* * * * * * * * * * *
Con la lentezza di qualcuno che si è svegliato dopo un sonno lungo mille anni,
18 aprì gli occhi.
Era stato un sogno?
Eppure le sensazioni che aveva provato erano …reali.
Dopo tanto tempo, il suo petto aveva iniziato a riempirsi del calore di alcune emozioni.
Emozioni come lo sconforto che stava provando in quel momento.
Cosa voleva dire 6 con quelle parole?
Il soffitto che stava fissando era bianco.
Sentiva un piacevole tepore, e la morbidezza delle coperte che coprivano quasi tutto il suo corpo, eccezione fatta per le spalle e la sua testa.
Per la prima volta si sentiva fiacca.
Le sembrava quasi di esser tornata umana.
Con lentezza cercò di sollevarsi,facendo perno sui gomiti.
I suoi occhi di ghiaccio vagarono per qualche attimo nella stanza, per poi riconoscere una figura che stava seduta davanti al letto, ad occhi chiusi:
Stava seduto su una sedia, e teneva la testa bassa e gli occhi chiusi, con le braccia conserte.
Aveva i capelli neri, cortissimi, di appena pochi centimetri.
Non capì subito di chi si trattava, finché lui non si svegliò di soprassalto.
In quel momento lo riconobbe, non appena gli occhi gelidi di lei incontrarono quei due occhi oscuri come la notte.
“ Numero 18?” mormorò lui avvicinandosi.
La osservò un attimo, e poi sorrise.
“Ti sei svegliata!!!Meno male…credevo che non ti svegliassi più!”
18 rimase in silenzio un attimo, poi rispose.
“Io ti conosco…sei il piccoletto…l’amico di Goku,giusto?!” borbottò a bassa voce
“ In persona!” rispose lui, mettendosi una mano sulla nuca, e passandosela tra i capelli.
“ Ti trovi alla Kame house. Ti ho trovata fuori di casa sotto la pioggia, poi sei crollata e ti ho portato qui in camera.” spiegò velocemente lui.
Prima che 18 potesse dire altro, sentì la testa pesante, e si mise una mano sulla tempia.
“ Uhm…credo tu abbia la febbre” accennò lui, per poi posarle uno straccio bagnato sulla fronte. “Prego, sdraiati.”
18 non fiatò, ed obbedì.
“ Come mai ho la febbre?” domandò, non capacitandosi del suo stato.
“Non ne ho idea…a dire il vero…è strano per te che sei un androide,non ti pare?” mormorò lui, sedendosi a bordo del letto.
“Comunque...mi stupirei se qualcuno non si ammalasse, con questo acquazzone!” disse, indicando la finestra.
18 diede un’occhiata, e vide di sfuggita il mare ingrigito e una pioggia intensa cadere da delle nubi oscure.
Ripensò senza motivo a quella volta dove gli disse “Ci vediamo.”
Ironia della sorte, i suoi passi l’avevano condotto da lui…
“Ehi, piccoletto…” borbottò lei a bassa voce.
“ Non ti sei preoccupato nemmeno un poco nel raccogliere una come me?...In fondo, avrei potuto ucciderti…”
Il ragazzo rimase in silenzio a guardarla per un po’, con uno sguardo indecifrabile.
“Beh…se posso dire la verità…non penso tu abbia la forza di attaccarmi,no?
E poi…non so se ne avresti il motivo. Ma se sbaglio, correggimi!” disse, per poi fare una risatina.
18 sbuffò, senza rispondere.
“ A dire il vero…avevo paura perché…” mormorò con tono enigmatico lui, chinando la testa e girando lo sguardo
“ …Temevo di averti persa per sempre…”
Questa frase fece voltare di scatto 18.
Un flash improvviso di 6 si sovrappose alla figura seduta di lui.
Per un attimo fu come sentire la frase venir pronunciata da entrambi allo stesso momento.
Lui si voltò e notò lo sguardo confuso di 18.
“ Scherzo, scherzo!!!” disse, per poi fare un'altra risata.
“Comunque…forse è meglio se ti lascio riposare…” mormorò, come per cambiare discorso.
18 si riprese e assunse un espressione decisa.
“ Sì. Lasciami sola. Voglio dormire un po’.” disse con tono seccato.
Il ragazzo annuì, e si alzò, diretto verso la porta.
“ Va bene. Ti lascio dormire…ma se hai bisogno chiama…ok?” domandò, lanciandone un occhiata dubbiosa.
18 emise un “Uhm” di assenso, e poi si voltò, coprendosi meglio.
La porta venne chiusa, e lei rimase sola nella stanza.
Forse per quella strana febbre, forse per altro, non sapeva bene cosa pensare.
Ripensava a quel “sogno” con Roku.
E a quello che aveva detto prima di andarsene.
Con un sospiro, mormorò:
“ Non riesco a capire…dove cerco questa persona di cui mi parlavi tanto…?”
Così dicendo, chiuse gli occhi, e in breve tempo, si riaddormentò.
Con la lentezza di qualcuno che si è svegliato dopo un sonno lungo mille anni,
18 aprì gli occhi.
Era stato un sogno?
Eppure le sensazioni che aveva provato erano …reali.
Dopo tanto tempo, il suo petto aveva iniziato a riempirsi del calore di alcune emozioni.
Emozioni come lo sconforto che stava provando in quel momento.
Cosa voleva dire 6 con quelle parole?
Il soffitto che stava fissando era bianco.
Sentiva un piacevole tepore, e la morbidezza delle coperte che coprivano quasi tutto il suo corpo, eccezione fatta per le spalle e la sua testa.
Per la prima volta si sentiva fiacca.
Le sembrava quasi di esser tornata umana.
Con lentezza cercò di sollevarsi,facendo perno sui gomiti.
I suoi occhi di ghiaccio vagarono per qualche attimo nella stanza, per poi riconoscere una figura che stava seduta davanti al letto, ad occhi chiusi:
Stava seduto su una sedia, e teneva la testa bassa e gli occhi chiusi, con le braccia conserte.
Aveva i capelli neri, cortissimi, di appena pochi centimetri.
Non capì subito di chi si trattava, finché lui non si svegliò di soprassalto.
In quel momento lo riconobbe, non appena gli occhi gelidi di lei incontrarono quei due occhi oscuri come la notte.
“ Numero 18?” mormorò lui avvicinandosi.
La osservò un attimo, e poi sorrise.
“Ti sei svegliata!!!Meno male…credevo che non ti svegliassi più!”
18 rimase in silenzio un attimo, poi rispose.
“Io ti conosco…sei il piccoletto…l’amico di Goku,giusto?!” borbottò a bassa voce
“ In persona!” rispose lui, mettendosi una mano sulla nuca, e passandosela tra i capelli.
“ Ti trovi alla Kame house. Ti ho trovata fuori di casa sotto la pioggia, poi sei crollata e ti ho portato qui in camera.” spiegò velocemente lui.
Prima che 18 potesse dire altro, sentì la testa pesante, e si mise una mano sulla tempia.
“ Uhm…credo tu abbia la febbre” accennò lui, per poi posarle uno straccio bagnato sulla fronte. “Prego, sdraiati.”
18 non fiatò, ed obbedì.
“ Come mai ho la febbre?” domandò, non capacitandosi del suo stato.
“Non ne ho idea…a dire il vero…è strano per te che sei un androide,non ti pare?” mormorò lui, sedendosi a bordo del letto.
“Comunque...mi stupirei se qualcuno non si ammalasse, con questo acquazzone!” disse, indicando la finestra.
18 diede un’occhiata, e vide di sfuggita il mare ingrigito e una pioggia intensa cadere da delle nubi oscure.
Ripensò senza motivo a quella volta dove gli disse “Ci vediamo.”
Ironia della sorte, i suoi passi l’avevano condotto da lui…
“Ehi, piccoletto…” borbottò lei a bassa voce.
“ Non ti sei preoccupato nemmeno un poco nel raccogliere una come me?...In fondo, avrei potuto ucciderti…”
Il ragazzo rimase in silenzio a guardarla per un po’, con uno sguardo indecifrabile.
“Beh…se posso dire la verità…non penso tu abbia la forza di attaccarmi,no?
E poi…non so se ne avresti il motivo. Ma se sbaglio, correggimi!” disse, per poi fare una risatina.
18 sbuffò, senza rispondere.
“ A dire il vero…avevo paura perché…” mormorò con tono enigmatico lui, chinando la testa e girando lo sguardo
“ …Temevo di averti persa per sempre…”
Questa frase fece voltare di scatto 18.
Un flash improvviso di 6 si sovrappose alla figura seduta di lui.
Per un attimo fu come sentire la frase venir pronunciata da entrambi allo stesso momento.
Lui si voltò e notò lo sguardo confuso di 18.
“ Scherzo, scherzo!!!” disse, per poi fare un'altra risata.
“Comunque…forse è meglio se ti lascio riposare…” mormorò, come per cambiare discorso.
18 si riprese e assunse un espressione decisa.
“ Sì. Lasciami sola. Voglio dormire un po’.” disse con tono seccato.
Il ragazzo annuì, e si alzò, diretto verso la porta.
“ Va bene. Ti lascio dormire…ma se hai bisogno chiama…ok?” domandò, lanciandone un occhiata dubbiosa.
18 emise un “Uhm” di assenso, e poi si voltò, coprendosi meglio.
La porta venne chiusa, e lei rimase sola nella stanza.
Forse per quella strana febbre, forse per altro, non sapeva bene cosa pensare.
Ripensava a quel “sogno” con Roku.
E a quello che aveva detto prima di andarsene.
Con un sospiro, mormorò:
“ Non riesco a capire…dove cerco questa persona di cui mi parlavi tanto…?”
Così dicendo, chiuse gli occhi, e in breve tempo, si riaddormentò.
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