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Anche la mia FanFiction

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  • #76
    SCUSA ANCHE IL MIO.........
    t'ho salvato cmq è sempre la migliore!!
    sigpic

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    • #77
      complimenti!! scrivi davvero bn... nn sl si riescono ad immaginare perfettamente i personaggi ma rendi kiaramente anke i loro sentimenti e le loro emozioni... usi un italiano xfetto cosa piuttosto rara... in + la storia fa vedere db da un punto di vista diverso e + maturo... insomma ankora complimenti...

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      • #78
        Grazie per i commenti, gente.
        Ora continuo, come pattuito!

        Capitolo 13- Moonlight shadow

        [...]...dopo tutti quei secoli, il servo dell'orco era deciso
        a rivelare ciò che portava dentro... e la principessa...[...]


        "Vediamoci domani... sarebbe meglio se venissi da sola..."
        18 rimase interdetta da questa frase.
        Si era seduta sul letto, senza aspettarsi una simile cosa.
        Le sue guance avevano iniziato a scaldarsi - ma la cosa era abbastanza normale, dato che era una ragazza parecchio timida -
        "Ma che significa...?" si chiese lei, cercando di non pensare male.
        Quello che aveva tra le mani pareva una sorta di appuntamento segreto...
        "Appuntamento segreto??? Che sia davvero un appuntamento...?" iniziò a mormorare, non riuscendo a togliersi di testa questa idea.
        Era strano quel concetto.
        Ogni volta che pensava alla parola "Appuntamento", le andava in pappa il cervello.
        Certo, non che 6 fosse un brutto tizio...
        anzi, era davvero un bel ragazzo,però...
        arrivare ad immaginare "Appuntamento"...
        "No..." fece lei, ficcando la testa in un cuscino e prendendosi poi a schiaffi
        " Deve esser qualcos'altro... dice di portare 17, se voglio... quindi no."
        Era così...stupido tutto ciò.
        Come poteva pensare a certe sciocchezze, nella sua situazione?
        Era tutto così stupido.
        Le sarebbe venuto voglia di prendersi a pugni da sola.
        La piccolezza di certi sentimenti, delle volte, pare così stupida...
        Tutto era confuso.
        Stava iniziando a perdere l'idea chiara delle sue emozioni,
        non sapeva bene cosa provava in certe situazioni o, perlomeno, a spiegare.
        Qualsiasi cosa avesse mai provato per qualcuno,
        stava crescendo...
        Crescendo in un crescendo di emozioni e confusione...
        Come tutti...
        Eppure non capiva.
        Ed il perché era ovvio...
        Ancora credeva nel principe...
        "Vorrà dirmi qualcosa di importante..." pensò poi, alla fine.
        Era una soluzione logica. L'unica cosa plausibile...
        "Ma...cosa?" si domandò poi, guardando il soffitto.
        6 le aveva sempre detto tutto.
        Non poteva avere segreti.
        Cosa mai avrebbe voluto dirle?
        Cercò di ragionare, ma senza successo.
        "Potrei provare ad andare... ma..."
        I suoi pensieri furono interrotti dall'improvviso ingresso di 17 che la distolse del tutto da ciò che stava facendo.
        "Fratello! Come stai??!" disse lei, andandogli incontro.
        "Io sto bene... niente di che..." mormorò 17, massaggiandosi una spalla.
        "Che t'hanno fatto? Racconta,ti prego!!!"
        17 si sedette sul letto e tirò un sospiro.
        "Mi hanno fatto correre su un tapis-roulant ed ero attaccato a degli elettrodi...
        Quei due mi stavano a controllare, non ho capito bene cosa dicevano..."mormorò, un poco confuso.
        "Ti hanno fatto male?"
        "No, non mi hanno nemmeno toccato... Ghiller è stato di parola..."
        Questa frase fece tirare un sospiro di sollievo alla ragazza, che diede una pacca sulla spalla al fratello, mentre si sedeva anch'egli.
        "Tu, piuttosto... che stavi facendo?"domandò, guardando il foglio nella mano di 18.
        18 ebbe un sussulto e accartocciò il foglio nel palmo della mano.
        Non voleva assolutamente dirlo a nessuno.
        Avrebbe come... tradito 6.
        "Nulla, davvero. Si tratta solo di carta straccia..."
        17 fece un cenno di assenso.
        Poi tornò a guardare il volto di sua sorella.
        "Come stava 6? Mi è dispiaciuto, ma nella fretta non l'ho nemmeno salutato..."
        Il nome "6" ebbe un effetto immediato su di lei, che si alzò in piedi.
        "Benissimo! Mi è sembrato più calmo del solito e..."
        la ragazzina non riuscì a finire la frase.
        Qualcosa la bloccava.
        "E...?" chiese 17, alzando un sopracciglio interrogativo.
        Gli occhi di 18 cambiarono espressione.
        Divennero più seri e il suo sguardo cadde al suolo.
        "Senti, 17... mi faresti un favore?" cominciò poi, non togliendo lo sguardo dai suoi piedi "Io stanotte voglio andare a trovare 6... ti chiedo solo se mi puoi coprire di nuovo..."
        La richiesta fece assumere a 17 uno sguardo confuso, ma accettò.
        "Quando mai ti ho detto di no, 18?"
        18, alla risposta, alzò lo sguardo e con un balzo finì in braccio al fratello, che perse l'equilibrio e cadde sul letto.
        "Ah... prego..." mormorò poi, trattenendo a stento le risate.
        "Sei il migliore fratello che abbia mai avuto!!!! Grazie!!!"
        rise lei, mentre con calma si rialzava.
        17 però, le fece cenno di accostare l'orecchio alla sua bocca.
        Dopo che lo ebbe fatto, iniziò a bisbigliare.
        "Ma dimmi un po'... che vuoi fare da 6, eh?"
        Lì 18 non riuscì a trovare risposta.
        Non lo sapeva nemmeno lei...
        "Non ne ho la minima idea... solo che lui pareva così bisognoso di parlare..."
        "Ah..."fece 17.
        "Comunque sia, qualunque cosa succeda, me la racconterai,vero sorellina??!"
        18 arrossì in volto, cogliendo l'allusione, e mollò uno scappellotto al ragazzo.
        "Brutto scemo!!!!"
        Ci fu uno scoppio di risate,s eguito poi da un silenzio innaturale.
        18 si sedette con calma
        "Aspetterò stanotte e poi tu mi accompagnerai fuori... intesi?"
        "Intesi..."
        E così fu.
        18 aveva accordato tutto...
        Quella notte, 6 avrebbe dovuto dirle qualcosa di importante...
        Qualcosa di davvero importante...
        Non stava più nella pelle per la curiosità.
        Ignara di tutto ciò che poteva volerle dire, si mise a scrivere nel suo diario, con un sorriso spontaneo e ingenuo.
        Fino a quando non sarebbe scesa la sera...

        * * * * * * * * *

        E lui stava ancora lì, nel frattempo...
        Sdraiato nel suo letto, ma senza aver mai dormito in esso.
        Erano passati tanti anni...
        E l'androide numero 6 non aveva mai conosciuto il mondo onirico.
        Se ne stava steso a fissare il soffitto.
        Ogni notte.
        Ogni singola notte, come un condannato.
        I muri di dura e fredda pietra delle volte gocciolavano acqua e lui veniva bagnato al volto da quella rugiada .
        Malediva il fatto di non potere impazzire, in mezzo a quella apatia.
        Almeno la follia sarebbe stata una variante, un qualcosa capace di spezzare la monotonia di quel oblio...
        Ma non gli era concesso nemmeno questo.
        In quei momenti desiderava davvero lasciarsi andare...
        Morire...
        Un uomo steso...
        O dorme...
        O muore...
        Ma lui non era nessuna delle 2 cose.
        Stava sdraiato, senza mai dire una parola - anche perché non aveva quasi mai nessuno con cui parlare - e si immergeva nei suoi pensieri.
        Alla vista pareva una statua.
        Una di quelle che di solito si mettevano sopra le lapidi.
        Pensava.
        Pensava a quello che aveva scritto a 18.
        E più ci pensava, più un ricordo antico e recente gli risaliva dal gozzo...
        Li avevo uccisi io...
        Per 10 anni aveva vissuto nella falsità, nascondendosi dietro una facciata di ipocrisia che si era creato.
        ---Il gentile 6.
        Il buono, altruista, gentile 6.
        Che non farebbe mai male ad una mosca.---
        Ma che aveva anche ucciso i genitori di quei bambini,
        e a cui aveva mentito spudoratamente, senza mai trovare il coraggio di rivelare tutto.
        6... il Codardo.
        6 che si nascondeva nel buio, cercando di fuggire dalla realtà.
        E quella era la realtà.
        I pensieri tristi e frustrati che giravano nella sua mente di colpo si bloccarono.
        6 si alzò con calma e, una volta messosi seduto, iniziò a guardare la porta.
        Finalmente era arrivato il giorno.
        Finalmente si sarebbe tolto la maschera.
        Finalmente avrebbe detto tutta la verità ai gemelli.
        Che era stato lui ad uccidere i loro genitori...
        Il biglietto serviva a questo.
        Quella sera, davanti a 18, avrebbe trovato la forza di dirlo.
        Finalmente.
        Questa cosa gli dava un sollievo incredibile.
        Ma... allo stesso tempo, dentro di lui, dallo stomaco, partiva uno sforzo amaro come il fiele.
        Come avrebbe reagito 18?
        Come avrebbe potuto prenderla, a sapere che il suo amico, con cui aveva vissuto ben 10 anni, aveva ucciso i suoi genitori?
        Lo avrebbe odiato?
        Lo avrebbe voluto uccidere?
        Last edited by GT!; 17 January 2007, 11:12.
        Nolite te bastardes carborundorum

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        • #79
          Le labbra di 6 pronunciarono una frase, facendo uscire tutto il fiele che aveva dentro.
          "Poco male..."
          Poco male.
          Non gli importava se lo avesse voluto uccidere.
          Perché lui desiderava da tempo la morte.
          A dire il vero... la desiderava tuttora.
          Desiderava la morte, molto prima che la morte lo portasse via con sé...
          Egoismo?
          Non proprio.
          Voleva morire, ma allo stesso tempo il pensiero gli dava un rimorso incredibile.
          Non voleva lasciarla.
          Non voleva lasciare per nulla al mondo quell'angelo dai capelli biondi...
          L'unica persona per cui provava un legame così indissolubile.
          Un sorriso apparve sul suo volto.
          Assieme al sorriso, delle lacrime.
          E così l'avrebbe finalmente detto...
          Quella notte, davanti alle stelle, lontano dal re sole, avrebbe detto le fatidiche parole...

          * * * * * * * * *

          E la notte aveva iniziato a scendere.
          Le ombre avevano iniziato prima ad allungarsi, poi a mescolarsi con il buio appena giunto, diventando un tutt'uno con l'oscurità.
          Le stelle facevano capolino nella volta celeste ed assieme alla luna piena illuminavano come piccole lucine l'intero paesaggio.
          Un' immensa pineta dominava tutto sino l'orizzonte e la luce della luna illuminava i rami e le fronde, creando delle sfumature argentee di luce.
          6 era lassù.
          Quasi in cima al monte, stava in piedi e braccia conserte sul bordo del precipizio.
          Osservava le stelle e guardava lontano.
          Guardava lontano, fin dove l'occhio poteva arrivare.
          Avrebbe voluto arrivare fin là;
          Come una stella cometa, cadere dal cielo ed atterrare nella nuda terra.
          Come una cometa, infuocarsi e spegnersi piano piano fino alla morte...
          Morte...
          Per lui questa parola non aveva molto senso.
          Poteva crescere, certo, ma non invecchiare.
          Era molto simile ad una bambola, il cui tempo di vita è indeterminato.
          Possedeva il tempo delle bambole.
          Nel mezzo dei suoi pensieri, ecco che intravide una figura di fronte a sé.
          Stava davanti alla luna, creando un'ombra che si proiettava contro di lui.
          Un'ombra alla luce della luna.
          La figura in controluce iniziò a parlare, con una voce inconfondibile:
          "Ciao, 6... sono qui..."
          18 camminò vicino a lui e gli sorrise.
          "Ho letto il biglietto ed eccomi qui... ti ho fatto aspettare?"
          Roku, 6, fece un cenno negativo con la testa.
          "Certo che no... 18..." così dicendo, le fece cenno di sedersi vicino a lui.
          A 18 palpitò il cuore.
          Ignara come sempre, credeva di sentirsi dire chissà quale romanticheria.
          Con un sorriso splendente, assecondò l'androide.
          Vestita di una semplice maglia, la ragazza si mise vicino a 6, che era avvolto nella sua giacca.
          Ed egli, con gesto gentile e delicato, se la sfilò e con cura gliela posò sulle candide spalle, come riparo dal freddo.
          "Grazie..."mormorò riconoscente lei, stringendosi per trattenere il calore.
          "Dimmi, 6...per cosa mi hai chiamato...?"
          La lente dell'occhio meccanico di Roku rifletteva una piccola luna piena.
          Lui stava ancora a fissarla ,attendendo il momento giusto per dire quello che doveva dire.
          Iniziò tentennante, ma senza rivelare il suo vero stato d'animo.
          "18... ti mancano i tuoi genitori?"
          La frase lasciò un attimo interdetta la ragazza, che non si aspettava una domanda simile. Ci pensò poi un attimo e rispose...
          "Certo... sempre... però..."
          "... però...?" chiese 6, confuso.
          "Però io so che loro mi assistono, da qualche parte, lassù..."
          così dicendo indicò con l'indice il cielo stellato.
          L'androide lo guardò con aria sorpresa.
          Mai aveva pensato a cose del genere. Non aveva mai avuto un ideale di Paradiso o Inferno...
          Per lui, oltre la morte, non esisteva altro che il nulla...
          "Forse potrà sembrarti un discorso stupido, 6, ma..." continuò lei, dondolando sulla schiena e tenendosi le gambe con le braccia
          "...se penso che mi stanno a guardare, non ho più paura di niente...".
          6 rimase zitto un attimo.
          Poi, imperterrito, cercò di continuare il suo discorso.
          "Se tu un giorno tu scoprissi chi è stato a far morire i tuoi genitori...
          cosa proveresti?... Lo odieresti?... Vorresti che morisse...?"
          Alla domanda, il viso di 18 assunse un'espressione confusa.
          Ma poi, quel viso venne rischiarato da un sorriso.
          "Forse lo odierei... ma poi, di certo lo perdonerei..."
          "Cosa...?" fece 6, assumendo un viso sconvolto.
          "Certo!" fece 18.
          "I miei genitori sono morti di incidente, quindi non è colpa proprio di qualcuno... diciamo che forse era il loro destino...
          non è colpa di quella persona se è stato un incidente, giusto...?"
          Questa frase folgorò 6.
          Si sentì tremare le gambe e le mani e un groppo nella gola non riusciva a sciogliersi. A stento tratteneva le lacrime che scaldavano i suoi occhi.
          Dopo una frase simile, sentì traballare la sua sicurezza.
          Ma doveva dirlo lo stesso.
          Anche se la cosa avesse sciolto il bel sorriso di 18...
          Anche se tutto sarebbe andato a monte...
          Anche se dopo sarebbe morto...
          Non avrebbe potuto togliersi il rimorso senza dirglielo!!!!!!!!
          Le labbra tremanti pronunciarono a stento le prime parole
          "S...senti, 18... i... io... io... ecco..."
          La ragazza lo guardava fisso negli occhi.
          Sempre con quel sorriso stampato sulla faccia.
          "Dimmi, 6..."
          "Io... devo dirti... devo dirti che ...io... tu..."
          Le parole gli uscivano a stento.
          Non avrebbe resistito nel vedere quegli occhi sciogliersi in pianto...
          Sarebbe stato peggio di mentirle per tutta la vita!!!!
          E allora,a ncora una volta, nonostante la sua anima gli urlasse di non farlo...
          6 non riuscì a dire la verità...
          Tuttavia, questa volta, una frase vera venne pronunciata...
          "18... tu... per me... sei molto cara..."
          Ci fu un silenzio di tomba tra i due.
          6 tremava, cercava di non far vedere i suoi occhi velati dalle lacrime.
          18 lo guardava con un espressione indecifrabile in volto.
          Dopo un po' fu 6 a proseguire:
          "18... tu per me sei molto cara... non permetterò mai a nessuno di farti del male... dovessi anche morire... io ti prometto che ti porterò via con 17..."
          Nel silenzio che seguì le lacrime copiose di 6, 18 sorrise.
          Poi... una semplice parola.
          "Grazie."
          L'androide 6 assunse un'espressione stupita mentre volgeva lo sguardo alla ragazza.
          Non si era nemmeno accorto che le sue lacrime stavano bagnando la fibbra ottica dell'occhio destro.
          "Ti ringrazio, 6... tu sei sempre così gentile con me... e io non faccio mai nulla in cambio..."
          Così dicendo, si alzò in piedi e volse lo sguardo alla luna.
          6, che stava alle sue spalle, venne di nuovo oscurato da quell'ombra.
          E in quell'ombra, senza farsi vedere, si morse il polso, disperato.
          18 si voltò poi verso di lui e si tolse la giacca.
          Posandogliela sul grembo, carezzò la sua guancia e pronunciò un'ultima frase.
          "Io credo in te... ci credo. Ora... devo andare."
          detto questo, fece per scender giù dalla discesa.
          6 si asciugò il viso e corse d'un tratto verso di lei, che già stava per scendere.
          Riuscì solo ad urlarle questo:

          "Domani, quando il sole inizia a tramontare, al Fairy Park!!!!"
          18 si fermò un attimo e con il volto nascosto nel buio annuì.
          Aveva capito.
          Alcuni attimi di silenzio e 6 rimase solo.
          18 era già andata via.
          Con calma entrò nella grotta e chiuse ermeticamente l'entrata.
          E poi...
          continuando a singhiozzare, lanciò un grido saturo di rabbia.
          Rabbia per l'aver mentito.
          Il Fairy Park era un parco di divertimenti non distante da loro.
          Gli era venuto in mente, perché da lassù a volte si scorgevano le luci e si udivano i suoni di quel posto.
          Lì, forse, avrebbe trovato il coraggio di dire la verità.
          Ma lui continuava a maledirsi, mordendosi a sangue il labbro inferiore.
          Avrebbe trovato il coraggio?
          Per quanto ancora avrebbe rimandato?
          Per quanto ancora avrebbe portato sulle spalle quel fardello?
          Frattanto, la luce della luna filtrava attraverso le fessure dei muri, infilzando come piccole spade il corpo immobile di Roku, colui che in quel momento non desiderava altro che l'oscurità e il nulla pur di sparire dalla vista, dall'udito e dal cuore...

          * * * * * * * * *

          18 rientrò piano piano nel laboratorio.
          Leggiadra e furtiva, senza il minimo rumore, entrò nella camera dove giaceva 17, ormai già addormentato.
          Sdraiatasi sul letto, si mise le mani al volto, sentendo un insolito calore.
          Ripensando alle parole del suo amico, chiuse gli occhi e si assopì.
          E intanto la luna continuava a vegliare su tutti, come una madre veglia sui figli ormai addormentati...
          Nolite te bastardes carborundorum

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          • #80
            Come sempre, bella
            Ultima saga di DBReturn (con dentro i link delle prime 2): http://gamesurf.tiscali.it/forum/showthread.php?t=49225

            Comment


            • #81
              come sempre........ è vero
              sigpic

              Comment


              • #82
                Scusami ma hai scritto due volte Capitolo 12
                "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                • #83
                  quoto
                  sigpic

                  Comment


                  • #84
                    Originariamente Scritto da re kaioh 24 Visualizza Messaggio
                    Come sempre, bella
                    quoto
                    sigpic

                    Comment


                    • #85
                      Originariamente Scritto da goku super sayan III Visualizza Messaggio
                      Scusami ma hai scritto due volte Capitolo 12
                      Accidenti che pignolo. Un errore capita.
                      Comunque ecco, sistemato!
                      Nolite te bastardes carborundorum

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                      • #86
                        Originariamente Scritto da GT! Visualizza Messaggio
                        Accidenti che pignolo. Un errore capita.
                        Comunque ecco, sistemato!
                        Sono fatto così che ci vuoi fare
                        "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                        • #87
                          Nuovo capitolo!

                          14 (eh,sì, stavolta non mi sbaglio !)- Simple complex emotion

                          [...]...Da raccontare non c'è poco,
                          ma vi dirò ben l'avvenuto.
                          Quel giorno egli volle portare la fanciulla
                          e rivelare il tutto
                          in quel posto, in mezzo al nulla.

                          Non avea altro da dire,
                          non sapendo cos'ella provasse,
                          nel suo petto solo e triste
                          senza affetto, né carezze.

                          E se ora l'avventura
                          v'è rimasta nelle vene,
                          continuate la lettura
                          che da piangere sovviene...[...]


                          Era la prima volta che lei provava qualcosa di simile...
                          Tutto il viso era avvolto da una vampata di calore
                          ed aveva preso un colorito roseo.
                          Attraverso lo specchio sporco e semi-opaco del bagno,
                          18 si stava osservando.
                          Non riusciva per nulla a dormire.
                          Sapendo che quella sera lei e 6 sarebbero andati al Fairy-Park da soli,
                          ogni sonnolenza spariva, sostituita dall'agitazione.

                          Ma perché solo con 6 questo?
                          Perché quando abbracciava e baciava sulla guancia suo fratello,
                          non arrossiva, né si sentiva imbarazzata?
                          Perché?

                          "Avanti... devi dormire, o stasera non ti reggerai in piedi..."
                          mormorò a se stessa, sciacquandosi il viso.
                          Inizialmente non ci aveva molto fatto caso...

                          Ma ora si rendeva conto di aver qualcosa di strano...

                          "Ma cos'ho?" si domandava, posando la testa sul vetro.
                          Erano le due di notte passate.
                          Ed erano passate ben quattro ore dal loro incontro segreto.
                          Non riusciva a pensare ad altro che a quella frase:
                          "Tu per me sei molto cara..."

                          Era la prima volta che 6 le rivolgeva una frase con affetto.
                          Le faceva molto piacere, ma non poteva non provare un immenso imbarazzo...

                          E pensare che, quando ancora non aveva iniziato a divenire donna, non avrebbe mai preso sul serio questi sentimenti...

                          "I miei pensieri... i modi di muoversi... l'aspetto... i sentimenti... tutto è così diverso... non capisco più nulla!!!"

                          I pensieri turbati e confusi della ragazza vennero interrotti dalla voce del fratello, oltre la porta.
                          "Sorella? Stai bene?"
                          18 aprì la porta e vide suo fratello davanti a lei.
                          "Va tutto bene,17... solo non riesco a dormire..." mormorò la ragazza, a testa bassa.
                          "Posso sapere come mai?" chiese il fratello, preoccupato.
                          18 non rispose, aveva la testa da un'altra parte.
                          "Con me puoi parlare, sorellina... ti puoi fidare..."
                          La ragazza poi annuì e seguì il fratello in camera.

                          Spiegata la situazione, 17 si mise a braccia conserte, a pensare.
                          "Beh, 18... io non so come spiegare... però..."
                          "Però...?" chiese 18, curiosa.
                          "Però... anche io mi sento un poco strano... insomma... mi imbarazza un poco dirlo... anche se sei mia sorella..."
                          La ragazza posò una mano sulla spalla del ragazzo, in segno di comprensione.
                          "Puoi anche non dirmelo, se non vuoi..."
                          17 fece cenno negativo.
                          "Senti... ultimamente... io... non so perché... sogno delle donne e a volte... ecco... mi sveglio che... i pantaloni... ehm..." il volto del ragazzo era pieno di vergogna. Non riusciva a spiegarsi bene
                          18 non capiva bene.
                          Era troppo confusa di per sé, per capire la situazione del fratello.
                          "Sorellina... quello che intendo dire è questo... io sono un maschio, quindi non so se posso capirti bene... però anche io sto cambiando e mi sento strano e non capisco più niente..."
                          "Penso sia una cosa naturale..." aggiunse poi, sorridendo, alla sorella.
                          18 ribatté confusa.
                          "Ma allora perché mi sento così in imbarazzo???!"
                          17 non seppe come rispondere.
                          La sorella allora lo guardò serenamente.
                          "Non importa... l'importante è che tu abbia tentato di spiegarmi... grazie..."
                          Così dicendo, si sdraiò sul letto, serrando gli occhi nel vano tentativo di addormentarsi.
                          Altrettanto fece 17 che, dopo aver dato un buffetto sulla guancia alla sorella, chiuse gli occhi e si addormentò subito.

                          Una cosa naturale... aveva detto lui.
                          18 cercava in tutti i modi di spiegare questa cosa, ma non riusciva.
                          Mentre suo fratello, come la maggior parte dei maschi, iniziava ad avere le sue fantasie erotiche, lei provava un'altra cosa.
                          Un sentimento inspiegabile, imbarazzante, piacevole, doloroso.
                          A differenza di suo fratello, lei stava sviluppando un sentimento oltre la fisicità.
                          Un legame affettivo.

                          Amore.

                          Non se ne rendeva però conto.
                          Non riusciva a capire che stava innamorandosi.
                          Non lo sapeva e nemmeno lo voleva accettare.
                          Era troppo in imbarazzo.

                          "Vorrei che questo mio corpo smettesse subito di crescere..." mormorò a se stessa, mentre finalmente iniziava a prendere sonno.
                          Poi, tra incomprensione, felicità e tristezza, la ragazza chiuse gli occhi e si addormentò.

                          * * * * * * * * *

                          L'orologio scandiva le 19 in punto.
                          Il sole aveva iniziato a calare, creando sfumature rosee meravigliose.
                          6 si era seduto su una panchina, presso un giardinetto della città.
                          Il luogo d'incontro.
                          Di nascosto era sceso dalla montagna, dopo aver indossato la giacca ed aver nascosto l'occhio meccanico tra le ciocche argentee dei capelli.
                          Ed ora era lì seduto, aspettando lei.

                          L'avrebbe rivelato, finalmente?

                          La sua sicurezza era traballante, ma doveva pur provarci.
                          Mentre però il sole calava all'orizzonte, un dubbio affiorò nella sua mente:

                          "Devo proprio dirla questa stramaledetta verità?"

                          I suoi pensieri furono interrotti dai passi familiari di 18.
                          Si era vestita bene, con una gonna lunga e una maglietta semplice, ma di buon gusto.
                          Aveva legato i suoi capelli a coda di cavallo, usando il prezioso nastro rosso di 6.
                          L'androide si alzò in piedi e sorrise alla ragazza.

                          "Ciao... temevo di non vederti più..."

                          18 accennò una risatina, poi si avvicinò all'amico.
                          "Vogliamo andare?" chiese lui, affiancandosi a lei.
                          18 arrossì come un pomodoro e annuì.
                          Mentre 6 stava già per partire, però, sentì un qualcosa...

                          18 lo aveva preso per mano.

                          L'androide, al sentire il palmo della mano della ragazza stretto al suo, provò una strana sensazione.
                          Imbarazzo.
                          Era strano davvero: non aveva mai provato una cosa simile.

                          18 sorrise, cercando di far passare i bollori.
                          "Beh? Non dicevi che dovevamo andare?"
                          6 si riprese e rispose traballante.
                          "Ah, eh.... ah, sì... andiamo..."

                          Così i due, mano nella mano, camminarono verso il luogo dell'appuntamento.

                          Mentre erano per strada, 6 cercò di guardare gli occhi di 18.
                          Lei guardava a terra, con gli occhi persi in chissà che pensieri.
                          "Va tutto bene, 18?" chiese lui, impensierito.
                          18 ebbe come un sussulto, ma poi alzò la testa per guardarlo.
                          "Ah, no... stavo... stavo pensando..."
                          "Vuoi che torniamo indietro?"
                          "Assolutamente no!!! Andiamo!!" rispose lei, sicura di sé.

                          Per un istante, le guance di 6 si riempirono di calore e presero un colorito roseo.
                          "Bene... allora andiamo..."
                          Nolite te bastardes carborundorum

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                          • #88
                            Così, i due arrivarono al Fairy-Park:
                            Era un parco di divertimenti a sfondo fiabesco e ovunque vi erano statue rappresentanti fate, maghi, dragoni, eroi...
                            18 si fermò davanti ad una di esse.
                            Rappresentava un principe in armatura luccicante.
                            Il volto, tranne che la bocca, era coperto da una maschera dalle sembianze animali, più precisamente un gatto.
                            "Lui è..." mormorò 18 rimanendo incantata.
                            "Chi è, 18?" chiese 6, incuriosito.
                            "...Il principe di cui ti parlavo tempo fa... che buffo... me lo immaginavo proprio così..."rispose lei, incantata.

                            ---Arriverai mai da me?---

                            Si chiese tra sé lei, stringendo inconsapevolmente più forte la mano di 6.
                            L'androide restò a fissare la ragazza in silenzio, sempre con un certo imbarazzo.
                            Poi 18 si voltò, gli sorrise e con allegria lo strattonò per un braccio.
                            "Andiamo, voglio vedere questo posto!!!"

                            In mezzo a quella allegria, 6 iniziò però a sentirsi in colpa...

                            ---Ho portato questa ragazza in un posto così bello... se riuscissi a dirlo... sarebbe orribile---
                            Così, inconsapevolmente, nella sua mente si fece largo una prima idea.
                            "Non devo per forza dirglielo, no? Ora è così felice..."

                            La forza con cui la ragazza lo strattonava improvvisamente sparì.
                            Si era fermata davanti ad una bancarella.
                            Davanti a lei vi erano dei semplici ma stupendi anelli fatti con delle perline colorate.
                            6 rimase a fissare ancora gli occhi della ragazza e, per la prima volta, ne notò la bellezza.
                            18 era stupenda, bellissima quando sorrideva.
                            Non aveva mai visto una cosa tanto bella nei suoi 26 anni di vita...
                            Con calma si abbassò al livello della guancia di 18 e chiese con tranquillità:
                            "Vuoi che te ne compri uno, 18?"
                            Gli occhi della ragazza incontrarono i suoi e avevano iniziato a luccicare.
                            "Davvero lo faresti? Ma costano..."
                            "Non importa... te lo compro lo stesso" rispose lui, mentre già lo stava pagando.
                            Poi glielo porse, sotto i suoi occhi splendenti di felicità.
                            "Oddio... è bellissimo, grazie..." disse lei, stringendo ancora di più la sua mano.
                            6 rimase senza fiato.
                            Al sentir più forte la sua presa, iniziava a sentir una felicità incredibile.
                            Era la prima volta che si sentiva così felice...

                            Così distolto dal suo dolore...

                            18 lo strattonò di nuovo e assieme corsero da un'altra parte.
                            "Vieni, dai!!! Ho visto delle cose bellissime laggiù!"

                            E così, per la prima volta, 6 seguì la sua amica così cara, senza che il suo cuore avesse fitte, o rimorso, o dolore...

                            * * * * * * * * *

                            Le stelle avevano da tempo fatto capolino nella volta celeste.
                            6 e 18 avevano per tutto il tempo girato il parco, ridendo ai numeri di qualche giocoliere o rimanendo incantati ai giochi di prestigio di qualche mago che tirava fuori delle colombe dal suo cilindro.
                            Avevano anche urlato come pazzi sulle montagne russe, senza bene saper perché.
                            Ora, però, il parco aveva iniziato a chiudere.
                            Tutti i bambini e le coppie e gli anziani stavano andandosene e piano piano tutte le giostre stavano spegnendo le luci.
                            Roku, senza farsi notare, era salito con la ragazza in cima alla cabina più alta della ruota panoramica, ora spenta e immobile.
                            Insieme, da lassù, erano rimasti a guardare il panorama.

                            Ancora mano nella mano, senza accorgersene.

                            "Roku... oggi è stato un giorno bellissimo..." mormorò 18, mentre ammirava il suo anello, infilato nel mignolo.
                            "Sono contento ti sia divertita, 18..." ammise lui, guardando le stelle.

                            6, invece, da una parte era felice e dall'altra era amareggiato.
                            Proprio non se la sentiva, non voleva, non poteva dire la verità in un momento simile.
                            Aveva deciso di lasciar perdere, per il momento.

                            Ora era troppo felice, troppo allegro, troppo sereno.
                            Non aveva mai provato tanta allegria e felicità e tranquillità.
                            Avrebbe voluto che il tempo si fermasse.

                            "Povero 17..." fece ad un certo punto lei.
                            "Perché, dici?" chiese lui, tornando sulla terra.
                            "Noi ci siamo divertiti come scemi e lui era la da solo... mi dispiace un sacco..."
                            "Beh, allora la prossima volta vorrà dire che ci porterò anche lui! Vedrai, 18, ci divertiremo un sacco!!!"

                            La risposta di 18 tardò ad arrivare.
                            "18...?"
                            6 cercò di girare il suo viso, per vederla negli occhi.
                            Ma quando lo fece, lei stava piangendo.
                            Le sue guance erano rosso acceso e delle lacrime iniziavano a scendere.
                            "Che succede, 18?" chiese lui, turbato.
                            18 iniziò a balbettare, segno di evidente imbarazzo.

                            "Lo so... sembro una bambina piccola, a divertirmi così tanto in un posto così infantile... ma... mi sono divertita un sacco...
                            MI SONO DIVERTITA MOLTISSIMO CON TE!!!!
                            Per cui, ti prego... non voglio tu pensi che io sia una scema..."
                            6 rimase in silenzio, con gli occhi spalancati.
                            Asciugò le lacrime della ragazza con la sua mano e poi parlò.
                            "Beh, 18... allora di scemi siamo in due...
                            Anche io non mi sono mai divertito tanto in vita mia...
                            ...e non parlo per il posto infantile...
                            ma perché ero con te..."
                            18 arrossì ancora di più in volto e, di colpo, le lacrime cessarono.
                            L'androide rimase a guardarla negli occhi, in assoluto silenzio.
                            Senza nemmeno pensarci, i due si avvicinarono.
                            Poi, sotto l'intero firmamento che pareva osservarli,
                            per la prima volta,
                            senza sapere chi fu a fare la prima mossa,
                            i due si scambiarono un bacio, più splendente della luna stessa.
                            Nolite te bastardes carborundorum

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                            • #89
                              Moooooooooolto commovente, brava, e per la serie sono un grandissimo pignolo, dove li ha presi i soldi Roku per pagare l'anello se è sempre rinchiuso nella grotta??????
                              "Dici che chi è più debole dovrebbe lasciare che il più forte si prenda la sua vita? E allora... non dire un'altra parola e muori in silenzio!" Dragon Ball Adventure Ep. 90

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                              • #90
                                Originariamente Scritto da goku super sayan III Visualizza Messaggio
                                Moooooooooolto commovente, brava, e per la serie sono un grandissimo pignolo, dove li ha presi i soldi Roku per pagare l'anello se è sempre rinchiuso nella grotta??????
                                Lo spiegherà più avanti, dicendo la contestuale frase:"“…Devi sapere che Gero, quando ancora ero il suo spazzino, mi dava una ricompensa cospicua. Potevo comprarmi vestiti, accessori…insomma, qualsiasi vezzo
                                desiderassi…e siccome io non necessito di cibo o altro, ho tenuto da parte questi soldi…per voi"

                                Penso a tutto, io!
                                Nolite te bastardes carborundorum

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