ehm... credo che non rivelo troppo: si, lo sa, ma non lo rivela (per ora)
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Dragonball SF (my FF)
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Originariamente Scritto da Super Baby Katy Visualizza MessaggioBelliffima come sempre cara! ^__^
Ma Sedri lo sa che Goku è suo zio? >-<
Domanda stupida... XD^__^-->http://giulia92.deviantart.com/
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AAAAAARRRRGHHH!!!!! abbiamo fatto spoiler!!!
Perdono!!!!
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beh, lo avevo ben già detto durante la gara d'immagini, perciò non era uno spoiler tremendamente rilevatore... n.n''''
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Immaginavo ke Sedri fosse la cuginetta di Gohan, bei capitoli BK!
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parte 2
I due si divisero, prima della partenza lei volle ancora prendere qualche cosa e scomparve nell’oscuro della città, mentre Goku la aspettò paziente. Non lo fece aspettare tanto, dopo neanche mezz’ora era tornata con una borsa sulle spalle. Intanto Goku aveva tirato la nave fuori dalla capsula ed era pronto per la partenza. Sedri si meravigliò di tale velocità, ma non disse niente.
“Allora, siamo pronti. Saliamo!” la invitò il pilota.
“Grazie.” fu la risposta, Goku notò che si era cambiata, ora portava un’altra armatura simile. Cosa avesse portato nella borsa non lo rivelò. La nave partì.
“Speriamo di essere in tempo… se quel tizio ha raccontato tutto, siamo fritti…” brontolò Goku mentre si avvicinava al posto di controllo.
“Possibile… ma gli hai dato una bella botta… prima che quello si svegli con un mal di testa, ce la saremo svignati già da tempo! Dobbiamo tentare. Io intanto mi nascondo…” disse Sedri, andando nel piano inferiore della navetta.
Ancora in tempo, solo qualche minuto più tardi la navetta venne contattata dal posto di controllo, stavolta persino tramite canale audio e video. Goku deglutì e tentò di sembrare tranquillo.
“Qua è Son Goku. Avrei terminato la mia visita e vorrei lasciare questo pianeta…”
Il soldati lo riconosceva, il Saiyan temette di essere già stato smascherato, ma la sua preoccupazione era inutile. Lo aveva visto al torneo e si congratulò. Dopo un breve colloquio diede segnale verde.
“Grazie e arrivederci!”
Accelerò per lasciare al più presto l’orbita del pianeta. Dopo dieci minuti lasciò il sistema solare e puntò verso un altro pianeta.
“Ce l’abbiamo fatta. Puoi uscire!”
“Arrivo!” sentì provenire da sotto e Sedri salì di nuovo al piano superiore. Intanto si era liberata della sua armatura e si presentò in pantaloni corti stretti e una maglietta senza maniche, la coda avvolta intorno alla vita. Goku si sentì arrossire.
“Dimmi… Ma tu quanti anni hai?”, volle infine sapere.
“Fra poco compirò 14 anni… troppo giovane?”
“Cosa? 14? Ma… sembri più grande…! Avrei detto diciassette o diciotto… Dio…!” gli fuggì con una risata. “Hai la metà dei miei anni…”
“Lo so, me lo dicono in molti…” rise Sedri. “Credo che sia colpa del mio sangue allariano… mia madre mi aveva detto che crescono molto in fretta!”
“Aha… allora… spero che ti sentirai a tuo agio… io intanto andrò ad allenarmi un po’…”, concluse Goku mettendo il pilota automatico. Sedri lo osservò attentamente mentre si toglieva la giacca per iniziare il riscaldamento.
“Allenarti? Qua dentro? Ma come fai?” volle sapere interessata. “Mi posso aggregare?”
Goku la guardò sorpreso, ma annuì alla fine. “Beh, si… certo. Uso un apparecchio che aumenta la forza della gravità…. Ho scoperto che sul pianeta natio dei Saiyan c’era una gravità di 10G e cosi funziona benissimo. Ora mi alleno a 30G…”
“Interessante… allora è questo il segreto della tua forza…” sorrise studiandolo dalla testa ai piedi.
Per rispetto mise una gravità di 10G e aspettò le reazioni della ragazza. Naturalmente all’inizio lei sentì quella gravità elevata, ma si abituò velocemente. Prima fece esercizi semplici come flessioni sulle braccia, dopo due ore infine iniziò con le tecniche combattive. Goku la osservò impressionato, non se la era aspettata che se la cavasse cosi bene. In fondo era la donna più forte che aveva conosciuto finora - a parte Chichi forse. Dopo quattro ore Sedri fece la prima pausa.
“Che fatica… sono stremata…!” ansimò esausta e si sedette a terra. Si asciugò la faccia dal sudore e svuotò una bottiglia d’acqua in un unico sorso.
“Niente male… io ci ho messo molto di più all’inizio per abituarmi a 10G. Hai veramente sangue Saiyan in te… che ne dici ci fare un po’ di due a due?”
Dopo una pausa di dieci minuti Sedri attaccò Goku con vari colpi e calci e lui si difese, e poi viceversa. Non facevano sul serio, ma come inizio bastava. Dopo altre due ore la ragazza si arrese definitivamente.
“Uff..! Sono sfinita! Basta per oggi…”
“Bene… sei in gamba… hai una buona tecnica e un buon tempismo. Sembra che tu abbia molta esperienza…” giudicò Goku sorridente. Sedri invece rimase impassibile.
“Non avevo scelta. Combattere oppure venir condannati alla schiavitù… forse alla fine non è che ci sia tanta differenza…” sussurró tristemente. Forse stava pensando a qualcosa di spiacevole.
“Beh… ora riposati. E’ stata una giornata stressante. Di sotto la gravità non ha effetto, io intanto continuo ad allenarmi.” propose il Saiyan con un sorriso amichevole.
Qualche ora dopo una bufera di sabbia sommerse la città di Byakku che annebbiò la vista a tutti. Chi poteva si nascose a casa sua, ma alcuni soldati sfortunati dovettero lavorare anche le la sabbia fine gli bruciò negli occhi. Quanto avrebbero voluto fare il cambio con i colleghi che potevano stare all’interno, così anche quei due soldati che sorvegliarono la torre principale al centro.
Un’ombra vacillante si avvicinò a loro, subito la fermarono come erano soliti fare. Per colpa della bufera riconobbero l’ufficiale solo da vicino e lo salutarono. Era il soldato che aveva capitanato l’inseguimento di Sedri.
“Signor Waralin… Ma che le è successo…?”, chiese una delle due guardie notando le sue ferite.
“Sedri… ci è sfuggita…! Qualcuna l’ha aiutata! Dobbiamo…. Dobbiamo inseguirla…”, poté dire prima di svenire.
Lo portarono in infermeria dove lo misero subito in una capsula di rigenerazione. Il medico fissò il tempo di guarigione a quattro ore, tra i pubblico impaziente c’era anche Mar Khan Shi. Appena finita la cura il capitano supremo di Byakkusei, Seimat, lo tirò fuori dalla capsula e lo interrogò.
“Fammi rapporto!”, ordinò impaziente, gli occhi bianchi brillarono sulla sua faccia rossastra, il naso acuto e dritto lo minacciò come un coltello. Waralin - ancora nudo- si mise in posizione e rispose:
“Abbiamo rintracciato la traditrice mentre stava parlando con degli informatori dei ribelli e la abbiamo inseguita. Prima poteva scapparci, ma alla fina la abbiamo arrestata. La avevamo quasi sistemata, quando…”
“Cos’e che è successo?”
“Un uomo si è intromesso… un combattente formidabile… ha eliminato prima dieci di noi, poi anche me…. Da qual momento non mi ricordo più niente. Quando mi sono risvegliato quei due erano spariti. Questo è tutto, signore…”
Seimat incrociò le braccia davanti al petto e girò intorno al suo subordinato come una belva affamata con aria minacciosa.
“Allora… Lei è stata battuta… Da un estraneo… almeno lo ha visto in faccia?”
Warilin si spaventò e riuscì pronunciare a fatica un: “Signorsì!”. Conosceva anche troppo bene il carattere del suo comandante e il suo istinto lo avvertì che si trovò in pericolo di vita. Doveva rimediare al suo errore.
“Bene… Mar Khan! Si lasci dare una descrizione! Codice di cattura 204!”
Seimat lo fissò di nuovo con il suo sguardo gelido prima di girarsi di scatto. Quando sparì dalla porta tutti gli presenti si sentirono sollevati, Warlin si affrettò a vestirsi e descrisse nel miglior modo possibile quel guerriero estraneo. La faccenda durò ben trenta minuti, poi alla fine qualcosa ne uscì fuori.
“Eccolo! È quello! È quel bastardo!”
Waralin indicò una foto sullo schermo del computer che ritrae un giovane con capelli neri sparati, occhi neri, muscoloso e con una tuta da combattimento arancione. Khan lo riconobbe subito e deglutì. Disse con aria incredula:
“Ma ne sei sicuro? Non vorrei arrestare un’innocente…”
“Ne sono sicurissimo. Come si chiama?”
Le venti dita di Khan volarono sopra la tastiera ad una velocità sorprendente e presentò quei pochi dati che aveva a disposizione.
“Il suo nome è Son Goku… Razza sconosciuta… provenienza sconosciuta… Forza combattiva attuale: circa 14.300… vincitore della 45a Coppa Freezer… nessuna altra informazione…”
“Bah… un totale sconosciuto con quella forza…!? Ma chi è???”
Khan aveva solo letto quel che era scritto, mentre lui sapeva qualcosa che era ignoto persino al computer. Ma qualcosa in lui gli impedì di rivelare ciò… cosa ne sarebbe stato di Son Goku se si fosse scoperto che era un Saiyan purosangue? Freezer quasi sicuramente lo avrebbe perseguitato, era poco probabile che quel Saiyan accettasse di lavorare per lui. Ma non poté stare in silenzio, sarebbe stato troppo sospettoso se non avesse detto niente, dato che aveva persino combattuto contro di lui.
“Lo conosco…”, iniziò. “Ho avuto il piacere di disputare la finale con lui … è molto bravo. 14.000? Mah, direi di più… almeno 17.000 punti!”
“Sei matto? Allora sarebbe un guerriero di rango A! Ancoro più strano che uno come lui sia sconosciuto…!”
“Non m’importa. Allora, abbiamo una sua foto e il suo nome… puoi fare rapporto al Signor Seimath. Meglio che ti sbrighi!”
Waralin fece una smorfia e fissò il suo compagno in modo poco convinto. Poi si alzò e portò una foto di Goku al suo comandante. Quella era stata l’ultima volta che Khan aveva visto Waralin, Seimat non gli aveva per niente perdonato la sua incapacità. Con lui il primo errore grave è, spesso, anche l’ultimo.
Forze combattive attuali:
Goku: 17.500
Sedri: 5.400 (post zenkai)
Waralin: 7.300
Seimat: 17.100
Mar Khan Shi: 15.200
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Originariamente Scritto da Gohanina92 Visualizza Messaggionoooooooueeeeeeeeeeeeeesigh
SBK pettegola!!!!!!
^__^
Perdonami BK. ç_ç
Comunque billo questo chappy! ^__^sigpic
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Vabbeh.. ormai é andata...
11. Il sangue del conquistatore (Parte 1)
“Ma che diavolo combini?” gridò Radish a suo nipote quando questo non si mosse.
Erano in una missione, Gohan portava un’armatura simile quella di suo zio, solo di qualche taglia più piccolo e con dei pantaloni corti che ricoprivano le gambe fino alle ginocchia. Non era la sua prima missione, anzi: era già la terza, ma il bambino si rifiutò ancora di agire. Oltretutto la sua presenza era pressoché inutile: Vegeta e Nappa avrebbero potuto conquistare quei pianeti anche da soli. Per fortuna, sennò il principe non avrebbe di certo sopportato quella “pigrizia”, come la chiamò, con aria così impassibile. Ma la sua pazienza stava per raggiungere il suo limite massimo, Radish cominciò a preoccuparsi.
I due Saiyan si trovarono nel ben mezzo di qualcosa, che fino ad una settimana fa era stata una città ricca e piena di vita, ma che ora era ridotta a un mucchio enorme di rovine e cenere. E ad una tomba per milioni di residenti. Nappa e Vegeta si trovarono dall’altra parte del pianeta Kballar e li lasciarono da soli, non gli importava molto di quei guerrieri di terzo rango. Allora la maggior parte della responsabilità ricadde di nuovo su Radish; Gohan distrusse ben qualche edificio con i suoi raggi energetici, ma si rifiutò categoricamente di uccidere. Suo zio poteva gridare come voleva, non avrebbe cambiato idea. Gli aveva persino portato dei Kballariani feriti e privi di sensi, gli avrebbe solo dargli il colpo di grazia. Ma Gohan non si mosse, stava fissando solo quei poveracci davanti a sé.
“Non posso. Non mi hanno fatto niente…”, disse Gohan quasi con le lacrime negli occhi.
“Dio… ma ne sei in grado! Kwal me lo aveva ben raccontato… Dai, fallo prima che gli altri ritornano!”
“Quello… era stata un’altra cosa… Mi hanno attaccato loro! Questi invece no! Siamo NOI gli aggressori! Siamo NOI i cattivi! Non mi piace!”
Radish sospirò e scosse la testa, poi cambiò tattica.
“Possibile, non lo nego. Ma NOI siamo anche i più forti! Nell’universo è quello che conta! E poi un’altra cosa. Non venirmi a raccontante che non ti piaceva quella sensazione quando hai ammazzato quei bastardi! Ho ragione o ho ragione?”
Gohan si spaventò e fissò la terra ai suoi piedi per annuire debolmente, non gli piaceva il ricordo di quel giorno…
“Ecco. E cosa ti ferma? Puoi sentire quella sensazione quando vuoi! Fallo! Dai, Tu hai il potere di farlo! Gustatelo! Il tuo sangue sta ribollendo!”
Il bambino fissò per prima cosa suo zio, poi i Kballariani svenuti davanti a sé e pensò senza aprire bocca. Nel suo cuore o nella sua testa stava iniziando una dura lotta tra la sua parte Saiyan e la sua parte umana, Radish attese il risultato in silenzio e con pazienza. Sperò naturalmente in una vittoria della parte Saiyan, sennò sarebbero stati guai per lui e per suo nipote. Per Vegeta, Gohan era già solo un mezzosangue… se neanche quella metà Saiyan produce effetti, allora non vedrebbe in quel nanerottolo alcuna utilità.
Quella guerra interna durò ben dieci minuti, poi Gohan guardò Radish negli occhi ed alzò il braccio verso di lui.
“Hai ragione… ho il potere…”
Il Saiyan si irrigidì: tale gesto era considerato come una sfida mortale, ma non era sicuro di cosa potesse avere in mente. La sua forza combattiva si alzò superando ben presto i suoi 2600 punti; nel palmo della mano di Gohan comparì una luce debole fino a formare una sfera energetica. Voleva attaccarlo?! Certo, non sarebbe stato improbabile, pensò Radish teso e pronto per scansarsi, una goccia di sudore brillò sulla sua fronte.
All’ultimo momento Gohan indirizzò la sua mano verso i Kballariani ai suoi piedi e sparò. L’esplosione distrusse un’area di due o tre campi da calcio riducendolo ad un cratere fumante, dei quattro sventurati non rimasero nemmeno le ceneri.
Radish tirò un sospiro di sollievo e si complimentò: “Bravo. Finalmente ci sei… Come ti senti?”
Gohan fissò la sua mano con cui aveva sparato e sorrise: “Mi… mi sento benissimo…! Che forza… mi sento invincibile!”
“Finalmente parli come un vero Saiyan! Ehi, vuoi continuare? Facciamo una specie di allenamento pratico…” rise Radish accarezzando la testa di Gohan in modo scherzoso.
Più che allenamento, sarebbe preferibile chiamarlo gioco. I due facevano a gara a chi distruggeva più edifici in minor tempo: chi alla fine ne avesse distrutto di più, era il vincitore. E chi ci lasciava le penne era sfigato.
Uno dei due soli stava tramontando e tinse il cielo in un rosso sangue, quando il rilevatore di Radish risuonò. Stava osservando al scena da una collina sopra la città, o meglio quello che ne restava.
“Vegeta chiama Radish. A che punto siete?”
“Quasi finito. Ci mancano altre tre capitali, ma per quelle basta lavorare fino a domani sera.”
“Bene. E il moccioso?”
“Bene. Se la cava.”
“Continuate.”
Vegeta interruppe la conversazione e Radish ripose lo sguardo sulle rovine della città, accortosi che non sentiva più le esplosioni. Forse Gohan era stanco.
“Radish chiama Gohan. Non dirmi che sei a corto di energie?”
Dopo alcuni momenti di silenzio rispose, non poté nascondere i sospiri di fatica.
“Si, e allora? Ho fame! Aspetto che ti raggiungo…”
Radish sorrise e chiuse la trasmissione. Era notevole che quel bambino di quasi cinque anni potesse seguire tali ritmi, se anche lui sentisse solo ora un certo appetito ed un po’ di stanchezza. Da quando era tornato dalla missione su Tayarsei aveva avuto la sensazione che Gohan avesse già superato il suo livello: le uniche cose che gli mancavo erano l’esperienza e la determinazione. Non aveva altra scelto ormai, Radish doveva sbrigarsi a diventare più forte, se voleva tenere il passo con il suo nipotino.
“Radish! Dove sei?” lo chiamò qualcuno dal cielo… era il giovane Saiyan. In quei momenti era diventato di nuovo il bambino di sempre, dell’espressione gelida di prima non c’era più neanche l’ombra. Radish lo chiamò a sé e i due cercarono un posticino adatto per la cena. Il guerriero adulto bel bosco retrostante aveva cacciato una creatura, grande come un elefante e armata di denti acuti e sei gambe, ma ora divenne il pasto per i due Saiyan. Entrambi mangiarono come se stessero a digiuno da giorni. Dopo pochi minuti della cena restarono solo le ossa, e i due si sdraiarono sull’erba.
“Uff… che mangiata! Che fame che avevo!” commentò Gohan tutto contento.
“Ci credo! Con tutta quella energia che hai consumato oggi...!” rise Radish ruttando a tutta forza. Gohan lo commentò con una risata, che stupii invece suo zio.
“Che c’è?” volle sapere.
“Niente…” disse il bambino coprendosi la bocca con una mano, ancora sorridendo.
“Avanti… sputa il rospo!”
“Niente di che… io…” iniziò, ma poi quel sorriso felice scomparve. “Ho pensato alla mia mamma… ogni volta che papà faceva come hai fatto tu, lo sgridava… era sempre divertente…”
“Bah… un Saiyan che si fa sgridare da una donna terrestre… Dio… Kakaroth era proprio una pappamolla!” commentò il Saiyan disgustato.
“Papà non è una pappamolla!!!”, si arrabbiò Gohan improvvisamente. “Solo perchè non è come te non vuol dire che è un’incapace! Sono fiero di lui, ricordatelo!!!”
“Va bene… ho capito! Calmati!” cercò di calmare suo nipote, non aveva veramente voglia di una rissa. Gohan lo fissò per qualche attimo, poi si calmò veramente, ora sembrò essere curioso:
“Ehm, Radish…? E tu? Non hai una famiglia?”
Ora il Saiyan era veramente senza parole dopo questa domanda, si aspettava tutt’altro che questo. Da quanto tempo qualcuno non gli faceva più questa domanda?
“Ma che storie sono queste? Un Saiyan non ha bisogno di una famiglia, è abbastanza forte anche da solo! E poi sono già morti tutti da un pezzo… non serve perdere tempo con questa faccenda…”, brontolò e girò il capo dall’altra parte. Gohan invece continuò a fissarlo curioso.
“Peccato… avrei voluto sapere di più sui Saiyan…” disse Gohan con finta tristezza, in realtà usava un trucco. Finora suo zio non aveva mai tralasciato una occasione per parlare della sua razza, forse lo avrebbe fatto anche ora.
“Mio padre si chiamava Bardack ed era un guerriero di basso rango, seppur forte… mia madre l’ho conosciuta poco, mi avevano mandato su un pianeta dopo pochi mesi… credo che si chiamasse Cauli… Anche a Kakaroth è capitato la mia stessa sorte…” raccontò Radish con aria nostalgica, poi fece un gesto di disapprovazione. “Non importa... dai, facciamo un sonnellino, ricorda che dobbiamo ancora conquistare un pianeta!”
Con queste parole si sdraiò nuovamente di schiena e incrociò le braccia dietro la nuca. Anche se non lo avrebbe ammesso mai, questi momenti di pace e di tranquillità con il venticello che gli frugava nei capelli, gli piacevano. Ma purtroppo non durò a lungo, sentì che Gohan si era alzato e si sedette vicino a lui. Benché avesse gli occhi chiusi, sentì che lo sguardo del bambino si era posato su di lui. Cercò di ignorarlo per alcuni minuti, ma quella sensazione lo irritò come un ago nella pelle. Alla fine si alzò di scatto e gridò snervato:
“Ma cosa vuoi? Ho qualcosa sulla faccia? O perché mi fissi in quel modo?!”
Gohan si spaventò un po’, si sentì come beccato in flagrante.
“S… scusa…! Non… non volevo…”
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Il Saiyan fece una smorfia vendendo Gohan arrossire in quel modo. Ebbe la sensazione che volesse dire qualcosa, ma non aprì bocca e continuò a guardarlo dal basso in su. Poi trovò il coraggio di parlare.
“Tu… poco fa… assomigliavi cosi tanto al mio papà… A parte i capelli vi somigliate veramente tanto…”
“Smettila di raccontare balle!” fu la reazione gelida. “Non è un miracolo! Nella nostra famiglia il gene maschile è molto dominante! Ora smettila di parlare di quel deficiente! Partiamo subito!!!”
Senza preavviso Radish si alzò in piedi e volle partire veramente, Gohan lo guardò spaventato. Volle fermarlo, ma Radish si librò in volo e suo nipote dovette seguirlo se non voleva restare da solo.
“Ecciuuuuu!!!!”
Quel attacco di starnuti face quasi perdere l’equilibrio a Goku , mentre stava facendo flessioni in verticale. Si soffiò il naso con una mano, mentre Sedri lo commentò:
“Salute! Ma cos’era quello?”
“E che ne so…”
“Direi che qualcuno sta parlando male di te…”
“Pensa quello che vuoi…” rise Goku e continuò i suoi esercizi.
Come sempre commenti sono desiderati
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Se nessuno risponde devo pubblicare ora la seconda parte... speriamo che cosi vengano... Come sempre commenti son ben visti!
Parte 2 del capitolo 11
In mondo chiamato Kballar, un tempo al culmine della prosperità, non era più riconoscibile. Le città distrutte, la popolazione di quasi due miliardi di individui eliminata, forse ad eccezione di qualche (s)fortunato sopravissuto condannato alla schiavitù..
I quattro Saiyan si era ritrovati su una collina al di sopra della capitale, in cui avevano iniziati la allora cruenta invasione e esaminarono ora il risultato finale. Vegeta mostrò come al solito la sua impassibile freddezza, cl contrario di Nappa che sembrò di divertirsi come un diavolo impazzito. Rideva continuamente ed sembrò quasi dispiaciuto della fine prematura della missione.
“Ci sono serviti ben tre giorni in meno del previsto… Lo dobbiamo al nostro caro piccolo mezzosangue, vero?” rise e accarezzò in modo brusco la testa di Gohan. Lui lo fissò arrabbiato, ma restò in silenzio.
“Bah… troppo facile… Spero che Freezer ci dia al più presto una missione più impegnativa… mi sto annoiando…!” brontolò Vegeta e chiamò la sua capsula spaziale col telecomando. Anche altro fecero lo stesso, incluso Gohan. Dopo pochi minuti le quattro capsule atterrarono davanti a loro e aprivano gli sportelli.
“Hai ragione! Alcuni avversari con una forza superiore a 2000 non sarebbero male…”, affermò Nappa ridendo, poi guardò verso Radish e Gohan. “ Naturalmente solo per me e te, Vegeta… per quei due sarebbe troppo!”
“Quei due”, Radish e Gohan, lo fissarono abbastanza arrabbiati e il guerriero adulto sbuffò: “Vorrei sapere chi di noi avrebbe la maggior difficoltà…”
“Che? Hai detto qualcosa?” fece Nappa con una smorfia alzando la mano verso l’orecchio.
“Niente d’importante…” ribadì velocemente il guerriero di terzo rango. Mentre i quattro salirono sulle rispettive capsule, Gohan guardò suo zio sconcertato, quella reazione di prima lo aveva sorpreso. Aveva forse paura del suo compagno? Chiunque altro osasse dire certe cose sarebbe finito dritto in una capsula di rigenerazione, se non al cimitero. Era evidente che quella frase lo avesse colpito, ma perché non gli aveva detto in faccia quel che pensava? Solo perché era un guerriero di terzo rango, un semplice soldato? Un relitto di una società in cui la discendenza contava più delle reali capacità…
I quattro guerrieri si misero in viaggio di cinque giorni per il ritorno, Vegeta rimase sveglio e pensò. Voleva chiedere a Freezer di lasciargli una missione più impegnativa e non gli importava niente dell’opinione dei suoi compagni. Prematuramente rispetto a loro, aveva già conquistato il suo primo pianeta all’età di soli cinque anni; ciò che gli premeva ora era più che altro poter sconfiggere nemici più forti. Per soddisfare la sua sete di potere Nappa e Radish erano quasi una palla al piede, ma dovette ammettere che quel moccioso cominciò ad interessarlo e questa cosa lo infastidì. In quel mezz’anno aveva imparato di più che altri nei tre anni dell’allenamento di base… Fin dove poteva salire la sua forza combattiva? Nei ultimi cento anni solo pochi guerrieri Saiyan avevano raggiunto una forza maggiore della sua, il principe ed erede al trono.
“Devo sbrigarmi a diventare più forte…” sorrise e si addormentò con un sorriso malefico.
Come previsto il quartetto atterrò sul pianeta Freezer 23, dove fecero subito rapporto per poter gustarsi i tre giorni di ferie che si erano conquistati. Ma al posto dell’atteso dolce-far-niente Vegeta condusse i suoi subalterni verso una palestra. Arrivati sul posto fece una richiesta al quanto strana: avrebbero dovuto attaccarlo in tre.
“Ma… ma… Vegeta! Ma… ma sei sicuro…?! Tu sei troppo forte per noi…!”, balbettò Nappa sorpreso.
“È vero…! Per una volta, ti do ragione!” aderì Radish. “Noi tre insieme non soddisfacciamo neanche metà dei tuoi poteri! Non c’è partita!”
“Quello lo so, scemi! Ma voglio vedere quali sono le vostra capacità. Se mi siete d’intralcio o d’aiuto. Forza, brocchi! Attaccatemi!!!” ordinò il principe e si mise in posizione di combattimento.
Capirono che il loro principe non voleva sentire ragione e si prepararono a loro volta per combattere contro di lui. Per Nappa non era la prima volta, anzi, ma per Radish e Gohan lo era. Di più: per Gohan era la prima volta in assoluto che vide Vegeta in azione.
Il primo che si fece avanti era naturalmente Nappa si avventò contro Vegeta per colpirlo con una serie di pugni possenti. Ma l’unica cosa che colpì era l’aria, il Saiyan scansò quei colpi con una leggerezza come se stesse ballando. Vedendo ciò Radish prese l’occasione e disse piano al nipote:
“Gohan… guardatelo bene. Osserva come Nappa attacca… e come Vegeta si muove. Cerca di ricordartelo quando tocca a te…”
“Ci provo… accidenti quanto sono veloci…!” fece il bambino e si concentrò. A sua sorpresa poté seguire i movimenti del gigante con pochi problemi, mentre con Vegeta era un’altra storia. A volte sembrò invisibile per un momento, data la grande velocità.
Quel combattimento a senso unico continuò finché Nappa non dovette fare una pausa, era esausto e stanco. Sudò e ansimò, in segno del suo disgusto ruggì minaccioso.
“Sei già stanco? Sai che sprechi la tua forza come se ne avessi troppa, Nappa. Sinceramente avrei sperato in qualche miglioramento…” fu il voto decisamente negativo.
Nappa fece una smorfia e cominciò a gridare per far fonte a tutti i suoi poteri, cosi cominciò il secondo round. Stavolta usò tutte le tecniche di cui disponeva, calci, pugni, gomitate…. Almeno ora Vegeta dovette parare qualcuno di questi attacchi, ma non c’era verso di farlo faticare per davvero. Dopo un po’ si annoiò e contrattaccò colpendolo all’addome finché si sentì il rumore di qualche costola che si era rotta. Nappa si fermò di scatto e si tenne l’addome per il dolore acuto che quasi gli impedì di respirare. Nonostante ciò attaccò nuovamente con un pugno che però venne fermato a solo due centimetri dalla faccia di Vegeta dalla sua mano. Nappa con tutte le sue forze cercò di spingerlo indietro, ma il principe sorrise solamente. Con un movimento brusco e improvviso delle sua dita schiacciò la mano del suo compagno. Stavoltá non poté impedire un grido di dolore, ma non era finita qui. Senza nessuna pietà Vegeta lo colpì anche all’avambraccio fratturando anche il radio e l’ulna. Stavolta il dolore fu cosi grande che il possente Saiyan cadde in ginocchio e si tenesse l’arto.
“Waaahhhh! Vegeta…! Ma… questo non è solo un allenamento…?”
“Scusa… credevo che ti servisse una lezione dopotutto… La tua difesa fa acqua da tutte le parti e perdi spesso la concentrazione… Se dovessi combattere contro un nemico della tua stessa forza saresti in difficoltà! Sparisci e pensaci!”
Così ebbe termine quello strano allenamento, a fatica e dolente Nappa si alzò e uscì zoppicando. Non gli importava nulla delle gara di quei guerrieri di basso rango, cosi volle andarsene al più presto possibile per placare la sua anima. Era incavolato nero, una furia vicino all’odio che non avrebbe mai mostrato contro Vegeta. Senza battere ciglio uccise il primo malcapitato che lo guardò curioso.
Ora era il turno di Radish che aveva seguito attentamente il combattimento precedente e che ora si riscaldò in silenzio. Vegeta lo osservò con attenzione, il suo scouter gli calcolò la sua forza combattiva attuale.
“Gohan! Aiutalo! Sennò mi annoio!” ordinò.
“Signorsì!”
I due soldati si scambiarono uno sguardo e si misero in posizione di combattimento, Vegeta si limitò ad incrociare le sue braccia davanti al petto. Dopo qualche secondo di silenzio i due passarono all’attacco e lo coprirono da due lati con calci e pugni. Vegeta li scansò solo con i movimenti del busto, le braccia ancora conserte.
“Ehi, impegnatevi sul serio! Forza!”
Gohan e Radish erano ormai una coppia affiatata e con varie combinazioni riuscirono persino a costringere Vegeta in difesa finché lui dovette prendersi la briga di parare qualche pugno con le mani. Seguì una breve pausa in cui i tre combattenti si osservarono concentrati. Il principe notò che i due cominciarono appena a sudare, ma in fin dei conti erano ancora in buona forma, un buon segno. Un altro punto a loro favore era la forza combattiva: Radish ora aveva a disposizione ben 3.000 punti, il bambino raggiunse a volte addirittura 5.000 punti. Il che significò che ormai secondo i criteri Saiyan erano pari a guerrieri di secondo rango.
Per verificare la sua tesi Vegeta liberò una parte del suo potere, l’aria intorno a lui cominciò a scintillare e i due sentirono l’energia su tutto il corpo.
“Ehi, calma, Vegeta! Ehi!” fece Radish sconcertato.
Ma era inutile cercare di persuadere Vegeta, che attaccò Gohan col suo pugno. Mobilitando tutta la sua forza dalla paura fece un balzo felino con cui riuscì a schivare l’attacco, ma il solo spostamento d’aria del pugno gli aveva procurato un taglio sulla guancia sinistra.
“Bravo, moccioso… niente male… Mi sto divertendo…” rise Vegeta.
Purtroppo con questo finì il periodo di tregua, nonostante l’impegno eroico di Gohan e Radish dopo tre minuti tutto era finito. Le porte della palestra si aprirono e un Vegeta completamente illeso e silenzioso uscì. Come se fosse successo niente di speciale disse ad un soldato vicino:
“Chiama un medico per due feriti…”
L’uomo guardò dentro, incuriosito e per scoprire di cosa parlasse, e trovò i due Saiyan gravemente feriti a terra. Dopo pochi minuti Gohan e Radish erano già ricoverati in infermeria e galleggiavano in una capsula di rigenerazione.
forze combattive attuali:
Radish: 3.200
Vegeta: 19.900
Nappa: 5.900
Gohan: 6.100
Goku: 19.000
Sedri: 5.800
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