è arrivata un'altra domenica, e con lei giunge l'attesissimo(se, magari) nuovo capitolo della mia "Storia di un eremita"
6-Trame nell'ombra
Il mattino dopo, all’alba, i tre uscirono di soppiatto dalla casa e si diressero verso l’uscita della città, facendo attenzione a non farsi scoprire.
Precauzione inutile: all’uscita era presente solo un demone, che per di più stava guardando da tutt’altra parte, come inebetito.
Una volta superato quello che credevano l’ostacolo più grosso, si incamminarono verso le proprie mete.
Una porta sbattuta annunciò l’ingresso di un demone nell’abitazione di Clarinetto; la faccia del demone non lasciò trasparire alcuna emozione, evidentemente si aspettava l’ingresso del suo sottoposto.
“Devi avere un buon motivo per venirmi a disturbare così all’improvviso, è forse accaduto qualcosa di spiacevole?”
La risposta del demone fu pronta e concisa: “I due lottatori che si erano battuti con Fhun sono fuggiti dalla città questa mattina all’alba; attendiamo i vostri ordini sul da farsi”.
Il volto del demone assunse un’espressione irata: “Non è ovvio quello che dovete fare? Prendete una decina di demoni e partite all’inseguimento! Non ne deve restare traccia alcuna, di quei poveri stolti che hanno osato sfidare la potenza del Grande Mago Piccolo!”
Un cenno di assenso accompagnò l’uscita del demone che si affrettò a mettere in pratica gli ordini del proprio signore.
Rimasto solo, un sorriso attraversò le labbra di Clarinetto.
La sua ira era stata solo una posa, una finta, per mascherare le sue vere intenzioni.
Subito dopo che la sua spia gli aveva riportato la fuga dei due dal silo, il loro incontro con il giovane Son Gohan e la decisione di andarsi ad allenare, aveva pensato di approfittarne per eliminare con loro anche tutti quei giovani lottatori che ancora osavano ribellarsi al potere della famiglia demoniaca.
Sempre sorridendo si diresse verso la propria sala di allenamento, dove lo aspettavano altri tre demoni identici in tutto e per tutto a lui: “Buongiorno, fratelli. Immagino che sia giunta anche a voi la notizia di questo misterioso tempio in cui si stanno allenando gli ultimi lottatori di arti marziali che ancora osano resistere alla famiglia demoniaca…”
Uno dei demoni tolse la parola al comagno: “Non credere di essere il solo a conoscere quanto accade nel regno del Grande Mago Piccolo...mi auguro che tu non ci abbia chiamato solo per avvertirci di quanto già sappiamo”
Clarinetto esitò un attimo prima di rispondere; effettivamente li aveva chiamati solo per avvertirli di questo, ma in fondo possedeva altre informazioni; sarebbe stato saggio metterli al corrente di quanto scoperto spiando i due guerrieri? Forse, ma in ogni caso non poteva rischiare che perdessero fiducia in lui, non era ancora il momento di farsi dei nemici tanto potenti.
“In effetti avrei un altra informazione che potrebbe tornarvi utile...ho inviato un piccolo guppo di guerrieri-drago all'inseguimento di due lottatori di arti marziali giunti in città in questi giorni: sembra stiano portando al tempio un nuovo allievo; appena avrò saputo in quale luogo si trova, vi manderò a chiamare, ma, nel frattempo, era meglio avvertirvi di ciò, in modo tale da consentirvi di preparare i vostri sottoposti all'attacco. I due che ho lasciato fuggire dalla città sono molto più forti di un guerriero-drago, e probabilmente varrà lo stesso per la maggioranza di quanti si trovano nel tempio...”
“Capisco”, disse l'altro, “devo riconoscere che hai fatto bene ad avvertirci, eliminare quest'ultimo baluardo umano ci consentirà di fortificare il potere del nostro signore Piccolo”
I due demoni uscirono di casa e volarono in direzione delle città a loro affidate dal Grande Mago, lasciando Clarinetto solo.
“Poveri sciocchi, ancora credono che Piccolo sia vivo...”
Il sorriso era tornato sulle labbra del demone, quel sorriso subdolo e malevolo che non lasciava presagire niente di buono.
“Iodo!”, chiamò Clarinetto, e un diavoletto bianco, rotondo e dotato di un paio d'ali sulla schiena apparve da un remoto angolo della stanza.
“Mi ha chiamato padrone?”
La voce del diavoletto era squillante, gioiosa, del tutto inadatta ad un essere del genere.
“Ho un nuovo compito per te: segui quel demone che ha osato minacciarmi; torna tra un mese e riportami quanto avviene nella sua città”
“Certo, signore”, disse il diavoletto e immediatamente uscì dalla stanza per dirigersi verso la città dell'Est.
Clarinetto era soddisfatto: il suo piano stava iniziando a prendere forma, ma ci sarebbe voluto ancora molto tempo, forse anni, prima della sua attuazione.
6-Trame nell'ombra
Il mattino dopo, all’alba, i tre uscirono di soppiatto dalla casa e si diressero verso l’uscita della città, facendo attenzione a non farsi scoprire.
Precauzione inutile: all’uscita era presente solo un demone, che per di più stava guardando da tutt’altra parte, come inebetito.
Una volta superato quello che credevano l’ostacolo più grosso, si incamminarono verso le proprie mete.
Una porta sbattuta annunciò l’ingresso di un demone nell’abitazione di Clarinetto; la faccia del demone non lasciò trasparire alcuna emozione, evidentemente si aspettava l’ingresso del suo sottoposto.
“Devi avere un buon motivo per venirmi a disturbare così all’improvviso, è forse accaduto qualcosa di spiacevole?”
La risposta del demone fu pronta e concisa: “I due lottatori che si erano battuti con Fhun sono fuggiti dalla città questa mattina all’alba; attendiamo i vostri ordini sul da farsi”.
Il volto del demone assunse un’espressione irata: “Non è ovvio quello che dovete fare? Prendete una decina di demoni e partite all’inseguimento! Non ne deve restare traccia alcuna, di quei poveri stolti che hanno osato sfidare la potenza del Grande Mago Piccolo!”
Un cenno di assenso accompagnò l’uscita del demone che si affrettò a mettere in pratica gli ordini del proprio signore.
Rimasto solo, un sorriso attraversò le labbra di Clarinetto.
La sua ira era stata solo una posa, una finta, per mascherare le sue vere intenzioni.
Subito dopo che la sua spia gli aveva riportato la fuga dei due dal silo, il loro incontro con il giovane Son Gohan e la decisione di andarsi ad allenare, aveva pensato di approfittarne per eliminare con loro anche tutti quei giovani lottatori che ancora osavano ribellarsi al potere della famiglia demoniaca.
Sempre sorridendo si diresse verso la propria sala di allenamento, dove lo aspettavano altri tre demoni identici in tutto e per tutto a lui: “Buongiorno, fratelli. Immagino che sia giunta anche a voi la notizia di questo misterioso tempio in cui si stanno allenando gli ultimi lottatori di arti marziali che ancora osano resistere alla famiglia demoniaca…”
Uno dei demoni tolse la parola al comagno: “Non credere di essere il solo a conoscere quanto accade nel regno del Grande Mago Piccolo...mi auguro che tu non ci abbia chiamato solo per avvertirci di quanto già sappiamo”
Clarinetto esitò un attimo prima di rispondere; effettivamente li aveva chiamati solo per avvertirli di questo, ma in fondo possedeva altre informazioni; sarebbe stato saggio metterli al corrente di quanto scoperto spiando i due guerrieri? Forse, ma in ogni caso non poteva rischiare che perdessero fiducia in lui, non era ancora il momento di farsi dei nemici tanto potenti.
“In effetti avrei un altra informazione che potrebbe tornarvi utile...ho inviato un piccolo guppo di guerrieri-drago all'inseguimento di due lottatori di arti marziali giunti in città in questi giorni: sembra stiano portando al tempio un nuovo allievo; appena avrò saputo in quale luogo si trova, vi manderò a chiamare, ma, nel frattempo, era meglio avvertirvi di ciò, in modo tale da consentirvi di preparare i vostri sottoposti all'attacco. I due che ho lasciato fuggire dalla città sono molto più forti di un guerriero-drago, e probabilmente varrà lo stesso per la maggioranza di quanti si trovano nel tempio...”
“Capisco”, disse l'altro, “devo riconoscere che hai fatto bene ad avvertirci, eliminare quest'ultimo baluardo umano ci consentirà di fortificare il potere del nostro signore Piccolo”
I due demoni uscirono di casa e volarono in direzione delle città a loro affidate dal Grande Mago, lasciando Clarinetto solo.
“Poveri sciocchi, ancora credono che Piccolo sia vivo...”
Il sorriso era tornato sulle labbra del demone, quel sorriso subdolo e malevolo che non lasciava presagire niente di buono.
“Iodo!”, chiamò Clarinetto, e un diavoletto bianco, rotondo e dotato di un paio d'ali sulla schiena apparve da un remoto angolo della stanza.
“Mi ha chiamato padrone?”
La voce del diavoletto era squillante, gioiosa, del tutto inadatta ad un essere del genere.
“Ho un nuovo compito per te: segui quel demone che ha osato minacciarmi; torna tra un mese e riportami quanto avviene nella sua città”
“Certo, signore”, disse il diavoletto e immediatamente uscì dalla stanza per dirigersi verso la città dell'Est.
Clarinetto era soddisfatto: il suo piano stava iniziando a prendere forma, ma ci sarebbe voluto ancora molto tempo, forse anni, prima della sua attuazione.
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