo abbracciò allegramente.
                  "...Allora dovresti riposarti, 6... dico sul serio..."
                  L'androide annuì e fece per sdraiarsi.
                  Ma la ragazza non lo lasciò e continuò a parlargli, con aria sognante.
                  "...Pensi che sia possibile? Vivremo in una casa così, vero?"
                  6 rimase a contemplare i suoi occhi in silenzio.
                  Cercava in ogni modo di reprimere la tristezza che provava.
                  La prese quindi tra le braccia e posò la sua testa sulla spalla, nascondendosi il viso.
                  "18..."
                  "...Sì?"
                  "Quello di cui mi hai parlato è bellissimo... ma è irrealizzabile.
                  Anche se riuscissimo a fuggire e andassimo a vivere assieme, non è detto che la nostra vita sia così felice e semplice" mormorò, ricordando dopo parecchio tempo quello che voleva dire: che ad uccidere i suoi genitori, era stato lui.
                  Ci furono alcuni secondi di silenzio.
                  L'androide non poté vedere il viso di 18, ma lei rispose comunque, abbracciandolo.
                  "Non importa. Mi basta stare con te..."
                  Il tono di voce era tranquillo, quasi le andasse bene tutto.
                  6 si alzò per guardarla negli occhi.
                  Lei si sfregò gli occhi assonnati ed accennò un sorriso.
                  Non c'era altro da dire. Si amavano.
                  Si sarebbero sostenuti a vicenda.
                  Nonostante le difficoltà. Nonostante ad alcune bugie ben celate.
                  Nonostante tutto.
                  Sarebbero stati assieme... per sempre...
                  "Ora ti conviene dormire, 18. Le tue ferite guariranno prima, col riposo..."
                  mormorò lui, baciandola dolcemente.
                  La ragazza, abbastanza sollevata, fece come chiesto e si coprì con il lenzuolo.
                  In breve, cadde nel mondo onirico, con un sorriso così spontaneo da essere quasi struggente.
                  6 era lì. Seduto sul bordo del letto, completamente spoglio,
                  con le mani raccolte come in preghiera.
                  Stava pensando a tutto quello che era successo in quel giorno.
                  Stava pensando ai genitori di lei.
                  Forse, se lui l'avesse amata con tutto se stesso, superando persino il valore della
                  sua stessa vita... l'anima dei due umani avrebbe potuto aver pace?
                  Avrebbe potuto farsi perdonare, se avesse preso in custodia la loro figlia, per tutta la vita?
                  Anche i discorsi infantili, ma piacevoli di 18, gli passarono accanto.
                  Chi non avrebbe mai voluto vivere in un posto simile?
                  Chi non avrebbe mai voluto non aver bambini?
                  ....
                  Una goccia.
                  Una goccia di liquido salato cadde sul suolo di dura roccia.
                  Una goccia, poi un'altra.
                  Un'altra e un'altra ancora.
                  Gli occhi dell'androide avevano formato due rivoli argentati.
                  Dal suo mento cadeva una pioggia di lacrime lucenti.
                  Cercando di non farsi sentire, si mise le mani sul volto, sospirando.
                  Mentire.
                  Amare.
                  Soffrire. Morire.
                  Queste parole continuavano a pungerlo da dentro ed ora l'innocenza della ragazza amplificava tutto.
                  "C'è solo un modo per garantire loro la libertà... ma io non voglio. Non deve assolutamente accadere...
                  Non voglio morire... non li voglio lasciare...
                  Senza di me...
                  Loro devono rimanere come sono... devono fuggire con me...
                  rimanendo umani...
                  Non lo permetterò mai..."
                  Quel pensiero espresso da 18, fece scuotere di dolore l'androide.
                  "...E poi... io non posso aver bambini..."

                  * * * * * * * * *

                  Sometimes my tears won't dry at all
                  Sometimes your heart is like a wall
                  I'm fighting to break through
                  I'm trying to reach you
                  If you let me teach you what love can do?

                  Where do I go when you are gone?
                  What do I do when right is wrong?
                  And who will I turn to?
                  And how will I learn to?
                  How will I get over missing you?

                  If love is red I'm colour blind
                  If love is crazy I'm out of my mind
                  Wherever you go I'm right behind until the end

                  Forever yours, forever mine
                  Love will guide us until the end of time
                  Our dreams are young, if we are strong
                  We can have it all
                  (Together - Lumea Ta - by Elena Baltagan)
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                  • * * * * * * * * *

                    Un neon si spense dopo aver continuato a fare un fastidioso rumore.
                    Degli occhi rossi lo osservarono, per poi venir distratti dallo sguardo severo di Gero.
                    Ghiller era seduto sulla sedia, al centro del laboratorio.
                    E Gero lo stava fissando da un paio d'ore.
                    "...Deak, hai capito cosa ti ho detto?" domandò lui, afferrandolo per le spalle.
                    "Non mi chiamo Deak!!!! Il mio nome è..." accennò lui, infastidito.
                    "...è Ghiller... lo so..." bofonchiò Gero, girandolo verso uno specchio.
                    "Guardati. I tuoi capelli sono bianchi, la tua pelle lo stesso...e le tue vene si vedono ad occhio nudo, e il tuo sangue si può veder scorrere nei tuoi occhi, poiché la tua retina è sottile... sei una persona rara, Deak."
                    "Smettila!!!" continuò lui, guardandosi nello specchio.
                    "Ghiller significa ‘corallo'. Proprio un nome d'arte adatto a te, che sei albino.
                    Ti sei così affezionato al tuo nome, che provi fastidio quando ti chiamo con il nome che ti hanno dato i tuoi genitori, prima di lasciarti al Red Ribbon..."
                    "Questo che c'entra?" domandò lui, senza girarsi.
                    "...Caro amico mio... nonostante tu abbia un elevatissimo quoziente di intelligenza,
                    ora ti chiedi perché 18 preferisce 6, una stupida macchina, a te, vero?"
                    "Sì..." rispose lui avvicinandosi allo specchio.
                    Gero fece una risata sotto i baffi.
                    "Non ci arrivi?
                    6, nonostante sia una macchina, è perfetto.
                    Ogni sua parte del corpo è perfetta, il suo aspetto è davvero bello.
                    Lui è il mio più grande capolavoro...
                    E tu, invece, che sei umano... guardati..." mormorò Gero, spingendolo contro lo specchio.
                    "...Per quanto aggraziato possa tu essere, sembri un cadavere.
                    Spaventi la gente e la gente quasi non ti guarda..."
                    Ghiller ascoltò in silenzio queste parole, con la fronte appoggiata sul vetro.
                    Poi, iniziò a parlare con voce strozzata dalla rabbia.
                    "...Io non sono... perfetto?"
                    In pochi attimi, il viso del giovane sfigurò in un folle sorriso e una risata continua ed inquietante uscì dalla sua bocca.
                    Una risata da malato di mente.
                    Improvvisamente, Ghiller batté la testa contro lo specchio.
                    Poi, dopo qualche attimo di pausa, lo rifece.
                    Continuò a battere la testa contro la superficie, dapprima piano, poi sempre più forte, finché lo specchio cominciò a creparsi.
                    Con un'ultima testata, ruppe in molti pezzi lo specchio.
                    Un silenzio inquietante venne rotto da un'ultima risata.
                    Ghiller afferrò un pezzo acuminato di vetro e lo staccò dalla base, tenendoselo tra le mani come se fosse un giocattolo.
                    Si voltò verso l'orco, con la fronte leggermente tagliata, si rimise gli occhiali e sorrise follemente.
                    "...Lei... è... mia..."
                    Il dottore si allontanò un poco, seppure non avendone timore.
                    Con un sorriso, mormorò al suo amico
                    "...Hai ragione... forza, allora, non vuoi farti valere?"
                    * * * * * * * * *

                    Il vetro trasparente di una vetrina rivelava degli splendidi abiti.
                    Vi erano diversi tipi di vestiti, tra cui uno splendido abito da sposa ornato da una lunghissima collana di perle.
                    La gente dietro di loro passava, senza nemmeno notarli.
                    Erano molto simili a loro...
                    Gli occhi azzurri della ragazza si scontrarono con quelli di quel bel ragazzo.
                    "...6... davvero puoi permetterti questo?"
                    domandò 18, osservando il negozio.
                    L'androide le mise un braccio attorno alla spalla e sorrise.
                    "Beh... non puoi indossare per sempre abiti miei, no? Sarebbe troppo vistoso ed inusuale..."
                    Erano circa le quattro.
                    Avevano deciso di fare un giro in città e di comprare qualcosa.
                    Davvero, era una delle poche volte che si erano mischiati alla folla...
                    "...Ma con quali soldi...?" domandò lei, con aria pensierosa.
                    L'androide si frugò nelle tasche dei pantaloni e tirò fuori alcune banconote di grosso taglio, sotto lo sguardo stupito di lei.
                    "...Devi sapere che Gero, quando ancora ero il suo spazzino, mi dava una ricompensa cospicua. Potevo comprarmi vestiti, accessori... insomma, qualsiasi vezzo desiderassi...
                    e siccome io non necessito di cibo o altro, ho tenuto da parte questi soldi... per voi" spiegò lui, osservando il suo riflesso sulla vetrina.
                    La ragazza abbassò la testa, in segno di riconoscenza.
                    6 la accompagnò all'interno del negozio, a passo lento.
                    "Buongiorno, signori. Desiderate?" domandò la commessa, voltandosi verso i due.
                    "...Siamo qui per lei" disse l'androide, posando le mani sulle spalle di 18
                    "Potrebbe trovarmi un abito adatto?"
                    18 arrossì appena, non era abituata a parlare con la gente.
                    La commessa allora sorrise e prese la giovane sottobraccio.
                    "Non si preoccupi, signorina... sono certa che le troveremo un abito adatto..."
                    Così dicendo, la portò in un'altra ala del negozio.
                    Roku le seguì silenziosamente e si mise a sedere vicino ad uno specchio.
                    "Che taglia porta, lei?" domandò la donna "...Una 42, se non sbaglio...?"
                    18 scosse la testa.
                    "Non so... lei dice che possa entrarci in una taglia così piccola?" domandò, alzandosi
                    davanti agli occhi l'abito.
                    "Non si preoccupi. Lei è bellissima." ammise, arrossendo.
                    "Quello è per caso il suo ragazzo?" domandò poi, indicando 6.
                    18 sorrise ed annuì, mentre la donna l'aiutava ad indossare il vestito.
                    "...Complimenti, signorina... voi due siete una bella copia..."
                    La ragazza non seppe che dire e si limitò a fare una risatina.
                    6, intanto, stava osservandosi nello specchio, con aria indefinibile.
                    Proprio non si poteva definire quello a cui stava pensando.
                    Una voce fin troppo familiare, poi, interruppe il suo pensare.
                    Voltandosi, il suo volto si schiarì di colpo al vederla:
                    La ragazza aveva indossato un abito stupendo, bianco come la neve;
                    le maniche arrivavano fino al gomito, ed erano di raso ricamato.
                    La lunga gonna lasciava scoperti i polpacci ed anch'essa era tutta piena di ricami e cucita con alcune pietruzze.
                    Era come un angelo, vestita a quel modo...
                    "Come mi sta?" domandò lei, vergognandosi leggermente.
                    Sia 6 che la commessa risposero allo stesso momento, fissandola intensamente.
                    "Sei assolutamente magnifica..."
                    18 si guardò allo specchio e si intrecciò un dito tra i capelli.
                    6 le giunse alle spalle e l'abbracciò.
                    "Assolutamente splendida... sei bellissima..." le sussurrò all'orecchio.
                    6 si voltò verso la negoziante e sorrise, tirando fuori i soldi.
                    "Lo prendiamo..."
                    La donna sorrise e indicò un altro vestito.
                    "La signorina ha provato un altro completo. Devo vendervi anche quello?"
                    6 si mise ad osservare il completo:
                    Era una semplice maglia bianca, messa dentro un gilet nero.
                    Vi erano poi dei jeans verde scuro, che arrivavano a mezzo polpaccio.
                    Posati sopra ai pantaloni, c'erano dei guanti neri.
                    C'erano inoltre delle scarpe nere, molto particolari, con delle calze arancio incluse.
                    18 strattonò il braccio di 6, agitata.
                    "Ah, quello no!!! Lo avevo provato solo per sfizio!!!
                    Non voglio comprare altro, non voglio svuotarti il portafogli!!!"
                    L'androide rimase in silenzio per un po' e poi sorrise alla ragazza.
                    "Perché no? Scommetto che staresti bene!!!"
                    così dicendo, lo prese e lo portò alla cassa.
                    18 rimase confusa, ma non obbiettò.
                    La donna ringraziò i due clienti, mentre uscivano dal negozio.
                    I due ricambiarono.
                    Pur non sapendo che non ci sarebbero più tornati...

                    * * * * * * * * *
                    Nolite te bastardes carborundorum

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                    • La gonna bianca di 18 si muoveva dolcemente al vento mentre camminava con 6 lungo la strada.
                      Aveva tenuto quel vestito addosso e l'altro lo teneva in una borsetta di plastica.
                      La gente che passava si girava per vederla, tanto era bella.
                      Donne e uomini, nessuno escluso, quasi avessero di fronte un bellissimo angelo.
                      "Tu piaci moltissimo a tutti..." mormorò 6, notando le "conquiste" che faceva la sua donna.
                      "D...davvero?" bofonchiò lei, quasi nascondendosi dietro al suo braccio.
                      L'androide fece una risata e continuò a camminare.
                      "Sono contento che quei soldi siano stati spesi bene..."disse.
                      "...qualsiasi cosa io faccia per te, mi rende felice,18."
                      18 non capì, ma sorrise lo stesso.
                      Non si era resa conto che il suo tono di voce stava divenendo triste.
                      Mentre i due continuavano a camminare, le strade iniziarono a farsi sempre più vuote, sempre meno affollate.
                      Da lontano, si poteva scorgere già la campagna.
                      6 era diretto in quel verso.
                      Volenti o no, avrebbero dovuto prima o poi tornare nel loro rifugio.
                      18, riluttante, aveva pestato i piedi a terra come una bambina.
                      "Dobbiamo già andare?" si lamentò, cercando di trattenerlo.
                      6 a malincuore rispose.
                      "...Già. Spiace anche a me, ma dobbiamo tornarci. Ricordati di 17..."
                      La ragazza smise di fare i capricci e si calmò.
                      Un sorriso solcò poi il suo volto.
                      "Torniamoci presto qui, però... ok?"
                      Roku allora annuì con assoluta certezza.
                      E di nuovo riprese a camminare.
                      Il crepuscolo iniziava a manifestarsi in cielo.
                      Le nuvole si tinsero di rosa e il cielo di rosso.
                      Il Re Sole stava per andare a coricarsi tra i monti, dando un ultimo saluto agli esseri umani,
                      ma solo per quel breve tempo che durava la vita della Regina Notte.
                      Quando sarebbe tornato, di certo tutti lo avrebbero riaccolto con piacere, gioiendone del calore e della luce...
                      Era una strada sterrata quella in cui 18 e 6 stavano camminando.
                      Solo pochi edifici impedivano agli alberi di dominare il paesaggio.
                      18 si fermò un attimo a guardare il tramonto.
                      L'androide fece altrettanto.
                      "Così bello..." bofonchiò poco chiaramente lei, sedendosi su una roccia.
                      6 non disse nulla e la imitò.
                      "Rimaniamo qui. Anche solo un altro po', ti prego!" chiese lei, guardando 6 negli occhi.
                      Come risposta, lui afferrò la sua mano e la baciò.
                      "D'accordo. Stiamo qui, allora..."
                      18 sorrise e tornò a guardare il tramonto.
                      "...Finisce un altro giorno..." iniziò con tono contemplativo.
                      E poi pronunciò una frase piena di tristezza.
                      "...Non ci lasceremo mai, vero?"
                      6 si voltò subito, con sguardo sorpreso.
                      "Perché me lo chiedi, 18?"
                      La ragazza scosse la testa, facendo una risatina.
                      "Niente di serio... è solo che mi sento di farti questa domanda, tutto qui!"
                      6 allora rise anche lui.
                      Chiudendo gli occhi, rispose non troppo seriamente.
                      "Ma certo. Tempo ce n'è abbastanza per tutti e due, quindi direi di sì."
                      18 gli diede una pacca amichevole sullo stomaco, mettendosi a ridere.
                      "Scemo!!! E lo dici così poco seriamente??!"
                      Così dicendo, iniziò a solleticare l'androide, che come risposta iniziò a ridere.
                      La situazione allegra continuò ancora per un po'.
                      Ancora per un po'... prima che qualcosa la trasformasse in un incubo.
                      Una figura iniziò a scorgersi sul sentiero ad alcune decine di metri da loro.
                      Era in controluce, quindi non si vedeva bene, ma aveva qualcosa che luccicava in mano.
                      I due rimasero in silenzio ad osservarla avvicinarsi, senza ben sapere che pensare.
                      Poteva essere un passante...
                      Ma l'espressione di Roku si fece sconvolta appena vide un'altra figura in controluce.
                      Strinse la mano di 18 ancora più forte, cominciando a sudare freddo.
                      "Presto, 18. Andiamo via da qui. Subito!" mormorò, divenendo bianco come il latte.
                      Prima che la ragazza potesse reagire, una voce familiare gelò il sangue di entrambi, paralizzandoli.
                      "Bel tramonto romantico, non è vero, numero 6?"
                      La figura giunse a pochi metri da loro.
                      Il sole si fece meno luminoso, rendendolo visibile.

                      Era Ghiller.
                      E dietro di lui c'era Gero.
                      I due ragazzi rimasero sconvolti e paralizzati.
                      Gero teneva le braccia conserte e un gran sorriso stampato in faccia.
                      Ma era Ghiller quello per cui i due tremavano di terrore.
                      I suoi occhi erano dello stesso colore del cielo,e sembravano un tutt'uno con esso.
                      I capelli erano per la prima volta sciolti e brillavano come vetro alla luce solare.
                      Un sorriso sornione era stampato sul suo volto.
                      Dalla fronte vi era un leggero rivolo di sangue secco, che arrivava fino al labbro.
                      Del sangue colava vistosamente dalla mano, che stringeva con forza un inquietante pezzo di specchio appuntito.
                      Mentre osservava i due, alzava ed abbassava le spalle ininterrottamente, tenendo la testa piegata da un lato.
                      "Stasera c'è proprio un bel tramonto, non è così?" mormorò.
                      "...Non è forse una serata magnifica per fare una romantica passeggiata?"
                      18 era sbiancata, mentre stava osservando il pezzo di specchio che il ragazzo teneva nella mano sanguinante.
                      6 si era frapposto tra i due, alzando un braccio a difesa della giovane.
                      Ghiller rimase in silenzio per un po', dopo di che assunse un'espressione furiosa.
                      "...Vedo che non molli, pezzo di latta!!!" ringhiò sottovoce.
                      Poi volse lo sguardo a 18.
                      "...E maledetta pure tu, ragazzina...
                      tu che sei così bella preferisci rovinarti stando con un ammasso di circuiti come lui!"
                      "Cosa volete?" domandò 6, mettendosi in guardia.
                      Gero rispose, alzando i baffi come in un sorriso.
                      "Facevamo una passeggiata e, guarda caso, ci siamo imbattuti in voi due.
                      Se questo non è destino..."
                      "Taci!!!" urlò Ghiller all'improvviso. "Non è tempo di pagliacciate!!!"
                      L'orco rimase in silenzio, squadrando i due malcapitati con aria insolente.
                      L'albino iniziò a parlare a 18, con voce sommessa.
                      "18... perché non ti piaccio? Cosa ho che non va?"
                      La ragazza non rispose, occupata dal non perdere di vista il pericoloso oggetto che stringeva.
                      Ghiller sbuffò.
                      "Non è giusto... Gero non dovrebbe permetterti di stare assieme a quello lì...
                      e sai invece perché te lo permette... .EH??!"urlò, sciabolando l'aria con il vetro e facendo sobbalzare sia 6 che 18.
                      "Perché tu sei una preziosa, preziosa principessa!!!"
                      Alla fine della frase, il ragazzo scoppiò a ridere, buttando indietro la testa.
                      I due ragazzi iniziarono a fare qualche passo indietro, ma la voce di Gero li bloccò.
                      "Siamo stanchi di aspettare per i tuoi capricci, 6..."
                      "Esatto!!!" riprese Ghiller, che aveva portato in avanti la testa.
                      "...Credo sia il momento di appropriarmi di 18!!!
                      Ed è il momento che tu ci doni il tuo cuore, stupido cervello di latta!!!"
                      Un'altra sciabolata passò vicino all'androide, che rimase immobile, paralizzato.
                      Gero fece una risatina e poi scambiò un'occhiata con Ghiller.
                      Quindi pronunciò una frase inquietante:
                      "Fanne quello che vuoi, Ghiller. Ma portami 18 viva!!!"
                      Il ragazzo fece una risata sguaiata e sbarrò gli occhi, mentre afferrava con entrambe le mani il pezzo di vetro.
                      E piano piano iniziò ad avvicinarsi a 6.
                      L'androide strinse forte la mano della ragazza e urlò all'improvviso, girandosi verso di lei:
                      "SCAPPA!!!!!!!!!!!!!!!"
                      Senza attendere un attimo, 6 si mise a correre più veloce che poteva in mezzo alla boscaglia, strattonando con forza 18, che correva con tutta la sua forza.
                      "CORRI!!!! NON TI VOLTARE 18... CORRIIII!!!!!!!!!!!!!"
                      La ragazza, col cuore in gola e ansimando dal panico, cercò di accelerare ancora, ignorando il dolore alle recenti ferite.
                      Ghiller rimase fermo un attimo, poi fece uno scatto ed iniziò ad inseguire i due nella boscaglia.
                      Sciabolando i rami e il fogliame circostante, continuava a farsi strada a gran velocità lungo la macchia verde.
                      Con un'espressione folle, lanciò un ultimo grido, seguito da una serie di risate inquietanti.
                      "ANDROIDE NUMERO 6, TI UCCIDERÒÒÒÒ!!!!!!!!!!!!!"
                      Nolite te bastardes carborundorum

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                      • Forza Ghiller!!!!!
                        Fai fuori 6!!!
                        Basta ke nn tokki C18!!!
                        Ma stermina 6!!!!

                        sigpic
                        ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                        • stupenda!!!!! io faccio il tifo per 6
                          sigpic

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                          • No, no, ke tifo x 6
                            A morte 6!!!!

                            18 appartiene solo a Crilin!
                            sigpic
                            ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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                            • Originariamente Scritto da C18-Crilin 4ever Visualizza Messaggio
                              No, no, ke tifo x 6
                              A morte 6!!!!

                              18 appartiene solo a Crilin!
                              Tra tutte/i le mie lettrici/lettori, shira, tu sei l'unica che tifa per Ghiller...
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                              • Tifo x ghiller xkè è l'uniko modo x togliere di mezzo 6

                                Forza Ghiller!!!!

                                Forza Ghilly, ke sei anke gnocco!!!!
                                sigpic
                                ~E' meglio esser odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo~

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