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Anche la mia FanFiction

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  • Bella storia, davvero complimenti! Continuerò a leggerla...

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    • Originariamente Scritto da Gohan Ssj Visualizza Messaggio
      Ma perché, scusa? E' stata davvero bella. Ne ho letto di fanfic, sì mi sono piaciute, ma non mi hanno colpito dentro, sono rimaste fatte bene ma non mi hanno lasciato un segno così... come posso dire... insomma, sei riuscita nel tuo intento: la tua fic dà davvero una sensazione di Innocence, di Innocenza, e quindi trovo sia giusto premiarti perché si sa, se una cosa che hai scritto fuori dagli schemi piace così tanto è una bella soddisfazione. E per noi, per me almeno, è un ricambio dato alle belle cose che ho provato leggendo il tuo Capolavoro.

      E non finirò mai di dirlo. Non sono esagerato, ma giusto. Perché Innocence è davvero stupenda/o! (che dir si voglia)
      straquoto!!!!
      sigpic

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      • Vi ringrazio...^_^
        Ecco il prossimo capitolo.

        Capitolo 16- Nightmare Begins

        Pare questa storiellina quasi giunta a compimento
        ora che la nostra eroina ancor nel cuore ha il suo tormento.
        Lo racconto per inciso
        e la cosa assai mi duole,
        dai due potenti fu deciso: ella non può andare dove vuole!
        Ma torniamo ai due amici senza perderci più in ciance.
        Se ne stavano infelici colle lacrime alle guance.
        Beh, la fine della storia
        questa ancora non c'è data...
        Tosta torna la memoria, ora dove s'era fermata...


        I primi raggi del sole iniziarono a fendere la linea dell'orizzonte.
        Lontano, quella sfera infuocata iniziava lentamente a sollevarsi, scacciando via le stelle e schiarendo la volta celeste.
        Con la sua lentezza, pareva salutare dall'alto chi quel giorno sarebbe nato, morto, oppure scomparso dal pianeta...
        Un'altra mattinata sorse.
        17 si era alzato prima, sorprendentemente.
        Non riusciva a dormire.
        Aveva una brutta sensazione.
        Sua sorella, invece, dormiva ancora.
        Aveva stretto tra loro le mani, per scaldarsi.
        Lui non notò che nella destra brillava fiocamente un anello...
        La sua brutta sensazione non accennava a calmarsi.
        Era come...
        se lui, molto presto...
        non avesse più rivisto la sorella.
        Un'orrenda sensazione.
        Istintivamente, senza quasi rendersene conto, posò il petto sulla schiena della ragazza e con le braccia le sfiorò i capelli e il collo.
        Mai come ora temeva di perdere la persona dormiente che stava stringendo.
        Un ultimo abbraccio...
        D'un tratto, la porta si spalancò e la luce rischiarò la stanza in meno di nulla.
        Sulla porta vi erano i due, Gero e Ghiller.
        Il primo con le mani in tasca, il secondo con in mano degli strani strumenti.
        Questo'ultimo fece un passo avanti verso 17 e fece una domanda.
        "Allora, 17... andiamo a fare un ultimo controllo, prima di farlo?"
        Il ragazzo titubò.
        "Fare cosa?" chiese al dottore, mentre questi si carezzava i baffi.
        Lui fece un "Oh" secco, come volesse richiamare l'attenzione e poi rispose
        "Una cosa che di certo ti piacerà un sacco..."
        Il silenzio accompagnò quella visita e sulla camera tornò il buio.
        Il fratello, afferrato sottobraccio dai due scienziati, varcò la soglia fatale...
        tirando un'ultima occhiata alla porta della sua stanza, entrò.
        Ma il silenzio scese su tutto il laboratorio.
        18 ancora stava dormendo.
        Aveva percepito una sensazione di calore che era l'abbraccio del fratello.
        Ma non ci aveva ancora fatto caso.
        Il suo inconscio stava plasmando delle immagini...

        Stava sognando qualcosa...

        Inizialmente, il groviglio quasi gelatinoso di colori, non distingueva nulla.
        Ma poi, molto lentamente, tutto iniziò a prendere forma.
        I muri umidi e freddi erano fin troppo reali.
        Anche il rumore dell'acqua che perdeva dai tubi iniziò a sentirsi.
        18 era al centro della stanza.
        Dietro di sé vi era la latrina, in pessimo stato.
        Davanti, iniziò a definirsi lo specchio appannato dal vapore.
        Il suo riflesso era confuso, appannato.
        Era nel bagno.
        Un sogno molto strano...
        La ragazza posò la mano sullo specchio, con l'intento di togliere l'offuscamento.
        Ma per quanto lei continuasse a strofinare, la superficie rimaneva uguale.
        All'improvviso, però ,qualcosa di tremendo accadde...
        Come se qualcuno lo avesse colpito con un pugno, il vetro si spaccò in mille pezzi.
        Ogni singola scheggia di vetrò fini addosso a 18 e due enormi pezzi le si conficcarono negli occhi.

        Lanciando un urlo, la ragazza si alzò di scatto portandosi le mani al volto.
        Senza rendersi ancora conto di aver sognato, aprì gli occhi.
        Aveva davanti a sé una stanza vuota, 17 non c'era.

        "Ho solo sognato..."mormorò, un poco scossa.
        Non era normale.
        Lei non sognava certo cose così sconvolgenti.
        Era la prima volta che le accadeva.

        "17?" chiamò la ragazza, senza ricevere risposte.
        "Forse è andato a correre..."pensò, cercando di giustificare la sua assenza.
        "Ma perché senza di me?"
        Alzandosi in piedi, 18 lanciò un'occhiata al diario nell'angolo.
        Afferrando la penna, scrisse un bigliettino, che posò sul letto del fratello.
        "Visto che non ti ho trovato,sono uscita. Se torni e non mi trovi, resta qui.
        Ti voglio bene."
        Non era molto spaventata dalla mancanza del fratello.
        Non se l'aspettava minimamente quello che sarebbe successo...
        Camminando scalza, uscì lentamente dalla sua camera.
        Pareva davvero deserto.
        Non si udiva nulla. Tutto il rifugio era silenzioso e questo era inquietante.
        Solo il rumore di un neon rotto echeggiava nella stanza centrale.
        18 si sedette con calma su una sedia, guardando attentamente ovunque.
        Il silenzio non le piaceva.
        Le dava un senso di devastazione...
        Tutto pareva morto se non vi era il minimo rumore di anime umane...
        D'un tratto, l'attenzione della ragazza fu attratta dalla porta dell'orco.
        Aveva ancora i segni delle pallottole di 6 ed era stata fustellata.
        Poco tempo prima aveva sentito degli strani rumori al suo interno.
        Era inquietante. Decisamente inquietante.
        Alzandosi in piedi, 18 venne colta dall'impulso di posare l'orecchio su di essa.
        Una volta che lo ebbe fatto, sentì un rumore.
        Una cosa simile ad un sussurro... forse frutto della sua immaginazione...

        "SORELLA!!!"

        Il cuore di 18 ebbe come un tonfo, a sentire il richiamo.
        Pareva la voce del fratello.
        Che ci faceva lì dentro?
        Che diavolo stava succedendo?

        "17? S...sei tu??!" domandò lei, tremando.

        Non ci fu risposta.
        L'istinto portò la mano della ragazza sulla serratura.
        Lo sapeva, era una cosa folle.
        Non avrebbe mai osato farlo.
        Ma il suo corpo non reagiva.
        Si sentì un rumore metallico sui cardini della porta.
        18 riuscì a spostare in avanti la porta, senza difficoltà.
        Era rimasta aperta.
        E la stanza dell'orco era proprio davanti a lei.
        Era come quando l'aveva vista da piccola.
        I mobili, il computer nuovo, il letto... non era cambiato nulla.
        Se non fosse per una botola spalancata davanti a lei.
        La ragazza si paralizzò per un attimo.
        Da quel buco usciva uno strano odore.
        Un odore simile al ferro fuso o alla ruggine.
        Non osava immaginare cosa ci poteva essere là dentro.
        Ma aveva l'impulso di scendere a vedere...
        C'era una piccola rampa di scale, dentro la botola.
        Circa due metri più in basso, si vedevano delle piastrelle in marmo, di colore bluastro.
        Allora, cogliendo tutto il coraggio possibile, la ragazza decise di fare un salto.
        Atterrando sulle ginocchia, 18 si rialzò subito per guardarsi attorno.
        I muri erano pieni di progetti, disegni, calcoli su carta.
        Pareva perfino la carta da parati del luogo.
        Vi era un lungo corridoio, semi-illuminato, che conduceva chissà dove.
        Anche se non avrebbe voluto,18 ebbe la cattiva idea di percorrerlo.
        I calcoli e la carta sui muri vennero sostituiti da resti di macchinari.
        Un enorme elicottero era sventrato e ne era rimasta integra solo l'elica.
        Per terra vi erano repliche di organi umani, come occhi o altro.
        Una stanza circolare apparve al centro...
        La cosa faceva venire i brividi...
        Ma quello che 18 vide poi sarebbe rimasto nel suo cervello per sempre.
        La visione di ciò che aveva di fronte la paralizzò, facendole sgranare gli occhi.
        Una lampada scialitica illuminava una sorta di letto operatorio.
        Su un carrello vi erano arnesi come tenaglie, saldatori, trapani, seghe e bisturi.
        Un paravento copriva il seguito della stanza circolare.
        Per terra e sui carrelli vi erano metri e metri di fili elettrici e sul pavimento vi era dell'olio.

        Ma sul lettino operatorio, la cosa più sconvolgente...
        Una figura umana...
        Numero 17, suo fratello, giaceva completamente nudo sul lettino.
        E teneva gli occhi spalancati e fissi verso la luce.
        Ci furono alcuni secondi di silenzio e poi 18 lanciò un urlo di terrore.
        Correndo verso il fratello, cercò di coprirlo con la stoffa del lettino, invano.
        Prese poi il suo viso tra le mani e iniziò a scuoterlo.
        "17!!! 17!!!! Che hai??! Rispondimi!!! Ti prego, parlami!!! Mi senti????!!!" iniziò a urlare lei, guardando il suo sguardo fisso con aria sconvolta.
        17 non reagiva, il corpo era floscio e gli occhi erano sbarrati.
        Pareva un inquietante manichino.
        "Fratellino..." mormorò 18, posandolo sul letto.
        Le lacrime avevano iniziato a scorrere sul suo viso.
        Era un incubo. Voleva assolutamente svegliarsi.
        Mentre un silenzio di tomba iniziava a spandersi, una voce da dietro spezzò tutto.

        "Non devi toccarlo, numero 18."
        Last edited by GT!; 21 January 2007, 22:31.
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        • La ragazza riconobbe il timbro come quello dell'orco e si girò di scatto.
          La luce della lampada illuminò gli occhi gelidi di Gero, mentre si avvicinava alla luce con passo lento.
          Teneva tra le mani una siringa vuota, il cui ago luccicava al buio.
          Ghiller gli era alle spalle e aveva indossato un camice.

          "CHE HAI FATTO A 17???!" domandò 18, terrorizzata.

          L'orco le sorrise per poi dare un bacio al vetro della siringa.
          "Vedi, tesoro... non ho ancora fatto nulla a tuo fratello.
          Tuttavia, gli ho iniettato una sostanza da me creata.
          L'ho chiamata "Diamond ring"
          Mentre parlava, Ghiller da dietro gli passò una fialetta con dentro del liquido trasparente. Gero quindi riempì di nuovo la siringa, mentre18 stava inerme a guardare.
          "...si tratta di una sostanza che addormenta le cellule cerebrali.
          Crea insomma uno stato di coma artificiale.
          Tuo fratello per ora è caduto in coma, per questo non devi toccarlo..."

          La ragazza non capiva.
          Perché fare questo a 17?
          Perché?

          "Ti chiederai perché abbiamo fatto questo" disse Ghiller, avvicinandosi.
          "Dottor Gero, prego... se vuole spiegare..."
          Gero lanciò un occhiataccia alla ragazza e poi iniziò a spiegare il suo diabolico piano.
          "Io ho intenzione di operare tuo fratello... e anche te...
          perché secondo voi vi alleno da quando eravate piccoli?
          Perché quelle corse, la fatica, tutto?
          Molto semplice..."
          Le orecchie di 18 vennero percorse da una scossa alla frase seguente.

          "...vi stavo preparando per divenire androidi...
          DIVENTERETE COME 6!!!!"
          "Androidi??!"ripetè sconvolta 18, pensando a Roku.
          "Androidi come Roku???! Perchè??!"
          Ghiller le rispose.
          "Il Red Ribbon da sempre cerca di creare l'arma definitiva...
          un uomo macchina che sia fortissimo, che non dorma mai... che non abbia mai fame... e che soprattutto...
          non dica mai di no!!!"
          "Per questo abbiamo pensato di costruire due armi gemelle.
          Sarebbe stato stupendo se voi due foste stati due maschi... beh, peccato.
          Voi due siete destinati a diventare androidi perfetti!!!!" continuò Gero.
          18 si mise le mani sulle orecchie.
          Non voleva sentire simili pazzie.
          "NO!!! NON VOGLIO!!!!"
          Ghiller l'afferrò improvvisamente per il mento, portandosela a tre centimetri dalla faccia.

          "Decidiamo noi cosa è giusto per te e cosa non lo è, signorina!!!"
          La stretta del ragazzo era forte, terribile, e 18 si mise a lacrimare per la paura.
          L'albino di tutta risposta sorrise e la posò a terra, mettendosi poi a frugare in giro.
          Gero continuò il suo discorso.

          "...Roku doveva essere l'arma definitiva...
          purtroppo, conoscendo voi, ha perso ogni disciplina ed è divenuto un bidone."
          Ghiller si frappose tra i due e posò a terra due contenitori che odoravano di formaldeide.
          Con orrore, 18 notò che dentro uno dei due vi era un occhio umano.
          E nell'altro, vi era un polmone.
          Un conato di vomito le venne dallo stomaco, ma cercò di trattenersi.
          "Purtroppo, 6 non sarebbe stato comunque perfetto...
          guarda, questi sono solo un paio dei suoi pezzi... era davvero ridotto male...
          ricostruirlo è stato un vero lavoro da genio..." concluse Gero, carezzandosi i baffi.
          "VOI SIETE PAZZI!!!! LASCIATECI IN PACE!!!!" urlò all'improvviso 18, al limite della sopportazione.
          Entrambi gli scienziati risero tra loro e di tutta risposta, 18 ricevette un pugno in faccia da Gero.
          Cadendo a terra, la ragazza chiuse gli occhi, sperando di svegliarsi nel suo letto.
          Non fu così.
          Gero le si avvicinò.
          E le disse qualcosa di altamente preoccupante.
          "Inizierò a lavorare su voi due quando avrò preso i pezzi necessari...
          ma per ora... mi conviene farti andare in coma..."
          Quando 18 aprì gli occhi, vide l'ago della siringa a pochi centimetri.
          Sentì poi un acuto dolore al collo, seguito dal fluire di un liquido dentro di sé.
          La voce di Gero bisbigliava al suo orecchio.

          "Ci vorrà un altro poco prima che io ti abbia iniettato tutto il Diamond ring...
          sta' ferma, così finisco prima..."
          18 si era rassegnata.
          L'orco le stava iniettando il liquido letale...
          Sarebbe divenuta come il fratello... un manichino.
          E al suo risveglio non sarebbe stata più lei.
          No...
          Non voleva...
          Iniziò a pensare a 6.
          Voleva gridargli aiuto, ma già sentiva le forze mancarle...
          Non voleva finire così...
          Poi, però,tutto d'un tratto,l'istinto di sopravvivenza si scatenò.
          NON DOVEVA FINIRE COSÌ!!!!
          Un urlo fortissimo uscì dalle sue tonsille
          "NON VOGLIO!!!!!!!!!"
          E poi, raccogliendo tutte le forze rimaste, si mise a scalciare.

          Sentì l'ago della siringa uscire dal collo.
          Un calcio colpì alla pancia l'orco e lo vide cadere addosso al carrello degli attrezzi.
          Con la forza della disperazione, raccolse le forze per alzarsi in piedi.
          Spintonò via Ghiller, che la guardò sorpreso senza far nulla.
          Senza aspettare un secondo di più, in lacrime, scattò verso il corridoio correndo come una pazza.
          Doveva fuggire via!!!

          Senza voltarsi, salì le scalette come un razzo e, uscendo dalla botola, travolse un modellino di macchina nella stanza dell'orco.
          Singhiozzando e non fermandosi un attimo, uscì da quella stanza
          e poi aprì in tutta fretta la porta per l'uscita.

          In meno di due secondi, uscì fuori all'aperto.
          Il sole la colpì agli occhi, ma senza indugiare iniziò a scalare la montagna.

          Iniziando a vederci doppio e piangendo ad ogni passo, 18 era già fuggita...

          Mentre il cuore batteva all'impazzata, la sua mente ripeteva di continuo:
          Aiutatemi...
          Aiuto, 6...
          Questo è un incubo...
          Svegliatemi...
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          • * * * * * * * * *

            Nel laboratorio sotterraneo, intanto, Gero stava sistemando sul carrello gli arnesi.
            "'Fan**lo... quella puttanella è davvero ostinata..." mormorò, massaggiandosi lo stomaco.
            "Perché ca**o non l'hai bloccata tu??!" domandò poi a Ghiller, mentre sistemava i contenitori al loro posto.
            L'albino fece un cenno negativo.
            "Dottore... perché non si calma? Ha tutto il tempo per prenderla..."
            Gero si lamentò ancora a bassa voce.
            "Lo sapevo che non sarebbe stato facile come con 17... mi sa che dovremo cambiare strategia..."
            Il ragazzo era ancora sul tavolo, con gli occhi spalancati.
            Il segno della siringa era rimasto sul collo.
            "...Potrebbe non essere necessario... le ha già iniettato abbastanza Diamond ring
            per farla cadere in coma, no?" domandò poi Ghiller.
            "Può darsi... ma sarà meglio fare buon viso a cattivo gioco d'ora in poi...
            voglio che sia lei a venire da me..."
            L'albino rimase stupito ad osservare il volto dell'orco.
            Un grande sorriso era stampato sul suo volto, gli occhi erano persi nel vuoto.
            Gero disse un ultima frase, prima di portare via 17.

            "Io... la voglio... la desidero... voglio il suo corpo stupendo..."

            * * * * * * * * *
            La cima della montagna si avvicinava.
            18 iniziava a non sentirsi bene: la vista era doppia e le gambe non la reggevano.
            Ma doveva arrivare.
            Da lui.
            6 era la sua ultima speranza...
            Finalmente le sue mani si posarono sulla porta.
            Non ce la faceva davvero più.
            Un ultima frase uscì dalla sua bocca.
            "Aiutami, 6...!"
            Quasi a rispondere, la porta si mosse e piano piano ne uscì 6.
            Guardò un attimo 18, stupito per l'inattesa visita e nel vederne il viso così strano.
            Accennò solo un paio di parole, spiazzato:
            "Numero 18... va tutto bene?"
            Improvvisamente, l'androide sentì le braccia della ragazza cingergli l'addome.
            18 lo strinse più forte che potè e poi si mise a piangere disperatamente.
            6 rimase allibito e immobile.
            La ragazza singhiozzava e urlava a scatti, affondando il volto umido nel suo petto.

            L'unica frase che capì, tra i lamenti della ragazza e i singhiozzi, fu

            "Ha preso mio fratello."
            Senza saper cosa fare, Roku posò una mano sulla testa della ragazza e la carezzò.
            "Entriamo dentro" le disse, guardandola negli occhi
            "Mi devi raccontare che è successo..."
            Così, con il pianto disperato di 18 come sottofondo, i due entrarono nella grotta.
            Lì, 18, seppure sul punto di crollare, raccontò quello che le era successo.
            6 rimase senza parole.
            Non ci credeva.
            Quello che temeva si stava avverando...
            "Dannazione... tu, 18, come stai?" domandò poi, carezzandole una guancia.
            18 non rispose.
            Aveva abbassato la testa, subito dopo aver finito di parlare.
            "Numero 18?"
            6 alzò il volto della ragazza e notò sul suo collo il buco della siringa.
            In quel momento l'androide sbiancò, intuendo quale sostanza potessero averle iniettato.
            Agitò forte la ragazza che iniziava già a non dare segni di coscienza.
            "No!!! Non farmi questo 18!!! Stai sveglia!!!! Non mi lasciare!!!"
            18 lo guardò un attimo negli occhi per poi capovolgerli.
            L'androide continuò a scuoterla e l'abbracciò.
            "NO, 18!!! NON PUOI LASCIARMI!!!!!!"

            Mentre la ragazza pareva già non esserci più, 6 ebbe un'idea.
            Arrossendo leggermente in volto, scoprì il collo della ragazza.
            Non c'era altro modo.
            Così 6 posò le labbra sul collo della ragazza ed iniziò ad aspirare.
            In breve tempo, il liquido trasparente cominciò a scorrere fuori dal collo di 18.
            La ragazza iniziò a dare segni di ripresa.
            I suoi occhi poi si aprirono e incontrarono quelli di 6.
            L'androide tolse le labbra dal collo, che ora aveva un segno violaceo, e posò una mano sulla sua guancia.
            "Va tutto bene, 18?" domandò con tono gentile.
            18 arrossì leggermente, poi fece un cenno positivo.
            Lentamente, iniziò anche a piangere.
            Fu allora che accadde qualcosa di inatteso...
            18 sentì delle braccia familiari attorno al suo collo.
            Prima che se ne rendesse conto, il suo volto andò a posarsi contro il petto di 6.
            L'aveva abbracciata...
            La stava stringendo forte.
            Non era da lui...
            "6...?" mormorò lei, confusa.
            L'androide rimase in silenzio per un po'.
            Poi iniziò a parlare, con un tono triste e tremolante.
            A malapena tratteneva le lacrime.
            Guardandola poi negli occhi, Roku pronunciò una frase carica di tristezza:

            "Temevo di averti persa per sempre..."

            Senza finire la frase, di nuovo la strinse a sé, mentre lei non capiva nulla.
            "...Non mi fare più scherzi del genere... io ho bisogno di te..."
            18 sentì come un improvviso calore nel petto.
            Non era da 6 esser così emotivo...
            In altre situazioni, avrebbe girato la testa, divenendo impassibile.
            Ma ora, la sua testa era sul suo petto.
            E sentiva un rumore simile al battito di un cuore.
            Era davvero lui in quel momento?
            Cosa lo aveva fatto reagire in quel modo?
            Quasi a rispondere a questi pensieri, l'androide iniziò a spiegare.
            "Era da tanto che non provavo una simile paura...
            avevo il terrore di perderti, 18..."
            Il silenzio avvolse i due come un velo.
            Ognuno era immerso nei suoi pensieri.

            18 era stravolta.

            Era una mattina come le altre, quella...
            solitamente, il fratello le sorrideva, uscivano fuori e correvano assieme fino al pomeriggio.
            Ma quella mattina... non aveva nemmeno avuto un cattivo presagio, non trovandolo nel letto.
            Perché?
            Eppure erano gemelli...
            Una cosa sola...
            Perché lei non aveva sentito il pericolo sin dal principio?

            L'immagine di suo fratello simile ad una marionetta senza fili echeggiava in lei.
            Era un orrendo incubo.
            Era arrivato senza alcun preavviso... come un fulmine...

            Voleva svegliarsi...
            Riaprire gli occhi e trovarsi davanti 17.

            In quei momenti, 18 iniziò a sentire la vera mancanza del fratello.
            ...Proprio quando i propri cari non ci sono più, si può capire la loro importanza...
            La giovane affondò la faccia nel petto di 6.
            Voleva cancellare ogni ricordo.
            Non voleva più vedere nulla.
            E tremava al solo pensiero di ritornare dall'orco, ora che sapeva i suoi scopi...
            6 cercava di fare chiarezza dentro di sé.
            Sapendo l'accaduto, l'antica paura che covava dentro di sé era riemersa...
            17 non sarebbe più stato "normale".
            Lo avrebbero fatto divenire un mostro.
            Mostro, come lui.
            Non avrebbe mai permesso che questo accadesse. Lo aveva giurato...
            Ma le sue parole, di fronte alla cruda realtà, crollavano come un castello di carte.
            Aspettava da tempo un simile evento.
            Lo aspettava tenendo il coraggio tra le mani, pronto a dimenarsi pur di evitarlo.
            Pur di morire, pur di evitare che accadesse a 18...
            E ora che era accaduto, lo aveva preso alla sprovvista...

            Che dire?
            Cosa fare ora?
            Domande beffarde sorgevano nella sua mente.
            Teneva stretta la sua amata 18, senza saper che fare...
            divorato dentro dall'inattesa e raccapricciante notizia.
            Ombre nere si mescolavano tra di loro dentro il suo cervello...
            Il ricordo del luna park...
            Quel giorno felice... forse l'unico giorno davvero felice...
            Spariva, mescolandosi a nere ombre.
            Sapeva che un giorno uno dei due fratelli avrebbe fatto capolino alla sua porta.
            Era questione di tempo.
            Un senso di apatia iniziò a impadronirsi di lui.
            Come molto spesso accadeva, iniziava a manifestarsi in lui il desiderio di sparire.
            Ma questo vortice nero venne come spazzato via da una voce cristallina.
            "6..."
            18 lo aveva chiamato e lui la guardo all'istante.

            Fu allora che una domanda affiorò.
            Ed era la domanda che 6 temeva.
            "...Ora... cosa possiamo fare? Cosa facciamo?"
            Che fare?
            Di certo lui l'avrebbe difesa.
            Era logico. Istintivo.
            Ma... fino a quando?
            Fino a quanto avrebbe potuto proteggerla, ora che le sue braccia erano prive di armi?
            Gero aveva dalla sua una Magnum 44. Una pistola potente, che non usava mai.
            Ghiller, per quanto poco lo conoscesse, indossava un coltello sotto il cappotto.
            E lui aveva solo delle semplici braccia.
            Per quanto avrebbe potuto giocare a fare l'eroe?
            Per quanto ancora?
            Cercò comunque di rassicurare la ragazza.

            "Non preoccuparti, 18... io ti proteggerò, lo giuro.
            Domani andremo assieme da Gero... penso di riuscire ad ottenere un compromesso... se mi stai vicino, sarai al sicuro..."
            L'androide posò le mani sulle spalle di lei e la staccò un attimo dal suo petto.
            Lo sguardo di 18 lasciava ad intendere il fatto di aver capito.
            Un'ultima lacrima precedette il sì.

            6 allora si alzò in piedi, allontanandosi un po'.
            Voltando lo sguardo, parlò a bassa voce.

            "Dormi pure nel mio letto. Io starò qui seduto a farti da guardia."
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            • 18, ancora scossa e senza sapere se avrebbe preso sonno, annuì senza fiatare.
              Posandosi sul cuscino, iniziò a fissare il soffitto.
              Ancora torturata dall'immagine di 17, cercò di distrarsi parlando di qualcosa di diverso.
              "Tu dormi qui, Roku?" domandò, notando le gocce sul soffitto e il cuscino umido.
              "Io non dormo, 18. Da più di dieci anni..." rispose secco lui.
              Questa risposta sembrò sorprendere la ragazza, che si strofinò gli occhi.
              "Ora la cosa di cui ho il maggior timore è proprio dormire..." sospirò, stringendo il lenzuolo tra le mani.
              6 rimase in silenzio.
              "Ho paura di non svegliarmi più..." concluse lei, iniziando a singhiozzare.
              Allora l'androide si avvicinò, sedendosi affianco al letto.
              "Anche io ho molta paura... da sempre... ma tu non temere... soffrirò io per te..."
              mormorò lui, toccandole un braccio con la mano.
              Il volto della ragazza iniziò a tranquillizzarsi.
              Il piccolissimo rimasuglio del Diamond ring, che ancora circolava nel suo corpo,
              le stava procurando un torpore chimico.
              Non sarebbe entrata in coma, ma si sarebbe semplicemente addormentata.

              E già le sue palpebre si chiudevano, mentre 6 le stava a parlare.
              Il respiro rallentò e le lacrime smisero di scendere.
              In pochi attimi, 18 cadde in un sonno profondo, seppur con il timore di non svegliarsi.

              6 rimase a vegliarla.
              Teneva la schiena sopra di lei, facendo perno con le braccia.
              Le gocce che cadevano dal soffitto finirono per infrangersi sul suo dorso.
              Le stava facendo da scudo.
              Mentre era immobile, osservò il volto della ragazza.
              Era davvero stravolto, irriconoscibile...
              In quel momento iniziò a desiderare ogni suo bene.
              La voleva veder felice.

              "Ti prego, 18... sorridimi..." mormorò flebile lui, quasi impercettibile
              "Sei così bella quando sorridi... per favore... regalami un altro raggio di sole..."

              6 si avvicinò al volto della dormiente.
              Posò le labbra sulle sue, cercando ancora, con un bacio, quel calore.
              Non trovò che il sale delle lacrime e il freddo.
              Lui rimase unito alle sue labbra per diversi attimi, quasi sperando in un calore improvviso.
              Ma 18 continuava a dormire, con un volto triste.
              6 si mise a piangere, stando attento a non bagnarla.
              Tra la paura di non svegliarsi e l'impotenza che provava Roku in quel momento, un'ultima frase fu detta, senza che i timpani della ragazza sentissero.
              "...Perché un così buono sentimento mi fa soffrire così tanto...?"
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              • Sempre + commovente e anche emozionante
                "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                • Proseguo con il capitolo

                  17- Melanchonic Dawn

                  Il torpore del sonno aveva portato via con sé il tempo, facendolo scorrere
                  a velocità incredibile.
                  Una delle due figure vide il sanguigno tramonto apparire alle sue spalle.
                  E poi...
                  La notte aveva steso il suo velo...
                  Le stelle.
                  Quelle piccole luci, guardiane inseparabili del cielo, brillavano meno, oggi.
                  Forse per frutto dell'immaginazione... o magari no, chi può dirlo...
                  Il paesaggio era triste e solo.
                  Le pinete apparivano scure e desolate al chiaro di luna e il vento correva tra i rami
                  provocando un rumore simile ad un pianto.
                  Persino le stelle parevano volersi staccare per unirsi a quel pianto silenzioso.
                  Era davvero tremendo.
                  Era tremendo il fatto che il tempo era passato e che lui non era mai invecchiato.
                  18 non sarebbe divenuta immortale come lui...
                  Non lo avrebbero mai sopportato, né lui né lei.
                  Sarebbe invecchiata, come tutti, e come ogni umano, piano piano, avrebbe iniziato a spegnersi, fino alla morte.
                  Doveva vivere la sua vita. Essere libera di vivere e di morire.
                  Più pensava a questo, più Numero 6 si faceva triste.
                  Le voleva bene, ma vi era un altro motivo per cui non poteva amarla...
                  Lei un giorno sarebbe morta... e la sua condanna sarebbe stato lo stare sulla sua tomba, senza poterla seguire nell'altro mondo.
                  6 non poteva amare una persona, sapendo che, quando fosse morta, lui sarebbe rimasto ancora vivo... fino alla fine dei tempi.
                  E ancora, lui avrebbe perso tutte le persone a cui si sarebbe affezionato e si sarebbe maledetto fino alla fine del mondo.
                  Era la sua condanna...
                  La condanna per aver conosciuto quei gemelli.
                  E ora 17 rischiava la sua stessa condanna.
                  Il vedere sua sorella cedere ai segni del tempo e lui invece rimanere inalterato.
                  Piuttosto che questo, 6 preferiva venir distrutto.
                  Il sonno non poteva intaccare le sue membra, ma la sua mente tormentata cominciò a farsi pesante. Strofinandosi l'occhio con una mano, l'androide fissò il soffitto, cercando di sgombrare la testa.
                  Chiudendo la palpebra, l'altro occhio meccanico vedeva perennemente il mondo esterno, seppure con le sue restrizioni tecnologiche.
                  A dire la verità, non aveva mai provato a dormire.
                  La visione perenne del suo occhio cibernetico lo distoglieva del tutto.
                  Avrebbe così voluto addormentarsi...
                  Erano più di dieci anni che i pensieri di ogni tipo devastavano la sua mente.
                  Seduto sulla sedia, lo sguardo perso, 6 stava pensando ancora.
                  I pensieri belli e brutti, quelli tristi e rabbiosi, erano tanto dilatati da fargli scoppiare la testa.
                  "BASTA!!!" urlò nella sua mente, mentre con entrambe le mani si copriva il viso.
                  "NON CE LA FACCIO PIÙ!!!!"
                  Il buio avvolse tutto. Solo coprendosi il volto poteva togliersi da quel mondo così cattivo e crudele.
                  Era una cosa che faceva spesso: si metteva seduto, la faccia raccolta tra le mani, cercando di smettere di pensare.
                  Ma quella volta l'oscurità non perdurò...
                  Il nero sbiadì a poco a poco e divenne ben presto bianco.
                  6 rimase quasi sorpreso, ma non tolse le mani dagli occhi: era curioso.
                  Iniziava forse ad avere le allucinazioni?!
                  In quella distesa bianca, poi, riuscì a scorgere una figura di spalle.

                  Indossava un lungo mantello rosso che copriva il corpo fino ai polpacci, non lasciando molto all'immaginazione.
                  Sul suo capo vi erano dei capelli cortissimi, di appena qualche centimetro, ed erano abbastanza scuri.
                  "Chi sei?" pensò tra sé e sé l'androide.
                  Come se avesse sentito, la visione si voltò.
                  Le mani di 6 ebbero come un fremito.
                  Quella persona teneva tra le braccia Numero 18.
                  La ragazza era addormentata ed era appoggiata al suo petto.
                  6 cercò di guardarlo in volto, ma il suo viso era coperto da una maschera.
                  Ed era la stessa maschera che aveva la statua del luna park.
                  Lo strano individuo, poi, si rivolse a lui.
                  "Non temere, numero 6... riposati... terrò io 18..."
                  In quel preciso istante, ci fu come un lampo.
                  Poi un blackout. Tutto tornò nero e 6 non vide più nulla.
                  Lentamente, tolse le mani dagli occhi e rivide la sua stanza.
                  "Un'allucinazione?" si domandò poi, guardandosi attorno.
                  Certo, senza dubbio era stato frutto dell'immaginazione...
                  18 era davanti a lui e dormiva ancora. E nulla era cambiato nella stanza.
                  L'androide si alzò per avvicinarsi alla ragazza.
                  Sedutosi vicino a lei, rimase a farle da guardia.
                  E di nuovo passò la notte e l'orologio del destino scandiva ogni secondo con
                  rumori ovattati.
                  Lentamente, il corpo prima immobile della ragazza cominciò di nuovo a muoversi.
                  E l'androide sorrise quasi istintivamente.
                  Poi rimase ad osservare le sue palpebre aprirsi lentamente.
                  E subito quegli occhi azzurri arrivarono a scontrarsi con il suo sguardo.
                  "Ciao numero 6..." mormorò lei, ancora insonnolita. Un vago sorriso, che sembrava come dire "Grazie al cielo sono viva e sei al mio fianco" apparve sul suo volto.
                  "Ciao, piccola..." rispose Roku, spostandole una ciocca di capelli dal viso.
                  "...Quanto ho dormito?" domandò, mettendosi lentamente a sedere.
                  "Parecchio... saranno circa 16 ore filate..."disse 6, alzandosi in piedi.
                  La ragazza scosse la testa e poi tornò a fissare il terreno, con aria abbattuta.
                  "...tutto questo tempo e chissà come starà 17..."
                  6 si voltò di colpo.
                  Rimase a contemplare quegli occhi così tristi per degli attimi interminabili.
                  E poi si avvicinò alla ragazza.
                  Le braccia dell'androide l'afferrarono una per la schiena e l'altra per le gambe, sollevandola con estrema facilità.
                  18 assunse un'espressione confusa: 6 la stava tenendo in braccio?
                  Allora lui iniziò a parlarle, dirigendosi verso l'uscita.
                  "Ho un piano, 18. Te la senti di tornare laggiù?"
                  18 annuì, seppur molto preoccupata.
                  "Bene. Allora promettimi che, qualunque cosa succeda, non lascerai mai la mia mano... prometti?"
                  La ragazza annuì di nuovo, senza fiatare.
                  "Ora torneremo assieme da Gero. Se ho pensato giusto, potrò scendere ad un compromesso ed evitare che 17 subisca qualcosa..."
                  Stavolta un piccolo barlume di luce schiarì il volto di 18.
                  "Davvero?!" domandò, portando le braccia al collo del suo amico.
                  "Te lo prometto..." rispose 6, aprendo con una mano la porta.
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                  • La notte era fredda all'esterno.
                    18 si strinse alla giacca di Roku, unico riparo dal freddo pungente.
                    Fluttuando con assoluta dolcezza, 6 iniziò a scendere dal dirupo fino al laboratorio di Gero. Sempre tenendo una forte stretta sulla sua cara amica.
                    I piedi dell'androide toccarono terra molto delicatamente e poi anche quelli scalzi di 18 scesero.
                    Entrambi si trovarono davanti alla porta blindata del laboratorio.
                    18 deglutì nervosamente e cercò a tastoni la mano di 6.
                    L'androide gliela porse e lei la strinse con tutta la forza che poteva.
                    Attraverso quella stretta lui avvertiva i tremori della ragazza.
                    Cercò quindi di tranquillizzarla, carezzandola su una guancia.
                    "Cerca di non tremare, ti prego. Altrimenti loro potrebbero capire che non siamo sicuri..."
                    18 allora smise di tremare, ma il suo volto lasciava intendere la sua immensa paura.
                    E l'espressione si calcò ancor di più quando un pugno di 6 bussò violentemente sulla porta.
                    Dopo qualche secondo, Ghiller aprì la porta e guardò i due con aria sorpresa.
                    "Che ci fate voi qui?" domandò a voce bassa.
                    Numero 6 e 18 gli passarono davanti senza rivolgergli uno sguardo.
                    "Dobbiamo parlare con Gero, chiamacelo..." ordinò 6 cercando di essere più spaventoso possibile.
                    Ghiller guardò confuso i due e, notando che si tenevano per mano, scosse la testa.
                    "Va bene..."
                    Così dicendo, entrò nella stanza dell'orco e sparì dietro la porta.
                    18 aveva iniziato a sudare freddo.
                    6 strinse ancora più forte la sua mano, nella speranza di darle sicurezza.
                    Ma quando Gero apparve davanti a loro, spalancando la porta, 18 ebbe un violento spasmo.
                    L'orco guardò con attenzione i due e poi sorrise, iniziando a parlare in tono confidenziale:
                    "Oh, numero 6! Da quanto tempo non ci si vede!!! Mi hai portato la mia preziosa 18?! Gentile da parte tua!"
                    6 lo zittì con un'occhiataccia.
                    "Non pensarci nemmeno!!! Sono qui per parlare!"
                    Gero fece un'espressione strana, ma poi sorrise.
                    "...Che hai in mente, ammasso di ferraglia?"
                    6 iniziò a parlare, con un tono che non lasciava trapelare nessuno stato d'animo.
                    "...Voglio scendere ad un patto con te, Gero... 18 è venuta da me e finchè non lascerai libero 17, lei rimarrà con me!!! E non permetterò a nessuno di toccarla!"
                    "Cosa ti fa pensare che io libererò 17, figliolo?!" sbottò Gero, lanciando un'occhiata a Ghiller, dietro di lui.
                    6 sorrise ironicamente.
                    "...18 è troppo importante per te, non è così? E se non hai uno dei gemelli, non potrai mai iniziare il tuo progetto, giusto?"
                    Gero emise un suono gutturale e il suo viso si riempì di stizza.
                    "... Ti sto chiedendo di lasciare stare i gemelli. Avanti, che rispondi?"
                    L'orco rimase in silenzio. Poi si voltò verso Ghiller che gli passò qualcosa.
                    Voltandosi poi verso Roku, mostrò il controller per l'autodistruzione.
                    "Ricordi a cosa serve questo? Se tu continui a farneticare, io ti faccio saltare in aria
                    senza ripensarci due volte. Forza, quindi... consegnami 18!!!"
                    6 guardò negli occhi la ragazza e poi fissò il suo creatore, già con il dito sul pulsante.
                    Inaspettatamente, prese con dolcezza la ragazza e se la portò vicino al petto, abbracciandola. La ragazza rimase a fissarlo, con occhi spalancati.
                    Con tono di sfida, lanciò poi un'occhiataccia a Gero e Ghiller, sorpresi.
                    "...Avanti, fallo... e 18 verrà via con me..."
                    Il dito di Gero iniziò a tremare sul pulsante.
                    Non poteva assolutamente farlo.
                    "...Brutto sfrontato..." mugugnò sotto i baffi, buttando a terra il telecomando.
                    Ghiller si fece avanti.
                    "Sei molto furbo, androide numero 6." disse, sorridendo.
                    "Ma non hai pensato ad una cosa... noi abbiamo 17. E anche se ci minacci, non abbiamo intenzione di lasciarlo andare."
                    Gero proseguì la frase.
                    "Giusto, Ghiller. Potrai anche tenerti 18 ma, prima o poi, cederai e lei tornerà da noi!!!! Non devi sfidare delle intelligenze superiori come noi!"
                    "Non cederò!" si limitò a dire lui, sicuro di sé.
                    Così dicendo, prese tra le braccia 18 e fece per andarsene.
                    Ghiller disse un'ultima frase.
                    "Quindi questa è una prova. Chi cederà per primo perderà... interessante...
                    ...
                    ...
                    ...
                    Ma sei davvero sicuro che la ragazza resisterà quanto te alla mancanza del fratello?"
                    Questa frase, fece sussultare 6.
                    Era una cosa a cui non aveva pensato.
                    Comunque, lui non si scompose e si limitò a dire "Bene."
                    Gero si mise a ridere e salutò i due con la mano.
                    "Allora, a presto, Numero 18...!"
                    La porta del laboratorio si chiuse con fragore e i due scienziati rimasero in silenzio.
                    Poi Ghiller lanciò un'occhiata al dottore.
                    "Sarà un interessante giochino..."

                    * * * * * * * * *

                    Numero 6 stava fluttuando in aria, sospeso sopra un alto precipizio.
                    18 era evidentemente scossa. L'incontro le aveva fatto male.
                    "Come stai, 18?" domandò 6, premurosamente.
                    "...Bene... sto bene..." mormorò 18, stringendosi a lui per scaldarsi.
                    "Non preoccuparti... ce la faremo. Loro cederanno e 17 tornerà da noi"
                    la tranquillizzò lui, che aveva intuito la sua paura.
                    18 annuì speranzosa. Poi si guardò attorno.
                    La notte stava lentamente deteriorandosi. Il cielo stava perdendo le stelle,
                    e si stava tingendo dei colori dell'iride, partendo dal blu scuro del cielo, al rosso
                    intenso dell'orizzonte. Il sole stava per fare capolino e tingeva con un alone d'oro
                    gli altri colori.
                    "...È bellissimo..." mormorò poi, rimanendo a fissare quell'alba appena nata.
                    6 la fissò a sua volta, lasciandosi scappare un sorriso.
                    "Ce la faremo, vero, 6?" domandò la ragazza, mentre fissava quello spettacolo.
                    "Certo... ce la faremo... assieme..." disse lui, per poi guardarla intensamente.
                    La ragazza strinse una mano a 6, intento a sorreggerla.
                    Annuendo, lasciò intravedere un leggero velo di lacrime nei suoi occhi.
                    Roku le asciugò con estrema delicatezza gli occhi.
                    Poi, sorridendo malinconicamente, indicò l'orizzonte.
                    E poi, stringendola saldamente a sé, le rivolse come un invito.
                    "Vuoi venire con me, 18? C'è una cosa che desidero mostrarti..."
                    Nolite te bastardes carborundorum

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                      beh, io aggiorno, poi vedremo...

                      Capitolo 18- Falling (parte prima)

                      Non temete, voi che leggete, torno dunque a narrare come un libro
                      di quelle favole sempre a lieto fine
                      affinché voi possiate aprire gli occhi da soli sulla realtà delle cose...
                      Poiché la verità ci viene spesso nascosta,
                      c'è sempre un tempo per capire la vera verità.
                      E poiché l'amore vince ogni cosa,
                      allo stesso tempo devasta ogni cosa sola...


                      L'androide e la ragazza stavano sorvolando il cielo crepuscolare.
                      La notte si era persa, cacciata via dal sole superbo e si era portata via con sé tutte le stelle. Ora metà di quella sfera infuocata imperava all'orizzonte, quasi stesse seduta su un trono ad osservare l'effimera esistenza degli esseri umani, ridendo con un filo di cinismo.
                      "Portami via..." sembravano dire gli occhi di 18, che ormai sembravano spenti.
                      Non sapeva dove l'avrebbe portata Roku, ma era tranquilla.
                      Di sicuro, un posto migliore del laboratorio ci sarebbe stato...
                      6 osservava attentamente ogni cosa, quasi cercasse un luogo per atterrare.
                      Stava pescando dalla memoria l'unico posto dove lui e i gemelli erano stati felici.
                      "Ecco, siamo arrivati..." mormorò rivolto a lei.
                      "Dove siamo?" domandò 18 incuriosita.
                      "Ora vedrai..." rispose l'androide, iniziando lentamente a scendere.
                      L'intenzione di 6 era palese: sperava di tranquillizzare 18, ora molto stressata,
                      portandola in un posto che conosceva.
                      Avrebbe davvero fatto di tutto, pur di udire una sua risata...
                      Sarebbe bastato anche un solo sorriso...
                      Atterrarono piano piano in mezzo ad una strada.
                      Prima che 18 potesse guardarsi attorno, le mani dell'androide coprirono i suoi occhi.
                      Sorpresa, ma non spaventata, 18 stette al gioco.
                      Dove l'avrebbe condotta?
                      6 controllò che non vedesse e poi iniziò a condurla con dolcezza in avanti.
                      "Allora, 18... guarda solo quanto ti dico di aprire gli occhi, va bene?"
                      domandò lui, senza fermarsi.
                      La ragazza annuì e mise le mani avanti quando sentì ai suoi piedi qualcosa di molto morbido.
                      Continuando a palpare l'aria, sentì poi le mani di 6 allontanarsi dal suo viso.
                      La voce di 6 si fece sentire dopo qualche attimo di silenzio.
                      Il suo tono non era molto allegro, tuttavia non metteva nemmeno tristezza o alcun tipo di soggezione.
                      "Puoi aprire gli occhi, 18..."
                      Non appena gli occhi di 18 scorsero ciò che avevano davanti,
                      istintivamente, la ragazza spalancò la bocca: un'immensa distesa di fiori blu ondeggiava al vento e il sole appena sorto faceva luccicare ogni petalo di ogni fiore,
                      bagnato dalle gocce della rugiada.
                      Tutto quel mare luccicava, come se i fiori fossero dei piccoli diamanti.
                      18 ricordò quel posto.
                      Era il campo fiorito dove lei, 17 e 6 si erano sdraiati, quando ancora lei era piccola.
                      La nostalgia si fece sentire, per un momento.
                      "Pensavo che tu fossi felice di rivedere questo posto, 18..." disse 6 a bassa voce,
                      giungendo al suo fianco.
                      18 non disse nulla.
                      Dai suoi occhi si potevano scorgere delle lacrime che illuminate dal sole
                      luccicavano come pietre preziose.
                      "Grazie, 6..." mormorò lei a bassa voce, tenendolo per mano.
                      "...Questo posto... è splendido come me lo ricordavo..."
                      6 si inginocchiò improvvisamente, arrivando all'altezza dei suoi occhi.
                      Al vedere il volto di 6, le lacrime di 18 sparirono come per incanto.
                      "...Non mi devi ringraziare... io... posso fare davvero ben poco per te...
                      ma lo voglio fare il meglio possibile. Non posso permettermi di farti soffrire...
                      è una promessa che devo mantenere..."
                      A quelle parole, le dita di 18 rivelarono l'anello che le era stato regalato.
                      Quel semplice gioiello splendeva di luce rossa, filtrata dal sole.
                      18 scosse la testa.
                      "...Invece è tanto... senza di te non so dove sarei ora...".
                      La sua sottile mano prese quella di 6, che si alzò in piedi come a comando.
                      I due si guardarono e poi, contemporaneamente, volsero lo sguardo al campo.
                      "...Vieni, 18..." mormorò con calma 6, per poi portarla in mezzo ai fiori.
                      I fiori di campo erano tanto numerosi da far sprofondare lei e l'androide fino al ginocchio, ma la cosa era piacevole.
                      In poco tempo, i due si misero seduti al centro di quella distesa, sprofondando quasi fino alla vita.
                      "...Mi sento un po' meglio, 6... ricordarmi di questo posto, mi ha tirato su..."
                      disse 18, raccogliendo attorno a sé dei fiori e facendone un mazzetto.
                      6 si limitò a mugugnare come assenso.
                      Continuava a fissare la ragazza, con sguardo attento.
                      Pareva dire la verità: un vago sorriso spuntò dal mucchio di fiori, che lei stessa si era messa davanti al viso per annusarli.
                      Meno male...
                      Invece 6 era ancora oppresso dal peso di tutti i ricordi e pensieri.
                      Nemmeno in mezzo a quel campo, davanti a 18, riusciva a distrarsi.
                      Pensava a molte cose allo stesso tempo. Pensava da troppo tempo.
                      Gli sarebbe stata utile una dormita.
                      Ma ora si limitava a celare il tutto dentro e il suo volto non rivelava nulla, come una maschera senza espressione.
                      "Va tutto bene, Roku?" domandò poi lei, avvicinandosi carponi.
                      Solitamente, quando l'androide non parlava, voleva dire che c'era un qualcosa che lo preoccupava. Ormai lei lo conosceva molto bene.
                      "Tutto a posto... sono solo un po' stanco..." mormorò lui, pescando da chissà dove un sorrisino a labbra chiuse.
                      La ragazza posò sui suoi fianchi il mazzetto di fiori e si avvicinò ancora di più.
                      Il suo volto divenne piano piano sempre più preoccupato.
                      "...Non me la racconti giusta, 6... ti conosco troppo bene!!!" mugugnò cercando di guardarlo negli occhi.
                      6 non voleva mentire di più, quindi iniziò a spiegare lentamente.
                      "Hai ragione, 18... io sono stanco."
                      La ragazza parve non capire.
                      "Se sei stanco dovresti riposarti un po', no?!"
                      L'androide fece un sorriso malinconico e scosse la testa.
                      "Non in quel senso, 18. Intendo... stanco psicologicamente."
                      A questa frase, il suo volto si fece ancora più triste.
                      18 rimase senza parole, a fissare i suoi occhi afflitti.
                      "...La mia mente, il mio corpo e tutta la mia anima...
                      sono stanche... e non so per quanto potrò andare avanti, 18. Sono sincero."
                      La ragazza si rattristò di colpo.
                      "Sono... sono io che ti faccio stancare per caso?" domandò, con un tono quasi dispiaciuto.
                      6 la carezzò sulla guancia con estrema dolcezza.
                      "No, no. Anzi, 18... mia cara 18... tu sei davvero l'unico raggio di sole in questo mio mondo..."
                      "Perché sei stanco, 6?" domandò allora lei, con tono serio.
                      L'androide guardò il paesaggio, poi le sue mani e tirò un triste sospiro.
                      "...Sono stanco del male, 18.
                      Sono stanco del male che la gente fa all'altra gente.
                      Ogni cosa maligna che succede, mi fa come morire dentro...
                      Sembra come se ti ficcassero dei pezzi di vetro negli occhi!
                      E dopo ogni ingiustizia, io devo trovare le forze per alzarmi.
                      ...non so quante forze mi rimangano 18...
                      come non so per quanto potrò resistere a questi soprusi."
                      Un silenzio quasi inquietante scese sui due.
                      Poi 18 fece un sorriso.
                      "...ma finchè ci sarà qualcuno accanto a te, tu non cederai,vero?"
                      6 annuì debolmente.
                      "L'unica forza che ancora mi regge... siete voi due,gemelli.
                      Non sopporterei più nulla, se perdessi te!!!!"
                      Questa rivelazione fece sentire lusingata la ragazza.
                      Quasi vergognandosi, abbracciò amichevolmente 6.
                      "...Il fatto che io sia così importante per te... mi fa quasi sentire ingrata...
                      non potrò mai ringraziarti abbastanza..."
                      6, malgrado consolato, fece una leggera risatina.
                      "...Figurati, 18. Se tu vuoi qualcosa, chiamami... io sarò qui, accanto a te..."
                      18 non lasciò finire la frase ed espresse un desiderio inatteso.
                      "...Allora vorrei essere forte come te, 6! Vorrei riuscire a non piangere, essere forte in qualsiasi situazione!!!"
                      La mente di 6 parve in quel momento sbeffeggiare il suo padrone:
                      ---Lei vuole esser forte e io in realtà mento come un qualsiasi debole... ironico, no?---
                      ---In realtà, mi accorgo solo ora... che sembro un verme.---
                      "Tu sei fortissima, 18!" rispose 6, preso da un ennesimo senso di colpa "Perché vorresti diventare come me?"
                      La ragazza non rispose.
                      Frugandosi in tasca, tirò fuori il nastro rosso, segno della promessa di Roku.
                      Guardandolo un attimo, glielo posò poi sugli occhi.
                      Confuso, 6 cercò di togliersi dagli occhi il nastro, ma la mano di 18 lo bloccò.
                      "Ti do questo nastro, 6. Ma non toglierlo subito, va bene?
                      Vorrei che tu mi rendessi il nastro solo quando sarò abbastanza forte da affrontare tutto a testa alta!!!" disse 18, sicura di sé.
                      Con gli occhi bendati, Roku si sentì diverso.
                      Era la prima volta che tutto era buio, ma senza che le sue mani gli coprissero il viso.
                      Si sentiva rilassato.
                      Sfiorò poi la mano di 18 e si rese conto che gliela aveva porta.
                      "...Me lo prometti?"
                      6 strinse la sua mano come segno di intesa e si sollevò un lembo per vedere.
                      Vide subito il sorriso sul volto della ragazza.
                      "Benissimo!!!" continuò lei "Farò di tutto per non deluderti!!!"
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                        Passarono diverse ore prima che i due si alzassero da quel campo fiorito.
                        Il sole aveva iniziato a scendere e il cielo, prima azzurro, cominciava a tingersi di rosso e di arancione.
                        Per tutto il tempo, 6 era rimasto con la benda sugli occhi.
                        Non sapeva perché, ma il fatto di aver gli occhi coperti gli dava come un senso di tranquillità e si sentiva rilassato come non mai.
                        18, scherzando, gli aveva fatto una coroncina di fiori e gliel'aveva messa sul capo.
                        Tutto sommato, non era noioso stare li.
                        Questo perché, se passato con una persona cara, il tempo scivola dalle mani come la sabbia trascinata dal vento.
                        18 si era messa a braccetto a lui e stava camminando con calma.
                        "Davvero vuoi tornare, 18? Non preferisci stare qui ancora un po'?" domandò 6, alzandosi un lembo della fascia.
                        "Devo tornare. Ma finché sono con te, sono certa che non mi accadrà nulla!" disse lei,
                        con un tono di voce davvero allegro.
                        Era certa che, se anche lei si fosse allontanata, sarebbe stata al sicuro, sapendo che 6 sarebbe stato a vegliarla.
                        Ma da una parte iniziava a farsi sentire la mancanza del suo fratello.
                        Quindi, la ragazza iniziò a pensare:
                        Se fosse andata a trovare suo fratello?
                        Tanto, con la protezione di 6, non rischiava nulla, giusto?!
                        Non sapeva che questa idea poteva essere rischiosa...
                        Prendendola in braccio, l'androide si alzò in volo e in breve tempo tornò nel suo rifugio.
                        "Non temere, 18..." mormorò, dopo essersi seduto sul letto
                        "Tu non corri alcun rischio con me... si tratta solo di aspettare che i due mollino la presa e potrai riavere tuo fratello!"
                        18 lo guardò confusa.
                        Le venne voglia di fare una domanda.

                        "Ma perché Gero non può iniziare il lavoro senza di me?"
                        A questa domanda, l'androide ebbe un sussulto.
                        La risposta fu secca, ma non appagante.
                        "...non farti ingannare da quell'uomo, 18. Non sei solo tu quella indispensabile per
                        cominciare il lavoro..."
                        "...Se non sono solo io, chi allora...?" bofonchiò lei, dubbiosa.
                        L'androide non rispose e si limitò a sospirare.
                        "Devi essere molto stanco, vero?" chiese lei, con aria premurosa.
                        "...Sempre, 18. Sempre..." sospirò lui, stropicciandosi l'occhio.
                        Come risposta, 18 gli legò stretta la benda agli occhi.
                        6 non disse nulla, completamente confuso.
                        Poi 18 fece una risatina.
                        "Non preoccuparti,6. Ora cerca di dormire. Tu mi hai vegliato, quindi ti devo un favore. Dormi, intanto io ti faccio da guardia..."
                        L'androide si toccò la fascia, dubbioso.
                        Provò quindi a stendersi sul letto.
                        "Non vedo come io possa riuscire ad addormentarmi, 18..."
                        Senza finire la frase, 6 notò che l'oscurità che lo avvolgeva era davvero rilassante.
                        Non aveva mai provato una simile sensazione.
                        Lentamente, quella oscurità iniziava ad insinuarsi dolcemente nel suo corpo,
                        dandogli un languore e una fiacca davvero piacevole.
                        Ora che il suo occhio meccanico non vedeva, il torpore stava finalmente avendo effetto.
                        La sua mente iniziava a farsi leggera ed era una sensazione indescrivibile.
                        "...Che... strano..." mormorò, leggermente intontito
                        "...Io... ho tanto sonno..."
                        18 lo carezzò sulla fronte e si mise seduta sulla sedia.
                        "Va tutto bene, 6. Puoi dormire..."
                        L'androide rivolse la testa verso di lei, seppur non vedendola, e fece un sorriso sereno.
                        Era come se qualcuno lo avesse sollevato completamente da tutti i pensieri pesanti.
                        Pochi attimi dopo, Roku divenne immobile e non parlò più.
                        Il suo addome si alzava e sollevava lentamente, segno del sonno finalmente giunto. Il suo sorriso era ancora rimasto sul suo volto.
                        E pareva per la prima volta, davvero felice.
                        18 se ne rallegrò e si alzò in piedi.
                        Rivolgendo lo sguardo alla porta, iniziò a pensare ad una cosa davvero pericolosa e incosciente...
                        ---E se, approfittando del sonno di 6, andassi a vedere come sta 17?---
                        Non si rendeva conto del pericolo.
                        ---Tanto--- si diceva, tranquilla --- anche se vado da sola, ho la protezione di 6...---
                        Senza nemmeno rifletterci su, allora, aprì con cautela la porta e con altrettanta cautela la chiuse.
                        Iniziò a scendere a piccoli passi il dirupo, con il preciso intento di entrare nel laboratorio.
                        Il rosso sole, ormai in procinto di sparire tra i monti, illuminava la sua figura e ne proiettava la sua ombra lungo la parete rocciosa.
                        In pochi minuti, i suoi piedi toccarono il suolo.
                        E davanti a lei, la porta del laboratorio di Gero, ermeticamente chiusa.
                        Nonostante sentisse come una voce che le diceva
                        "Non andare"
                        non le prestò il minimo ascolto.
                        "Io devo essere forte, l'ho promesso a 6. Non mi tirerò certo indietro!!!"
                        Così, incoscientemente, la sua mano diede un paio di pugni alla porta blindata.
                        Mentre aspettava una risposta, i suoi pugni si strinsero.
                        Ora sarebbe di certo stata attenta...
                        Nolite te bastardes carborundorum

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                        • già da tempo volevo leggere questa fanfiction su DBA, ma la lunghezza dei capitoli mi aveva spaventato... ora ho deciso d approfittare della pubblicazione sul forum, e dopo un po' finalmente ora sn riuscito a mettermi in pari... devo dire ke questa fanfic è spettacolare, nn solo xkè mostra DB da un punto d vista diverso, ma anke xkè è capace far provare al lettore le stesse emozioni dei xsonaggi... devo farti i miei complimenti + vivi, GT!
                          t devo fare una domanda: ma il ghiller d questa ff è esattamente lo stesso presente nel tuo DBNS? colgo l'occasione anke x complimnetarmi con te x questo bellissimo fanmanga, con una grande storia e grandi disegni...
                          un'ultima domanda sulla fic: quanto dura? su DBA arriva fino a un certo punto, ma nn è finita... l'hai già scritta tutta?
                          cmq rinnovo i complimenti e aspetto il seguito!
                          sigpic
                          "Dio non gioca a dadi con l'Universo" - Albert Einstein
                          My AMV: Vegeth

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                          • Originariamente Scritto da Majin_Matt Visualizza Messaggio
                            già da tempo volevo leggere questa fanfiction su DBA, ma la lunghezza dei capitoli mi aveva spaventato... ora ho deciso d approfittare della pubblicazione sul forum, e dopo un po' finalmente ora sn riuscito a mettermi in pari... devo dire ke questa fanfic è spettacolare, nn solo xkè mostra DB da un punto d vista diverso, ma anke xkè è capace far provare al lettore le stesse emozioni dei xsonaggi... devo farti i miei complimenti + vivi, GT!
                            t devo fare una domanda: ma il ghiller d questa ff è esattamente lo stesso presente nel tuo DBNS? colgo l'occasione anke x complimnetarmi con te x questo bellissimo fanmanga, con una grande storia e grandi disegni...
                            un'ultima domanda sulla fic: quanto dura? su DBA arriva fino a un certo punto, ma nn è finita... l'hai già scritta tutta?
                            cmq rinnovo i complimenti e aspetto il seguito!
                            Grazie mille!!!.
                            Dunque...sì sì, Ghiller di NS e Ghiller di Innocence, sono esattamente la stessa persona. Solo che in NS è passato molto molto più tempo da allora...
                            Innocence durerà ancora parecchio qui sul forum. Su dba sono arrivata al 4-5 ultimo capitolo.
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                            • Bellissima fanfiction, io l'avevo già letta su DBA, e mi era piaciuta moltissimo, non vedo l'ora che continui!
                              sigpic
                              The legend of the supersayan is real! Freezer trembles, THE SUPERSAYAJIIN HAS ARRIVED!
                              Ed ecco il mio video sul Supersayan leggendario:http://www.youtube.com/watch?v=lkRB6SwuDUI

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                              • Attenzione: i prossimi capitoli saranno i più "bui" di tutta la fanfiction. Quindi, i più giovani dovrebbero evitare di leggerli, o per lo meno, vi avviso per tempo che sono molto crudi.
                                Detto questo, vi informo che arricchirò piano piano i capitoli di illustrazioni.

                                Capitolo 19- Falling (parte seconda)

                                […]…assai facile è cadere nella rete delle persone maligne,mia principessa…
                                ma la verità è che non c’è uomo più cattivo,
                                di una persona buona divenuta cattiva… […]



                                La ragazza aveva bussato con forza alla porta,ma ancora,nessuno veniva ad aprire.
                                Fece per bussare un’ ulteriore volta, ma la porta si aprì leggermente.
                                Sussultando,18 divenne poi immobile.
                                Un occhio rossastro era accostato alla leggera apertura della porta.
                                E dei capelli biancastri si potevano scorgere con attenzione.
                                Ghiller aprì con lentezza la porta,e al veder 18, fece un leggero sorriso.
                                Guardandola attraverso la lente degli occhiali,iniziò a parlare, con tono pungente.
                                “Oh…guarda chi abbiamo qui,18. Che succede, ti sei già arresa?”
                                La risposta di 18 fu istantanea, e lasciò il ragazzo sorpreso.
                                “Ti piacerebbe, vero? Sono venuta qui per vedere come sta mio fratello!!!”
                                Ghiller la squadrò da testa a piedi, e alzò un sopracciglio interrogativo.
                                “ Allora dov’è numero 6?”
                                “Non è con me, ma sta continuando a tenermi d’occhio. Non ti conviene toccarmi,sai?Ho la sua protezione!!!”
                                A questa minaccia, il ragazzo scosse la testa.
                                “Capisco…allora,come desideri.”
                                Il tono della sua prima frase, stranamente,era cambiato del tutto: ora pareva tranquillo, arrendevole. Normale.
                                Il ragazzo dai capelli bianchi aprì ancora di più la porta, e senza muovere un dito,
                                lasciò entrare tranquillamente la ragazza.
                                18 iniziò a guardarsi attorno, e notando ciò, Ghiller attaccò bottone.

                                “…Tuo fratello sta bene, non temere. Sai che non possiamo cominciare senza certe parti… “
                                “Lo so…” si limitò a dire lei.
                                Sebbene dentro di se avesse un forte timore, stava cercando di rimanere più ferma e distaccata possibile. Doveva essere forte.
                                La ragazza rimase in piedi al centro della stanza, aspettando le prossime parole del ragazzo.
                                Ma lui, con estrema naturalezza, si sedette e con un panno si pulì gli occhiali.
                                Non le rivolgeva il minimo sguardo.
                                “ Dov’è Gero?” disse poi 18, spazientita.
                                Ghiller alzò la testa, e posò su un tavolo i suoi occhiali.
                                “ Al momento non è qui…è andato a lavorare in un altro posto.” mormorò lui, guardandola bene negli occhi.
                                18 fece un sospiro di sollievo. Stare solo con uno dei due, era senza dubbio meglio.
                                E, cosa davvero curiosa, non percepiva alcuna minaccia in lui.
                                “ Poche chiacchiere, comunque. Portami da mio fratello!” ordinò lei, cercando di sembrare più minacciosa possibile.
                                Ghiller rimase in silenzio a fissarla per un po’, prima di fare una risatina.
                                “Se fosse per me, lo farei, 18. Ma è Gero che ha le chiavi del posto dove tiene tuo fratello. Dovresti aspettarlo qui con me…ti va?”
                                18 deglutì. Davvero non se la sentiva di attendere l’orco.

                                “Non scherziamo…io me ne vado.”
                                Detto ciò, camminò velocemente verso la porta.
                                Si aspettava che lui la fermasse, ma stranamente, Ghiller non si mosse dalla sedia.
                                “Un momento…” fece lei,con aria confusa “Io sto scappando, e tu non mi fermi?”
                                “…Sei stata tu a dirmi di non toccarti…quindi non lo faccio.”
                                Lo strano comportamento di Ghiller incuriosì la ragazza, che decise di stare li ancora un po’.
                                Il ragazzo, vedendola arretrare, indicò il suo collo con un dito.
                                “Ehi…non è un succhiotto, quello che hai sul collo?!” disse, con tono allegro.
                                18 si coprì imbarazzata il segno, arrossendo leggermente.
                                “Non sono affari tuoi!!!” sbottò, cercando di non guardarlo negli occhi.
                                “Capisco…” si limitò a dire lui, per poi alzarsi dalla sedia, ridacchiando.
                                “…potrebbe anche darsi che io abbia visto male…non sentirti in imbarazzo!”

                                18 non capiva.
                                Era davvero lui, la persona che aveva davanti?
                                Quel ragazzo che stava ridendo, in un modo non diverso da lei o qualsiasi altro?
                                “ Sai, Ghiller…” iniziò lei, dandogli quasi confidenza.
                                “Se non ti conoscessi, direi che sei quasi gentile…”
                                L’albino sorrise leggermente, e si rimise gli occhiali.
                                Ne approfittò per fare alcuni passi verso di lei.
                                “…Dici davvero?”
                                18 notò che si stava avvicinando troppo, quindi iniziò ad indietreggiare.
                                “ …così mi lusinghi, ragazza.” continuò lui, non fermando il suo cammino.

                                La frase che disse dopo, riempì i suoi occhi di una freddezza inumana.
                                “…Ma di certo, io non sarò mai gentile come numero 6, vero??!”
                                18 sussultò.
                                Continuava ad indietreggiare, e lui a passo lento la stava seguendo.
                                “ Ho notato la vostra intesa, 18. Vi ho osservato molto attentamente,
                                cosa che Gero non ha fatto. State molto bene insieme.”
                                Il tono di voce, stavolta, aveva un filo di rabbia.
                                18 indietreggiò di ancora tre passi, finche non sentì qualcosa di solido.
                                Era arrivata al muro.
                                E Ghiller non voleva fermarsi!
                                Iniziò a salirle il panico.
                                “ N…Non ti avvicinare!!!” lo minacciò, nascondendo a malapena la paura
                                “Se solo mi tocchi, mi metto ad urlare!!!!!”
                                Ghiller come risposta, sorrise.
                                Con uno scatto, le corse incontro.
                                18 chiuse gli occhi.
                                Poi, non sentendo nulla, li riaprì.
                                La mano destra del ragazzo era posata al muro, a poca distanza dalla sua spalla.
                                E il volto di Ghiller era appena ad una trentina di centimetri da lei.
                                Nonostante la vicinanza, lui non l’aveva neppure sfiorata.
                                L’espressione del ragazzo cambiò, diventando quasi afflitta.
                                E non emanava più nessuna minaccia.
                                Era molto simile all’espressione che aveva 6.

                                18 rimase senza parole.
                                Gli occhi rossi del ragazzo incontrarono i suoi, ma stavolta lei non sentì la paura.
                                “…Quanto sei bella,18…questi occhi…e i capelli…sono stupendi…e che viso dolce e aggraziato…” mormorò lui, quasi sussurrando.
                                “…Non mi meraviglio che tu abbia fatto breccia anche nel cuore freddo di 6…”
                                Queste parole lasciarono allibita la ragazza.
                                Ghiller la guardò ancora, poi abbassò lo sguardo.
                                “…Ti devo rivelare una cosa, che riguarda 6.”
                                “C…cosa?” balbettò 18, ancora confusa.
                                Le parole seguenti, pronunciate da Ghiller, la sconvolsero.
                                “ Sai perché noi non possiamo toccare te e tuo fratello 17?
                                Perché i pezzi che ci mancano…stanno all’interno del corpo di numero 6!”
                                “COSA??!”
                                18 spalancò gli occhi, incredula.
                                “Hai capito bene.” continuò Ghiller.
                                “Finche 6 è vivo, tu e 17 siete al sicuro…solo lui e la sua vita ci impediscono di torcervi il minimo capello.”

                                18 si mise una mano davanti alla bocca, sconvolta.
                                Ma Ghiller incalzò con le domande.
                                “Perché provi affetto per una macchina? Per un ammasso di metallo che presto verrà smantellato??!”
                                La ragazza ebbe una reazione a queste parole.
                                ” Lui non è una macchina!!! Soffre e prova sentimenti come tutti!!!
                                SEI TU quello che non ne ha!!!!”
                                Il volto di Ghiller si riempì di collera.
                                Fulminò con il solo sguardo la ragazza, che si mise a tacere all’istante.
                                Si avvicinò ancora di più, e continuò a sussurrare con tono rabbioso.

                                “…Provi dei sentimenti per 6, che è un androide…
                                E non provi nulla per me…??!”

                                18 rimase in silenzio, non smettendo mai di fissarlo.
                                Poi, però, azzardò una risposta.
                                “Esatto. E nessuno mi farà mai cambiare idea…”
                                Ghiller la guardò, sorpreso.
                                Poi, si allontanò molto lentamente, dandole le spalle.
                                “…è così, allora…” mormorò, con voce quasi tremolante.
                                “…Non importa…dovevo aspettarmelo, da te.”
                                Un silenzio di tomba calò sui due.
                                Lui rimase immobile, senza mai voltarsi.
                                18 era rimasta posata al muro, temendo una sua reazione improvvisa.
                                Il silenzio venne poi spazzato via dall’aprirsi della porta principale.
                                La ragazza divenne bianca come uno straccio, al vedere quella persona entrare.
                                Gero.
                                Teneva in mano dei progetti, legati saldamente da un elastico.
                                Al vedere 18, i suoi baffi si sollevarono, segno che stava sorridendo.
                                Lanciò un occhiata a Ghiller, e poi guardò 18 negli occhi.
                                “Ah, la mia piccola numero 18…” mormorò, carezzandosi i baffi con la mano libera.
                                “ Roku ha mollato la presa, non è così? Saggia scelta…”
                                18 lo guardò con disprezzo, e gli rispose, tenendo la testa bassa.
                                “Affatto. Lui vi tiene sotto controllo. Non potete farmi nulla, perché so che lui mi protegge…”
                                La risposta fece alzare un sopracciglio interrogativo al dottore.
                                Questi rimase in silenzio per un po’ di tempo, e poi fece una risata.
                                “…Capisco. Allora non importa.”

                                Avvicinandosi al tavolo, posò i rotoli di carta.
                                Si mise poi verso l’angolo, usato come cucina, e iniziò a frugare nei cassetti.
                                Sotto lo sguardo perplesso di 18, Gero tirò fuori delle bustine ed una teiera.
                                Riempiendo d’acqua il recipiente, accese il fuoco del lurido fornello.
                                Poi sempre con calma, si sedette.
                                Chiamò poi sia Ghiller che lei, e sorrise.
                                Ghiller si sedette su un'altra sedia, sempre tenendo la testa bassa.
                                18 era sempre accostata al muro, e sudava freddo: il comportamento così naturale di Gero le dava i brividi.
                                Poi l’orco si rivolse a lei, con tono allegro.
                                “Sto preparando il tè…puoi unirti a noi, se ti va…”
                                *********

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                                Nolite te bastardes carborundorum

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