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storia di un eremita

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  • #91
    Nicco, questi ultimi episodi mi sono piaciuti moltissimo e il tuo stile di scrittura è decisamente migliorato da quanto hai iniziato a scrivere la tua ff.
    I want be free... I WILL BE free!
    sigpic
    Cuore di Metallo Capitolo IX, Gohan

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    • #92
      finalmente gli applausi! era ora! grazie Dyana
      Myanimelist.net
      Lastfm.it

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      • #93
        Ottimi questi due episodi!
        Sto giocando a: Tales of Xillia (PS3), Assassin's Creed 3 (WiiU), Pokémon X (3DS - Solo online) Sto leggendo: A storm of swords (volumone completo in italiano) Sto guardando: Kill la Kill (ep 7)

        sigpic

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        • #94
          uhuh anche io voglio farti i miei applausi!! :clap: :clap:
          Clicca qui per download di immagini, programmi e quant'altro in piena sicurezza.

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          • #95
            eccovi allora un nuovo capitolo per la ff che sta entusiasmando utenti di tutte le età. cosa accadrà oggi?

            13-dialogo alle prime luci dell'alba

            Enito si svegliò qualche minuto prima dell’alba e decise di dare un’occhiata al monastero nell’attesa che iniziassero le attività dei suoi abitanti.
            Non era certo di chissà quali dimensioni, ma in ogni caso era sufficiente ad ospitare circa una cinquantina di persone e se Craig era abile nell’insegnamento delle arti marziali quanto lo era a combattere, cinquanta persone sarebbero bastate a fronteggiare un assalto demoniaco…forse.
            Decise di uscire dal tempio a prendere una boccata d’aria fresca.
            Si stava avvicinando l’inverno. A quell’ora non era saggio uscire senza mettersi qualcosa addosso, ma comunque durante l’addestramento di Mutaito era stato sottoposto a condizioni ben peggiori, oramai aveva fatto l’abitudine al freddo…
            Una volta fuori fece qualche esercizio per riscaldarsi, ma per quanto provasse a distrarsi non riusciva a levarsi dalla testa il pensiero che troppa gente era in possesso di quell’incredibile capacità di riuscire a dominare la propria energia spirituale, anche persone che, come Muten, aveva sempre considerato inferiori a lui…
            “Ma allora perché io non ne sono in grado?”, si chiese mentre colpiva un masso nelle vicinanze, “cos’hanno Muten, Craig e i demoni che io non ho?”
            “Semplice, loro hanno delle ambizioni”
            Al solo sentire quella voce, a Enito si raggelò il sangue nelle vene.
            Si voltò di scatto sperando che essa non appartenesse proprio a lui…invano.
            Sul tetto dell’edificio sedeva Clarinetto, sorridendo allo spettacolo offertogli dallo spaventato guerriero che si mise immediatamente in posizione di guardia.
            “Cosa credi di fare? Se avessi voluto ucciderti avrei mandato uno dei miei sottoposti…”
            Il demone lasciò che quelle parole rimanessero nell’aria a tormentare Enito, mentre gli si avvicinava con una tranquillità che non prometteva nulla di buono.
            “Se devo essere sincero mi hai deluso, Enito…speravo che in questo mese di grazia da me gentilmente offerto saresti riuscito a migliorare un po’ di più le tue capacità, ora come ora saresti capace a malapena di sconfiggere Fhun, peraltro non senza subire gravi danni”
            Enito rimaneva fermo, paralizzato dal timore che gli incuteva quell’essere.
            “È da quando ti hanno portato al mio cospetto che ti osservo, Enito…sono giunto fin qui dalla mia città per farti una proposta: diventa un mio sottoposto”
            “C-cosa?”
            Enito non comprendeva il senso della sua richiesta.
            “Tu sei l’unico tra quanti coltivano il sogno di riportare la cosiddetta Pace sulla terra ad aver compreso il nostro potere; e so quanto di sia frustrante per te osservare come quanti ti stanno intorno affinino le loro capacità tanto in fretta, ad un ritmo che a te pare inumano”
            “E tu come fai a dire che io mi sento davvero così?”, chiese Enito con un tono quasi provocatorio.
            “Mi è bastato vedere il tuo scatto d’ira di un attimo fa”, rispose pacato il demone, “come ti ho già detto prima a te manca un’ambizione per raggiungere tutti noi: Muten ambiva più di ogni altra cosa a superarti, Craig è ancora animato da stupidi ideali e in quanto a noi demoni, beh, penso che tu sappia cosa desideriamo…”
            “Se ciò che mi stai dicendo è vero, per quale ragione dovrei allearmi con te? Cosa potresti darmi tu che non potrei trovare in questo monastero?”
            “Oltre a un’ambizione intendi? La salvezza”. Quest’ultima parola spiazzò completamente Enito. Tutto avrebbe potuto aspettarsi tranne che un’offerta del genere.
            “Ti vedo stupito, Enito. Pensavi davvero che fossi l’unico rimasto tra i figli di Piccolo a possedere una tale potenza?”
            Ogni frase di Clarinetto sortiva l’effetto desiderato: Enito stava completamente perdendo fiducia in se stesso.
            “Siamo in quattro ad essere rimasti, ciascuno con un suo piccolo esercito…voi siete gli ultimi che ancora oppongono resistenza al nostro potere. Tu ora hai due scelte: rimanere in questo luogo desolato ed essere eliminato entro breve o allearti con me e ottenere finalmente uno scopo per questa tua squallida vita di combattente mediocre, ti saluto!”
            Clarinetto si allontanò, poi, mentre era sul punto di spiccare il volo, si voltò verso il guerriero.
            “Ho bisogno di te per riuscire nel mio piano: quegli sciocchi ancora credono che il grande mago sia vivo”
            Detto ciò se ne andò, lasciando Enito sconcertato. Non sapeva cosa fare, ma per il momento decise di rientrare nel monastero prima che si svegliassero tutti.
            Mentre Enito rientrava nel monastero, un altro demone, di aspetto simile a quello di Clarinetto partì nella stessa direzione presa da quest’ultimo.
            “Cosa pensi di fare, Clarinetto? Pensi che non mi sia accorto della tua spia?”

            scusate l'ora, ma l'ho terminato più o meno mezz'ora fa...

            P.S. Goge, per mettere gli applausi devi scrivere bravo tra i due punti
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            • #96
              Bravo come al solito sai la proposta di Clarinetto mi ha ricordato molto la scena in Spider-man uno in cui il Goblin fa una proposta simile allo scalamuri

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              • #97
                non ci avevo pensato...in effetti si somigliano
                ora però, visto che dovrai attendere i prossimi episodi che arriveranno moooolto lentamente(data la mia rinomata lentezza), per te cosa farà il nostro Enito?
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                • #98
                  Originariamente Scritto da Il Nicco Visualizza Messaggio
                  non ci avevo pensato...in effetti si somigliano
                  ora però, visto che dovrai attendere i prossimi episodi che arriveranno moooolto lentamente(data la mia rinomata lentezza), per te cosa farà il nostro Enito?
                  Beh penso proprio che rimarrà dalla parte dei buoni o se proprio la situazione deve peggiorare rimarrà neutrale.
                  Non credo che si schiererà tra i nemici,sembrerebbe non scontato ma banale ma potrei anche sbagliarmi,chissà...

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                  • #99
                    Sono arrivato al capitolo 10 e devo dire che è molto interessante la ff, sia dal punto di vista grammatico/letterario che come trama... mi piace davvero tanto! Complimenti!

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                    • Originariamente Scritto da Pedro92 Visualizza Messaggio
                      Sono arrivato al capitolo 10 e devo dire che è molto interessante la ff, sia dal punto di vista grammatico/letterario che come trama... mi piace davvero tanto! Complimenti!
                      grazie, Pedro
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                      • una nuova puntata ha preso forma, ed io sono qui, pronto a presentarvela. Praticamente non succede molto, è più che altro un episodio stemperante, ma, secondo me, in questo momento ne avevo bisogno

                        14-Dubbi e Lezioni

                        Entrato nella sua stanza, Enito si sedette sul letto.
                        Che fare? La sua coscienza gli impediva di accettare la proposta del demone, eppure era allettato dall’idea di raggiungere un tale controllo della propria energia spirituale…
                        “Ma cosa mi sta venendo in mente? Io sono un allievo del grande maestro Mutaito, disonorerei la sua memoria se mi alleassi con le stesse creature che lui ha sempre cercato di distruggere…”
                        “Eppure, sarebbe semplice accettare la proposta di Clarinetto, dubito che qualcuno lo verrebbe mai a sapere, basterebbe sparire improvvisamente con la scusa di un allenamento e poi sparire; non voglio morire e vagare senza pace nel Limbo eternamente…”
                        Alcuni colpi alla porta destarono Enito dai suoi ragionamenti. Era giunto il momento della sveglia.
                        Lasciò passare alcuni secondi, poi si alzò e uscì con calma, sforzandosi di non lasciar trasparire l’inquietudine che l’incontro con Clarinetto gli aveva lasciato.
                        Sempre con calma percorse i corridoi ricoperti di canne di bambù da poco recise del tempio, fino a giungere nella sala di meditazione; provava una forte attrazione per quella sala, ma le regole imponevano che non vi si potesse entrare prima che le occupazioni della mattina fossero state eseguite e, in ogni caso, non senza ricevere il permesso dal maestro.
                        Enito si diresse quindi verso la grande sala subito dopo l’ingresso del tempio, forse là avrebbe rivisto suo fratello…
                        Quando la raggiunse i ragazzi stavano consumando una frugale colazione insieme al maestro; si aggregò al gruppo ma rifiutò di toccare cibo.
                        Invece, inizò a girare tra la moltitudine di giovani presenti in cerca di Gohan e Taobaibai.
                        Li trovò poco distante, intenti a discutere sulle tecniche di combattimento in loro possesso.
                        Il volto di Enito assunse un’espressione cupa: forse quella spensieratezza era destinata a terminare prima di quanto si aspettasse…
                        Decise di lasciare i due senza presentarsi per evitare domande; si allontanò dicendo che sarebbe andato a far legna.
                        Una volta fuori istintivamente guardò nella direzione presa un mese prima da Muten.
                        “Compagno mio”, disse, “cosa faresti se fossi al mio posto?”
                        Muten non poteva sentirlo: in quel momento era ancora alle prese con Karin nel vano tentativo di rubare l’acqua sacra all’impassibile gattone.

                        All’obelisco di Karin la notte era ancora profonda, ma un uomo era sveglio, animato da propositi non proprio onesti.
                        A passi lenti e silenziosi, Muten si era avvicinato al dormiente ed inconsapevole maestro per rubare l’acqua approfittando di quella momentanea distrazione.
                        Muten allungò la mano, ma, nello stesso momento, il gatto spiccò un balzo, portandosi velocemente fuori portata.
                        “È tutto qui quello che sai fare, giovanotto?”, lo schernì Karin, “se non ti impegni non sarai mai in grado di prendere l’acqua”
                        “Impegnarmi, dice? Ha ragione. Ora è giunto il momento di mostrarle una mia nuova tecnica, si prepari, maestro!”
                        Karin era curioso, ma anche sicuro di sé: era impossibile che una tecnica, per quanto potente, fosse in grado di coglierlo alla sprovvista. Osservò Muten, che nel frattempo non si era mosso.
                        “Allora, questa tua nuova tecnica? Non posso certo star qui tutta la notte, anch’io ho bisogno di dormire”
                        Muten non si mosse. Incuriosito Karin gli si avvicinò, quando una mano prese il suo bastone.
                        Si voltò. Dietro di lui c’era Muten.
                        “Cosa ne dice, maestro? È una tecnica che mi consente di lasciare dietro di me una sorta di ologramma, grazie ad un fulmineo movimento per distrarre l’avversario e attaccarlo quando meno se l’aspetta. Pensavo di chiamarla…Oooufff!!”
                        Prima che Muten terminasse la frase Karin gli aveva sferrato un potente calcio all’altezza dello stomaco, costringendolo a lasciare la presa.
                        “Un combattente serio non deve perdersi in chiacchiere, ricordatelo, Muten”
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                        • Bello anche questo capitolo,scritto come al solito in modo corretto e scorrevole.
                          Mi è piaciuta molto l'ultima frase di karin,ci stava proprio bene!

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                          • Molto bello! Aspetto il prossimo!

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                            • Originariamente Scritto da Uomo Tigre Visualizza Messaggio
                              Bello anche questo capitolo,scritto come al solito in modo corretto e scorrevole.
                              Mi è piaciuta molto l'ultima frase di karin,ci stava proprio bene!
                              eh beh, non potevo certo esimermi dal punire Muten per la sua superbia
                              grazie

                              Originariamente Scritto da Pedro92 Visualizza Messaggio
                              Molto bello! Aspetto il prossimo!
                              grazie anche a te, Pedro, ma guarda che almeno fino a domenica prossima non posto, sono fatto così
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                              • carissimi, oggi, in un impeto creativo incedibile, ho prodottoun capitolo che avrei potuto tranquillamente dividere per mantenere la tensione, ma non ho voluto farlo per non farvi attendere troppo(no, in realtà non mi va di tenerlo inerte sul computer), a voi la lettura, e questa volta vorrei dei commenti ben approfonditi

                                15-Crudeltà demoniaca

                                Clarinetto volava tranquillo nel cielo, certo che il suo discorso avrebbe sortito l’effetto sperato.
                                Non sperava certo di convincere Enito a passare dalla sua parte, almeno per il momento gli era sufficiente instillare in lui il tarlo del dubbio, non aveva fretta…
                                Un sorriso compiaciuto gli apparve sul volto mentre pensava al potere che avrebbe ottenuto.
                                Un rumore improvviso interruppe le sue elucubrazioni, mentre un pugno si abbatteva sul suo volto sbalzandolo all’indietro di diversi metri.
                                Clarinetto riprese a fatica l’assetto di volo per poi osservare il suo assalitore; aveva il suo stesso aspetto, tranne che in un particolare: mentre gli occhi di Clarinetto erano gialli, l’altro li aveva rossi.
                                “Come ti salta in mente di attaccarmi in questo modo, Salterio?”, gli chiese, furioso.
                                L’altro non rispose e partì nuovamente all’attacco, questa volta pronto a colpire con un calcio al fianco il demone, che tuttavia non si fece cogliere impreparato ed evitò il colpo.
                                “Smettila, perché continui? Cosa ti sta succedendo?”
                                Un pugno lo colpi nuovamente, questa volta allo stomaco, facendolo piegare in due dal dolore.
                                Subito dopo una ginocchiata, seguita da un calcio che lo spedì a terra, sollevando un gran polverone.
                                Clarinetto si rialzò; “Se non mi sta ad ascoltare, mi vedo costretto a combattere”
                                Salterio andò nuovamente all’attacco, ma questa volta, invece di un avversario perplesso, ne trovò uno pronto alla lotta.
                                Dopo aver deviato con facilità l’attacco con l’ausilio dell’avambraccio, prese a due mani il polso del suo avversario, spezzandolo.
                                L’avversario si portò la mano al braccio urlando per il dolore.
                                “Spero che questo basti a farti riflettere…”
                                Di colpo Salterio smise di urlare ed iniziò a ridere.
                                Lanciò nuovamente un urlo, questa volta non per il dolore, era un urlo per caricare la propria energia. Il polso emise una serie di schianti, mentre l’articolazione si rimetteva a posto; era nuovamente pronto a combattere.
                                “Ah, già…me n’ero scordato”
                                Immediatamente caricò il suo avversario; Clarinetto lo evitò con una semplice giravolta, per poi prenderlo al collo con una mano e, con un ulteriore movimento rotatorio lo scagliò verso un albero.
                                Salterio compì un balzo poco prima di collidere con l’albero, raggiungendo in breve tempo il cielo.
                                “Cerchi di allontanarti per sfuggire alla mia potenza? Povero illuso!”
                                Clarinetto si alzò in volo e si diresse a tutta velocità verso l’altro demone, che nel frattempo aveva posto una mano davanti a se.
                                Lo sguardo di Clarinetto assunse una nota di stupore, mentre la scarica elettrica lo raggiungeva. Il colpo era andato a segno.
                                Clarinetto andò per la seconda volta al tappeto.
                                “Cosa ti prende, Clarinetto?”, lo schernì l’avversario, “ti vanti della tua potenza davanti a dei comuni mortali, ma quando è il momento di dimostrarla con i fatti, non ci riesci? Mi fai pena!”
                                Detto questo scese in picchiata contro l’inerme demone, portando davanti a se uno dei suoi artigli e iniziando a girare vorticosamente su se stesso.
                                L’impatto col terreno squassò tutta l’area. Salterio sorrise compiaciuto e osservò la sua opera, ma ebbe un’amara sorpresa: la dove avrebbe dovuto trovarsi il corpo squartato di Clarinetto c’era soltanto il terreno nel quale il suo braccio affondava fino al gomito. Provò ad estrarlo, senza successo.
                                “Bene, spero che questo ti aiuti a calmare i bollenti spiriti…”
                                Clarinetto comparve poco distante, illeso.
                                “Sorpreso? Non dovresti usare la tecnica dell’artiglio abissale su qualcuno che la conosce, soprattutto se è dotato di dei buoni riflessi”
                                Il demone imprigionato ringhiò.
                                “Finiscila con questa farsa, Salterio, so che sei in grado di esprimerti come un qualunque essere umano, quindi non vedo il motivo di questa tua assurda messinscena”
                                Salterio parve calmarsi un po’.
                                “Bene, proprio così… adesso passiamo alle cose serie, per quale motivo mi hai attaccato?”
                                Il demone bloccato sbuffo. “Non ci arrivi? Dopo il tuo colloquio con quel guerriero era opportuno eliminarti per evitare che ti elevassi sopra di noi”
                                Clarinetto sbiancò. “Vuoi dire che mi hai spiato durante questi giorni?”
                                “No, ti ho raggiunto poco fa e per caso ho sentito la tua proposta; davvero un bel modo di rispettare il nostro creatore”
                                “Risparmiami la predica, se hai ascoltato il mio colloquio con Enito dovresti averlo capitolo che Piccolo è morto”
                                “Il Grande Mago Piccolo non è morto!!!”
                                “Non mi credi? Forse questo sarà sufficiente a convincerti…”
                                Detto ciò mise il palmo della sua mano sulla fronte di Salterio, coprendogli gli occhi.
                                “Osserva, Salterio, e dimmi cosa vedi”

                                Nella mente di Salterio presero forma alcune immagini, dapprima confuse, poi sempre più nitide.
                                Piccolo si ergeva davanti a tre esseri umani. Due di loro erano indubbiamente Enito e Muten, mentre il terzo era più tarchiato, con una folta massa di capelli azzurri e un paio di baffoni dello stesso colore. Era ferito in più punti, mentre Piccolo era fresco come una rosa.
                                “Ahahahah! Patetici esseri umani, eravate venuti fin qui con lo scopo di uccidermi, e invece siete morti. Dovevate saperlo che la famiglia demoniaca è invincibile”
                                La diabolica risata di Piccolo riecheggiò per il campo devastato e in preda alle fiamme.
                                L’uomo tarchiato aveva uno sguardo fiero e rassegnato, sembrava pronto a morire.
                                “Ti sbagli, Piccolo, la famiglia demoniaca non è invincibile, solo tu lo sei! Tolto te di mezzo i miei allievi riusciranno ad estirpare la radice del male che si è insediata nel mondo”
                                L’uomo mise le mani aperte davanti a se.
                                Piccolo mosse un passo verso di lui.
                                “Se, come dici tu, solo io sono invincibile, come puoi sperare di eliminarmi? Nessuno a questo mondo può farlo!”
                                Le sue ultime parole avevano un tono carico di disprezzo. Piccolo detestava la debolezza.
                                Mosse un braccio scatenando una violenta raffica di vento che investì i tre davanti a lui.
                                “Come puoi sperare di distruggere la potenza che io rappresento? Io sono invincibile!!!”
                                Nuovamente la sua diabolica risata echeggiò.
                                Sul volto dell’uomo più anziano si dipinse un mesto sorriso. Si rivolse ai suoi allievi.
                                “Muten, Enito, mi dispiace di andarmene senza aver terminato il nostro addestramento, ma non ho altra scelta… Se in futuro Piccolo dovesse tornare, siate pronti a combatterlo, perché io non ci sarò più…”
                                Si avvicinò al signore demoniaco con passo tranquillo sempre sorridendo e tenendo le mani davanti a se.
                                Piccolo, ancora rivolto al cielo mentre si gloriava della propria potenza vide di sfuggita l’anziano.
                                “Come ti chiami, vecchio?”, gli chiese con un tono improvvisamente serio.
                                Dopo alcuni, interminabili, attimi di silenzio l’uomo parlò: “Mutaito”
                                “Buon viaggio all’Inferno, Mutaito”
                                Con un balzo gli fu immediatamente addosso e, con i suoi crudeli artigli, lo colpì alla guancia sbattendolo violentemente a terra e aprendo in essa uno squarcio.
                                “Chissà, potrei sempre finire in Paradiso… Mafuuba!”
                                Mentre pronunciava il nome dell’onda dell’arginamento demoniaco, mosse le sue braccia in cerchio, creando un vortice di energia che avvolse Piccolo, imprigionandolo.
                                Dopo alcuni giri, Mutaito abbassò le proprie braccia, spedendo il Grande Mago in un thermos elettrico che si richiuse immediatamente.
                                Il sangue colava copioso dallo squarcio sulla guancia del vecchio i cui movimenti si facevano sempre più lenti, mentre si accasciava a terra e i suoi occhi si appannavano.
                                “Chissà com’è l’Aldilà…”
                                I due allievi del Maestro Mutaito rimasero come pietrificati alla vista della morte dell’uomo, poi Muten corse verso il suo corpo senza vita gridando: “Maestro!! Maestro!”, seguito a passi lenti da uno sconvolto Enito.
                                Lacrime rigavano il volto di entrambi gli allievi di Mutaito, le stesse lacrime che in quel momento nascevano spontanee negli occhi di Salterio.
                                “N-non può essere, non il Grande Mago, lui era invincibile…”
                                “Invece è così, Salterio, io ero presente quando questo è accaduto, mi dispiace…”
                                “E di cosa, Clarinetto? Meglio questo che vivere nella menzogna”
                                “Mi dispiace di doverti eliminare, tu sai troppo, e non voglio interferenze”
                                Un raggio di energia scaturì dalla mano di Clarinetto ed investì Salterio, disintegrandolo, mentre questi implorava pietà.
                                Di lui non rimase altro che la polvere portata dal vento e del loro combattimento un solco nel terreno nel luogo dove pochi attimi prima si trovava uno dei quattro grandi demoni creati da Piccolo.
                                “Iodo!”
                                Il piccolo demone-spia fece la sua apparizione dalle fronde di un albero.
                                “Complimenti, hai seguito i miei ordini alla perfezione, non avrei mai immaginato tanta efficienza”
                                “Dovere, signor Clarinetto”
                                I due partirono alla volta della città del demone, lasciandosi dietro una risata che, per certi versi, ricordava molto quella fatta da Piccolo alcune settimane prima…
                                Last edited by Il Nicco; 07 October 2007, 21:22.
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